VEDO NERO: I CANTIERI DELLA PAURA al Courmayeur Noir InFestival

Ricevo e volentieri pubblico

VEDO NERO: I CANTIERI DELLA PAURA

L’horror italiano è tornato maggiorenne

Una collaborazione Istituto Luce Cinecittà e Courmayeur Noir in Festival

 

Courmayeur, 12- 13 dicembre 2013

 

Per il terzo anno consecutivo Istituto Luce-Cinecittà promuove nel quadro del Festival di Courmayeur uno specifico appuntamento dedicato al rinnovamento del cinema italiano dal punto di vista dei generi e delle linee creative e produttive. Scopo del progetto, denominato VEDO NERO, è porre l’accento sulla capacità di trasformazione e di originalità creativa di un cinema che non ha paura di usare schemi e modelli produttivi tra industria e artigianato per creare delle linee di novità, nel solco di una tradizione che spesso ha fornito al nostro sistema audiovisivo linfa potente tra letteratura e cinema.

Dopo il “manifesto di vedo nero” che due anni fa ha riunito scrittori, cineasti, sceneggiatori, giornalisti e storici intorno all’idea comune di lanciare da Courmayeur una vera “fabbrica delle storie” a disposizione di produttori originali e coraggiosi (sfida raccolta da più parti e di cui si cominciano a vedere i risultati nella produzione più apprezzata); dopo l’appuntamento dello scorso anno che ha ampliato la visuale alla produzione audiovisiva e al documentario con un carrellata di progetti e di lavori che hanno poi scandito l’annata cinematografica, quest’anno la sfida si fa più ambiziosa.

L’evento che ha catalizzato l’attenzione è stato quest’anno l’autocandidatura dell’autoprodotto Midway dello sconosciuto John Real (al secolo Giovanni Marzagalli, catanese, 24 anni) all’Oscar per il miglior film straniero. La favola è stata ovviamente di breve durata ma ha posto l’accento su un cinema italiano che conquista le sale, spesso trova diffusione parallela fuori dal nostro paese (specie sul mercato on-line e home video statunitense). In questo caso contano in qualche modo di più le strutture produttive, le tecniche artigianali di realizzazione, la creatività di gruppi di lavoro che si ispirano all’epoca d’oro del cinema italiano di genere (sulla linea di Freda, Bava, Fulci, Margheriti, Lenzi e ovviamente Dario Argento).

Dominus dell’incontro a Courmayeur sarà ovviamente Dario Argento, riconosciuto ancor oggi in tutto il mondo come irrinunciabile punto di riferimento dell’horror italiano (o come direbbero i francesi del “Giallò”), ma al suo fianco ci saranno molti dei nuovi protagonisti di questa inedita scena italiana.

Salvo eccezioni prestigiose, quasi tutti i protagonisti di questa singolare new wave sono sotto i trent’anni, sfornano idee a getto continuo, si arrabattano con budget ridicoli, ma sanno trovare un pubblico e riservano sorprese anche al critico e agli addetti ai lavori. Soprattutto, come si disse per il filone horror americano degli anni ’70 (la generazione dei Carpenter e dei Raimi), rivelano più o meno volutamente un disagio sociale che non si traduce mai in esplicite letture metaforiche della realtà attuale ma ne cattura il senso di smarrimento e l’irrequietezza profonda.  

Istituto Luce Cinecittà accompagna volentieri a Courmayeur questa nuova generazione di cineasti, produttori, sceneggiatori e distributori per molti ancora tutta da scoprire.

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