LA RECENSIONE – LE GRIDA DEL SILENZIO di Sasha Alessandra Carlesi

le grida del silenzioTITOLO: LE GRIDA DEL SILENZIO; REGIA: Sasha Alessandra Carlesi; genere: thriller; paese: Italia; anno: 2018; cast: Alice Bellagamba, Luca Avallone, Manuela Zero; durata: 90′

Nelle sale italiane dal 10 maggio, Le Grida del Silenzio è l’opera prima della giovane regista Sasha Alessandra Carlesi.

Viene qui messa in scena la storia di sette ragazzi, tutti soliti frequentare – chi per lavoro, chi, semplicemente, per hobby – un club sportivo, tutti i cerca di relax ed emozioni. Un giorno decidono di andare tutti insieme in campeggio in mezzo ai boschi, dove, tuttavia, non tarderanno ad accadere eventi inspiegabili.

Un esordio, questo della Carlesi, che si rifà sì ai canoni del genere slasher (o quantomeno, inizialmente così sembra), ma che, pian piano prende pieghe inaspettate e del tutto soggettive, che non disdegna né i toni del thriller, così come la presenza di elementi soprannaturali né, soprattutto, echi da film sentimentale.

La cosa in sé è indubbiamente interessante. Se non altro perché il cinema italiano ha indubbiamente bisogno di giovani autori che abbiano voglia di sperimentare e di tentare il nuovo. La Carlesi, a tal proposito, ha avuto il coraggio di osare, dimostrando anche una discreta padronanza con la macchina da presa e riuscendo a dar vita a personaggi ben caratterizzati e con i quali è fin da subito facile empatizzare.

I limiti che un lungometraggio come Le Grida del Silenzio può avere, tuttavia, oltre a essere inevitabilmente dovuti a limiti di budget, stanno soprattutto nello script, con qualche elemento lasciato in sospeso (vedi, ad esempio, il personaggio della ex ragazza di Desirée incontrato al club) e un finale con trovate poco riuscite (come la trasmissione televisiva in cui la ex di uno dei ragazzi è invitata a raccontarsi al pubblico) e che tende a essere tirato un po’ troppo per le lunghe.

Ma, dunque, in fin dei conti, come può essere considerato un lavoro come Le Grida del Silenzio? Di certo questa opera prima di Sasha Alessandra Carlesi è un’interessante apologia dell’importanza dell’essere sé stessi e di accettare ciò che ci accade, senza restare, per forza di cose, ancorati al passato. Un film che vuole parlare un linguaggio universale attraverso un linguaggio di genere e che, malgrado le numerose imperfezioni, risulta ad ogni modo un’opera sincera e sentita.

VOTO: 5/10

Marina Pavido

LA RECENSIONE – SONG TO SONG di Terrence Malick

DSC_2102.NEFTITOLO: SONG TO SONG; REGIA: Terrence Malick; genere: drammatico; anno: 2017; paese: USA; cast: Ryan Gosling, Rooney Mara, Natalie Portman, Michael Fassbender, Cate Blanchett; durata: 129′

Nelle sale italiane dal 10 maggio, Song to song è l’ultimo lavoro del cineasta statunitense Terrence Malick.

BV è un musicista in cerca di successo. Un giorno, durante una festa a casa del suo produttore Cook, incontra e si innamora di Faye, la quale ha, però, già una relazione con Cook. Tra i tre si stabilirà un legame particolare, apparentemente forte, ma dagli equilibri in realtà molto più fragili di quanto si possa pensare.

song_to_song_portman_fassbender_1Dopo aver presentato in concorso alla 73° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia il documentario Voyage of Time, ecco che Terrence Malick torna ad essere stilisticamente parlando il Malick che noi tutti conosciamo (ed amiamo) con i suoi temi di sempre: il senso di spaesamento, la ricerca di sé stessi, l’effetto che ognuno di noi ha sugli altri e via dicendo. È stato così, ad esempio, per i suoi ultimi lungometraggi di finzione – To the wonder e Knight of Cups – ed è così anche per questo suo ultimo lavoro, dove le origini, la famiglia, l’amore e, soprattutto, la musica, si fanno colonne portanti di tutta la narrazione. Tale senso di spaesamento viene ben sottolineato dai grandangoli – che tanto piacciono a Malick – così come da scenografie che prevedono appartamenti iper moderni con pareti di vetro che sembrano quasi inesistenti e che rendono il tutto altamente agorafobico.

Ottima scelta si rivela, inoltre, il cast, dove vediamo praticamente il meglio di quanto il panorama hollywoodiano possa attualmente offrirci: da Ryan Gosling a Rooney Mara, senza dimenticare Michael Fassbender, Natalie Portman e la grandissima Cate Blanchett. Attori che, in ogni caso, sono già stati “testati” da Malick nei suoi precedenti lavori, talmente belli e perfetti da sembrare quasi irreali pur con tutte le loro debolezze qui messe in scena.

Song_to_Song (1)Al via, dunque, il flusso di coscienza tipicamente malickiano – con le sue voci fuoricampo e le sue numerose e fluide carrellate (con tanto di fotografia firmata Emmanuel Lubezki) – che sembra quasi voler metterci davanti alle nostre stesse debolezze e che, diciamolo pure, pur essendo uno stile talmente estremo da essere spesso odiato, risulta in Malick ormai vincente. D’altronde Terrence Malick è come è. E ci piace proprio per questo.

