WHERE TO INVADE NEXT di Michael Moore in sala dal 9 all’11 maggio

Ricevo e volentieri pubblico

 

IL PREMIO OSCAR

MICHAEL MOORE

ARRIVA AL CINEMA COL SUO FILM PIU’ PROVOCATORIO ED ESILARANTE

 

 “WHERE TO INVADE NEXT”

 

Dopo sei anni di silenzio, Michael Moore torna nelle sale dal 9 all’11 maggio

con il suo ultimo pungente documentario

Ecco il trailer  https://youtu.be/WaUDxxb4ofM

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“PROVOCATORIO, INCREDIBILMENTE DIVERTENTE

 L’ULTIMO FILM DI MOORE È LA SUA OPERA PIÙ AUDACE E SOFISTICATA.

Invece di sottolineare i nostri difetti, immagina le nostre possibilità.

Invece di sguazzare nella paura e nel panico

offre idee concrete per un cambiamento produttivo.

Sophia A. McClennen, Salon

 

 

Dopo sei anni di silenzio, il Premio Oscar Michael Moore è tornato.

 

Il regista Michael Moore arriva infatti nelle sale con quello che si presenta probabilmente come il suo film più provocatorio ed esilarante, quello in cui il regista suggerisce al Pentagono di “ritirarsi” perché d’ora in poi sarà lui stesso ad occuparsi delle “invasioni in nome dell’America”.

 

Dopo aver conquistato il botteghino americano, Where to Invade Next, che è stato presentato al Toronto International Film Festival e al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, sarà nelle sale italiane dal 9 all’11 maggio distribuito da Nexo Digital e Good Films (elenco delle sale a breve su http://www.nexodigital.it). Si tratta di una commedia effervescente, divertente e sovversiva, in cui Michael Moore, interpretando il ruolo dell’“invasore”, fa visita ad una serie di nazioni per prenderne spunto e migliorare le prospettive degli USA. Il creatore di Fahrenheit 9/11 e Bowling for Columbine ritorna con questa esilarante e rivelatrice chiamata alle armi; e finisce per scoprire che le soluzioni ai problemi più radicati in America esistono già in altri paesi del mondo e, con molta probabilità, aspettano solo di essere adottate.

 

E’ lo stesso Michael Moore a spiegare la genesi del film: “A 19 anni, subito dopo aver abbandonato l’università, mi sono procurato un pass Eurail e una tessera degli Ostelli della Gioventù e ho trascorso un paio di mesi a viaggiare per l’Europa. Mi trovavo in Svezia, dove mi sono rotto un dito del piede e qualcuno mi ha mandato in una clinica. C’è poco da fare con un dito del piede rotto, ma hanno fatto quello che hanno potuto. Poi sono andato a pagare il conto, ma non c’era nessun conto da pagare. Non riuscivo proprio a capire. Davvero, non avevo mai sentito nulla del genere. Allora mi hanno spiegato come funzionava il loro sistema sanitario. In tutta l’Europa ho continuato ad imbattermi in piccole realtà di questo tipo e a pensare, “Che bella idea! Perché non lo facciamo anche noi? La mia idea iniziale era di andare ad “invadere” altri paesi e rubare loro qualcosa di diverso dal petrolio. E lo avrei fatto senza sparare un solo colpo. Mi ero dato tre regole: 1) non sparare a nessuno; 2) non prendere neanche una goccia di petrolio; e 3) portare a casa qualcosa da poter utilizzare. Nel momento in cui abbiamo invaso questi paesi ci è parso evidente che sarebbe stato molto meglio fare un film sull’America senza girare un solo fotogramma in America. Come sarebbe stato un film così? Mi piaceva questa sfida”.

