Alla 73° MOSTRA DI VENEZIA tre film sostenuti dal MILANO FILM NETWORK

Ricevo e volentieri pubblico

foto LIBERAMI un film documentario di Federica Di GiacomoMILANO FILM NETWORK
ALLA MOSTRA DI VENEZIA TRE FILM SOSTENUTI DAI PROGETTI “IN PROGRESS” E “L’ATELIER”

“SPIRA MIRABILIS”, “LIBERAMI” E “ATLANTE 1783”

www.milanofilmnetwork.it

Il Milano Film Network è orgoglioso di segnalare che alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia parteciperanno tre film sostenuti negli ultimi due anni dal Network attraverso i progetti In Progress e L’Atelier: SPIRA MIRABILIS di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (Concorso Venezia73), vincitore del Primo Premio, offerto da Lombardia Film Commission, dell’Atelier MFN 2015; LIBERAMI diFederica Di Giacomo (Concorso Orizzonti), vincitore di due premi di post­produzione dell’Atelier 2015; ATLANTE 1783 di Maria Giovanna Cicciari (Sic@Sic/Settimana Internazionale della Critica), tra i finalisti di In Progress MFN 2014.

SpiraMirabilis__ACQUACon In Progress (laboratorio per progetti di film da sviluppare, la cui terza edizione si concluderà a settembre) e L’Atelier (fondo di sostegno alla post­produzione di lungometraggi italiani, il cui bando 2016 sarà disponibile a breve), il Milano Film Network si propone da alcuni anni come un vero e proprio progetto di sostegno produttivo per il cinema italiano indipendente.

«Siamo molto felici di aver accompagnato per un tratto importante del loro percorso produttivo tre progetti in cui abbiamo creduto da subito e su cui ora scommettono la Mostra di Venezia e la Settimana della Critica – dichiara il presidente di MFN Alessandra Speciale. Oltre che con i loro autori, vogliamo congratularci anche con Fatima Bianchi, Irene Dionisio e Luca Ferri, altri registi che abbiamo seguito e premiato in passato e di cui si vedranno al Lido i nuovi lavori. Una partecipazione così nutrita in un appuntamento prestigioso come quello di Venezia, unita a una presenza non meno importante al Festival di Locarno (dove sarà presentato LA NATURA DELLE COSE di Laura Viezzoli, premi In Progress 2014 e Atelier 2015) ci confermano che il MFN è sulla buona strada per sostenere i talenti più promettenti del nostro cinema indipendente».

SIC@SIC - ATLANTE 1783 - 2 - CopiaMilano Film Network è il progetto realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariplo che unisce l’esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e una serie di servizi per chi si occupa di cinema e audiovisivo a Milano e in Italia. Il network, nato da un’auto organizzazione dei sette festival di cinema della città di Milano (Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest) mira a includere non solo gli operatori del settore audiovisivo ma anche istituzioni e attori socio-economici, a riconoscimento della valenza del cinema in quanto forma d’arte ma anche settore produttivo che genera ricadute positive sul tessuto urbano.

Per maggiori informazioni: coordinamento@milanofilmnetwork.it

VENEZIA 2016: SIC@SIC -ALLA SETTIMANA DELLA CRITICA 7 CORTI DI GIOVANI TALENTI ITALIANI E QUELLO DI UN MAESTRO, MARCO BELLOCCHIO

Ricevo e volentieri pubblico

SIC@SIC :: ALLA 31. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA, IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO LUCE CINECITTA’, 7 CORTOMETRAGGI DI GIOVANI TALENTI DEL CINEMA ITALIANO E QUELLO DI UN MAESTRO, MARCO BELLOCCHIO, REALIZZATO CON GLI ALLIEVI DI FARE CINEMA A BOBBIO

 

manifesto sic@sicGiunta alla 31. edizione, la Settimana Internazionale della Critica (a Venezia dal 31 agosto al 10 settembre) inaugura quest’anno, in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, una nuova iniziativa, nel segno di un impegno ancora più forte nei confronti del cinema italiano. SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica), infatti, porterà al Lido 7 cortometraggi firmati da giovani talenti del nostro cinema, “autrici e autori giovanissimi – spiega Giona A. Nazzaro, delegato generale della Settimana Internazionale della Critica in grado di muoversi lungo tutto lo spettro espressivo del cinema contemporaneo. Finzione, documentario, film saggio, sperimentazione e oltre. Un panorama di possibilità entusiasmanti le cui uniche regole sono il talento e la creatività. Una scommessa che si offre sin da ora con una certezza: l’avere individuato oggi alcuni degli autori del cinema italiano di domani“. 

Dai diari familiari fantasmatici di Alice di Chiara Leonardi alla topografia sentimentale di Atlante 1783 di Maria Giovanna Cicciari, passando attraverso il romanzo di formazione di Era ieri di Valentina Pedicini, l’affabulazione fantastica di dodici pagine di Riccardo Caruso, Roberto Tenace, Luigi Lombardi ed Elisabetta Falanga, il ‘dejeuner sur l’herbe stoner’ diColazione sull’erba di Edoardo Ferraro, giungendo all’astrazione lirica di Notturno di Fatima Bianchi e la scoperta di un erotismo altro di Vanilla di Rossella Inglese, i cortometraggi selezionati si offrono come una presa di posizione, formale e creativa, di grande rilievo.
A patrocinare l’esordio di SIC@SIC, come Evento Speciale, un cortometraggio inedito di Marco Bellocchio, Pagliacci, realizzato dal Maestro con gli allievi del laboratorio Fare cinema di Bobbio, che si tiene ogni estate da 20 anni: “Un film sorprendente ed entusiasmante – continua Nazzaro – interpretato dalla compianta Lucia Ragni: un tassello che permette di osservare il cinema di Bellocchio da un’angolazione inedita e ripensare le sue innumerevoli spinte pulsionali e insurrezionali. Fra Marco Bellocchio e i giovani autori presentati da SIC@SIC si crea così un ponte ideale che permette di pensare il cinema italiano come un dialogo fra l’urgenza di una tradizione viva e gli imperativi di un futuro tutto da giocare e inventare“.

La collaborazione di Istituto Luce Cinecittà con la SIC – spiega Carla Cattani (Istituto Luce Cinecittà – Promozione Cinema Contemporaneo) – nasce dall’esigenza di promuovere giovani autori italiani non ancora approdati al lungometraggio: ciò che infatti accomuna anche molti giovani autori che sono riusciti ad affermarsi (pensiamo a Sydney Sibilia, Piero Messina, Laura Bispuri, Carlo Lavagna, Gabriele Mainetti), è il racconto degli anni passati per arrivare all’opera prima, del tempo speso per farsi conoscere prima che un produttore riuscisse a sua volta a coinvolgere finanziatori nei loro progetti. I sette cortisti che arriveranno a Venezia avranno l’occasione per farsi conoscere in un contesto sia nazionale che internazionale, e i loro lavori saranno poi proposti anche all’estero nell’ambito delle varie iniziative di promozione di Istituto Luce Cinecittà. Per questi giovani inizia, o si conferma, il viaggio, un tassello importante nel passaggio dalle promesse al presente“.

I film di SIC@SIC

Alice di Chiara Leonardi
Italia, 2016 – World Premiere

Atlante 1783 di Maria Giovanna Cicciari
Italia, 2016 – World Premiere

Colazione sull’erba di Edoardo Ferraro
Italia, 2016 – World Premiere

dodici pagine di Riccardo Caruso, Roberto Tenace, Luigi Lombardi, Elisabetta Falanga
Italia, 2016 – World Premiere

Era ieri di Valentina Pedicini
Italia, 2016 – World Premiere

Notturno di Fatima Bianchi
Italia, 2016 – World Premiere

Vanilla di Rossella Inglese
Italia, 2016 – World Premiere

Evento speciale – Cortometraggio d’apertura
Pagliacci di Marco Bellocchio
Italia, 2016 – World Premiere

LE VIE DEL CINEMA 2015 – i film di Venezia e i Pardi di Locarno a Milano

Ricevo e volentieri pubblico

AGIS lombarda e Comune di Milano

Sono lieti di presentare

le vie del cinema 2015

i film di Venezia e i Pardi di Locarno

Milano, 21-28 settembre 2015

 42 film provenienti da 19 paesi, 14 sale cinematografiche,

72 proiezioni, 10 incontri

per l’edizione 2015 nell’ambito di Expo in città

 Un giro del mondo cinematografico

le vie del cinema 2015

A pochissimi giorni dall’assegnazione del Leone d’Oro, AGIS lombarda e Comune di Milano sono lieti di annunciare il secondo appuntamento dell’anno con le vie del cinema. I film di Venezia e i Pardi di Locarno a Milano, una rassegna -patrocinata anche da MiBACT, Regione Lombardia e Consolato Generale di Svizzera, in collaborazione con Corriere della Sera- che rientra quest’anno tra gli appuntamenti di Expo in città.

