BIF&ST 2015: MARGARETHE VON TROTTA – “Odiavamo la Germania”

Ricevo e volentieri pubblico

Bif&st, Lezione di Cinema – Margarethe von Trotta
“Odiavamo la Germania”

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“A Dusseldorf, a sedici anni, ‘I bambini ci guardano’ di Vittorio De Sica (1943), è stato il primo film della mia vita: vedendolo, ho colto l’importanza della verità e di ciò che diciamo e facciamo con i giovani”. È con queste parole, pronunciate in un ottimo italiano, che è cominciata la Lezione di Cinema tenuta da Margarethe von Trotta alla sesta edizione del Bif&st. “Sono molto, molto felice – ha continuato la regista tedesca – che ci siano anche oggi in sala tanti giovani. Giorni fa Ettore Scola, nella sua lezione, li ha invitati a essere parte attiva della società e io concordo con lui. Questo festival ha sempre voluto i giovani come referente importante ed è per questo che continuo ad amarlo”. Una stima, un attaccamento che si concretizza anche quest’anno – come già avvenne due anni fa con “Hanna Arendt” – con la presentazione proprio qui a Bari del suo ultimo film “The Misplaced World”.

Preceduta dalla proiezione del suo capolavoro “Anni di piombo”, premiato nel 1981 a Venezia con il Leone d’Oro, Margarethe Von Trotta, riferendosi all’importanza che il neorealismo italiano ha avuto per la generazione dei registi tedeschi degli anni ’70-’80, ha detto: “Anch’io da bambina non sapevo che eravamo i responsabili della Seconda Guerra Mondiale. A casa e a scuola, siamo stati cresciuti nel silenzio sul passato: si sono dati molto da fare per tenere una generazione all’oscuro, vivevamo in una cappa di piombo. Per questo nel film è il padre delle due bambine che fa vedere loro ‘Notte e nebbia’ di Alain Resnais sui campi di concentramento”. “La nostra generazione – continua la von Trotta – ha capito solo negli anni ’60 cosa era successo veramente e allora come reazione molti di noi sono diventati ribelli. Noi – a differenza dei registi italiani che, come ha ricordato Scola, sono stati spinti subito dopo la guerra a darsi da fare perché amavano il loro Paese – non abbiamo mai amato la Germania, l’abbiamo odiata. I miei ricordi di Berlino erano solo le rovine”.

“Anni di piombo”, ispirato alla vicenda delle sorelle Christiane e Gudrun Ensslin (quest’ultima membro di spicco della ‘Banda Baader-Meinhof’ dell’ultrasinistra tedesca, trovata morta nel 1977 assieme ai suoi compagni nella prigione di sicurezza di Stammhein) è nato dopo un lungo colloquio tra la von Trotta, presente ai funerali, e Christiane. “Tutti noi della sinistra – ricorda – abbiamo pensato ‘li hanno ammazzati’, mentre la destra parlava di ‘suicidio per mettere in difficoltà il governo’: c’era un clima molto pesante nella Germania di quegli anni, una situazione ben mostrata da ‘Germania in autunno’ (un film a più mani, prodotto nel 1978 per iniziativa della Filmverlag der Autoren (Cooperativa di autori tedeschi sorta nel 1971)”. “Parlando a lungo con Christiane ho capito che aveva bisogno di qualcuno con cui parlare di sé e della sorella, ma solo sei mesi dopo ho pensato che questa relazione tra le due sorelle mi avrebbe permesso di parlare della Germania, usando anche i miei ricordi, quelli degli anni di scuola”. L’ex attrice di tanti film di Fassbinder e Schlondorfff, ha poi ricordato un aneddoto particolare: “Nella prima sceneggiatura avevo scritto che lei viene a sapere della morte della sorella mentre si trovava in vacanza in Sicilia: quando gliela mostrai, Christiane fu scioccata perché era proprio successo così senza che lei me l’avesse detto”.

Un tema, quello delle sorelle presente in molti lavori della von Trotta, che, ridendo, si giustifica così: “Sono figlia unica, ma dopo ‘The Misplaced World’ non ne parlerò più”.

IMG_8817La ricerca di Margarethe von Trotta di capire bene i fatti prima di scrivere una sceneggiatura è una scelta di vita ben precisa. “Quando mi fu proposto di girare ‘Rosa Luxemburg’, progetto dell’amico Fassbinder che però scomparve prima di realizzarlo, accettai solo a condizione che mi fosse permessa una mia strada per descriverla. Su di lei c’erano tanti scritti politici, ma io avevo bisogno della ‘carne’, di capirla come persona umana e allora ho letto per cinque volte le sue 2.500 lettere e alla fine ho deciso di usare ciò che di esse mi era rimasto in testa”. “Oggi non si scrivono più lettere e ne risentono la poesia dell’esprimersi e la comunicazione interpersonale”, aggiunge dispiaciuta la Von Trotta.

Affermatisi ormai come il “faro” del moderno femminismo cinematografico, la regista, che con ”Vision” (2009) ha fatto conoscere al mondo la suora ribelle Hildegard von Bingen, ricorda quanto sia stato difficile far accettare alla società tedesca la sua realtà, di regista donna. “Anche con ‘L’onore perduto di Katharina Blum’ (1974) hanno cercato di mettermi i bastoni tra le ruote, mettendo nei manifesti solo il nome di Volker Schlondorff come regista: ancora oggi figuro come regista solo nei titoli della pellicola”.

