TORINO FILM FESTIVAL 2015: FELLINI, BAVA E TRETTI per la Cineteca Nazionale

Ricevo e volentieri pubblico


​LA CINETECA NAZIONALE AL 33. TORINO FILM FESTIVAL CON FEDERICO FELLINI, MARIO BAVA E AUGUSTO TRETTI

La collaborazione tra il CSC – Cineteca Nazionale e il Torino Film Festival – che nelle ultime edizioni ha portato al TFF di Federico Fellini, i materiali espansi di Anna di Alberto Grifi, la retrospettiva Giulio Questi e Profondo rosso di Dario Argento – si rinnova anche quest’anno con la presentazione in anteprima di due restauri e un omaggio.

Nel cinquantesimo anniversario dell’uscita, tornano sul grande schermo due classici firmati da due delle personalità più geniali della storia del cinema italiano: Giulietta degli spiriti di Federico Fellini (con un restauro per la prima volta integrale, che comprende quasi 15 minuti in più della versione corrente) e Terrore nello spazio di Mario Bava.

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GIULIETTA DEGLI SPIRITI (c) foto di G.B. Poletto proveniente dalla Fototeca del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale(c) foto di G.B. Poletto proveniente dalla Fototeca del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale

Il restauro di Giulietta degli spiriti (1965) permetterà di riscoprire il primo film a colori di Fellini, consentendo di apprezzare come mai prima d’ora lo straordinario lavoro del direttore della fotografia Gianni Di Venanzo. Al culmine della propria stagione creativa – e coadiuvato per l’ultima volta da Ennio Flaiano (sceneggiatore insieme al regista, Tullio Pinelli e Brunello Rondi) – Fellini intreccia realtà, memoria e incubo per raccontare il mondo interiore di una moglie borghese frustrata (interpretata da una magnifica Giulietta Masina, ma accanto a lei è da segnalare la prova di una maiuscola Sandra Milo in un triplo ruolo), in cui si affacciano i fantasmi della sua educazione cattolica.

Realizzato in collaborazione con RTI, il restauro di Giulietta degli spiriti prosegue l’opera che negli ultimi anni ha visto la Cineteca Nazionale in prima fila nel recupero di tutti i film per il cinema firmati da Fellini negli anni ’60, da La dolce vita a Fellini Satyricon, passando per gli episodi Le tentazioni del dottor Antonio e Toby Dammit.

«Grazie a un colore che accentua la ricerca simbolica e antinaturalistica, Fellini non pone più alcun freno ai suoi istinti immaginativi. Tra tutti i viaggi nella memoria effettuati nel corso della sua attività questo è l’unico che cerca di esplorare il mondo della controparte femminile, vedendolo animato e coabitato da una folla di presenze uscite direttamente dall’iconografia della religione cattolica e da figure di sacerdotesse del sesso, che invitano alla liberazione del corpo e alla trasgressione dei comandamenti e dei tabù. Giulietta mette in scena riti e comportamenti in via di sparizione, quasi frammenti residuali di civiltà che stanno scomparendo e stabilisce un ulteriore punto d’orientamento per l’opera del regista» (Gian Piero Brunetta)

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TERRORE NELLO SPAZIO (c) fotogramma tratto dalla pellicola conservata presso la Cineteca Nazionale_IMG_7131

(c) fotogramma tratto dalla pellicola conservata presso la Cineteca Nazionale

Il restauro di Terrore nello spazio (1965) è invece l’occasione per celebrare uno dei titoli più noti di un regista di culto come Mario Bava: un autentico classico, omaggiato da registi di tutto il mondo, da Ridley Scott in Alien a Joe Dante in Burying the Ex fino a Quentin Tarantino, che in Kill Bill “replicherà” nella tuta di Uma Thurman quelle del film, a colori invertiti.

In questa storia di entità aliene che possiedono i corpi di alcuni astronauti (sceneggiata, tra gli altri, da Alberto Bevilacqua e Callisto Cosulich), Bava inserisce in ambito fantascientifico il proprio talento gotico, dando libero sfogo alla sua vena pop nell’uso dei colori, dei costumi e delle scenografie: come scrisse all’epoca Ugo Casiraghi, «il suo stile potrebbe definirsi un rococò violaceo, nel quale gocce di sangue rosso colano nei momenti cruciali».

