LA RECENSIONE DI MARINA: L’ETA’ D’ORO di Emanuela Piovano

laura-morante-letà-doroTITOLO: L’ETA’ D’ORO; REGIA: Emanuela Piovano; anno: 2016; paese: Italia; cast: Laura Morante, Dil Gabriele Dell’Aiera, Giselda Volodi, Pietro De Silva, Giulio Scarpati; durata: 94′

Nelle sale italiane dal 7 aprile – e presentato in anteprima mondiale il 6 aprile in occasione del Bif&st a Bari – L’età d’oro è l’ultimo lungometraggio diretto da Emanuela Piovano.

Arabella è una regista sperimentale che per anni ha gestito un’arena cinematografica nel paesino della Puglia in cui vive. Circondata da molti amici e persone che tengono a lei, la donna, però, non ha mai avuto un buon rapporto con il figlio Sid, di vedute diverse dalle sue. Un giorno, Sid sarà costretto a tornare al paese di sua madre a causa di questioni legali riguardanti l’arena. Avrà modo, in questi giorni, di riconciliarsi con Arabella e provare a comprendere meglio il mondo in cui vive.

show_img

Questo ultimo lungometraggio della Piovano (Le rose blu, L’aria in testa, Amorfù) è ispirato alla vita della regista e scrittrice Annabella Miscuglio – scomparsa nel 2003 – la quale ha fondato e gestito per anni il celebre cineclub romano Filmstudio. Non si tratta, semplicemente, di un omaggio ad un personaggio che tanta importanza ha avuto nella vita culturale romana, ma anche di una vera e propria dichiarazione d’amore al cinema stesso, inteso, qui, anche come strumento di aggregazione collettiva.

Numerose sono le citazioni presenti all’interno del film: locandine, fotografie, libri, oltre ad una rassegna cinematografica dedicata a Louis Buñuel. Tutto sta a celebrare la settima arte, regalando, così, al prodotto uno spiccato senso di nostalgia. Per questo motivo, oltre che per l’onestà con cui il lungometraggio è stato realizzato, L’età d’oro (riferimento a L’age d’or dello stesso Buñuel, appunto) risulta essere fino ad ora, uno dei più interessanti film realizzati dalla Piovano. Che, allo stesso tempo, però, presenta le sue debolezze.

 

22-03-2016-chi_e_gabriele_dell_aiera_in_l_eta_d_oroIn primo luogo, poco convincono le interpretazioni di Giulio Scarpati (nel ruolo di Bruno, amico di Arabella) e di Dil Gabriele Dell’Aiera (il figlio della protagonista). Diciamo pure che, in linea di massima, la direzione degli attori in generale è stata poco convincente: macchinosa, eccessivamente teatrale, non riesce a rendere i personaggi sufficientemente empatici. Anche per quanto riguarda gli effetti speciali – in particolare durante le scene in cui sul muro dell’arena vengono proiettati spezzoni di film – forse sarebbe stato necessario un lavoro di post produzione più accurato, in modo da rendere tutto più credibile. Allo stesso tempo, però, vi sono scene piuttosto suggestive, quali le immagini dell’arena illuminata di notte, con le luci che pian piano si spengono per dare inizio alla proiezione.

L’età-d’oro-il-cinema-e-le-sue-pasionarie

L’età d’oro è, in poche parole, un piccolo film molto sentito e personale che riesce a trasmettere la passione – nonostante le numerose difficoltà – di chi da sempre si occupa del cinema in tutte le sue forme. Pur non essendo paragonabile a pellicole come Nuovo Cinema Paradiso, di Giuseppe Tornatore, o al più recente Be kind rewind, di Michel Gondry -probabilmente i titoli maggiormente rappresentativi per quanto riguarda il tema trattato – questo ultimo lavoro della Piovano risulta una visione piacevole e nostalgica, fortunatamente lontana dai numerosi stereotipi di cui il cinema italiano contemporaneo – soprattutto per quanto riguarda la grande distribuzione – è debordante.

VOTO: 6/10

Marina Pavido