BIF&ST 2016 – PRESENTATO IL PROGRAMMA

Ricevo e volentieri pubblico

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Tributo a Ettore Scola, presidente – Il programma del Bif&st 2016 è stato seguito e dettagliatamente curato da Ettore Scola fino a pochi giorni prima della sua scomparsa. Il grande regista sarà dunque, anche per la prossima edizione (2-9 aprile), il presidente del Bari International Film Festival che già lo ha visto per sei anni (accolse l’incarico nel giugno 2010) attivissimo animatore e protagonista della manifestazione ideata e diretta da Felice Laudadio, promossa dalla Regione Puglia presieduta da Michele Emiliano e prodotta dall’Apulia Film Commission presieduta da Maurizio Sciarra.

Scola aveva informato Laudadio – quando aveva appreso della sua riconferma per altri cinque anni alla direzione del Bif&st come voluto da Emiliano – che per ragioni di età (aveva 84 anni) e di salute non avrebbe potuto continuare ancora a lungo ad occuparsi del Bif&st e gli aveva indicato il suo auspicabile successore, il cui nome sarà a suo tempo annunciato dal presidente della Regione e dal direttore del Bif&st che insieme hanno deciso di dedicare la prossima manifestazione a Scola – che a Bari ebbe una esaustiva retrospettiva nel 2009 – con un tributo incrociato con quello già da tempo annunciato per Mastroianni.

Mastroianni e Scola.jpgE dunque il tema del prossimo Bif&st sarà Scola-Mastroianni 9½. C’eravamo tanto amati, giacché il regista ha diretto più di chiunque altro l’attore scomparso 20 anni fa: hanno lavorato insieme in ben 9 film di lungometraggio, più un film ad episodi, che verranno presentati l’uno dopo l’altro. Sarà inoltre istituito il Premio Ettore Scola per il miglior regista di opera prima o seconda che verrà assegnato, insieme ai Premi Gabriele Ferzetti e Mariangela Melato per il migliore attore e la migliore attrice, dalla giuria del pubblico presieduta dal giornalista e scrittore Furio Colombo.

Il primo film del festival verrà presentato al Teatro Petruzzelli alle 9 del mattino del 2 aprile: sarà Ridendo e scherzando, uno straordinario ritratto di Scola realizzato dalle sue figlie Paola e Silvia con la complicità di Pif (Pierfrancesco Diliberto). A fine proiezione parleranno del grande regista alcuni attori e attrici che con lui hanno lavorato, coordinati dal critico Jean Gili, direttore di una antica e celebre manifestazione francese gemella del Bif&st, il Festival del cinema italiano di Annecy, il cui presidente è stato fin dal 1997 proprio Ettore Scola e alla cui direzione, dal 2017, è stato nei giorni scorsi chiamato Felice Laudadio.

Sono inoltre previsti, in collaborazione con La Feltrinelli, altri otto incontri pomeridiani, uno al giorno e condotti da Jean Gili, dedicati a Scola con la partecipazione della famiglia, di amici, colleghi, produttori e studiosi quali, fra gli altri, Fabiano Fabiani, Ugo Gregoretti, Walter Veltroni, Ennio Bispuri, Stefano Masi, Carlo Degli Esposti, Roberto Cicutto, Valerio De Paolis, Giuliano Montaldo, Andrea Occhipinti e altri intepreti dei film di Scola.

Il Festival Marcello Mastroianni, organizzato di concerto con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, con la collaborazione di RAI Teche e Istituto Luce Cinecittà, comprenderà oltre 50 film e una gran quantità di materiali di documentazione, oltre a tre laboratori di formazione sul mestiere dell’attore promossi dalla Scuola di Cinema Gian Maria Volonté e dalla Cooperativa Artisti 7607. Per parlare del talento di Mastroianni saranno presenti al Teatro Petruzzelli, dopo la proiezione dei film in cui lo hanno diretto, i registi Francesca Archibugi, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Roberto Faenza, Paolo e Vittorio Taviani, Luciano Tovoli. Queste Lezioni di cinema culmineranno, al mattino del 9 aprile, in un incontro con alcuni attori e attrici suoi compagni di lavoro, coordinati da Marco Spagnoli, del Comitato di direzione del Bif&st.

In Conversation With… è una sezione nuova di zecca – a cura di Beatrice Kruger – che prende spunto dallo straordinario successo arriso agli incontri svoltisi nel marzo 2015 al Petruzzelli con la partecipazione di otto grandi registi (Jean-Jacques Annaud, Costa-Gavras, Nanni Moretti, Alan Parker, Edgar Reitz, Ettore Scola, Margarethe von Trotta, Andrzej Wajda). Nel nome di Mastroianni il Bif&st 2016 ha invitato a Bari otto attori e attrici di grande talento e notorietà – uno solo dei quali italiano: Toni Servillo che il 4 aprile incontrerà il pubblico insieme al regista Roberto Andò dopo la proiezione di Viva la libertà – che alle 18 dialogheranno al Petruzzelli con un regista italiano dopo la presentazione pomeridiana, alle 16, di un film da essi interpretato. A Toni Servillo e agli altri sette attori e attrici stranieri (i cui nomi verranno annunciati nella conferenza stampa in programma alla Casa del Cinema di Roma il prossimo 18 marzo insieme ai film delle Anteprime internazionali e ai vincitori dell’ItaliaFilmFest/Lungometraggi) verrà conferito il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence, che riproduce il celebre profilo felliniano disegnato da Scola (riportato in fondo a questa pagina) e realizzato in platino dagli sponsor Monile e Mario Mossa. Altro importante sponsor del Bif&st è la Mercedes che con la Motoria di Francesco Maldarizzi metterà a disposizione degli ospiti una piccola flotta di auto e organizzerà un concorso di cortometraggi.

ItaliaFilmFest/Lungometraggi – Per quanto riguarda questa storica sezione, i premi riservati ai migliori film italiani dell’ultimo anno selezionati dal direttore artistico verranno consegnati una sera dopo l’altra dal 2 all’8 aprile al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione pomeridiana al Multicinema Galleria dei film premiati. La giuria stabile composta da 9 autorevoli critici – Valerio Caprara (Il Mattino), Paolo D’Agostini (La Repubblica), Fabio Ferzetti (Il Messaggero), Francesco Gallo (ANSA), Alessandra Levantesi Kezich (La Stampa), Paolo Mereghetti (Corriere della Sera), Franco Montini (presidente Sindacato Critici), Federico Pontiggia (Il Fatto), Silvana Silvestri (Il Manifesto) – attribuirà i seguenti riconoscimenti: Premio Mario Monicelli per il miglior regista; Premio Franco Cristaldi per il miglior produttore; Premio Tonino Guerra per il miglior soggetto; Premio Luciano Vincenzoni per la migliore sceneggiatura; Premio Anna Magnani per la migliore attrice protagonista; Premio Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista; Premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista; Premio Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista; Premio Ennio Morricone per il miglior compositore delle musiche; Premio Giuseppe Rotunno per il miglior direttore della fotografia; Premio Dante Ferretti per il miglior scenografo; Premio Roberto Perpignani per il miglior montaggio; Premio Piero Tosi per i migliori costumi.

ItaliaFilmFest/Opere prime e seconde – Una giuria composta da 30 spettatori e presieduta dal giornalista e scrittore Furio Colombo attribuirà i seguenti riconoscimenti ai migliori film italiani opere prime e seconde dell’ultimo anno prescelti dal direttore artistico:

  • Premio Ettore Scola per il regista della migliore opera prima o seconda

  • Premio Gabriele Ferzetti per il miglior attore protagonista

  • Premio Mariangela Melato per la migliore attrice protagonista.

