VENEZIA 73 – ONE MORE TIME WITH FEELING di Andrew Dominik

one-more-feelingTITOLO: ONE MORE TIME WITH FEELING; REGIA: Andrew Dominik; genere: documentario; anno: 2016; paese: USA, GB; durata: 112′

Presentato fuori concorso alla 73° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, One more time with feeling è l’ultimo lavoro dell’acclamato regista statunitense Andrew Dominik, già apprezzato per L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford e Cogan – Killing them softly.

Realizzato interamente in 3D, con un bianco e nero talvolta poco contrastato e decisamente contemplativo, questo ultimo lavoro di Dominik ci mostra un Nick Cave fino ad ora sconosciuto, un Nick Cave che non ha paura di raccontare – davanti alla macchina da presa – il suo passato, il suo rapporto con le canzoni da lui composte, i suoi affetti ed il suo recente dolore, in seguito alla morte prematura del figlio Arthur.

Quel che fin da subito colpisce è un particolare uso del 3D che prevede – inizialmente, quando il protagonista non si è ancora del tutto svelato – immagini spesso fuori fuoco e movimenti di macchina che sembrano ancora incerti. Immagini che, però, si fanno via via sempre più definite, man mano che il personaggio si svela a noi, e movimenti di macchina che si trasformano in lunghi piani sequenza e carrellate che ricordano quasi una danza con una coreografia ben strutturata e particolarmente curata.

Non vi sono domande e risposte. Fatta eccezione per qualche breve interazione, il regista non interviene quasi mai. Cave si limita a raccontare e a raccontarsi in una sorta di flusso di coscienza, facendo sì che il tutto scorra come un fiume in piena. Interessante, inoltre, anche il discorso sulla narratività che fa il cantante durante i primi minuti, parlando dei testi delle sue canzoni, prive, appunto, di un preciso andamento narrativo. La narrazione – secondo Cave – non fa parte della vita, in quanto ognuno di noi segue un iter a sé. Lo stesso vale per i testi delle canzoni da lui composte, così come anche per la struttura narrativa di tutto il documentario, che, dunque, risulta perfettamente in linea con il modo che ha il cantante di concepire la propria arte.

E poi c’è il metacinema. Sovente capita di vedere in campo macchine da presa e carrelli. Talvolta, addirittura, è lo stesso Cave a menzionare i vari macchinari presenti. Ed ecco che è il mezzo cinematografico stesso a prendere coscienza di sé e a mostrarsi in tutta la sua complessità. Il tutto fa sì, di conseguenza, che il documentario proceda su due livelli paralleli: da un lato abbiamo Cave ed il suo scoprirsi e raccontarsi, dall’altro abbiamo il cinema in quanto espressione artistica, il quale, analogamente a quanto fa il cantante, ci mostra – deciso ma mai “prepotente” – la sua imprescindibile presenza.

La complessità di tale opera non può non far riflettere sulla regia di Andrew Dominik e sulla sua evoluzione nel corso della carriera. Il cineasta statunitense ha fin da subito dimostrato un grande talento nella gestione degli spazi, così come dei personaggi fin dalla sua opera prima, Chopper. Il suo “giocare” sapientemente con la macchina da presa, inoltre, ci ha fin da subito svelato un grande talento. E questa sua ultima fatica si classifica, dunque – dal punto di vista della regia – come una sorta di “esplosione”, come se lo stile del cineasta avesse raggiunto qui il suo apice, portando all’estremo i suoi numerosi virtuosismi e facendolo anche in modo del tutto pertinente e mai gratuito.

È per questo che One more time with feeling si è rivelato un’interessante scoperta. Un’opera imponente dentro la quale ci si può solo perdere, per poi lasciarsi trasportare in un vortice di suoni ed immagini di cui difficilmente ci si può dimenticare.

VOTO: 8

Marina Pavido

I CLASSICI DI VENEZIA 73

Ricevo e volentieri pubblico

la Biennale di Venezia /73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

 I film restaurati di Venezia Classici /

Il regista Roberto Andò

Presidente della Giuria di studenti di cinema

Mostra-del-cinema-di-Venezia Sarà il regista italiano Roberto Andò (Le confessioni, Viva la libertà, Il manoscritto del principe) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che ?C per la quarta volta ?C assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per il MIGLIOR FILM RESTAURATO e per il MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA.

Tra i diversi capolavori restaurati di Venezia Classici della 73. Mostra, saranno ad esempio presentati: L’argent diRobert Bresson (1983), La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966), Il ladro di Parigi di Louis Malle (1965), La leggenda della montagna di King Hu (1979), Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis (1981),Manhattan di Woody Allen (1979), Oci Ciornie di Nikita Michalkov (1987), L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri (1965), Zombi di George A. Romero (1978)

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

1 Roberto Andò c Lia PasqualinoVenezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, unaselezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Stefano Francia di Celle, Venezia Classicipresenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria presieduta da Roberto Andò è composta da 26 studenti ?C indicati dai docenti – dell’ultimo anno dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari.