Da lunedì 21 a lunedì 28 settembre arriveranno a Milano una selezione di film presentati alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e i Pardi premiati al 68° Festival del film Locarno. Ad accompagnare la rassegna anche tre film premiati alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro e al Milano Film Festival nonché tantissimi incontri per il pubblico.

 

Il ricco cartellone di quest’anno propone infatti, in lingua originale con sottotitoli in italiano, un totale di 42 film provenienti da 19 paesi diversi che verranno programmati in 14 storiche sale cinematografiche milanesi a gestione diretta, da sempre attente alla programmazione di cinema di qualità (Anteo spazioCinema, Apollo spazioCinema, Arcobaleno Filmcenter, Ariosto, Arlecchino, Beltrade, Centrale Multisala, Colosseo Multisala, Ducale Multisala, Eliseo Multisala, Mexico, Orfeo Multisala, Palestrina, Plinius Multisala), offrendo agli spettatori un giro del mondo squisitamente “cinematografico” e dando vita ad oltre 70 proiezioni cittadine.

 

Un programma non solo per cinefili. Accanto alle proiezioni dei film premiati ai Festival di Venezia e Locarno (con un focus sul cinema sudamericano indicato da Barbera come uno dei più promettenti nel panorama internazionale), verranno proposti titoli per gli appassionati di arte e musica, ad esempio JANIS di Amy Berg e HEART OF A DOG di Laurie Anderson, e film di richiamo per il grande pubblico: BLACK MASS di Scott Cooper, EVEREST di Baltasar Kormákur, THE DANISH GIRL di Tom Hooper e SPOTLIGHT di Thomas McCarthy.

 

Tra gli altri dalla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verranno proposti 33 film tra cui il Leone d’Oro DESDE ALLÁ di Lorenzo Vigas; BEHEMOTH di Zhao Liang, Premio Signis; PER AMOR VOSTRO di Giuseppe M. Gaudino | Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Valeria Golino; e ancora FRANCOFONIA di Aleksandr Sokurov; LA CALLE DE LA AMARGURA di Arturo Ripstein; TEMPÊTE di Samuel Collardey | Premio Orizzonti per la Miglior Interpretazione a Dominique Leborne; TANNA di Martin Butler e Bentley Dean | Premio 30. Settimana Internazionale della Critica; EARLY WINTER di Michael Rowe | Premio Giornate degli Autori ; ARIANNA di Carlo Lavagna | Miglior Attrice Esordiente Ondina Quadri; LA PRIMA LUCE di Vincenzo Marra; VIVA LA SPOSA di Ascanio Celestini.

Dal 68° Festival del film Locarno RIGHT NOW, WRONG THEN di Hong Sang-soo, Pardo d’oro | Pardo per la miglior interpretazione maschile; COSMOS di Andrzej Zulawski, Pardo per la Migliore Regia; SUITE ARMORICAINE di Pascale Breton, Premio FIPRESCI; PARADISE (MA DAR BEHESHT) di Sina Ataeian Dena, Swatch Art Peace Hotel Award | Premio Ecumenico; CHEVALIER di Athina Tsangari; GENITORI di Alberto Fasulo.

 

Inoltre dalla 50+1 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro verranno presentati UN JEUNE POÈTE di Damien Manivel, Premio Lino Micciché Miglior Film | Menzione Speciale 67° Festival del film Locarno; PETTING ZOO di Micah Magee,

Premio del Pubblico.

Infine, a chiusura della rassegna, verrà proiettato il film vincitore del Premio del Pubblico del 20° Milano Film Festival.

Quest’anno sono numerosissimi gli incontri che accompagneranno le proiezioni dei film, a partire dalla tradizionale presentazione dei film in programma a cura di Paolo Mereghetti e Bruno Fornara, giovedì 17 settembre alle 18.00 presso la libreria Rizzoli Galleria. Seguiranno poi appuntamenti con registi, attori e critici: da Lina Wertmüller a Enzo Gentile, da Carlo Lavagna a Vincenzo Marra, un ricco programma di approfondimento che si svolgerà come da calendario allegato. Come sempre il pubblico delle sale avrà poi la possibilità di costruire il proprio personale percorso all’interno della rassegna, anche prendendo spunto dagli itinerari tematici che si snodano tra i paesi di provenienza dei diversi film.

 

Come sottolinea poi il Presidente dell’ANEC lombarda – Associazione degli esercenti cinema, Enrico Signorelli, “le vie del cinema si conferma uno degli appuntamenti più amati dal pubblico milanese. Una manifestazione che, nell’anno di Expo più che mai, unisce la città di Milano al mondo intero grazie alla presentazione di film della cinematografia mondiale, proposti in anteprima assoluta e in lingua originale con sottotitoli in italiano. L’obiettivo è per noi quello di creare, anno dopo anno, spettatori più attenti e consapevoli, valorizzando il legame tra pubblico e sala cinematografica, il luogo per eccellenza in cui si crea il valore del film e la sua “affinità elettiva” con chi lo guarda. In questo caso sono 14 le sale cittadine che parteciperanno alla rassegna, offrendo un vasto calendario di appuntamenti a un pubblico sempre più variegato che comprende, oltre ai cinefili, gli amanti della musica, senza dimenticare il grande pubblico”.

Il nuovo trailer delle vie del cinema è disponibile a questo link http://bit.ly/1KeEdws ed è in rotazione nelle sale milanesi che aderiscono al progetto. AGIS lombarda terrà aggiornato il suo pubblico attraverso i canali social, Facebook https://www.facebook.com/agis.lombarda e Twitter https://twitter.com/AgisLombarda, dove sarà possibile avere notizie quotidiane e aggiornamenti sulla rassegna. Il progetto s’inserisce nell’ambito di una serie di iniziative con l’intento di valorizzare, attraverso le nuove tecnologie, le attività delle sale cinematografiche.

 

BIGLIETTI E CINECARD

  • Biglietto intero 7,50 euro
  • Cinecard (non più di due biglietti per film)

27 euro per 6 ingressi | 40 euro per 10 ingressi | 56 euro per 16 ingressi

 

CINECARD

da martedì 15 settembre, dalle ore 12.30. Dal sito lombardiaspettacolo.com nella sezione ACQUISTA ONLINE scegli “CINECARD” e segui le indicazioni di acquisto sulla piattaforma WebTic (previa registrazione alla piattaforma di vendita).

Le Cinecard saranno in prevendita anche presso Apollo spazioCinema, Arcobaleno Filmcenter e Colosseo Multisala (in orario di apertura dei cinema).

da venerdì 18 settembre utilizza la tua Cinecard per riservare i tuoi posti. Online, seguendo la medesima procedura indicata per acquistare i biglietti. Effettua il login per accedere alla schermata di acquisto e scegli CINECARD. Inserisci NUMERO ABBONAMENTO e PIN e riserva i tuoi posti in sala. Scegli STAMPA I BIGLIETTI per stamparli direttamente a procedura terminata e per riceverli via mail. Al cinema, presenta il biglietto stampato o mostra la schermata del biglietto sul tuo smartphone/tablet al personale addetto al controllo accesso sale, senza passare dalla cassa. Se invece scegli STAMPA LA RICEVUTA dovrai ritirare il biglietto all’Infopoint o alle casse dei cinema. Porta con te la Cinecard con cui hai fatto l’acquisto oppure la stampa della ricevuta arrivata via mail.

  • La Cinecard da sola non consente l’ingresso in sala. Per accedere alle proiezioni è necessario scaricare i biglietti per i film scelti (compatibilmente con i posti disponibili).
  • La Cinecard è valida solo se accompagnata dallo scontrino fiscale consegnato al momento dell’acquisto.
  • Il biglietto acquistato o riservato con Cinecard non può essere in alcun modo sostituito.

