SPECIALE BERGAMO FILM MEETING – THIRST di Svetla Tsotsorkova

jajda___thirst_foto_pelicc81cula_7912TITOLO: THIRST; REGIA: Svetla Tsotsorkova; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Bulgaria; cast: Monika Naidenova, Alexander Benev; durata: 90′

Presentato in concorso alle 34° edizione del Bergamo Film Meeting, Thirst è l’opera prima della regista bulgara Svetla Tsotsorkova.

In una piccola casa isolata non lontano dalla costa bulgara, vive una famiglia che sbarca il lunario offrendo un servizio lavanderia ai maggiori hotel della zona. Questa loro attività rischia di cessare, nel momento in cui una forte siccità colpisce tutta la regione. Sarà una giovane rabdomante, insieme a suo padre – scavatore di pozzi – a venire in aiuto alla famiglia ed a sconvolgere gli equilibri venutisi a creare.

01_INTWB_THIRST-1Il cinema dell’Est Europa ci ha spesso regalato belle sorprese, nonostante – purtroppo – soltanto pochi prodotti vengano distribuiti nelle sale italiane. Crudo, realista fino all’estremo, ma, allo stesso tempo, anche delicato e fortemente simbolico, questo cinema è tra i maggiormente apprezzati dal pubblico e dalla critica, in particolare nell’ambito di festival nazionali ed internazionali.

Come da buona tradizione, anche questo primo lungometraggio della Tsotsorkova racconta una storia appassionante ed intimista. Il tema principale di tutto il lungometraggio è, nello specifico, il forte bisogno di amore che ognuno dei tre membri della famiglia inconsciamente prova. La siccità, la sete – da qui il titolo dell’opera – che ha colpito l’intera regione è, dunque, metafora di un grande bisogno di sentirsi di nuovo vivi, quasi come se i protagonisti avessero dimenticato la loro stessa natura umana. Ed ecco che, provvidenzialmente, la rabdomante adolescente e suo padre, quasi come una sorgente di acqua fresca – la stessa acqua che faranno scorrere dal loro terreno, così come la pioggia che cadrà, finalmente, su di loro nella scena finale – arrivano a “dissetare” questa famiglia ormai inaridita.

Thirst_Front-FilmFortemente intimista, simbolico ed autobiografico, il lungometraggio della Tsotsorkova ha parecchie potenzialità, molte delle quali, però, non sono state realizzate al meglio. Colpa – se così possiamo dire – forse, di una scarsa esperienza da parte della regista. Da un punto di vista puramente tecnico, infatti, spesso sono presenti movimenti di macchina un po’ troppo forzati, come, ad esempio, l’eccessivo indugiare su alcuni dettagli – piedi, fermacapelli, il furgone che investe il cane, ecc. – che dà al film un tono eccessivamente didascalico. Si ha quasi l’impressione che la giovane autrice sia stata un po’ timorosa nel girare questa sua prima opera. Lo stesso vale per alcune scelte in sceneggiatura, le quali rendono il tutto eccessivamente macchinoso.

Thirst è, in fin dei conti, un film piacevole, sentito, sincero e, a tratti, anche divertente, ma che, purtroppo, mancando di quella fluidità necessaria a far sì che lo spettatore entri nel vivo della vicenda, non è riuscito a decollare come avrebbe meritato.

VOTO: 6/10

Marina Pavido