Diventato negli ultimi anni particolarmente prolifico, ha già pronto, tra l’altro, un nuovo lavoro: Radegund. E, siamo certi, sicuramente non ne resteremo delusi.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

I CLASSICI DI VENEZIA 73

Ricevo e volentieri pubblico

la Biennale di Venezia /73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

 I film restaurati di Venezia Classici /

Il regista Roberto Andò

Presidente della Giuria di studenti di cinema

Mostra-del-cinema-di-Venezia Sarà il regista italiano Roberto Andò (Le confessioni, Viva la libertà, Il manoscritto del principe) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che ?C per la quarta volta ?C assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per il MIGLIOR FILM RESTAURATO e per il MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA.

Tra i diversi capolavori restaurati di Venezia Classici della 73. Mostra, saranno ad esempio presentati: L’argent diRobert Bresson (1983), La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966), Il ladro di Parigi di Louis Malle (1965), La leggenda della montagna di King Hu (1979), Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis (1981),Manhattan di Woody Allen (1979), Oci Ciornie di Nikita Michalkov (1987), L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri (1965), Zombi di George A. Romero (1978)

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

1 Roberto Andò c Lia PasqualinoVenezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, unaselezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Stefano Francia di Celle, Venezia Classicipresenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria presieduta da Roberto Andò è composta da 26 studenti ?C indicati dai docenti – dell’ultimo anno dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari.

Questo l’elenco dei titoli di Venezia Classici selezionati per la 73. Mostra:

・         1848

di Dino Risi (Italia, 1948, 11’, B/N)

restauro: Archivio Nazionale Cinema Impresa-CSC-Cineteca Nazionale e Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

  • An American Werewolf in London  [Un lupo mannaro americano a Londra]

di John Landis (Gran Bretagna, 1981, 137’, Colore)

restauro: Universal Studios

L’argent (Money) [Il denaro]

di Robert Bresson (Francia, Svizzera, 1983, 83’, Colore)

restauro: MK2

 

・         La battaglia di Algeri (The Battle of Algiers)

di Gillo Pontecorvo (Italia, Algeria, 1966, 121’, B/N)

restauro: Cineteca di Bologna e Istituto Luce ?C Cinecittà in collaborazione con Surf Film Srl e Casbah Entertainment

 

・         The Brat  [La trovatella]

di John Ford (Stati Uniti, 1931, 65’, B/N)

restauro: The Museum of Modern Art e The Film Foundation

 

・         Break up – L’uomo dei cinque palloni (The Man with the Balloons)

di Marco Ferreri (Italia, Francia, 1965, 85’, B/N)

Restauro: Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema  in collaborazione con Warner Bros

 

  • Dawn of the Dead ?C European Cut [Zombi]

di George A. Romero (Stati Uniti, Italia, 1978, 116’, Colore)

restauro: Koch Media in collaborazione con Norton Trust e Antonello Cuomo

 

  • Manhattan

di Woody Allen (Stati Uniti, 1979, 97’, B/N)

restauro: Park Circus, Metro Goldwyn Mayer

 

  • Oci Ciornie (Dark Eyes)

di Nikita Michalkov (Italia, URSS, 1987, 144’, Colore)

restauro: Istituto Luce-Cinecittà e CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Viggo

 

・         The Ondekoza

di Kato Tai ( Giappone 1979, 107’, Colore)

restauro: Shochiku Co., Ltd.

 

  • Opfergang (The Great Sacrifice) [La prigioniera del destino]

di Veit Harlan (Germania, 1942-1943, 97’, Colore)

restauro: Friedrich Wilhelm Murnau Stiftung

 

  • Pretty Poison [Dolce veleno]

di Noel Black (Stati Uniti, 1968, 89’, Colore)

restauro: 20th Century Fox

 

 

  • Processo alla città (The City Stands Trial)

di Luigi Zampa (Italia, 1952, 99’, B/N)

restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Gaumont in collaborazione con Astrea. Sentimenti di giustizia

 

  • Profumo di donna (Scent of a Woman)

di Dino Risi (Italia, 1974, 105’, Colore)

restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Dean Film

 

・         Shanzhong Chuanqi (Legend of the Mountain) [La leggenda della montagna]

di King Hu (Hong Kong, 1979, 184’, Colore)

restauro: Taiwan Film Institute

 

  • Shichinin no Samurai (Seven Samurai) [I sette samurai]

di Akira Kurosawa (Giappone, 1954, 207’, B/N)

restauro: Tōhō

  • Stalker

di Andrej Tarkovskij (URSS, 1979, 162’, B/N, Colore )

restauro: Mosfilm (produttore del restauro Karen Shakhnazarov)

 

・         Tutti a casa  (Everybody Go Home!)

di Luigi Comencini (Italia, Francia, 1960, 115’, B/N)

restauro: Filmauro e CSC-Cineteca Nazionale

 

・         Twentieth Century [XX secolo]

di Howard Hawks (Usa, 1934, 91’, B/N)

restauro: Sony Pictures

 

・         Le Voleur (The Thief of Paris) [Il ladro di Parigi]

di Louis Malle (Francia, Italia, 1965, 122’, Colore)

restauro: Gaumont

 

A completamento della sezione Venezia Classici, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. L’elenco completo della sezione sarà reso noto nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma della Mostra di Venezia, che si terrà a Roma giovedì 28 luglio alle ore 11.00 (Hotel Excelsior).