Particolare la relazione lavorativa di Margarethe von Trotta con l’attrice Barbara Sukova, presente in molti suoi film. “Lei è la prima a cui presento la sceneggiatura e legge tutto ciò che ho letto io per creare il personaggio. Per Rosa Luxemburg, anzi, è stata lei a trovare un discorso contro la guerra e per la pace migliore di quello che avevo trovato io. Mi piace lavorare insieme con gli attori”. “Barbara – rivela la regista tedesca – sa cantare veramente sul set, tant’è che ha anche una sua band rock”.

E il rapporto con gli attori? “Beh, mi sarebbe piaciuto tanto lavorare con Volontè e Mastroianni”, afferma sorridendo questa girovaga delle storie, che ha girato due film anche in Italia e si definisce “una nomade, e per questo preferisco la definizione di regista europea e non regista tedesca”.

BIF&ST 2015: EDGARD REITZ: “Fare cinema per salvare gli uomini e renderli immortali”

Ricevo e volentieri pubblico

Bifest – Edgar Reitz: “Fare cinema per salvare gli uomini e renderli immortali”

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Ancora una volta sala gremita al Petruzzelli per la sesta Lezione di Cinema del Bif&st. Dopo la proiezione di Heimat Hermännchen, Klaus Eder, segretario generale Fipresci, ha presentato Edgar Reitz, regista dell’acclamata serie di Heimat ed esponente della corrente del nuovo cinema tedesco, fondata con il Manifesto di Oberhausen. “Negli anni ’60 era necessaria una nuova cinematografia. La mia era la prima generazione cresciuta in un contesto democratico, una generazione che voleva prendere le distanze dal cinema nazista. Il nostro motto era: il cinema dei padri è morto! Il nostro orizzonte era la nostra patria – ha spiegato Reitz; volevamo fare dei film sulla nostra realtà”. E a proposito dei suoi riferimenti dice: “Non avevamo nessun esempio nel nostro paese, così la mia ispirazione sono stati la Nouvelle Vague francese, il Neorealismo italiano. Conoscevo tutti i film di Vittorio De Sica e sapevo a memoria i film di Roberto Rossellini: ha caratterizzato tutta la mia opera e lo continua a fare”.

reitz3Edgar Reitz ha ripercorso l’inizio della sua carriera, da quando era ancora uno studente: “Inizialmente avrei voluto fare l’ingegnere come desiderava mio padre, ma poi mi sono iscritto alla scuola di cinema, dove ho studiato molto l’aspetto tecnico dei film”. Uno dei suoi primi lavori è stato il cortometraggio Velocità: “Un’analisi tecnica del fenomeno della velocità. A Berlino, quando fu eretto il Muro, mi resi conto che si trattava di un evento anacronistico rispetto al mondo globale, dove invece vigeva la mobilità. Il corto Velocità è dunque in perfetta antitesi con il Muro”.

A proposito del suo capolavoro, Heimat, Reitz ha ricordato di aver scritto, in un primo momento, la storia della sua famiglia partendo dai nonni e dando vita a un manoscritto di circa 100 pagine. “Quando poi l’ho tradotto in film, decisi di prenderne le distanze: Heimat è fittizio, non c’è nessuna figura che sia un ritratto diretto della mia famiglia, ma inevitabilmente ci sono dei caratteri in comune”. Reitz ha poi sottolineato l’importanza della sceneggiatura: “È il punto di partenza per formulare i pensieri. È un prodotto letterario espresso a livello linguistico, ma è un prodotto non finito […] poi occorre adattare la sceneggiatura alle persone”. Ma, soprattutto, occorre “amare i personaggi dei propri film. Tutte le figure che rappresento all’interno di un film, le amo. Solo così posso esprimere in maniera ottimale le loro contraddizioni e le loro ambivalenze”.

reitz2Il regista tedesco, infine, espone la sua visione del cinema: “Ogni film mette nella condizione di salvare gli uomini e di renderli immortali. Tutte le arti – conclude Reitz – hanno a che fare con la salvezza e il mantenimento di ciò che nella vita vera muore. Il cinema può bloccare gli esseri umani nell’immortalità”.

In serata, sempre al Teatro Petruzzelli, Edgar Reitz riceverà il Fipresci 90 Platinum Award.

BIF&ST 2015: LEZIONE DI CINEMA – ETTORE SCOLA

Ricevo e volentieri pubblico

Bifest – Lezione di Cinema

Ettore Scola: “Il digitale, una rivoluzione che mette in pericolo le emozioni”

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“Esattamente 120 anni fa, nasceva il cinema ad opera dei fratelli Lumière. Come sarebbe stato il XX secolo senza il cinema, e chi sarebbe stato Ettore Scola senza il cinema?” Con questi quesiti, il critico Enrico Magrelli introduce la master class di Ettore Scola al Teatro Petruzzelli di Bari.

Il regista di Una giornata particolare fa un excursus sulla storia della settima arte: “Fin da subito si affermarono due filoni ispirativi differenti del modo di fare cinema: da un lato troviamo i Lumière che rappresentavano la realtà, e dall’altro lato c’era Méliès che con Viaggio nella luna ha inaugurato il cinema di fantascienza”. “Il cinema – continua Scola – iniziò tra grandi diffidenze. Gli intellettuali lo accolsero con disinteresse, in Russia Majakovskij affermò che non si trattava di uno spettacolo ma di una concezione di vita”. Ettore Scola risponde, dunque, alle domande iniziali: “Senza il cinema, al pubblico  sarebbe mancata una fonte d’idee, di dubbi e sarebbe stata più vuota tutta l’umanità. Se non avessi fatto il cinema – prosegue il regista – forse avrei fatto il calzolaio o il falegname”.

