Nelle sale italiane dal 19 novembre, “Miss Julie” è l’ultima fatica da regista della celebre attrice norvegese Liv Ullmann.
La giovane Julie, figlia di un ricco barone ed orfana di madre da quando era ancora una bambina, è un’affascinante quanto altezzosa venticinquenne convinta di poter ottenere tutto con il comando. John è un servo che abita nel suo palazzo, da sempre innamorato di lei e legato alla cuoca Kathleen. Tutto ha inizio la sera dei preparativi per la festa di mezza estate. In questa notte in cui il sole non tramonterà, gli equilibri verranno completamente stravolti e ogni personaggio sarà costretto a calare la propria maschera.
Tratto dall’omonima opera teatrale del celebre drammaturgo svedese August Strindberg, il lungometraggio della Ullmann rispetta appieno i canoni della tragedia greca. Pochi i personaggi, solo tre, una storia apparentemente semplice e banale, ma che – in piena linea con la tradizione nordeuropea – riesce a scavare nell’animo di ogni singolo protagonista, rivelando le mille sfaccettature delle personalità di queste figure che da subito riescono ad entrare in empatia con lo spettatore.
L’equilibrio iniziale si regge sulle maschere che ognuno di loro ha indossato per molti, troppi anni. Nel corso della nottata le maschere verranno calate e gli equilibri stravolti. Si tratta di un ribaltamento di ruoli continuo in tutto il film: dapprima la giovane Julie è il carnefice, autoritaria e viziata padrona di casa che pensa che tutto le sia dovuto; i servitori sono, invece le vittime di questo suo modo di fare dispotico ed autoritario. Eppure, entrando nel vivo della vicenda, ci si accorge che in realtà è proprio Julie ad essere vittima di chi la circonda e, soprattutto, di sé stessa e, più in generale, dell’ambiente in cui vive. Fino al climax finale.
Liv Ullmann è stata molto abile a raccontarci, con una regia sapiente e consapevole, queste mille sfaccettature dei protagonisti: i primi piani ci mostrano il personaggio che sta tirando fuori il vero sé, mentre le figure intere ci mostrano la farsa, la recita che ognuno di loro sta mettendo in scena, quasi come se ci si trovasse davvero ad assistere ad un’opera teatrale. Per fortuna anni di collaborazione con il grande maestro Ingmar Bergman hanno dato i loro frutti.
Un’ulteriore nota di merito va agli interpreti: Jessica Chastain, Colin Farrell e Samantha Morton. Ognuno di loro ha saputo essere all’altezza del proprio ruolo ed ha dimostrato di conoscere a fondo il proprio personaggio.
“Miss Julie” non è il solito dramma sentimentale o la solita trasposizione teatrale che al cinema rende molto meno rispetto ad un palcoscenico. E’, soprattutto, un viaggio all’interno della mente umana, in una società conservatrice, benpensante ed ipocrita. Attuale, coinvolgente e mai pretenzioso, trascina lo spettatore in un crescendo di emozioni e riesce a mantenere il ritmo giusto fino alla fine.
VOTO: 8/10
Marina Pavido