Questo l’elenco dei titoli di Venezia Classici selezionati per la 73. Mostra:

・         1848

di Dino Risi (Italia, 1948, 11’, B/N)

restauro: Archivio Nazionale Cinema Impresa-CSC-Cineteca Nazionale e Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

  • An American Werewolf in London  [Un lupo mannaro americano a Londra]

di John Landis (Gran Bretagna, 1981, 137’, Colore)

restauro: Universal Studios

L’argent (Money) [Il denaro]

di Robert Bresson (Francia, Svizzera, 1983, 83’, Colore)

restauro: MK2

 

・         La battaglia di Algeri (The Battle of Algiers)

di Gillo Pontecorvo (Italia, Algeria, 1966, 121’, B/N)

restauro: Cineteca di Bologna e Istituto Luce ?C Cinecittà in collaborazione con Surf Film Srl e Casbah Entertainment

 

・         The Brat  [La trovatella]

di John Ford (Stati Uniti, 1931, 65’, B/N)

restauro: The Museum of Modern Art e The Film Foundation

 

・         Break up – L’uomo dei cinque palloni (The Man with the Balloons)

di Marco Ferreri (Italia, Francia, 1965, 85’, B/N)

Restauro: Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema  in collaborazione con Warner Bros

 

  • Dawn of the Dead ?C European Cut [Zombi]

di George A. Romero (Stati Uniti, Italia, 1978, 116’, Colore)

restauro: Koch Media in collaborazione con Norton Trust e Antonello Cuomo

 

  • Manhattan

di Woody Allen (Stati Uniti, 1979, 97’, B/N)

restauro: Park Circus, Metro Goldwyn Mayer

 

  • Oci Ciornie (Dark Eyes)

di Nikita Michalkov (Italia, URSS, 1987, 144’, Colore)

restauro: Istituto Luce-Cinecittà e CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Viggo

 

・         The Ondekoza

di Kato Tai ( Giappone 1979, 107’, Colore)

restauro: Shochiku Co., Ltd.

 

  • Opfergang (The Great Sacrifice) [La prigioniera del destino]

di Veit Harlan (Germania, 1942-1943, 97’, Colore)

restauro: Friedrich Wilhelm Murnau Stiftung

 

  • Pretty Poison [Dolce veleno]

di Noel Black (Stati Uniti, 1968, 89’, Colore)

restauro: 20th Century Fox

 

 

  • Processo alla città (The City Stands Trial)

di Luigi Zampa (Italia, 1952, 99’, B/N)

restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Gaumont in collaborazione con Astrea. Sentimenti di giustizia

 

  • Profumo di donna (Scent of a Woman)

di Dino Risi (Italia, 1974, 105’, Colore)

restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Dean Film

 

・         Shanzhong Chuanqi (Legend of the Mountain) [La leggenda della montagna]

di King Hu (Hong Kong, 1979, 184’, Colore)

restauro: Taiwan Film Institute

 

  • Shichinin no Samurai (Seven Samurai) [I sette samurai]

di Akira Kurosawa (Giappone, 1954, 207’, B/N)

restauro: Tōhō

  • Stalker

di Andrej Tarkovskij (URSS, 1979, 162’, B/N, Colore )

restauro: Mosfilm (produttore del restauro Karen Shakhnazarov)

 

・         Tutti a casa  (Everybody Go Home!)

di Luigi Comencini (Italia, Francia, 1960, 115’, B/N)

restauro: Filmauro e CSC-Cineteca Nazionale

 

・         Twentieth Century [XX secolo]

di Howard Hawks (Usa, 1934, 91’, B/N)

restauro: Sony Pictures

 

・         Le Voleur (The Thief of Paris) [Il ladro di Parigi]

di Louis Malle (Francia, Italia, 1965, 122’, Colore)

restauro: Gaumont

 

A completamento della sezione Venezia Classici, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. L’elenco completo della sezione sarà reso noto nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma della Mostra di Venezia, che si terrà a Roma giovedì 28 luglio alle ore 11.00 (Hotel Excelsior).

PREAPERTURA VENEZIA 73 – TUTTI A CASA di LUIGI COMENCINI restaurato

Ricevo e volentieri pubblico

Tutti a casa 1la Biennale di Venezia

 Serata di Pre-apertura (martedì 30 agosto 2016)

della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

 In Sala Darsena al Lido

Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini nel centenario del regista

in una nuova copia restaurata, presentata in prima mondiale

 Sarà dedicata al grande regista Luigi Comencini (1916 – 2007) in occasione del centenario della nascita, la serata di Pre-apertura di martedì 30 agosto della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido.

Sarà proiettato, in un restauro digitale a cura di Filmauro e CSC – Cineteca Nazionale di Roma, il capolavoro diComencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960), con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo, prodotto da Dino De Laurentiis, sceneggiato da Age e Scarpelli e premiato all’epoca con due David di Donatello e un Nastro d’argento.

Tutti a casa 2Il restauro viene presentato in prima mondiale ed è stato realizzato in 4K a partire dai negativi originali messi a disposizione da Filmauro. Le lavorazioni in digitale sono state eseguite presso il laboratorio Cinecittà Digital Factory, Roma. Il ritorno in pellicola 35 mm è stato realizzato presso il laboratorio Augustus Color, Roma.

