FUCK YOU, PROF! di Bora Dagtekin in sala dal 15 ottobre

Ricevo e volentieri pubblico

FUCK YOU, PROF! È IL PAUKERFILM CHE HA FATTO MORIRE DAL RIDERE LA GERMANIA, INCASSANDO 60 MILIONI DI EURO

LA “GOETHE GESAMTSCHULE” CI FARÀ VEDERE IN ANTICIPO COME POTREBBE ESSERE LA “BUONA SCUOLA” VARATA DAL GOVERNO RENZI. MA NON SOLO…

ARRIVA IN ITALIA IL 15 OTTOBRE, DISTRIBUITO DA CAMIMOVIE IN PARTNERSHIP CON MEDUSA

fuck you prof 3La “buona scuola” è legge e, dopo tante proteste, dalla Germania arriva un film che ci permetterà di riderci sopra. È il giovane regista Bora Dagtekin, ideatore della riuscitissima serie tv Kebab for Breakfast – fra le più popolari in patria e sbarcata su Mtv Italia a partire dal 2007 – ad offrirci un ottimo esempio del nuovo modello scolastico prospettato nel suo Fuck You, Prof! Un divertente ritratto della scuola di oggi rappresentata, ancora una volta, dal bravissimo Elyas M’Barek nei panni del “professore abusivo” Zeki Müller e dalla sua vivace classe. Ricco di sfumature tonali, il film passa con naturalezza da un genere all’altro, abbracciando in un primo momento il paukerfilm (il classico teen movie americano) per poi virare verso una comicità in bilico fra il demenziale ed il grottesco – a tratti anche piuttosto “sboccata” – e cambiare nuovamente rotta sul finale verso un genere più sentimentale. L’immancabile love story, così come l’happy end, però, non distolgono l’attenzione dalla tematica centrale che è quella sul rapporto fra studenti ed insegnanti.

Non solo, Fuck You, Prof!, oltre a sfatare il mito sul mancato senso dell’umorismo dei tedeschi, dimostra di essere un racconto spumeggiante in grado di farsi apprezzare da un pubblico di ogni età – all’uscita in Germania, ha venduto sei milioni di biglietti, guadagnando più di 60 milioni di euro al box office e battendo nel primo weekend di uscita un kolossal come Lo Hobbit – La desolazione di Smaug di Peter Jackson.

———————————————————————————

fuck you prof 1

Il regista Bora Dagtekin e l’attore Elyas M’Barek, protagonista di Fuck You, Prof! nei panni di Zeki Müller, si conoscono da anni e il loro affiatamento è una delle chiavi del successo di questo film e dei loro lavori precedenti.

 

{PRIMA DIFUCK YOU, PROF!

