TITOLO: SEGRETI DI FAMIGLIA; REGIA: Joachim Trier; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Norvegia, Francia, Danimarca; cast: Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenberg, Devin Druid; durata: 109′
Nelle sale italiane dal 23 giugno Segreti di famiglia è l’ultimo lungometraggio del giovane regista norvegese Joachim Trier, qui al suo primo lungometraggio in lingua inglese – presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2015 – con un cast che vede interpreti del calibro di Isabelle Huppert, Gabriel Byrne e Jesse Eisenberg.
Nel 2011 la celebre fotografa di guerra Isabelle Reed muore improvvisamente in un incidente stradale. Tre anni dopo viene organizzata una mostra con i suoi scatti più celebri. In occasione dell’evento, il figlio maggiore Jonah torna a casa del padre e del fratello Conrad, al fine di organizzare l’archivio di sua madre e selezionare i materiali per l’esposizione. Durante questo periodo, i tre uomini impareranno a conoscersi meglio, aiutandosi a vicenda a metabolizzare il lutto e scoprendo anche insospettabili segreti di Isabelle.
Non un film sull’elaborazione della perdita di una persona cara. Non un film sulle conseguenze nel privato di una professione come quella del fotografo di guerra. Segreti di famiglia può dirsi a ragione un prodotto che indaga nell’intimo di due fratelli – adolescente l’uno, giovane neo papà l’altro – che stanno attraversando due diversi momenti fondamentali delle loro vite, senza esserne del tutto preparati. Ed è proprio il disagio esistenziale – dei due giovani, del padre Gene, così come della madre Isabelle stessa – il vero protagonista del lavoro di Trier. Un disagio che porta con sé numerose conseguenze, spesso fatali.
Ciò che del lungometraggio è particolarmente riuscito è proprio la messa in scena del rapporto tra i due ragazzi – memorabile, a questo proposito, la scena in cui Jonah dà consigli sentimentali al fratello Conrad sugli spalti di un piccolo campo sportivo. Per quanto riguarda Isabelle, invece, evidenti sono le cicatrici che la sua famiglia porta dentro di sé, in seguito alla sua scomparsa. Nonostante tutto, però, è come se – a livello di scrittura – molti elementi siano lasciati cadere nel vuoto o poco approfonditi (la figura del padre, l’amante di lei, ecc.). Il risultato è un prodotto profondamente introspettivo per quanto riguarda i personaggi dei due figli, ma piuttosto fuori tema, dal momento che i cosiddetti “segreti” di cui man mano si viene a conoscenza ben poco peso hanno all’interno della narrazione, rispetto al tema del lutto stesso. E, anche per quanto riguarda le scene finali, il tutto trova una propria soluzione in modo quasi affrettato, eccessivamente semplicistico, verrebbe addirittura da dire raffazzonato. Di conseguenza, ciò di cui si è parlato per tutto il film – ossia del fatto che Isabelle si sia voluta suicidare – si sgonfia tutt’a un tratto come un palloncino, lasciando lo spettatore quasi interdetto.
Una cosa però è da dire: anche in questo suo ultimo lavoro, Joachim Trier ha dimostrato una grande padronanza registica, oltre alla capacità di mantenere un ritmo adeguato per tutta la durata. Il tutto, inoltre, viene qui arricchito da una narrazione che prevede parecchi flashback e scene raccontate da più punti di vista. Una scelta, questa, che si è rivelata giusta ed interessante, dal momento che, non essendo il tema trattato particolarmente nuovo, ha comunque contribuito a dargli un tocco decisamente personale.
In conclusione, Segreti di famiglia, pur non essendo un prodotto del tutto riuscito, vanta comunque una certa onestà, oltre ad una buona realizzazione tecnica e ad ottime prestazioni attoriali. Un film che, magari, in sala può anche ricevere una più che benevola accoglienza.
VOTO: 6/10
Marina Pavido