11° FESTA DEL CINEMA DI ROMA – FRITZ LANG di Gordian Maugg

c-belle-epoque-fotograf-tim-fulda-%ef%80%a2-fritz-lang-hTITOLO: FRITZ LANG; REGIA: Gordian Maugg; genere: drammatico, biografico; anno: 2016; paese: Germania; cast: Heino Ferch, Thomas Thieme, Samuel Finzi; durata: 104′

Presentato in anteprima – all’interno della Selezione Ufficiale – all’11° Festa del Cinema di Roma, Fritz Lang, diretto dal regista tedesco Gordian Maugg, è incentrato sul periodo antecedente la lavorazione di uno dei più grandi capolavori del regista, nonché colonna portante del cinema espressionista: M – Il mostro di Düsseldorf.

Un pericoloso serial killer viene, finalmente, arrestato. Il regista Fritz Lang è inizialmente curioso di capire cosa abbia spinto l’uomo a commettere tutti quei delitti. In seguito ad alcuni loro incontri, però, inizierà anche a ripensare al suo passato e, in qualche modo, riuscirà a trovare non pochi punti in comune con l’uomo stesso. Dalle loro conversazioni prenderà vita, successivamente, la sceneggiatura di M – Il mostro di Düsseldorf.

Quali sono le sensazioni che si hanno durante e dopo la visione di Fritz Lang? Dunque, ripercorrendo velocemente con la mente le varie tappe della messa in scena, dovrebbero essere nell’ordine: incredulità, rabbia, sconforto, ilarità, rassegnazione, sonno e di nuovo rabbia. Ecco, il lungometraggio di Maugg trasmette proprio questo. E non perché la storia raccontata sia talmente coinvolgente da farci vivere così tante emozioni. Al contrario, chiunque abbia avuto l’occasione di innamorarsi del cinema di Lang, ha qui l’impressione di trovarsi di fronte ad una vera e propria profanazione. Soprattutto se ci si accorge della furbizia con cui una simile operazione è stata portata a termine, dal momento che un biopic su una figura di tale portata di certo andrà ad attirare un buon numero di spettatori, cinefili e non.

Prima ancora di vedere qualsiasi immagine, ma limitandosi soltanto ad ascoltare – fissando lo schermo nero – il motivetto fischiettato continuamente da Peter Lorre in M, le speranze di assistere ad un lavoro come si deve sono ancora in piedi. Bastano pochi minuti, però, per rendersi conto di avere davanti un prodotto altamente manierista e pretenzioso, le cui scene di maggiore potenza sono proprio filmati di repertorio o spezzoni del film originale di Lang montati sulla paccottiglia piatta e dai ritmi discontinui girata da Maugg. Facile così. Soprattutto quando si vuol creare un finale d’effetto con Peter Lorre che recita il suo monologo durante l’ultima sequenza di M. Come già detto, però, al di là della riuscita messa in scena da un punto di vista prettamente tecnico, quel che maggiormente rende Fritz Lang un lungometraggio urticante è la grande presunzione alla base di tutto.

Partendo dal presupposto che cercare di comprendere una figura complessa come quella di Lang – soprattutto se la si osserva in luce di alcuni avvenimenti di natura oscura (primo fra tutti, il suicidio della giovane moglie)accaduti durante la gioventù – non è compito facile, nel caso in cui si volesse approfondire un particolare momento della vita del regista, ci sarebbe talmente tanto da raccontare che, al di là della forma di messa in scena preferita, di certo potrebbe venirne fuori qualcosa di interessante. Ecco, a quanto pare Gordian Maugg – probabilmente talmente ansioso di creare a tutti i costi qualcosa di “rivoluzionario” – è riuscito in tutto e per tutto a dare vita a quanto di peggio si possa produrre. Il Fritz Lang qui raccontato è un violento, cocainomane e maniaco del sesso. Sembra ossessionato da qualsiasi cosa, fatta eccezione per il cinema stesso, a cui non viene fatto il benché minimo riferimento durante tutto il lungometraggio. Il suo personaggio viene talmente caricato da essere trattato involontariamente – a un certo punto – quasi alla stregua di una macchietta e perdendo totalmente di credibilità. Da ricordare – a questo proposito – la vera e propria scena madre del film, ossia quando vediamo Lang camminare da solo nel bosco e, di punto in bianco, prendere a sparare in aria all’impazzata. A questo punto, al pubblico – già fortemente provato da oltre un’ora di visione – non resta che lasciarsi andare – più per inerzia che per altro – a qualche stanca risata.