 

Michael Moore, per la sua indagine, “invade” così diversi paesi Europei, tra cui Italia, Francia, Finlandia e Islanda e in ogni luogo in cui si reca conficca la bandiera a stelle e strisce. In questo pellegrinaggio Moore scopre che in Italia i lavoratori hanno un trattamento migliore rispetto ad altri paesi; in Francia le mense scolastiche servono quotidianamente piatti di alta cucina molto diversi da quelli americani; in Islanda il potere è in mano alle donne, le uniche che sembrano sapere come governare; in Finlandia il sistema scolastico è straordinario, uno dei più virtuosi al mondo…

Aggiunge Moore: Forse ho semplicemente trovato una maniera più sovversiva di gestire la rabbia che provo nei confronti delle condizioni in cui versa questo paese. Non sono mai stato un cinico, ho sempre creduto che il cinismo non fosse che un’altra forma di narcisismo. Credo nella bontà delle persone e credo che la maggior parte della gente abbia una coscienza e distingua il giusto dallo sbagliato. Penso che sappia cosa dovremmo fare e che sia solo spaventata o ignorante. E una volta risolti questi aspetti, quando smetteremo di vivere nella paura e di essere stupidi, le cose andranno meglio”.

 

Where to Invade Next di Michael Moore sarà nelle sale italiane dal 9 all’11 maggio distribuito da Nexo Digital e Good Films con i media partner Radio Deejay e MYmovies.it.

 

 

MICHAEL MOORE (autore, regista e produttore)

 

Michael Moore nasce a Flint, in Michigan. Diventa un Eagle Scout (il titolo più alto nello scoutismo americano), frequenta il seminario cattolico per diventare sacerdote e a 18 anni è il più giovane funzionario eletto del paese. A 22 anni fonda il Flint Voice, un quotidiano alternativo riconosciuto a livello nazionale. Nel 1989 gira il suo primo film, Roger & Me, che realizza incassi da record e inaugura il movimento moderno del film documentario. Due altri suoi film registreranno cifre record al botteghino: Bowling for Columbine, con cui vince l’Oscar nel 2002, e Fahrenheit 9/11, che si aggiudica la Palma d’Oro. Tra gli altri suoi film spiccano Sicko, candidato all’Oscar, e Capitalism: A Love Story. Moore riceve un Emmy Award per la serie TV Nation ed è uno degli autori americani di saggistica di maggiore successo, con libri come Stupid White Men e Ma come hai ridotto questo paese? (Dude, Where’s My Country?). Michael vive a Traverse City, nel Michigan, dove ha fondato il Traverse City Film Festival e due sale di cinema d’autore, lo State Theatre e il Bijou by the Bay.

VENEZIA 72: il centenario della nascita di Orson Welles

Dal sito ufficiale della Mostra

Nel centenario di Orson Welles
rivivono alla Mostra di Venezia
due capolavori “veneziani” del grande regista /
Ritrovato e ricostruito Il mercante di Venezia (1969),
e ritrovata la partitura musicale originale di A. F. Lavagnino /
Restaurata la versione lunga italiana di Otello (1951) /
proiettati in prima mondiale nella serata-omaggio
di Preapertura (1° settembre) al Lido della 72. Mostra /
Esposizione Shakespeare & sigari
12 studi per personaggi shakespeariani dipinti da Orson Welles

