LA RECENSIONE DI MARINA: URGE di Alessandro Bergonzoni

urge_IMG_5270_900pxTITOLO: URGE; REGIA: Alessandro Bergonzoni, Riccardo Rodolfi; genere: commedia; anno: 2013; paese: Italia; cast: Alessandro Bergonzoni; durata: 105′

Nelle sale italiane dal 3 marzo, Urge, dell’autore ed attore teatrale Alessandro Bergonzoni è la trasposizione cinematografica dell’ormai celebre monologo teatrale dell’artista bolognese.

Giochi di parole, comicità sottile e tagliente, tanta voglia di cambiamento ed incitazione ad abbandonare il proprio, statico modo di vivere e di pensare per lasciarsi contaminare dal grande, dall’ignoto, dall’onirico. In modo da sollevarsi dalla situazione di vacuità in cui la nostra società si trova.

urge_IMG_0004_900pxLo spettacolo di Bergonzoni – qui adattato per il grande schermo per la regia di Bergonzoni stesso insieme all’amico e collaboratore di sempre Riccardo Rodolfi – è nato nel 2010 e da allora ha avuto grande successo di pubblico e di critica in tutta Italia ed anche durante qualche breve tournée all’estero. Singolare l’approccio dell’autore al problema che caratterizza la nostra società, ossia la vacuità, l’eccessiva importanza che viene data al fittizio, senza interrogarsi su cosa abbia davvero valore. Numerosi giochi di parole, in cui la lingua italiana diventa protagonista assoluta e viene analizzata in tutte le sue possibili accezioni, spesso grazie anche all’aiuto del nonsense. L’effetto è un monologo esilarante, ma profondo, il quale si fa portatore di un messaggio importante, alla stregua di un vero e proprio grido di battaglia, senza, però, mai diventare didascalico, accademico o, semplicemente, esplicito.

UrgeBergonzoni

La trasposizione dell’opera sul grande schermo è altresì ben riuscita, grazie ad una regia ricca di primi piani e ad un montaggio serrato ed efficace nel trasmettere la smania, la voglia di cambiamento dell’autore, l’urgenza di attuare questo cambiamento che potrebbe salvarci tutti. La scenografia, essenziale e con pochi elementi funzionali allo spettacolo stesso, sta a rafforzare il messaggio di Bergonzoni, ossia sta a sottolineare l’importanza della sostanza, più che dei mille, inutili oggetti che quotidianamente ci possiedono e ci distraggono da ciò che conta realmente.

105 minuti che vanno giù come una sorsata di acqua fresca, che ci fanno sorridere, ma anche riflettere e che sono, inoltre, una vera e propria dichiarazione d’amore alla nostra lingua italiana. Uno spettacolo che dovrebbe essere visto da tutti.

VOTO: 8/10

Marina Pavido