Il restauro di Terrore nello spazio è realizzato da CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Italian International Film.

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IL POTERE di Augusto Tretti - (c) foto proveniente dalla Fototeca del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale - Fondo Tretti(c) foto proveniente dalla Fototeca del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale/Fondo Tretti

Con l’omaggio ad Augusto Tretti (Verona, 1924-2013) – che comprende, oltre ai lungometraggi La legge della tromba e Il potere, la proiezione di frammenti del mediometraggio inedito La mala vita, depositato alla Cineteca Nazionale nel 2014 e del documentario di Maurizio Zaccaro Augusto Tretti: un ritratto – si ricorda invece il più originale e irregolare tra i registi italiani, protagonista di una delle più lunghe e tortuose avventure produttive della storia del cinema italiano.

Autore di tre film e mezzo in venticinque anni di carriera, Tretti vede il suo talento riconosciuto dalle figure più rilevanti della cultura italiana (tra tutti Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Ennio Flaiano, Franco Fortini, Alberto Moravia, Cesare Zavattini, Tonino Guerra), ma la sua opera finirà puntualmente ostacolata da fantomatici produttori (è il caso de La legge della tromba), beffe del destino (il fallimento della Titanus che investe Il potere), silenzi reiterati del servizio pubblico televisivo (i progetti degli anni ’70/’80).

In occasione dell’omaggio verrà pubblicato il volume Il caso Tretti a cura di Domenico Monetti e Luca Pallanch.

«Resterà un fenomeno isolato o, peggio, da isolare. Forse avrà, in questo paese di manieristi, degli imitatori, ma sicuramente goffi o soltanto furbi. Il dono di Tretti è una semplicità che non si copia, presuppone la superba innocenza dell’eremita. È una semplicità che riporta l’immagine fotografica alle composizioni di Nadar, di Daguerre, e anche al non-realismo, cioè agli spazi e al nitore dell’affresco. Eppure Tretti non è un esteta, né chiede all’immagine se non di sostenere un suo elementare discorso. Lo si può, volendo, liquidare con due definizioni: goliardico, naïf. Alcuni lo fanno. Ma sono definizioni sbagliate. I goliardi e i naïfs non hanno rigore, si fermano alle prime osterie, si divertono, riempiono le domeniche. Tretti non si diverte, benché sia difficile non divertirsi anche, vedendo i suoi films» (Ennio Flaiano)


ANITA EKBERG e VIRNA LISI: RICORDO DI DUE DIVE INTERNAZIONALI al MIC

Ricevo e volentieri pubblico

ANITA EKBERG E VIRNA LISI:

RICORDO DI DUE DIVE INTERNAZIONALI

Venerdì 6 e sabato 7 marzo 2015

 

Venerdì 6 e sabato 7 marzo 2015 presso il MIC – Museo Interattivo del Cinema, Fondazione Cineteca Italiana presenta ANITA EKBERG E VIRNA LISA: RICORDO DI DUE DIVE INTERNAZIONALI, un omaggio in quattro film che intende ricordare due grandissime attrici da poco scomparse.

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Anita Ekberg, splendida donna svedese dalle forme generose, è nata a Malmö il 29 settembre del 1931. Nel 1950 viene eletta Miss Svezia e da lì incomincia la sua carriera di attrice, che la porta ad essere adottata nel Bel Paese soprattutto in seguito al successo ottenuto da La dolce vita di Federico Fellini, film nel quale interpreta la svampita e prorompente Sylvia, diva americana in trasferta a Roma. Da allora interpreterà molti altri film italiani, fino al ritiro dalle scene avvenuto nel 2002. La Ekberg muore a Roma l’11 gennaio 2015.