Tanto rumore per nulla, in pratica. Eppure, anche volendosi solo soffermare sul periodo antecedente la lavorazione di M, ci sarebbe talmente tanto da raccontare che i 104 minuti qui impiegati sarebbero fin troppo pochi. Basti pensare soltanto alle tematiche del film stesso, alla forte critica nei confronti della società, alla denuncia di quel “nazismo latente” che avrebbe visto, da lì a pochi anni, la nascita della dittatura vera e propria. Invece no. Gordian Maugg non racconta nulla di tutto ciò, impegnato com’è a dare vita a tutti i costi ad un Fritz Lang disturbato e disturbante come quello presentatoci in questa sua opera. E pensare che, anche solo volendosi concentrare sull’uomo piuttosto che sul cineasta, un bel documentario in merito, ad esempio, avrebbe avuto di sicuro una migliore riuscita. Ma, si sa, la presunzione, spesso e volentieri, gioca dei gran brutti scherzi.

VOTO: 3/10

Marina Pavido

PREAPERTURA VENEZIA 73 – TUTTI A CASA di LUIGI COMENCINI restaurato

Ricevo e volentieri pubblico

Tutti a casa 1la Biennale di Venezia

 Serata di Pre-apertura (martedì 30 agosto 2016)

della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

 In Sala Darsena al Lido

Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini nel centenario del regista

in una nuova copia restaurata, presentata in prima mondiale

 Sarà dedicata al grande regista Luigi Comencini (1916 – 2007) in occasione del centenario della nascita, la serata di Pre-apertura di martedì 30 agosto della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido.

Sarà proiettato, in un restauro digitale a cura di Filmauro e CSC – Cineteca Nazionale di Roma, il capolavoro diComencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960), con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo, prodotto da Dino De Laurentiis, sceneggiato da Age e Scarpelli e premiato all’epoca con due David di Donatello e un Nastro d’argento.

Tutti a casa 2Il restauro viene presentato in prima mondiale ed è stato realizzato in 4K a partire dai negativi originali messi a disposizione da Filmauro. Le lavorazioni in digitale sono state eseguite presso il laboratorio Cinecittà Digital Factory, Roma. Il ritorno in pellicola 35 mm è stato realizzato presso il laboratorio Augustus Color, Roma.

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016 diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Tutti a casa di Luigi Comencini è uno tra i più celebri e riusciti esempi di ciò che ha reso immortale la commedia all’italiana: l’impasto di comico e drammatico, di vero e grottesco, di coraggio e voglia di sopravvivere. Comencini, con la complicità autobiografica dei due grandi sceneggiatori Age e Scarpelli e con le amare risate provocate da un grandissimoAlberto Sordi, racconta tutto il caos dell’8 settembre 1943, quando con l’armistizio di Badoglio i soldati del re e del duce furono abbandonati a se stessi, tra mille paure. Nel film Alberto Sordi, al telefono sotto il tiro dei tedeschi, chiede ai superiori: “Signor colonnello, sono il tenente Innocenzi, è successa una cosa straordinaria, i tedeschi si sono alleati con gli americani. Cosa dobbiamo fare?”.

Tutti a casa è un film “on the road” lungo l’Italia disastrata e confusa di quel periodo, quando i soldati non ebbero più ordini e ciascuno decise di tornare al suo paese: tutti a casa, appunto. Nella vicenda, il sottotenente Alberto Innocenzi (Sordi), abituato a obbedire e a non contraddire, viene abbandonato dai suoi soldati e si mette in fuga dal nord al sud con l’amico ulceroso, il geniere Ceccarelli di Napoli (Serge Reggiani).  Incontra i tedeschi desiderosi di rappresaglie che gli sparano addosso, vede l’odissea di una ragazza ebrea in fuga (ci rimette la pelle un giovane soldato veneto), conosce un prigioniero americano nascosto in soffitta, si ricongiunge col padre (Eduardo De Filippo), che vorrebbe rimandarlo nelle file fasciste, fino al riscatto finale durante le 4 giornate di Napoli. Comencini dichiarò all’epoca: “L’8 settembre la gente fu abbandonata a se stessa, ed era questo che volevo descrivere”.  Il film fu premiato da un grande successo popolare, con oltre un miliardo di lire al box office.

Luigi Comencini (1916 – 2007), a cui la Biennale di Venezia ha attribuito nel 1987 il Leone d’oro alla carriera, è considerato uno dei grandi maestri della commedia all’italiana, nonché “il regista dei bambini”. Sul fronte della commedia il suo primo capolavoro è Pane, amore e fantasia (1953), con Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica, vincitore dell’Orso d’argento a Berlino, prototipo del cosiddetto “neorealismo rosa” e uno dei più alti incassi nella storia del cinema italiano, seguito negli anni da altre commedie di successo come Pane, amore e gelosia (1954), Mariti in città (1957), Lo scopone scientifico (1972) e Mio Dio, come sono  caduta in basso! (1974).

