I premi al miglior medio e corto sono andati rispettivamente a “’A Iucata” di Michele Pennetta e “Cha Fang” di Zhu Rikun
“Per Ulisse” di Giovanni Cioni vince il 54/o Festival dei Popoli
Il regista toscano si aggiudica due premi: il Miglior Lungometraggio (8mila euro) e il premio alla distribuzione
Il documentario vincitore racconta le storie di marginalità in un centro di socializzazione di Firenze
La menzione speciale a “Costa da Morte” di Lois Patiño e la Targa Gian Paolo Paoli a “Buenos días resistencia”
E’ il documentario Per Ulisse (Italia/Francia, 2013) di Giovanni Cioni, autore toscano nato a Parigi, a vincere il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale del 54/o Festival dei Popoli che si conclude questa sera, sabato 7 dicembre, al cinema Odeon di Firenze. Il premio (8000 euro) è stato assegnato dalla Giuria Internazionale composta da Pieter van Huystee (produttore, Olanda), Cinta Pelejà (co-direttrice di DocLisboa, Spagna) e J. P. Sniadecki (regista, Stati Uniti). Il film è ambientato a Firenze, racconta le storie di uomini e donne con cui la vita non è stata tenera che vivono ai margini e frequentano il centro di socializzazione “Progetto Ponterosso”.
“Attraverso la metafora del viaggio catartico – si legge nella motivazione della giuria -, questo film appartiene veramente alla gente, è fatto con la gente piuttosto che su di essa. Trasformando indimenticabili momenti di narrazione e recitazione in un cinema eccentrico, l’autore ci riporta al sentimento profondo dell’ascolto, della capacità di aprirsi e rispondere con i nostri corpi alle esperienze, alle fragilità, alle follie , alle gioie e alla bellezza intrinseca di ogni essere umano”.
“Per Ulisse” di Giovanni Cioni si è inoltre aggiudicato anche il Premio Cinemaitaliano.info – CG Home Video che consiste nella pubblicazione e distribuzione del film in dvd nella collana “POPOLI doc”. La Giuria è composta da Stefano Amadio, Antonio Capellupo, Carlo Griseri, Simone Pinchiorri. “Per aver saputo rileggere – si legge nelle motivazioni – con poesia e tatto l’omerica epopea di Ulisse, mettendo in scena il travagliato viaggio interiore di anime erranti ai margini della società”.
La Giuria Internazionale ha assegnato una Menzione Speciale a “Costa da Morte” (Spagna, 2013) di Lois Patiño. “Ogni immagine appare – si legge nella nota della giuria – come una sintesi di elementi formali, che trasformano la vastità del paesaggio in un’esperienza soggettiva, in uno stato ipnotico come quando si è passato molto tempo a guardare, solo guardare, il movimento costante della natura”. Il film spagnolo è stato il più votato dal pubblico del Festival (Premio del Pubblico).
Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4000 euro) è andato a “ ‘A Iucata” di Michele Pennetta (Svizzera, 2013). “Nel celebrare – si legge nelle motivazioni – la relazione tra brutalità e sensualità, l’autore indaga la tensione tra il corpo e la rappresentazione di una comunità”.
Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2500 euro) è andato al cinese “Cha Fang” (The Questioning) di Zhu Rikun (Cina, 2013). “Una forma cinematografica sperimentale – si legge nella motivazione – nata dall’urgenza di documentare e denunciare. Con profondo impegno verso il proprio presente e mosso dal suo stesso essere di cittadino, l’autore costruisce una performance documentario che si rivela come un atto di resistenza”.
La Targa “Gian Paolo Paoli”, premio al miglior film etno-antropologico, è andata a “Buenos días resistencia” di Adrián Orr (Spagna, 2013).
Il premio Syracuse University in Florence (1000 euro) della Giuria degli studenti dell’omonima Università è assegnato a “Lewa Polowa Twarzy” (Left Side of the Face) di Marcin Bortkiewicz “per la qualità di ripresa e di montaggio e a sostegno del singolare progetto fotografico alla base del film, che con la sua ampia varietà di soggetti apre a riflessioni su temi universali come lo scorrere del tempo, l’invecchiamento e la solitudine”. Le menzioni speciali sono andate a “La Parka” di Gabriel Serra, “capace di raccontare con asciutta sensibilità la vita di un padre di famiglia condizionata dal bisogno e da un lavoro alienante” e “Quand passe le train” di Jérémie Reichenbach. La giuria del Premio è composta da Anna Behrens, Drayton Benedict, Shannon O’ Connor e Hannah Stanley e coordinata da Carlotta Fonzi Kliemann, docente di Film Studies.
