CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 6 – dal 16 al 19 marzo a Venezia

Ricevo e volentieri pubblico

 

CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 6

16-19 MARZO 2016

AUDITORIUM SANTA MARGHERITA, VENEZIA

web: http://cafoscarishort.unive.itmail: cafoscarishort@unive.it

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AL CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 6

I REGISTI DEL CONCORSO INTERNAZIONALE GUARDANO AI DIRITTI CIVILI

 I CORTI DI ROBERT ALTMAN, PER IL DECENNALE DELLA SUA SCOMPARSA

 IL MANIFESTO FIRMATO DA IGORT

 LA MASTERCLASS DI BILL PLYMTON

 

LA GIURIA: TAKASHI SHIMIZU, UNO DEI PADRI DEL J-HORROR, GIRISH KASARAVALLI, UNO DEI FONDATORI DEL PARALLEL CINEMA, GIANNALBERTO BENDAZZI, UNA DELLE MASSIME AUTORITÀ INTERNAZIONALI NEL CAMPO DEL CINEMA D’ANIMAZIONE

 

PROGRAMMI SPECIALI: CORTI SUL WEB CON SOS SAVE OUR SKINS E LA JOHN SNELLIMBERG FILM, IL CINEMA SLOVENO, LA SCOPERTA DEL POPOLO GARO, VIDEO-ARTE ITALIANA, MUTO? NO GRAZIE!, ANYMATION

E: CONCORSO SCUOLE DEL VENETO, SHORT&SOSTENIBILITÀ, IL PREMIO “OLGA BRUNNER LEVI, IL VIDEOCONCORSO PASINETTI

 

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La sesta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è alle porte. Dal 16 al 19 marzo, nella consueta cornice all’Auditorium Santa Margherita, nel cuore del centro storico di Venezia, i 30 cortometraggi del Concorso Internazionale dedicato alle scuole di cinema e università di tutto il mondo si confronteranno a Venezia, accompagnati da una serie di programmi speciali, workshop e masterclass di altrettanto interesse.

 

Il programma completo sarà presentato alla conferenza stampa del 26 febbraio: qui di seguito le anticipazioni sulla sesta edizione.

 

Il Festival, realizzato con la collaborazione della Fondazione di Venezia, è il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università e mantiene fede alla sua mission di essere una manifestazione pensata dai giovani per i giovani: sono loro i protagonisti di questa grande festa, dall’una e dall’altra parte dello schermo. Lo “Short” è, infatti, concepito come momento professionalmente formativo per gli studenti volontari di Ca’ Foscari, i quali forniscono linfa vitale sempre nuova alla collaudata macchina organizzativa del festival, guidata da figure professionali d’esperienza, con il coordinamento del direttore artistico e organizzativo Roberta Novielli. La partecipazione attiva degli studenti rimane comunque un elemento centrale nella filosofia dello Short, poiché i giovani sono coinvolti in tutte le fasi della realizzazione del festival: dal catalogo alla logistica, dall’ufficio stampa ai sottotitoli, dal gruppo video alla giuria dei concorsi collaterali. Da quest’anno inoltre si è aggiunto il gruppo denominato “distribuzione” che aiuterà i registi del Concorso Internazionale a far conoscere i propri lavori in altre iniziative simili presenti nella penisola. I volontari dello Short crescono di anno in anno, e a chi vi ha già partecipato – e con entusiasmo continua a farlo – si aggiungono sempre forze nuove, tanto da oltrepassare anche quest’anno la cifra dei 200 studenti volontari.