Tutti a casa 3Sul tema dell’infanzia, Comencini cominciò subito nel 1946 con Bambini in città, il suo primo corto documentario (premiato a Venezia e col Nastro d’argento), mentre Proibito rubare (1948), ambientato tra gli scugnizzi di Napoli, è il suo primo lungometraggio. La sua importante linea “infantile” prosegue con La finestra sul Luna Park (1957), Incompreso (1966, in concorso a Cannes e premiato col David di Donatello), Voltati Eugenio (1980, presentato a Venezia), Un ragazzo di Calabria(1987, in concorso a Venezia), Marcellino pane e vino (1991), il suo ultimo film diretto con la figlia Francesca. Vanno inoltre ricordati gli incontri con due classici della letteratura infantile come Le avventure di Pinocchio (1972) e Cuore (1984).

Fondatore nel 1935 con Alberto Lattuada e Mario Ferrari della Cineteca italiana di Milano, Comencini ha diretto complessivamente una quarantina di lungometraggi, senza contare i documentari, gli sceneggiati e le inchieste per la Rai. Ha praticato molti generi oltre alla commedia, come il giallo (La donna della domenica, 1975), il melodramma (Incompreso, 1966), il film letterario (La ragazza di Bube, 1963), il film in costume (Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano, 1969), il film-opera (La Bohème, 1988), ma si è dedicato anche a film più singolari (Cercasi Gesù, 1982, premiato col Nastro d’argento). In un’intervista all’inizio degli anni ’80 Comencini dichiarò di essere disposto a difendere una decina dei suoi film, che però “non sarebbero mai nati se non avessi fatto altri film sbagliati, in parte o completamente. Ma film in cattiva fede non ne ho mai fatti”.

LA RECENSIONE DI MARINA: GUEROS di Alonso Ruizpalacios

Gueros_web_3TITOLO: GÜEROS; REGIA: Alonso Ruizpalacios; genere: drammatico, commedia; anno: 2016; paese: Messico; cast: Tenoch Huerta, Sebastiàn Aguirre, Ilse Salas; durata: 111′

Nelle sale italiane dal 23 giugno, Güeros è un interessante lungometraggio diretto da Alonso Ruizpalacios, premiato come Miglior Opera Prima all’ultima edizione del Festival di Berlino.

Tomàs è un vivace adolescente che, dopo essersi trasferito a Città del Messico a casa di suo fratello Federico, convince quest’ultimo a raggiungere l’ospedale per rendere omaggio  al suo cantante preferito, in fin di vita. I due, insieme insieme all’amico Santos e ad Ana, un vecchio amore di Federico, partiranno, così, per un lungo viaggio durante il quale avranno modo di conoscersi meglio e di crescere insieme.

30034631_sfafyvebc8Un vero piacere per gli occhi, questo lavoro di Ruizpalacios. Fin da subito, infatti, quello che colpisce è un’interessante quanto curata regia, con un montaggio decisamente non convenzionale e dinamico, con primi piani di dettagli a prima vista quasi insignificanti, con un ben riuscito bianco e nero e con movimenti di macchina che stanno a raccontarci l’intimo dei personaggi come raramente viene fatto. C’è da dire questo: il lungometraggio, fin da subito, è stato presentato come un omaggio alla Nouvelle Vague. E a ragione. Il modo di girare, infatti, fa fin da subito pensare al Jean Luc Godard dei primi anni, con la sua regia ricca di scavalcamenti di campo e di jump cuts, che, se da un lato si diverte a giocare con lo spettatore disorientandolo, dall’altro riesce a dare alla narrazione quel tocco di leggerezza e di “giocosità” malgrado la drammaticità dei temi spesso trattati.

guerosUn altro elemento che fa pensare agli anni d’oro del cinema francese è proprio la figura di Tomàs: un adolescente ribelle, con un difficile rapporto con la madre – la quale, a sua volta, non se la sente di avere a che fare con lui e preferisce che sia qualcun altro a tenerlo in casa. Questo ragazzo, non può non farci pensare al vivace Antoine Doinel, indimenticabile protagonista de I 400 colpi, capolavoro di François Truffaut.

Güeros-770x433Ma, al di là di qualsivoglia citazione cinefila, Ruizpalacio con questa sua opera prima ha dimostrato non solo una grande conoscenza del mezzo cinematografico, ma anche un grande talento. Basti pensare alla scrittura stessa. I personaggi, intensi, ben scritti, mai stereotipati risultano inseriti alla perfezione nel contesto. La voglia di libertà, l’amore per la vita che traspare in tutto il film, inoltre, sono ulteriori punti a favore del giovane regista messicano.

Ultima considerazione: la scena finale, con Federico che si unisce alla folla di manifestanti e viene fotografato da Tomàs è la ciliegina sulla torta. Un giusto coronamento per un piccolo prodotto ben confezionato, il quale – malgrado le possibili critiche per quanto riguarda la sua estetica eccessivamente costruita – si classifica, in ogni caso, come una vera e propria perla della cinematografia sudamericana. Un film assolutamente da non perdere.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

EVENTO SPECIALE: UN AMERICANO A PARIGI di Vincente Minnelli torna in sala dal 9 giugno

un-americano-a-parigi2TITOLO: UN AMERICANO A PARIGI; REGIA: Vincente Minnelli; genere: musical, commedia; anno: 1951; paese: USA; cast: Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant; durata: 115′

In occasione dei 65 anni dalla sua prima uscita in sala, grazie a Cinema di Valerio De Paoli sarà possibile vedere o rivedere sul grande schermo e – finalmente! – in lingua originale con sottotitoli in italiano il celebre capolavoro di Vincente Minnelli: Un americano a Parigi, vincitore di ben sei Premi Oscar ed interpretato da Gene Kelly e Leslie Caron, con le indimenticabili musiche di George Gershwin.