MasterClass_Ettore_Scola_al_Petruzzelli_NA DSC_2235 (1)Ettore Scola ricorda uno dei suoi primi grandi riconoscimenti: “Scrivevo le battute nelle sceneggiature dei film con Totò. Una volta gli lessi un copione, e il principe De Curtis rise. La sua risata fu il mio primo e unico premio Oscar”.

Il regista racconta di aver avuto come modello Steno, “ammirato e stimato come giornalista, caporedattore ed autore di film comici”. “La generazione dei registi di oggi – prosegue Scola – non ha modelli. Come possono i giovani d’oggi amare l’Italia? Ai miei tempi il Paese era uscito dalla guerra e dal fascismo, ed era dunque facile trovare dei colpevoli. Oggi, invece, non c’è un solo colpevole, ma le responsabilità sono diffuse e di tutti”. “Occorre risalire a Berlinguer per trovare qualcuno che ci soddisfa – dichiara Scola e continua – dopo di lui tutti hanno rubato, a qualsiasi zona ideologica essi appartengano”.

Per Ettore Scola “i giovani registi italiani sono all’altezza dei loro predecessori, ma non hanno un orizzonte comune dove spingere il loro sguardo”. “Noi sapevamo dove guardare, sapevamo che dovevamo partecipare. Tra noi non c’era rivalità, ma avevamo la voglia di fare qualcosa per il Paese a cui volevamo bene”.

“Ero uno sceneggiatore prolifico e soddisfatto – ricorda Scola – ed ero contento dei registi che mettevano in scena i miei copioni. Soprattutto Dino Risi (regista de Il sorpasso, ndr) aveva una naturalezza e una grazia nel dirigere, e aveva lo sguardo di un pittore”.

MasterClass_EttoreScola_al_Bifest_conduce_EnricoMagrelliNA DSC_7648Ettore Scola, presidente del Bifest, esprime il suo apprezzamento per il festival di Bari: “Qui c’è un autentico tesoro: la curiosità dei giovani, i quali hanno voglia di vedere i film e voglia di capire qualcosa in più della realtà. È necessario che il pubblico venga fertilizzato dalla lettura e dalla visione dei film”.

Sempre rivolgendosi ai giovani, il regista li sprona: “Voi avete una grande responsabilità, e avete anche l’energia per porvi dei problemi. Questo Paese – continua Scola – che lo amiate o no, va cambiato, raddrizzato, ha bisogno del vostro aiuto. Cercate di portare la vostra personalità in quello che fate, e metteteci sempre tutto il vostro entusiasmo”.

Il regista campano ricorda i “tempi d’attesa lunghi e noiosi” sui set dei film che ha diretto. In queste occasioni, “Vittorio Gassman scriveva i suoi spettacoli, Jack Lemmon faceva i cruciverba, Marcello Mastroianni era sempre a telefono e Massimo Troisi cantava canzoni tristi”.

“Avevo detto che non avrei più fatto film finchè ci fosse stato Berlusconi” dichiara Ettore Scola che solo, nel 2013, è ritornato dietro la macchina da presa con Che strano chiamarsi Federico, che – precisa –“non è un film, ma più che altro un album, un biglietto per un amico”.

Il regista, che questa sera riceverà il premio Fipresci 90 Platinum, conclude la master class con una riflessione sul digitale nel cinema: “Si tratta di una rivoluzione che sta cambiando la nostra produzione di pensiero. C’è però il pericolo che con queste nuove conquiste vengano meno le emozioni. Ben venga, dunque, il digitale purché non si rinunci all’ispirazione, ai sentimenti e alle idee”.

BIF&ST 2015: LA LEZIONE DI CINEMA DI COSTA-GRAVAS

Ricevo e volentieri pubblico

Bif&st, Lezione di Cinema – Costa-Gavras: “Tutto il cinema è politico”

 NA DSC_7147“Tutto il cinema è politico, anche un film d’azione che mostra eroi che salvano il mondo con una pistola. Non puoi non farti coinvolgere in ciò che avviene attorno a te: non prendendo una decisione, in realtà già ne prendi una. Se rifiuti la politica, rifiuti in realtà di relazionarti con molta gente. La peggior cosa in una società è l’individualismo”. A parlare oggi al Teatro Petruzzelli è il maestro Costa-Gavras, che il Festival del cinema di Bari ha deciso di onorare con la consegna da parte della Fipresci del Platinum Award. Preceduta dalla proiezione di “Amen” (2002), la Lezione di Cinema del regista, sceneggiatore e produttore greco, naturalizzato francese, è stata una riflessione sul rapporto che ognuno di noi deve avere con il mondo circostante. Il suo interesse è nella “piramide del potere” e nelle relazioni umane distrutte dalla globalizzazione o dal fanatismo religioso e non. “Credo che quello creato dall’Isis sia un mondo di tiranni – ha detto Costa-Gavras – mi piacerebbe girare una storia che ne indaghi le origini e le basi culturali. Oggi però si tende a fare degli arabi tutta un erba un fascio, vedi in Francia con Marine Le Pen – ha aggiunto – mentre la quasi totalità degli arabi non è estremista. In democrazia il potere esiste per difendere la libertà di ognuno”. A proposito di “Amen” (con il poster di Oliviero Toscani che suscitò violente polemiche in Italia con la sua croce che si trasformava in una svastica) il regista ha precisato che il film “non voleva essere un attacco alla Chiesa, ma a Papa Pio XII, e alla Curia, per il loro silenzio, per non aver denunciato pubblicamente i crimini efferati delle SS”. “La resistenza ai soprusi – ha poi sottolineato – è la cosa più importante”.

