LA RECENSIONE DI MARINA – TI AMO PRESIDENTE di Richard Tanne

0497733dd09e9e74c9fe954f67009a27TITOLO: TI AMO PRESIDENTE; REGIA: Richard Tanne; genere: sentimentale; anno: 2016; paese: USA; cast: Tika Sumpter, Parker Sawyers; durata: 87′

Nelle sale italiane dal 17 novembre, Ti amo Presidente è l’opera prima del regista teatrale Richard Tanne, ispirata al primo appuntamento tra il giovane Barack Obama e la futura First Lady Michelle Robinson.

Siamo a Chicago, in un giorno d’estate del 1989. I giovani Barack e Michelle, colleghi presso uno studio legale, si danno appuntamento malgrado le iniziali reticenze di lei. Durante la giornata, i due avranno modo di conoscersi a fondo, di scoprire le rispettive debolezze e di spronarsi a vicenda.

tap_still_27Come abbiamo detto, l’argomento ex inquilini della Casa Bianca è, soprattutto in questi giorni, attuale più che mai. Tuttavia resta ancora il dubbio su quale sia la necessità di venire a conoscenza dei dettagli del primo appuntamento tra i due. Soprattutto se questo avvenimento ci viene presentato in modo fortemente romanzato e ricco di banalità, come nel lungometraggio di Tanne. Il punto è che già leggendo distrattamente il titolo del film si ha come la sensazione di stare per assistere ad una trashata colossale, come non se ne vedono da anni. Eppure, nonostante tutto, alla fin fine, si vuol dare fiducia al lungometraggio e ci si accinge a vederlo. I sospetti iniziali, però, non tardano a trovare fondamento. Ma procediamo per gradi.

Fin dai primi minuti lo spettatore viene catapultato direttamente nel vivo della vicenda, quando i giovani Barack e Michelle sono intenti a prepararsi per uscire. Non solo la rapidità con cui prende il via la storia, ma anche la regia e soprattutto la musica ci danno l’impressione di un prodotto pensato principalmente per la televisione. E tale impressione persiste durante tutta la visione, malgrado maldestri virtuosismi registici (soprattutto primi piani e dettagli ingiustificati, oltre a pretenziose inquadrature dal basso) che poco convincono lo spettatore e danno quasi l’idea che Tanne – con questo suo lavoro – abbia cercato di correre dietro a qualcosa di molto più grande, arrancando disperatamente, però, durante tutti gli 87 minuti di durata. L’abbondanza di dialoghi – spesso e volentieri eccessivi – e la scelta di sviluppare la vicenda nell’arco di un’unica giornata, inoltre, fanno pensare inevitabilmente ad un poco riuscito tentativo di emulare Richard Linklater (ebbene sì, avete letto bene!). Ovviamente, in questo caso ci troviamo di fronte a ben poca sostanza, nulla a che vedere con prodotti del calibro di Before sunrise o Before sunset, per intenderci.

tap_still_15-e1476278199848-750x453La generale inconsistenza, la sfilza di banalità ed il dubbio interesse della storia in sé, però, non riusciranno mai ad eguagliare – parlando di veri e propri momenti imbarazzanti – la grande scena madre del film, ossia il momento in cui il giovane Obama – giunto insieme alla sua ragazza ad una riunione di un centro sociale – pronuncia uno dei suoi discorsi inserendo alla fine la fatidica frase “Yes, we can!”. Non credo serva dire altro in merito.

Ma allora, perché andare al cinema a vedere un film come Ti amo Presidente? Anche gli amanti delle storie d’amore converranno che ce ne sono migliaia di altre raccontate meglio di questa. Eppure c’è da immaginare che la gente, annichilita in seguito alle ultime elezioni presidenziali, cerchi in qualche modo di guardare nostalgicamente indietro, per sentire in qualche modo la figura di Barack Obama ancora vicino. Banale come motivazione, questo sì. Eppure, probabilmente proprio per questo motivo, Ti amo Presidente si preannuncia un film che otterrà discreti incassi al botteghino. Ed in qualità di mera consolazione, forse la scelta di andare a vedere il lungometraggio di Tanne può essere anche condivisa.

VOTO: 4/10

Marina Pavido