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016 diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Tutti a casa di Luigi Comencini è uno tra i più celebri e riusciti esempi di ciò che ha reso immortale la commedia all’italiana: l’impasto di comico e drammatico, di vero e grottesco, di coraggio e voglia di sopravvivere. Comencini, con la complicità autobiografica dei due grandi sceneggiatori Age e Scarpelli e con le amare risate provocate da un grandissimoAlberto Sordi, racconta tutto il caos dell’8 settembre 1943, quando con l’armistizio di Badoglio i soldati del re e del duce furono abbandonati a se stessi, tra mille paure. Nel film Alberto Sordi, al telefono sotto il tiro dei tedeschi, chiede ai superiori: “Signor colonnello, sono il tenente Innocenzi, è successa una cosa straordinaria, i tedeschi si sono alleati con gli americani. Cosa dobbiamo fare?”.

Tutti a casa è un film “on the road” lungo l’Italia disastrata e confusa di quel periodo, quando i soldati non ebbero più ordini e ciascuno decise di tornare al suo paese: tutti a casa, appunto. Nella vicenda, il sottotenente Alberto Innocenzi (Sordi), abituato a obbedire e a non contraddire, viene abbandonato dai suoi soldati e si mette in fuga dal nord al sud con l’amico ulceroso, il geniere Ceccarelli di Napoli (Serge Reggiani).  Incontra i tedeschi desiderosi di rappresaglie che gli sparano addosso, vede l’odissea di una ragazza ebrea in fuga (ci rimette la pelle un giovane soldato veneto), conosce un prigioniero americano nascosto in soffitta, si ricongiunge col padre (Eduardo De Filippo), che vorrebbe rimandarlo nelle file fasciste, fino al riscatto finale durante le 4 giornate di Napoli. Comencini dichiarò all’epoca: “L’8 settembre la gente fu abbandonata a se stessa, ed era questo che volevo descrivere”.  Il film fu premiato da un grande successo popolare, con oltre un miliardo di lire al box office.

Luigi Comencini (1916 – 2007), a cui la Biennale di Venezia ha attribuito nel 1987 il Leone d’oro alla carriera, è considerato uno dei grandi maestri della commedia all’italiana, nonché “il regista dei bambini”. Sul fronte della commedia il suo primo capolavoro è Pane, amore e fantasia (1953), con Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica, vincitore dell’Orso d’argento a Berlino, prototipo del cosiddetto “neorealismo rosa” e uno dei più alti incassi nella storia del cinema italiano, seguito negli anni da altre commedie di successo come Pane, amore e gelosia (1954), Mariti in città (1957), Lo scopone scientifico (1972) e Mio Dio, come sono  caduta in basso! (1974).

Tutti a casa 3Sul tema dell’infanzia, Comencini cominciò subito nel 1946 con Bambini in città, il suo primo corto documentario (premiato a Venezia e col Nastro d’argento), mentre Proibito rubare (1948), ambientato tra gli scugnizzi di Napoli, è il suo primo lungometraggio. La sua importante linea “infantile” prosegue con La finestra sul Luna Park (1957), Incompreso (1966, in concorso a Cannes e premiato col David di Donatello), Voltati Eugenio (1980, presentato a Venezia), Un ragazzo di Calabria(1987, in concorso a Venezia), Marcellino pane e vino (1991), il suo ultimo film diretto con la figlia Francesca. Vanno inoltre ricordati gli incontri con due classici della letteratura infantile come Le avventure di Pinocchio (1972) e Cuore (1984).

Fondatore nel 1935 con Alberto Lattuada e Mario Ferrari della Cineteca italiana di Milano, Comencini ha diretto complessivamente una quarantina di lungometraggi, senza contare i documentari, gli sceneggiati e le inchieste per la Rai. Ha praticato molti generi oltre alla commedia, come il giallo (La donna della domenica, 1975), il melodramma (Incompreso, 1966), il film letterario (La ragazza di Bube, 1963), il film in costume (Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano, 1969), il film-opera (La Bohème, 1988), ma si è dedicato anche a film più singolari (Cercasi Gesù, 1982, premiato col Nastro d’argento). In un’intervista all’inizio degli anni ’80 Comencini dichiarò di essere disposto a difendere una decina dei suoi film, che però “non sarebbero mai nati se non avessi fatto altri film sbagliati, in parte o completamente. Ma film in cattiva fede non ne ho mai fatti”.

LA BIENNALE DI VENEZIA: JEAN-PAUL BELMONDO E JERZY SKOLIMOVSKI LEONI D’ORO ALLA CARRIERA ALLA 73° MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA

Ricevo e volentieri pubblico

Jean-Paul_Belmondo_2013_2

Sono stati attribuiti all’attore francese Jean-Paul Belmondo e al regista polacco Jerzy Skolimowski i Leoni d’oro alla carriera della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2016).

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera.

A partire da quest’anno, il Cda ha deciso l’attribuzione di due Leoni d’Oro alla carriera in ciascuna delle edizioni future della Mostra: il primo assegnato a registi o appartenenti al mondo della realizzazione; il secondo a un attore o un’attrice ovvero a personaggi appartenenti al mondo dell’interpretazione.

