TORINO FILM FESTIVAL 2015: LO SCAMBIO di Salvo Cuccia in CONCORSO

Ricevo e volentieri pubblico

 “LO SCAMBIO” DI SALVO CUCCIA IN CONCORSO AL 33TFF

UNA STORIA DI CRIMINI TRATTA DA FATTI REALMENTE ACCADUTI

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Lo Scambio di Salvo Cuccia arriva in concorso al 33° Festival di Torino. Con questo film Cuccia, autore prolifico e versatile, firma il suo primo lungometraggio di finzione. La pellicola è basata su fatti realmente accaduti a metà degli anni ’90.  Alla sceneggiatura ha partecipato Alfonso Sabella.

L’azione si svolge in una Palermo a luce fredda nell’arco temporale di un unico giorno dove personaggi senza nome scivolano verso il loro destino. Un commissario di polizia affronta la sua giornata lavorativa dopo aver cercato di tranquillizzare la moglie che versa in un stato di depressione, tormentata dal pensiero dei bambini mai avuti. Al mercato due killer sparano a due ragazzi: uno muore e l’altro è in fin di vita. Il commissario interroga un terzo ragazzo, legato ai primi due. La moglie del commissario è in pena per un bambino sequestrato due anni prima: forse il marito non ha agito come avrebbe dovuto per liberarlo? È questo il motivo per cui lei non ha avuto figli?

BARABARA TABITA LO SCAMBIO1 Poi tutto si evolve, aldilà delle apparenze, svelando gli inquietanti contorni di una storia fatta di cause ed effetti, in cui i crimini perpetrati si ripercuoteranno non solo su chi li subisce, ma anche su chi li compie. E da cui nessuno, in un modo o in un altro, rimarrà immune. Il tema principale sembra essere la quotidianità di una coppia in un contesto di criminalità, in una “silenziosa e asettica normalità”.

Tre dei personaggi principali interpretati da  Filippo Luna, Barbara Tabita e Paolo Briguglia rappresentano il cuore, la mente, la coscienza di ciò che avviene. Nel cast li affiancano Maziar Firouzi, Vincenzo Pirrotta, Tommaso Caporrimo, Antonio Buscemi, con l’amichevole partecipazione di Orio Scaduto.

Ho intervistato Alfonso Sabella, magistrato che negli anni ’90 era stato nel pool antimafia di Giancarlo Caselli subito dopo le stragi di Falcone e Borsellino e delle loro scorte – spiega Salvo Cuccia parlando della genesi del film  – L’ho subito ammirato per il coraggio e la determinazione con cui, giovanissimo condusse indagini molto importanti che produssero gli arresti di alcuni grandi capi di Cosa Nostra. Il soggetto del film – dice il regista –  è nato in seguito ad alcuni incontri con Alfonso Sabella. In particolare mi appassionò la storia di tre ragazzi uccisi dalla mafia di cui due con assoluta certezza non avevano nulla a che fare con la criminalità. Circondate da un’aura di silenzio e spesso dimenticate, molte vittime erano morte senza avere nessuna responsabilità o coinvolgimento in fatti di mafia. La mia indagine da profano si allargò anche ai carnefici e alle loro vite. Le storie vere contenevano già una drammaturgia e un senso compiuto come storie morali, fatte di cause ed effetti. Ci tenevo  molto – conclude Cuccia – a raccontare dei fatti realmente accaduti estrapolandoli dalla cronaca per trasporli in una dimensione di finzione, di puro cinema, di dramma”.

Alla scrittura del film oltre alla stretta collaborazione di Alfonso Sabella hanno lavorato  con il regista anche Marco Alessi e Federica Cuccia.

Lo Scambio  è prodotto da Eleonora Cordaro Abra&Cadabra in collaborazione con Rai Cinema e in collaborazione con Gianluca Fernandez, Francesco Galvagno Elenka, Baraera, Michael Sevholt Shoot and Post, Marco Alessi per Dugong.

Con il supporto di Regione Siciliana Assessorato Turismo Sport Spettacolo  – Ufficio Speciale per il CinemaSicilia Film Commission.

MAURO C’HA DA FARE di Alessandro di Robilant dal 18 giugno al Cinema Filmstudio Roma

Ricevo e volentieri pubblico

Dal 18 giugno al Cinema Filmstudio Roma  “Mauro c’ha da fare”
lungometraggio di Alessandro di Robilan

l’unico film girato in Sicilia che non parla di mafia

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Sarà in programmazione al Filmstudio di Roma (via degli Orti d’Alibert, 1/c) a partire dal 18 giugno prossimo “Mauro c’ha da fare”, lungometraggio diretto da Alessandro di Robilant (Il Giudice ragazzino, Per sempre, MarPiccolo), l’unico film girato in Sicilia che non parla di mafia. Il film, dopo essere uscito in diverse sale siciliane e in attesa di uscire nelle città capozona,  approda a Roma e il cast sarà in sala il 18 giugno alla proiezione delle 20.30.

Prodotto da 095mm, sceneggiato dal regista con Alessandro Marinaro, il film racconta la storia di Mauro Magazzino, trentenne con due lauree e nessuna possibilità di futuro nel piccolo paese del sud Italia in cui vive. Frustrato dall’impossibilità di utilizzare il proprio talento, diventa preda della sua stessa intelligenza, che si aggroviglia su se stessa, dando vita a tragicomiche ribellioni.
Protagonista assoluto della pellicola è Carlo Ferreri (Il capo dei capi, Borsellino, I cento passi), attore poliedrico che ha lavorato in tournée nazionali, diretto da prestigiosi registi come Antonio Calenda, Armando Pugliese, Lamberto Puggelli.