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Momento centrale del Festival è il Concorso Internazionale che, stando alla selezione finora effettuata, si preannuncia quest’anno come quello di livello qualitativamente più alto nella storia dello Short. Questo è dovuto anche al fatto che il Festival è oramai diventato una delle principali vetrine italiane per tutti quei giovani registi che frequentano o si sono appena laureati nelle più prestigiose scuole di cinema e università del mondo. Il Concorso di quest’anno si distingue anche per una varietà geografica senza precedenti, con oltre 20 nazionalità differenti tra i cortometraggi finora selezionati (considerando paesi di produzione e paesi d’origine dei giovani registi), una varietà che coinvolge tutti e cinque i continenti. Difficile trovare dunque una chiave di lettura comune tra personalità e cinematografie così lontane, ma dal lavoro di selezione svolto fino a questo momento, emerge una particolare attenzione nei riguardi dei diritti civili, spesso in paesi dove la lotta per essi è ancora più drammatica. Ciò avviene anche a causa di incomprensioni culturali, come quelle messe in scena in Nabilah del tedesco Paul Meschuh, sul tragico sfondo della guerra in Afghanistan, o tradizioni radicate nel tessuto della società, come in 500 Ounces of Gold della giovane regista iraniana Shahrzad Dadgar che riflette sul tema dell’aborto in un paese nel quale questo rimane ancora tabù. Si lotta però non solo per la difesa dei diritti, ma anche per quella dei propri cari: una tematica universale che, infatti, pur in contesti socio-politici molto eterogenei, accomuna cortometraggi provenienti da tutto il mondo, a partire dall’Italia con Mio fratello di Simone Bozzelli, passando per l’India, rappresentata da Ballad of Laila Leela di Lubna Sharmin, fino ad arrivare al Giappone di Hashi (The Brigde) di Suzuyuki Kaneko, figlio d’arte del noto regista giapponese Shusuke, autore tra gli altri dei due Death Note.

 

La Giuria internazionale, che sarà chiamata a decretare il vincitore del Concorso e ad assegnare il premio per la miglior colonna sonora offerto dalla Fondazione Levi, quello per la miglior fotografia offerto dalla vetreria artistica Vivarini e la menzione speciale Volumina, è costituita come sempre da tre personalità di grande spessore provenienti dal mondo del cinema. Il regista giapponese Takashi Shimizu è uno dei padri del J-Horror (https://it.wikipedia.org/wiki/J-Horror), distribuito ampiamente anche nelle sale italiane nel decennio scorso e fonte di molti remake hollywoodiani: tra i suoi titoli più amati, la saga di culto The Grudge (di cui ha diretto anche due degli episodi americani). Meno conosciuto in Italia, ma altrettanto importante per la cinematografia internazionale, è il regista Girish Kasaravalli, grande teorico del cinema indiano nonché uno dei fondatori del Parallel Cinema degli anni ’70 (https://en.wikipedia.org/wiki/Parallel_Cinema). I suoi film hanno vinto quattro volte il Golden Lotus (l’Oscar indiano) e partecipato a numerosi festival internazionali, tanto che quello di Rotterdam ha tributato al regista una retrospettiva nel 2003. Unico rappresentante italiano della giuria è Giannalberto Bendazzi, una delle massime autorità internazionali nel campo del cinema d’animazione, autore e curatore di numerosi saggi e volumi di cui l’ultimo, l’imponente Animation – A World History, è appena uscito in tre volumi in inglese per la Focal Press. Ai tre giurati sarà dedicato il consueto programma speciale intitolato Jury Members as Filmmakers, nel quale saranno proiettati cortometraggi che li vedono protagonisti in varie vesti. Da non perdere in particolare l’anteprima italiana di Project Scissors: Night Cry, opera del 2015 di Takashi Shimizu, un vero e proprio cortometraggio per supportare il lancio dell’atteso videogame “Night Cry” creato da Hifumi Kono.