Jean-Paul Belmondo, icona del cinema francese e internazionale, ha saputo interpretare al meglio l’afflato di modernità tipico della Nouvelle Vague attraverso gli straniati personaggi di A doppia mandata (À double tour, 1959) di Claude Chabrol,Fino all’ultimo respiro (1960) e Il bandito delle 11 (1965, in concorso a Venezia) entrambi di Jean-Luc Godard, o La mia droga si chiama Julie (1969) di François Truffaut. In particolare, impersonando Michel Poiccard/László Kovács in Fino all’ultimo respiro, Belmondo ha imposto la figura di un antieroe provocatorio e seducente, molto diverso dagli stereotipi hollywoodiani ai quali lo stesso Godard si ispirava. La sua recitazione estroversa gli ha consentito poi di interpretare alcuni dei migliori gangster del cinema poliziesco francese, come in Asfalto che scotta (1960) di Claude Sautet, Lo spione (1962) di Jean-Pierre Melville e Il clan dei marsigliesi (1972) di José Giovanni, ottenendo un enorme successo popolare con i molti film successivi, da L’uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca a Il poliziotto della brigata criminale (1975) di Henri Verneuil, da Joss il professionista (1981) di Georges Lautner a Una vita non basta (1988) di Claude Lelouch. “Un volto affascinante, una simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità – ha dichiarato il Direttore Alberto Barbera nella motivazione – che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di semplice intrattenimento”.

Jerzy Skolimovski_credits Robert Jaworski Jerzy Skolimowski – ha dichiarato il Direttore Alberto Barbera nella motivazione – è tra i cineasti più rappresentativi di quel cinema moderno nato in seno alle nouvelles vague degli anni Sessanta e, insieme con Roman Polanski, il regista che ha maggiormente contribuito al rinnovamento del cinema polacco del periodo”. Lo stesso Polanski (che lo volle accanto come sceneggiatore nel suo film d’esordio Il coltello nell’acqua), ebbe a predire: “Skolimowski sovrasterà la sua generazione con la testa e le spalle”. In realtà, la carriera del “boxeur poeta” (secondo la definizione datane da Andrzej Munk, il “padre” cinematografico di Skolimowski), durata ben oltre cinquant’anni con diciassette lungometraggi realizzati, è stata tutt’altro che facile, segnata da continui dislocamenti – dalla Polonia al Belgio, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, prima del definitivo ritorno in Patria avvenuto meno di dieci anni fa – che ne hanno contrassegnato l’opera: apolide in apparenza, perché assoggettata a strategie produttive eterogenee ed apparentemente diseguali, in realtà personalissima e originale in ciascuna delle opere in cui si è concretizzata. La trilogia realizzata in Polonia ai suoi esordi, Rysopis (1964), Walkover (1965) e Barriera (1966), fu per i Paesi dell’Est ciò che i primi film di Godard sono stati per il cinema occidentale, mentre i capolavori successivi – Il vergine (1967, Orso d’oro a Berlino), La ragazza del bagno pubblico (1970), L’australiano (1978, Grand Prix a Cannes), Mani in alto! (1981), Moonlighting (1982, migliore sceneggiatura a Cannes)sono tra i film più rappresentativi di un cinema moderno, libero e innovatore, radicalmente anticonformista e audace. I film più recenti realizzati dopo il ritorno in patria –Quattro notti con Anna (2008), Essential Killing (2010, Premio Speciale della Giuria a Venezia) e 11 minuti (2015, in concorso a Venezia)manifestano infine un’inesauribile e sorprendente capacità di rinnovamento, che lo collocano di diritto tra gli autori più combattivi e originali del cinema contemporaneo.

 Il programma completo della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verrà presentato alla stampa il 28 luglio p.v. a Roma, all’Hotel Excelsior (ore 11).

 Venezia, 14 luglio 2016

73° MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA – ROBERT GUEDIGUIAN PRESIDENTE DELLA GIURIA ORIZZONTI E KIM ROSSI STUART PRESIDENTE DELLA GIURIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS” – LEONE DEL FUTURO

Ricevo e volentieri pubblico

26536-Palazzo_del_Cinema_-____la_Biennale_di_Venezia_-_Foto_ASACIl regista francese Robert Guédiguian (Marius et Jeannette, La ville est tranquille, Les neiges du Kilimandjaro) e l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart (Le chiavi di casa,Romanzo criminale, Anche libero va bene), sono state scelti come Presidenti di due Giurie della 73. Mostra del Cinema di Venezia, rispettivamente per la sezione Orizzonti e per il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro. Presidente della Giuria del Concorso Venezia 73 – come già annunciato – è il regista Sam Mendes.

Il regista Robert Guédiguian può essere considerato il moderno cantore di Marsiglia, la città dove è nato e vissuto e dove si svolge anche La ville est tranquille, presentato a Venezia nel 2000. La filmografia di Guédiguian è una sorta di epopea della sua città, con storie ambientate nel microcosmo del quartiere natio, privilegiando vicende di gente comune.

"Il Commissario Maltese" regia Tavarelli, con Kim Rossi StewartAttore tra i più importanti del cinema italiano, Kim Rossi Stuart è stato più volte protagonista alla Mostra di Venezia con alcune delle sue più note interpretazioni, tra cui Le chiavi di casa (2004) di Gianni Amelio e Vallanzasca (2010) di Michele Placido. Per Anche libero va bene (2006), suo esordio dietro la macchina da presa, Rossi Stuart è stato premiato con il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior nuovo regista.

La 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, si svolgerà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016.