Queste le opere prime (O.P.) e seconde (O.S.) finora invitate, alcune in attesa di conferma:

  • Arianna di Carlo Lavagna, con Ondina Quadri, Massimo Popolizio, Valentina Carnelutti, 2015, O.P.

  • Assolo di Laura Morante, con Laura Morante, Francesco Pannofino, Piera Degli Esposti, 2016, O.S.

  • Banat – Il viaggio di Adriano Valerio, con Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Piera Degli Esposti, 2015, O.P.

  • Bella e perduta di Pietro Marcello, con Tommaso Cestrone, Elio Germano (voce di Sarchiapone), 2015, O.P.

  • In un posto bellissimo di Giorgia Cecere, con Isabella Ragonese, Alessio Boni, Paolo Sassanelli, 2015, O.S.

  • La macchinazione di David Grieco, con Massimo Ranieri, Libero De Rienzo, Milena Vukotic, 2016, O.S.

  • L’attesa di Piero Messina, con Juliette Binoche, Lou De Laâge, Giorgio Colangeli, 2015, O.P.

  • La terra dei santi di Fernando Muraca, con Valeria Solarino, Lorenza Indovina, Daniela Marra, 2015, O.P.

  • Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, 2015, O.P.

  • Pecore in erba di Alberto Caviglia, con Omero Antonutti, Bianca Nappi, Paola Minaccioni, 2015, O.P.

  • Un posto sicuro di Francesco Ghiaccio, con Marco D’Amore, Giorgio Colangeli, Matilde Gioli, 2015, O.P.

  • Né Giulietta né Romeo di Veronica Pivetti, con Andrea Amato, Corrado Invernizzi, Veronica Pivetti, 2015, O.P., fuori concorso.

ItaliaFilmFest/Nuove proposte – Un’altra novità del Bif&st 2016 è questa sezione che ospiterà 7-8 film italiani di lungometraggio in anteprima mondiale, valutati da una giuria del pubblico, formata da 30 spettatori e presieduta dallo scrittore e famoso sceneggiatore Giorgio Arlorio, che attribuirà il Premio Francesco Laudadio al regista del miglior film. Questi i film finora selezionati:

  • L’Universale di Federico Micali con Claudio Bigagli, Paolo Hendel – Italia 2015, 88’

  • La notte è piccola per noi di Gianfrancesco Lazotti con Cristiana Capotondi, Philippe Leroy – Italia 2015, 90’

  • Il traduttore di Massimo Natale con Claudia Gerini – Italia 2016, 91’

  • L’età d’oro di Emanuela Piovano con Laura Morante, Giulio Scarpati, Gigio Alberti – Italia 2016, 90’

  • Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai, con Michele Riondino, Valentina Cervi, Elena Radonicich – Italia, 2016

  • Due euro l’ora di Andrea D’Ambrosio, con Peppe Servillo, Claudia Baffi, Paolo Gasparini – Italia 2016, 85’

Fuori concorso:

  • My Father Jack di Tonino Zangardi con Francesco Pannofino, Eleonora Giorgi, Elisabetta Gregoraci – Italia, 2016, 90’

  • Terra promessa di Francesco Colangelo con Valeria Solarino, Italia 2015, 22’

  • L’ombra di Caino di Antonio De Palo con Valeria Solarino, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti – Italia 2015, 30’.

EVENTI SPECIALI

Pasolini e il Sessantotto – Il Bif&st si occuperà anche di Pier Paolo Pasolini con la proiezione de La ricotta, interpretato da Orson Welles, e soprattutto con Teorema, il film al centro di mille polemiche alla Mostra del Cinema di Venezia segnata dalla contestazione, che offrirà lo spunto per una tavola rotonda intitolata “Pasolini e il Sessantotto” cui prenderanno parte Roberto Chiti, Carlo di Carlo, David Grieco, Francesco Maselli e Italo Moscati, coordinati da Enrico Magrelli, del Comitato di direzione del Bif&st e già vicedirettore della Mostra di Venezia.

Musica negli occhiIn ricordo di Armando Trovajoli – La presentazione di alcuni film interpretati da Mastroianni consentirà di ricordare, a tre anni dalla sua scomparsa (1° marzo 2013), un altro grande del cinema italiano: Armando Trovajoli, autore delle musiche di quei film, in particolare di quelli diretti da Vittorio De Sica e di pressoché tutti quelli diretti da Ettore Scola.

Tributo a Cecilia Mangini – Alla grande documentarista e fotografa pugliese, nata a Mola di Bari nel 1929 e ancora attivisssima, il Bif&st 2016 dedicherà un tributo con l’allestimento di una mostra – curata da Paolo Pisanelli – delle sue fotografie, alcune delle quali scattate sul set del film La legge di Jules Dassin (1959) con Marcello Mastroianni che verrà presentato insieme al documentario di Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini In viaggio con Cecilia (2013) e ad alcuni suoi cortometraggi.

Assemblea generale della FIPRESCI – Come avviene puntualmente dal 2009, il Bif&st 2016 ospiterà l’assemblea generale annuale della Fipresci, la federazione mondiale dei critici di cinema.

LA STORIA, LA MEMORIA – Retrospettiva

Red Scare Black List (Paura rossa lista nera)

La Commissione per le attività antiamericane (HUAC) del Congresso degli Stati Uniti avviò la sua indagine sull’infiltrazione comunista nell’industria cinematografica americana il 20 ottobre 1947. Inizialmente presieduta dal deputato (antisemita) John Parnell Thomas sostenuto, come poi McCarthy, dalle alte sfere della Chiesa cattolica americana, le udienze si focalizzarono sulla identificazione di quanti – tra i registi, gli sceneggiatori, i produttori, gli attori e le attrici di Hollywood – potevano essere considerati pericolosi sovversivi. Benché osteggiata da un gruppo di celebri attori hollywoodiani come Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Danny Kaye, le audizioni non si arrestarono. Un certo numero di testimoni, tra cui i capi degli studios Walt Disney e Jack Warner, stelle del cinema quali Robert Taylor, Gary Cooper, John Wayne, attori ben più modesti quali Ronald Reagan (ma destinato a diventare presidente USA), grandi registi come Elia Kazan, rilasciarono dichiarazioni nelle quali insinuarono l’influenza comunista sull’industria cinematografica e denunciarono alcuni loro colleghi specificamente indicati quali affiliati a organizzazioni comuniste o loro simpatizzanti, scatenando la paura rossa. Un altro gruppo di testimoni – tra cui gli sceneggiatori Dalton Trumbo e Ring Lardner Jr., poi finiti nella lista nera, e lo scrittore e drammaturgo Arthur Miller – protestarono che le audizioni erano illegali e che le interrogazioni sulla loro lealtà politica inaccettabili. Altri grandi scrittori furono blacklisted: Lillian Helmann, Dashiell Hammett, Dorothy Parker. E famosi cantanti e musicisti come Judy Holliday, Lena Horne, Pete Seeger, Leonard Bernstein, Harry Belafonte. E attori come Edward G. Robinson, John Garfield, Burgess Meredith, José Ferrer, Lionel Stander, James Cagney, Katharine Hepburn, Melvyn Douglas, Fredric March. E registi quali John Huston, Orson Welles, Luis Buñuel, Richard Attenborough, John Berry, Martin Ritt, Abraham Polonsky, Jules Dassin e Charlie Chaplin. Tutti “Reds in movies”, secondo il senatore della California Jack Tenney, che lanciò la prima indagine.