Nel 2006 Bora Dagtekin ha diretto una serie tv, Türkisch für Anfänger (Turco per principianti), che ha ottenuto un’enorme popolarità e tra gli attori principali c’era il giovane Elyas M’Barek. La serie era ambientata a Berlino, la città europea in cui risiede il più alto numero di immigrati e cittadini di origine turca. I protagonisti erano i componenti di due famiglie: una di origine turca, gli Öztürk, composta da Metin (il padre, commissario di polizia), Cem (il figlio maggiore, molto orgoglioso, interpretato dal nostro M’Barek) e Yağmur (la figlia minore, molto credente e rispettosa della religione musulmana); ed una tedesca, gli Schneider, composta da Doris (la madre, psicologa), Lena (la figlia maggiore, una ragazza esuberante ma piena di dubbi sentimentali e in piena adolescenza) e Nils (il fratello minore di Lena), che un giorno si trovano a vivere insieme dopo che i due capofamiglia si innamorano e decidono di convivere, formando una famiglia allargata. Le difficoltà non sono poche, date le differenze culturali. La trama ruotava principalmente intorno a Lena, che con una videocamera racconta tutte le sue disavventure alla sua migliore amica Khaty – trasferitasi negli Stati Uniti – nelle prime due stagioni, e a suo padre – che fa l’etologo in Amazzonia – nella terza. L’arco narrativo aveva una durata di quattro anni: quando inizia il telefilm la protagonista ha 16 anni, quando si conclude ne ha compiuti 20. La serie ha chiuso i battenti in Germania il 12 dicembre 2008 al termine della terza stagione, dopo 52 episodi. In Italia è stata l’emittente MTV a mandare in onda tutte e tre le stagioni con il titolo Kebab for breakfast (Kebab a colazione). Una serie tv pluripremiata con il German Television Award 2006 (tra i più prestigiosi premi televisivi tedeschi), l’Adolf Grimme Award e il Prix Italia 2006 come “Best tv drama”, con la motivazione di trattare in salsa agrodolce e con i ritmi accelerati di una sit-com temi ben più seri come la multietnicità, le famiglie allargate e il superamento delle barriere sociali. In una società come quella tedesca dove le comunità di origine turca sono ormai parte economicamente attiva nei bilanci del Paese, i tentativi dei quattro ragazzi di superare e accettare le proprie differenze culturali ne hanno fatto una delle produzioni televisive più innovative delle ultime stagioni. Kebab for breakfast, che ha debuttato su MTV Italia nell’ottobre 2007, si è rivelata una serie di culto per il pubblico più giovane anche nel nostro Paese. Dato il successo internazionale, sia in termini di audience che per le tematiche affrontate nel narrare la convivenza tra turchi e tedeschi, Bora Dagtekin decide di farci un lungometraggio che arriva sul grande schermo nel 2012 con attori principali Josefine Preuß e Elyas M’Barek, ovvero i Lena e Cem della sit-com, oltre a tutti gli altri attori che hanno raccontato le vicissitudini delle famiglie Schneider e Öztürk. Il film, Türkisch für Anfänger, inizia con uno strambo incidente aereo che fa ritrovare Lena Schneider sola – anche se solo inizialmente – sulle Isole Andamane in compagnia di un attraente Cem Öztürk. Peccato che dopo un primo idillio inizino ad apparire anche gli altri membri delle due famiglie, a cominciare dalla religiosissima madre di Lena, Doris Schneider (Anna Stieblich).}

 

 fuck you prof 2

Dopo avere infilato un successo dopo l’altro, era piuttosto naturale che Bora ed Elyas non si perdessero di vista. Così, l’anno successivo, nel 2013, girano insieme Fuck You, Prof! (Fack ju Göhte), e con questo film superano ogni più roseo sogno di successo. Il regista ha affermato di aver scritto il personaggio di Zeki Müller – il protagonista del film – proprio per Elyas M’Barek. Ed oltre ad essere la prova che non è vero che i tedeschi non hanno il senso dell’umorismo, Fuck You, Prof! ha ottenuto un consenso di pubblico in Germania sbalorditivo: sei milioni di biglietti dalla sua uscita, guadagnando più di 60 milioni di euro al box office e battendo nel primo weekend di uscita un kolossal come Lo Hobbit – La desolazione di Smaug di Peter Jackson. La riuscita del film si deve a molti fattori, primo fra tutti il carisma dell’attore Elyas M’Barek (Zeki) che si sposa perfettamente con il temperamento ironico delle attrici, a cominciare da Karoline Herfurth (Lisi) e Katja Riemann (la Preside) fino a Jana Pallaske (Charlie, l’amica prostituta di Zeki per la quale stravede Quentin Tarantino, tanto da ritagliarle il piccolo ruolo di Babette nel suo capolavoro Bastardi senza gloria – Inglourious Basterds) ed Alwara Höfels (Caro, amica, coinquilina e insegnante nella stessa scuola di Lisi). Ma M’Barek appare in sintonia anche con i giovani studenti, da Jella Haase (Chantal Akerman), Max von der Groeben (Danger) ad Anna-Lena Klenke (Laura, la sorella minore di Lisi che quest’ultima ha in affidamento). Fuck You, Prof! è un film divertente, in grado di attrarre il pubblico adolescenziale di tutto il mondo, e non solo. La comicità demenziale, in particolare all’inizio della storia che si rivela anche un po’ “sboccata”, non ferisce la sensibilità del pubblico perché tutti i protagonisti, in particolare Zeki ed alcuni studenti, non sono quelle “carogne” che vorrebbero apparire. E così si ride, lasciandosi trasportare da questa vicenda in continua evoluzione per arrivare ad un finale che vira verso il romanticismo. Il film, infatti, è ricco di sfumature tonali e passa con semplicità da un genere all’altro. La storia si apre come un classico teen movie americano per poi abbracciare la comicità demenziale e cambiare nuovamente rotta sul finale verso un genere più sentimentale. Il tutto pur rimanendo assolutamente originale ed imperniato sul rapporto tra studenti ed insegnanti. A tal proposito, il personaggio della direttrice della Goethe Gesamtschule Gudrun Gerster, magistralmente interpretata da Katja Riemann, ricorda moltissimo, con le dovute differenze che esistono tra un personaggio da commedia e la realtà, la nuova figura del preside introdotta dall’ultima riforma della scuola, recentemente varata dal Governo italiano. Uno dei punti cruciali del ddl La Buona Scuola, infatti, è proprio quello di un preside con maggior potere esecutivo, con la possibilità di assumere gli insegnanti a chiamata diretta con contratti di tre anni (rinnovabili), premiando i più meritevoli. In fondo, è un po’ quello che succede in Fuck You, Prof! con la bravissima Katja Riemann nei panni della direttrice Gudrun, che gestisce l’Istituto come una vera e propria manager. Infatti, è lei a decidere quali professori possono rimanere e quali se ne devono andare, deve far quadrare i conti e rientrare tra le migliori scuole della nazione, dato che è attraverso il ‘merito’ che vengono assegnati i sussidi dallo Stato. Su questo e tanti altri punti il sistema scolastico tedesco assomiglia molto a quello prospettato dalla nuova riforma, che entrerà in vigore nel nostro Paese dal 2016.