PREAPERTURA VENEZIA 73 – TUTTI A CASA di LUIGI COMENCINI restaurato

Ricevo e volentieri pubblico

Tutti a casa 1la Biennale di Venezia

 Serata di Pre-apertura (martedì 30 agosto 2016)

della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

 In Sala Darsena al Lido

Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini nel centenario del regista

in una nuova copia restaurata, presentata in prima mondiale

 Sarà dedicata al grande regista Luigi Comencini (1916 – 2007) in occasione del centenario della nascita, la serata di Pre-apertura di martedì 30 agosto della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido.

Sarà proiettato, in un restauro digitale a cura di Filmauro e CSC – Cineteca Nazionale di Roma, il capolavoro diComencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960), con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo, prodotto da Dino De Laurentiis, sceneggiato da Age e Scarpelli e premiato all’epoca con due David di Donatello e un Nastro d’argento.

Tutti a casa 2Il restauro viene presentato in prima mondiale ed è stato realizzato in 4K a partire dai negativi originali messi a disposizione da Filmauro. Le lavorazioni in digitale sono state eseguite presso il laboratorio Cinecittà Digital Factory, Roma. Il ritorno in pellicola 35 mm è stato realizzato presso il laboratorio Augustus Color, Roma.

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016 diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Tutti a casa di Luigi Comencini è uno tra i più celebri e riusciti esempi di ciò che ha reso immortale la commedia all’italiana: l’impasto di comico e drammatico, di vero e grottesco, di coraggio e voglia di sopravvivere. Comencini, con la complicità autobiografica dei due grandi sceneggiatori Age e Scarpelli e con le amare risate provocate da un grandissimoAlberto Sordi, racconta tutto il caos dell’8 settembre 1943, quando con l’armistizio di Badoglio i soldati del re e del duce furono abbandonati a se stessi, tra mille paure. Nel film Alberto Sordi, al telefono sotto il tiro dei tedeschi, chiede ai superiori: “Signor colonnello, sono il tenente Innocenzi, è successa una cosa straordinaria, i tedeschi si sono alleati con gli americani. Cosa dobbiamo fare?”.

Tutti a casa è un film “on the road” lungo l’Italia disastrata e confusa di quel periodo, quando i soldati non ebbero più ordini e ciascuno decise di tornare al suo paese: tutti a casa, appunto. Nella vicenda, il sottotenente Alberto Innocenzi (Sordi), abituato a obbedire e a non contraddire, viene abbandonato dai suoi soldati e si mette in fuga dal nord al sud con l’amico ulceroso, il geniere Ceccarelli di Napoli (Serge Reggiani).  Incontra i tedeschi desiderosi di rappresaglie che gli sparano addosso, vede l’odissea di una ragazza ebrea in fuga (ci rimette la pelle un giovane soldato veneto), conosce un prigioniero americano nascosto in soffitta, si ricongiunge col padre (Eduardo De Filippo), che vorrebbe rimandarlo nelle file fasciste, fino al riscatto finale durante le 4 giornate di Napoli. Comencini dichiarò all’epoca: “L’8 settembre la gente fu abbandonata a se stessa, ed era questo che volevo descrivere”.  Il film fu premiato da un grande successo popolare, con oltre un miliardo di lire al box office.

Luigi Comencini (1916 – 2007), a cui la Biennale di Venezia ha attribuito nel 1987 il Leone d’oro alla carriera, è considerato uno dei grandi maestri della commedia all’italiana, nonché “il regista dei bambini”. Sul fronte della commedia il suo primo capolavoro è Pane, amore e fantasia (1953), con Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica, vincitore dell’Orso d’argento a Berlino, prototipo del cosiddetto “neorealismo rosa” e uno dei più alti incassi nella storia del cinema italiano, seguito negli anni da altre commedie di successo come Pane, amore e gelosia (1954), Mariti in città (1957), Lo scopone scientifico (1972) e Mio Dio, come sono  caduta in basso! (1974).

Tutti a casa 3Sul tema dell’infanzia, Comencini cominciò subito nel 1946 con Bambini in città, il suo primo corto documentario (premiato a Venezia e col Nastro d’argento), mentre Proibito rubare (1948), ambientato tra gli scugnizzi di Napoli, è il suo primo lungometraggio. La sua importante linea “infantile” prosegue con La finestra sul Luna Park (1957), Incompreso (1966, in concorso a Cannes e premiato col David di Donatello), Voltati Eugenio (1980, presentato a Venezia), Un ragazzo di Calabria(1987, in concorso a Venezia), Marcellino pane e vino (1991), il suo ultimo film diretto con la figlia Francesca. Vanno inoltre ricordati gli incontri con due classici della letteratura infantile come Le avventure di Pinocchio (1972) e Cuore (1984).

Fondatore nel 1935 con Alberto Lattuada e Mario Ferrari della Cineteca italiana di Milano, Comencini ha diretto complessivamente una quarantina di lungometraggi, senza contare i documentari, gli sceneggiati e le inchieste per la Rai. Ha praticato molti generi oltre alla commedia, come il giallo (La donna della domenica, 1975), il melodramma (Incompreso, 1966), il film letterario (La ragazza di Bube, 1963), il film in costume (Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano, 1969), il film-opera (La Bohème, 1988), ma si è dedicato anche a film più singolari (Cercasi Gesù, 1982, premiato col Nastro d’argento). In un’intervista all’inizio degli anni ’80 Comencini dichiarò di essere disposto a difendere una decina dei suoi film, che però “non sarebbero mai nati se non avessi fatto altri film sbagliati, in parte o completamente. Ma film in cattiva fede non ne ho mai fatti”.