AN_AMERICAN_IN_PARIS-3Jerry Mulligan è uno squattrinato pittore americano, che vive in una piccola mansarda a Parigi. Egli trascorre le sue giornate in compagnia degli amici Adam – pianista concertista e disoccupato – e Paul – cantante di successo. Un giorno l’uomo viene abbordato da una ricca signora americana, la quale compra due suoi dipinti e si offre di promuovere la sua carriera – sperando anche di poter iniziare una relazione con lui. Jerry, però, poco tempo dopo incontra e si innamora di una giovane commessa, che, tuttavia, a sua volta sta per sposare il suo amico Paul.

AN_AMERICAN_IN_PARIS-9A più di sessant’anni dalla sua prima uscita, il lungometraggio di Minnelli continua tutt’ora ad esercitare un notevole fascino sullo spettatore. Merito della bravura degli interpreti – Gene Kelly sopra tutti, che qui ha curato anche le coreografie, oltre alla giovane Leslie Caron, che con la sua straordinaria freschezza riesce ad entrare fin da subito nel cuore degli spettatori – merito delle travolgenti musiche di George Gershwin, merito di una storia allegra e frizzante, ma anche di un’ambientazione – Parigi – che si è sempre rivelata una scelta vincente.

mediacritica_un_americano_a_parigi_1-650x250Una storia d’amore, ma anche una serie di sfrenate coreografie coinvolgeranno il pubblico fin dai primi minuti. Si ride, ci si commuove e si ha la possibilità di assistere a scene a dir poco indimenticabili. Prima fra tutte, la scena in cui Adam sogna di tornare a fare concerti: vediamo qui un singolare uomo-orchestra di Méliès nostalgico ed empatico. In poche parole: indimenticabile.

Un americano a Parigi, finalmente di nuovo in sala dal 9 giugno, è, dunque, un appuntamento imperdibile. Uno dei più interessanti musical statunitensi di tutti i tempi!

Marina Pavido

 

ROMA 2015: LA CINETECA NAZIONALE coon Bergman, Rossellini, Rossi, Scola, Pietrangeli

Ricevo e volentieri pubblico

LA CINETECA NAZIONALE ALLA 10. FESTA DEL CINEMA DI ROMA

con gli omaggi a
Ingrid Bergman
e Roberto Rossellini
Franco Rossi
Ettore Scola

e la retrospettiva dedicata ad
Antonio Pietrangeli

Ingrid Bergman - Siamo donne 0235843FTG P - (c) fotogramma tratto dalla pellicola conservata presso la Cineteca NazionaleNel centenario della nascita di Ingrid Bergman, celebrato in tutto il mondo per ricordare una delle più grandi – e cosmopolite – attrici di sempre, la riscoperta di un piccolo gioiello di Roberto Rossellini, l’episodio Ingrid Bergman del film collettivo Siamo donne, che vede la diva alle prese con l’impertinente gallina di una vicina di casa, decisa a rovinarle l’amato giardino. Un capolavoro di cine-ritrattistica, capace di catturare in pochi minuti – tra (neo)realismo e finzione – la personalità della protagonista: uno scherzo, un gioco, quasi un home-movie… ma anche, secondo rosselliniani di ferro come Tag Gallagher, “il film più geniale” dell’autore di Roma città aperta.

    Il restauro di INGRID BERGMAN è a cura di CSC – CINETECA NAZIONALE, RIPLEY’S FILM Srl e VIGGO Srl in collaborazione con MARZI Srl.

La Terrazza 0243496FTG 2890 - (c) fotogramma tratto dalla pellicola conservata presso la Cineteca NazionaleA trentacinque anni dall’uscita nelle sale italiane (e dai premi al Festival di Cannes: migliore sceneggiatura e migliore attrice non protagonista), La Terrazza di Ettore Scola conferma il suo valore di straordinario “documento d’epoca” – e al tempo stesso di metafora profetica – sull’Italia (e la sua sinistra intellettuale) alla vigilia degli anni ’80. Un affresco amaro e disincantato, firmato da Age e Scarpelli (oltre che dallo stesso Scola) e interpretato da un cast monumentale: Tognazzi, Gassman, Trintignant, Reggiani, Mastroianni, Sandrelli. Per celebrare il restauro della pellicola, Disaronno organizzerà una serata evento alla Terrazza Caffarelli.