The Hollywood Ten i 10 di Hollywood, che però all’origine erano 11: uno di loro riuscì a scamparla: il rifugiato politico tedesco Bertolt Brecht – «vengono messi sulla “lista nera” degli studios, cioè impediti di lavorare, almeno con il proprio nome. Sono il produttore Adrian Scott, il regista Edward Dmytryk e gli sceneggiatori Ring Lardner jr., Alvah Bessie, Lester Cole, Albert Maltz, Samuel Ornitz, John Howard Lawson (anche storico, teorico e critico), Herbert Biberman e Dalton Trumbo, gli ultimi due anche registi. Sono le vittime designate – ha scritto Lorenzo Pellizzari – di una vera e propria “caccia alle streghe”, di una sorta di inquisizione anticomunista che si occulta dietro il nome di HUAC ed è meglio nota come Commissione McCarthy, un senatore repubblicano che darà il nome al più vasto e perdurante fenomeno del maccartismo. I dieci costituiscono una bella pattuglia di progressisti più o meno radicali, ma come in tutti i cenacoli tra loro si annida un giuda. Dapprima anche costui, di nome Edward Dmytryk (e allora regista di film “democratici” quali Anime ferite e Odio implacabile), viene incarcerato. In un secondo momento, però, decide di fornire i nomi di alcuni associati del Partito Comunista Americano, e il 25 aprile 1951 compare nuovamente a testimoniare facendo i nomi di alcuni di coloro che vi erano stati associati per un breve periodo intorno al 1945, epoca in cui egli stesso era affiliato. Il 25 novembre 1997, registi e attori di Hollywood si danno appuntamento a Beverly Hills, presso l’Accademia degli Oscar, per una cerimonia a ricordo delle vittime del maccartismo. Dei “dieci di Hollywood”, arrestati giusto cinquant’anni prima e poi condannati, ne sopravvivono due: Ring Lardner jr. (82 anni), che partecipa al rito di espiazione collettiva, e l’impudente Edward Dmytryk (89 anni), che invece rifiuta e così precisa: “È sciocco che Hollywood chieda scusa a se stessa. C’è gente che vuole essere considerata martire, ma noi non lo siamo mai stati”. Dmytryk morirà nel 1999, Lardner nel 2000, con il che si chiude un’epoca, ma non si cancella un capitolo doppiamente vergognoso».

Su questa “vergogna” il cinema americano è tornato con alcuni film e documentari inclusi nella retrospettiva predisposta dal Bif&st 2016 che comprende anche alcuni film scritti o diretti da Dalton Trumbo, Premio Oscar per Vacanze romane (Roman Holiday di William Wyler, con Gregory Peck e Audrey Hepburn, 1953) e La piu’ grande corrida (The Brave One di Irving Rapper, 1956), sceneggiati da Trumbo ma firmati con pseudonimi in quanto blacklisted, come blacklisted fu anche il grande regista Joseph Losey, fuggito dagli USA e costretto a rifugiarsi in Gran Bretagna e in Italia dove nel 1951-52 diresse sotto falso nome Imbarco a mezzanotte, girato negli studi Pisorno di Tirrenia e a Taranto. Alla sceneggiatura aveva lavorato un altro “appestato” hollywoodiano, lui pure sbattuto nella lista nera: Ben Barzman, l’autore di Cristo fra i muratori diretto nel 1949 da quello stesso Edward Dmytryk che un paio d’anni dopo l’avrebbe denunciato come sovversivo*.

A Dalton Trumbo il Bif&st dedica un minitributo all’interno della rassegna Paura rossa lista nera che comprende anche il recentissimo biopic Trumbo di Jay Roach con Bryan Cranston, Diane Lane e Helen Mirren. Questi i titoli della retrospettiva in programma dal 2 al 9 aprile, al mattino per gli studenti delle scuole medie superiori di Bari Città Metropolitana, alla sera per il grande pubblico:

I film:

  • IL PRESTANOME (The Front) di Martin Ritt, con Woody Allen e Zero Mostel, 1976, nomination al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura

  • INDIZIATO DI REATO (Guilty by Suspicion) di Irwin Winkler, con Robert De Niro, Annette Bening, Martin Scorsese, 1991

  • THE MAJESTIC di Frank Darebont, con Jim Carrey e Martin Landau, 2001

  • GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK di George Clooney, con Jeff Daniels e George Clooney, 2005, nomination a sei Premi Oscar

Tributo a Dalton Trumbo:

  • EXODUS di Otto Preminger, con Paul Newman, scritto da Dalton Trumbo, 1960, vincitore di un Premio Oscar

  • SPARTACUS di Stanley Kubrick, con Kirk Douglas, scritto da Dalton Trumbo, 1960, vincitore di quattro Premi Oscar

  • E JOHNNY PRESE IL FUCILE (Johnny Got His Gun) di Dalton Trumbo, con Jason Robards, 1971, Gran Premio speciale della giuria e Premio Fipresci al Festival di Cannes 1971

  • TRUMBO (tit. it.: L’ultima parola. La vera storia di Dalton Trumbo) di Jay Roach, con Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, Louis C.K., Elle Fanning, John Goodman

I documentari:

  • RED HOLLYWOOD, documentario di Thom Andersen e Noël Burch, 1996, 118’

  • THE HOLLYWOOD TEN, documentario di John Berry (1950, 15’), il regista di Ho amato un fuorilegge con John Garfield e Shelley Winters (1951) che fu denunciato da Dmytryk insieme ad altri 25 suoi colleghi. Il doc è un extra del dvd americano di “Spartacus”.

* Fondamentale – per valutare quanto abbia inciso nella storia del cinema statunitense questa pagina vergognosa – è il libro Lista nera a Hollywood di Giuliana Muscio (che sarà al Bif&st). La caccia alle streghe negli anni ’50 (Feltrinelli 1979, Universale Economica) «un saggio molto utile agli appassionati di cinema per conoscere a fondo uno dei momenti più bui per l’industria culturale e cinematografica statunitense del secolo passato, quello della guerra fredda, della caccia alle streghe e della Commissione d’indagine per le attività antiamericane del senatore McCarthy. Un accurato lavoro di ricerca e uno studio dettagliatissimo sulle produzioni del periodo bellico e post-bellico delle maggiori major, l’attenta analisi dei rapporti stretti fra la più grande industria del consenso e il potere politico ed economico USA fanno di questo libro una fonte di informazioni preziosa e ancora molto attuale».

CENNI SULLA PROGRAMMAZIONE QUINQUENNALE DEL BIF&ST/RETROSPETTIVE

Delle retrospettive del Bif&st per il 2016 si è già detto. E’ ovviamente ancora impossibile (oltre che improbabile) fornire alla data di oggi notizie precise sulla programmazione delle retrospettive del Bif&st per le edizioni 2017, 2018, 2019 e 2020. Ma è invece possibile fornire alcune informazioni – sempre sull’onda de “La storia, la memoria”, cui Ettore Scola teneva moltissimo e che rappresenta uno dei tre pilastri portanti delle attività del Bari International Film Festival insieme alle Anteprime internazionali e all’ItaliaFilmFest – circa le retrospettive e gli omaggi dedicati ad alcune prestigiose personalità del cinema italiano che il Bif&st realizzerà nei prossimi anni, in strettissima collaborazione con la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, RAI Teche e Istituto Luce Cinecittà.

