ROMA 2015: IL BAMBINO DI VETRO di Federico Cruciani in concorso ad ALICE NELLA CITTA’

Ricevo e volentieri pubblico

IL BAMBINO DI VETRO IN CONCORSO AD ALICE NELLA CITTA’

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Unico titolo italiano selezionato per il concorso ufficiale “Young/Adult” di Alice nella città, sezione della Festa del Cinema di Roma, IL BAMBINO DI VETRO, dell’esordiente Federico Cruciani, ha come protagonista Paolo Briguglia ed è liberamente tratto da “Figlio di Vetro” di Giacomo Cacciatore, ed. Einaudi.
Al centro della storia il rapporto fra un padre e un figlio di dieci anni, messo in crisi dalle verità  che l’uomo nasconde alla sua famiglia. Un legame incondizionato in una realtà dove le relazioni si spezzano.
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Il film è scritto da Giacomo Cacciatore, Federico Cruciani, Paolo Pintacuda e Josella Porto; diretto da Federico Cruciani e prodotto da Paolo Maria Spina per Revolver Srl.

IL REGISTA
Federico Cruciani ha lavorato prevalentemente in teatro. Come regista ha messo in scena opere di vari autori tra cui Koltès, Fassbinder, Marivaux, Büchner, Fante, Bradbury, collaborando con importanti istituzioni teatrali e festival. Il Bambino di Vetro è la sua prima regia cinematografica.

L’ALTRA HEIMAT – CRONACA DI UN SOGNO di Edgar Reitz al cinema per due giorni

Ricevo e volentieri pubblico

RIPLEY’S FILM, VIGGO e NEXO DIGITAL

sono liete di presentare

il nuovo episodio della monumentale saga che ha conquistato l’Italia

 L’ALTRA HEIMAT

Cronaca di un sogno

 

di Edgar Reitz

Dopo il grande successo raccolto alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto Film Festival arriva nelle sale italiane l’ultimo geniale lavoro del regista tedesco che con la saga di Heimat ha dato vita a un fenomeno di culto scatenando uno dei dibattiti cinematografici più appassionati e profondi di tutto il Novecento

 

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Al cinema per due giorni, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile

 Oggi in Germania abbiamo molta difficoltà ad immaginare cosa significhi davvero “emigrazione”, perché conosciamo solo l’altro lato del problema: siamo diventati noi stessi un paese di immigrazione (…). È possibile che una storia che descrive il modo in cui la gente lasciava la propria patria non contribuisca a capire meglio gli immigranti di oggi? Che cosa significava un addio allora? Per quanto tempo le persone si portavano addosso, nelle loro nuove case, il dolore di questa partenza?

Edgar Reitz

Il paese è sempre Schabbach, nell’Hunsrück, la regione dove Edgar Reitz nacque nel 1932. La famiglia è ancora la protagonista della trilogia di Heimat: è la famiglia Simon, attraverso cui il regista tedesco ha raccontato la storia del suo Paese, dalle macerie della prima guerra mondiale agli anni 2000.

Con L’altra Heimat. Cronaca di un sogno la monumentale saga di Reitz, che in Italia si rivelò un vero e proprio fenomeno di culto riscuotendo un successo enorme e scatenando appassionati dibattiti sul tema della serialità, giunge al suo quarto capitolo, concepito appositamente per il cinema. Il discorso provvisoriamente concluso nel 2006 riprende, tornando indietro nel tempo al 1843, sempre nell’immaginaria Schabbach, dove la famiglia Simon lavora e lotta contro la morte e dove il figlio Jakob fugge dalla fatica quotidiana immergendosi nei libri e nel sogno di un Nuovo Mondo. Lo stesso sogno che accompagna la grande emigrazione di migliaia di europei nell’America del Sud, nel tentativo disperato di sottrarsi alle carestie, alla povertà e al dispotismo che dominavano i loro paesi perché, come recita il loro motto, “Qualunque sorte è migliore della morte”.