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti presieduta da Robert Guédiguian, composta da un massimo di 7 personalità, assegnerà – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti riconoscimenti: Premio Orizzonti per il miglior film; Premio Orizzonti per la migliore regia; Premio Speciale della Giuria Orizzonti; Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile o femminile; Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura; Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro presieduta da Kim Rossi Stuart, composta da un massimo di 5 personalità tra i quali un produttore, assegnerà senza possibilità di ex-aequo un premio di 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore, fra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione Ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele).

 

LA RECENSIONE DI VALENTINA: A BIGGER SPLASH di Luca Guadagnino

  bigger splashTra i quattro film italiani in concorso quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia 72, c’è il film di Luca Guadagnino, “A bigger Splash”.
La pellicola verte sulla figura leggendaria di Marianne Lane, che in vacanza a Pantelleria con il compagno Paul, riceve la visita di un produttore discografico che di scopre anche essere stato un suo ex. Questo incontro, però, improvvisamente deflagra in violenza.
“All’origine del film”, commenta Luca Guadagnino “ci sono un triplo desiderio e un duplice rifiuto. StudioCanal mi avvicinò chiedendomi di dirigere un rifacimento di “Le piscine” di Jacques Deray. Il film di Deray l’avevo visto da ragazzino e poi mai più.
Volevo che il paesaggio fosse il personaggio silenzioso che si aggiungeva ai quattro protagonisti. Pantelleria è un posto incredibilmente violento, è adagiata su un vulcano le cui attività sono silenziose, ma costanti. Il vento la sferza, il caldo non dà tregua, ma possono esserci sbalzi di temperatura quasi africani con notti inaspettatamente fredde. 23284-A_Bigger_Splash_-____Jack_EnglishE’ un luogo non riconciliato, e questo mi piaceva molto.
Pantelleria è Mediterraneo, è un luogo che urla la propria urgenza. E il mio più grande desiderio era quello di mostrare come il privato di uomini e donne potesse venire squadernato dal reale. Se ognuno dei quattro protagonisti del film si confronta con l’alterità all’interno del gruppo, era indispensabile che tutti fossero anche costretti a confrontarsi con l’alterità vera, che è quella del Mediterraneo, con la presenza dei migranti che irrompono nella storia”.
“Il rock’n’roll ho voluto che diventasse architrave del film. Ha un corpo, si incarna nella figura del giullare, l’eterno Peter Pan, l’ingiunzione al godimento fatta uomo. Harry, un produttore musicale che ha vissuto tutta la sua vita all’insegna della verità, della necessità bruciante di non mentire mai e al contempo di divertirsi sempre, si specchia in Paul, un uomo molto più giovane e che ha quindi forse la necessità di trovare in Harry un padre. Ma Harry è un padre del godimento che al contrario gli dice: “Sei libero, puoi fare quello che vuoi”.
19352-Luca_Guadagnino_-_A_Bigger_Splash_courtesy_Olivier_ZahmL’impossibilità di sostenere questa libertà scava tra due uomini fiumi carsici di risentimento. Innescando, senza accorgersene, reazioni estreme.
Dal punto di vista formale” aggiunge il regista “Viaggio in Italia di Rossellini ha certamente rappresentato una fonte di ispirazione. Come One Plus One di Godard e il film sulla creazione di Simpathy for the Devil dei Rolling Stones.”
La pellicola, prodotta da Frenesy Film e distribuita da Lucky Red, uscirà nelle sale italiane il 26 novembre 2015.
Valentina Giordano

LA RECENSIONE DI VALENTINA: PER AMOR VOSTRO di Giuseppe M. Gaudino

In concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia il film “Per amor vostro” di Giuseppe M. Gaudino racconta di Anna, un’anima fragile e dallo spirito remissivo che, prigioniera dei doveri familiari e dei tre figli, cerca di ritrovare se stessa e di riscattare la libertà perduta da tempo immemore.

PER AMOR VOSTRO - foto 1Ormai abituata a vivere in maniera grigia e scolorita la propria esistenza, tra un marito legato alla criminalità e una convivenza forzata, non ricorda più di essere la bambina spavalda e curiosa qual era. Fino a quando un nuovo lavoro in uno studio televisivo e il calore di una amore nascente le donano la possibilità di affacciarsi nuovamente alla vita.

La pellicola, dal linguaggio a tratti onirico ed evocativo, è ambientata in una Napoli d’incanti e malavita, di demoni e paesaggi assolati ed è forse, a parer mio, il film più potente e più sincero che sia stato proiettato al Festival.
“Il progetto di questo film” afferma il regista “raccontato attraverso realtà visive appartenenti alla cultura mediterranea e ad alcuni sui riti inconsueti, si sviluppa su più piani.

Foto di scena del film

Il legante è la sensibilità di una donna, Anna, che vive tutto in prima persona. E’ tutto visto attraverso la soggettività. Nulla accade “fuori scena”. Persino il paesaggio è visto, interpretato, dal suo sguardo, come un oracolo quotidiano che lei deve decifrare. Un oracolo che la suggestiona e la condiziona.

La sua realtà “esterna” però è fatta di eventi concreti, ineluttabili, che si presentano in un crescendo drammatico, duro. Anna lotta per affrontare tutto questo con l’atteggiamento di una eroina.
Un’eroina che ritrova via via il coraggio, in un incessante dialogo con i suoi sentimenti. Finalmente in contatto con la parte più vitale di se stessa.