Costa_Gavras_FeliceLaudadio_1893Costa-Gavras, costretto a emigrare dalla Grecia perché di famiglia “anti-monarchica, non comunista, come invece si è spesso pensato”, mantiene vivo il suo rapporto con la cultura greca: “Non ho mai cercato di capire l’origine dei film che ho diretto, ma il bagaglio culturale greco è sempre alla base dei film che faccio. Più che dalla Nouvelle Vague francese  sono stato attratto dai film polizieschi americani”. Riguardo ai primordi della sua carriera Costa-Gavras ricorda i primi passi come assistente di René Clair e René Clement e poi la grande amicizia con Simone Signoret e Yves Montand (presente in tutti i suoi film girati in Europa), che determinò il suo esordio cinematografico “Vagone letto per assassini” (1965): “Montand non amava molto interpretare un poliziotto, ma gli dissi che l’unico ruolo ancora disponibile era quello. Aveva un accento strano, del sud della Francia ma pensavo che poteva andar bene, e così fu”. Un rispetto per gli attori così sintetizzabile: “Sono loro le persone più importanti del film, anche se alla fine la decisione spetta solo al regista”. Una lunga e onorata carriera, i cui ispiratori “sono stati anche Fellini, Rosi e Scola, prossimo in lista a tenere la sua lezione di regia al Festival di Bari.Scola_Costa-Gavras_DSCF6231

BIF&ST 2015: ANNAUD OMAGGIA SCOLA, PARKER e COSTA-GRAVAS

Ricevo e volentieri pubblico

Bif&st, Lezione di Cinema: Annaud omaggia i maestri
Scola, Parker e Costa-Gavras

  DSCF5885“Utilizzando il sistema 3D il regista si trasforma in uno scultore, mostrando un viso che si avvicina all’occhio dello spettatore, come se fossimo noi stessi all’interno di un acquario, ma dobbiamo utilizzarlo non commercialmente, per colpire lo spettatore, ma a servizio della storia narrata. È un sistema di riprese molto efficace per le scene di intimità o per dare emozione ad un oggetto particolare. Molti registi oggi non amano il 3D, ma l’ho scelto, per esempio in ”L’ultimo lupo” per creare maggiore intimità con gli animali, per meglio coinvolgere lo spettatore in un sentimento di condivisione delle emozioni del lupo”. Così il regista francese Jean-Jacques Annaud, che in serata riceve il Platinum Award dalla Fipresci, sollecitato da Michel Ciment, ha sottolineato il suo inalterato amore per la tecnologia e nuovi linguaggi visivi, umani e culturali che sono alla base de “L’ultimo lupo”, che verrà presentato stasera in anteprima al Teatro Petruzzelli di Bari, nel corso della sesta edizione del Bif&st.

Una disponibilità di fronte a tutto ciò che può migliorare le nostre conoscenze tecnologiche e gli strumenti dei rapporti sociali, dalle emozioni al linguaggio, che continua a permeare e guidare la sua vita perché – ha precisato Annaud – “ogni adulto mantiene in sé un po’ dell’infanzia ed è bello emozionarsi ancora, pur se avanti negli anni, per un regalo. Per questo il cinema continua a interessarmi, anche se tutti, più o meno, facciamo sempre gli stessi film: il cinema è un gioco meraviglioso”. Originalità creativa nelle tematiche e nel linguaggio cinematografico da sempre alla base delle sue produzioni, fin dall’opera prima, “Bianco e nero a colori” (1976) che gli valse l’Oscar per la miglior pellicola straniera.

CostaGavras_Scola_Parker_Annaud_Laudadio_ph. giovanna_sodanoAnnaud non si è mai cullato nel successo, né ha mai cercato di sfruttarlo con i produttori: “anzi, quelli francesi – confessa – sembrano avere una particolare avversione per lui”. E proprio i numerosi di problemi di produzione hanno spinto l’indefesso Annaud a cercare all’estero l’ambientazione e la realizzazione di molti suoi film, vedi Africa, Cina, Russia. Ma un particolare amore lo riserba anche per l’Italia, dove è stato folgorato dal neorealismo (“Altro che nouvelle vague” francese) e da uno dei tre registi che maggiormente hanno ispirato la sua vita. Ettore Scola, “i cui film – sottolinea Annaud – hanno influenzato molti francesi per il loro humor, l’eleganza delle storie e la profonda riflessione sociale che suscitano. Ho sempre desiderato di potergli rendere omaggio con i miei film”. Le altre due “Muse”, Alan Parker (per i suoi spot pubblicitari, che gli hanno fatto capire “che si può parlare anche con le sole immagini, utilizzando il linguaggio del corpo”) e Costa-Gravas (“i suoi film hanno sempre dato un senso particolare ai nostri tempi”).