 

BIGLIETTI

da venerdì 18 settembre, dalle ore 12.30. Dal sito lombardiaspettacolo.com nella sezione ACQUISTA ONLINE scegli “BIGLIETTI” e segui le indicazioni di acquisto sulla piattaforma WebTic (previa registrazione alla piattaforma di vendita). La procedura di acquisto online consente di stampare direttamente a casa i biglietti a 7,50, evitando le code alle casse dei cinema. Per assistere alle proiezioni presenta il biglietto stampato o mostra la schermata del biglietto sul tuo smartphone/tablet al personale addetto al controllo accesso sale, senza passare dalla cassa. Non è prevista la funzione “carrello”. Di conseguenza l’acquisto dei biglietti andrà perfezionato per ciascuna proiezione con una nuova transazione con carta di credito. Si consiglia di lasciare intercorrere qualche minuto tra un acquisto e l’altro poiché nel caso di acquisti multipli consecutivi i sistemi di sicurezza bancari potrebbero inibire le ultime transazioni. L’acquisto è possibile attraverso carte di credito e carte prepagate dei circuiti Visa e Mastercard.

I biglietti saranno in vendita anche:

> all’Infopoint c/o l’Apollo spazioCinema, aperto tutti i giorni da 18 al 27 settembre, dalle ore 12.30 alle ore 20.00

> alle casse dei cinema il giorno stesso delle proiezioni

 

Informazioni: info@agislombarda.it

VENEZIA 72: Premio del Pubblico PIETRO BARZISA (SIC) a TANNA di Bentley Dean e Martin Butler

Dal sito ufficiale della Mostra

Premio del Pubblico Pietro Barzisa
30. Settimana Internazionale della Critica
TANNA di Bentley Dean e Martin Butler

30.SIC-TANNA-4Il Premio del Pubblico Pietro Barzisa – 30. Settimana Internazionale della Critica al miglior film della 30. SIC, nell’ambito della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato assegnato a TANNA di Bentley Dean e Martin Butler.
Ambientato tra i paesaggi incontaminati dell’arcipelago di Vanuatu (nel sud del Pacifico), il film è un fiammeggiante ed eccentrico mélo che racconta l’amore contrastato tra Wawa e Dain, novelli “Romeo e Giulietta” dell’isola di Tanna, costretti a scegliere fra le ragioni del cuore e il futuro della tribù Yakel alla quale appartengono…
Il premio, del valore di 5.000 euro, è stato consegnato venerdì 11 settembre. Hanno ritirato il premio i registi Bentley Dean e Martin Butler.
Alla premiazione era presente anche la delegazione del film di chiusura della 30. Settimana Internazionale della Critica, Bagnoli Jungle, diretto da Antonio Capuano.

VENEZIA 72: SCRITTORI A VENEZIA – ANTONIO CAPUANO

Dal sito ufficiale della Mostra

SCRITTORI A VENEZIA
Writers Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori presenti con le loro opere alla 72.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre 2015)

BAGNOLI JUNGLE
Scritto da… Antonio Capuano
Antonio Capuano ha scritto e diretto Bagnoli Jungle. Il film ha costituito l’evento di chiusura della sezione della Settimana della critica.

Antonio, cosa racconta Bagnoli Jungle, e perché la scelta del titolo?
In B.J. ci stanno, Giggino un mariuolo sui 50…Antonio, un pensionato dell’ex Italsider che ha passato gli 80…e Marco un giovanissimo guaglione di salumiere…Un giorno Antonio, il pensionato. dice….”prima di morire voglio andare per l’ultima volta nel “mio” cantiere…Del titolo, mentre giravamo, ci siamo accorti di essere come in una specie di giungla. Poi, anche un po’ per ridere…ci siamo detti: però..
Il tuo è un cinema di metafora ma allo stesso tempo fortemente politico. Si può dire lo stesso di questo film?
Penso proprio di si….
Com’è nata l’idea? Cosa ti premeva raccontare?
Bagnoli è un quartiere ad Ovest di Napoli….la zona dei Campi Flegrei, più vicina alla
città…Quando ero bambino, mi affacciavo sempre dalla collina a guardare la grande
fabbrica, i fuochi delle colate, le grandiose nubi di gas, gli altissimi fumaiuoli, e i
trenini, che da lassù erano giocattoli…Un mito….e poi vi lavoravano, mio fratello grande, cugini, zii e….tanti giovanissimi amici miei….Poi con la dismissione del “Cantiere”, la chiusura, i licenziamenti….e il deserto…che ne è seguito, ho sentito di avere come il dovere di….di testimoniare…. Specialmente del deserto..
Quale peso pensi che abbia l’elaborazione della sceneggiatura nella creazione di un tuo film?
E’ scrivendo la sceneggiatura, che trovo la forma (narrativa)….la drammaturgia,
cosiddetta…Per me è il momento più bello, più creativo…più libero….riesco già a “vedere” le cose, le situazioni, le facce, i colori…i paesaggi, spesso anche i movimenti di macchina e i suoni. Sul set dovrei solo copiare ma poi…lasciamo perdere, va’…
Sei sceneggiatore e regista dei tuoi film. E’ un caso o una scelta? Perché? Cosa ne pensi di lavorare con altri scrittori?
Che io scriva da solo i miei film, non lo so. E’ un caso…una scelta…Ma oggettivamente non saprei a chi chiedere di scrivere con me…una sola volta mi è capitato. Polvere di Napoli, l’ho scritto con Paolo, ma prima che diventasse Sorrentino.
In questo caso quanto è cambiato il copione dalla stesura che è arrivata sul set al prodotto finito? E nei tuoi film precedenti? Quanto margine d’improvvisazione ti concedi sul set?
Nel caso di B.J. ho cucito e scucito con i Bagnolesi che mi offrivano svolte, incazzature,
nostalgie, risate, bugie, fallimenti…eccetera. Ma il piano drammaturgico non è mai
cambiato. Penso che come nel Jazz buono,…l’improvvisazione abbia bisogno di “orecchio” sopratutto, ma anche di disciplina…e geometria.
Ci parli del rapporto con la tua terra? E con gli altri autori del cinema napoletano?
I rapporti con “la mia terra” come la chiami tu…boh…come sono….non lo so…Sicuramente conflittuali, ma allegri, dispettosi, poi amorevoli, lunghi momenti bui, poi appassionati o brutali. Proprio come tra amanti. Quelli con, gli altri autori del cinema napoletano, come dici tu, sono semplicemente inesistenti. Anche Paolo non lo vedo ormai più, ma è l’unico col quale incrociamo di tanto in tanto qualche messaggio…
La WGI fa queste interviste per coprire un vuoto d’informazione sul campo della
sceneggiatura e di chi se ne occupa. Di solito, ai festival si parla solo di registi e attori. Che ne pensi di questa abitudine?
Abbiamo detto quanto, secondo me, la sceneggiatura faccia il film….per cui la vostra
iniziativa, direi, è illuminante. Raccontare il film cioè, dai primi pensieri…dalle discussioni che precedono il lavoro, le scritture…riscritture, i tentativi, i conflitti, i disaccordi e gli intrecci…Tutto questo, io credo….sarebbe molto istruttivo, comunicarlo, offrirlo nei dettagli agli interessati. Quasi necessario. Però p.es. perché Venezia non ha un premio alla sceneggiatura? (ndr. Un premio alla sceneggiatura, in realtà, è previsto nella sezione principale Venezia 72, ma non è un Leone e non ci sono premi alla sceneggiatura nelle altre sezioni)
Cosa ti aspetti da Venezia?
Una giornata di sole.
Cosa ne pensi del sistema distributivo in Italia? E del futuro delle sale cinematografiche?
Del sistema distributivo, come faccio a pensarne bene?…E’ molto difficoltoso…le opere, specialmente quelle europee, che non hanno il bollo blockbuster, si vedono con
difficoltà…e spesso si perdono. Del futuro delle sale, boh?…le desidererei da 80/100 posti che facessero il cinema che non ha paura…e un caffè che è un caffè. Secondo me sarebbero un affare…Spero ci sarà chi ha voglia cogliere a volo le agevolazioni che la nuova legge offre a tale proposito.
Barbera nella conferenza stampa ha dichiarato che si producono troppi film a basso costo e che il low budget non produce qualità. Cosa ne pensi?
Non ho sentito, nè letto, cosa ha detto Barbera…Io spero invece che i film low budget,
aumentino, con buona salute e lunga vita…sono, l’officina, il laboratorio, la ricerca….ma
poi in nome di quale qualità si prenderebbe la parola? Quella che quanto più costa, più
è bello?…Che gli attori più sono pagati, più sono bravi? Per cui allora con gli stranieri, non c’è partita? E gli sceneggiatori…gli scenografi, costumisti, musicisti…ecc, fino al
regista….più alto è il loro cachet, più la qualità del prodotto, vola? Fammi capire. Odio
questo modo di intendere….è tutta la vita che mi batto contro le “cose costose”,
cosiddette……Per di più stiamo parlando (sigh) di una cosa che ha stretti rapporti con la “poesia”.
Cosa ne pensi del rapporto del nostro cinema attuale con il mercato internazionale? Dovremmo cercare di penetrarlo maggiormente? Che diffusione hanno i tuoi film all’estero?
Non chiedermi cose di mercato, per favore, non capisco niente…e non so esattamente, che diffusione, abbiano i miei film all’estero. Credo, quella che meritano: scarsa, con qua è la, qualche punta…
Quali pensi che dovrebbero essere dei giusti criteri per attribuire la paternità italiana alle opere?
Il regista, gran parte dei componenti del cast artistico e gran parte della troupe tecnica,
dovrebbero essere cittadini italiani. Più una nuova, importante, per me, clausola. Che siano girati in “lingua italiana”.
Una domanda d’obbligo: i tuoi prossimi progetti.
Tra gli altri, sparsi…uno, spero entri presto in area realizzativa…ha un minimo di
stanziamento del MIBACT. E’ una storia italiana, con protagonista, una inedita “grande”
attrice italiana.
Un augurio al cinema italiano?
Ritrovi l’immensità.