Foto di scena del film

Accanto ad un livello che racconta gli accadimenti travolgenti di questo momento particolare della sua vita, affiorano da un livello profondo, senza tempo, miti e suggestioni legati all’Ade e al mondo infero. Ma niente in fondo di spaventoso o morboso o decadente: casomai legato in modo buffo, ironico e tenero alla quotidianità, come solo i napoletani con grazia e poesia sanno fare.

Questi diversi livelli permettono una libertà di associazione emotiva e trasversale nella narrazione visiva, che può dare enfasi, forza la racconto, pur non rinunciando all’affabulazione e a a una struttura principale lineare.
Perciò nel film ci sono grandi contrasti, luce accecante, cieli e paesaggi solari, ma anche ombra. Un’ombra cupa e profonda che dal sottosuolo alimenta e mette in risalto la forza della luce.
Napoli, la città che accoglie la nostra storia, è infatti una metropoli che si sviluppa su due livelli: quello sotterraneo pieno di catacombe, cimiteri, ipogei; e quello esterno, agitato da una rara vitalità.

Foto di scena del film

Parte della sua “forza” viene da queste misteriose viscere che si estendono dal cimiero delle Fontanelle, sotto la collina di Capodimonte, a tutto il Rione Sanità, dalla chiesa del Purgatorio ad Arco fino alle catacombe di San Gaudioso. Un’estesa città sotterranea, speculare a quella abitata dai vivi, ma non per questo meno “popolata”: lì infatti si nascondono migliaia e migliaia di scheletri e di resti di gente senza nome morta a causa di pestilenze o perché in carcere o perché troppo povera per avere sepoltura.

Non a caso uno dei riti “raccontati” nel film è quello delle povere anime “pezzentelle”, anch’esso, come il “volo dell’Angelo” della bambina, di grande impatto visivo, commovente nella sua capacità di sopravvivere attraverso i secoli.
Ed è tra il cielo da cartolina che si distende sopra il Golfo di Napoli e il Vesuvio e il magmatico ribollire dei suoi sotterranei, tra l’aria e le viscere della città, che la nostra protagonista, Anna, combatte per tentare di ricucire qualcosa di prezioso prima che vada perduto”.
Il film, prodotto da Buena Onda, Eskimo e Minerva Pictures, tra le altre, verrà distribuito da Officine Ubu ed uscirà nella sale italiane il 17 settembre 2015.
Valentina Giordano

PER AMOR VOSTRO di Giuseppe M. Gaudino in sala dal 17 settembre

Ricevo e volentieri pubblico

da giovedì 17 settembre al cinema

72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE A VALERIA GOLINO


PER AMOR VOSTRO - foto 1
PER AMOR VOSTRO
un film di
Giuseppe M. Gaudino

con

Valeria Golino
Massimiliano Gallo
Adriano Giannini

distribuzione

Foto di scena del film


Anna vive da quarant’anni a Napoli. Ma forse, a giudicare dai demoni che la circondano, è già all’inferno. È stata una bambina spavalda e coraggiosa, oggi è una donna “ignava”, sensibile e fin troppo tollerante. Prigioniera dei doveri familiari, del rapporto viscerale con i tre figli. Un lavoro stabile e la possibilità di un nuovo amore le danno l’occasione di ritrovare se stessa, di tornare a vivere libera e lontano dai suoi incubi.Foto di scena del film

LE VIE DEL CINEMA 2015 – i film di Venezia e i Pardi di Locarno a Milano

Ricevo e volentieri pubblico

AGIS lombarda e Comune di Milano

Sono lieti di presentare

le vie del cinema 2015

i film di Venezia e i Pardi di Locarno

Milano, 21-28 settembre 2015

 42 film provenienti da 19 paesi, 14 sale cinematografiche,

72 proiezioni, 10 incontri

per l’edizione 2015 nell’ambito di Expo in città

 Un giro del mondo cinematografico

le vie del cinema 2015

A pochissimi giorni dall’assegnazione del Leone d’Oro, AGIS lombarda e Comune di Milano sono lieti di annunciare il secondo appuntamento dell’anno con le vie del cinema. I film di Venezia e i Pardi di Locarno a Milano, una rassegna -patrocinata anche da MiBACT, Regione Lombardia e Consolato Generale di Svizzera, in collaborazione con Corriere della Sera- che rientra quest’anno tra gli appuntamenti di Expo in città.

Da lunedì 21 a lunedì 28 settembre arriveranno a Milano una selezione di film presentati alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e i Pardi premiati al 68° Festival del film Locarno. Ad accompagnare la rassegna anche tre film premiati alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro e al Milano Film Festival nonché tantissimi incontri per il pubblico.

 

Il ricco cartellone di quest’anno propone infatti, in lingua originale con sottotitoli in italiano, un totale di 42 film provenienti da 19 paesi diversi che verranno programmati in 14 storiche sale cinematografiche milanesi a gestione diretta, da sempre attente alla programmazione di cinema di qualità (Anteo spazioCinema, Apollo spazioCinema, Arcobaleno Filmcenter, Ariosto, Arlecchino, Beltrade, Centrale Multisala, Colosseo Multisala, Ducale Multisala, Eliseo Multisala, Mexico, Orfeo Multisala, Palestrina, Plinius Multisala), offrendo agli spettatori un giro del mondo squisitamente “cinematografico” e dando vita ad oltre 70 proiezioni cittadine.