SINOSSI DEI FILM VINCITORI
Premio al Miglior Lungometraggio
PER ULISSE di Giovanni Cioni (Italia/Francia, 2013)
Come restituire la realtà, varia e imprevedibile, di chi frequenta il Progetto Ponterosso, centro di socializzazione di Firenze aperto a varie categorie di marginalità? Il film si affida una narrazione fatta di scarti, interruzioni, pause, ma anche di rivelazioni improvvise che illuminano la monotonia di giorni che sembrano infiniti. La vita non è stata tenera con nessuno dei protagonisti di Per Ulisse. I loro racconti, le loro confessioni, la loro creatività, sono il dono prezioso che questo film fa a tutti noi.
Menzione speciale della Giuria
COSTA DA MORTE di Lois Patiño
(Spagna, 2013) La Costa da morte è una regione della Galizia, in Spagna, considerata ai tempi dell’Impero romano il luogo dove il mondo aveva fine. È uno spazio in cui la terra, il cielo, la roccia sembrano sospendere il tempo, immergere il territorio e i suoi abitanti in una sorta di eternità dove la vita è inscindibilmente legata ad un luogo, da cui sembra emergere. Come filmare questa vita, di un luogo e dei suoi abitanti? Lois Patiño lavora su questo interrogativo, costruendo, inquadratura dopo inquadratura, un ritratto in movimento di corpi e territorio riuscendo a costruire quadri animati, brulicanti di vita e di tempo.
Premio al Miglior Mediometraggio
‘A IUCATA di Michele Pennetta (Svizzera, 2013)
Concetto, detto “il farmacista” vuole vincere a tutti i costi la prossima corsa clandestina. Ha per le mani un cavallo formidabile, un fuoriclasse, a cui ha dato il nome di un boss di una serie televisiva: Vito Portanova. La chimica delle sostanze iniettate si mescola al sudore degli allenamenti e alle parole dure degli uomini di Concetto. Suo figlio, Vittorio, si prende cura di Vito: un rapporto fatto di gesti e sguardi docili in un mondo che non lascia spazio ai sentimenti.
Premio al Miglior Cortometraggio
CHA FANG (The Questioning) di Zhu Rikun (Cina, 2013)
Girato in circostanze eccezionali e irripetibili, il film propone un confronto serrato tra Potere – le forze di polizia – e Individuo – lo stesso regista, che si trova, in piena notte, in una camera d’albergo. Come una partita a scacchi dalle regole imperscrutabili, i giocatori elaborano mosse e contromosse sulla scacchiera impazzita delle severe procedure di controllo che la polizia cinese riserva ai non residenti. Un film chiuso e claustrofobico. Un momento di cinema-verità calato nell’assurdo kafkiano.
Targa “Gian Paolo Paoli”
BUENOS DIAS RESISTENCIA di Adrián Orr (Spagna, 2013)
Alle prime luci dell’alba David ha il difficile compito di mettere in piedi il suo ‘team’: tre bambini che devono andare a scuola. In un vortice di incitamenti perentori e nervosi, nella remissività petulante o silenziosa dei bambini ancora sonnolenti si nasconde la preziosità della cura quotidiana e dell’ascolto di ogni loro piccolo umore. Ogni giorno una battaglia, un’avventura, un imprevisto. Ogni giorno da resistere.
Premio Cinemaitaliano.info – CG Home Video a
PER ULISSE di Giovanni Cioni (Italia/Francia, 2013)
Il Premio Syracuse University in Florence
Lewa Polowa Twarzy (Left Side of the Face) di Marcin Bortkiewicz di Marcin Bortkiewicz (Polonia, 2013)Il progetto fotografico che Leszek Krutulski sta conducendo dal 2010 prevede che una serie di soggetti posino nel suo studio fotografico itinerante. La prima seduta ritrarrà, in primo piano, soltanto la parte sinistra del volto del soggetto. Tra dieci anni il fotografo procederà a fotografare la parte destra. Mentre si attende che la macchina fotografica faccia lo scatto, la conversazione procede seguendo riflessioni e curiosità dei modelli in posa.
“Menzioni speciali” Il Premio Syracuse University in Florence
La Parka di Gabriel Serra Messico, 2013
Dettagli di macchinari metallici, gabbie, meccanismi. Un movimento che si ripete, freddo e secco. Corpi di animali che si susseguono, si alternano, anch’essi visibili solo per alcuni dettagli: un dorso, una coda; la rappresentazione di un mattatoio, ma anche di una coscienza, quella di un uomo che da anni vi lavora. Parole e immagini diventano un flusso di pensieri sulla vita e la morte, sulle aspirazioni, le delusioni, i traumi, i sogni.
Quand passe le train di Jérémie Recheinbach (Francia, 2013, 30’) Un gruppo di donne lancia generi di conforto e di prima necessità ai migranti che, clandestinamente, abbandonano Honduras, Nicaragua, Guatemala e passano la frontiera attaccati ai treni merce, spesso sul tetto dei vagoni. Sono donne che non rispettano la legge, perché in Messico aiutare i clandestini è reato e lo fanno nei confronti di persone che non conoscono, senza alcun tornaconto futuro, ottimizzando al meglio il loro senso di solidarietà.