      Il restauro di LA TERRAZZA è a cura di CSC – CINETECA NAZIONALE, in collaborazione con DEAN FILM.

Odissea nuda - (c) foto proveniente dalla Fototeca del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca NazionaleA quindici anni dalla scomparsa, la proiezione – per la prima volta in versione integrale – di Odissea nuda è un omaggio a Franco Rossi, autore tra i più ingiustamente dimenticati del nostro cinema (e della nostra tv, pensiamo all’Odissea). Interpretato da Enrico Maria Salerno nei panni di un regista italiano catturato dal fascino esotico di Tahiti, il film – tra i più censurati nella storia del cinema italiano (oltre 11 minuti di tagli) –  è il racconto di un viaggio che si ispira alle derive di Gauguin e anticipa anche certi temi di Antonioni.

  • Il restauro di ODISSEA NUDA è a cura di CSC – CINETECA NAZIONALE, ISTITUTO LUCE CINECITTÀ ed EURO IMMOBILFILM

    La Cineteca Nazionale collabora inoltre con Istituto Luce Cinecittà alla Retrospettiva dedicata ad Antonio Pietrangeli, ospitata presso il Cinema Trevi e accompagnata dalla pubblicazione del volume “Antonio Pietrangeli, il regista che amava le donne” (a cura di Piera Detassis, Emiliano Morreale, Mario Sesti), realizzato da Centro Sperimentale di Cinematografia/Cineteca Nazionale, Fondazione Cinema per Roma e Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Edizioni Sabinae.

VENEZSIA 72: AMARCORD di Federico Fellini

Dal sito ufficiale della Mostra

La proiezione di Amarcord (5 settembre, ore 16.45, Sala Volpi)
preceduta da
Amarcord Fellini. Provini, tagli e doppi
scelti da Giuseppe Tornatore

21294-Amarcord_2La proiezione della versione restaurata di Amarcord (1973) di Federico Fellini – in sabato 5 settembre alle ore 16.45 in Sala Volpi (Venezia Classici) – è stata preceduta da Amarcord Fellini. Provini, tagli e doppi scelti da Giuseppe Tornatore, un lavoro di montaggio su materiali inediti (tagli, sequenze alternative) del capolavoro felliniano, presentato in anteprima a Venezia dal regista Giuseppe Tornatore.
Il materiale è tratto da oltre 30 ore di girato inedito di Amarcord raccolto da Cristaldifilm e dalla Cineteca di Bologna.
Il restauro di Amarcord è stato realizzato dalla Cineteca di Bologna, con il sostegno di yoox.com, il contributo del Comune di Rimini, in collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros. presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Il programma di sabato è stato preceduto da un’introduzione di Giuseppe Tornatore.

NEWS IN SALA: LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET di Jean-Pièrre Jeunet in sala dal 28 maggio

Ricevo e volentieri pubblico

IL 28 MAGGIO ARRIVA IL NUOVO CAPOLAVORO DEL REGISTA DE IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE

LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET DI J.P. JEUNET, CON LA CANDIDATA ALL’OSCAR HELENA BONHAM CARTER

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Arriverà nelle sale italiane il 28 maggio, grazie a Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film in collaborazione con Rai Cinema e alla distribuzione di Microcinema, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, il nuovo film di Jean-Pierre Jeunet, ambientato negli Stati Uniti e interpretato da un cast prestigioso, formato dalle candidate all’Oscar Helena Bonham Carter e Judy Davis, così come Callum Keith Rennie e il giovanissimo Kyle Catlett.

9_SPIVETIl film, come hanno sostenuto diversi giornalisti cinematografici, riporta Jeunet alle atmosfere e alla magia del suo titolo più famoso, Il favoloso mondo di Amélie, sia grazie ai suoi protagonisti – una commovente famiglia sui generis – che per la storia narrata, un inno alla fantasia, tanto da essere stato considerato dalla stampa internazionale una “festa per gli occhi” e “una storia geniale”.

5_SPIVETCome ricorda lo stesso regista, parlando del romanzo da cui è tratto il film, “sono rimasto colpito dal protagonista, un personaggio straordinario e dalla sua vicenda toccante, dalla ricchezza di particolari presenti nella storia, dall’ambiente descritto, dal Montana e dagli ampi spazi aperti. Adattare il libro di Reif Larsen è stato un lavoro duro, ma allo stesso tempo piuttosto semplice, perché il materiale di base è straordinario”.

12_SPIVETT.S. Spivet (Kyle Catlett) è un bambino prodigio di 10 anni appassionato di cartografia e invenzioni. Vive in un ranch nel Montana insieme alla mamma (Helena Bonham Carter), esperta di morfologia degli insetti, al padre, cowboy nato nel periodo storico sbagliato, a sua sorella quattordicenne che sogna di diventare Miss America e a suo fratello gemello Layton.