LA STORIA, LA MEMORIA

2017 TRIBUTO A GIUSEPPE DE SANTIS, a 100 anni dalla nascita e a 20 anni dalla sua scomparsa, con un OMAGGIO A SILVANA MANGANO

2018 TRIBUTO A DINO RISI, a 10 anni dalla sua scomparsa, con un OMAGGIO A VITTORIO GASSMAN

2019 TRIBUTO A ANTONIO PIETRANGELI, a 100 anni dalla nascita, con un OMAGGIO A STEFANIA SANDRELLI

2020 – TRIBUTO A MARIO MONICELLI, a 10 anni dalla sua scomparsa, con un OMAGGIO A MICHELE PLACIDO

27. TRIESTE FILM FESTIVAL – I VINCITORI

Ricevo e volentieri pubblico

 

  1. TRIESTE FILM FESTIVAL :: I VINCITORI

 www.triestefilmfestival.it

The Wednesday Child vince il 27. TRIESTE FILM FESTIVAL.jpgÈ The Wednesday Child il film vincitore del Concorso lungometraggi del 27. Trieste Film Festival: in sintonia con una selezione mai così attenta alle opere prime, il pubblico ha scelto di assegnare il Premio Trieste (euro 5.000) all’esordio dell’ungherese Lili Horváth, storia di una giovane madre che nella periferia di Budapest lotta disperatamente per ottenere la custodia del figlio.

UnderTheSun_still04.jpgÈ una storia famigliare anche quella raccontata in Under the Sun, il vincitore del Premio Alpe Adria Cinema (euro 2.500) del Concorso documentari: diretto dal russo Vitalij Manskij, tra i più importanti documentaristi contemporanei, il film offre un ritratto inedito di una famiglia media di Pyongyang, Corea del Nord, nel momento in cui la figlia si prepara a entrare nelle file dei Giovani Pionieri.

DISSONANCE_2.jpgIl Premio TFF Corti (euro 2.000) del Concorso cortometraggi va invece a Dissonance del tedesco Till Nowak, immaginifica immersione nella mente di un musicista, che accosta in un mix suggestivo e surreale live action e animazione.

banatLa giuria del Premio Corso Salani 2016 (euro 2.000), composta da Filippo D’Angelo, Patrizia Mancini e Massimo Tria, ha scelto Banat – Il viaggio di Adriano Valerio, con la seguente motivazione: «Il film racconta un’inusuale storia di “emigrazione al contrario”, che indaga con delicatezza i sentimenti di spaesamento e ricerca dell’altro che erano propri anche del cinema di Corso Salani. Lo fa usando un intreccio di linguaggi che trovano anche dei momenti particolarmente felici, come la coinvolgente interpretazione di una canzone semplice e struggente da parte di un’intensa Elena Radonicich».

THE-PROSECUTOR_SORPRESE-DI-GENERE1.jpgIl Premio CEI – Central European Initiative (euro 3.000), che ogni anno segnala un film di impegno civile capace di interpretare la realtà contemporanea europea e il dialogo tra le culture, va a The Prosecutor The Defender The Father and His Son della bulgara Iglika Triffonova, ispirato alla storia vera di due avvocati che si affrontano al Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia (L’Aja) nel processo a Milorad Krstić, accusato di aver commesso crimini di guerra nella guerra in Bosnia.

Il workshop internazionale di sceneggiatura Eastweek, nato dalla collaborazione tra Alpe Adria Cinema, che ne rende possibile l’organizzazione, e il Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador dedicato a Matteo Caenazzo, si chiude con la vittoria del Premio Mattador al miglior soggetto (1.500 euro, offerto dalla Provincia di Trieste) da parte di L’amor fu di Sara Cavosi e Fabio Marson, mentre il progetto selezionato per Midpoint, Central European Script Center di Praga è Stuffed Life di Tamara Kotevska (Repubblica di Macedonia).

Chuck-Norris-vs-Communism_DOCU-CONCORSO1.jpegNovità di quest’anno il Premio Osservatorio Balcani e Caucaso, assegnato dall’omonimo “think tank” al miglior documentario in concorso: la scelta è caduta su Chuck Norris vs Communism di Ilinca Calugareanu con la seguente motivazione: «Il film riesce a colpire lo spettatore con una storia molto originale sulla Romania di Ceausescu: alternando finzione e documentario questo film diverte il pubblico portando sullo schermo la vita quotidiana ed eroica di gente comune sotto il regime comunista, ancora poco conosciuto nel resto del mondo».

La giuria degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste ha assegnato al cortometraggio Love on the Top of the World di Jan Cvitkovič il Premio #TSFFbacktoschool, con la seguente motivazione: «Una realtà senza tempo dipinta con sensibilità, arricchita da un’interpretazione emozionante e un finale che sorprende».

Nel corso della 27. edizione sono stati inoltre assegnati il Premio Sky Arte, con cui il canale SKY Arte HD premia uno dei film presentati nella sezione TriesteFF Art & Sound attraverso l’acquisizione e la diffusione di uno dei film della sezione (vincitore è risultato Master and Tatyana di Giedrė Žickytė); l’Eastern Star Award 2016 a Irène Jacob; il Cinema Warrior Award 2016 – Cultural Resistance a Victor Purice. Inoltre, il forum di co-produzione When East Meets West ha premiato con il WEMW Development Award il progetto “Kentannos” di Victor Cruz (Argentina-Italia).

Il 27. Trieste Film Festival si segnala per un complessivo incremento in tutti gli ambiti, a cominciare dai giorni di programmazione (9, due in più rispetto alla scorsa edizione): inaugurata all’insegna del tutto esaurito con la proiezione di Sole Alto, ha continuato a registrare un grande successo di pubblico, con proiezioni affollate in tutte e tre le sale (Tripcovich, Miela, Fabbri).

550 gli accreditati complessivi (+10% rispetto al 2015), cui si sommano i circa 350 professionisti di When East Meets West, con più di 160 ospiti da oltre 30 Paesi, e 95 film (per lo più accompagnati da regista e/o cast), tra cui 4 anteprime mondiali e 2 candidati all’Oscar.

La Cerimonia di Premiazione  si è tenuta sabato 30 gennaio, alle ore 20:30 in Sala Tripcovich. A seguire il film di chiusura della 27. edizione, Chant d’Hiver di Otar Iosseliani.

Accanto ai film, molti anche gli appuntamenti extra-cinematografici (concerti, cinebrunch, passeggiate, presentazioni di libri, incontri, performance) che – a partire dai giorni precedenti e poi durante tutto il festival – hanno consolidato e arricchito il rapporto del Trieste Film Festival con la città, attraverso la collaborazione con realtà come Container_120 (con le iniziative di TFF/OFF) e Associazione Cizerouno (con il progetto “Varcare la Frontiera”).

Il Festival si è inoltre confermato alfiere non solo della cultura ma anche dell’incoming turistico in regione, con gli hotel della città letteralmente “occupati”, per un totale di 1300 notti complessive, tra Trieste Film Festival e When East Meets West.
Il Trieste Film Festival è il primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunto quest’anno alla 27. edizione, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli: nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987), il festival continua ad essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.

Il 27. Trieste Film Festival è stato realizzata con il patrocinio di Comune di Trieste, Direzione Generale per il Cinema – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Creative Europe – MEDIA Programme, Direzione Generale per il Cinema – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, CEI – Central European Initiative, Comune di Trieste, CCIAA – Camera di Commercio di Trieste, Provincia di Trieste; con il sostegno di Lux Film Prize / Parlamento Europeo, Le Fondazioni Casali – Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, Fondazione CRTrieste, Polish Film Institute – Varsavia, Istituto Polacco – Roma, Krakow Film Foundation – Polish Docs – Cracovia, Promoturismo FVG, Comunità Greco Orientale di Trieste; con la collaborazione di Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi – Trieste, Fondo Audiovisivo FVG, When East Meets West, Associazione Casa del Cinema di Trieste, La Cappella Underground, FVG Film Commission, Associazione Culturale Mattador, Associazione Corso Salani. Media partner: MYmovies, Quinlan.it, Longtake. Media coverage by Sky Arte HD. Technical partners: Teatro Miela Trieste, Cinema Teatro dei Fabbri, Osservatorio Balcani e Caucaso, Tucker Film, Eye on Films, Mid Point, Claimax, Hotel Continentale, Grand Hotel Duchi D’Aosta, Savoia Excelsior Palace, Urban Hotel Design, NH Hoteles, B&B Zudecche 1, Caffé Teatro Verdi, Antico Caffè San Marco, Parovel, Pepenero Pepebianco, Associazione Cizerouno, Container_120, Immaginario Scientifico, Studio Gasperini Lab, Combiné, Mimi e Cocotte, RicciGraf, Grafic Style, Utilgraph, Ideando Pubblicità, Spin. Trieste Film Festival aderisce a: AFIC Associazione Festival Italiani Cinema.