 

Di grande prestigio è anche l’autore del manifesto di questa sesta edizionei: Igort, nome d’arte di Igor Tuveri, conferma infatti la sua collaborazione con il Ca’ Foscari Short Film Festival per il terzo anno consecutivo, regalandoci una sua bellissima illustrazione tratta dall’opera Sinfonia a Bombay. Fondatore della casa editrice Coconino Press, Igort è uno dei fumettisti italiani più apprezzati a livello nazionale e internazionale, tanto che le sue opere sono state distribuite in tutto il mondo. Nel suo ultimo lavoro – Quaderni giapponesi (2015) – ripercorre, tra suggestioni visive e filosofiche, il suo straordinario viaggio pionieristico come primo disegnatore occidentale chiamato a lavorare per riviste giapponesi.

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Ricchissima e variegata anche quest’anno l’offerta dei programmi speciali che spazia tra retrospettive, focus, workshop e incontri con gli ospiti. Tra i fiori all’occhiello di questa sesta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival c’è sicuramente la presenza del grande animatore americano Bill Plymton, una vera e propria istituzione nel campo dell’animazione a livello globale, tanto che, nonostante sia autore di un cinema sperimentale e autoriale, i suoi lavori sono stati candidati per due volte agli Oscar per il miglior cortometraggio animato. Gli spettatori dello Short avranno la fortuna di assistere a un’imperdibile masterclass di due ore, durante la quale Plympton mostrerà anche alcuni dei suoi lavori più importanti come Guard Dog, Your Face e Footprints.

Altro appuntamento da non perdere è l’omaggio a Robert Altman nel decennale della sua scomparsa, a cura di Michele Fadda. Per ricordare il grande regista americano, lo Short ha riunito istituzioni importanti come la UCLA, il Wisconsin Center for Film and Theater Research e l’Altman Estate, per offrire al suo pubblico due gioielli della filmografia “corta” del regista premio Oscar come The Perfect Crime (1955) e Pot au feu (1966), oltre a un terzo lavoro ancora da svelare.

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Lo Short però vuole anche guardare al futuro come è sua caratteristica, quindi saranno ben tre i programmi speciali dedicati a realtà sviluppatesi soprattutto sul web, la frontiera più dinamica della medialità narrativa contemporanea, pur prendendo poi strade differenti. Nominata “Webserie europea dell’anno” nel 2015, SOS Save Our Skins – ideata e scritta dagli inglesi Chris Hayword e Nat Saunders per la regia di Kent Sobey – è un divertente racconto horror post-apocalittico sulla scia delle parodie britanniche inaugurate dai film di Simon Pegg e Nick Frost. Lo Short proporrà in anteprima italiana un episodio di oltre 20 minuti che condensa l’acclamata serie, poi divenuta anche un lungometraggio. L’Italia non è da meno e tra i gruppi emersi in questi anni, capaci di promuoversi ed espandersi grazie alla rete, va sicuramente annoverata la John Snellimberg Film; nel programma speciale curato da Michele Faggi sarà presentata una selezione di opere di questa realtà toscana nata a Prato, molto legata al territorio d’origine dove, con budget irrisori, ha già compiuto numerose incursioni in molti generi cinematografici: dal poliziottesco al fantahorror, dal film a episodi a quello di Natale, oltre a numerosi videoclip. Pensata per il web nel formato, ma approdata fino alla Radiotelevisione svizzera è Arthur, una serie in dieci episodi da cinque minuti ciascuno che vedono protagonista un serial killer, all’apparenza un distinto e tranquillo quarantenne, che ha deciso di smettere con le uccisioni. Sorta di Dexter alla ticinese, la serie ideata da Nick Rusconi (anche regista) e Chloe de Souza è un’esplosiva miscela di suspense e ironia che il pubblico dello Short avrà la possibilità di apprezzare in un programma speciale realizzato grazie alla collaborazione del Consolato svizzero a Venezia.