VENEZIA 2016: SIC@SIC -ALLA SETTIMANA DELLA CRITICA 7 CORTI DI GIOVANI TALENTI ITALIANI E QUELLO DI UN MAESTRO, MARCO BELLOCCHIO

Ricevo e volentieri pubblico

SIC@SIC :: ALLA 31. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA, IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO LUCE CINECITTA’, 7 CORTOMETRAGGI DI GIOVANI TALENTI DEL CINEMA ITALIANO E QUELLO DI UN MAESTRO, MARCO BELLOCCHIO, REALIZZATO CON GLI ALLIEVI DI FARE CINEMA A BOBBIO

 

manifesto sic@sicGiunta alla 31. edizione, la Settimana Internazionale della Critica (a Venezia dal 31 agosto al 10 settembre) inaugura quest’anno, in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, una nuova iniziativa, nel segno di un impegno ancora più forte nei confronti del cinema italiano. SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica), infatti, porterà al Lido 7 cortometraggi firmati da giovani talenti del nostro cinema, “autrici e autori giovanissimi – spiega Giona A. Nazzaro, delegato generale della Settimana Internazionale della Critica in grado di muoversi lungo tutto lo spettro espressivo del cinema contemporaneo. Finzione, documentario, film saggio, sperimentazione e oltre. Un panorama di possibilità entusiasmanti le cui uniche regole sono il talento e la creatività. Una scommessa che si offre sin da ora con una certezza: l’avere individuato oggi alcuni degli autori del cinema italiano di domani“. 

Dai diari familiari fantasmatici di Alice di Chiara Leonardi alla topografia sentimentale di Atlante 1783 di Maria Giovanna Cicciari, passando attraverso il romanzo di formazione di Era ieri di Valentina Pedicini, l’affabulazione fantastica di dodici pagine di Riccardo Caruso, Roberto Tenace, Luigi Lombardi ed Elisabetta Falanga, il ‘dejeuner sur l’herbe stoner’ diColazione sull’erba di Edoardo Ferraro, giungendo all’astrazione lirica di Notturno di Fatima Bianchi e la scoperta di un erotismo altro di Vanilla di Rossella Inglese, i cortometraggi selezionati si offrono come una presa di posizione, formale e creativa, di grande rilievo.
A patrocinare l’esordio di SIC@SIC, come Evento Speciale, un cortometraggio inedito di Marco Bellocchio, Pagliacci, realizzato dal Maestro con gli allievi del laboratorio Fare cinema di Bobbio, che si tiene ogni estate da 20 anni: “Un film sorprendente ed entusiasmante – continua Nazzaro – interpretato dalla compianta Lucia Ragni: un tassello che permette di osservare il cinema di Bellocchio da un’angolazione inedita e ripensare le sue innumerevoli spinte pulsionali e insurrezionali. Fra Marco Bellocchio e i giovani autori presentati da SIC@SIC si crea così un ponte ideale che permette di pensare il cinema italiano come un dialogo fra l’urgenza di una tradizione viva e gli imperativi di un futuro tutto da giocare e inventare“.

La collaborazione di Istituto Luce Cinecittà con la SIC – spiega Carla Cattani (Istituto Luce Cinecittà – Promozione Cinema Contemporaneo) – nasce dall’esigenza di promuovere giovani autori italiani non ancora approdati al lungometraggio: ciò che infatti accomuna anche molti giovani autori che sono riusciti ad affermarsi (pensiamo a Sydney Sibilia, Piero Messina, Laura Bispuri, Carlo Lavagna, Gabriele Mainetti), è il racconto degli anni passati per arrivare all’opera prima, del tempo speso per farsi conoscere prima che un produttore riuscisse a sua volta a coinvolgere finanziatori nei loro progetti. I sette cortisti che arriveranno a Venezia avranno l’occasione per farsi conoscere in un contesto sia nazionale che internazionale, e i loro lavori saranno poi proposti anche all’estero nell’ambito delle varie iniziative di promozione di Istituto Luce Cinecittà. Per questi giovani inizia, o si conferma, il viaggio, un tassello importante nel passaggio dalle promesse al presente“.

I film di SIC@SIC

Alice di Chiara Leonardi
Italia, 2016 – World Premiere

Atlante 1783 di Maria Giovanna Cicciari
Italia, 2016 – World Premiere

Colazione sull’erba di Edoardo Ferraro
Italia, 2016 – World Premiere

dodici pagine di Riccardo Caruso, Roberto Tenace, Luigi Lombardi, Elisabetta Falanga
Italia, 2016 – World Premiere

Era ieri di Valentina Pedicini
Italia, 2016 – World Premiere

Notturno di Fatima Bianchi
Italia, 2016 – World Premiere

Vanilla di Rossella Inglese
Italia, 2016 – World Premiere

Evento speciale – Cortometraggio d’apertura
Pagliacci di Marco Bellocchio
Italia, 2016 – World Premiere

LA BIENNALE DI VENEZIA: JEAN-PAUL BELMONDO E JERZY SKOLIMOVSKI LEONI D’ORO ALLA CARRIERA ALLA 73° MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA

Ricevo e volentieri pubblico

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Sono stati attribuiti all’attore francese Jean-Paul Belmondo e al regista polacco Jerzy Skolimowski i Leoni d’oro alla carriera della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2016).

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera.

A partire da quest’anno, il Cda ha deciso l’attribuzione di due Leoni d’Oro alla carriera in ciascuna delle edizioni future della Mostra: il primo assegnato a registi o appartenenti al mondo della realizzazione; il secondo a un attore o un’attrice ovvero a personaggi appartenenti al mondo dell’interpretazione.

