LA RECENSIONE DI MARINA: TRUMAN di Cesc Gay

584678TITOLO: TRUMAN; REGIA: Cesc Gay; genere: commedia, drammatico; anno: 2015; paese: Spagna, Canada; cast: Ricardo Darin, Javier Cámara, Dolores Fonzi; durata: 108′

Nelle sale italiane dal 21 aprile, Truman è l’ultimo lungometraggio diretto dall’acclamato regista spagnolo Cesc Gay, presentato in concorso all’ultima edizione del Toronto International Film Festival e vincitore di numerosi Premi Goya.

Julián e Tomás sono amici da molti anni, anche se abitano a parecchi chilometri di distanza: il primo, di origini argentine, vive e lavora come attore a Madrid, mentre il secondo abita in Canada ed è professore universitario. Un giorno Tomás farà all’amico una visita a sorpresa: quest’ultimo, malato da tempo, ha deciso di sospendere le cure, le quali in ogni caso non lo aiuteranno a guarire. Prima che sia troppo tardi, però, dovrà occuparsi di una questione importante: trovare un degno padrone per il suo cane Truman, che egli considera al pari di un figlio.

truman-in-italia-dal-21-aprile-il-film-trionfatore-ai-premi-goya-2016-v2-256517-1280x720Il regista spagnolo (Krampack, Hotel room) si è distinto – fin dai suoi primi lavori – per la straordinaria capacità di indagare a fondo nell’animo umano, dando vita a personaggi ben caratterizzati, poliedrici, fragili, ma – allo stesso tempo – incredibilmente coraggiosi. E questo è anche il caso di Truman, dove i due protagonisti sono frutto di un accurato lavoro di scrittura, ben studiati e con numerose sfaccettature: estroso e bohémien Julián, più responsabile e pragmatico Tomás, volubile ma estremamente coraggioso il primo, generoso e a volte severo il secondo. E infine troviamo Truman, il meraviglioso bullmastiff di Julián, che qui, più che come un figlio, possiamo dire che viene considerato quasi alla stregua di “trasfigurazione” del protagonista stesso. E di questo avremo conferma soprattutto nel finale.

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Truman è la storia di un’amicizia, che tratta anche il tema della difficoltà nell’affrontare momenti difficili. Una storia sì toccante, ma anche – a tratti – eccessivamente didascalica. Il vero problema del lungometraggio, infatti (oltre alla conclusione prevedibile fin dai primi minuti) è un indugiare in modo quasi ossessivo sul tema della malattia, ma tentando – allo stesso tempo – di dare al lungometraggio i toni leggeri della commedia. Tentativo, questo, riuscito solo in parte. Il lungometraggio va avanti in modo ripetitivo, prendendosi un’ora e cinquanta di tempo, quando avrebbe potuto benissimo durare la metà. E, malgrado la buona caratterizzazione dei personaggi, alcune scene, alcune azioni sono pericolosamente prevedibili. Film che tratta temi non facili ed estremamente delicati, ma che fa di questa sua scelta virtù, ben consapevole del fatto che la presa sul pubblico è praticamente garantita.

truman2Una particolare nota di merito, però, è da attribuire agli interpreti (Ricardo Darin nel ruolo di Julián e Javier Cámara nei panni di Tomás), i quali hanno saputo cambiare di volta in volta registro, dimostrando grande talento ed una straordinaria sensibilità

Detto questo, Truman resta comunque un film sì gradevole, ma con parecchie cadute di stile, troppo importanti per rendere il lungometraggio pienamente soddisfacente. Un prodotto toccante e delicato, ma decisamente sopravvalutato.

VOTO: 6/10

Marina Pavido