 

Lo Short è da sempre attento anche a dare risalto alle cinematografie cosiddette periferiche, spesso poco studiate e ancora meno viste. Per offrire una vetrina importante e far allo stesso tempo conoscere agli spettatori opere preziose, sono due quest’anno gli appuntamenti di questo tipo. Il primo è dedicato alla vivace realtà del cinema sloveno che, pur nostro confinante, è praticamente sconosciuto in Italia. Per questo il Festival presenterà un programma curato dal regista Rene Maurin, composto da tre cortometraggi provenienti dalla scuola di cinema più importante del paese, la Academy of Theatre, Radio, Film and Television (AGRFT) di Lubiana. Per andare a scoprire la seconda cinematografia bisognerà spingersi invece molto più a Est dove, nell’immenso panorama del cinema indiano, vive e si sviluppa il cinema garo, popolazione che vive tra l’Ovest dell’India e il Bangladesh con una lunga tradizione culturale. Il pubblico dello Short potrà conoscere il popolo garo grazie al documentario Wangala: A Garo Festival di Bappa Ray, accompagnato da una breve presentazione del cortometraggio Rong’ Kuchak – Echoes di Dominic Sangma che proprio lo scorso anno vinse allo Short il premio Volumina.

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Torna l’appuntamento con la video-arte italiana più recente, in un programma speciale curato da Elisabetta Di Sopra, la quale presenterà sei lavori di altrettanti video-artisti che riflettono sul tema del corpo. Carlo Montanaro presenterà invece Muto? No grazie!, un programma speciale dedicato alle prime sperimentazioni sonore nella storia del cinema, partendo addirittura dal 1894 per arrivare al 1927, anno di realizzazione del primo film sonoro della storia: The Jazz Singer. Davide Giurlando cura Anymation, un corposo workshop dedicato al cinema animato diviso in due appuntamenti, durante i quali saranno presentati corti e inserti da film d’animazione, analizzandone le tematiche e le tecniche impiegate. Un programma speciale sarà dedicato poi a Promofest, un’istituzione spagnola che, come lo Short, promuove attivamente i lavori dei giovani registi, distribuendoli e presentandoli in tutto il mondo, attraverso un portfolio di altissima qualità. Infine verrà presentato il cortometraggio realizzato dai 26 studenti del Corso di cinema digitale organizzato a Ca’ Foscari dagli stessi coordinatori dello Short che, insieme a tutti i vari professionisti coinvolti, hanno guidato i ragazzi in tutte le fasi della realizzazione di un cortometraggio basato sul racconto breve di Italo Calvino “L’avventura di due sposi”.

 

Ad affiancare il Concorso Internazionale torna come ogni anno anche il Concorso Scuole del Veneto dedicato a lavori realizzati da studenti degli istituti superiori della regione, mentre vengono confermati entrambi i concorsi che accompagnano il festival da qualche anno: la quarta edizione del video-concorso Short&Sostenibilità, ideato in collaborazione con Ca’ Foscari sostenibile, è un contest aperto a tutti i giovani sotto i 35 anni, i quali dovranno ripensare il concetto di sostenibilità in un corto di cinque minuti, realizzato con qualsiasi tecnologia a loro disposizione. Giunge invece alla terza edizione il Premio “Olga Brunner Levi” in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi, dedicato a videoclip realizzati da studenti delle Scuole Secondarie di II grado di tutta Italia che dovranno essere realizzati da una donna o avere una protagonista femminile, collegandosi al contempo a un tema musicale. Torna infine lo spazio dedicato allo storico Videoconcorso Pasinetti, da sempre partner dello Short, che anche quest’anno presenterà tre lavori da loro selezionati.

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Dopo il grande successo del 2015 torna il Video-oke!, sorta di gioco di ruolo in cui degli improvvisati attori provano a doppiare i dialoghi dei celebri film che scorrono sullo schermo. Dal tono altrettanto divertente è il mini-programma speciale intitolato Zapping the Web, una raccolta di gif e filmati divertenti scovati in rete, per riprodurre sul grande schermo quel flusso costante di video e notizie buffe che inondano quotidianamente le bacheche dei nostri social network. Una parentesi per sorridere, ma anche per riflettere sulla percezione che i social ci danno del mondo. Infine, il Festival sarà arricchito dalle opere del pittore veneziano Lanfranco Lanza. La cerimonia di premiazione sarà impreziosita come da tradizione da due spettacoli legati al mondo del cinema: quest’anno a esibirsi sul palco dell’Auditorium saranno l’artista circense Roberta Pennisi e un ospite a sorpresa dalla Cina.