Jean-Paul Belmondo, icona del cinema francese e internazionale, ha saputo interpretare al meglio l’afflato di modernità tipico della Nouvelle Vague attraverso gli straniati personaggi di A doppia mandata (À double tour, 1959) di Claude Chabrol,Fino all’ultimo respiro (1960) e Il bandito delle 11 (1965, in concorso a Venezia) entrambi di Jean-Luc Godard, o La mia droga si chiama Julie (1969) di François Truffaut. In particolare, impersonando Michel Poiccard/László Kovács in Fino all’ultimo respiro, Belmondo ha imposto la figura di un antieroe provocatorio e seducente, molto diverso dagli stereotipi hollywoodiani ai quali lo stesso Godard si ispirava. La sua recitazione estroversa gli ha consentito poi di interpretare alcuni dei migliori gangster del cinema poliziesco francese, come in Asfalto che scotta (1960) di Claude Sautet, Lo spione (1962) di Jean-Pierre Melville e Il clan dei marsigliesi (1972) di José Giovanni, ottenendo un enorme successo popolare con i molti film successivi, da L’uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca a Il poliziotto della brigata criminale (1975) di Henri Verneuil, da Joss il professionista (1981) di Georges Lautner a Una vita non basta (1988) di Claude Lelouch. “Un volto affascinante, una simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità – ha dichiarato il Direttore Alberto Barbera nella motivazione – che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di semplice intrattenimento”.

Jerzy Skolimovski_credits Robert Jaworski Jerzy Skolimowski – ha dichiarato il Direttore Alberto Barbera nella motivazione – è tra i cineasti più rappresentativi di quel cinema moderno nato in seno alle nouvelles vague degli anni Sessanta e, insieme con Roman Polanski, il regista che ha maggiormente contribuito al rinnovamento del cinema polacco del periodo”. Lo stesso Polanski (che lo volle accanto come sceneggiatore nel suo film d’esordio Il coltello nell’acqua), ebbe a predire: “Skolimowski sovrasterà la sua generazione con la testa e le spalle”. In realtà, la carriera del “boxeur poeta” (secondo la definizione datane da Andrzej Munk, il “padre” cinematografico di Skolimowski), durata ben oltre cinquant’anni con diciassette lungometraggi realizzati, è stata tutt’altro che facile, segnata da continui dislocamenti – dalla Polonia al Belgio, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, prima del definitivo ritorno in Patria avvenuto meno di dieci anni fa – che ne hanno contrassegnato l’opera: apolide in apparenza, perché assoggettata a strategie produttive eterogenee ed apparentemente diseguali, in realtà personalissima e originale in ciascuna delle opere in cui si è concretizzata. La trilogia realizzata in Polonia ai suoi esordi, Rysopis (1964), Walkover (1965) e Barriera (1966), fu per i Paesi dell’Est ciò che i primi film di Godard sono stati per il cinema occidentale, mentre i capolavori successivi – Il vergine (1967, Orso d’oro a Berlino), La ragazza del bagno pubblico (1970), L’australiano (1978, Grand Prix a Cannes), Mani in alto! (1981), Moonlighting (1982, migliore sceneggiatura a Cannes)sono tra i film più rappresentativi di un cinema moderno, libero e innovatore, radicalmente anticonformista e audace. I film più recenti realizzati dopo il ritorno in patria –Quattro notti con Anna (2008), Essential Killing (2010, Premio Speciale della Giuria a Venezia) e 11 minuti (2015, in concorso a Venezia)manifestano infine un’inesauribile e sorprendente capacità di rinnovamento, che lo collocano di diritto tra gli autori più combattivi e originali del cinema contemporaneo.

 Il programma completo della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verrà presentato alla stampa il 28 luglio p.v. a Roma, all’Hotel Excelsior (ore 11).

 Venezia, 14 luglio 2016

Per la prima volta al CINEMA il TEATRO di KENNETH BRANAGH

Ricevo e volentieri pubblico

Dopo lo straordinario successo di pubblico e di critica dell’Amleto

con Benedict Cumberbatch dal National Theatre di Londra

 ARRIVA PER LA PRIMA VOLTA AL CINEMA

IL TEATRO DI KENNETH BRANAGH

BTL_WintersTale_PortraitImageAl via dal 18 ottobre con Racconto d’inverno con Judi Dench

la nuova stagione della Kenneth Branagh Theatre Company che porta sul grande schermo gli spettacoli diretti dal candidato all’OscarKenneth Branagh“L’idea che il teatro e il cinema si incontrino è eccitante. Per questo l’arrivo su grande schermo dei nostri spettacoli apre la via a una nuova sfida. Abbiamo un team di grande esperienza in entrambi i mondi, quello teatrale e quello cinematografico: i risultati -in particolare nell’esplorazione della magia insita nell’opera di Shakespeare- dovrebbero essere affascinanti”.

Kenneth Branagh

 Dopo l’eclatante successo al box office dell’Amleto di Shakespeare, che in due soli giorni ha raccolto 28.000 spettatori, proseguono le celebrazioni per i 400 anni dalla scomparsa di Shakespeare. Nexo Digital è infatti orgogliosa di presentare la prima stagione della Kenneth Branagh Theatre Company che propone un’eccezionale serie di spettacoli realizzati per il cinema e in scena al Garrick Theatre di Londra nel corso dell’anno.

