LA RECENSIONE DI MARINA: LUI E’ TORNATO di David Wnendt

140432009-1dd3f9fd-a739-4d88-984f-c7c1e030c682TITOLO: LUI È TORNATO; REGIA: David Wnendt; genere: commedia, satirico; anno: 2015; paese: Germania; cast: Oliver Masucci, Fabian Busch, Katja Riemann; durata: 116′

Nelle sale italiane come evento speciale il 26, 27 e 28 aprile, Lui è tornato – tratto dall’omonimo romanzo bestseller di Timur Vermes – è l’ultimo lungometraggio diretto da David Wnendt.

Cosa succederebbe se, ai giorni nostri, Adolf Hitler tornasse ad aggirarsi per le strade di Berlino? Come verrebbe accolto dal popolo tedesco e di tutto il mondo? Questo lo scopriamo nel film di Wnendt, in cui il dittatore, magicamente proiettato nel 2014, si trova a doversi confrontare con la gente, convinto di trovarsi ancora nel 1945 e propinando a chiunque incontri le proprie idee.

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A metà strada tra il lungometraggio di finzione ed il documentario, questo ultimo lavoro di Wnendt prende ispirazione – per quanto riguarda la sua struttura – da Borat, diretto nel 2006 da Larry Charles ed interpretato da Sacha Baron Cohen. Qui, infatti, vediamo un bizzarro Adolf Hitler – magistralmente interpretato da Oliver Masucci – che si aggira per le strade di Berlino ed in diverse città della Germania, incontra gente, si intrattiene con loro e prende parte a programmi televisivi, diventando, ben presto, una vera e propria star quasi a livello internazionale.

Lui-è-tornatoIrriverente, provocatorio, il prodotto parte dall’idea di effettuare un vero e proprio esperimento sociale, il quale, a sua volta, ci rivela come oggi sembra che importanti avvenimenti come lo sterminio di migliaia di internati nei campi di concentramento o, più in generale, l’avvento del nazismo, sembrino quasi dimenticati dalla gente che non ha avuto modo di viverli in prima persona. E restano vivi, al contrario, in chi ha avuto modo di vedere con i propri occhi le barbarie della Seconda Guerra Mondiale.

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Un esperimento, questo, che dimostra come oggi una figura come quella del dittatore nazista potrebbe di nuovo far presa sul popolo e che, dietro una comicità grottesca, racchiude in sé un messaggio decisamente inquietante e preoccupante.

Per la sua realizzazione, che rende il prodotto a carattere quasi amatoriale, per il contenuto e per interessanti trovate dal punto di vista della regia – che prevedono non pochi salti dal reale all’inconscio – Lui è tornato si classifica, dunque, come un lungometraggio imperdibile, che regala soprattutto numerosi spunti di riflessione circa le condizioni della nostra società.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

 

CHIAMATEMI FRANCESCO, PER LA PRIMA VOLTA IL CINEMA NELLA SALA DEL CONCLAVE DI VITERBO

Ricevo e volentieri pubblico

 

CHIAMATEMI FRANCESCO, PER LA PRIMA VOLTA IL CINEMA NELLA SALA DEL CONCLAVE DI VITERBO
Daniele Luchetti e Marco Müller tra gli ospiti della proiezione speciale in programma il 15 aprile. Al via le prevendite

chiamatemi francesco.jpgIl cinema per la prima volta nella Sala del Conclave di Viterbo con il film Chiamatemi Francesco. Il Papa della gente, in programma venerdì 15 aprile, alle ore 21. L’evento, organizzato dal Tuscia Film Fest in collaborazione con la Diocesi di Viterbo in occasione del Giubileo della Misericordia, sarà presentato, insieme alle iniziative collaterali, lunedì 4 aprile. Alla proiezione interverrano il regista del film Daniele Luchetti e Marco Müller, oltre ad altri ospiti che saranno comunicati durante la conferenza stessa.

La Sala del Conclave è situata all’interno del duecentesco Palazzo Papale, costruito nel periodo di maggiore splendore della città. Papa Alessandro IV, infatti, nel 1257, a causa del clima ostile venutosi a creare a Roma, trasferì la sede della Curia pontificia a Viterbo. La Sala deve il suo nome all’elezione più lunga della storia, tenutasi dal 1268 al 1271. Dopo la morte di Clemente IV i cardinali non riuscivano a trovare un successore e i viterbesi, stanchi di aspettare, li chiusero “cum clave”: i porporati, nel giro di poche settimane, elessero Tebaldo Visconti che prese il nome di Gregorio X. Da allora l’assemblea dei cardinali per eleggere il Papa si chiamerà appunto conclave.

Daniele Luchetti, tra i più apprezzati registi italiani, ha esordito alla regia con Domani accadrà (1988) vincendo il David di Donatello come miglior regista esordiente. Tra i suoi film di successo Il portaborse (1991), con protagonisti Nanni Moretti e Silvio Orlando, che gli valse il David di Donatello per la migliore sceneggiatura, La scuola (1995), Mio fratello è figlio unico (2007), La nostra vita (2011), con cui vinse il David di Donatello come miglior regista, e l’ultimo lavoro Chiamatemi Francesco. Il Papa della gente (2015).

Marco Müller, già direttore dei Festival di Locarno, Venezia e Roma e ora responsabile del Festival del Cinema di Macao, è molto legato al territorio della Tuscia dove risiede da oltre due decenni. Come produttore ha realizzato, tra gli altri titoli, No man’s land di Danis Tanovic, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 2002.

Le prevendite dell’evento (costo del biglietto euro 5 più diritti) sono già disponibili presso il Museo Colle del Duomo in piazza San Lorenzo a Viterbo e sul sito del Tuscia Film Fest (www.tusciafilmfest.com).

Chiamatemi Francesco. Il Papa della gente è il racconto del percorso che ha portato Jorge Bergoglio, figlio di una famiglia di immigrati italiani a Buenos Aires, alla guida della Chiesa Cattolica. È un viaggio umano e spirituale durato più di mezzo secolo, sullo sfondo di un paese – l’Argentina – che ha vissuto momenti storici controversi, fino all’elezione al soglio pontificio nel 2013.

La proiezione speciale del 15 aprile sarà anche una delle anteprime della tredicesima edizione del Tuscia Film Fest in programma a Viterbo dall’8 al 16 luglio.