67° FESTIVAL DI BERLINO – COLO di Teresa Villaverde

201712400_6-659x353TITOLO: COLO; REGIA: Teresa Villaverde; anno: 2017; paese: Portogallo; cast: Alice Albergaria Borges, Joao Pedro Vaz; durata: 136′

Presentato in concorso alla 67° Berlinale, Colo è l’ultimo lungometraggio diretto dalla regista portoghese Teresa Villaverde.

È la storia, questa, dell’adolescente Marta, la quale vede disgregarsi, sotto i propri occhi, il suo nucleo famigliare. Suo padre è disoccupato e terrorizzato che la moglie possa lasciarlo. Sua madre lavora tutto il giorno, ma fa fatica a pagare le bollette da sola. Nessuno, però, sembra accorgersi dei disagi vissuti dalla ragazza, la quale si sente compresa solo dalla sua amica Julia, incinta di pochi mesi ed anch’ella in difficoltà a causa dell’inaspettata gravidanza.

Ciò che fin da subito colpisce, in questo lavoro della Villaverde, sono gli intensi primi piani della protagonista, interpretata dalla giovane e talentuosa Alice Albergaria Borges. E, fin dall’inizio, la macchina da presa continua a seguire fedelmente la ragazza, senza, però, togliere spessore a ciò che la circonda. Con poche, ma significative inquadrature, infatti, ecco delinearsi man mano le vere dinamiche che legano i protagonisti della pellicola. Il tutto realizzato senza mai cadere nel banale e lasciando allo spettatore anche una grande libertà di interpretazione. Ed ecco che la routine quotidiana rappresentata fin dall’inizio lascia spazio, man mano ad inevitabili – e drastiche – svolte narrative, pur mantenendo sempre un andamento prevalentemente contemplativo, perfettamente in linea con la cinematografia portoghese. Un film, questo, che pur mettendo in scena una storia come tante altre, sa colpire nel punto giusto. Particolarmente degna di nota, a tal proposito, l’inquadratura finale, in cui vediamo, in notturna, un deposito isolato all’interno del quale Marta ha trovato rifugio: è in questo momento che, ascoltando i rumori della notte, la macchina da presa si avvicina lentamente alla costruzione per poi allontanarvisi definitivamente, lasciando la protagonista in balìa del suo stesso, incerto destino. Ancora una volta, dunque, la parola è lasciata alle immagini. E, anche per questo, Colo è da considerarsi uno dei prodotti più raffinati ed interessanti presentati in concorso. Uno dei pochi film presenti che sa scavare, con grazia, nei nostri animi.

VOTO: 8/10

Marina Pavido