L’intervista è a cura di Franca De Angelis

VENEZIA 72: PREMI COLLATERALI

Dal sito ufficiale della Mostra

Premi Collaterali della 72. Mostra

Premio FIPRESCI a Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio
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Premio SIGNIS a Beixi moshuo (Behemoth) di Liang Zhao
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Menzione speciale a L’attesa di Piero Messina

Leoncino d’Oro Agiscuola per il Cinema a L’attesa di Piero Messina

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Premio Francesco Pasinetti a Non essere cattivo di Claudio Caligari
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Premio Pasinetti al migliore attore a Luca Marinelli per Non essere cattivo di Claudio Caligari

Premio Pasinetti alla migliore attrice a Valeria Golino per Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino

Foto di scena del film

Premio speciale a La prima luce di Vincenzo Marra

Premio Brian a Spotlight di Thomas McCarthy

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Premio Queer Lion a The Danish Girl di Tom Hooper

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Menzione speciale della giuria a Baby Bump di Kuba Czekaj

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Premio Arca CinemaGiovani

Miglior film in concorso: Abluka (Frenzy) di Emin Alper

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Miglior film italiano a Venezia: Pecore in erba di Alberto Caviglia

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Premio FEDIC a Non essere cattivo di Claudio Caligari

Menzione Fedic – Il Giornale del Cibo all’opera che propone la scena più significativa legata al cibo e all’alimentazione: L’attesa di Piero Messina

Premio Fondazione Mimmo Rotella a Alexander Sokurov per Francofonia

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Premio Speciale a Johnny Depp e al regista Terry Gilliam

Future Film Festival Digital Award a Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson

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Premio P. Nazareno Taddei a Marguerite di Xavier Giannoli

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Premio Lanterna Magica (CGS) a Blanka di Kohki Hasei

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Premio Open alla regista Carlotta Cerquetti per Harry’s Bar

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Premio Lina Mangiacapre a Laurie Anderson per Heart of a Dog

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Mouse d’oro a Rabin, the last day di Amos Gitai

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Mouse d’argento a Spotlight di Tom McCarthy

Premio Gillo Pontecorvo – Arcobaleno Latino a Non essere cattivo di Claudio Caligari

Premio INTERFILM a Wednesday, May 9 di Vahid Jalilvand

Premio Giovani Giurati del Vittorio Veneto Film Festival a Remember di Atom Egoyan

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Menzione speciale per 11 minut (11 Minutes) di Jerzy Skolimowski

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Premio Cinematografico “Civitas Vitae prossima” a Alberto Caviglia per Pecore in erba

Premio Green Drop a Beixi moshuo (Behemoth) di Liang Zhao

Premio Soundtrack Stars a A Bigger Splash di Luca Guadagnino

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Premio alla carriera a Nicola Piovani

Premio Schermi di Qualità – Carlo Mazzacurati a Non essere cattivo di Claudio Caligari

Premio Europa Cinemas Label Miglior film europeo della sezione Giornate degli Autori: À peine j’ouvre les yeux (As I Open my Eyes) di Leyla Bouzid

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Premi Fedeora Giornate Degli Autori

Miglior Film: Underground Fragrance di Pengfei

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Miglior regista esordiente: Ruchika Oberoi per Island City

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Miglior attrice esordiente: Ondina Quadri per Arianna

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Settimana Internazionale della Critica

Miglior Film: Kalo Pothi di Bahadur Bham Min

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Miglior fotografia: Benthey Dean per Tanna

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Miglior Film europeo del concorso Venezia 72 a Francofonia di Alexander Sokurov

Premio Human Rights Nights a Rabin, the last day di Amos Gitai

Premio AssoMusica “Ho visto una Canzone” al brano A cuor leggero di Riccardo Sinigallia, tratto dal film Non Essere Cattivo di Claudio Caligari.

Premio di critica sociale “Sorriso diverso Venezia 2015”

Miglior film italiano a Non essere cattivo di Claudio Caligari

Miglior film straniero a Blanka di Kohki Hasei

Premio Amnesty International Italia “ Il cinema per i diritti umani”
a Visaaranai (Interrogation) di Vetri Maaran

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Premio CITC – UNESCO 2015 a Beasts of No Nation di Cary Fukunaga

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Premio NuovoImaie Talent Award

Miglior attrice italiana esordiente: Ondina Quadri in Arianna di Carlo Lavagna

Miglior attore italiano esordiente: Alessandro Borghi in Non essere cattivo di Claudio Caligari

Premio Best Innovative Budget a A Bigger Splash di Luca Guadagnino

VENEZIA 72: SCRITTORI A VENEZIA – EZIO ABBATE

Dal sito ufficiale della mostra

SCRITTORI A VENEZIA
EZIO ABBATEWriters Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori presenti con le loro opere alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre 2015)

Ezio Abbate ha scritto con il regista Adriano Valerio la sceneggiatura di Banat. Il film, unico italiano in concorso all’interno della rassegna Settimana Internazionale della Critica, presentato a Venezia il 4 settembre.
Ciao, Ezio, come ci descriveresti il tuo film? Qual è il cuore del racconto, il tema principale?

Lei ha appena perso un fidanzato, un lavoro e un cane, tutto in un giorno, lui non ha niente da troppo tempo e ha appena trovato un lavoro 1453 km lontano da casa. I due ragazzi si conoscono proprio in quel momento e sono dolcemente condannati ad innamorarsi di un amore che sembra impossibile. Tutti e due i personaggi hanno trent’anni e vengono dal Sud, Bari per la precisione, anche se poi nessuno dei due è barese. I temi sono, quindi, sin da subito chiari: una storia d’amore e di gioventù al tempo della libera circolazione delle cose e delle persone.

Come è nato il progetto? E in che modo si è sviluppato?

Un soggetto di cinque anni fa, scritto dal regista, Adriano Valerio e una sua amica scrittrice, Miriam Dubini. Nasce tutto da lì. Conosco Adriano ad un festival ed è la prima cosa su cui cominciamo a lavorare. Ma quasi per conoscerci, senza pensare a tutta la strada che poi il copione avrebbe inaspettatamente cominciato a macinare. Del tipo che alcuni produttori italiani lo hanno letto e lo hanno voluto opzionare, e poi, come nella strada dei Musicanti di Brema, si sono andati lentamente ad aggiungere Rai Cinema, Mibact, Media, i co-produttori romeni, quelli macedoni, quelli bulgari. E alla fine di questo inaspettato viaggio durato 5 anni, proprio sul più bello, il film si è fermato ad un passo dal baratro. Siamo a gennaio 2015 e abbiamo appena ricevuto una risposta negativa dal fondo Eurimages. Il film può cadere giù oppure può andare sul set. Coraggio e competenza dei produttori, un po’ di incoscienza e il film è stato proiettato al festival di Venezia.