Nel film di Bora Dagtekin, la Goethe Gesamtschule deve fare i conti con una classe che abbassa notevolmente la media dell’intera scuola. Sarà proprio un ex criminale a cambiare l’atteggiamento di questi studenti “sbandati”, facendogli comprendere appieno l’importanza dello studio al fine di crearsi un futuro dignitoso.

fuck you prof 4Nella nuova legge sulla riforma della scuola, Renzi e il suo Governo, hanno ovviamente optato per un tipo di scuola che si distacchi il più possibile dal modello attuale, apportando decisi cambiamenti nel nostro sistema di istruzione ed educazione. Ad iniziare dal ‘merito’ che, in qualsiasi paese civile, è l’unico criterio con il quale vengono esaminati gli studenti ma anche i professori. In Fuck You, Prof! i ragazzi fanno la loro classifica online degli insegnanti, ed essendo una commedia le voci sono esilaranti, dalla professoressa più sexy al professore più “cool”. Nella realtà chiaramente gli insegnanti saranno giudicati per altri motivi ma anche questa è una novità. Dal prossimo anno, infatti, nel sistema scolastico italiano, non solo gli studenti ma anche gli insegnanti saranno sottoposti a valutazioni periodiche sui risultati raggiunti. Un film che, pur nella sua leggerezza, potrà concedere interessanti spunti di riflessione su questo dibattutissimo tema. Nonostante le critiche che si possono muovere al decreto e ai punti che possono e devono essere migliorati, questo pone al centro alcune tematiche fondamentali nell’istruzione. A cominciare dal rapporto fra studenti ed insegnanti, sempre più distante ed incapace di trovare un modo per comunicare, fino alla formazione dei ragazzi che dovrebbero essere più preparati, culturalmente e professionalmente, per rendersi competitivi nel mondo del lavoro. Una competizione che sia, certamente, basata solo ed unicamente sul merito ma che riesca a coinvolgere anche gli stessi insegnanti, affinché anche loro siano più motivati nel formare le nuove generazioni. I “migliori” da noi, studenti ed insegnanti, devono sgomitare non per farsi valere, ma per esistere. In Fuck You, Prof! non è un caso che il solo in grado di rimettere in riga i ragazzi e motivarli fino in fondo, tanto da riuscire a trasformarli da cinici ragazzi sulla via del crimine in studenti appassionati, non sia un professore. Siamo nella finzione, certo, ma anche questo aspetto può aiutarci a comprendere meglio l’importanza di un dialogo fra docenti ed allievi che si basi su un sistema meritocratico.