L’altra Heimat. Cronaca di un sogno (Die Andere Heimat – Chronik einer Sehnsucht) di Edgar Reitz nasce da diversi mesi di ricerche condotte dal regista con Gert Heidenreich (che assieme a lui firma la sceneggiatura) per raccogliere storie di famiglie dell’Hunsrück, esaminando archivi e collezioni private e studiando, nel modo più autentico possibile, le vite dei contadini della Renania della metà dell’Ottocento. Il film arriva nelle sale italiane solo per due giorni, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile, dopo il successo di critica raccolto alla 70. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e viene presentato in Italia da Ripley’s Film, VIGGO e Nexo Digital (l’elenco delle sale sarà a breve disponibile su www.nexodigital.it).  L’evento è promosso da MYmovies.it.

Mentre girava Heimat 3, Reitz ricevette la lettera di un’infermiera che lavorava in un ospedale di Porto Alegre. La donna lo aveva visto in un reportage televisivo brasiliano dedicato al cinema tedesco e, notando la sua somiglianza col Dottor Reitz, titolare della clinica in cui lavorava, si chiedeva se esistesse una parentela tra i due. Alcuni mesi più tardi la stessa infermiera fece avere al regista un libro dal titolo Genealogia della famiglia Reitz in Brasile, scritto dal sacerdote cattolico Raulino Reitz, che all’inizio degli anni ’60 aveva condotto alcune ricerche sulla sua famiglia in Brasile. Il volume fece scoprire a Reitz che in effetti gli antenati della brasiliana famiglia Reitz erano originari del villaggio di Hirschfeld, a soli quindici chilometri da Morbach, suo paese natale.

Commento del regista

Il tempo che ci separa dagli eventi di questa storia è di appena 160 anni, ma si è trattato di un viaggio in una Germania molto diversa e quasi completamente dimenticata, in un paese sfigurato da una miseria opprimente. Occorre un grande sforzo d’immaginazione per capire che meno di un secolo e mezzo fa gli abitanti del nostro erano costretti a sbarcare il lunario in condizioni incomparabili con quelle di qualsiasi luogo del mondo odierno. A partire da Schabbach ci siamo esercitati a osservare la vita contemporanea con gli occhi di un estraneo ed è stato terribile vedere quanto apparissero di colpo apocalittici il consumismo, l’egocentrismo e le pretese esagerate della nostra società frammentata. Di fatto, uno degli effetti di Die andere Heimat è forse quello di indurre il pubblico a fermarsi per un istante e a vivere il diverso ritmo che permetteva ai nostri antenati di sopravvivere. In fondo, potrebbe essere ancora quello il vero ritmo del nostro cuore.

 

La saga di Heimat

Girato in parte in bianco e nero e in parte a colori, Heimat (che prende il nome dalla parola tedesca che indica la casa o il luogo natio) fu presentato in anteprima nel 1984 alla 41ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, raccogliendo un enorme consenso di critica. Suddiviso in 11 episodi per un totale di 924 minuti, il film narra la storia della famiglia Simon e di Schabbach, villaggio immaginario dell’Hunsrück, regione d’origine del regista. Dieci anni dopo, nel 1992, uscì  Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza e nel 2004 arrivò Heimat 3 – Cronaca di una svolta epocale. L’altra Heimat. Cronaca di un sogno è stato presentato a Venezia nel 2013 e esce ora nei cinema italiani per due giorni, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile, distribuito da Ripley’s Film, VIGGO e Nexo Digital.