Un giorno T.S. riceve una telefonata inaspettata dall’Istituto Smithsonian che gli annuncia la vittoria del prestigioso premio Baird per la sua invenzione di un dispositivo dal moto perpetuo. All’insaputa di tutti, per ritirare il premio e tenere il discorso di ringraziamento, T.S. salta su un treno merci e intraprende il suo straordinario viaggio attraverso l’America in direzione Washington…ma allo Smithsonian tutti ignorano che T.S. è solo un bambino!

NEWS IN SALA: LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET di Jean-Pierre Jeunet in sala dal 28 maggio

Ricevo e volentieri pubblico

IL 28 MAGGIO ARRIVA IL NUOVO CAPOLAVORO DEL REGISTA DE IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE

LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET DI J.P. JEUNET, CON LA CANDIDATA ALL’OSCAR HELENA BONHAM CARTER

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Il trailer – https://youtu.be/L2C5fMqw37c
Arriverà nelle sale italiane il 28 maggio, grazie a Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film in collaborazione con Rai Cinema e alla distribuzione di Microcinema, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, il nuovo film di Jean-Pierre Jeunet, ambientato negli Stati Uniti e interpretato da un cast prestigioso, formato dalle candidate all’Oscar Helena Bonham Carter e Judy Davis, così come Callum Keith Rennie e il giovanissimo Kyle Catlett.

Il film, come hanno sostenuto diversi giornalisti cinematografici, riporta Jeunet alle atmosfere e alla magia del suo titolo più famoso, Il favoloso mondo di Amélie, sia grazie ai suoi protagonisti – una commovente famiglia sui generis – che per la storia narrata, un inno alla fantasia, tanto da essere stato considerato dalla stampa internazionale una “festa per gli occhi” e “una storia geniale”.

Come ricorda lo stesso regista, parlando del romanzo da cui è tratto il film, “sono rimasto colpito dal protagonista, un personaggio straordinario e dalla sua vicenda toccante, dalla ricchezza di particolari presenti nella storia, dall’ambiente descritto, dal Montana e dagli ampi spazi aperti. Adattare il libro di Reif Larsen è stato un lavoro duro, ma allo stesso tempo piuttosto semplice, perché il materiale di base è straordinario”.

T.S. Spivet (Kyle Catlett) è un bambino prodigio di 10 anni appassionato di cartografia e invenzioni. Vive in un ranch nel Montana insieme alla mamma (Helena Bonham Carter), esperta di morfologia degli insetti, al padre, cowboy nato nel periodo storico sbagliato, a sua sorella quattordicenne che sogna di diventare Miss America e a suo fratello gemello Layton.

Un giorno T.S. riceve una telefonata inaspettata dall’Istituto Smithsonian che gli annuncia la vittoria del prestigioso premio Baird per la sua invenzione di un dispositivo dal moto perpetuo. All’insaputa di tutti, per ritirare il premio e tenere il discorso di ringraziamento, T.S. salta su un treno merci e intraprende il suo straordinario viaggio attraverso l’America in direzione Washington…ma allo Smithsonian tutti ignorano che T.S. è solo un bambino!

FFF 2015: QUEI BRAVI RAGAZZI in versione rimasterizzata evento di chiusira

Ricevo e volentieri pubblico


“QUEI BRAVI RAGAZZI” DA NEW YORK A BOLOGNA

la versione rimasterizzata del capolavoro di Martin Scorsese, in anteprima mondiale domani, sabato 25 aprile, al Tribeca Film Festival, chiuderà il 10 maggio il XVII Future Film Festival.

***

Goodfellas 2015Da New York a Bologna, per festeggiare i 25 anni di un capolavoro che ha segnato la storia del cinema: dopo l’anteprima mondiale al Tribeca Film Festival (in programma domani, sabato 25 aprile), la versione rimasterizzata di QUEI BRAVI RAGAZZI di Martin Scorsese sarà l’evento di chiusura, il prossimo 10 maggio, del XVII Future Film Festival.

L’iniziativa è organizzata dalla Cineteca di Bologna (che ospiterà il film a giugno in Piazza Maggiore, nel cartellone della manifestazione estiva Sotto le stelle del cinema) con il Future Film Festival (il primo e più importante appuntamento italiano dedicato alle nuove tecnologie – in questo caso della rimasterizzazione – applicate al cinema), e anticipa l’uscita, il 10 giugno con Warner Bros. Entertainment, di una ricchissima 25th Anniversary Edition in Blu-Ray™.

Goodfellas 2015Un evento, la proiezione bolognese, che conferma il legame del film con l’Italia (Quei bravi ragazzi ebbe la sua prima mondiale nel 1990 alla 47. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, vincendo il Leone d’argento per il migliore regista); e che permetterà di riscoprire, in una versione rimasterizzata sotto la meticolosa supervisione dello stesso Martin Scorsese, quello che per molti – a cominciare dal grande critico cinematografico Roger Ebert – è “il miglior film di sempre sulla criminalità organizzata”.