DSCF5881Annaud ha sempre mostrato una particolare predilezione per le emozioni degli animali “per ritrovare – spiega – il comportamento dell’uomo: dobbiamo capire qual è l’animale che è in noi e come addomesticarlo”. “Lavorare con l’istinto degli animali – prosegue – mi aiuta a lavorare con gli attori, ai quali dobbiamo lasciare la possibilità di tirare fuori i propri istinti e metterli al servizio della storia narrata”. Un modo di lavorare che però si è talvolta scontrato con alcuni attori, come con Sean Connery in “Il nome della rosa” (1986): “Altro che recitazione istintiva: voleva sapere dove mettere il bicchiere, se a destra o a sinistra, dov’era il tavolo e di che altezza, e se qualcosa veniva cambiato nel copione si arrabbiava non poco”.

BIF&ST 2015 – A LEZIONE DI CINEMA CON I GRANDI MAESTRI

Ricevo e volentieri pubblico

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Bif&st 2015: a Lezione di cinema con i grandi Maestri

Da Alan Parker a Nanni Moretti passando per Annaud, Costa-Gavras, Scola, Wajda, Reitz e von Trotta, che presenterà in anteprima italiana il suo ultimo film The Misplaced World

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Un formidabile parterre de rois, composto da otto grandi registi europei, salirà sul palcoscenico del Teatro Petruzzelli di Bari dal 21 al 28 marzo per tenere le ormai immancabili Lezioni di cinema del Bif&st, il festival presieduto da Ettore Scola e diretto da Felice Laudadio, organizzate in collaborazione con la Fipresci, la federazione mondiale dei critici che a Bari festeggerà il suo 90esimo anno.

Le otto Lezioni di cinema, ciascuna preceduta da un film del “Maestro”, avranno inizio con Sir Alan Parker, introdotto dal critico Derek Malcolm; la lezione prenderà spunto dal suo bellissimo Midnight Express (Fuga di mezzanotte) del 1978. Sarà poi la volta del regista francese Jean-Jacques Annaud, presentato dal critico Michel Ciment, che terrà la sua lezione dopo la proiezione di Sette anni in Tibet del 1998, in attesa dell’anteprima italiana, nella stessa serata, del suo nuovo film L’ultimo lupo (Le dernier loup). Il regista greco Costa-Gavras trarrà spunto per la sua lezione da Amen del 2002, sul controverso rapporto fra il pontificato di Pio XII e il nazismo. Sarà poi la volta di un grande maestro del cinema italiano, Ettore Scola, che terrà la sua master class dopo la proiezione di Una giornata particolare del 1977, nella nuova versione restaurata dalla Cineteca Nazionale, per il quale ottenne la sua prima nomination all’Oscar. Il polacco Andrzej Wajda, Oscar e Leone d’oro alla carriera, introdotto dalla critica Grazyna Torbicka racconterà i suoi 50 anni da regista partendo da uno dei suoi ultimi film, l’impressionante Katyn del 2007 sui crimini dei sovietici in Polonia all’inizio della seconda guerra mondiale. Un altro leggendario regista, il tedesco Edgar Reitz, autore di Heimat, il film in 30 episodi lungo oltre 54 ore che ha ottenuto negli anni una infinità di riconoscimenti, partirà proprio dall’episodio Hermännchen della serie televisiva passata anche nelle sale cinematografiche, e ora restaurata, per la sua lezione di cinema introdotta da Klaus Eder. Con Anni di piombo Margarethe von Trotta ottenne a Venezia nel 1981 il Leone d’oro e il premio Fipresci. Sarà questo il film alla base della lezione di cinema della regista tedesca che con la protagonista Katja Riemann presenterà in anteprima assoluta italiana nella stessa serata il suo film più recente The Misplaced World, trionfalmente accolto all’ultimo Festival di Berlino.

Infine, in chiusura, introdotto dal critico francese Jean Gili, sarà la volta di un altro grande regista italiano incluso nel panel delle Lezioni di cinema: Nanni Moretti. La sua sarà una “lezione” a sorpresa che avrà inizio dopo la proiezione di Caro diario, premiato al Festival di Cannes 1994 e vincitore di numerosi altri premi. A tutti i registi verrà consegnato il Fipresci 90 Platinum Award. Nanni Moretti sarà insignito al Petruzzelli, nella serata finale del festival, anche del “Federico Fellini Platinum Award” per l’eccellenza cinematografica.

«Nella storia dei festival di tutto il mondo che ben conosco – ha dichiarato Felice Laudadio, già direttore della Mostra di Venezia e del TaorminaFilmFest, che dal 1979 in poi ha ideato e diretto almeno una dozzina di festival in Italia e all’estero – non è mai avvenuta una simile concentrazione di così autorevoli talenti impegnati a tenere, l’uno dopo l’altro, delle lezioni di cinema. Da vecchio giornalista mi auguro che i mass media, di tutti i tipi, prestino a questo avvenimento straordinario la stessa attenzione riservata a eventi certamente più ‘popolari’, diciamo così, ma infinitamente meno rilevanti sul piano della cronaca culturale e cinematografica. E lo dico non perché il Bif&st abbia bisogno di altro pubblicoche non sapremmo per altro come accogliere: lo scorso anno furono oltre 70.000 gli spettatori in 8 giorni, con una presenza media di 1.200 persone ad ogni lezione di cinema al Petruzzelli, facendo il tutto esaurito, un vero e proprio fenomeno – ma perché con iniziative di questo tipo, se correttamente raccontate dai giornali, dalle tv, dalle radio e dal web, si contribuisce a combattere e a battere la montante barbarie culturale».