Edgar Reitz

Nato nel 1932 a Morbach è uno degli esponenti di punta del Nuovo Cinema Tedesco. Dopo il diploma di maturità si trasferisce a Monaco di Baviera e comincia a lavorare nel cinema in vari ruoli, dallo sceneggiatore al montatore, dall’aiuto regista al direttore della fotografia. Nel 1962 è tra i registi firmatari, insieme a Herzog, Kluge, Fassbinder, von Trotta, del Manifesto di Oberhausen che denunciava la crisi del cinema tedesco e auspicava l’inizio di un nuovo corso, economico ed estetico, per la settima arte in Germania. Dopo aver diretto diversi cortometraggi, nel 1967 debutta nel film lungo con la storia d’amore Mahlzeiten, che alla Mostra di Venezia vince il Premio come Miglior Opera Prima. Due anni dopo torna a Venezia con Cardillac e successivamente gira diversi film in co-regia (come il collettivo Das Goldene Ding, 1971, presentato alla Mostra) e lungometraggi (come Geschichten vom Kübelkind, 1971, Die Reise nach Wien, 1973, e Il sarto di Ulm, 1978). Il successo internazionale arriva proprio a Venezia con la proiezione in anteprima del capolavoro di Reitz, l’opera monumentale Heimat (1984), serie per la televisione in undici episodi della durata complessiva di 924 minuti che racconta una lunga saga famigliare intrecciata con la storia della Germania dal 1919 al 1982. Il progetto sulla storia recente della Germania proseguirà con i film, tutti presentati a Venezia, Die Zweite Heimat Chronik einer Jugend (Heimat 2. Cronaca di una giovinezza, 1992), ambientato tra il 1960 e il 1970, Heimat 3. Chronik einer Zeitenwende (Heimat 3. Cronaca di una svolta epocale, 2004), che racconta gli anni dal 1989 al 2000 e Heimat. Fragmente (2006), complemento alla trilogia composto da scene tagliate e materiali inediti. Reitz è tornato a Venezia 70 fuori concorso con Die Andere Heimat. Chronik einer Sehnsucht (Home From Home. Chronicle of a Vision), ambientato nella Prussia di fine Ottocento.

 

RIPLEY’S FILM

Nata nel 2000 come società di distribuzione, la RIPLEY’S FILM ha un catalogo caratterizzato da una ricca ed importante selezione di autori: Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Nikita Michalkov, Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Luigi Zampa, Vittorio De Sica, Tinto Brass, Alessandro Blasetti, Mario Camerini e altri ancora; catalogo di oltre 700 film che spazia dal cinema d’autore al peplum, dal dramma alla commedia italiana. Nel corso degli ultimi anni ha intensificato i propri rapporti col mercato estero sia attraverso la promozione e vendita del proprio catalogo, sia attraverso l’acquisizione di film per il mercato italiano, intessendo rapporti con società come Roissy Films, Gaumont, Pathé, Reverse Angle, Channel 4 Int., Hanway Films, BFI, The Match Factory, Arte, Werner Herzog Production, Rezo Films, Celluloid Dreams e altri ancora. Dal 2002 ha creato una divisione home video, la RIPLEY’S HOME VIDEO, attiva sul mercato italiano e, ad oggi, considerata una delle più qualificate società home video europee sotto il profilo qualitativo e commerciale, con un catalogo di oltre 300 titoli. Attiva nel settore della produzione, Maria Denis (2004) diretto da Gianfranco Mingozzi, Pasolini prossimo nostro (2006) diretto da Giuseppe Bertolucci, Un altro pianeta (2008) diretto da Stefano Tummolini (2008) dal 2006 si è impegnata anche sul fronte della distribuzione theatrical portando nelle sale italiane Pasolini prossimo nostro (2006) di Giuseppe Bertolucci e poi Joe Strummer: The Future Is Unwritten (2007) di Julien Temple, Black House (2007) di Shin Terra, Exiled (2006) di Johnnie To, Invincibile (2001) di Werner Herzog, Un altro pianeta (2008) di Stefano Tummolini, Tony Manero (2008) di Pablo Larraín, Teza (2008) di Hailè Gerima, Taxi To The Dark Side (2007) di Alex Gibney, Amore & altri crimini (Love and Other Crimes, 2008) di Stefan Arsenijević, Nat e il segreto di Eleonora (Kérity, la maison des contes, 2009) di Dominique Monféry. Nel 2014 ha distribuito Hannah Arendt (2012) di Margarethe Von Trotta in collaborazione con NEXO DIGITAL.

VIGGO

Nata da pochi mesi ha di recente riportato in sala, in collaborazione con RIPLEY’S FILM e NEXO DIGITAL, Il cielo sopra Berlino (1987) e Paris, Texas (1984): i due capolavori diretti da Wim Wenders di cui la VIGGO ha di recente acquisito i diritti di tutta la library grazie ad un accordo con la Wim Wenders Stiftung.