AGPCI: SODDISFAZIONE E APPREZZAMENTO DEI GIOVANI PRODUTTORI CINEMATOGRAFICI INDIPENDENTI PER IL DISEGNO DI LEGGE APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Ricevo e volentieri pubblico

 

AGPCI: SODDISFAZIONE E APPREZZAMENTO DEI GIOVANI PRODUTTORI CINEMATOGRAFICI INDIPENDENTI PER IL DISEGNO DI LEGGE APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

L’AGPCI, Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti, esprime soddisfazione e apprezzamento – condivisi dall’Agis a cui l’Associazione aderisce – per il disegno di legge approvato ieri in Consiglio dei Ministri, soprattutto nel notare l’attenzione e l’ascolto che il Governo ha dimostrato nei confronti delle istanze inoltrate dai giovani produttori e indipendenti durante questi mesi di dialogo e confronto.

Come ad esempio l’innalzamento del Tax Credit interno del produttore, uno strumento automatico che rende più solidi e certi i piani finanziari dei film, aspetto molto importante soprattutto per le produzioni più piccole e i film difficili; la possibilità di cumulare il tax credit produzione con quello distribuzione per i produttori indipendenti che distribuiscono autonomamente il proprio prodotto, con un’aliquota davvero rilevante, che rende l’incentivo un supporto concreto per il cinema indipendente; il riconoscimento dell’importanza di investire nelle imprese in start up, oltre che nei giovani autori, con un fondo ad hoc; il tax credit esterno che permette agli investitori di intervenire anche sulla distribuzione, un’altra delle proposte che l’AGPCI ha studiato e proposto in questo periodo di confronto con gli interlocutori istituzionali; in ultimo, ma non per importanza, un grande apprezzamento va all’attenzione con cui il tema dell’accesso al credito bancario per le micro imprese è stato affrontato, con la creazione di un fondo di garanzia che rafforzi la posizione del produttori indipendente nei confronti degli istituti bancari.

Sulla base di questi presupposti, il settore cinematografico nella sua totalità potrà puntare a crescere e a diventare sempre più competitivo nei mercati internazionali e l’AGPCI sarà a fianco delle istituzioni nel percorso attuativo di queste importanti norme.

FAR EAST FILM 18 – ANTICIPAZIONI

Ricevo e volentieri pubblico

 

 

#FEFF18 – 22/30 aprile 2016 – Udine – Teatro Nuovo e Visionario

 

FAR EAST FILM 18

 

A Udine il nuovo J-Horror d’autore!

 

Primissime anticipazioni del Festival udinese, a 3 mesi dall’inizio: con la splendida ghost story The Inerasable, ritorna sullo schermo del FEFF Nakamura Yoshihiro!   

 

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UDINE – Con la splendida ghost story The Inerasable (Indelebile), nuovo capitolo della gloriosa epopea J-Horror, ritorna sullo schermo del Far East Film Festival di Udine uno dei registi (anzi: degli autori) più visionari e prolifici del cinema giapponese: Nakamura Yoshihiro! Se, ovviamente, è ancora troppo presto per svelare la diciottesima line-up del FEFF (le date, ricordiamo, vanno dal 22 al 30 aprile), l’arrivo del nerissimo The Inerasable, in anteprima Europea, rappresenta una ghiotta anticipazione. Anticipazione che Udine diffonde in perfetto sincronia con Tokyo dove l’uscita del film è stata annunciata dalla Shochiku per domani 30 gennaio (in Giappone, la notizia della partecipazione del film di Nakamura a Udine è stata annunciata oggi stesso!).

 

Vecchio amico del FEFF (ricordiamo, nel corso degli anni, titoli come The Glorious Team Batista, Fish Story, Golden Slumber, The Triumphant General Rouge, fino ai più recenti See You Tomorrow, Everyone e The Snow with Murder Case), Nakamura – anche sceneggiatore dello splendido horror Dark Water  diretto da Nakata Hideo – traduce questa volta in immagini le buie parole di un una best-selling horror novel: Zange di Ono Fuyumi.

 

The Inerasable – ritorno di Nakamura all’horror dopo circa 10 anni – comincia con una lettera: la riceve una scrittrice, una vera e propria stella della letteratura mystery, scoprendo che una donna si è messa a indagare su una stranissima catena di suicidi. Cosa si nasconde dietro a queste morti? E queste morti come si collegano all’attività della scrittrice? L’enigma s’infittisce fino a quando, piano piano, viene a galla la verità…

I 60 titoli del #FEFF18 (hashtag ufficiale) attingeranno, come sempre, alle migliori produzioni dell’ultima stagione cinematografica (blockbuster, cult movie, outsider su cui scommettere, ma anche “oasi d’autore” da tutto l’Estremo Oriente) e il calendario, ancora una volta, sarà impreziosito da un fittissima rete di eventi collaterali (mostre, conferenze, incontri).

AAA CASTING & PROVINI

Ricevo e volentieri pubblico

 

CASTING AMORE CRIMINALE ROMA
Si ricercano attori e figuranti residenti a Roma e zone limitrofe, o disponibili a raggiungere Roma con mezzi propri, per la realizzazione di una puntata di “Amore Criminale” – docu-fiction che va in onda su Rai Tre in prima serata.
I ruoli dei protagonisti ricercati sono i seguenti:

  • Attrice 45 anni, corporatura normale, statura media, capelli mossi e scuri.
  • Attore 35 anni, corporatura muscolosa, statura media, rasato o disponibile a rasarsi i capelli.
  • Attore 50-55 anni, corporatura normale, statura media, capelli bianchi.

Si ricercano inoltre figuranti uomini e donne di età compresa tra i 18 ed i 55 anni, statura media, corporatura normale.
Per partecipare è necessario inviare un CV completo di dati personali, residenza, domicilio e recapiti, e almeno due foto a colori (primo piano e figura intera) a labastoggi2@gmail.com
A coloro che manderanno foto e cv verrà inviata un’email di risposta con data, orario e luogo preciso del casting, che si terrà in data unica a febbraio 2016.
Si richiede agli attori e ai figuranti – quando si effettueranno le riprese – di raggiungere il set con mezzi propri.

