AMAREMENTE di Emanuele di Leo – La recensione

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Sono diversi anni, ormai che il regista romano Emanuele Di Leo e l’attore e sceneggiatore lucano Massimo Previtero lavorano insieme. Loro, infatti, è la società di produzione DilPrev Cinefilm Production, nata nel 2013. E se, in passato, numerosi consensi da parte del pubblico hanno ottenuto i loro primi lavori, Amaremente, la loro ultima fatica, ha fin da subito sollevato parecchie aspettative da parte di un nutrito numero di spettatori.

Un lavoro, il presente, sincero e appassionato, che prende spunto da una storia vera, che lo sceneggiatore Massimo Previtero ha deciso di adattare per il grande schermo. Questa, dunque, è la storia di Marco, un giovane proveniente da un piccolo paesino che, a causa di suo padre e di alcuni bulli del posto che lo perseguitano a causa della sua omosessualità, decide di trasferirsi a Roma, al fine di sentirsi libero di essere sé stesso. Qui il giovane farà la conoscenza di Andrea, un giovane medico con il quale si sentirà da subito molto in sintonia. Tra i due nascerà una bella storia d’amore. Eppure, nonostante tutto, numerose difficoltà non tarderanno a presentarsi.

Un film ricco di colpi di scena e risvolti inaspettati, il presente Amaremente. Un lungometraggio, questo di Di Leo e Previtero, che denota una straordinaria genuinità di intenti, puntando la propria attenzione su temi come l’omofobia, il bullismo e la violenza contro le donne.

Gli autori, dal canto loro, hanno fortemente voluto che una storia del genere vedesse la luce e, dunque, pur disponendo – come, ahimé, spesso accade nell’ambito del cinema indipendente – di un basso budget, hanno giustamente “pensato in grande”, al fine di rendere al meglio la storia dei due giovani sul grande schermo. Il risultato finale è, dunque, un lungometraggio genuino e sincero, con anche una gradita dose di coraggio al proprio interno. La storia di Marco e Andrea – che, al suo interno, presenta numerosi e inaspettati risvolti narrativi – appassiona e commuove. E il pubblico, dal canto suo, si affeziona immediatamente ai due giovani protagonisti (impersonati dallo stesso Massimo Previtero e da Pierpaolo Di Giacomo).

Traendo le ultime considerazioni, dunque, c’è da sperare una cosa: che i due giovani autori – così come chiunque continui ancora a muoversi all’interno del circuito underground) possano presto trovare finalmente sostanziosi finanziamenti al fine di realizzare al meglio i loro lavori.

Marina Pavido