KIM KI DUK A VENEZIA: Moebius Vs My Mother

Chi ricorda la poesia di Ferro 3 o di Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera ritrova ben poco anche nell’ultimo dei lavori del regista coreano che ha definitivamente lasciato la poesia per il sangue. Sangue che scorre a fiotti proprio dalle parti più suscettibili del corpo umano maschile, tagliate, masticate, persino schiacciate da un camion; l’erotismo diventa tutt’uno con la violenza, cuore e cervello scompaiono completamente e a dettar legge resta solo la pulsione sessuale, viva e prepotente, che può essere sconfitta solo con la violenza estrema (tanto per ricordarci con che cosa ragiona la maggior parte degli uomini).

Non servono dialoghi per questo film che è tutto nell’immagine esplicita, tra grottesco, ironico e surreale (cit. “Uomini di tutto il mondo senza un pene adesso hanno una speranza“) alla fine il regista ha probabilmente ottenuto l’effetto che voleva: credo di avere assistito a tutto il film a bocca completamente aperta.

Moebius è nelle sale italiane dal 5 settembre. Non è consigliabile ai deboli di stomaco, agli animi suscettibili e a chi ha una moralità molto radicata. Consigliatissimo invece a tutti gli altri.

Voto: 7

Completamente agli antipodi la seconda apparizione di Kim Ki Duk a Venezia, all’interno dell’omaggio ai 70 anni della mostra, con un cortometraggio dolcissimo: “My mother“; una vera e propria chicca tra i molti che erano lì quasi senza motivo, che sono stati girati tanto per presentare qualcosa.

Eccolo qua! http://www.youtube.com/watch?v=eAHJYYhzWUY

Voto: 10

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