A partire dall’autunno Nexo Digital distribuirà così nelle sale italiane tre spettacoli della Kenneth Branagh Theatre Company, la compagnia -creata dal regista e attore britannico- che vede la presenza di star come Judi Dench, Rob Brydon e Lily James. Dal teatro Garrick di Londra arriveranno così su grande schermo due opere shakespeariane Racconto d’inverno (con Judi Dench e Kenneth Branagh, nelle sale il 18 e 19  ottobre) e Giulietta e Romeo (con Derek Jacobi, Lili James, Richard Madden e Meera Syal nelle sale il 29 e 30 novembre) oltre a The entertainer di John Osborne (nelle sale il 10 e 11 gennaio). Gli spettacoli saranno sempre in lingua inglese sottotitolati in italiano.

Sir Kenneth Charles Branagh, attore, regista e sceneggiatore, è nato a Belfast nel 1960 e ama Shakespeare sin da quando era ragazzo. È stato candidato a 5 Premi Osca e si è aggiudicato numerosi premi internazionali. Nel 1988 ha diretto ed interpretato il film Enrico V, che gli è valso una candidatura all’Oscar per la miglior regia e il miglior attore protagonista. Nel 1991 ha diretto Il canto del cigno, ricevendo la candidatura all’Oscar per il miglior cortometraggio. Successivamente ha diretto e interpretato Frankenstein di Mary Shelley e Hamlet con cui ha ottenuto la quarta candidatura ai Premi Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. Ha ricevuto una quinta candidatura per la statuetta come miglior attore non protagonista per il film Marilyn.  Nel 2015 ha diretto Cenerentola della Disney.

Sempre nel 2017, accanto alla stagione della Branagh Company, Nexo Digital proporrà al cinema anche il Riccardo III di Shakespeare con Ralph Fiennes e Vanessa Redgrave. Il Direttore Artistico del Teatro Almeida di Londra Rupert Goold (American Psycho re Carlo III, Il mercante di Venezia, Medea) porterà infatti in scena il cattivo più famoso di tutto il teatro di Shakespeare con un cast d’eccezione che comprende Ralph Fiennes nei panni di Riccardo III e Vanessa Redgrave in quelli della regina Margherita. La data dello spettacolo verrà comunicata nei prossimi mesi.

La stagione della Kenneth Branagh Theatre Company è distribuita nei cinema italiani da Nexo Digital con il sostegno del British Council.

 IL CALENDARIO DELLA STAGIONE 2016/2017

18/19 ottobre 2016

The Winter’s Tale (Racconto d’inverno) di William Shakespeare

Diretto da Rob Ashford e Kenneth Branagh. Con Judi Dench e Kenneth Branagh.

Racconto d’inverno è una tragicommedia senza tempo che esplora il tema dell’ossessione e della redenzione. La trama racconta di Re Leonte sembra che sembra avere tutto: potere, ricchezza, una famiglia amorevole e amici. Ma la gelosia mette in moto una catena di eventi con conseguenze tragiche …

 Nel cast Judi Dench, che interpreta Paulina, al fianco di Tom Bateman (Florizel), Jessie Buckley (Perdita), Hadley Fraser (Polissene), Miranda Raison (Hermione) e Kenneth Branagh nei panni di Leonte.

 29/30 Novembre 2016

Romeo and Juliet (Romeo e Giulietta) di William Shakespeare

Diretto da Kenneth Branagh. Con Derek Jacobi, Lily James, Richard Madden

La storia d’amore più famosa di tutti i tempi viene portata in scena da Branagh e il suo team creativo che presentano una moderna e appassionata versione della tragedia classica, in cui la faida tra Montecchi e  Capuleti porta a conseguenze devastanti per i due giovani amanti coinvolti nel conflitto .

Ricongiungendo le stelle del suo celebre film Cenerentola, Kenneth Branagh co-dirige con Rob Ashford, Richard Madden e Lily James, nei panni di Romeo e Giulietta. Sir Derek Jacobi interpreta Mercuzio, Meera Syal l’infermiera.

10/11 Gennaio 2017

The Entertainer di John Osborne

Diretto da Rob Ashford. Con Kenneth Branagh, Jonah Hauer-King, Sophie McShera, Greta Scacchi

 Sullo sfondo del dopoguerra britannico, il classico moderno di John Osborne evoca il glamour squallido delle antiche sale da musica per un esame impietoso ed esplosivo di maschere pubbliche e tormenti privati.

Rob Ashford dirige Kenneth Branagh nei panni di Archie Rice nella produzione conclusiva degli spettacoli della stagione del Garrick Theatre.

ANIMAVì -FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA D’ANIMAZIONE POETICO – prima edizione – 14/17 luglio 2016

Ricevo e volentieri pubblico

Pergola (PU) – 14/ 17 luglio 2016

Animavì
Festival Internazionale del Cinema d’animazione poetico

prima edizione

Diretto dal regista Simone Massi, il primo festival al mondo dedicato specificatamente all’animazione poetica e d’autore.
Premio alla Carriera a Emir Kusturica, tra gli ospiti 
il Premio Oscar Aleksandr Petrov, Ascanio Celestini e Valentina Carnelutti, conduce le serate Luca Raffaelli.  