Come ti sei trovato a lavorare con il regista? Pensi che una stretta collaborazione tra scrittore e regista sia fondamentale per realizzare un buon film?

Adriano firma la sceneggiatura perché l’ha scritta tanto quanto me, e intendo sia per qualità che quantità. Questo vuol dire che ha una sensibilità, una competenza e un piacere per la scrittura che non ho visto spesso nei registi. All’inizio eravamo due sceneggiatori puri. C’eravamo solo io e lui a prenderci sul serio, poi le cose lentamente sono cambiate. Sia per la sua carriera che per la mia. E Banat era sempre lì sul desktop che faceva un passo avanti. Poi dopo Cannes e il David, tutto è diventato più facile. Più il copione si avvicinava al set, più i nostri ruoli sono tornati diciamo alla normalità. Ma non abbiamo mai smesso di parlarci. Per dire, io e Adriano abbiamo fatto insieme i sopralluoghi e non è così scontato visto che è stato un viaggio nell’Europa dell’Est e visto il budget risicato, abbiamo scelto gli attori insieme, soprattutto nei classici momenti delle defezioni, e poi sono stato coinvolto nel montaggio dal primo all’ultimo draft, e anche sulle scelte estetiche di locandina, titoli e grafica.

Cosa pensi che un regista dovrebbe imparare da uno sceneggiatore e cosa uno sceneggiatore dal regista?

In rigoroso ordine di banalità, dico che lo sceneggiatore dovrebbe imparare che deve esserci sempre uno scontro tra la fantasia del copione e la realtà del set, e che il regista dovrebbe imparare che la realtà del set non può dimenticarsi della fantasia del copione. Complessivamente, corriamo tutti lo stesso grande rischio e cioè che le idee possano restare nella penna o nella macchina da presa.

Scrivere con il regista influenza anche la tua tipologia di scrittura? Tendi ad essere maggiormente dettagliato circa le idee di inquadratura o le tecniche di ripresa vengono tenute fuori dal tuo lavoro di scrittura?

Non avevo mai neanche pensato di poter scrivere un copione di 63 pagine e con Adriano invece questo è successo. Ed è stata una specie di liberazione. Perché come si fa col polpo, ho completamente rivoltato il cervello. Va bene l’uso dell’ellissi narrativa, ma un copione di 63 pagine sembra più un’eclissi che un’ellissi. E infatti abbiamo volontariamente eclissato la quasi totalità delle informazioni di cui era fatta la storia, lasciando vedere solo quelle veramente vitali e intravedere le altre, cercando di riprodurre lo stato d’animo spaesato dei protagonisti nella testa dello spettatore. Abbiamo sicuramente corso il rischio di rimanere spaesati anche noi. Ma è bello correre rischi.

Quanti cambiamenti, se ce ne sono stati, avete apportato durante le riprese rispetto all’ultima stesura della sceneggiatura? Ce ne parli?

Quando abbiamo avuto la green light per il film, il copione ha cominciato un viaggio di riscrittura che è durato mesi al termine del quale è diventato un vero shooting script. Per amore di sintesi, diciamo che più che una riscrittura è stata una dieta. Il copione è partito da una lunghezza standard di 103 pagine e alla fine, a tre giorni dall’inizio delle riprese, se ne contavano solo 63. I tipi della copisteria dove stampavo i draft erano imbarazzati, gettati in un limbo straziante, non sapevano se farmi lo sconto che fanno di solito quando hai tante pagine oppure no.

Sei stato presente sul set? Pensi che lo sceneggiatore dovrebbe sempre esserci durante le riprese?

I giorni di riprese sono stati 27, partendo dalla Romania e proseguendo in Macedonia, Bulgaria, Grecia, ferry boat e Bari. Io sono stato con loro nei giorni bollenti in cui si è chiuso il set macedone e si è cominciata la discesa verso la Puglia. Ho messo piede nel San Nicola di Bari e poi me ne sono tornato a casa. Ne è valsa la pena, e parlo da tutti e due i punti di vista, il mio e quello del film. Arrivi sul set e nonostante l’ospitalità, ti senti comunque un estraneo, perché lo sceneggiatore nasce lontano dagli amori e dalle guerre quotidiane del set. Al produttore italiano – Mario Mazzarotto – che mi ha accolto sul set col sorriso e col gelo meno 10, ho detto con cinismo Qui siete tutti miei impiegati! Ha riso, mi ha dato ragione, tutto comincia dallo script, mi ha detto, soprattutto il flusso di soldi, poi mi ha portato al banchetto del tè caldo e mi ha dato una sedia nella fanga e mi ha detto di guardarla, la fanga: Tiracene fuori, mi ha detto severo. C’era tutta una sequenza da rimettere a punto per i giorni seguenti. Ecco, in questi casi e anche quando si prepara la scena e ci si avvicina al ciak, senti lucidamente che nessuno meglio di te conosce quella materia, la fanga intendo, neanche il regista che la sta facendo diventare reale. Perché è così.

Parlando delle tue idee originali, come nascono di solito i suoi soggetti? Da una premessa narrativa intrigante? Dal mondo del racconto? O dai personaggi?

Da tutto tranne che da quel gigantesco equivoco chiamato ispirazione.
Detto questo, la mia fantasia funziona molto poco con le premesse narrative high-concept, non so perché, ma si accende sempre con dei dettagli insignificanti, diciamo apparentemente insignificanti perché poi si rivelano determinanti. Per fare un esempio, Jihadi John, il tagliagole inglese dell’Isis: qualche anno prima di indossare la tunica nera e il coltellaccio, era un timido adolescente al college che una volta s’era sentito dire da una ragazza con cui ci stava provando che aveva l’alito cattivo. Pare che da quella umiliazione, l’alito sia diventato una sua fissazione e che la sua timidezza sia diventata una porta chiusa a tre mandate. Poi ad un certo punto, purtroppo, è uscito.

Come funzioni? Quali sono le tue abitudini quando scrivi?

Curiosamente sono le stesse di quando studiavo e che avevano portato un mio co-inquilino di Monopoli a teorizzarle al posto mio: funny studying. Praticamente studiavo tanto e forte, una cosa da topo di biblioteca ma senza la biblioteca, dentro contesti dove accanto a me c’erano persone che si stavano divertendo, godendosi la vita al posto mio, tipo al bar o accanto agli amici che fondevano la Playstation. Quindi oggi scrivo dappertutto, soprattutto dove c’è mia figlia Daria e il meraviglioso caos che si trascina dietro, e poi la musica a tutto volume, tanta musica, ininterrotta, la tv accesa, dodici pagine internet aperte sotto final draft, riviste e giornali con gli articoli che devo leggere in bella vista, palletta per il canestrino e palletta per la porta indoor della Mondo, dvd impilati che secondo Francesca, la mia compagna, non vedrò mai e certo, Transmission che va a 900K per il binge watching serale di coppia, quando finalmente ci sarà silenzio.

Oltre a scrivere per il cinema, lavori in pianta più stabile per la televisione. Quali sono le differenze? Ti senti di avere la stessa libertà creativa anche quando le linee guida arrivano dall’alto? Come cambia l’approccio alla materia narrativa quando l’idea non è tua ma scrivi su commissione? Le differenze tra scrivere per il cinema e la tv?

Una sola direi. Quando scrivi per il cinema, devi dar retta a tutti quelli che ti stanno intorno mentre ti dicono che fare un film è un sogno. Quando scrivi per la tv, dar retta a tutti quelli che ti dicono che scrivere 12 episodi in 5 mesi è un bisogno. Quanto allo scrivere su commissione, diciamo che con il mio gruppo di scrittura negli ultimi tre anni abbiamo scritto due concept e due piloti on spec e siamo riusciti a trovare un produttore in tutti i casi. Ma è l’eccezione, non la regola. E la regola rischia seriamente di atrofizzare la fantasia degli sceneggiatori.

Quante sono le serie mondiali di prima fascia che sono nate da un libero pitch?

Rispondo io: quasi tutte.