RIDENDO E SCHERZANDO: Ritratto di un regista all’italiana di Paola e Silvia Scola nelle sale 1 e 2 febbraio

Ricevo e volentieri pubblico

 

NELLE SALE L’1 E IL 2 FEBBRAIO
RIDENDO E SCHERZANDO ritratto di un regista all’italiana
di Paola e Silvia Scola
A BOLOGNA IN PROGAMMA ALL’ODEON E ALL’ARLECCHINO
ridendo e scherzando 2.jpegSarà in programmazione nelle sale italiane lunedì 1 e martedì 2 febbraio come evento speciale il documentario dedicato a Ettore Scola, scritto e diretto dalle figlie del grande regista Paola e Silvia e presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, prima che il maestro ci lasciasse, il 19 gennaio scorso. Ridendo e scherzando – Ritratto di un regista all’italiana sarà proposto nelle due giornate anche da due cinema bolognesi, l’Odeon (ore 16 – 18.30 -21) e l’Arlecchino (ore 20.30 – 22.30).
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L’intento è stato quello di fare un documentario da ridere. Raccontare Ettore Scola – regista, sceneggiatore, disegnatore, umorista, intellettuale, militante – cercando di usare la sua chiave, quella del suo cinema: parlare cioè di cose serie senza farsene accorgere, facendo ridere. Abbiamo voluto raccontare nostro padre unicamente attraverso le interviste che ha rilasciato nel corso della sua vita, i brani dei suoi film, e quello che ci ha voluto dire ‘dal vivo’, senza dover ricorrere mai a interviste ad altri che parlino di lui. Una sorta di auto-racconto, che lui mai avrebbe fatto dati la sua timidezza, il pudore e il disagio a parlare di sé, ma che abbiamo potuto fare noi che lo conosciamo abbastanza da poterlo sia celebrare che prendere un po’ in giro. A fronteggiarlo al posto nostro c’è un giovane attore e regista, Pierfancesco Diliberto, Pif, che lo accompagna nel percorso che abbiamo tracciato per raccontarlo: un nostro alter ego che a seconda delle necessità fa da intervistatore, narratore, lettore, agiografo, guida, spalla… e all’occorrenza, anche da badante.
ridendo e scherzando 1.jpgEttore e Pif sono nel Cinema dei Piccoli a Villa Borghese, dove sullo schermo scorrono oltre alle clip dei film e ai materiali di repertorio – in cui vediamo Scola a tutte le età – anche vecchi filmini in Super 8 (alcuni girati da lui stesso), backstage realizzati sui suoi set, fotografie rubate agli album di famiglia, disegni e vignette. E così il ritratto – biografico, artistico e umano – di Ettore Scola prende forma sotto i nostri occhi.
Paola e Silvia Scola

ROMA

Cinema EDEN spettacolo delle 19.30 PAOLA SILVA SCOLA e PIF

Cinema ROXYPARIOLI spettacolo delle 20.00  WALTER VELTRONI

Cinema INTRASTEVERE spettacolo delle 20.30 SERGIO RUBINI

MILANO

Cinema ANTEO spettacolo delle 20.00 CLAUDIO BISIO e PAOLO ROSSI presenta Paolo Mereghetti

FIRENZE

Teatro Puccini spettacolo delle 20.45 RICKY TOGNAZZI

LA RECENSIONE DI MARINA: THE END OF THE TOUR di James Ponsoldt

Nelle sale italiane da giovedì 11 febbraio, “The end of the tour – Un viaggio con David Foster Wallace” è l’ultimo lungometraggio diretto da James Ponsoldt, per la sceneggiatura di Donald Margulies, presentato in anteprima all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma.

The-end-of-the-tour (1)California, 2008. Il celebre scrittore David Foster Wallace, in seguito ad una grave depressione, è morto suicida. David Lipsky, scrittore e giornalista di “Rolling Stone” viene chiamato a commemorarlo: dodici anni prima lo aveva seguito durante gli ultimi giorni del tour promozionale per il libro “Infinite Jest” e, in quel periodo, aveva realizzato con lui una lunga intervista, in seguito mai pubblicata.

31ENDTOUR-master675-v4Guardandoci intorno, possiamo vedere come lungometraggi in cui le sceneggiature facciano da protagoniste assolute siano particolarmente numerosi in sala in questi giorni: basti pensare a “Steve Jobs” di Danny Boyle, per la sceneggiatura di Aaron Sorkin, o a “The hateful eight”, scritto e diretto da Quentin Tarantino, in arrivo a breve. Cosa hanno in comune questi prodotti con “The end of the tour”? Semplice: una sceneggiatura di ferro, particolarmente ricca di dialoghi, addirittura decisamente al di sopra degli standard; una sceneggiatura che riesce a non far mai crollare il film, che riesce a tenere viva l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine e che evita il frequente errore di far sì che i dialoghi stessi tendano a doppiare le immagini o ad essere superflui e ridondanti. E nel caso di questo lungometraggio, i meriti sono da attribuire al drammaturgo e sceneggiatore Donald Margulies (“A cena da amici”, “The country house”).

end-of-the-tour-02“The end of the tour” è un film delicato e profondamente intimista, il quale ci racconta soltanto cinque giorni della vita del celebre scrittore americano: durante la lunga intervista con David Lipsky, vengono fuori le mille sfumature della personalità di Wallace, la sua timidezza, la sua fragilità e, non per ultimi, la sua arguta intelligenza ed il suo sottile senso dell’umorismo. Il risultato è la creazione di un personaggio fortemente empatico, che arriva dritto al cuore della gente. All’inizio del film, quando viene annunciata la morte dello scrittore, quest’ultimo, in quanto essere umano e non in quanto scrittore stesso, è ancora un totale estraneo per il pubblico. In poco meno di due ore, però, riesce a diventare quasi una sorta di “amico” dello spettatore, al punto che, pensando alla morte di quel personaggio che tanto si è amato, ci si sente amareggiati e profondamente commossi. Memorabile l’ultima scena in cui viene mostrato Wallace, negli anni della sua giovinezza, intento a ballare, divertito, con i membri di una comunità battista.

the-end-of-the-tour-3Merito del successo di questo personaggio è anche un grande interprete: Jason Segel (“Sex tape”, “Questi sono i 40” e “Slackers”), nel ruolo del protagonista, riesce a dare vita ad un David Foster Wallace vero ed intenso, ruvido in superficie, ma straordinariamente fragile, caratterizzandolo alla perfezione grazie anche ad una grande padronanza della gestualità e della mimica facciale e non andando mai sopra le righe. Convincente, in egual modo, la performance del giovane Jesse Eisenberg (“The social network”) nel ruolo del giornalista David Lipsky, degno compagno di scena di Segel.

the-end-of-the-tour (2)Un tema particolarmente importante del lungometraggio è, inoltre, quello del viaggio: il viaggio dei due personaggi durante il tour promozionale ed il viaggio come metafora di riscoperta interiore. Ed è qui che entra in gioco la regia di James Ponsoldt (“Smashed”, “The Spectacular now”): il paesaggio americano, grazie anche a magistrali inquadrature e carrellate che mostrano la sua vastità, diviene, insieme a Wallace ed a Lipsky, un terzo protagonista, testimone di quell’amicizia nata in pochi giorni e di quel percorso di crescita interiore che ognuno compie grazie all’aiuto dell’altro.

“The end of the tour” è un film che lascia un senso di amarezza e nostalgia allo stesso tempo. Un film che ci permette di conoscere da vicino una così importante personalità e di affezionarci a lei. Dopo la visione, vi sentirete sicuramente appagati.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

LA RECENSIONE DI MARINA: THE HATEFUL EIGHT di Quentin Tarantino

Nelle sale italiane dal 4 febbraio, ecco l’ultimo, attesissimo lavoro di una dei più discussi ed acclamati cineasti dei giorni nostri: “The hateful eght” diretto da Quentin Tarantino.

hateful-eight-banner-whatWyoming, pochi anni dopo la fine della Guerra Civile. Una diligenza, diretta nella cittadina di Red Rock, sta trasportando il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell), il quale deve consegnare alla giustizia la spietata assassina Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). Durante il percorso si uniranno al viaggio il Maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), diventato anch’egli cacciatore di taglie, e Chris Mannix (Walton Goggins), il nuovo sceriffo di Red Rock. A causa della bufera, i quattro sono costretti a fermarsi nell’emporio di Minnie, dove incontreranno altri quattro loschi figuri: Bob (Demian Bichir), che si occupa dell’emporio mentre Minnie è in visita alla madre, Oswaldo Mobray (Tim Roth), boia di Red Rock, il mandriano Joe Gage (Michael Madsen) ed il Generale Sanfors Smithers (Bruce Dern). Durante il soggiorno nell’emporio, verranno fuori intrighi e cospirazioni, a seguito dei quali per ognuno degli otto diventerà difficile giungere, prima o poi, a Red Rock.hatefuleght

Quentin Tarantino è stato da sempre il cineasta più discusso dei nostri giorni. Famoso per le sue innumerevoli citazioni ed omaggi al cinema (in particolare al western italiano degli anni d’oro), per i lunghi dialoghi che caratterizzano i suoi film, oltre che per la violenza presente nelle sue opere, ha sovente sollevato non poche critiche nei confronti della sua cinematografia,
venendo accusato di “copiare” in qualche modo cineasti del passato, di essere tutta forma e poca sostanza, oltre che di rappresentare un fenomeno di cui presto si smetterà di parlare. Eppure bisogna ammettere una cosa: il regista ha, senza ombra di dubbio, un grande talento sia nel dirigere che nello scrivere le sceneggiature. Sarà, questo, frutto solo della sua cinefilia quasi maniacale? Non credo.