NEXO DIGITAL

Nasce dalla competenza di oltre 60 anni di esperienza nel settore dell’esercizio e della distribuzione cinematografica. Pioniere e leader sul mercato mondiale nell’ambito della distribuzione di EVENTI AL CINEMA in alta definizione – dai concerti alle mostre d’arte, dai documentari agli spettacoli teatrali, dal balletto agli anime – Nexo Digital si impegna nella diffusione di eventi di qualità e di valore culturale e sociale, a favore di un modo nuovo di vivere il cinema. In Italia tra gli ultimi titoli di grande successo di Nexo Digital Justin Bieber Believe, One Direction. Where we are, Modà. Come in un film, Nick Cave. 20.000 Days on Earth, David Bowie is, Hermitage, Musei Vaticani 3D. Sempre nel corso del 2014 nell’ambito di un’espansione internazionale del proprio business, Nexo Digital ha offerto una slate di prodotti unici ai propri partner internazionali: la cerimonia di Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e di Papa Giovanni Paolo II in diretta da Piazza San Pietro a Roma (proposta nelle sale di 20 paesi del mondo in 3D), Musei Vaticani 3D e A Hard Day’s Night. Tutti i dettagli e il calendario degli eventi Nexo Digital sono disponibili e sempre aggiornati su www.nexodigital.it.

BERGAMO FILM MEETING – DIRK BOGARDE retrospettiva della 32^ edizione

Ricevo e volentieri pubblico

BERGAMO FILM MEETING
32ª edizione, 8 – 16 marzo 2014
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DIRK BOGARDE
La retrospettiva della 32a edizione di Bergamo Film Meeting

24 lungometraggi comporranno l’ampia retrospettiva dedicata da Bergamo Film Meeting a Dirk Bogarde, uomo dai molteplici talenti, già narratore e disegnatore, di se stesso diceva di essere solo un attore, e di usare soprattutto gli occhi (scuri e magnetici) per lasciar trasparire tutto ciò che si cela dietro.

«Io amo la macchina da presa e lei ama me.
Non sempre, a dir la verità… ma rimaniamo comunque ottimi amici»
(Dirk Bogarde)

Nato a Hampstead, Londra il 28 marzo 1921 con il nome di Derek Jules Gaspard Ulric Niven van den Bogarde, da padre oriundo olandese, grafico presso il «Times», e madre scozzese proveniente da una famiglia di artisti, il giovane Dirk venne avviato a studi d’arte, abbandonati ben presto in favore della recitazione. La sua carriera sullo schermo può essere suddivisa in tre grandi fasi: gli inizi, tra la fine degli anni ’40 e per tutti i ’50, come protagonista di mélo, drammi bellici, storici e noir; gli anni ’60, dove è il volto del cinema d’autore britannico, a partire da Victim (id., 1961), poi grazie al fecondo sodalizio con Joseph Losey (Il servoThe Servant, 1963; Per il re e per la patriaKing & Country, 1964;Modesty Blaise, id., 1966; L’incidente, The Accident, 1967), nonché altre preziosissime collaborazioni con autori come Schlesinger (Darling, id., 1965); la fase, infine, del cinema d’autore “continentale”, con registi come Visconti (La caduta degli dei, 1969; Morte a Venezia, 1971), Cavani (Il portiere di notte, 1974), Resnais (Providence, 1977), Fassbinder (Despair, id., 1978), Tavernier (Daddy Nostalgie, 1990, suo ultimo film). Nelle sue interpretazioni, Bogarde si è distinto per una presenza scenica elegante, precisa, seducente e ambigua se non addirittura minacciosa e di sensuale intensità dietro lapparente e disinvolto distacco, di un’intelligenza blasée ma al contempo tagliente come un coltello.

 

BERGAMO FILM MEETING
32ª edizione – 8 – 16 marzo 2014

Il Festival, che si svolgerà a Bergamo dall’8 al 16 marzo 2014, proporrà una rassegna articolata e vivace di circa 100 film provenienti dal panorama cinematografico nazionale e internazionale, con particolare attenzione al cinema autoriale e d’essai.

Fino al 13 dicembre 2013 è aperto il bando per partecipare alla 32a edizione di Bergamo Film Meeting nella sezione Mostra Concorso, per i film narrativi, e nella sezione Visti da vicino, per i documentari.

Tutte le informazioni sul sito: www.bergamofilmmeeting.it