LA RECENSIONE DI MARINA: SECONDA PRIMAVERA di Francesco Calogero

Nelle sale italiane dal 4 febbraio, “Seconda primavera” è l’ultimo lungometraggio diretto dal regista messinese Francesco Calogero.

secondaprimaveraAndrea è un architetto cinquantenne rimasto solo dopo la morte, in circostanze misteriose, della moglie e della figlioletta che questa portava in grembo. La sua vita cambia quando accoglie nella sua vecchia casa in riva al mare la studentessa Hikma, incinta di pochi mesi, ed il compagno di lei Riccardo, il quale ha appena divorziato dalla moglie Rosanna.

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Il lungometraggio di Calogero racconta le stagioni della vita, dalla prima infanzia alla maturità, quattro storie che si incrociano e che, inevitabilmente, finiranno per influenzarsi a vicenda. Potenzialmente interessante, il film si è, però, rivelato una vera e propria delusione.

seconprIn primo luogo ci sono i dialoghi, banali e spesso inconsistenti, oltre ad essere ricchi di frasi fatte e luoghi comuni, come, del resto, tutto il film. Persino la recitazione degli attori lascia molto a desiderare, nonostante la presenza di interpreti del calibro di Anita Kravos e Nino Frassica (qui in un piccolo ruolo). Dal punto di vista della regia, alcuni movimenti di macchina, in particolare i primi piani, che vorrebbero stare a sottolineare la drammaticità di alcune scene, hanno, invece, come effetto un che di grottesco e di irreale. L’impressione che si ha è che questo film, nonostante tutto, sia nato con non poche pretese, sia dal punto di vista della sceneggiatura che della regia. Le sfumature delle numerose personalità che qui si incontrano non sono trattate con cura ed attenzione come meriterebbero, creando, così, un effetto da fiction televisiva della peggior specie. Peccato, perché l’idea di queste quattro stagioni della vita che vengono in contatto tra loro sarebbe potenzialmente piuttosto interessante. L’effetto finale, come già lo si può intuire, è involontariamente comico.

secpUltima considerazione: il film è ricco di citazioni cinematografiche. Già il titolo in sé, oltre alla struttura stessa del film, rimanda al capolavoro di Kim Ki-Duk “Primavera, estate, autunno, inverno..e ancora primavera”, e spesso il regista ha strizzato l’occhio anche ad Alfred Hitchcock, citando “La donna che visse due volte” sia mediante alcuni elementi narrativi, che con il nome della boutique della prima moglie del protagonista. Per arrivare a tali risultati, però, di strada ce n’è ancora da fare parecchia.

In conclusione “Seconda primavera” di Francesco Calogero è un film che promette molto, ma che regala poco. Uno dei tanti lungometraggi destinati a finire nel dimenticatoio.

VOTO: 3/10

Marina Pavido