1453291219-1453291036-hateful-eight-1-1200x898“The hateful eight”, analogamente ad ogni altro film di Tarantino, presenta una sceneggiatura di ferro, nulla è lasciato al caso, tutto, prima o poi, torna. I dialoghi, lunghi oltre ogni standard, hanno sì la funzione di far crescere nello spettatore la tensione, in attesa di una svolta, di un avvenimento che ribalterà le sorti dei personaggi, però, allo stesso tempo, non sono mai superflui, mai ridondanti. 188 minuti che volano via in un batter d’occhio. E questo risultato è tutt’altro che facile da ottenere. Basti pensare a tutti gli sceneggiatori e registi che tentano di giungere allo stesso risultato creando degli effetti a dir poco imbarazzanti. Dopo la metà del film, il tutto prende una piega diversa: ritmi serrati, sparatorie, tensione, ma anche divertimento, tutto in piena tradizione tarantiniana, tutto secondo una logica inattaccabile.

hateful_eight_twc_2.0I personaggi, controversi, con un oscuro passato alle spalle e tutti, a loro modo, odiosi, sono caratterizzati fin nei minimi dettagli. Ricchi di sfumature raccontate in modo sottile ed arguto, riescono a far sì che lo spettatore si ricorderà di loro a lungo. Merito di uno script redatto in modo magistrale e merito, anche, di un cast stellare: Jennifer Jason Leigh, innanzitutto, nel ruolo della prigioniera condannata alla forca (candidata, per questa sua interpretazione, all’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista), Samuel L. Jackson, diventato, in qualche modo, attore feticcio di Tarantino, ma anche Michael Madsen, Bruce Dern e molti altri.

tim-roth-walton-goggins-hateful-eight-xlargeDal punto di vista della regia, i grandangoli ed i campi lunghi per gli esterni stanno a comunicare allo spettatore un senso di “agorafobia”, si avverte fin da subito che qualcosa di terribile sta per accadere. Lo stesso vale per le scene in cui i lunghi dialoghi fanno da protagonisti: i personaggi vengono sovente inquadrati insieme e di profilo, quasi si volesse mettere in evidenza quella sorta di “filo rosso” che li lega: ognuno di loro, in qual momento, conosce nel profondo, nell’intimo il proprio interlocutore ed è pronto a smascherare la sua farsa. Tarantino, senza ombra di dubbio, si diverte moltissimo a giocare con tutti questi aspetti, durante la lavorazione dei suoi film. Ed è particolarmente bravo anche a coinvolgere lo spettatore in questi suoi giochi: in questo suo ultimo lungometraggio, in particolare, il dialogo con il pubblico è quantomai evidente, grazie anche alla presenza di una voce narrante che sta a suggerire il tono di tutta l’opera. Lo stesso vale per le scene di violenza: spesso considerate eccessive, addirittura splatter, hanno, in realtà, un effetto catartico nello spettatore, allentano quanto mai la tensione, divertono. Ed è proprio questo il risultato sperato da Tarantino stesso. Egli è, in conclusione, il primo a volersi divertire durante i suoi film, il primo a dichiararsi un cinefilo sfegatato, il primo a presentare i suoi stessi film quasi come un gioco. Tutte le critiche a lui mosse, forse, a volte potrebbero risultare eccessive.

THE HATEFUL EIGHT

Ultima considerazione: il film è stato girato rigorosamente tutto in pellicola, addirittura in 70mm. Purtroppo, solo poche sale e poche città hanno la possibilità di mostrarlo nel formato originale. Informatevi sulla sala più vicina a casa vostra per poterlo vedere così come Tarantino l’ha pensato e creato, merita davvero.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

OGGI AL CINEMA: tutte le novità in sala del 28/01/2016

Con un panorama cinematografico ricco e variegato ed in attesa di film di cui si è tanto parlato negli scorsi mesi, ecco in arrivo ben sette nuovi titoli. Diamo un’occhiata a ciò che le sale ci offrono!

 

THE EICHMANN SHOW

eichmann-showREGIA: Paul Andrew Williams; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Gran Bretagna; cast: Martin Freeman, Anthony LaPaglia, Rebecca Front

Gerusalemme, 1961. Lo spietato criminale nazista Adolf Eichmann sta per essere processato. Per la prima volta, grazie al geniale produttore televisivo Milton Fruchtman, un processo di tale importanza verrà trasmesso in televisione. Saranno in molti ad ascoltare, per la prima volta, le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento.

 

POINT BREAK

pointbreaksocialsREGIA: Ericson Core; genere: azione, thriller; anno: 2015; nazionalità: USA; cast: Luke Bracey, Edgar Ramirez, Ray Winstone

Remake dell’ormai cult ed omonimo “Point Break”, il lungometraggio racconta la storia del giovane agente dell’FBI Johnny Utah, il quale si infiltra in un gruppo di atleti itineranti amanti del brivido, capeggiati dal carismatico Bodhi.

 

THE LOOK OF SILENCE

the-look-of-silenceREGIA: Joshua Oppenheimer; genere: documentario; anno: 2014; nazionalità: Danimarca

Premiato durante la 71° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con il Gran Premio della Giuria, il documentario di Oppenheimer, seguito del capolavoro “The act of killing”, tratta ancora una volta il tema del genocidio in Indonesia, raccontandolo dal punto di vista delle vittime e, in particolare, di un sopravvissuto, il cui fratello è stato torturato fino alla morte.

 

UNA VOLTA NELLA VITA

una-volta-nella-vita-hdimgREGIA: Marie-Castille Mention-Shaar; genere: drammatico; anno: 2016; nazionalità: Francia; cast: Ariane Ascaride, Ahmed Dramé, Noémie Merlant

Il film, ispirato ad una storia vera, narra le vicende di una professoressa (Ariane Ascaride) che convincerà la sua classe, multietnica e problematica, a partecipare ad un concorso nazionale di storia dedicato alla Resistenza ed alla Deportazione. Tale progetto cambierà per sempre le vite degli studenti.

 

DORAEMON IL FILM: NOBITA E GLI EROI DELLO SPAZIO

doraemon-nobita-spaceREGIA: Yoshihiro Osugi; genere: animazione, avventura; anno: 2016; paese: Giappone

Gli amici di Doraemon, in particolare Nobita, impazziscono per la serie televisiva “Gli eroi dello spazio”, al punto che Nobita decide di girare una sorta di serie gemella. Peccato che i suoi amici lo abbiano preceduto, escludendolo dal progetto. L’avventura ha inizio quando Nobita, con l’aiuto di Doraemon, il quale riesce a creare per lui straordinari effetti speciali, riesce a convincere gli amici ad includerlo nel progetto.