 

CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 5: conclusa la seconda giornata

Ricevo e volentieri pubblico

CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 5

18-21 MARZO 2015

AUDITORIUM SANTA MARGHERITA, VENEZIA

 

http://cafoscarishort.unive.it/ – mail: cafoscarishort@unive.it Telefono: 041 234 6244 

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SI E’ CONCLUSA LA SECONDA GIORNATA DEL CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL. MOLTI GLI APPUNTAMENTI CHE SI SONO SUSSEGUITI: DAL VIDEOCONCORSO “FRANCESCO PASINETTI”, PER PASSARE POI AL VIDEO-OKE. NEL POMERIGGIO SI E’ PROSEGUITO CON I CORTI DEL CONCORSO INTERNAZIONALE, CON IL PROGRAMMA SPECIALE DEL FILMFESTIVAL “CINEDEAF” DI ROMA, PER ARRIVARE AL SECONDO APPUNTAMENTO DEL WORKSHOP ANYMATION, UN ULTERIORE PROGRAMMA SPECIALE SULLA VIDEOARTE CON “LO SGUARDO SOSPESO”, PER CONCLUDERSI INFINE CON ALTRI SETTE SHORT DEL CONCORSO INTERNAZIONALE.

 

Seconda giornata al Ca’ Foscari Short Film Festival 5, il primo festival di cinema in Europa interamente ideato, gestito e organizzato da un’università.

il Festival si è aperto alle ore 11:00 con il Videoconcorso Francesco Pasinetti dedicato quest’anno a mettere in evidenza i problemi della città di Venezia e le possibili soluzioni per il futuro. Oltre ai cinque temi presenti anche l’anno scorso, abbiamo visto anche l’introduzione della nuova sezione “Booktrailer”, consistente nella creazione di un videospot su un libro incentrato sulla città di Venezia e una seconda novità dal tema storico “Venezia 1943-1945: luoghi e spazi della resistenza”. In apertura il professor Giovanni Andrea Martini ha elogiato i partecipanti per la capacità di uscire dagli stereotipi raccontando Venezia come una città “normalissima sebbene unica”.

 Programma Speciale - Ca' Foscari Talents

Alle ore 12 i ragazzi delle scuole superiori si sono divertiti con un originale esperimento dal nome Video-oke, dove le voci degli attori di film famosi sono state sostituite da sottotitoli per essere poi reinterpretate a voce alta dagli stessi ragazzi. Sul palco si sono prestati al gioco anche l’attrice Anamaria Marinca, Davide Giurlando e i giornalisti Giovanna Barreca e Michele Faggi.

Alle ore 14 hanno aperto il programma pomeridiano sei corti del concorso internazionale. Si è iniziato con Ronde del portoghese Bruno Polonio, con protagonista un pugile vittima del giro di scommesse organizzato dalla polizia politica ambientato nei primi anni ’70. A seguire è stato proiettato Ardeidae degli studenti IUAV Daniele Tucci, Chiara Faggionato e Corrado Chiatti, che ci hanno mostrato una Venezia “aliena” attraverso lo sguardo di un gruppo di turisti asiatici accompagnati dalla voce di un’audioguida. Leaving With The Cloud di Hu Yang Yi ha trasmesso invece con toni a volte fortemente drammatici, a volte grotteschi, la difficile situazione economica e le conseguenti disavventure di una famiglia cinese. La famiglia rimane centrale anche con la tedesca Nina Wesemann con il corto dal titolo La Famille, dove sono state mostrate le speranze e i limiti di una variegata famiglia tunisina sullo sfondo della primavera araba. Con l’austriaco Mark Gerstorfer e il suo Erlösung – Salvation, il pubblico è rimasto colpito dalla forza e sincerità di un racconto sul disagio adolescenziale e non solo. Il collettivo americano Echo Park ha portato la poesia sullo schermo con The sound we see: un cortometraggio di 24 minuti corrispondenti alle 24 ore della giornata, che recupera tecniche artigianali di realizzazione dei film e che cerca di presentare la “sinfonia della città” recuperando un genere in voga negli anni ’30.