Per quanto riguarda il regista Bora Dagtekin e tutto il resto della troupe di Fuck You, Prof!, hanno realizzato il sequel del film che uscito il 10   settembre 2015 in Germania ha nuovamente sbancato i botteghini tedeschi con un’altra avventura esilarante del Professor Zeki Müller (Elyas M’Barek) e della sua ‘collega’ Lisi Schnabelstedt (Karoline Herfurth). Insieme ai ‘terribili’ studenti della “Scuola Superiore Goethe” questa volta i due insegnanti se ne andranno anche in Thailandia per rendere ancora più deliranti e divertenti le loro storie.

∎∎∎

La CAMiMOVIEche, in partnership con Medusa ha distribuito come primo film French Connection (uscito il 26 marzo 2015), è una nuova società del Gruppo Abate (Industrie Abate Holding). Dopo l’ingresso nel mondo televisivo, avvenuto lo scorso gennaio con la nascita dell’emittente a carattere regionale (Campania) Piuenne, entra anche nel mondo del cinema con una nuova società che va ad ampliare ed arricchire le numerose e solide realtà del Gruppo. La CAMiMOVIE, infatti, si occupa di produzione e di distribuzione cinematografica. Il secondo film distribuito è stato un sequel attesissimo, uno degli horror più apprezzati ed elogiati dalla critica, Wolf Creek 2 – La preda sei tu, che è arrivato nelle sale italiane il 10 giugno 2015. Nel 2005 l’australiano Greg Mclean ha diretto Wolf Creek, presentato al Sundance Film Festival, che è diventato subito un film cult, passando in diverse manifestazioni cinematografiche e vincendo innumerevoli premi. Il seguito, sempre diretto da Mclean, per alcuni critici è perfino migliore dell’originale.

Il terzo film è Fuck You, Prof! (titolo originale: Fack ju Göhte) di Bora Dagtekin, una divertentissima e scorretta commedia ambientata in un liceo made in Germany che arriverà nelle sale italiane il 15 ottobre. E se qualcuno pensa che i tedeschi non abbiano senso dell’umorismo si ricrederà con questo film che ha ottenuto un enorme successo di pubblico in Germania: sei milioni di biglietti dalla sua uscita, guadagnando più di 60 milioni di euro al box office tedesco. Last but not least, a novembre uscirà nelle sale italiane Un momento di follia (titolo originale: Un moment d’égarement) diretto da Jean-François Richet con Vincent Cassel e François Cluzet, remake del film di Claude Berri del 1977. Una commedia uscita in Francia a giugno del 2015, che ha conquistato immediatamente il podio al box office nel primo weekend e che ha suscitato un grande dibattito sulla stampa. Come accadde alla fine degli anni ’70 con il film di Berri che fu definito scandaloso, oggi più che mai la storia di un uomo di oltre quarant’anni che cede alle lusinghe di un’adolescente fa molto discutere. Antoine (François Cluzet) e Laurent (Vincent Cassel) sono amici di vecchia data e decidono di passare le vacanze in Corsica con le rispettive figlie: Louna di 17 anni e Marie di 18. Una sera sulla spiaggia, Louna seduce Laurent. La ragazza si innamora dell’amico del padre mentre per lui è stato solo ‘un momento di follia’ di cui ora dovrà affrontare le conseguenze… Per quanto tempo riuscirà a mantenere il segreto con l’amico Antoine?

fuck you prof 5

NOTE

Fuck You, Prof! è stato distribuito dalla Constantin Film nei cinema tedeschi e ha realizzato più di 6 milioni di biglietti venduti ed un incasso ai botteghini di oltre 60.000.000 di euro.

La stessa casa di distribuzione il 10 settembre 2015 ha fatto uscire il sequel, Fack Ju Göhte 2 sempre diretto da Bora Dagtekin sempre con Elyas M’Barek, Karoline Herfurth, tutto il cast del primo film più qualche new entry e il risultato è stato nuovamente strabiliante. Fack Ju Göhte 2 ha guadagnato 2.1 milioni di euro nel primo fine settimana ed era arrivato a 17.7 milioni di euro nel giro di dieci giorni. Questo segna la migliore apertura in Germania per un film dall’inizio di quest’anno e segna, inoltre, il migliore debutto di un film tedesco mai ottenuto. Un vero record.