Il Bif&st – promosso dalla Regione Puglia/Assessorato al Mediterraneo, Cultura, Turismo e prodotto dall’Apulia Film Commission – è un’iniziativa finanziata dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2007-2013 (Accordo di Programma Quadro rafforzato “Beni e Attività Culturali”) e dal Programma Operativo Interregionale (POIn) “Attrattori culturali, naturali e turismo” – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2007/2013, Asse II, Linea di Intervento 2.1, intervento “Servizi di valorizzazione integrata”.

I FILM IN SALA NEGLI SPECIALI DI ENTR’ACTE

Oggi quasi ovunque andare al cinema costa meno, anche perchè domani ci saranno tutte le nuove uscite.

Se non sapete quale film scegliere vi diamo una mano noi con tutti gli speciali di ENTR’ACTE

 

PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto in sala dal 10 aprile

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L’INTERVISTA DI MARINA AL REGISTA ALESSANDRO ROSSETTO – https://www.youtube.com/watch?v=Ms2dyJVdusA

L’INTERVISTA DI MARINA ALLE PROTAGONISTE MARIA ROVERAN E ROBERTA DA SOLLA – https://www.youtube.com/watch?v=wjKEGz9ZrxE&feature=youtu.be

IL COMUNICATO STAMPA DELL’USCITA E DEL TOUR MUSICALE – https://entracteblog.wordpress.com/2014/04/09/piccola-patria-di-alessandro-rossetto-in-sala-dal-10-aprile-2/

IL COMUNICATO STAMPA DELL’USCITA – https://entracteblog.wordpress.com/2014/04/08/piccola-patria-di-alessandro-rossetto-in-sala-dal-10-aprile/

 

 

RIO 2 MISSIONE AMAZZONIA di Carlos Saldanha in sala dal 17 aprile

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L’ESTRATTO DALLA LEZIONE DI CINEMA DI CARLOS SALDANHA AL FUTURE FILM FESTIVAL DI BOLOGNA DOVE PRESENTA IL FILM – https://www.youtube.com/watch?v=1-1MHFsGxjE

 

 

ONIRICA – FIELD OF DOGS di Lech Majewski in sala dal 17 aprile

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L’INTERVISTA ESCLUSIVA DI MARINA AL REGISTA LECK MAJEWSKI – https://www.youtube.com/watch?v=pth4Z0k237A

LA RECENSIONE DI MARINA – https://entracteblog.wordpress.com/2014/04/12/la-recensione-di-marina-onirica-field-of-dogs-di-lech-majewski/

IL COMUNICATO STAMPA DELL’USCITA – https://entracteblog.wordpress.com/2014/02/24/news-in-sala-onirica-field-of-dogs-di-lech-majewsky-in-sala-dal-17-aprile-2014/

 

 

ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER di John Maloof e Charlie Siskel in sala dal 17 aprile

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IL COMMENTO DI MARINA DALLA PUNTATA 123 – https://www.youtube.com/watch?v=6sgCeZtB4UM

LA RECENSIONE DI MARINA – https://entracteblog.wordpress.com/2014/04/08/la-recensione-di-marina-alla-ricerca-di-vivian-maier-di-john-maloof-e-charlie-siskel/

IL COMUNICATO STAMPA DI USCITA DEL FILM – https://entracteblog.wordpress.com/2014/04/12/alla-ricerca-di-vivian-maier-di-john-maloof-e-charlie-siskel-in-sala-dal-17-aprile/

 

E per concludere vi ricordo che c’è tempo fino al 20 maggio per partecipare a HELLO SERIES il concorso per webseries presentato a Bologna da IVAN COTRONEO. Tutte le informazioni su http://welovecinema.it

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ASCOLTA L’INTERVISTA A IVAN COTRONEO AL FUTURE FILM FESTIVAL DI BOLOGNA – https://www.youtube.com/watch?v=nLMeQrylh6c

BIF&ST – da Cristina Comencini a Ugo Gregoretti

Ricevo e volentieri pubblico

STASERA IL PREMIO ALLA REGISTA CRISTINA COMENCINI

DOMANI SI COMINCIA CON LA LEZIONE DI UGO GREGORETTI

 

Sarà consegnato stasera alla regista Cristina Comencini il Federico Fellini platinum award for cinematic excellence, alle 21.00 al Teatro Petruzzelli, dove subito dopo per le Anteprime Internazionali verrà proiettato “War story” di Mark Jackson. E Cristina Comencini è stata la protagonista della lezione odierna, nel corso della quale ha annunciato che a brevissimo (il 5 maggio) comincerà in Puglia, a San Vito dei Normanni, le riprese del suo nuovo film, realizzato con il sostegno di Apulia Film Commission.

Ieri sera invece l’annuncio del vincitore della sezione Arcipelago/ConCorto: il Premio Michelangelo Antonioni per il miglior cortometraggio è andato al regista valdostano Alessandro Stevanon autore di “America”, premiato “per la capacità di aver presentato un personaggio irresistibile con uno stile costantemente in equilibrio fra l’approccio documentaristico proprio dello spaccato della vita reale e quello della finzione pura, grazie all’ eleganza della confezione stilistica e soprattutto alla capacità di raccontare nel tempo ridotto del cortometraggio l’intera vicenda di un essere umano”. Menzione speciale è andata poi a Gianni Gatti, regista del corto “Uraniani”.