Short5 - La famille - Nina Wesemann stil 1

Dopodiché è stata la volta del Programma Speciale dedicato al Cinedeaf (Festival del cinema sordo di Roma), che ci ha portato a scoprire il poco conosciuto mondo del linguaggio dei segni con la proiezione dei corti di tre registi inglesi Julian Peedle-Caloo, Louis Neethiling e Brian Duffy.

Successivamente c’è stato un secondo appuntamento del Workshop: Anymation curato da Davide Giurlando; dopo essersi dedicato alle tecniche di animazione tradizionali questa volta è stato il turno di quelle cosiddette stop-motion (o animazione “a passo-uno”) che cioè prevedono l’animazione di materiali o bambole. Il tema indagato in questa edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è quello della fusione tra animazione e realtà filmica.

Programma Speciale - Lo sguardo sospeso

È stata poi la volta del tradizionale appuntamento con la videoarte con il programma Lo sguardo sospeso e curato da Elisabetta Di Sopra. Si sono presentati esempi delle più attuali tendenze e ricerche in campo artistico con tra gli altri, le provocatorie animazioni di Paolina Paperina, in cui l’artista si prende gioco di se stessa e dei più affermati artisti contemporanei, e il lavoro Person-a del duo Con-tatto (Francesca Leoni e Davide Mastrangelo), in cui viene registrata una performance dei due artisti, che intende cercare un vero contatto tra le persone, per strapparsi le maschere che celano le vere identità.

Con il programma serale si è conclusa anche la seconda giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival. Sono stati proiettati altri sette corti del Concorso Internazionale. Si è cominciato con l’italiano Davide Salucci, che ha scardinato ironicamente gli schemi delle fiabe tradizionali con il suo corto animato Il Principe. Anne Thieme con Otro Dìa Màs ha affrontato dipendenze e bisogni umani mettendo in scena il rapporto tra un uomo in sedia a rotelle e la sua domestica. Rui Neto e Joana Nicolau con Bestas hanno mostrato l’inevitabile triste destino dei più deboli in un mondo dominato dalla forza bruta, in un racconto crudo che non si risolve con la vendetta ma riconferma i ruoli dei personaggi iniziali. È stata poi la volta del corto The Comedian di Iain Bonner, in cui un ragazzo che sogna di diventare comico incontra una ragazza cinese che si rivelerà essere l’unico pubblico di cui ha bisogno. Con Daughters di Ken Ninomiya, il pubblico ha assistito alla storia di un anziano protagonista che lascia la propria casa per andare a trovare le sue figlie in compagnia soltanto di una pianta lasciatagli dalla moglie defunta. In Svetlo črna – Bright Black, di Rene Maurin, il protagonista, un artista costretto dalle difficoltà economiche a vendere la poltrona del nonno, si trova ad affrontare conseguenze tragicomiche che rivoluzionano il suo rapporto con la realtà e il denaro. Il programma e la giornata si sono concluse con Rong’ Kuchak – Echoes in cui Domininic Sangma ha raccontato il tremendo dilemma vissuto da Ianche, un poeta di lingua Garo, una lingua senza alfabeto e che per essere scritta ha preso “in prestito” quello inglese. Vedendo la sua gente abbandonare la sua lingua e la sua cultura, Ianche si mette in discussione completamente, come uomo e come poeta, come intellettuale. Che cosa resta di un poeta, quando si accorge di non avere più una lingua propria?