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Virna Lisi nasce a Jesi nel 1936 e debutta sul grande schermo nel 1953. A colpire è soprattutto la sua incredibile bellezza, che la porta addirittura a solcare i palcoscenici hollywoodiani: appare infatti accanto a Jack Lemmon in Come uccidere vostra moglie di Richard Quine. Tornata in Italia dopo la parentesi americana, la Lisi viene riconosciuta come grande interprete oltre che come grande bellezza. Tra i suoi ruoli più memorabili ricordiamo Caterina de’ Medici in La regina Margot e la Irene di Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini, ruolo che le regala il Nastro d’argento. Negli ultimi anni interpreta soprattutto fiction televisive, fino alla morte avvenuta il 18 dicembre 2014.

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Fondazione Cineteca Italiana rende omaggio alle due dive con quattro film significativi. Il 6 marzo si inizia alle 15.00 con la commedia Come uccidere vostra moglie, film che ha segnato il brevissimo periodo a Hollywood di Virna Lisi, che compare a fianco di una leggenda come Jack Lemmon. A seguire verrà proiettato Le tentazioni del dottor Antonio, episodio del film collettivo Boccaccio ’70 diretto da Federico Fellini, nel quale Anita Ekberg appare al protagonista, interpretato da Peppino De Filippo, in veste di allucinazione erotica. Chiude la giornata Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini, che vede Virna Lisi interprete superba di un’anziana donna legata alla villa nella quale ha trascorso tutta la sua vita. La rassegna si chiude sabato 7 marzo con la proiezione de La dolce vita, immortale capolavoro di Federico Fellini, del quale la Ekberg è interprete, insieme a Marcello Mastroianni, del più celebre bagno nella fontana della storia del cinema.

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SCHEDE DEI FILM E CALENDARIO

 

Venerdì 6 marzo

h 15.00 Come uccidere vostra moglie (Richard Quine, Usa, 1964, 118’ con Virna Lisi e Jack Lemmon)
Stanley Ford, autore di fumetti di successo, in preda ai fumi dell’alcol sposa una ragazza greca, aspirante miss mondo; da quel momento si dà ad architettare il delitto perfetto, attraverso le storie dei suoi personaggi. Spaventata, la moglie fugge; lui viene accusato di omicidio. Al processo dimostra la sua innocenza, ma si accorge anche di essere davvero innamorato; lei ritorna, questa volta con la mamma.

h 17.15 Boccaccio ’70 – Le tentazioni del dottor Antonio (Federico Fellini, Italia, 1962, 60’)

Moralista inflessibile, il dottor Antonio si batte a modo suo contro il dilagare della immoralità. Improvvisa prediche a sbigottiti boy-scout, molesta le coppiette in cerca di intimità, arriva persino a strappare le copertine dei rotocalchi nelle edicole. Finché sotto le finestre della sua abitazione viene allestito un enorme cartellone pubblicitario con l’immagine di una donna dalle forme giunoniche che invita con ammiccante sorriso a bere più latte.

h 18.30 Il più bel giorno della mia vita (Cristina Comencini, Italia, 2002, 102’)

Irene vive nella vecchia villa in cui ha trascorso la vita. Ciò che più le dispiace è che i suoi tre figli non provino per quell’abitazione il suo stesso attaccamento. Qualcosa però cambierà nella vita di ognuno di loro e la piccola nipotina Chiara, che si prepara per la prima Comunione, ne sarà attenta testimone.

 

Sabato 7 marzo

h 16.00 La dolce vita (Federico Fellini, Italia, 1960, 163’)

Marcello è un aspirante scrittore che lavora per un giornale scandalistico, stazionando ogni sera di fronte ai locali di via Vittorio Veneto in cerca di qualche pettegolezzo o foto sensazionale. Nonostante conviva con una donna molto gelosa e depressa, Marcello ha frequentazioni con donne di ogni tipo e di ogni ambiente. L’arrivo a Roma di un’importante attrice svedese, darà il via a una folle nottata tra le rovine romane e le vie del centro.

INFO

info@cinetecamilano.it

www.cinetecamilano.it

T 02 87242114

Cineteca Milano @cinetecamilano

 

MODALITÀ D’INGRESSO ALLE PROIEZIONI

Biglietto d’ingresso intero: € 5,50

Biglietto d’ingresso ridotto: € 4,00 

Biglietto d’ingresso adulto + bambino: € 6,00