La giornata di domani si aprirà invece con il regista Ugo Gregoretti: alle 9.30 al Petruzzelli sarà proiettato il suo “I nuovi angeli”, cui seguirà la sua Lezione di Cinema coordinata da Enrico Magrelli. In serata, al Petruzzelli, il regista riceverà il Federico Fellini platinum award for artistic excellence.

Domani per le Anteprime Internazionali alle 21.00 al Petruzzelli ci sarà “The Invisible Woman” di Ralph Fiennes.

Proseguendo quindi con il programma di domani, il ricchissimo tributo a Gian Maria Volonté, cui il festival è dedicato, prosegue al cinema Galleria e prevede: “La Certosa di Parma” di Mauro Bolognini (Galleria 2, ore 11.30), “Il caso Moro” di Giuseppe Ferrara (Galleria 6, ore 15.00),”Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo (Galleria 2, ore 16.00) seguito dalla rassegna antologica “A proposito di Sacco e Vanzetti” curata da Orsetta Gregoretti, “Il taglio del bosco” di Vittorio Cottafavi (Galleria 2, ore 20.15), “Uomini contro” di Francesco Rosi (Galleria 3, ore 20.45), “Saul” di Claudio Fino (Galleria 2, ore 22.00), “Tiranno Banderas” di Josè Luis Garcìa Sànchez. Tra gli appuntamenti inseriti nel Festival Volonté inizia anche il ciclo di incontri con i registi e gli attori che hanno lavorato con il grande attore, curato dalla giornalista di Repubblica Maria Pia Fusco che domani dialogherà con Felice Laudadio (Galleria 6, ore 17.15).

Al Petruzzelli, per la sezione Panorama Internazionale, alle 16.00 “Tangerines (Mandariinid)” di Zaza Urushadze e alle 18.30 “Kidon” di Emmanuel Naccache (presente in sala).

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Per la sezione ItaliaFilmFest/Lungometraggi in concorso, nella sala 1 del Galleria ci saranno: alle 16.00 “Neve” di Stefano Incerti (presente in sala) e alle 18.00 “Song’e Napule” di Marco e Antonio Manetti (presenti in sala con l’attore Alessandro Roja).

Nella sezione Documentari in concorso ci sarà, nella sala 4 del Galleria alle 17.00 “Habemus mister” di Tiziano Russo (presente in sala) e alle 19.00 “La linea della palma” di Corrado Fortuna (presenti in sala il regista e gli attori Gaspare Pellegrino e Vito Cardaci).

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Il concorso Opere prime e seconde prevede: “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia (Galleria 1, ore 20.30; presenti in sala il regista e gli attori Edoardo Leo e Valeria Solarino) e “Take five” di Guido Lombardi (Galleria 1, ore 22.30; presenti in sala il regista e l’attore Gaetano Di Vaio)

Il Focus su di domani al Palazzo Ex Poste sarà, come sempre alle 19.00, con gli attori Edoardo Leo, Valerio Solarino e Alessandro Roya, intervistati da Franco Montini.

Tra gli appuntamenti di domani anche il convegno “La promozione del cinema italiano all’estero”, curato da Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici, in programma al Teatro Margherita alle 16.00  e la presentazione, alle 18.00 alla Feltrinelli, del libro “Cercando la rivoluzione. Ansano Giannarelli. I film le idee” (Donzelli) curato da Antonio Medici che lo presenterà con Paolo Scarnati, moderato dalla giornalista e presidente di Apulia Film Commission Antonella Gaeta.

Il cinema ABC ospita domani il Tributo a Luis Bacalov: alle 16.00 “Il vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, alle 18.30 “La città delle donne” di Federico Fellini e alle 21.30 “Django unchained”.

La rassegna “Bellezza, natura e cinema” curata dal Parco dell’Alta Murgia propone, al Galleria 6 alle 19.00 “Sulle ali dell’arcobaleno” di Marco Paolo Pavese.

La conferenza stampa/incontri con gli autori in programma tutti i giorni alle 13.00 al Margherita domani prevede la presenza di: Elfi Mikesch (per “Fever”), Anne Weil e Philippe Kotlarski (per “Les Interdits”), Vincenzo Marra (per “L’Amministratore”), Antonio Morabito, Isabella Ferrari e Amedeo Pagani (per “Il venditore di medicine”), Fabio Mollo (per “Il Sud è niente”), Fabio Grassadonia, Antonio Piazza e Massimo Cristaldi (per “Salvo”).

Per la rassegna “Cinema per le scuole” curata dalla coop I bambini di Truffaut: in programma alle 9.15 al Galleria “Todo modo” di Elio Petri.

 

La quinta edizione del Bif&stBari International Film Festival- posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – si svolge da sabato 5 aprile a sabato 12 aprile, promossa per la Regione Puglia dall’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo e organizzata dall’Apulia Film Commission, con la collaborazione del Comune di Bari e dell’Università degli Studi di Bari, avvalendosi di risorse del P.O. FESR Puglia 2007-2013, Asse IV, Azione 4.3.