Il cast è inoltre formato dal premio Hystrio, Evelyn Famà e da Massimo Leggio, Andrea Borrelli, Cettina Bonaffini.

Ciò che mi ha spinto a girare questo film – dichiara il regista – è stata la voglia di raccontare una storia siciliana lontana dai soliti argomenti trattati quando si parla di Sicilia. Questo è un film che racconta una Sicilia che non si differenzia più, come una volta, dal resto del Paese, essendo afflitta dagli stessi problemi che ormai accomunano l’intera nazione. Per questo è uno dei pochi film girati in Sicilia che non parla di mafia”.
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Il regista
Laureato in regia presso la London Film School, Alessandro di Robilant inizia a lavorare nel mondo del cinema come assistente di registi del calibro di Monicelli, Lattuada e Comencini. Tra i suoi film più significativi “Il Giudice Ragazzino”, sulla vita di Rosario Livatino – premiato con l'”Angelo azzurro” al festival del cinema di Berlino, e con il David di Donatello per il protagonista Giulio Scarpati; “La Voce del Sangue”, sempre con Giulio Scarpati; “Per Sempre” con Giancarlo Giannini e Francesca Neri; “MarPiccolo”, che racconta le vicissitudini di un giovane criminale nella città di Taranto, devastata dai fumi dell’Ilva.

La produzione
095mm si impegna per la prima volta nella produzione di un lungometraggio. La società catanese, che opera nel settore audiovisivo da 11 anni, si è già distinta per i suoi lavori cinematografici in ambito nazionale ed internazionale. “Buongiorno, sig. Bellavista” ha ottenuto oltre 15 premi in circuiti festivalieri, tra cui miglior cortometraggio all’“Italian Contemporary Film Festival 2013” di Toronto (gemellato al TIFF). “Motore!” è stato vincitore del Festival del Corto 2010 de “La 25ora” su La7. Entrambe le opere sono state scritte e dirette da Alessandro Marinaro.

Per informazioni:

Filmstudio
Via degli Orti d’Alibert 1/c – Roma -Trastevere

www.filmstudioroma.com

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SABINA GUZZANTI presenta LA TRATTATIVA a Bari

Ricevo e volentieri pubblico

 

Circuito D’Autore

presenta

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incontro con la regista martedì 14 ottobre h 20.30 cinema Nuovo Splendor

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Appuntamento speciale per il Circuito D’Autore di Apulia Film Commission: martedì 14 ottobre, prima dello spettacolo delle 20.30, nella sala Nuovo Splendor di Bari ci sarà Sabina Guzzanti per presentare il suo nuovo film “La trattativa” uscito pochi giorni fa. L’attrice e regista interverrà in sala e parteciperà a un incontro cui interverranno anche Stefano Costantini – capo redattore di Repubblica Bari – e l’avvocato penalista Michele Laforgia.

Distribuito dalla BIM e presentato fuori concorso, non senza reazioni, alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, “La Trattativa” indaga la vicenda della trattativa Stato Mafia e lo fa affidandosi agli attori Enzo Lombardo, Sabino Civilleri, Filippo Luna, Franz Cantalupo, Michele Franco, Nicola Pannelli, Claudio Castrogiovanni, Sergio Pierattini, Maurizio Bologna, Ninni Bruschetta e la stessa Guzzanti.

Sinossi
Di cosa si parla quando si parla di trattativa? Delle concessioni dello stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Di chi ha assassinato Falcone e Borsellino? Dell’eterna convivenza fra mafia e politica? Fra mafia e chiesa? Fra mafia e forze dell’ordine? O c’è anche dell’altro? Un gruppo di attori mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come trattativa stato mafia, impersonando mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto. Così una delle vicende più intricate della nostra storia diventa un racconto appassionante.

NOTE DI REGIA

Sento che spesso i registi nelle interviste, alla domanda: “cosa ti piace del tuo mestiere?”, rispondono: “mi piace raccontare delle storie”. È un ottimo modo per dare una risposta breve a una domanda impossibile, ma certo suona un po’ come una banalità. Eppure se mi domandassero ora: cosa ti è piaciuto nel realizzare questo film? Risponderei: “mi è piaciuto riuscire a raccontare questa storia”.

La sceneggiatura

La sfida più grande è stata proprio questa: riuscire a trasformare un mucchio di libri, articoli, di verbali, ore e ore di registrazioni di sedute processuali, in una storia. Quello che scoprivo mentre leggevo e studiavo, mi emozionava e mi sconvolgeva, e cosi mi veniva spontaneo raccontare ad amici e conoscenti gli episodi legati alla trattativa e trovando, ogni volta, mentre parlavo, collegamenti diversi, cancellando e aggiungendo episodi e personaggi.

“Recitando” personaggi e situazioni per non annoiare gli interlocutori, riuscivo a capire sempre meglio le ragioni che potevano aver spinto qualcuno a comportarsi come si era comportato, e le istituzioni a reagire come avevano reagito. Osservando le reazioni di chi mi ascoltava, scoprivo che i più trovavano questi racconti finalmente chiari,anche quando si trattava di fatti che erano stati a lungo al centro del dibattito pubblico. Ho pensato che la chiarezza che ottenevo fosse merito dell’umanizzazione del racconto e ho privilegiato questa strada.

Info dautore.apuliafilmcommission.it