animavi locandinaSi tiene a Pergola (Pesaro – Urbino) nel giardino di Casa Godio, dal 14 al 17 luglio 2016 la prima edizione di ANIMAVÌ – Festival Internazionale del Cinema d’animazione poetico, con la direzione artistica del più importante regista italiano di cinema d’animazione, Simone Massi. Ospite d’eccezione il regista Aleksandr Petrov, vincitore nel 2000 del Premio Oscar per il Miglior Cortometraggio con Il vecchio e il mare, autore anche della sigla e della locandina del festival, mentre il Premio alla Carriera di questa prima edizione è assegnato al regista, musicista e sceneggiatore Emir Kusturica. A condurre le serate Luca Raffaelli, giornalista, saggista, sceneggiatore e uno dei massimi esperti di fumetti e animazione in Italia. Il programma completo al link www.animavi.org. Apre il festival l’attrice e regista Valentina Carnelutti, ospite d’onore e madrina della manifestazione, che presenterà il suo cortometraggio ReCuiem (vincitore di numerosi premi in tutto il mondo); nelle giornate successive l’omaggio sarà invece dedicato ai membri della giuria Umberto Piersanti, Ascanio Celestini e Aleksandr Petrov, tutti presenti nel corso della rassegna. Sedici le opere provenienti da ogni parte del mondo che nel concorso internazionale si contenderanno il Premio Bronzo Dorato per il miglior film d’animazione poetica: Feraldi Daniel Sousa, Chemin Faisan di Georges Schwizgebel, Vasco di Sebastien Laudenbach, Kali the Little Vampire di Regina Pessoa, Nightingales in December di Theodore Ushev,Hipopotamy di Piotr Dumala, Ursus di Reinis Pētersons, The Other Shores di Vasily Chirkov,The Song for Rain di Yawen Zheng, I Was Two di Shiva Sadegh Assadi, A Tale of Longing di Xin Li, A Tangled Tale di Corrie Francis Parks, Spesso viene sera di Paola Luciani, The Song di Ines Sedan, Wiegelied di Naomi van Niekerk, It’s Raining di Anna Shepilova. A questi piccoli capolavori si aggiungono inoltre le otto animazioni inserite nel concorso dedicato alla scuola del libro di Urbino: D’istante di Rojna Bagheri, Certezze di Pietro Elisei, 1/0 di Laura Fuzzi,Corale di Giulia Olivieri, Le matrici dell’io di Francesco Ruggeri, Dasma di Laura Paja, Ho imparato a nuotare di Valentino Marigo, Sarajevo – Ricordi di un assedio di Giacomo Passanisi. A giudicare i lavori, una giuria prestigiosa composta da Ascanio Celestini (in rappresentanza di cinema e teatro), dal poeta Umberto Piersanti (per la letteratura) e dal caposcuola dell’animazione russa Aleksandr Petrov. Nutrita e variegata anche la schiera di ospiti musicali: la cantautrice Frida Neri, l’Ensemble Laus Veris (formazione specializzata nell’esecuzione di musica medievale), Giuliano Dottori e il gruppo folk-rock Gangchiuderanno con i loro concerti le quattro serate, scandite anche dalla proiezione delleMemorie vive del documentarista Filippo Biagianti.

Animavì primo festival al mondo dedicato specificatamente all’animazione poetica e d’autore, vanta già il supporto di numerose figure di spicco della cultura e dell’arte: da Giannalberto Bendazzi, autorevole critico e Presidente onorario del festival, ai membri del Comitato Promotore (fra gli altri Valentina Carnelutti, Ascanio Celestini, Erri De Luca, Nino De Vita, Goffredo Fofi, Daniele Gaglianone, Valeria Golino, Natassja Kinski, Neri Marcoré, Laura Morante, Marco Paolini, Umberto Piersanti, Alba Rohrwacher, Silvio Soldini, Paolo e Vittorio Taviani, Miklós Vámos, Daniele Vicari, Emily Jane White, Emir Kusturica).

Animavì vuole soprattutto rappresentare a livello internazionale il “cinema d’animazione artistico e di poesia”, quel genere di animazione indipendente e d’autore che si propone di raccontare per suggestione, prendendo le distanze in maniera netta dall’animazionemainstream.

arton25636Ho pochissime idee che tuttavia sono chiare, nette, incontrovertibilisottolinea il direttore artistico Simone Massi.Nel momento in cui mi si mette a capo di un progetto non mi si può dire come fare, non mi si può chiedere di essere diverso da quello che sono. E dunque Animavì, bello o brutto, non potrà che somigliarmi. Pergola è un piccolo paese che si attraversa in pochi minuti. Il tentativo è quello di portare qui un certo tipo di persone e farle fermare perché qualcosa ce l’abbiamo anche noi e sfugge a una prima occhiata e magari è più importante di quello che sembra”. Il nome del festival deriva dall’unione di due parole: anima è quella che vibra dinanzi a un’opera d’arte, ma al contempo è l’abbreviazione di animazione e mavì, termine caduto in disuso che identificava il colore azzurro chiaro dei pittori rinascimentali.

Animavì è un evento realizzato grazie all’organizzazione di Mattia Priori, Leone Fadelli, Silvia Carbone e dall’associazione culturale Ars Animae, con il patrocinio di Regione Marche, Ministero della Cultura, Marche Film Commission, Comune di Pergola, SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) e Accademia del Cinema Italiano.


