MIRAFIORI LUNAPARK di Stefano Di Polito – le sale dove è possibile vederlo dal 27 agosto

Ricevo e volentieri pubblico

MIMMO CALOPRESTI
ed EILEEN TASCA 
presentano
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MIRAFIORI LUNAPARK

regia di STEFANO DI POLITO
soggetto e sceneggiatura di STEFANO DI POLITO, ANNA GASCO
collaborazione alla sceneggiatura MIMMO CALOPRESTI
con ALESSANDRO HABER, ANTONIO CATANIA, GIORGIO COLANGELI
prodotto da MIMMO CALOPRESTI ed EILEEN TASCA
per ALIEN FILMS
in collaborazione con RAI CINEMA
film riconosciuto di Interesse Culturale
con il sostegno del MINISTERO per i BENI e le ATTIVITA’ CULTURALI e del TURISMO . DIREZIONE GENERALE per il CINEMA
con il sostegno della FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE
distribuzione MINERVA PICTURES GROUP
dal 27 agosto nei Cinema di:
TORINO Cinema Romano e Cinema Eliseo | MILANO Cinema Eliseo | BOLOGNA Cinema Lumiere sala Cervi | ROMA Cinema Greenwich |
PESCARA Cinema Massimo | MANTOVA Cinema Mignon | CASTELCERIOLO (Alessandria) Cinema Macallè | SCARPERIA (Firenze) Cinema Arena Garibaldi
uscirà nelle sale il 27 agosto 2015 dopo essere stato presentato al 32. TFF Torino Film Festival

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A Mirafiori, sede storica dei primi stabilimenti della Fiat e simbolo delle lotte operaie degli anni Settanta, è tempo di riqualificazione: una vecchia fabbrica abbandonata sta per essere abbattuta per fare spazio al vicino campo da golf.
Ma Carlo, Franco e Delfino, che nel capannone hanno speso buona parte della loro vita, non sono disposti a uscire di scena senza fare un ultimo tentativo per ripopolare il quartiere e riavvicinare figli e nipoti. 
Dichiarazioni del regista e degli attori STEFANO DI POLITO: “Dopo il successo di pubblico all’ultimo Torino Film Festival, Mirafiori Lunapark esce nelle sale con la speranza di continuare a commuovere gli spettatori. Il film nasce dal bisogno di omaggiare la generazione dei nostri padri. Sono nato a Mirafiori, ma sono convinto che ognuno di noi abbia un universo da salvare. Con una favola racconto un periodo di grande incertezza come quello attuale. Ci può venire in soccorso il passato, il sogno di costruire un paese migliore, le lotte e i diritti conquistati. Tale forza è ancora viva, al punto che i tre ex operai Fiat decidono di occupare la fabbrica per trasformarla in un lunapark. Trasmettono i loro valori ai nipotini e incoraggiano la mia generazione a credere con convinzione nel futuro.  
mirafiori lunapark 1ALESSANDRO HABER: “Una commedia poetica, fatta anche di nostalgia, di passione e di amore per il proprio lavoro. Mi sono divertito molto a lavorare con due bravissimi attori della mia generazione. E’ stato un bel gioco. Il film racconta anni di sacrifici, di lotte, di sogni condivisi. Persone che cercano di salvare con tenacia il proprio futuro, di costruire qualcosa per l’Italia. Anche un operaio si affeziona al suo mondo, non vuole lasciarlo morire. Se degli operai decidono di salvare la fabbrica e rimetterla in gioco come un lunapark, la struttura resta e non viene trasformata in un supermercato o in un hotel. Si ripopola dei loro nipoti. Il film salva la memoria di un’epoca, perché quel passato ci appartiene e non possiamo farlo fuori in maniera bieca o per puro opportunismo”.  
ANTONIO CATANIA: “Mirafiori Lunapark racconta l’immaginario poetico di tre ex operai della Fiat, tre ‘fantasmi’ che vorrebbero ancora sentirsi vivi. La cosa sorprendente è che dopo le lotte sociali degli anni ‘80, gli operai erano visti come figure importanti, ora li vediamo in maniera nostalgica, considerandoli come retaggio del passato. Ci siamo dimenticati che sono delle persone in carne e ossa. L’orgoglio di aver fatto qualcosa di importante si scontra con il cinismo di una società che rimuove in fretta il passato. Così nel film sono loro tre che cercano un nuovo posto nel mondo, almeno, uno spazio poetico come un lunapark”.  
mirafori lunapark 3GIORGIO COLANGELI: “Mirafiori Lunapark è un film poetico e commovente. Un film che tocca tutti noi. La mia famiglia viene dalla campagna però quando ho fatto le lotte studentesche, ho vissuto la presenza degli operai come se fossero delle figure paterne. Li pensavamo sempre al nostro fianco nelle battaglie per i diritti civili, forse, a volte teorizzavamo troppo però davano consistenza alla nostra protesta. Il film mi ha fatto tornare a quei tempi, a quella cultura e morale del lavoro allora condivisa da molti di noi. E’ toccante che tutto questo sia stato eliminato dalla nostra vita, neppure catalogato come si fa con i ricordi importanti. Finalmente questo film li racconta come sono ora, ancora fieri, proponendo così ai nostri figli e ai nostri nipoti un esempio per andare avanti”.

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