Tratto dal bestseller di Nicholas Pileggi “Il delitto paga bene”, Quei bravi ragazzi racconta la vita criminale attraverso i successi e gli insuccessi di un trio di gangster interpretati da Robert De Niro, Ray Liotta e Joe Pesci (che per questo ruolo vinse l’Oscar® come Migliore attore non protagonista): salutato già alla sua uscita come un capolavoro, il film ottenne altre cinque nomination all’Oscar, e nel 2000 è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

«Siamo molto orgogliosi di poter ospitare la prima proiezione italiana della versione rimasterizzata di Quei bravi ragazzi – spiegano Oscar Cosulich e Giulietta Fara, direttori artistici del Future Film Festival – e non stupisca la scelta di un film che compie 25 anni per “chiudere” un festival dedicato al futuro: il cinema di domani non può prescindere dalla memoria dei grandi film di ieri, e in questo senso la collaborazione con la Cineteca di Bologna, che ha reso possibile questo evento e che da anni è all’avanguardia nell’opera di conservazione, restauro e diffusione dei capolavori del passato, ci sembra un segnale importante. Per un festival che guarda al digitale in tutte le sue forme, inoltre, il recupero dei grandi classici rappresenta un passo importantissimo per questa tecnologia, al servizio degli spettatori di oggi e di domani».

DOCUMENTARI D’AUTORE A RAVENNA – i prossimi appuntamenti

Ricevo e volentieri pubblico

RAVENNASCREEN SEGNALA
In compartecipazione con il Comune di Ravenna

PER NON MORIRE DI TELEVISIONE

Appuntamenti con il documentario d’autore

27-28-29 marzo 10-11 aprile 2015

Palazzo del Cinema e dei Congressi – Largo Firenze 1, Ravenna

VENERDI’27 MARZO

ORE 18.30
DAYS OF HOPE
di Ditte Haarløv Johnsen | Danimarca | 2013 | 74’

Ogni anno migliaia di africani cercano di raggiungere l’Europa, lasciandosi tutto alle spalle. Harouna ha salutato la sua ragazza e un figlio, ma è bloccato nella città di Nouadhibou in Mauritania. Thelma era stata abbandonata bambina in Ghana, ora 12 anni dopo raggiunge la madre in Danimarca, per scoprire una vita diversa da quella che immaginava. Austin ha superato il Mediterraneo e passando per il Centro d’accoglienza di Siracusa è arrivato Copenaghen, dove vive di espedienti. Sono solo alcune delle storie che si celano dietro le statistiche sull’immigrazione e i titoli sulle tragedie nei mari d’Europa.

ORE 21.00
POINT AND SHOOT
di Marshall Curry | Stati Uniti | 2014 | 82’

Matt VanDyke è un timido 27enne affetto da disturbo ossessivo-compulsivo, che nel 2006 lascia Baltimora per intraprendere un “corso intensivo in virilità”: compra una moto e una videocamera e inizia un viaggio attraverso Nord Africa e Medio Oriente. Finisce per stringere una inedita amicizia con un hippie libico, che raggiunge e affianca allo scoppio della rivoluzione. Con un’arma da fuoco in una mano e la videocamera nell’altra, Matt combatte e filma il conflitto da un punto di vista impossibile, finché non verrà catturato dalle forze di Gheddafi, scomparendo per 6 mesi in una prigione. Nemmeno quello basterà però a fermarlo.

ORE 22.30
STRIPLIFE – A DAY IN GAZA
di Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli | Italia | 2013 | 64’

Striscia di Gaza. Un evento inspiegabile è avvenuto durante la notte: decine di mante si sono arenate sulla spiaggia. Carretti di pescatori accorrono per accaparrarsele. Intanto la città si sveglia. Antar sprona il fratello ad alzarsi: è il grande giorno, nel pomeriggio inciderà il suo primo disco. Noor si trucca, dovrà apparire davanti alle telecamere. Jabber è già nel campo. Realizzato da cinque giovani filmmaker italiani, con la collaborazione di colleghi palestinesi, e presentato in numerosi festival internazionali. Un documentario indipendente, antispettacolare, significativo e necessario.

SABATO 28 MARZO

ORE 18.30
IL LABIRINTO GRECO – FUGGIRE L’AUSTERITÀ
di Deborah Bandini, Giorgio Stamboulis, Doris Zaccaria
Voce narrante: Lorella Zanardo | Italia | 2015 | 60’
Il film sarà presentato in sala dai registi

Il 25 gennaio 2015 si svolgono le elezioni politiche in Grecia. Il Paese è scosso da una grave crisi economica e sociale che ha condotto a una situazione politica inedita, nella quale i partiti tradizionali hanno ormai perso la fiducia della gran parte della popolazione. In questo contesto, Syriza risulta il partito più votato: è la prima volta che la sinistra radicale ha l’opportunità di governare il Paese. Un momento storico che è contraddistinto da un incredibile interesse mediatico in tutto il mondo. Come si è arrivati a questo momento che soltanto pochi anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare?

