LA RECENSIONE DI MARINA: STEVE JOBS di Danny Boyle

Dopo una lunga attesa, ecco, finalmente, nelle sale italiane, dal 21 gennaio, il biopic su Steve Jobs diretto da Danny Boyle.

jobsLa vicenda si svolge nel backstage prima delle presentazioni ufficiali dei più importanti prodotti ideati da Jobs: il Macintosh, il NeXT e l’iMac. Le vicende professionali del protagonista si intrecciano con quelle personali, in particolare riguardanti il rapporto di Jobs con la figlia Lisa e con la madre di lei, Chrisann (interpretata da una bravissima Katherine Waterston, che abbiamo avuto modo di ammirare recentemente in “Vizio di forma” di Paul Thomas Anderson).

fassbender-jobs (1)Quello che vediamo è uno Steve Jobs nella vita di tutti i giorni: non vediamo il suo successo, non vediamo l’ideazione delle sue invenzioni, non vediamo la sua morte, argomenti trattati in modo ormai esaustivo in precedenti biopic.

steve_jobsLa peculiarità di questo ultimo lungometraggio di Boyle è, in realtà, una sceneggiatura robusta ed importante, merito di Aaron Sorkin (autore, tra l’altro di “Nemico pubblico”, “The social network” e “L’arte di vincere”), il quale è riuscito a redigere uno script che vanta una struttura di ferro, oltre a dialoghi serrati capaci di tenere lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine. Con un testo che potrebbe essere benissimo messo in scena anche in palcoscenico, il dietro le quinte diventa il palcoscenico stesso, luogo in cui si intrecciano imprevisti, sogni, vicende professionali e private. Possiamo dire, a questo punto, che Danny Boyle si è limitato (seppur ottimamente) solo a raccontare per immagini un testo che è, per forza di cose, diventato l’attore principale di tutto il lungometraggio. E tutto ciò riesce a delineare personaggi poliedrici e fortemente empatici, interpretati, tra l’altro, da un cast di tutto rispetto.

lead_960Volendo concentrarci sugli interpreti, dunque, non possiamo non tessere le lodi del grande Michael Fassbender nel ruolo di Steve Jobs: il suo Jobs non vuole essere a tutti i costi la fotocopia  del compianto imprenditore della Apple, bensì un personaggio credibile, empatico, straordinariamente umano, con tutti i suoi sbagli e le sue debolezze. Una grande padronanza del corpo e della gestualità fanno sì che si abbia l’impressione di trovarsi davanti al vero Jobs stesso. Per questa sua performance, Fassbender ha ottenuto la nomination al Premio Oscar alla Miglior Interpretazione Maschile. E chissà se quest’anno l’Academy ci sorprenderà.

steve-jobsNotevole anche Kate Winslet (ormai una garanzia), nel ruolo di Johanna Hoffman, assistente-ombra di Steve Jobs, nonché una sorta di “grillo parlante” dello stesso. E che dire di Jeff Daniels, nel ruolo dell’ingegnere John Sculley? A circa metà del lungometraggio, il dialogo serrato tra quest’ultimo e Fassbender lascia lo spettatore senza fiato, grazie anche ad un montaggio magistrale (opera di Elliot Graham), oltre alla presenza, sullo schermo, di due veri e propri mostri sacri.

Se ne è parlato a lungo, si è rivelato una piacevole sorpresa. “Steve Jobs” di Danny Boyle (e Aaron Sorkin) è un interessante prodotto presente in sala. Una visione che lascia decisamente appagati.

VOTO: 8/10

Marina Pavido