Fuck You, Prof! è stato prodotto da Lena Schömann e Christian Becker (Turkish for Beginners; Vorstadtkrokodile 1-3; Wickie und die starken Männer); è una produzione Rat Pack Filmproduktion in coproduzione con la Constantin Film. La commedia ha ricevuto finanziamenti dal FilmFernsehFonds della Baviera, dal Medienboard Berlin-Brandenburg, dal Federal Film Board (FFA – Commissione Federale per il Cinema) e dal German Federal Film Fund (DFFF – Fondo Federale Tedesco per il Cinema).

L’ALTRA HEIMAT – CRONACA DI UN SOGNO di Edgar Reitz al cinema per due giorni

Ricevo e volentieri pubblico

RIPLEY’S FILM, VIGGO e NEXO DIGITAL

sono liete di presentare

il nuovo episodio della monumentale saga che ha conquistato l’Italia

 L’ALTRA HEIMAT

Cronaca di un sogno

 

di Edgar Reitz

Dopo il grande successo raccolto alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto Film Festival arriva nelle sale italiane l’ultimo geniale lavoro del regista tedesco che con la saga di Heimat ha dato vita a un fenomeno di culto scatenando uno dei dibattiti cinematografici più appassionati e profondi di tutto il Novecento

 

 HEIMAT_poster_web

Al cinema per due giorni, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile

 Oggi in Germania abbiamo molta difficoltà ad immaginare cosa significhi davvero “emigrazione”, perché conosciamo solo l’altro lato del problema: siamo diventati noi stessi un paese di immigrazione (…). È possibile che una storia che descrive il modo in cui la gente lasciava la propria patria non contribuisca a capire meglio gli immigranti di oggi? Che cosa significava un addio allora? Per quanto tempo le persone si portavano addosso, nelle loro nuove case, il dolore di questa partenza?

Edgar Reitz

Il paese è sempre Schabbach, nell’Hunsrück, la regione dove Edgar Reitz nacque nel 1932. La famiglia è ancora la protagonista della trilogia di Heimat: è la famiglia Simon, attraverso cui il regista tedesco ha raccontato la storia del suo Paese, dalle macerie della prima guerra mondiale agli anni 2000.

Con L’altra Heimat. Cronaca di un sogno la monumentale saga di Reitz, che in Italia si rivelò un vero e proprio fenomeno di culto riscuotendo un successo enorme e scatenando appassionati dibattiti sul tema della serialità, giunge al suo quarto capitolo, concepito appositamente per il cinema. Il discorso provvisoriamente concluso nel 2006 riprende, tornando indietro nel tempo al 1843, sempre nell’immaginaria Schabbach, dove la famiglia Simon lavora e lotta contro la morte e dove il figlio Jakob fugge dalla fatica quotidiana immergendosi nei libri e nel sogno di un Nuovo Mondo. Lo stesso sogno che accompagna la grande emigrazione di migliaia di europei nell’America del Sud, nel tentativo disperato di sottrarsi alle carestie, alla povertà e al dispotismo che dominavano i loro paesi perché, come recita il loro motto, “Qualunque sorte è migliore della morte”.

L’altra Heimat. Cronaca di un sogno (Die Andere Heimat – Chronik einer Sehnsucht) di Edgar Reitz nasce da diversi mesi di ricerche condotte dal regista con Gert Heidenreich (che assieme a lui firma la sceneggiatura) per raccogliere storie di famiglie dell’Hunsrück, esaminando archivi e collezioni private e studiando, nel modo più autentico possibile, le vite dei contadini della Renania della metà dell’Ottocento. Il film arriva nelle sale italiane solo per due giorni, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile, dopo il successo di critica raccolto alla 70. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e viene presentato in Italia da Ripley’s Film, VIGGO e Nexo Digital (l’elenco delle sale sarà a breve disponibile su www.nexodigital.it).  L’evento è promosso da MYmovies.it.

Mentre girava Heimat 3, Reitz ricevette la lettera di un’infermiera che lavorava in un ospedale di Porto Alegre. La donna lo aveva visto in un reportage televisivo brasiliano dedicato al cinema tedesco e, notando la sua somiglianza col Dottor Reitz, titolare della clinica in cui lavorava, si chiedeva se esistesse una parentela tra i due. Alcuni mesi più tardi la stessa infermiera fece avere al regista un libro dal titolo Genealogia della famiglia Reitz in Brasile, scritto dal sacerdote cattolico Raulino Reitz, che all’inizio degli anni ’60 aveva condotto alcune ricerche sulla sua famiglia in Brasile. Il volume fece scoprire a Reitz che in effetti gli antenati della brasiliana famiglia Reitz erano originari del villaggio di Hirschfeld, a soli quindici chilometri da Morbach, suo paese natale.