 

JOY

joyREGIA: David O. Russel; genere: drammatico; anno: 2015; nazionalità: USA; cast: Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Robert De Niro

Liberamente ispirato alla vita di Joy Mangano, inventrice di prodotti per la casa e star delle televendite americane, il lungometraggio racconta, attraverso quattro generazioni, la turbolenta vita di Joy, imprenditrice di successo. Per questa sua interpretazione, Jennifer Lawrence ha vinto il Golden Globe ed è attualmente nominata al Premio Oscar per la Miglior Interpretazione Femminile.

 

L’ABBIAMO FATTA GROSSA

Labbiamo-fatta-grossa-Trailer-660x400REGIA: Carlo Verdone; genere: commedia; anno: 2016; paese: Italia; cast: Carlo Verdone, Antonio Albanese, Anna Kasyan

Yuri (Antonio Albanese) è un attore di teatro squattrinato, in crisi dopo la separazione dalla moglie. Arturo (Carlo Verdone) è un investigatore privato assunto da Yuri. Entrambi entreranno, per sbaglio, in possesso di una valigetta contenente un milione di euro. Da qui una serie di rocambolesche avventure e colpi di scena.

 

La nostra rubrica vi dà appuntamento alla prossima settimana! Buon Cinema a tutti!

Marina Pavido

CINEMA IN VERTICALE – dall’11 febbraio al 26 marzo

Ricevo e volentieri pubblico

 

Il Valsusa Filmfest presenta
CINEMA IN VERTICALE
XVIII Edizione  – dall’11 febbraio al 26 marzo 2016
a Caprie, Condove, Giaveno, Gravere, Orbassano, San Giorio di Susa, Salbertrand,Sant’Antonino di Susa e Villar Dora (TO)
Ingressi gratuiti – www.valsusafilmfest.it

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15 appuntamenti in 7 comuni della Valle di Susa e in 2 Comuni della Val Sangone con filmati su tematiche legate alla montagna, alla sua cultura e ai suoi sport, presentati e dibattuti con autori, protagonisti ed esperti.
Tra gli ospiti Nico Valsesia, Roberto Mantovani e Carlo Alberto “Cala” Cimenti.

Si svolge nel periodo compreso tra l’11 febbraio ed il 26 marzo 2016 la XVIII edizione di “Cinema in Verticale”, rassegna sul cinema e la cultura di montagna che viene organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove come anteprima del Valsusa Filmfest, festival sul recupero della memoria storica e sulla difesa dell’ambiente la cui XX edizione si svolgerà nel mese di aprile.

La rassegna affronta varie tematiche legate alla montagna come l’alpinismo e altri sport legati alla verticalità, l’esplorazione, la salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali, la cultura, la vita e le abitudini di piccole e grandi comunità montane. In ogni appuntamento, oltre alla proiezione di filmati, sono presenti ospiti quali autori e protagonisti delle immagini, alpinisti, guide alpine, scrittori ed esperti per dibattere ed attualizzare i temi.
La rassegna è stata ideata come anteprima del Valsusa Filmfest nel 1999 per riservare attenzioni e riflessioni specifiche alla montagna che per gli abitanti della Valle di Susa riveste significati importanti. Nel corso degli anni è diventato un appuntamento molto atteso che richiama un numeroso pubblico e svolge anche un’importante funzione di aggregazione e divulgazione culturale.

I 15 appuntamenti della XVIII edizione di Cinema in Verticale, come sempre ad ingresso gratuito, si svolgeranno nei Comuni di Caprie, Condove, Gravere, San Giorio di Susa, Salbertrand, Sant’Antonino di Susa e Villar Dora in Valle di Susa e nei Comuni di Giaveno e Orbassano nella limitrofa Val Sangone.
Gli ospiti sono Nico Valsesia, Marzio Nardi, Stefano Cordola, Roberto Mantovani, Linda Cottino, Carlo Alberto “Cala” Cimenti, Stefano Rogliatti, Dante Alpe, Alberto Bolognesi, Il gruppo 71° Parallelo e Luigi Cantore.

nico_valsesia_4.jpgLa rassegna si aprirà giovedì 11 febbraio con Nico Valsesia, che presenta al Cinema Comunale di Condove, con supporto di fotografie e filmati,  le sue imprese “Salar” e “Aconcagua 7000” con le quali ha stabilito record mondiali e alle quali ha partecipato Giovanni Storti del celebre trio Aldo Giovanni e Giacomo, che da anni lo segue  con il fondamentale ruolo di “motivatore speciale”. Nico Valsesia, maestro di sci, runner, trailer, ciclista, ideatore e organizzatore di gare, è il più noto rappresentante italiano di trail running, uno sport che si differenzia dal ciclismo su pista e su strada in quanto si effettua su sentieri che sono abitualmente usati per l’escursionismo e perciò molto faticoso.
Nel luglio del 2012, con il progetto “Salar” fu il primo uomo al mondo, in compagnia di Marco Gazzola, a compiere la traversata no stop di corsa del Salar de Uyuni, in Bolivia compiuta in 19 ore. Il progetto “Aconcagua 7000” è stato realizzato il 24 gennaio 2015 con il record mondiale sul massimo dislivello positivo bike + run sul percorso Viña del Mar (0 mt. slm) – cima dell’Aconcagua (6963 mt.slm).

Sabato 13 Febbraio, nella sede del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand alle ore 21, il Consorzio Forestale Alta Valle Susa presenta l’esperto fotografo naturalista  Dante Alpe con ”Viaggio nella Natura – Frammenti di vita in Valle di Susa”, una selezione di bellissime fotografie scattate nel limitrofo territorio montano.

Nico Valsesia sarà ospite della rassegna anche il 25 febbraio nella sede Cai di Giaveno in cui ripresenterà “Salar” e “Up to summit”, la sua impresa del 2013 in cui ascese il Monte Bianco partendo da Genova e battendo il record mondiale dopo 300 km in bicicletta, 16 km a piedi e 4800 metri di dislivello nell’incredibile tempo di 16 ore e 35 minuti.
La storica collaborazione con il Trento Film Festival si concretizzerà il 19 febbraio a San Giorio di Susa con l’organizzazione di una serata nel corso della quale verranno proiettati quattro dei più bei filmati presentati nel corso dell’ultima edizione, la 63a, del rinomato festival.

Nei restanti appuntamenti Marzio Nardi parlerà di “Arrampicate in ValSusa”, Stefano Cordola presenta il libro “Acqua addormentata”Roberto Mantovani e Linda Cottino presentano ”Dell’amore e dell’alpinismo, la storia di Ninì”, film di Gigi Giustiniani vincitore della 63a Genziana d’oro, il gruppo 71° Parallelo presenterà splendide immagini realizzate in Islanda e Patagonia, Carlo Alberto “Cala” Cimenti presenta il progetto “Italian Snow Leopard” sulla conquista del Communism Peak in Tajikistan, Stefano Rogliatti presenta il documentario “Vard ‘l Beu”,  la guida alpina Alberto Bolognesi racconta la sua vita in montagna e Luigi Cantore presenta il docufilm “La grappa del Forte di Gravere”.

Il programma dettagliato sarà presto  consultabile in www.valsusafilmfest.it

L’associazione Gruppo 33 di Condove organizza Cinema in Verticale in collaborazione con Valsusa Filmfest, ‘Trento Film Festival 365’,  i CAI di Bussoleno, Giaveno e Orbassano, il Centro Polisportivo ‘La Sosta – Climb Cafè’ e con il patrocinio dei comuni di Caprie, Condove, Gravere, Orbassano, San Giorio di Susa, Salbertrand, Sant’Antonino di Susa e Villar Dora.