 

Info e sinossi sui film in programma sul sito www.bifest.it

BIF&ST stasera e domani, da Sergio Castellitto a Cristina Comencini

Ricevo e volentieri pubblico

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STASERA IL PREMIO FELLINI A SERGIO CASTELLITTO E L’ANNUNCIO DEL VINCITORE PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

DOMANI SI COMINCIA CON LA LEZIONE DI CRISTINA COMENCINI

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Sarà consegnato stasera all’attore Sergio Castellitto il Federico Fellini platinum award for cinematic excellence, alle 21.00 al Teatro Petruzzelli, dove inoltre sempre stasera sarà annunciato il vincitore per il miglior cortometraggio.

La giornata di domani si aprirà invece con la regista Cristina Comencini: alle 9.00 al Petruzzelli sarà proiettato il suo “Il più bel giorno della mia vita”, cui seguirà la sua Lezione di Cinema coordinata dal Marco Spagnoli. In serata, al Petruzzelli, la regista riceverà il Federico Fellini platinum award for cinematic excellence.

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Domani per le Anteprime Internazionali alle 21.00 al Petruzzelli ci sarà “War story” di Mark Jackson.

Venendo quindi al programma domani, il ricchissimo tributo a Gian Maria Volonté, cui il festival è dedicato, prosegue al cinema Galleria e prevede: “La Certosa di Parma” di Mauro Bolognini (Galleria 2, ore 11.30), “Quién sabe?” di Damiano Damiani (Galleria 6, ore 15.00), “Lucky Luciano” di Francesco Rosi (Galleria 2, ore 16.00), “La pisana” di Giacomo Vaccari (Galleria 2, ore 18.30), “Apollon, una fabbrica occupata” (Galleria 2, ore 20.15), “La classe operaia va in paradiso” (Galleria 3, ore 20.45), “L’idiota” (Galleria 2, ore 22.00), “Actas de Marusia” (Galleria 3, ore 22.45). Tra gli appuntamenti inseriti nel Festival Volonté inizia anche il ciclo di incontri con i registi e gli attori che hanno lavorato con il grande attore, curato dalla giornalista di Repubblica Maria Pia Fusco: domani la testimonianza sarà di Lou Castel (Galleria 6, ore 17.15).

Al Petruzzelli, per la sezione Panorama Internazionale, alle 16.00 “Fever (Fieber)” di Elfi Mikesch e alle 18.30 “Les Interdits” di Anne Weil e Philippe Kotlarski (presenti in sala).

Evento speciale della giornata di domani un Tributo a Carlo Lizzani, con la partecipazione di Giuliano Montaldo: alle 15.30 nella sala 1 del Galleria sarà proiettato in anteprima il cortometraggio “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema” di Roberto Leggio

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Per la sezione ItaliaFilmFest/Lungometraggi in concorso, nella sala 1 del Galleria ci saranno: alle 15.50 “L’amministratore” di Vincenzo Marra (presente in sala) e alle 18.00 “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito, pellicola realizzata con il sostegno di Apulia Film Commission (presenti in sala il regista e l’attrice Isabella Ferrari)

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Nella sezione Documentari in concorso ci sarà, nella sala 4 del Galleria alle 17.00 “An Anarchist life” di Ivan Borman e Fabio Toich (presenti in sala) e alle 19.00 nella sala 4 del Galleria, “La memoria degli ultimi” di Samuele Rossi (presente in sala il regista con l’attrice Laura Francesca Wronowska)

Il concorso Opere prime e seconde prevede: “Il sud è niente” di Fabio Mollo (Galleria 1, ore 20.30; presente in sala il regista) e “Salvo” di Fabio Grassadonia (Galleria 1, ore 22.30; presenti in sala il regista e l’attore Antonio Piazza).

Il Focus su di domani al Palazzo Ex Poste sarà, come sempre alle 19.00, con l’attrice Isabella Ferrari, intervistata da Franco Montini.

Il cinema ABC ospita domani il Tributo a Ugo Gregoretti: alle 17.00 “Omicron”, alle 19.30 “Le belle famiglie”, alle 21.30 “Maggio musicale”.

La rassegna “Bellezza, natura e cinema” curata dal Parco dell’Alta Murgia propone, al Galleria 6 dalle 19.00: “Il gigante e il pescatore” di Daniele Iop, “Il viaggio” di Daniele Iop, “Turriaki” di Salvatore Tuccio

La conferenza stampa/incontri con gli autori in programma tutti i giorni alle 13.00 al Margherita domani prevede la presenza di: Irakli Kochlamazashvili (“Didi papa”), Lech Majewski (“Onirica”), Matteo Andreolli e Lucio Gaudino (Eppideis), Gianni Amelio (“L’intrepido”), Barbora Bobulova (“Una piccola impresa meridionale”).

Per la rassegna “Cinema per le scuole” curata dalla coop I bambini di Truffaut: in programma alle 9.15 al Galleria “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri.

 

La quinta edizione del Bif&stBari International Film Festival- posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – si svolge da sabato 5 aprile a sabato 12 aprile, promossa per la Regione Puglia dall’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo e organizzata dall’Apulia Film Commission, con la collaborazione del Comune di Bari e dell’Università degli Studi di Bari, avvalendosi di risorse del P.O. FESR Puglia 2007-2013, Asse IV, Azione 4.3.

 

Info e sinossi sui film in programma sul sito www.bifest.it