Sei quello che viene considerato un giovane sceneggiatore, quale pensi che sia il contributo che la tua generazione può dare alla scrittura di film e serie tv? E cosa invece apprendere dai colleghi più maturi? Pensi sia necessario uno “svecchiamento” creativo in Italia?

Ho avuto un brutto rapporto con i cosiddetti maestri, perché ho cominciato con dei maestri pessimi che mi hanno portato a rivendicare una contrapposizione netta tra vecchia e nuova generazione, una cosa da bava alla bocca. Poi per fortuna ne ho incontrato uno bravo, di maestro, e questa persona mi sta mettendo in crisi ogni giorno, perché continua a farmi capire che posso imparare tanto da lui soltanto se anche lui impara qualcosa da me. A parte lui, i modelli narrativi contemporanei – la serialità ormai mescolata al cinema ormai mescolato ai fumetti ormai mescolati ai videogame ormai mescolati alla parola device – non sono più alla portata di tutti e quindi penso che la generazione di sceneggiatori italiani dai 53 anni in su debba essere deportata in blocco in un padiglione della Holden di Torino e chiusa in un openspace con camino – il cannibalismo è sempre una opzione – a scrivere favole tristi per bambini tristi che finiscono sempre con la solita morale: le storie si ripetono uguali dalla preistoria e gli archetipi e i miti greci sono il nostro dna e noi abbiamo fatto il Cinema degli Autori e pure il Centro Sperimentale.

In TV spesso si lavora in gruppi di scrittura. Cosa ti piace di più dello scrivere con altri? Quali sono i pro e i contro?

Visto che il mio sogno era di fare il musicista, la cosa che mi piace di più dello scrivere in un gruppo è poter far finta di essere un gruppo, una band che come tale si regge sui talenti e sui difetti dei componenti ognuno diverso dall’altro, il songwriter, l’arrangiatore, il bassista, il batterista che picchia sulle pelli e poi scopa dopo i concerti, tutto questo micromondo messo insieme per un pezzo che dura 90 o 12×50 minuti.

Sei uno dei soci fondatori della WGI. In Italia la categoria degli sceneggiatori non è molto protetta e riconosciuta, siamo molto indietro rispetto agli altri Paesi Occidentali. Colmare questo gap è difficile e richiederà anni, forse decenni. Quali pensi siano le battaglie più urgenti su cui concentrarsi per la tutela dei diritti degli scrittori in Italia?

Pregare Dio – anche chi non ci crede come me – che nel nostro panorama possa spuntare fuori dal nulla uno sceneggiatore che sappia essere bello, bravo, intelligente, stimato, invidiato, invitato dappertutto, chiacchierato, pure sulle copertine dei giornali e che soprattutto sappia restarci sulla cresta dell’onda, sfruttare il lato pop della fama e permettere a tutti noi di non dover dire o pensare che senza il peso di un regista, le nostre battaglie valgono niente. Significherebbe risolvere il grande equivoco della categoria: la separazione tra WGI e Centoautori.
E poi, in coda, vorrei dire una cosa, che c’entra poco con le rivendicazioni sindacali ma molto con noi. Dovremmo pretendere, con passione e fermezza, maggiori investimenti nella formazione degli editor, spingere produttori e broadcasters a curare con attenzione la nuova generazione di editor per formare professionisti sempre più competenti e che sappiano amare un lavoro molto difficile ma fondamentale che consiste, semplice semplice, nello spingere scrittore e scrittura ad essere sempre migliori.

Intervista di Riccardo Degni (W.G.I.)

Venezia 72…in gocce! – Marina Pavido

Cari amici!

Eccoci, anche quest’anno, al Lido di Venezia in occasione della 72° Mostra d’Arte Cinematografica!

Come l’anno scorso, anche quest’anno vi terrò aggiornati sulle ultime novità in sala, sperando di potervi trasmettere l’emozione che si respira qui in questi giorni!

Grandi nomi sono attesi quest’anno al Festival: da Sokurov a Skolimovski, da Gitai al nostro connazionale Bellocchio. E non dimentichiamo le sezioni Giornate degli Autori, Settimana della critica ed Orizzonti!

Sarà un festival ricco, intenso e, si spera, pieno  di piacevoli sorprese. Sarà un piacere condividerlo con voi!

A domani per la prima puntata della rubrica! Buon Cinema a tutti!

Marina Pavido

VENEZIA 72: I FILM DELLA 30^ SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA

Ricevo e volentieri pubblico

 
I FILM CHE COMPONGONO IL PROGRAMMA DELLA 30. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA:

IN CONCORSO
30.SIC-MOTHERLAND-5Ana yurdu (Motherland/Madrepatria)
di Senem Tuzen
Turchia-Grecia, 2015 – World Premiere

Banat (Il viaggio)
7di Adriano Valerio
Italia-Romania-Bulgaria-Macedonia, 2015 – World Premiere

Kalo Pothi (The Black Hen/La gallina nera)
30.SIC-KALO POTHI-4di Min Bahadur Bham
Nepal-Francia-Germania, 2015 – World Premiere

Light Years (Anni luce)
30.SIC-LIGH YEARS-01di Esther May Campbell
Regno Unito, 2015 – World Premiere

Montanha (Montagna)
30.SIC-MONTANHA-João Salavizadi João Salaviza
Portogallo-Francia, 2015 – World Premiere

The Return (Il ritorno)
30.SIC-THE RETURN-2di Green Zeng
Singapore, 2015 – World Premiere

Tanna
30.SIC-TANNA-4di Martin Butler e Bentley Dean
Australia-Vanuatu, 2015 – World Premiere

EVENTI SPECIALI FUORI CONCORSO

Pre-apertura
Jia (The Family/Famiglia)
30.SIC-JIA-Liu Shumindi Liu Shumin
Australia-Cina, 2015 – World Premiere

Film di apertura
Premio Saturnia – SIC 30 Special Award
Orphans
30.SIC-ORPHANS-3di Peter Mullan
Regno Unito, 1998

Film di chiusura
Bagnoli Jungle
30.SIC-BAGNOLI JUNGLE-2di Antonio Capuano
Italia, 2015 – World Premiere


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Il traguardo delle 30 edizioni rappresenta, per la Settimana Internazionale della Critica, un evidente motivo di soddisfazione, ma anche il momento ideale per ripensare, in un’ottica non solo celebrativa, al lavoro svolto negli ultimi 30 anni dalle varie commissioni di selezione. Quanto sia cambiato il cinema, nel corso di questo periodo, è sotto gli occhi di tutti: sono cambiate le possibilità produttive per un regista esordiente, certamente in meglio per un accesso al mezzo più agevole e “leggero”; in peggio per la contrazione di investimenti economici, siano essi pubblici o privati. Sono cambiate le sue modalità di fruizione, soprattutto per il cinema cosiddetto d’autore o di ricerca, da una parte con la diminuzione degli schermi cinematografici ad esso destinati, dall’altra però con una straordinaria possibilità di accesso attraverso nuove piattaforme online o vod, più o meno legali. Il costante impegno di questa sezione, organizzata dal Sindacato dei Critici Cinematografici Italiani, è comunque stato quello di trovare in ambito internazionale registi in grado di operare un rinnovamento del cinema, di scoprire talenti disposti con coraggio, e anche con una certa incoscienza tipica del momento dell’esordio, ad anticipare tendenze e non a incamminarsi su strade rassicuranti.

Il programma di questa edizione si presenta più ricco che mai e include qualche momento celebrativo che fa riferimento appunto alla nostra storia: a partire dal Premio Speciale alla migliore Opera Prima di questi 30 anni, assegnato attraverso un referendum fra i critici italiani al regista e attore Peter Mullan, che con Orphans, nel 1998, rivelò il suo talento proprio nel programma della Sic, quattro anni prima di conseguire il Leone d’Oro per Magdalene. Orphans verrà presentato il giorno dell’inaugurazione della Sic alla presenza del suo autore.

Ed è a suo modo celebrativo anche l’evento di chiusura di questa edizione. Nel 1991 la Settimana della Critica fu vinta dal film di Antonio Capuano Vito e gli altri. A distanza di 24 anni e con una filmografia che testimonia un percorso di cinema personale e indipendente, mai sceso a patti con mode e tendenze imperanti, Capuano presenta alla Sic il suo ultimo film di finzione, Bagnoli Jungle, ennesimo esempio di libertà espressiva e di coraggio. Un film che mette a confronto tre generazioni, attraverso storie che si incastrano l’una nell’altra, che si muovono in un territorio difficile, spesso degradato ma estremamente vitale come la periferia nord di Napoli che si sviluppa attorno all’ex stabilimento siderurgico di Bagnoli.