 

Un programma non solo per cinefili. Accanto alle proiezioni dei film premiati ai Festival di Venezia e Locarno (con un focus sul cinema sudamericano indicato da Barbera come uno dei più promettenti nel panorama internazionale), verranno proposti titoli per gli appassionati di arte e musica, ad esempio JANIS di Amy Berg e HEART OF A DOG di Laurie Anderson, e film di richiamo per il grande pubblico: BLACK MASS di Scott Cooper, EVEREST di Baltasar Kormákur, THE DANISH GIRL di Tom Hooper e SPOTLIGHT di Thomas McCarthy.

 

Tra gli altri dalla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verranno proposti 33 film tra cui il Leone d’Oro DESDE ALLÁ di Lorenzo Vigas; BEHEMOTH di Zhao Liang, Premio Signis; PER AMOR VOSTRO di Giuseppe M. Gaudino | Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Valeria Golino; e ancora FRANCOFONIA di Aleksandr Sokurov; LA CALLE DE LA AMARGURA di Arturo Ripstein; TEMPÊTE di Samuel Collardey | Premio Orizzonti per la Miglior Interpretazione a Dominique Leborne; TANNA di Martin Butler e Bentley Dean | Premio 30. Settimana Internazionale della Critica; EARLY WINTER di Michael Rowe | Premio Giornate degli Autori ; ARIANNA di Carlo Lavagna | Miglior Attrice Esordiente Ondina Quadri; LA PRIMA LUCE di Vincenzo Marra; VIVA LA SPOSA di Ascanio Celestini.

Dal 68° Festival del film Locarno RIGHT NOW, WRONG THEN di Hong Sang-soo, Pardo d’oro | Pardo per la miglior interpretazione maschile; COSMOS di Andrzej Zulawski, Pardo per la Migliore Regia; SUITE ARMORICAINE di Pascale Breton, Premio FIPRESCI; PARADISE (MA DAR BEHESHT) di Sina Ataeian Dena, Swatch Art Peace Hotel Award | Premio Ecumenico; CHEVALIER di Athina Tsangari; GENITORI di Alberto Fasulo.

 

Inoltre dalla 50+1 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro verranno presentati UN JEUNE POÈTE di Damien Manivel, Premio Lino Micciché Miglior Film | Menzione Speciale 67° Festival del film Locarno; PETTING ZOO di Micah Magee,

Premio del Pubblico.

Infine, a chiusura della rassegna, verrà proiettato il film vincitore del Premio del Pubblico del 20° Milano Film Festival.

Quest’anno sono numerosissimi gli incontri che accompagneranno le proiezioni dei film, a partire dalla tradizionale presentazione dei film in programma a cura di Paolo Mereghetti e Bruno Fornara, giovedì 17 settembre alle 18.00 presso la libreria Rizzoli Galleria. Seguiranno poi appuntamenti con registi, attori e critici: da Lina Wertmüller a Enzo Gentile, da Carlo Lavagna a Vincenzo Marra, un ricco programma di approfondimento che si svolgerà come da calendario allegato. Come sempre il pubblico delle sale avrà poi la possibilità di costruire il proprio personale percorso all’interno della rassegna, anche prendendo spunto dagli itinerari tematici che si snodano tra i paesi di provenienza dei diversi film.

 

Come sottolinea poi il Presidente dell’ANEC lombarda – Associazione degli esercenti cinema, Enrico Signorelli, “le vie del cinema si conferma uno degli appuntamenti più amati dal pubblico milanese. Una manifestazione che, nell’anno di Expo più che mai, unisce la città di Milano al mondo intero grazie alla presentazione di film della cinematografia mondiale, proposti in anteprima assoluta e in lingua originale con sottotitoli in italiano. L’obiettivo è per noi quello di creare, anno dopo anno, spettatori più attenti e consapevoli, valorizzando il legame tra pubblico e sala cinematografica, il luogo per eccellenza in cui si crea il valore del film e la sua “affinità elettiva” con chi lo guarda. In questo caso sono 14 le sale cittadine che parteciperanno alla rassegna, offrendo un vasto calendario di appuntamenti a un pubblico sempre più variegato che comprende, oltre ai cinefili, gli amanti della musica, senza dimenticare il grande pubblico”.

Il nuovo trailer delle vie del cinema è disponibile a questo link http://bit.ly/1KeEdws ed è in rotazione nelle sale milanesi che aderiscono al progetto. AGIS lombarda terrà aggiornato il suo pubblico attraverso i canali social, Facebook https://www.facebook.com/agis.lombarda e Twitter https://twitter.com/AgisLombarda, dove sarà possibile avere notizie quotidiane e aggiornamenti sulla rassegna. Il progetto s’inserisce nell’ambito di una serie di iniziative con l’intento di valorizzare, attraverso le nuove tecnologie, le attività delle sale cinematografiche.

 

BIGLIETTI E CINECARD

  • Biglietto intero 7,50 euro
  • Cinecard (non più di due biglietti per film)

27 euro per 6 ingressi | 40 euro per 10 ingressi | 56 euro per 16 ingressi

 

CINECARD

da martedì 15 settembre, dalle ore 12.30. Dal sito lombardiaspettacolo.com nella sezione ACQUISTA ONLINE scegli “CINECARD” e segui le indicazioni di acquisto sulla piattaforma WebTic (previa registrazione alla piattaforma di vendita).