Commento del regista

Il tempo che ci separa dagli eventi di questa storia è di appena 160 anni, ma si è trattato di un viaggio in una Germania molto diversa e quasi completamente dimenticata, in un paese sfigurato da una miseria opprimente. Occorre un grande sforzo d’immaginazione per capire che meno di un secolo e mezzo fa gli abitanti del nostro erano costretti a sbarcare il lunario in condizioni incomparabili con quelle di qualsiasi luogo del mondo odierno. A partire da Schabbach ci siamo esercitati a osservare la vita contemporanea con gli occhi di un estraneo ed è stato terribile vedere quanto apparissero di colpo apocalittici il consumismo, l’egocentrismo e le pretese esagerate della nostra società frammentata. Di fatto, uno degli effetti di Die andere Heimat è forse quello di indurre il pubblico a fermarsi per un istante e a vivere il diverso ritmo che permetteva ai nostri antenati di sopravvivere. In fondo, potrebbe essere ancora quello il vero ritmo del nostro cuore.

 

La saga di Heimat

Girato in parte in bianco e nero e in parte a colori, Heimat (che prende il nome dalla parola tedesca che indica la casa o il luogo natio) fu presentato in anteprima nel 1984 alla 41ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, raccogliendo un enorme consenso di critica. Suddiviso in 11 episodi per un totale di 924 minuti, il film narra la storia della famiglia Simon e di Schabbach, villaggio immaginario dell’Hunsrück, regione d’origine del regista. Dieci anni dopo, nel 1992, uscì  Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza e nel 2004 arrivò Heimat 3 – Cronaca di una svolta epocale. L’altra Heimat. Cronaca di un sogno è stato presentato a Venezia nel 2013 e esce ora nei cinema italiani per due giorni, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile, distribuito da Ripley’s Film, VIGGO e Nexo Digital.

Edgar Reitz

Nato nel 1932 a Morbach è uno degli esponenti di punta del Nuovo Cinema Tedesco. Dopo il diploma di maturità si trasferisce a Monaco di Baviera e comincia a lavorare nel cinema in vari ruoli, dallo sceneggiatore al montatore, dall’aiuto regista al direttore della fotografia. Nel 1962 è tra i registi firmatari, insieme a Herzog, Kluge, Fassbinder, von Trotta, del Manifesto di Oberhausen che denunciava la crisi del cinema tedesco e auspicava l’inizio di un nuovo corso, economico ed estetico, per la settima arte in Germania. Dopo aver diretto diversi cortometraggi, nel 1967 debutta nel film lungo con la storia d’amore Mahlzeiten, che alla Mostra di Venezia vince il Premio come Miglior Opera Prima. Due anni dopo torna a Venezia con Cardillac e successivamente gira diversi film in co-regia (come il collettivo Das Goldene Ding, 1971, presentato alla Mostra) e lungometraggi (come Geschichten vom Kübelkind, 1971, Die Reise nach Wien, 1973, e Il sarto di Ulm, 1978). Il successo internazionale arriva proprio a Venezia con la proiezione in anteprima del capolavoro di Reitz, l’opera monumentale Heimat (1984), serie per la televisione in undici episodi della durata complessiva di 924 minuti che racconta una lunga saga famigliare intrecciata con la storia della Germania dal 1919 al 1982. Il progetto sulla storia recente della Germania proseguirà con i film, tutti presentati a Venezia, Die Zweite Heimat Chronik einer Jugend (Heimat 2. Cronaca di una giovinezza, 1992), ambientato tra il 1960 e il 1970, Heimat 3. Chronik einer Zeitenwende (Heimat 3. Cronaca di una svolta epocale, 2004), che racconta gli anni dal 1989 al 2000 e Heimat. Fragmente (2006), complemento alla trilogia composto da scene tagliate e materiali inediti. Reitz è tornato a Venezia 70 fuori concorso con Die Andere Heimat. Chronik einer Sehnsucht (Home From Home. Chronicle of a Vision), ambientato nella Prussia di fine Ottocento.