Entrambi i film-evento girano attorno, neanche tanto casualmente, ad alcune costanti che si riscontrano nei titoli del nostro programma: famiglie dissestate, disagi adolescenziali e conflitti parentali, generazioni che si confrontano nel territorio del privato ma anche in quello della politica, spaesamenti indotti dalla crisi economica che portano a scelte radicali nella propria vita.

Quest’anno ai sette film in concorso si aggiunge, un po’ imprevisto, un ulteriore titolo che presentiamo in pre-apertura. Si tratta di un colpo di fulmine che dura 4 ore e 40 minuti: si intitola Jia (The Family), ed è l’opera prima di un regista cinese con cittadinanza australiana, Liu Shumin. Racconta, con toni autobiografici ma di finzione e utilizzando attori non professionisti ma straordinariamente espressivi, alcuni giorni nella vita di una coppia di anziani genitori in una città dell’interno della Cina. Ne segue i movimenti e i rituali quotidiani, le dinamiche di relazione nei confronti dei tre figli, le loro ordinarie preoccupazioni e le minacce della vecchiaia, con un lungo viaggio che i due compiono per far visita proprio ai figli, attraverso il quale conosceremo una Cina in profonda trasformazione, in bilico tra tradizione e modernità.

Due giovani incrociano le loro traiettorie in fuga da un presente privo di prospettive di lavoro o da un amore finito male, nel film italiano in concorso: Banat di Adriano Valerio. Dalla Puglia in Romania, secondo un percorso di emigrazione al contrario, l’agronomo Ivo (un convincente Edoardo Gabriellini) trascina con sé il destino della restauratrice Clara (una intensa Elena Radonicich). Un film che rivela il sicuro talento di un regista già vincitore del David di Donatello e di una menzione speciale a Cannes con un suo corto.

Anche il regista del film portoghese Montanha, João Salaviza, esibisce un pedigree di tutto rispetto: vincitore sia di una Palma d’Oro che di un Orso d’Oro con due dei suoi corti, impreziosisce il programma della Sic con questo suo primo lungometraggio, in cui racconta le vicende di David, 14 anni, che vive una fase cruciale della propria esistenza, costretto a crescere velocemente in mancanza di sicuri punti di riferimento familiari. Un affascinante e poetico gioiello, in linea con la tradizione più felice del cinema portoghese contemporaneo.

Ancora una famiglia, segnata dolorosamente dalla momentanea assenza materna e dalla misteriosa scomparsa del padre, nel film rivelazione inglese Light Years di Esther May Campbell, una giovane regista già autrice di un corto premiatissimo e di alcuni episodi di serie televisive. Tre ragazzi di età diverse costretti a confrontarsi con le distanze “anni luce” che li separano dalla vita adulta, in un road movie “a piedi” che li condurrà alla coscienza del mondo reale che li circonda. Una scoperta sicura di questa selezione.

Una madre molto presente nella vita della protagonista, in quel suo rappresentare un mondo di tradizioni e pregiudizi che ne ostacolano le scelte di vita, nel film turco dell’altra regista donna presente in selezione, Senem Tuzen: in Ana yurdu (Motherland), la scrittrice Nesrin, emancipata, con due matrimoni e un aborto alle spalle, torna nel suo paese d’origine a confrontarsi con i fantasmi del suo passato. Un film molto personale e anche politico, ennesimo esempio dello stato di salute di questa cinematografia.

Nella tribù Yakel dell’isola di Tanna non esiste il matrimonio d’amore, le regole impongono unioni di convenienza che risolvono anche conflitti con le comunità vicine: nel film Tanna degli australiani Martin Butler e Bentley Dean, documentaristi per la prima volta alle prese con un film di finzione, la storia d’amore tra Wawa e Dain sarà osteggiata fino alle estreme conseguenze. Una messa in scena fiammeggiante come il vulcano dell’arcipelago al centro delle riprese, che utilizza come attori gli indigeni del luogo. Un bellissimo ed eccentrico melò.

La politica come fantasma del passato nel film proveniente da Singapore, The Return, di Green Zeng: un vecchio fa ritorno a casa dai due figli dopo aver trascorso decine di anni in carcere per un’accusa di comunismo, che nel regime di Singapore equivale al peggiore dei mali. Wen si confronterà con l’accettazione dei suoi cari ma anche con le trasformazioni del suo paese, in un film dallo stile tra i più raffinati e classici dell’intera selezione di quest’anno.

E i conflitti politici animano anche lo sfondo del primo lungometraggio nepalese presentato a Venezia, opera prima di un regista, Min Bahadur Bham, che è stato già presente alla Mostra con un suo cortometraggio. In Kalo pothi (The Black Hen) le vicende di due bambini e della loro gallina si intrecciano a quelle della comunità di un villaggio in cui divampa (siamo sul finire degli anni Novanta) la guerra civile fra governo e guerriglieri maoisti. Un delizioso film d’avventura che non mancherà di avere i suoi appassionati sostenitori.


Francesco Di Pace
delegato generale 30. Settimana Internazionale della Critica

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I film in concorso alla 30. Settimana Internazionale della Critica concorrono a due premi:

  • Premio del pubblico Pietro Barzisa – 30. Settimana Internazionale della Critica
    I sette film in competizione partecipano al “Premio del pubblico Pietro Barzisa” sponsorizzato dal Circolo del Cinema di Verona e del valore di 5.000 Euro.

  • Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
    I sette film in competizione concorrono, insieme a tutti gli altri lungometraggi d’esordio presenti nelle sezioni competitive della Mostra, al “Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e a 100.000 USD messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.

Anche quest’anno, inoltre, la FEDEORA, l’Associazione dei Critici Cinematografici dell’Europa e del Mediterraneo, assegnerà due premi collaterali ai film della Settimana: uno al miglior film, l’altro a scelta tra migliore sceneggiatura, migliore fotografia o migliore interpretazione.

Anche per questa edizione la Settimana Internazionale della Critica è lieta di avvalersi del supporto di BNL Gruppo BNP Paribas, una banca da sempre attiva nel sostegno al cinema italiano e alle manifestazioni cinematografiche internazionali.

Con il patrocinio della Regione Veneto, i film della Settimana saranno riproposti al termine della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in diverse città del Veneto e, grazie al contributo della Provincia autonoma di Trento e della Provincia autonoma di Bolzano, raggiungeranno le due città.

La Settimana Internazionale della Critica si avvale inoltre del prezioso sostegno di partner importanti come Tiziana Rocca Production, Hotel Saturnia e Istituto Luce-Cinecittà.

Infine, la Settimana è felice di collaborare con i media partner FRED, web radio multilingue; Festival Scope, piattaforma online per professionisti dell’industria cinematografica; e Quinlan, rivista di critica cinematografica.

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La Settimana Internazionale della Critica (SIC) è una sezione indipendente della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dedicata esclusivamente alle opere prime.
Fondata da Lino Micciché nel 1984, la SIC è storicamente impegnata nella ricerca, promozione e valorizzazione di nuove voci e talenti emergenti del cinema mondiale. Nel corso delle sue 30 edizioni, ha scoperto e lanciato giovani registi presto diventati autori di punta nel panorama internazionale: Kevin Reynolds (Fandango, 1985), Olivier Assayas (Désordre, 1986), Alex Van Warmerdam (Abel, 1986), Carlo Mazzacurati (Notte italiana, 1987), Paolo Benvenuti (Il bacio di Giuda, 1988), John Hillcoat (Ghosts…of the Civil Dead, 1988), Mike Leigh (High Hope, 1988), Bruce Weber (Let’s Get Lost, 1988), Pedro Costa (O sangue, 1989), Sergio Rubini (La stazione, 1990), Cédric Kahn (Bar des rails, 1991), Bryan Singer (Public Access, 1993), Rachid Benhadj (Touchia, 1993), Harmony Korine (Gummo, 1997), Roberta Torre (Tano da morire, 1997), Peter Mullan (Orphans, 1998), Pablo Trapero (Mundo grua, 1999), Vincenzo Marra (Tornando a casa, 2001), Celina Murga (Ana y los otros, 2003), Salvatore Mereu (Ballo a tre passi, 2003), Royston Tan (15, 2003), Rian Johnson (Brick, 2005), Dito Montiel (A Guide to Recognizing Your Saints, 2006), Andrea Molaioli (La ragazza del lago, 2007), Syllas Tzoumèrkas (Homeland, 2010), Alix Delaporte (Angèle et Tony, 2010).