ORE 21.00
THE INTERNET’S OWN BOY: THE STORY OF AARON SWARTZ
di Brian Knappenberger | Stati Uniti | 2014 | 105’

Dallo sviluppo del protocollo RSS a quello della piattaforma Reddit, c’è lo zampino del ragazzo prodigio dell’informatica Aaron Swartz. Il suo innovativo impegno di attivista per la giustizia sociale e nell’organizzazione politica, unito a un aggressivo approccio all’accesso all’informazione, lo hanno però imbrigliato in un incubo legale durato 2 anni, conclusosi con il suicidio a soli 26 anni. Il caso di Aaron ha scosso le coscienze ben oltre le comunità online nelle quali era una vera celebrità, la sua vicenda è un monito a non sottovalutare il rapporto tra tecnologia e diritti civili.

DOMENICA 29 MARZO

ORE 18.30
DOCUMENTED
di Jose Antonio Vargas | Stati Uniti | 2014 | 90’

Nel 2011 il giornalista premio Pulitzer Jose Antonio Vargas sì è autodenunciato come immigrato illegale, con un clamoroso articolo sul New York Times Magazine. Arrivato bambino dalle Filippine, Vargas ha scelto di rischiare in prima persona e attraversa gli Stati Uniti raccontando la sua storia in solidarietà con gli oltre 11 milioni di clandestini che vivono nel paese. Il suo impegno per una riforma delle leggi sull’immigrazione lo mette in contatto con molti di loro, in particolare quelli come lui cresciuti negli USA, ma l’esperienza susciterà anche il desiderio di rincontrare la madre, dopo oltre 20 anni.

ORE 21.00
LE MARATONE DI PETER
di Giovanni Visentin | Italia | 2014 | 95’
Il film sarà presentato in sala dal regista

Le Maratone di Peter è un appassionante viaggio nell’imponente creazione artistica di Peter Stein, uno dei più grandi registi teatrali di sempre. Attraverso le riprese video dei suoi allestimenti, Stein si racconta e si commenta illustrando i momenti più significativi della sua unica, irripetibile e prestigiosa carriera.

VENERDI’ 10 APRILE

ORE 18.30
CHICAGOGIRL – THE SOCIAL NETWORK TAKES ON A DICTATOR
di Joe Piscatella | Stati Uniti/Siria | 2013 | 74’

Dalla sua stanzetta alla periferia di Chicago una teenager americana figlia di esuli siriani coordina attraverso la rete la rivolta in Siria: tramite Facebook, Twitter e Skype aiuta i compagni sul campo a fronteggiare cecchini e bombardamenti, per denunciare al mondo le atrocità e violazioni dei diritti umani commesse in nome di Bashar al-Assad. Diffondere notizie e immagini delle violenze sembra però non basti a scatenare la reazione internazionale e così, mentre il conflitto infuria, i membri del suo network dovranno decidere quale sia il modo più efficace per combattere un dittatore: i social media o gli AK-47.

ORE 21.00
QUI
di Daniele Gaglianone | Italia | 2014 | 120’

Chi sono i valsusini che da venticinque anni si oppongono al progetto Tav Torino-Lione? Il film s’interroga sulla loro identità e sul pensiero che guida la loro tenace ribellione. Attraverso dieci ritratti fatti di parole e silenzi, si racconta la stessa amara scoperta: il tradimento della politica nazionale, accusata di aver abbandonato i cittadini al loro destino, lasciandoli soli a vedersela con la polizia antisommossa.

SABATO 11 APRILE

ORE 18.30
THE SPECIAL NEED
di Carlo Zoratti | Germania, Italia, Austria | 2013 | 83′

Documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, The Special Need racconta la normalità della diversità senza mai salire in cattedra e senza mai perdere di vista la leggerezza della narrazione. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana.Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, fermamente decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri sogni, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il sogno di Enea, impigliato nella rete dell’autismo, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni?

ORE 21.00
Omaggio ad Albert Maysles
THE ROLLING STONES – GIMME SHELTER
di Albert e David Maysles | Stati Uniti | 1970 | 90’
IL CAPOLAVORO DEL ROCKUMENTARY

Il film è splendido e tragico, fiammeggiante più di tutti i tramonti di Woodstock; è il rock più gli Stones, cioè forse non la coscienza del rock, ma certo l’inconscia o incosciente precisissima essenza dell’ambiguità del rock, del suo ossimoro di ordine disordinato: pietre che rotolano. (Enrico Ghezzi)

Il film sarà presentato da Federico Siniscalco e Fabrizio Varesco

Il programma è consultabile nel sito: www.ravennascreen.it
Facebook nella pagina dell’evento Per non morire di televisione
Per informazioni : ravennacinema@gmail.com
Tel. 320 9022548
Biglietti : ingresso singola proiezione € 3
La Direzione si riserva di apportare modifiche al programma