 orson wellesÈ stata tutta dedicata al genio immortale di Orson Welles, in occasione del centenario della nascita, e a due suoi capolavori “veneziani” di ispirazione shakespeariana eccezionalmente recuperati e restaurati – Il mercante di Venezia (1969, film considerato perduto) e Otello (1951) – la serata di Preapertura di martedì 1° settembre della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 – 12 settembre 2015), nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido di Venezia.
Lo straordinario programma del 1° settembre in Sala Darsena ha visto:
 l’esecuzione dal vivo, a cura dell’Orchestra Classica di Alessandria, della partitura originale inedita de Il mercante di Venezia, di Angelo Francesco Lavagnino (1909-1987), grande compositore di colonne sonore cinematografiche e autore delle musiche di molti dei film “shakespeariani” realizzati da Orson Welles. La partitura, originariamente scritta per il film incompiuto, è stata appositamente trascritta dall’unica esecuzione registrata all’epoca, e mai eseguita in pubblico prima d’ora.
 la proiezione in prima mondiale in una nuova copia ricostruita e restaurata a cura di Cinemazero e del FilmMuseum di Monaco di Baviera del ritrovato Il mercante di Venezia (The Merchant of Venice, 35′), film considerato universalmente perduto, che racconta a colori (Eastmancolor) la città lagunare nel “classico” shakespeariano,
e che torna a nuova vita grazie al ritrovamento di nuovi materiali da parte di Cinemazero (Pordenone) e della recente scoperta della sceneggiatura originale di Orson Welles nella collezione di documenti di Oja Kodar presso la Special Collection library dell’Univeristà del Michigan. Si tratta di un progetto di Orson Welles datato 1969 e rimasto incompiuto, che avrebbe dovuto far parte di Orson’s Bag (serie di film di “viaggio attraverso il mondo” con Welles protagonista, destinati al network TV CBS)
 la proiezione della versione lunga, restaurata dal CSC – Cineteca Nazionale di Roma, di Otello (97’). Si tratta della versione italiana del film, con i dialoghi a cura di Gian Gaspare Napolitano supervisionati dallo stesso Welles, che doveva essere presentata a Venezia nel settembre 1951, ma che Welles ritirò all’ultimo momento dal concorso annunciando che la copia non era pronta. Una nuova versione, più corta ma in inglese, fu presentata al Festival di Cannes nel maggio 1952, vincendo il Grand Prix. Oggi quella rara versione italiana finalmente arriva al Lido

Shakespeare & sigari
Inoltre, sarà allestita al Lido durante la 72. Mostra (2 – 12 settembre 2015) la singolare esposizione Shakespeare & sigari. 12 studi per personaggi shakespeariani dipinti da Orson Welles, a cura di Bianca Lavagnino e Sergio Toffetti. Si tratta di 12 tavolette di legno (il retro delle scatole dei sigari preferiti da Orson Welles) che lo stesso Welles aveva dipinto a olio negli anni ’60 con una serie di personaggi shakespeariani: Macbeth. Otello, Falstaff, Shylock…

Il mercante di Venezia (1969)
Il mercante di Venezia è l’ultimo film shakespeariano di Orson Welles. Il regista tentò di terminarlo con le sue risorse, dopo che la TV americana CBS smise di finanziarlo, mandando a monte il piano originale di farne uno “speciale” televisivo tutto incentrato su Welles.
Girato in costumi settecenteschi a Venezia, Asolo, ma anche a Roma e sulla costa dalmata con fondi di Welles, il film racconta i momenti chiave della pièce omonima di Shakespeare.
Già nel 1960 Orson Welles dichiarava: “Il ruolo che davvero sogno di interpretare è l’ebreo di Shakespeare. Io sono cristiano (non che la cosa importi), ma ho sempre sentito una certa affinità verso Shylock e vorrei raccontare questo mio sentimento al pubblico”.
Nel 1982 Welles affermò che il negativo fosse stato rubato in circostanze misteriose, mentre altre fonti riportano che un rullo del sonoro andò perso dopo una proiezione privata di anteprima a Roma. Di fatto, del film sono sopravvissuti solo dei frammenti, negli archivi di Cinemazero presso la Cineteca del Friuli, presso la Cinématheèque Française, il Filmmuseum di Monaco di Baviera e la Cineteca di Bologna. Esistendo solo alcune parti dell’audio, nessuno è a conoscenza di come Welles volesse finire il film, ed è dunque sempre risultato impossibile ricostruire il film nella sua forma completa. Il ritrovamento di Cinemazero è eccezionale perché riguarda più di metà di una copia lavoro montata e di buona parte della colonna sonora già mixata. Grazie al ritrovamento recente anche della sceneggiatura originale e alle note del compositore, il Maestro Angelo Francesco Lavagnino, oggi, per la prima volta, la ricostruzione del film realizzata da Cinemazero e Filmmuseum München può essere presentata al pubblico, in una forma
dove alle lacune sonore si compensa con intertitoli e registrazioni wellesiane d’epoca. Il pubblico potrà così scoprire per la prima volta una delle più importanti performance di Orson Welles, ambientata in scene veneziane, e ascoltare una delle migliori colonne sonore di Lavagnino, compositore che lavorò con Welles anche per le musiche di Otello e Falstaff.