Fra i vincitori delle ultime edizioni della SIC, Pernilla August (Beyond, 2010), Guido Lombardi (Là-bas, 2011), Gabriela Pichler (Eat Sleep Die, 2012), Matteo Oleotto (Zoran, il mio nipote scemo, 2013) e Vuk Ršumović (Figlio di nessuno, 2014).

Inoltre, fra gli autori scoperti dalla SIC e vincitori del Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis, ricordiamo Giovanni Davide Maderna (Questo è il giardino, 1999), Abdel Kechiche (La faute à Voltaire, 2000), Dylan Kidd (Roger Dodger, 2002), Ismaël Ferroukhi (Le grand voyage, 2004), Gianni Di Gregorio (Pranzo di ferragosto, 2008), Guido Lombardi (Là-bas, 2011), Ali Aydın (Muffa, 2012) e Noaz Deshe (White Shadow, 2013).

L’organizzazione della Settimana Internazionale della Critica è resa possibile dal contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per il Cinema, dal supporto di BNL Gruppo BNP Paribas, dal patrocinio della Regione del Veneto, dal sostegno di Circolo del Cinema di Verona, Tiziana Rocca Production e Istituto Luce – Cinecittà.

VENEZIA 2015: LA SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA FESTEGGIA L’EDIZIONE 30 CON PETER MULLAN

Ricevo e volentieri pubblico

VENEZIA 2015: la SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA festeggia la 30. EDIZIONE con un OSPITE D’ONORE, l’attore e regista PETER MULLAN (Palma d’oro per “My Name Is Joe” di Ken Loach e Leone d’oro per “Magdalene”), e la proiezione come Evento di Apertura del suo film “Orphans”, PREMIO SPECIALE – SIC 30 come MIGLIORE OPERA PRIMA della storia della SETTIMANA DELLA CRITICA.

www.sicvenezia.it 

Peter Mullan043 - Copia

Giunta all’importante traguardo della 30. edizione, la SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA (2/12 settembre 2015) – sezione indipendente della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – è felice di annunciare un ospite d’onore: l’attore e regista PETER MULLAN riceverà infatti il PREMIO SPECIALE – SIC 30, un riconoscimento (votato dagli iscritti del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) con cui la Settimana della Critica ha scelto di festeggiare la propria storia, segnalando la migliore opera prima presentata nel corso di questi trent’anni di cinema

Tra le decine di esordi che hanno segnato la storia della sezione, infatti, a imporsi è stato ORPHANS, il film di Mullan presentato con successo alla SIC nel 1998: già noto come attore (in quello stesso anno aveva vinto la Palma d’oro per la sua prova in My Name Is Joe di Ken Loach), il neo-regista – futuro Leone d’oro per Magdalene – sorprese pubblico e critica con un “gioco al massacro” venato di humour nero, una crudele cronaca familiare che vede quattro fratelli adulti e tutt’altro che affiatati riunirsi a Glasgow per piangere la morte della madre. A oltre quindici anni dalla sua uscita, giovedì 3 settembre Orphans sarà presentato di nuovo a Venezia (per gentile concessione di Park Circus Limited), come Evento Speciale d’apertura della 30. Settimana Internazionale della Critica, pronto a stupire una nuova generazione di spettatori per la maturità con cui sa dosare umorismo e drammaticità, trovando i suoi momenti migliori – spiegava il regista nel ’98 – “quando non si sa se mettersi a ridere o scoppiare a piangere“. Inoltre, Peter Mullan sarà al Lido per accompagnare il film e incontrare il pubblico e la stampa.

Nato nel 1959 a Glasgow, Peter Mullan inizia a recitare nel teatro cittadino all’età di dieci anni. Diventa membro della Wildcat Theatre Company e poi comincia a lavorare al Glasgow Tron Theatre. Ben presto si rivolge al cinema e alla televisione, partecipando a film come Riff Raff My Name Is Joe di Ken Loach, Piccoli omicidi tra amici e Trainspotting di Danny Boyle, Miss Julie di Mike Figgis, Le bianche tracce della vita di Michael Winterbottom, Young Adam di David Mackenzie, Boy A di John Crowley, Harry Potter e i doni della morte di David Yates, Tirannosauro di Paddy Considine, War Horse di Steven Spielberg; e a serie tv come The FearTop of the Lake eOlive Kitteridge.

Come regista ha diretto numerosi corti (tra cui i pluripremiati Good Day for Bad Guys Fridge) e tre lungometraggi: Orphans (1998), Magdalene (2002, Leone d’oro alla Mostra di Venezia) e Neds (2010, Miglior film al Festival di San Sebastian).

Nella “cinquina” dei film più votati dai critici, accanto al vincitore Orphans, figurano Desordre di Olivier Assayas (1986), Mondo Grua di Pablo Trapero (1999), Tutta colpa di Voltaire di Abdellatif Kechiche (2000) e La ragazza del lago di Andrea Molaioli (2007).


Siamo orgogliosi di festeggiare con Peter Mullan e il suo magnifico film d’esordio, Orphans, un compleanno davvero speciale per la Settimana Internazionale della Critica – dichiara Francesco Di Pacedelegato generale della SIC . Trent’anni di lavoro, passione e grandi soddisfazioni, in cui la nostra sezione ha tenuto a battesimo autori che si sono poi affermati a livello internazionale. A tutti coloro che nel tempo hanno contribuito al successo della SIC, ai colleghi critici che si sono avvicendati nelle commissioni di selezione e ai delegati generali che hanno coordinato il loro lavoro, va il mio saluto e il mio ringraziamento”. 

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Da sempre impegnata nella ricerca, promozione e valorizzazione di nuove voci e talenti emergenti del cinema mondiale, la Settimana Internazionale della Critica – fondata nel 1984 da Lino Micciché – ha scoperto e lanciato giovani registi presto diventati autori di punta nel panorama italiano e internazionale: oltre a Peter Mullan citiamo almeno Kevin Reynolds (Fandango, 1985), Olivier Assayas (Désordre, 1986), Carlo Mazzacurati (Notte italiana, 1987), Paolo Benvenuti (Il bacio di Giuda, 1988), Bruce Weber (Let’s Get Lost, 1988), Pedro Costa (O sangue, 1989), Sergio Rubini (La stazione, 1990), Cédric Kahn (Bar des rails, 1991), Bryan Singer (Public Access, 1993), Harmony Korine (Gummo, 1997), Roberta Torre (Tano da morire, 1997), Pablo Trapero (Mundo grua, 1999), Vincenzo Marra (Tornando a casa, 2001), Salvatore Mereu (Ballo a tre passi, 2003), Dito Montiel (A Guide to Recognizing Your Saints, 2006), Andrea Molaioli (La ragazza del lago, 2007), Alix Delaporte (Angèle et Tony, 2010), Matteo Oleotto (Zoran, il mio nipote scemo, 2013).
Inoltre, fra gli autori scoperti dalla SIC e vincitori del Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis, ricordiamo Abdellatif Kechiche (La faute à Voltaire, 2000), Dylan Kidd (Roger Dodger, 2002), Ismaël Ferroukhi (Le grand voyage, 2004), Gianni Di Gregorio (Pranzo di ferragosto, 2008), Guido Lombardi (Là-bas, 2011), Ali Aydın (Muffa, 2012) e Noaz Deshe (White Shadow, 2013).

La Settimana Internazionale della Critica (Sic) è organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nell’ambito della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La 30. edizione è resa possibile dal contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per il Cinema, dal supporto di BNL Gruppo BNP Paribas, dal contributo della Regione del Veneto, dal sostegno di Circolo del Cinema di Verona,Tiziana Rocca Production Istituto Luce – Cinecittà. Media partners: FREDFestival Scope e Quinlan.

Il programma completo della 30. Settimana Internazionale della Critica sarà annunciato giovedì 23 giugno.