 

RIPLEY’S FILM

Nata nel 2000 come società di distribuzione, la RIPLEY’S FILM ha un catalogo caratterizzato da una ricca ed importante selezione di autori: Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Nikita Michalkov, Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Luigi Zampa, Vittorio De Sica, Tinto Brass, Alessandro Blasetti, Mario Camerini e altri ancora; catalogo di oltre 700 film che spazia dal cinema d’autore al peplum, dal dramma alla commedia italiana. Nel corso degli ultimi anni ha intensificato i propri rapporti col mercato estero sia attraverso la promozione e vendita del proprio catalogo, sia attraverso l’acquisizione di film per il mercato italiano, intessendo rapporti con società come Roissy Films, Gaumont, Pathé, Reverse Angle, Channel 4 Int., Hanway Films, BFI, The Match Factory, Arte, Werner Herzog Production, Rezo Films, Celluloid Dreams e altri ancora. Dal 2002 ha creato una divisione home video, la RIPLEY’S HOME VIDEO, attiva sul mercato italiano e, ad oggi, considerata una delle più qualificate società home video europee sotto il profilo qualitativo e commerciale, con un catalogo di oltre 300 titoli. Attiva nel settore della produzione, Maria Denis (2004) diretto da Gianfranco Mingozzi, Pasolini prossimo nostro (2006) diretto da Giuseppe Bertolucci, Un altro pianeta (2008) diretto da Stefano Tummolini (2008) dal 2006 si è impegnata anche sul fronte della distribuzione theatrical portando nelle sale italiane Pasolini prossimo nostro (2006) di Giuseppe Bertolucci e poi Joe Strummer: The Future Is Unwritten (2007) di Julien Temple, Black House (2007) di Shin Terra, Exiled (2006) di Johnnie To, Invincibile (2001) di Werner Herzog, Un altro pianeta (2008) di Stefano Tummolini, Tony Manero (2008) di Pablo Larraín, Teza (2008) di Hailè Gerima, Taxi To The Dark Side (2007) di Alex Gibney, Amore & altri crimini (Love and Other Crimes, 2008) di Stefan Arsenijević, Nat e il segreto di Eleonora (Kérity, la maison des contes, 2009) di Dominique Monféry. Nel 2014 ha distribuito Hannah Arendt (2012) di Margarethe Von Trotta in collaborazione con NEXO DIGITAL.

VIGGO

Nata da pochi mesi ha di recente riportato in sala, in collaborazione con RIPLEY’S FILM e NEXO DIGITAL, Il cielo sopra Berlino (1987) e Paris, Texas (1984): i due capolavori diretti da Wim Wenders di cui la VIGGO ha di recente acquisito i diritti di tutta la library grazie ad un accordo con la Wim Wenders Stiftung.

NEXO DIGITAL

Nasce dalla competenza di oltre 60 anni di esperienza nel settore dell’esercizio e della distribuzione cinematografica. Pioniere e leader sul mercato mondiale nell’ambito della distribuzione di EVENTI AL CINEMA in alta definizione – dai concerti alle mostre d’arte, dai documentari agli spettacoli teatrali, dal balletto agli anime – Nexo Digital si impegna nella diffusione di eventi di qualità e di valore culturale e sociale, a favore di un modo nuovo di vivere il cinema. In Italia tra gli ultimi titoli di grande successo di Nexo Digital Justin Bieber Believe, One Direction. Where we are, Modà. Come in un film, Nick Cave. 20.000 Days on Earth, David Bowie is, Hermitage, Musei Vaticani 3D. Sempre nel corso del 2014 nell’ambito di un’espansione internazionale del proprio business, Nexo Digital ha offerto una slate di prodotti unici ai propri partner internazionali: la cerimonia di Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e di Papa Giovanni Paolo II in diretta da Piazza San Pietro a Roma (proposta nelle sale di 20 paesi del mondo in 3D), Musei Vaticani 3D e A Hard Day’s Night. Tutti i dettagli e il calendario degli eventi Nexo Digital sono disponibili e sempre aggiornati su www.nexodigital.it.