Otello (1951)
Nel settembre 1951, è in programma alla Mostra del Cinema di Venezia l’Otello di Orson Welles. Si tratta della versione italiana del film, la più lunga, con i dialoghi a cura di Gian Gaspare Napolitano supervisionati dallo stesso Welles.
Sarebbe stata la prima proiezione mondiale. Ma non avrà mai luogo. Welles convoca una conferenza stampa e, con aria mesta, annuncia che la copia non è pronta. Il film verrà ritirato dal concorso, e una nuova versione, più corta ma in inglese, sarà presentata al Festival di Cannes nel maggio successivo, vincendo il Grand Prix.
Oggi quella rara versione italiana del film finalmente arriva al Lido per il centenario della nascita di Orson Welles, in una versione restaurata dal CSC – Cineteca Nazionale, per la pre-apertura della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, martedì 1 settembre.
In occasione del centenario, il CSC – Cineteca Nazionale ha pubblicato anche il volume L’Otello senz’acca. Orson Welles nel fondo Oberdan Troiani di Alberto Anile, che racconta le vicende della versione italiana dell’Otello e le vicissitudini di uno dei set più avventurosi della storia del cinema.

NEWS HOMECINEMA: da Feltrinelli SUGAR MAN di Malik Bendjelloul

Ricevo e volentieri pubblico

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FELTRINELLI REAL CINEMA

in libreria dal 29 gennaio

FELTRINELLI REAL CINEMA
in collaborazione con I WONDER PICTURES

PREMIO OSCAR 2013 – MIGLIOR DOCUMENTARIO
SUNDANCE FILM FESTIVAL 2012 – PREMIO DEL PUBBLICO e PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
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SUGAR MAN
un film di
Malik Bendjelloul
dvd (86′) + libro (“L’uomo che visse due volte”, a cura di Marco Denti)

euro 16,90

Detroit, Michigan, 1970: Cold Fact, l’album d’esordio di Sixto Díaz Rodríguez, sembra annunciare l’apparizione di una nuova, grande rockstar. Ed è andata proprio così, ma in Sudafrica, quasi mezzo secolo dopo.
Figlio di immigrati messicani, Sixto Rodríguez viene scoperto in uno sperduto locale di Detroit, con i classici arnesi del folksinger: chitarra, armonica e canzoni di protesta. In mancanza di Dylan, è un attimo firmare un contratto, ma i sogni di gloria svaniscono in fretta e nel giro di pochi anni Rodríguez scompare e si ricicla come muratore. Cold Fact trova però la strada del Sudafrica e nelle ballate di Rodríguez si riconoscono i giovani ribelli sudafricani negli anni dell’apartheid, spingendolo a diventare “più grande dei Rolling Stones”. Una di quelle storie di cui abbiamo bisogno per vivere: Sugar Man racconta l’imprevedibile successo dell’unico cantautore diventato una rockstar senza saperlo.

Insieme al film, anche il libro “L’uomo che visse due volte” (a cura di Marco Denti, pp. 80). L’incredibile odissea umana e artistica di Sixto Díaz Rodríguez è un’esperienza esemplare dei meccanismi che regolano l’ascesa e la caduta di una rockstar. A partire dal suo esordio, quando venne confuso nell’abbaglio del “nuovo Dylan”, scomoda etichetta che condivise con dozzine di songwriter americani. Tutti destinati a restare piccoli, misconosciuti eroi del rock’n’roll, con l’eccezione di Bruce Springsteen, l’unico riuscito ad affrancarsi da quel fantasma. Le loro storie s’intrecciano con quella di Sugar Man in un’epopea di successi e fallimenti, ambizioni e miraggi, sempre sull’orlo dell’oblio, la condanna peggiore per una rockstar.