Le Cinecard saranno in prevendita anche presso Apollo spazioCinema, Arcobaleno Filmcenter e Colosseo Multisala (in orario di apertura dei cinema).

da venerdì 18 settembre utilizza la tua Cinecard per riservare i tuoi posti. Online, seguendo la medesima procedura indicata per acquistare i biglietti. Effettua il login per accedere alla schermata di acquisto e scegli CINECARD. Inserisci NUMERO ABBONAMENTO e PIN e riserva i tuoi posti in sala. Scegli STAMPA I BIGLIETTI per stamparli direttamente a procedura terminata e per riceverli via mail. Al cinema, presenta il biglietto stampato o mostra la schermata del biglietto sul tuo smartphone/tablet al personale addetto al controllo accesso sale, senza passare dalla cassa. Se invece scegli STAMPA LA RICEVUTA dovrai ritirare il biglietto all’Infopoint o alle casse dei cinema. Porta con te la Cinecard con cui hai fatto l’acquisto oppure la stampa della ricevuta arrivata via mail.

  • La Cinecard da sola non consente l’ingresso in sala. Per accedere alle proiezioni è necessario scaricare i biglietti per i film scelti (compatibilmente con i posti disponibili).
  • La Cinecard è valida solo se accompagnata dallo scontrino fiscale consegnato al momento dell’acquisto.
  • Il biglietto acquistato o riservato con Cinecard non può essere in alcun modo sostituito.

 

BIGLIETTI

da venerdì 18 settembre, dalle ore 12.30. Dal sito lombardiaspettacolo.com nella sezione ACQUISTA ONLINE scegli “BIGLIETTI” e segui le indicazioni di acquisto sulla piattaforma WebTic (previa registrazione alla piattaforma di vendita). La procedura di acquisto online consente di stampare direttamente a casa i biglietti a 7,50, evitando le code alle casse dei cinema. Per assistere alle proiezioni presenta il biglietto stampato o mostra la schermata del biglietto sul tuo smartphone/tablet al personale addetto al controllo accesso sale, senza passare dalla cassa. Non è prevista la funzione “carrello”. Di conseguenza l’acquisto dei biglietti andrà perfezionato per ciascuna proiezione con una nuova transazione con carta di credito. Si consiglia di lasciare intercorrere qualche minuto tra un acquisto e l’altro poiché nel caso di acquisti multipli consecutivi i sistemi di sicurezza bancari potrebbero inibire le ultime transazioni. L’acquisto è possibile attraverso carte di credito e carte prepagate dei circuiti Visa e Mastercard.

I biglietti saranno in vendita anche:

> all’Infopoint c/o l’Apollo spazioCinema, aperto tutti i giorni da 18 al 27 settembre, dalle ore 12.30 alle ore 20.00

> alle casse dei cinema il giorno stesso delle proiezioni

 

Informazioni: info@agislombarda.it

VENEZIA 72: RABIN, THE LAST DAY di Amos Gitai vince il Premio Speciale Diritti Umani – HRNs Award 2015

Dal sito ufficiale della Mostra

HRNs Award 2015 – Premio Speciale Diritti Umani
72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
La Biennale di Venezia

19570-Rabin_the_Last_Day_1_-_AssassinationHRNs Award – Premio Speciale Diritti Umani alla 72° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica – La Biennale di Venezia 2015 al miglior film espressione di una
cultura per la difesa dei diritti umani, la tutela dei diritti civili, la valorizzazione delle
diversita’ culturali.
La Giuria HRNs Award a Venezia 72°: Giulia Grassilli – Human Rights Nights, Roberto Silvestri – critico cinema Pagina99, Hollywood Party, Giancarlo Zappoli – critico cinema MyMovies, Festival Bellinzona, Marco Zucchi – giornalista, Rete Svizzera Italiana, HumaReels – collettivo di giovani critici e cineasti cinema rappresentati a Venezia da Sebastiano Ceba, Fabrizio Cavallaro, Simone Gambelli, ha conferito il Premio HRNs Award 2015 al film:
RABIN, THE LAST DAY di Amos Gitai
perche’ fa capire, anche al di la’ della tragica questione israelo-palestinese,
l’inconciliabilita’ tra diritti umani e presunti diritti divini.

La Giuria HRNs Award – Venezia 72 segnala inoltre l’importanza dei seguenti film per la
loro forte espressione cinematografica della questione dei diritti umani:

IN JACKSON HEIGHTS di Frederick Wiseman

HUMAN di Yann Arthus-Bertrand

NON ESSERE CATTIVO di Claudio Caligari

A’ PEINE J’OUVRE LES YEUX di Leyla Bouzid

VIVA LA SPOSA di Ascanio Celestini

HRNs Award e’ promosso da Human Rights Nights, organizzazione no profit che opera da oltre 10 anni per la promozione dei diritti umani e la tutela dei diritti civili. Membro
fondatore di Human Rights Film Network, collabora a livello internazionale con i piu’
importanti festival del cinema dei diritti umani nel mondo. Dal 2001 organizza a Bologna
in Italia il festival Human Rights Nights.