Per maggiori informazioni:
www.animavi.org
info@animavi.org
www.facebook.com/animavifestival/?fref=ts
cell. +39 338 7998385

Biglietti
Acquistabili su http://www.liveticket.it (costo dell’abbonamento alle 4 serate: 25 euro + diritti di prevendita; costo del biglietto per una singola serata: 7 euro + diritti di prevendita)

I PREMI FINALI DELL’UMBRIA FILM FESTIVAL

Ricevo e volentieri pubblico

UMBRIA FILM FESTIVAL
20ma edizione

Montone (Perugia) dal 6 al 10 luglio 2016

Premio miglior cortometraggio per bambini all’ungherese Hey Deer!, animazione di Örs Bárczy, mentre per la sezione Umbriametraggi vince Rezonans, di Giovanni Pierangeli e menzione speciale al corto d’animazione Cooking breakfast for the one I love, di Hermes Mangialardo

hey deer2Si è tenuta a Montone (Perugia) dal 6 al 10 luglio 2016 – a ingresso gratuito fino a esaurimento posti – la ventesima edizione dell’Umbria Film Festival, con la direzione artistica di Vanessa Strizzi, la direzione organizzativa di Marisa Berna e la presidenza onoraria di Terry Gilliam.

Molto ricco il parterre degli ospiti di questa edizione, tra cui due Premi Oscar, che hanno ricevuto le Chiavi della Città di Montone: il regista inglese Tom Hooper (Il discorso del re, The Danish girl) e Rachel Portman (Emma, Chocolat), compositrice inglese, prima donna ad aver vinto l’ambita statuetta come migliore colonna sonora. Ma anche la regista danese Lone Scherfig, l’attrice danese Ghita Norby, la regista norvegese Hanne Berkaak e la regista inglese Chanya Button, che ha presentato in anteprima italiana il suo Burn Burn Burn, accompagnata dalle attrici protagoniste Laura Carmichael e Chloe Pirrie.

La giuria di bambini, ha votato ogni sera i cortometraggi proiettati e ha decretato vincitore l’ungherese Hey Deer!, diÖrs Bárczy, corto di animazione che racconta di un adorabile cervo che beve cioccolata e che ogni giorno, puntualmente, al mattino riordina casa e spala la neve fuori. Ogni notte, infatti, un terremoto provoca il caos e rende la vita del cervo un incubo. Tra due tazze di cioccolata, una verità stupefacente viene a galla che cambierà la sua vita per sempre…

La giuria della sezione Umbriametraggi 2016 ha quindi decretato miglior cortometraggio della sezione dedicata a videomakers umbri, Rezonans, di Giovanni Pierangeli, nove minuti che mostrano una regia di talento, abile nel rappresentare con attenzione e misura la tensione emotiva di un dramma familiare fondato sul non detto. Ha inoltre assegnato una menzione speciale al corto d’animazione Cooking breakfast for the one I love, di Hermes Mangialardo, a conferma della capacità di raccontare con maestria, in un tempo brevissimo, una storia deliziosa e ironica, dettagliata e perfettamente compiuta che, in questo caso, si snoda agile sulle note di Mauro Ottolini. A Pierangeli e Mangialardo vanno il Premio Augustuscolor (50% di sconto per una lavorazione) e un’opera in ceramica dell’Officina Via Fratta di Umbertide. La giuria, nel ringraziare tutti i filmmaker della sezione, ha espresso anche una nota di merito per le due scuole presenti, la classe seconda ALL dell’I.I.S. “Leonardo da Vinci” di Umbertide e la scuola secondaria di primo grado di Montone, per avere realizzato lavori di qualità su temi molto attuali.

73° MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA – ROBERT GUEDIGUIAN PRESIDENTE DELLA GIURIA ORIZZONTI E KIM ROSSI STUART PRESIDENTE DELLA GIURIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS” – LEONE DEL FUTURO

Ricevo e volentieri pubblico

26536-Palazzo_del_Cinema_-____la_Biennale_di_Venezia_-_Foto_ASACIl regista francese Robert Guédiguian (Marius et Jeannette, La ville est tranquille, Les neiges du Kilimandjaro) e l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart (Le chiavi di casa,Romanzo criminale, Anche libero va bene), sono state scelti come Presidenti di due Giurie della 73. Mostra del Cinema di Venezia, rispettivamente per la sezione Orizzonti e per il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro. Presidente della Giuria del Concorso Venezia 73 – come già annunciato – è il regista Sam Mendes.

Il regista Robert Guédiguian può essere considerato il moderno cantore di Marsiglia, la città dove è nato e vissuto e dove si svolge anche La ville est tranquille, presentato a Venezia nel 2000. La filmografia di Guédiguian è una sorta di epopea della sua città, con storie ambientate nel microcosmo del quartiere natio, privilegiando vicende di gente comune.

"Il Commissario Maltese" regia Tavarelli, con Kim Rossi StewartAttore tra i più importanti del cinema italiano, Kim Rossi Stuart è stato più volte protagonista alla Mostra di Venezia con alcune delle sue più note interpretazioni, tra cui Le chiavi di casa (2004) di Gianni Amelio e Vallanzasca (2010) di Michele Placido. Per Anche libero va bene (2006), suo esordio dietro la macchina da presa, Rossi Stuart è stato premiato con il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior nuovo regista.

La 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, si svolgerà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016.

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti presieduta da Robert Guédiguian, composta da un massimo di 7 personalità, assegnerà – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti riconoscimenti: Premio Orizzonti per il miglior film; Premio Orizzonti per la migliore regia; Premio Speciale della Giuria Orizzonti; Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile o femminile; Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura; Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro presieduta da Kim Rossi Stuart, composta da un massimo di 5 personalità tra i quali un produttore, assegnerà senza possibilità di ex-aequo un premio di 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore, fra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione Ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele).