VENEZIA 72: TORNA LA SALA WEB

Dal sito ufficiale della Mostra

Torna la Sala Web alla 72. Mostra di Venezia:
15 lungometraggi di Orizzonti e Biennale College – Cinema
in prima mondiale online in tutto il mondo /

Già da lunedì 17 agosto è possibile acuistare il biglietto o il pass digitale
15 lungometraggi in prima mondiale, di cui 12 della sezione Orizzonti e tre di Biennale College – Cinema, formano il ricco programma della Sala Web della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2015, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.
Dopo il grande successo delle edizioni precedenti, per il quarto anno l’innovativa Sala Web permette la visione online in tutto il mondo, raggiungibile dal sito http://www.labiennale.org, di film significativi della selezione ufficiale della Mostra di Venezia, per cinque giorni a partire da quello in cui vengono presentati in prima mondiale al Lido.
E’ possibile acquistare il biglietto o il pass digitale per i 15 film della Sala Web sul sito della Biennale di Venezia http://www.labiennale.org.
Fra i titoli disponibili online della sezione Orizzonti (dedicata alle nuove tendenze del cinema mondiale) sono inclusi due attesi film italiani: Italian Gangsters di Renato De Maria, viaggio tra i volti e gli episodi più celebri della criminalità italiana dal dopoguerra al boom, dalla banda Cavallero al “solista del mitra” Luciano Lutring, con testimonianze e filmati d’archivio; e Pecore in erba di Alberto Caviglia, surreale “falso documentario” (genere insolito nel cinema italiano) tutto ambientato a Trastevere.
Sempre dalla sezione Orizzonti, saranno presentate in Sala Web le nuove opere di cineasti provenienti da tutto il mondo e acclamati nei festival internazionali, come lo statunitense Jake Mahaffy, vincitore del Gran Premio al festival South by Southwest (SXSW), a Venezia con Free in Deed, l’algerino Merzak Allouache (Madame Courage), l’indiano Vetri Maaran (Interrogation), il brasiliano Gabriel Mascaro (Neon Bull). Saranno anche disponibili le opere prime di Anita Rocha Da Silveira (Mate-me pro favor, Brasile), Hadar Morag (Why Hast Thou Forsaken Me, Israele), Yorgos Zois (Interruption, Grecia).
La Sala Web presenta inoltre i tre nuovi lungometraggi di Biennale College – Cinema, il laboratorio di formazione per lo sviluppo e la produzione di opere a micro-budget realizzato dalla Biennale nel 2012, i cui primi sei film hanno ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. I tre nuovi titoli per il 2015 sono Baby Bump di Kuba Czekaj (Polonia), sulla paura della pubertà di un ragazzo polacco, The Fits di Anna Rose Holmer (Usa), un film sulla danza giovanile ambientato a Cincinnati, Blanka di Kohki Hasei (Giappone, Italia), storia di una bambina orfana di Manila. Tre storie adolescenziali che raccontano quanto ovunque non sia facile crescere.
Questa edizione della Sala Web presenta film provenienti o coprodotti da 20 Paesi, fra i quali anche Argentina, Francia, Giappone, Iran, Messico, Polonia. Tra le storie raccontate, la questione degli immigrati in India (Interrogation), la lotta di donne forti in Iran (Wednesday, May 9) o negli Usa (Free in Deed), gli adolescenti abbandonati o a rischio nel mondo (Madame Courage, Why hast thou forsaken me?, Mate-me por favor).
La Sala Web, operata per conto della Biennale da Festival Scope e MYmovies.it, ha una platea con una capienza massima per ogni visione di 1.400 posti. Le proiezioni, raggiungibili dal sito http://www.labiennale.org, sono collocate per il territorio internazionale sul sito protetto operato da Festival Scope (https://home.festivalscope.com/), mentre per quello geolocalizzato al territorio italiano da MYmovies.it e Repubblica.it sulla piattaforma MYMOVIESLIVE – Nuovo Cinema Repubblica (http://mymovieslive.repubblica.it).
Per le proiezioni sul territorio internazionale, è possibile acquistare il biglietto digitale sul sito https://home.festivalscope.com raggiungibile dal sito della Biennale http://www.labiennale.org. Si potrà accedere alla proiezione del film prescelto dopo aver effettuato una registrazione, pagato il biglietto singolo (4 euro) oppure un pass per 5 film (10 euro), e ottenuto un link personale che consentirà una visione non ripetibile. Ciascun titolo (in versione originale con sottotitoli in inglese) sarà disponibile per la visione in streaming nell’arco di 5 giorni a partire dalle ore 21 (ora italiana) del giorno della presentazione ufficiale del film al Lido.
Per accedere invece alle versioni sul territorio italiano pubblicate su MYMOVIESLIVE – Nuovo Cinema Repubblica (con i sottotitoli anche in italiano) basterà attivare o avere già attivo un abbonamento trimestrale o annuale su MYMOVIESLIVE! nella fascia di prezzo a partire da € 17,90.

Il programma della SALA WEB della MOSTRA DI VENEZIA 2015

FILM DI ORIZZONTI

Neon Bull (Boi Neon) di Gabriel Mascaro – da giovedì 3 settembre
Brasile, Uruguay, Olanda – 101’
Iremar lavora nelle “Vaquejadas”, rodei che si svolgono nel Nordest del Brasile, dove due uomini a cavallo tentano di atterrare un toro strattonandolo per la coda. Iremar è occupato dietro le quinte di questi show passando le giornate coperto di fango, prendendosi cura dei tori e preparandoli prima che entrino in pista. La casa di Iremar è il camion che trasporta gli animali di rodeo in rodeo, che divide con le persone che lavorano con lui: Galega, ballerina esotica madre di Cacà, e Zé, il suo padrino. Insieme formano un’improvvisata ma solida famiglia. Ma il Nordest del Brasile sta cambiando, e il boom del settore tessile fa sognare nuove ambizioni a Iremar.

Italian Gangsters di Renato De Maria – da giovedì 3 settembre
Italia – 87’
Docu-film tra gli episodi più celebri della criminalità italiana dal dopoguerra agli anni del boom, dalla banda Cavallero al “solista del mitra” Luciano Lutring. Trent’anni di violente storie consacrate dai media e dal cinema. Una galleria di volti, testimonianze, filmati d’archivio (dalle teche dell’Istituto Luce) e omaggi a grandi registi di genere come Fernando Di Leo e Mario Bava. Un affresco sulle tracce dei più celebri esponenti del crimine italiano, che diventa il racconto tumultuoso delle trasformazioni sociali nell’Italia “a mano armata”, tra rapine e night club, tra confusa ribellione e simboli della nuova ricchezza.

Tharlo di Pema Tseden – da sabato 5 settembre
Cina – 123’
E’ un film diretto dal regista tibetano Pema Tseden, tratto da un racconto scritto dal regista stesso. Girato nella regione tibetana del Qinghai, il film vede protagonista un giovane pastore, un uomo semplice la cui grande ambizione è “servire il popolo”. Il suo arrivo in città e l’incontro con una ragazza lo porteranno però a perdere le proprie illusioni. Il ruolo del protagonista Tharlo è affidato all’attore tibetano, poeta e musicista, Shidé Nyima.

Pecore in erba di Alberto Caviglia – da domenica 6 settembre
Italia – 86’
Un ironico “falso documentario” (mockumentary), genere insolito per il cinema italiano, su un tema drammatico quale l’antisemitismo, letto in chiave surreale. Una commedia tutta ambientata a Trastevere, un film su questo quartiere romano, sulle sue strade e gli abitanti che lo animano. Opera prima di Alberto Caviglia, già assistente alla regia di Ferzan Özpetek a partire dal 2006, prendendo parte a film quali Saturno contro (2007), Mine vaganti (2010) e Magnifica presenza (2012).

Wednesday, May 9 di Vahid Jalilvand – da lunedì 7 settembre
Iran – 102’
Un uomo di nome Jalal pubblica un insolito annuncio su un quotidiano di Tehran, dichiarando di voler diecimila dollari a una persona bisognosa. La notizia raccoglie un folto gruppo di aspiranti, Jalal riceve molte richieste e lui vorrebbe decidere di scegliere uno a caso. Tutti affermano che la somma proposta rappresenta l’unica soluzione ai loro problemi. La polizia tiene sotto controllo la situazione, calmando la folla e disperdendola. Tuttavia, ci sono due donne che non si arrendono: Setareh, una diciannovenne incinta, e Leila, l’ex fidanzata di Jalal.

Madame Courage di Merzak Allouache – da lunedì 7 settembre
Algeria, Francia – 90’
Omar, ragazzo instabile e solitario, vive in una baraccopoli nei sobborghi di Mostaganem, in Algeria. È dipendente da una droga chiamata “Madame Courage”, molto popolare tra i giovani algerini per il senso di euforia e di invincibilità che produce. Omar è un ladro esperto. Una mattina si reca come al solito in centro per commettere i suoi furti. La prima preda stavolta è una ragazza di nome Selma, che passeggia con gli amici, e con una collana d’oro al collo bene in vista. Mentre Omar la sta derubando, i loro sguardi si incontrano.

Interruption di Yorgos Zois – da martedì 8 settembre
Grecia, Francia, Croazia – 109’
In un teatro del centro di Atene va in scena l’adattamento postmoderno di una classica tragedia greca. Come ogni sera, il pubblico prende posto e lo spettacolo inizia. Improvvisamente le luci se ne vanno. Un gruppo di giovani, vestiti di nero e armati, salgono sul palco. Si scusano per l’interruzione e invitano il pubblico a salire sul palco. Lo spettacolo riprende con un’importante differenza: la vita imita l’arte e non l’opposto.

Why Hast Thou Forsaken Me? (Lama Azavtani) di Hadar Morag – da martedì 8 settembre
Israele, Francia – 94’
Muhammad, un ragazzo respinto ai margini della società, vive nelle strade di una sudicia città, finché incontra Gurevich, solitario vagabondo che guida la sua moto nelle viscere dell’abitato, tra le ombre delle calli secondarie, affilando i coltelli delle macellerie e dei ristoranti. Testardo e tenace, il ragazzo lo convince a prenderlo con sé. In questo ipnotico inferno urbano, ciò che inizia come instabile e incerto apprendistato, diventa uno sforzo per l’autocontrollo.

Mate-me por favor di Anita Rocha Da Silveira – da mercoledì 9 settembre
Brasile, Argentina – 101’
Un’ondata di omicidi investe Barra da Tijuca, zona Ovest di Rio de Janeiro. Ciò che all’inizio è solo una blanda curiosità per i giovani del luogo, lentamente comincia a guastare le loro vite. Fra questi c’è la quindicenne Bia. Dopo un incontro con la morte, vuole fare di tutto per essere sicura di essere viva.

Tempête di Samuel Collardey – da mercoledì 9 settembre
Francia – 89’
Dom, 36 anni, è un marinaio della barca da pesca Petit Gael II, del porto di Sables d’Olonne, piccola città della Francia occidentale. E’ abituato a uscite di almeno tre settimane di fila in mare aperto. Nonostante le assenze, i suoi figli adolescenti hanno deciso di vivere con lui dopo il divorzio dei genitori. Ma quando sua figlia Mailys rimane incinta, Dom si rende conto che deve scegliere tra il mare e la famiglia.

Interrogation (Visaaranai) di Vetri Maaran – da giovedì 10 settembre
India – 106’
Un gruppo di immigrati è detenuto in una stazione di polizia locale, torturato e forzato ad ammettere un crimine di cui non hanno conoscenza. Quando tutte le speranze sembrano perdute, un poliziotto concittadino parla per loro conto alla corte che lo ascolta, liberandoli. Il poliziotto chiede in cambio un favore, e i ragazzi glielo fanno, incuranti del destino a cui vanno incontro. Nel momento in cui involontariamente diventano testimoni di un tradimento politico, il sistema li costringe al silenzio, a ogni costo. Ma Pandi è determinato a farsi ascoltare.

Free in Deed di Jake Mahaffy – da venerdì 11 settembre
USA, Nuova Zelanda – 98’
Girato nel caratteristico mondo delle storefront churches (chiese ricavate da negozi dismessi) di Memphis, Tennessee, e basato su fatti reali, Free in Deed racconta il tentativo di un uomo di compiere un miracolo. Quando una madre single porta il figlio autistico in chiesa per farlo guarire, un pastore pentecostale è costretto a confrontarsi con la malattia in apparenza incurabile del ragazzo, e allo stesso tempo con i propri demoni. Più lui prega, più le cose sembrano andare fuori dal suo controllo.

FILM DI BIENNALE COLLEGE – CINEMA

Baby Bump di Kuba Czekaj – da giovedì 3 settembre
Polonia – 89’
L’undicenne Mickey House è da non molto un ragazzo. Ma chi è veramente? Lui non lo sa. E senza amici. Non capisce sua madre. Odia ciò che sta accadendo al suo corpo. Realtà e immaginazione si confondono in uno strano miscuglio. Gli eventi si fanno sempre più estremi, sia a casa, sia a scuola. Mickey deve trovare la forza per fermare tutto questo. Dove avverrà l’incontro con la maturazione del suo corpo?

The Fits di Anna Rose Holmer – da venerdì 4 settembre
Usa – 71’
Toni, una tredicenne indiavolata con la passione della danza, decide di esercitarsi presso un team dopolavoristico nel West End di Cincinnati. Sopporta con entusiasmo gli allenamenti, gli sforzi e tutte le sollecitazioni a cui le sue orecchie devono adattarsi. E’ il momento della gioia delle prime amicizie e della scoperta del ballo. Ma poco dopo l’arrivo di Toni nel team, la maggior parte delle ragazze inizia a soffrire di episodi di svenimento, delirio o caduta in stati di catarsi in apparenza incontrollabili. Nessuno può spiegare la misteriosa epidemia. Questi attacchi presto si trasformano in un rito di passaggio, e il trauma spinge le ragazze a sentirsi più vicine le une alle altre. Stretta fra il bisogno di controllo e il desiderio di essere accettata, Toni deve decidere quanto vuole andare lontano per far propri i suoi nuovi ideali.

Blanka di Kohki Hasei – da sabato 5 settembre
Giappone, Italia – 75’
L’undicenne Blanka sopravvive da sola a Manila chiedendo la carità ai turisti o derubandoli. Un giorno, un’assurda idea si fa strada in lei: se potesse comprarsi una madre, potrebbe avere una bella vita. Ma non ha fatto i conti con gli sforzi per raccogliere denaro a sufficienza. Un’opportunità sorge quando incontra Peter, un 55enne cieco, musicista di strada, che insegna a Blanka come cantare, un’abilità grazie alla quale potrebbe fare denaro. In ogni caso, riguardo al futuro di Blanka, Peter decide di portarla in un orfanotrofio. Quando lo scopre, lei scappa, e l’incubo ha inizio.

TRIESTE FILM FESTIVAL 25^ EDIZIONE – 17-22 gennaio 2014

Ricevo e volentieri pubblico

 

TRIESTE FILM FESTIVAL – 25^edizione

17-22 gennaio 2014

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Il Trieste Film Festival, il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunge all’importante traguardo del quarto di secolo. La rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli ospiterà anche quest’anno le sue proiezioni al Teatro Miela e alla Sala Tripcovich.

Il programma, come di consueto, darà spazio ai tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), a eventi speciali, omaggi e incontri (quelli con il pubblico e la stampa si terranno al Caffè San Marco).

Ad aprire il festival sarà il 17 gennaio alla sala tripcovich in anteprima italiana l’ultimo film di Danis Tanović (cineasta premiato con l’oscar nel 2001 per No Man’s Land) dal titolo EPIZODA U ŽIVOTU BERAČA ŽELJEZA (Un episodio di un raccoglitore di ferro), una produzione bosniaco, francese, slovena che vede la partecipazione anche di Rai Cinema. Il film è ambientato nella Bosnia-Erzegovina e incentrato sulla storia di una famiglia Rom che vive a Poljice, lontano dai centri urbani. Il padre Nazif recupera metallo da vecchie auto e lo vende a un robivecchi, la madre Senada tiene in ordine la casa, cucina e si prende cura delle due figlie piccole. Un terzo figlio è in arrivo. Quando si sente male, Nazif prende una macchina a prestito e la porta alla clinica più vicina. Senada ha perso il bambino e rischia la setticemia se non viene operata immediatamente, ma non ha l’assicurazione sanitaria… Epizoda u životu berača željeza era in concorso all’ultimo Festival di Belino dove ha vinto il Gran premio della giuria e quello per il Miglior attore. “Il film è la ricostruzione di eventi reali e l’intenzione alla base del film è quella di mostrare le discriminazioni che le minoranze devono affrontare in Bosnia ed Erzegovina, in particolare le comunità Rom … Tutte le scene mi sono state descritte da Nazif e le abbiamo girate così come lui se le ricordava. Non c’è una sceneggiatura. Quasi tutte le persone che compaiono nel film sono quelle che realmente hanno vissuto la vicenda.” (D. Tanović).

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Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior Lungometraggio, al Miglior Cortometraggio e al Miglior Documentario saranno attribuiti dal pubblico.

Nel CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI (tutti titoli in anteprima italiana) si segnala CÂND SE LASĂ SEARA PESTE BUCUREȘTI SAU METABOLISM (Quando la sera scende su Bucarest o Metabolismo), del rumeno Corneliu Porumboiu, in concorso all’ultimo Festival di Locarno, uno sguardo dietro le quinte ispirato, dice Porumboiu, alla vicenda di un amico che anni fa mise tutti i suoi soldi nella realizzazione di un film, e poi si bloccò improvvisamente a metà delle riprese.

Il  film ungherese LE GRAND CAHIER – A NAGY FÜZET (Il Grande Quaderno, che uscirà nelle sale a fine aprile per Academy Two) di János Szász, vincitore del concorso lungometraggi all’ultimo Festival di Karlovy Vary, è tratto dall’omonimo romanzo che fa parte della Trilogia della città di K. di Ágota Kristóf, “un film di guerra senza guerra”, come lo definisce l’autore, mentre STYD (Vergogna) diretto dal russo Jusup Razykov, è ambientato tra i fiordi della penisola di Kola, dove in un piccolo insediamento vivono le famiglie dell’equipaggio di un sottomarino e le guardie di frontiera e dove arriverà una giovane donna appena sposata con un sommergibilista.

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PŁYNĄCE WIEŻOWCE (Grattacieli galleggianti) di Tomasz Wasilewski, che con il suo primo lungometraggio W Sypialni era in concorso lo scorso anno al Trieste Film Festival, racconta una storia d’amore gay (miglior film nella sezione “East of the West” all’ultimo festival di Karlovy Vary) inusuale per il cinema polacco “riluttante” dice Wasilewski “ad affrontare difficili storie contemporanee e il tema dell’amore diverso”.

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Il CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI propone 11 opere in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi ČETRDESMIT DIVI (Quarantadue) della lettone Laila Pakalniņa, dove la regista si sente “una spia mandata a correre la maratona”.

In JUDGMENT IN HUNGARY (Sentenza in Ungheria) dell’ungherese Eszter Hajdú, classe 1979,  si racconta la storia agghiacciante del processo a 4 membri del gruppo di estrema destra che tra il 2008 e il 2009 portò a termine una serie di aggressioni contro una comunità di Rom (6 persone furono uccise, incluso un bambino di 5 anni).

MAMA EUROPA  (Mamma Europa) della slovena Petra Seliškar è uno sguardo all’Europa attraverso gli occhi di Terra, una bambina di 6 anni nata nei Balcani, ma cresciuta come cittadina del mondo dal padre di origine cubana e macedone e dalla madre slovena.

In concorso anche un titolo italiano, THE SPECIAL NEED (The Special Need. L’Amore Secondo Enea) di Carlo Zoratti (nato a Udine nel 1982), storia di Enea, ragazzo autistico che vuole fare sesso alla “luce del sole”. Dato che l’Italia non offre soluzione legale al suo desiderio, s’imbarca in un viaggio in Europa con gli amici Carlo ed Alex, per risolvere il problema.  Distribuito da Tucker Film (uscirà nelle sale italiane il 2 aprile), The Special Need ha vinto il Golden Dove al festival di Lipsia.

In SZERELEM PATAK (Flusso d’amore) di Ágnes Sós gli abitanti di un villaggio della Transilvania anche se anziani discutono ancora di amore e desiderio, e raccontano con naturalezza i loro pensieri e sogni più intimi alla macchina da presa. SZTUKA ZNIKANIA (L’arte di scomparire) di Bartek Konopka (che con il suo documentario Rabbit à la Berlin fu nominato agli Oscar) e Piotr Rosołowski è invece la storia sconosciuta di Amon Frémon, un sacerdote haitiano di rito voodoo che negli anni ‘80, invitato da Jerzy Grotowski, visitò la Repubblica Popolare della Polonia. Alla fine Amon decise di celebrare una grande cerimonia voodoo per liberare il popolo polacco dalle forze del male.

Documentario, ma fuori concorso, è PAROLE POVERE (distribuito da Tucker Film), che Francesca Archibugi ha dedicato all’incontro con il friulano Pierluigi Cappello, considerato uno dei maggiori poeti italiani. La collisione tra gli occhi di una regista e le parole di un poeta: lei offre il suo sguardo, lui la sua identità. Archibugi racconta così l’incontro con Cappello: «Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antidoto contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato, appunto, il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…».

Fra i 16 CORTOMETRAGGI selezionati a concorrere al Premio TFF Corti, ci sono l’italiano ANNA diretto da Diego Scano e Luca Zambolin con Lucia Mascino protagonista, il polacco FLORA I FAUNA (Flora e Fauna) del regista Piotr Litwin (fra i produttori Fabio Grassadonia e Antonio Piazza autori di SALVO) e per la prima volta anche 2 animazioni (ALERIK di Vuk Mitevski dalla Macedonia, e BOLES di Špela Čadež dalla Slovenia).

Anche quest’anno, si aggiunge inoltre una selezione non competitiva di 15 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale, fra i quali segnaliamo il serbo RABBITLAND (La Terra dei Conigli) di Ana Nedeljković e Nikola Majdak jr., il ceco O ŠUNCE (Il Prosciutto) di Eliška Chytková (già visto a Cannes – Cinéfondation), gli italiani BRUNO LIBERO di Daniel Maculan, Damiano Zanchetta e CANTARELLA di Diego Dada.

Alle sezioni competitive si affianca anche quest’anno SORPRESE DI GENERE, seguitissima sezione che allarga lo sguardo verso nuove tendenze “popolari” all’interno della produzione cinematografica dell’Europa Centrale e Orientale, proponendo film che hanno avuto grande riscontro al botteghino nei paesi da cui provengono. Come BANKLADY (La signora delle banche) del tedesco Christian Alvart, storia vera di Gisela Werler che nel 1966 fu la prima donna a rapinare una banca in Germania o SVEĆENIKOVA DJECA (Scherzi da prete) di Vinko Brešan, il più grande successo al box office nella storia del cinema croato, storia di un giovane sacerdote, che spinto dal desiderio di aumentare il numero delle nascite sull’isola della Dalmazia dove vive, inizia segretamente a bucare tutti i pacchetti di preservativi prima che vengano venduti (sarà nelle sale italiane per Officine Ubu nel prossimo maggio).

Tra gli omaggi che il festival programma quest’anno, di rilievo quello dedicato a SERGEJ PARADŽANOV. Come dice Annamaria Percavassi, “forse su alcune personalità veramente geniali bisognerebbe che un festival avesse la costanza di richiamare l’attenzione più spesso, riproponendo anche in piccole dosi le loro lezioni di libertà creativa, il loro istintivo rifiuto dei canoni e delle regole codificate: li renderebbe, così, più familiari alle generazioni più giovani dei nuovi talenti che oggi si accostano alle arti e che forse di quei geni del passato non solo non conoscono le opere ma neppure l’esistenza o i nomi”. Come Paradžanov, cineasta-pittore, artista visivo, spirito ribelle, nato in Georgia nel 1924. Autore dalla breve ma folgorante filmografia, vissuto in povertà e perseguitato dal regime, a lui il Trieste Film Festival ha dedicato un primo omaggio all’interno della retrospettiva sul cinema ucraino nell’edizione del 1996. Quest’anno (in occasione di due anniversari, il novantesimo dalla sua nascita e il quarantesimo dalla sua prima condanna ai lavori forzati “per traffico di opere d’arte e per omosessualità”) è stato realizzato dal regista armeno Serge Avedikian e dalla regista ucraina Olena Fetisova un biopic, Paradjanov, che verrà proiettato a Trieste insieme a SAYAT NOVA (Il colore del melograno), opera massacrata dalla censura di regime e mai uscita in versione integrale nell’Unione Sovietica, con cui il regista testimonia il suo  amore per l’arte e la letteratura armena, trasformando la narrazione di una biografia, quella del più grande poeta armeno, Aruthin Sayadin, in una successione di singole inquadrature di grande impatto formale. Completa l’omaggio il documentario di Levon Grigorjan VOSPOMINANIJA O “SAYAT NOVE” (Reminiscenze su “Sayat Nova”) che propone mezzora di immagini inedite del film, ritrovate in un archivio e ritenute perse.

Dopo il debutto al festival nel 2013, tornano gli ITALIAN SCREENINGS, nell’ottica di una continua integrazione tra il festival e “When East Meets West”. WEMW anche quest’anno è totalmente inserito all’interno delle date del Trieste Film Festival (si svolge dal 20 al 22 gennaio all’Hotel Savoia) e offre, aldilà del programma di incontri già previsto, una selezione di film che si rivolge alla platea dei professionisti del settore con apprezzati esempi di produzioni italiane indipendenti inedite per i potenziali distributori internazionali. Titoli di ogni genere e formato, proiettati al Teatro Miela, che quest’anno sono LA MIA CLASSE di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea, PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto, ambientato nel Nordest italiano, IL TRENO VA A MOSCA di Federico Ferrone e Michele Manzolini, la fine di un mondo e la fine di un sogno attraverso lo sguardo e i filmati 8mm del barbiere comunista Sauro Ravaglia e INDEBITO, documentario scritto da Vinicio Capossela e Andrea Segre “viandanti nel luogo simbolo della crisi, la Grecia”.

Tra le novità dell’edizione numero 25 del Trieste Film Festival, è presente quest’anno una sezione dal titolo TRIESTE FF ARTHOUSE, realizzata in collaborazione con Sky Arte. Tre titoli, in programma al Miela: “abbiamo creato all’interno della nostra manifestazione una piccola vetrina dove arte e cinema si intrecciano dando vita a nuove forme d’espressione artistica o sottolineando la grandezza ma anche l’umanità di grandi artisti del nostro tempo” dice Nicoletta Romeo, responsabile della programmazione del festival.

PROJECT: RAK (Progetto cancro) è incentrato sulla figura di Ulay, pioniere della body art, della performance art e della polaroid art. Nato in Germania nel 1943, vero nome Frank Uwe Laysiepen, è stato a lungo compagno di Marina Abramović: dal 1976 diventano la coppia di “performers and lovers” più famosa della storia dell’arte contemporanea. Ulay, che sarà ospite del Trieste Film Festival, dal 2009 si trasferisce a Lubiana, ed è allora che il regista sloveno Damjan Kozole (Slovenka) inizia a lavorare al film su di lui, quando a Ulay viene diagnosticato un cancro, e tutto cambia. La macchina da presa lo ha seguito per un anno intero, fino al novembre 2012. Ulay considera la malattia come il suo più grande e importante progetto: da qui il titolo del film.

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MELTING STREET, diretto dalla croata Ivana Hrelja (nata a Pola nel 1978) si basa sulla performance dell’artista triestina Elisa Vladilo. A Pola, nella ricorrenza del 5 maggio, la Vladilo ha creato un’installazione urbana in una strada centrale e numerosi volontari hanno preso parte all’evento. Il breve documentario è la testimonianza della giornata. SHIRLEY – VISIONS OF REALITY (Shirley – Visioni della realtà) è invece ispirato all’opera del pittore Edward Hopper. Diretto dal regista austriaco Gustav Deutsch, riunisce sulle musiche di David Sylvian e Christian Fennesz, una serie di scatti dalla vita di un’attrice immaginaria di nome Shirley, che servono a fondere insieme 13 dipinti di Edward Hopper in una sintesi di pittura e cinema, storia politica e storia personale. Ogni tappa della vita professionale e privata di Shirley, dagli anni ’30 agli anni ’60 ha una data precisa: è sempre il 28 e il 29 agosto di quell’anno, mentre i luoghi variano da Parigi a New York a Cape Cod.

QUALCOSA (DI NUOVO) NELL’ARIA. LE ECCELLENZE DEL CINEMA ‘MADE IN FVG’ NEL 2013.

Una tavola rotonda sul cinema “made in FVG” si svolgerà domenica 19 gennaio al Teatro Miela. L’idea è quella di provare a fare il punto su un anno straordinario in cui produzioni di film di fiction e di documentari girati da cineasti della regione hanno raggiunto risultati di eccellenza, sia di pubblico che di critica. Doveroso citare anzitutto il “caso” ZORAN IL MIO NIPOTE SCEMO del goriziano Matteo Oleotto, il cui successo è iniziato alla Mostra del Cinema di Venezia con il Premio del Pubblico all’interno della Settimana della Critica ed è poi proseguito con un tour internazionale di festival (e premi) e un’uscita in sala che ha raccolto risultati eccellenti. A Zoran si aggiungono TIR di Alberto Fasulo (Marc’Aurelio d’Oro al Festival di Roma) e il già citato documentario THE SPECIAL NEED di Carlo Zoratti, che il Trieste Film Festival presenterà in anteprima italiana. Oltre a sottolineare come in FVG si sia riusciti a fare “sistema”, l’incontro – condotto da Gloria De Antoni e Oreste De Fornari insieme a Paolo Di Maira, Paolo Lughi e Luca Mosso – offrirà lo spunto per riflettere su eventuali tematiche comuni e linguaggi affini tra gli autori presenti (Fasulo, Oleotto, Zoratti), coinvolgendo nel dibattito anche altre figure e personalità del cinema locale (produttori, distributori) e sloveno, con cui alcuni di questi film hanno creato importanti co-produzioni internazionali.

Prosegue anche quest’anno la collaborazione con l’Associazione Corso Salani. IL PREMIO CORSO SALANI, giunto alla quarta edizione ed istituito in memoria del cineasta scomparso nel giugno 2010, verrà scelto fra i 5 finalisti: sono FRASTUONO di Davide Maldi e Lorenzo Maffucci (regia di Davide Maldi); STORIE DEL DORMIVEGLIA di Luca Magi; LET’S GO di Antonietta De Lillo e Giovanni Piperno; NELLO di Alessandra Locatelli; VOGLIO DORMIRE CON TE di Mattia Colombo.

Il Premio è riservato a opere italiane indipendenti e low budget in corso di realizzazione, ed è inteso come contributo al completamento dell’opera vincitrice sia attraverso un servizio di tutoring da parte dell’Associazione sia attraverso un finanziamento pari a 8.000 euro.

Negli anni scorsi i vincitori sono stati PALAZZO DELLE AQUILE di Stefano Savona (2011), MATERIA OSCURA di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi (2012). ARCTIC SPLEEN di Piergiorgio Casotti (in anteprima assoluta) e IL MONDO DI NERMINA (work in progress) di Vittoria Fiumi, che hanno vinto ex aequo il premio nel 2013, verranno proiettati durante questa edizione del festival insieme ad AISHITERU MY LOVE di Stefano Cattini, un altro dei finalisti dello scorso anno.

I 5 finalisti saranno proposti anche all’attenzione dei professionisti internazionali che partecipano a “When East Meets West”.

Tra i  lungometraggi fuori concorso che il festival propone segnaliamo I KORI (La figlia) di Thanos Anastopoulos, in anteprima italiana dopo essere passato al Festival di Berlino, co-prodotto dalla triestina Mansarda Production, mentre RAZREDNI SOVRAŽNIK (Nemico di classe) dello sloveno Rok Biček (uscirà in sala a settembre con Tucker), film che indaga il rapporto tra un professore di tedesco appena arrivato e i suoi studenti, sempre più teso a causa di un’incolmabile differenza fra i loro modi di intendere la vita, è un buon esempio della nuova generazione di cineasti emersa di recente in Slovenia.

Spazio alla musica nella sezione AI CONFINI DEL SUONO con ANPLAGD del serbo Mladen Kovačević e PRAVI ČLOVEK ZA KAPITALIZEM (L’Uomo Giusto Per il Capitalismo) di Dušan Moravec, entrambe anteprime italiane. In ANPLAGD una detective in pensione e un anziano del paese sono gli ultimi due ‘suonatori di foglie’. Entrambi di una certa età, sono tuttavia in grado di ‘suonare le foglie’ ancora con una certa intensità, mentre un inventore dilettante cerca di decodificare questa oscura arte.

PRAVI ČLOVEK ZA KAPITALIZEM  è la vita e la storia di Damir Avdić, musicista, poeta e scrittore bosniaco di Tuzla che vive in Slovenia e trasforma i suoi concerti in atti di accusa alla società contemporanea.

Evento speciale di AI CONFINI DEL SUONO è PUSSY RIOT: A PUNK PRAYER di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin (anteprima regionale): girato nel corso di 6 mesi il documentario racconta l’incredibile storia di Nadia, Maša e Katia, e della loro preghiera punk che scandalizzerà il potere politico ed ecclesiastico (I Wonder Pictures).

COME RACCONTARE IL REALE (E VINCERE UN LEONE D’ORO). Lunedì 20 gennaio, alle ore 16, al Teatro Miela masterclass di Gianfranco Rosi, autore di SACRO GRA. Il più inatteso fra i vincitori del festival di Venezia sarà a Trieste per spiegarci perché il cinema documentario sta conquistando il pubblico italiano.

Tra gli eventi speciali GRANDI MAESTRI E TRIESTE: da DOC PORTRAIT: FRANCO GIRALDI (work in progress) di Luciano De Giusti a LINO MICCICHÈ, MIO PADRE. UNA VISIONE DEL MONDO del figlio Francesco Miccichè, fino all’omaggio ad Alberto Farassino con PAYS BARBARE di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e con OMAGGIO AD ALBERTO, il montaggio realizzato da Tatti Sanguineti di materiali tratti da un film in super8 girato da  Gianikian nel 1979, da una puntata de “Il club” dedicata a Mario Camerini e andata in onda su Cineclassic nel 1999, e fotografie di Fulvia Farassino.

Altro evento speciale 1914-2014 I CENTO ANNI DELLA GRANDE GUERRA: Domenica 19 alle 10:45 in sala Tripcovich sarà proiettato il film di Mario Monicelli, La Grande Guerra

e a seguire un brunch cinematografico presso il bar della sala. Alle 15 verrà proiettato il film di Gloria De Antoni I SENTIERI DELLA GLORIA (In viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della grande guerra). Per tutta la durata del festival, sempre in sala Tripcovich sarà allestita la mostra I Sentieri della Gloria, realizzata dalla cineteca del Friuli; una esposizine di una quindicina di immagini scattate sul set del La Grande guerra, e altrettante foto fatte nel 2004 durante le riprese del documentario di Gloria De Antoni.

TFF quest’anno avvia, in collaborazione con Mattador, Premio Internazionale per la Sceneggiatura dedicato a Matteo Caenazzo, un workshop intensivo di formazione: EASTWEEK, SCRIPTWRITING WORKSHOP FOR NEW TALENTS incentrato sullo sviluppo di soggetti cinematografici e coordinato dallo sceneggiatore Andrea Magnani. Il corso, organizzato con il sostegno di CEI – Central European Initiative, sarà tenuto da due professionisti del settore: lo sceneggiatore e scrittore greco Nicos Panayotopoulos e lo sceneggiatore ceco Pavel Jech. Al workshop, oltre ai progetti selezionati tra le scuole di cinema dell’Europa centro orientale, sono stati ammessi Lorenzo Zeppegno ed Alessandro Padovani, i finalisti del Premio Mattador 2013 al miglior soggetto (info su http://www.premiomattador.it).

Il film di CHIUSURA del Trieste Film Festival sarà WAŁESA, MAN OF HOPE, diretto dal celebre regista polacco Andrzej Wajda (premiato con un Oscar e un Orso d’Oro alla carriera), ispirato alla vita del premio Nobel Lech Wałesa e visto all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L’operaio Walesa, fondatore di Solidarność, fu il primo presidente scelto in elezioni libere, ed è l’uomo che ha preparato il terreno al più grande riassetto dell’ordine politico mondiale del secolo scorso. Il biopic (nel cast anche l’italiana Maria Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci, che intervistò Wałesa nel suo appartamento di Danzica) rievoca la metamorfosi del protagonista da semplice operaio a leader di un sindacato di milioni di connazionali, controverso e carismatico. Wałesa uscirà nelle sale italiane ad aprile, distribuito da Nomad Film.

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ZONE DI CINEMA, nata come una vetrina dedicata alle produzioni realizzate nella regione Friuli Venezia Giulia, con il tempo si è trasformata, seguendo gli autori nei loro viaggi professionali in Italia e all’estero, registrandone i successi, le evoluzioni artistiche, i mutamenti di percorso, e confrontandosi con le nuove realtà produttive di una regione che del proprio “sistema cinema” ha fatto un vero e proprio baluardo (la conservazione dei materiali audiovisivi grazie alla Cineteca del Friuli; le numerose società di produzione sorte negli anni in tutto il territorio; una società di distribuzione, la Tucker, impegnata nella distribuzione dei film prodotti anche in zona; una neo-società di vendite estere, la SlingShot Films, e infine una consolidata rete di festival cinematografici unica nella sua offerta e nella sua varietà).

“Zone di Cinema” quest’anno si allontana dallo spazio omogeneo e ben definito di una sezione a sé stante a cui eravamo abituati, si espande e si colloca trasversalmente in altre sezioni, diventando quasi un timbro di qualità, un bollino ‘doc’ che ne definisce l’origine ma che non ne delimita le potenzialità. Tra i vari titoli che abbiamo voluto segnalare The Special Need nel concorso documentari, una storia nata in regione ma che prosegue in Germania seguendo Enea, il protagonista disabile alla ricerca di una sessualità mai vissuta ma desiderata; il cortometraggio Melting Street di Ivana Hrelja sulla performance collettiva dell’artista Elisa Vladilo nella vicina Pola (nella neo-sezione dedicata al cinema che si avvicina al mondo dell’arte in tutte le sue forme); un ritratto curioso del regista Franco Giraldi, frutto di un lavoro ventennale del professor Luciano De Giusti (nell’omaggio ai grandi maestri), e infine il documentario fuori concorso Parole povere di Francesca Archibugi, prodotto da due società friulane, sul poeta contemporaneo Pierluigi Cappello. Film di durate, generi e linguaggi diversi a testimonianza di una realtà cinematografica e artistica eterogenea e proteiforme quale quella del Friuli Venezia Giulia.

Grande novità della 25° edizione del Trieste Film Festival l’inaugurazione di un progetto di programmazione streaming in partnership con MYmovies.it. L’offerta streaming è caratterizzata da una ricca selezione di titoli del programma ufficiale disponibile gratuitamente sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! (http://www.mymovies.it/live/) solo per i primi 300 utenti che ne faranno richiesta. Un’opportunità speciale per consentire al pubblico di seguire anche a distanza la ricca programmazione del Festival, oltrepassando i limiti territoriali della manifestazione.

Gli incontri con gli autori si terranno nelle giornate di lunedì 20, martedì 21 e mercoledì 22 gennaio, a partire dalle ore 11, presso il Caffè San Marco, via Cesare Battisti 18.

 

 

FESTIVAL DEI POPOLI – I PREMI

I premi al miglior medio e corto sono andati rispettivamente a “’A Iucata” di Michele Pennetta e “Cha Fang” di Zhu Rikun   
“Per Ulisse” di Giovanni Cioni vince il 54/o Festival dei Popoli
Il regista toscano si aggiudica due premi: il Miglior Lungometraggio (8mila euro) e il premio alla distribuzione
Il documentario vincitore racconta le storie di marginalità in un centro di socializzazione di Firenze
La menzione speciale a “Costa da Morte” di Lois Patiño e la Targa Gian Paolo Paoli a “Buenos días resistencia”

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E’ il documentario Per Ulisse (Italia/Francia, 2013) di Giovanni Cioni, autore toscano nato a Parigi, a vincere il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale del 54/o Festival dei Popoli che si conclude questa sera, sabato 7 dicembre, al cinema Odeon di Firenze. Il premio (8000 euro) è stato assegnato dalla Giuria Internazionale composta da Pieter van Huystee (produttore, Olanda), Cinta Pelejà (co-direttrice di DocLisboa, Spagna) e J. P. Sniadecki (regista, Stati Uniti). Il film è ambientato a Firenze, racconta le storie di uomini e donne con cui la vita non è stata tenera che vivono ai margini e frequentano il centro di socializzazione “Progetto Ponterosso”.

“Attraverso la metafora del viaggio catartico – si legge nella motivazione della giuria -, questo film appartiene veramente alla gente, è fatto con la gente piuttosto che su di essa. Trasformando indimenticabili momenti di narrazione e recitazione in un cinema eccentrico, l’autore ci riporta al sentimento profondo dell’ascolto, della capacità di aprirsi e rispondere con i nostri corpi alle esperienze, alle fragilità, alle follie , alle gioie e alla bellezza intrinseca di ogni  essere umano”.

Per Ulisse” di Giovanni Cioni si è inoltre aggiudicato anche il Premio Cinemaitaliano.info – CG Home Video che consiste nella pubblicazione e distribuzione del film in dvd nella collana “POPOLI doc”. La Giuria è composta da Stefano Amadio, Antonio Capellupo, Carlo Griseri, Simone Pinchiorri. “Per aver saputo rileggere – si legge nelle motivazioni – con poesia e tatto l’omerica epopea di Ulisse, mettendo in scena il travagliato viaggio interiore di anime erranti ai margini della società”.

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La Giuria Internazionale ha assegnato una Menzione Speciale a “Costa da Morte (Spagna, 2013) di Lois Patiño. “Ogni immagine appare – si legge nella nota della giuria – come una sintesi di elementi formali, che trasformano la vastità del paesaggio in un’esperienza soggettiva, in uno stato ipnotico come quando si è passato molto tempo a guardare, solo guardare, il movimento costante della natura”. Il film spagnolo è stato il più votato dal pubblico del Festival (Premio del Pubblico).

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Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4000 euro) è andato a “ ‘A Iucata di Michele Pennetta (Svizzera, 2013). “Nel celebrare – si legge nelle motivazioni – la relazione tra brutalità e sensualità, l’autore indaga la tensione tra il corpo e la rappresentazione di una comunità”.

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Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2500 euro) è andato al cinese Cha Fang” (The Questioning) di Zhu Rikun (Cina, 2013). “Una forma cinematografica sperimentale – si legge nella motivazione – nata dall’urgenza di documentare e denunciare. Con profondo impegno verso il proprio  presente e mosso dal suo stesso  essere di cittadino, l’autore costruisce una performance documentario che si rivela  come un atto di resistenza”.

La Targa Gian Paolo Paoli”, premio al miglior film etno-antropologico, è andata a “Buenos días resistencia di Adrián Orr (Spagna, 2013).

Il premio Syracuse University in Florence (1000 euro) della Giuria degli studenti dell’omonima Università è assegnato a “Lewa Polowa Twarzy” (Left Side of the Face) di Marcin Bortkiewicz “per la qualità di ripresa e di montaggio e a sostegno del singolare progetto fotografico alla base del film, che con la sua ampia varietà di soggetti apre a riflessioni su temi universali come lo scorrere del tempo, l’invecchiamento e la solitudine”. Le menzioni speciali sono andate a “La Parka” di Gabriel Serra, “capace di raccontare con asciutta sensibilità la vita di un padre di famiglia condizionata dal bisogno e da un lavoro alienante” e “Quand passe le train” di Jérémie Reichenbach. La giuria del Premio è composta da Anna Behrens, Drayton  Benedict, Shannon O’ Connor e Hannah Stanley e coordinata da Carlotta Fonzi Kliemann, docente di Film Studies.

SINOSSI DEI FILM VINCITORI

Premio al Miglior Lungometraggio

PER ULISSE di Giovanni Cioni (Italia/Francia, 2013)

Come restituire la realtà, varia e imprevedibile, di chi frequenta il Progetto Ponterosso, centro di socializzazione di Firenze aperto a varie categorie di marginalità? Il film si affida una narrazione fatta di scarti, interruzioni, pause, ma anche di rivelazioni improvvise che illuminano la monotonia di giorni che sembrano infiniti. La vita non è stata tenera con nessuno dei protagonisti di Per Ulisse. I loro racconti, le loro confessioni, la loro creatività, sono il dono prezioso che questo film fa a tutti noi.

Menzione speciale della Giuria

COSTA DA MORTE di Lois Patiño

(Spagna, 2013) La Costa da morte è una regione della Galizia, in Spagna, considerata ai tempi dell’Impero romano il luogo dove il mondo aveva fine. È uno spazio in cui la terra, il cielo, la roccia sembrano sospendere il tempo, immergere il territorio e i suoi abitanti in una sorta di eternità dove la vita è inscindibilmente legata ad un luogo, da cui sembra emergere. Come filmare questa vita, di un luogo e dei suoi abitanti? Lois Patiño lavora su questo interrogativo, costruendo, inquadratura dopo inquadratura, un ritratto in movimento di corpi e territorio riuscendo a costruire quadri animati, brulicanti di vita e di tempo.

Premio al Miglior Mediometraggio

‘A IUCATA di Michele Pennetta (Svizzera, 2013)

Concetto, detto “il farmacista” vuole vincere a tutti i costi la prossima corsa clandestina. Ha per le mani un cavallo formidabile, un fuoriclasse, a cui ha dato il nome di un boss di una serie televisiva: Vito Portanova. La chimica delle sostanze iniettate si mescola al sudore degli allenamenti e alle parole dure degli uomini di Concetto. Suo figlio, Vittorio, si prende cura di Vito: un rapporto fatto di gesti e sguardi docili in un mondo che non lascia spazio ai sentimenti.

 

Premio al Miglior Cortometraggio

CHA FANG (The Questioning)  di Zhu Rikun (Cina, 2013)

Girato in circostanze eccezionali e irripetibili, il film propone un confronto serrato tra Potere – le forze di polizia – e Individuo – lo stesso regista, che si trova, in piena notte, in una camera d’albergo. Come una partita a scacchi dalle regole imperscrutabili, i giocatori elaborano mosse e contromosse sulla scacchiera impazzita delle severe procedure di controllo che la polizia cinese riserva ai non residenti. Un film chiuso e claustrofobico. Un momento di cinema-verità calato nell’assurdo kafkiano.

 

Targa “Gian Paolo Paoli”

BUENOS DIAS RESISTENCIA di Adrián Orr (Spagna, 2013)

Alle prime luci dell’alba David ha il difficile compito di mettere in piedi il suo ‘team’: tre bambini che devono andare a scuola. In un vortice di incitamenti perentori e nervosi, nella remissività petulante o silenziosa dei bambini ancora sonnolenti si nasconde la preziosità della cura quotidiana e dell’ascolto di ogni loro piccolo umore. Ogni giorno una battaglia, un’avventura, un imprevisto. Ogni giorno da resistere.

 

Premio Cinemaitaliano.info – CG Home Video a

PER ULISSE di Giovanni Cioni (Italia/Francia, 2013)

 

Il Premio Syracuse University in Florence

Lewa Polowa Twarzy (Left Side of the Face) di Marcin Bortkiewicz di Marcin Bortkiewicz (Polonia, 2013)Il progetto fotografico che Leszek Krutulski sta conducendo dal 2010 prevede che una serie di soggetti posino nel suo studio fotografico itinerante. La prima seduta ritrarrà, in primo piano, soltanto la parte sinistra del volto del soggetto. Tra dieci anni il fotografo procederà a fotografare la parte destra. Mentre si attende che la macchina fotografica faccia lo scatto, la conversazione procede seguendo riflessioni e curiosità dei modelli in posa.

“Menzioni speciali” Il Premio Syracuse University in Florence

La Parka di Gabriel Serra Messico, 2013

Dettagli di macchinari metallici, gabbie, meccanismi. Un movimento che si ripete, freddo e secco. Corpi di animali che si susseguono, si alternano, anch’essi visibili solo per alcuni dettagli: un dorso, una coda; la rappresentazione di un mattatoio, ma anche di una coscienza, quella di un uomo che da anni vi lavora. Parole e immagini diventano un flusso di pensieri sulla vita e la morte, sulle aspirazioni, le delusioni, i traumi, i sogni.

Quand passe le train di Jérémie Recheinbach (Francia, 2013, 30’) Un gruppo di donne lancia generi di conforto e di prima necessità ai migranti che, clandestinamente, abbandonano Honduras, Nicaragua, Guatemala e passano la frontiera attaccati ai treni merce, spesso sul tetto dei vagoni. Sono donne che non rispettano la legge, perché in Messico aiutare i clandestini è reato e lo fanno nei confronti di persone che non conoscono, senza alcun tornaconto futuro, ottimizzando al meglio il loro senso di solidarietà.

FESTIVAL DEI POPOLI: il programma dell’ultima giornata

Ricevo e volentieri pubblico

Al cinema Odeon, alle ore 21.00, la cerimonia di premiazione
Omaggio al bluesman Lightnin’ Hopkins e la musica etnica di Strachwitz chiudono il 54/o Festival dei Popoli
La prima italiana di ‘Master of The Universe’ sulla testimonianza del broker di fama mondiale Rainer Voss

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Sarà l’omaggio al bluesman Sam John Hopkins, alias Lightnin’ Hopkins, a 31 anni dalla sua scomparsa, nel documentario The blues accordin’ to Lightnin’ Hopkins di Les Blank (del 1970 di 30 minuti) a chiudere il 54/o Festival dei Popoli, domani sabato 7 dicembre (ore 21.30), al cinema Odeon di Firenze. A seguire la prima italiana di This ain’t no mouse music di Chris Simon, Maureen Gosling (USA, 2013, 92’) sull’icona della musica etnica Chris Strachwitz (Arhoolie Records) che ci coinvolge in un ballo sincopato che parte dal Texas per arrivare a New Orleans sulle tracce delle sonorità tipiche della musica blues, cajun, messicana, country e western, alla ricerca dell’anima musicale dell’America. La proiezione di chiusura sarà preceduta dalla cerimonia di premiazione dei film vincitori del 54/o Festival dei Popoli, accompagnata dalle note del bluesman Federico Riondino (ore 21.00).

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Al cinema Odeon l’ultima giornata parte alle ore 16, per la sezione Territori Instabili (in collaborazione con CCC Strozzina) con la proiezione di Soran fait son cinéma di Fulvia Alberti, Soran Qurbani (Francia, 2013) sulla storia di Soran, curdo iraniano rifugiato in Iraq, che intraprende un lungo viaggio per raggiungere l’Inghilterra con il sogno di fare cinema. Alle 17.30 il film Father and Son di Pawel Łoziński (Polonia, 2013) sul viaggio a Parigi in camper, nel luogo della sua infanzia insieme al padre Marcel.

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Allo Spazio Alfieri, dalle ore 15.00, saranno proiettati due docu del regista Pawel Łoziński: Kitti, Kitti (Polonia 2008) su un gruppo di quattro donne che si prendono cura di una colonia di gatti, cercando così un’alternativa alla solitudine e, a seguire, Chemo (Polonia, 2009) ritratto intimo e appassionato di alcuni pazienti malati di cancro alle prese con le loro sedute di chemioterapia. Alle ore 17.00 le proiezioni del progetto “Tandem con Documentarist” – Istanbul Documentary Days”: si parte con One cup of turkish coffee di Nazli Eda Noyan, Dagˇhan Celayir; The Freak di Erol Mintas, Taylas Mintas  e Asê di Ercan Orhan.  A seguire l’incontro con gli organizzatori.

Alle ore 18.30, tra gli eventi speciali, la prima italiana di Master of The Universe, sulla testimonianza di Rainer Voss, fino a qualche anno fa uno dei “dominatori dell’universo”, broker al soldo di banche e società d’investimento che trattano e scambiano denaro per centinaia di milioni di euro al giorno. Il regista Bauder interroga Voss che, con diligenza e precisione, prova a descrivere quel che ha visto nei suoi anni passati a far ingrassare quel ‘mostro’. Alla fine della proiezione interviene Maurizio Ricci, giornalista de “La Repubblica”.

Alle 21.30 seguirà la proiezione dei film vincitori.

 

All’Auditorium Sant’Apollonia alle ore 11 si terrà l’incontro con i registi ospiti della giornata nel consueto appuntamento “How I did it”.

 

 

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze. Abbonamenti e Biglietti; ABBONAMENTO COMPLETO (Valido per tutta la durata della manifestazione in tutte le sale del Festival): Intero: 50,00 euro- Ridotto*: 35,00 euro. ABBONAMENTO GIORNALIERO (Valido per 1 giorno in tutte le sale del Festival): Intero: 10,00 euro – Ridotto*: 7,00 euro.  BIGLIETTI biglietto singolo dalle ore 10.00 – 21.00: Intero: 5,00 euro – Ridotto*: 4,00 euro biglietto singolo dalle ore 21.00: Intero: 7,00 euro – Ridotto*: 5,00 euro (Tutte le proiezioni sono vietate ai minori di anni 18).

 

Festival dei Popoli on the web; Sito: www.festivaldeipopoli.org; Facebook: FestivaldeiPopoli Florence; Twitter: Festival dei Popoli @FdP_Florence; Youtube:http://www.youtube.com/user/FestivaldeiPopoli; Hashtag: #realityismore, #54fdp, #festivaldeipopoli; Email: info@festivaldeipopoli.org

FESTIVAL DEI POPOLI – il programma di domani

Ricevo e volentieri pubblico

 

16 i documentari proiettati tra Cinema Odeon, Spazio Alfieri e Istituto Francese

Al Festival dei Popoli la Grecia come terra di confine,
la Cina di oggi e l’indipendenza del Camerun
Tra gli eventi speciali Elektro Moskva sulla sperimentazione musicale.
Pawel Łoziński incontra il pubblico allo Spazio Alfieri alle ore 16

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L’immigrazione attraverso la Grecia, paese di passaggio, nel profondo documentario dal titolo L’Escale (cinema Odeon, ore 21.30); la Cina di oggi e le restrizioni per i turisti in Cha Fang (cinema Odeon, 21.00) e lo sconosciuto Sherman, forse un eremita, che di giorno raccoglie i molluschi e la notte lavora in una misteriosa industria ittica in Night Labor (cinema Odeon, ore 16.00). La musica sperimentale con materiale di riciclo a Mosca in Elektro Moskva (Spazio Alfieri, ore 21.30) e il cinema di Pawel Łoziński, figlio di Marcel Łoziński, a cui il festival dedica una originale retrospettiva (Father & Son) che incontrerà il pubblico (alle ore 16 allo Spazio Alfieri) sono tra gli eventi in programma della settima giornata, domani venerdì 6 dicembre, del 54/o Festival dei Popoli a Firenze, tra cinema Odeon, Spazio Alfieri, Istituto Francese e auditorium Sant’Apollonia.

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Al cinema Odeon si parte alle 16 con il film in concorso Night Labor di David Redmon, Ashley Sabin (USA, 2013). Protagonista Sherman che vive in un luogo apparentemente deserto, l’uomo esegue con calma e precisione quasi rituale gesti che sembrano essere la sua routine di eremita: di giorno la raccolta di molluschi, di notte il lavoro in una misteriosa industria ittica dove si muove in assoluta solitudine. Alle 17:30, l’evento speciale con la proiezione di Yumen Cina, (USA, 2013) di J.P. Sniadecki, Xiang Huang, Xu Ruotao (Omaggio a J.P. Sniadecki, giurato del Festival). Il doc ritrae Yumen, una città industriale abbandonata nella provincia di Gansu, nel nord-ovest della Cina dove si aggirano dei personaggi che la esplorano, che improvvisano delle performance tentando di ricostruirne la memoria.  Alle 19:00, in concorso, la proiezione di Une feuille dans le vent di Jean-Marie Teno (Francia/Camerun/Gabon, 2013) sulla storia della lotta dell’indipendenza camerunense raccontata da Ernestine, figlia di Ernest Ouandie, eroe della lotta sanguinosa di un paese segnato da repressione. La donna decide di raccontare al regista la storia della sua vita. Alle 21, in prima serata, in concorso, sarà proiettato Cha Fang di Zhu Rikun (Cina, 2013, 22 minuti) sul confronto tra “potere” – le forze di polizia – e “individuo” – lo stesso regista, sulle severe procedure di controllo che la polizia cinese riserva ai non residenti.  Sempre in concorso a seguire L’escale di Kaveh Bakhtiari (Francia/Svizzera, 2013).  In un angusto appartamento di Atene, Amir e i suoi compagni attendono i documenti falsi che spalancheranno loro le porte dell’Europa. La condivisione di giochi e disperazioni, i contrasti e gli affetti, non sono solo dettagli di vita quotidiana ma note necessarie, uniche, nell’attesa sfiancante di un futuro ignoto, forse feroce. La Grecia, terra di confine e d’incertezza che dilata il senso di precarietà, non è in grado di arrestare i sogni e le aspettative di chi è costretto a farvi ‘scalo’.

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Allo Spazio Alfieri si parte alle 15.00 con la retrospettiva Father & Son e la proiezione dei corti Sisters (1999, 12’); The way it is (Polonia, 1999, 58’); The Ukrainian Cleaning Lady (2002, 19’) e Inventory (2010, 9’) di Pawel Łoziński. A seguire si terrà l’incontro aperto al pubblico con Pawel Łoziński. Alle 19.00, per la nuova sezione Lontano da Utopia, la proiezione di Élevage de poussière di Sarah Vanagt (Belgio, 2013) sul processo a Radovan Karadzic, incriminato per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia dell’Aja. La regista ricostruisce gli atti attraverso documenti sconcertanti (foto, video, testimonianze) e rivela, attraverso la tecnica del frottage, compiuto nelle aule del tribunale, la zona d’ombra che si nasconde tra i “fatti” di guerra, le prove materiali, le immagini attraverso le quali è rappresentata e le loro successive interpretazioni. Alle 20:30  la proiezione Being you, being me di Alexandra Kaufmann (Italia, 2013, 42) nella sezione Panorama. E’ il delicato ritratto del fratello della regista, un ragazzo davvero speciale la cui vita è rimasta segnata da un incidente accadutogli da bambino. Alle 21.30 l’evento speciale Elektro Moskva di Dominik Spritzendorfer, Elena Tikhonova (Austria, 2013, 89’). Il film racconta la genialità e lo spirito di scienziati e artisti russi che hanno creato strumenti pionieristici con elementi di scarto capaci di influenzare ancora oggi la musica elettronica. Tramite materiale d’archivio e interviste a scienziati, collezionisti e musicisti, viene ripercorsa la connessione fra la ricerca militare sovietica e l’uso clandestino delle stesse tecnologie per la sperimentazione musicale.

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All’Istituto Francese alle 17.30 continua l’omaggio a Parigi con la sezione Etudes sur une ville: Paris con le proiezioni di La zone: au pays des chiffoniers di Georges Lacombe (Francia, 1928, 35’) dedicata a la Zone,  bidonville situata tra Parigi e la sua banlieu, abitata per lo più da straccivendoli che, fin dalle prime ore dell’alba, cercano di sopravvivere rovistando tra i rifiuti delle pattumiere. A seguire Les Halles di Boris Kaufman, André Galitzine (Francia, 1928, 22’) e  (18.30) La vie réelle (sans défense) di Arnaud Gerber (Francia, 2013, 70’) sull’esperienza raccolta negli appunti e nelle lettere della filosofa Simone Weil che spinta dall’urgenza di conoscere la vita reale della classe operaia sperimentò la condizione dell’opoerario in fabbrica scoprendone la sofferenza, l’umiliazione e l’abbrutimento della dignità umana. All’Auditorium Sant’Apollonnia alle ore 11 si terrà How I did It, l’incontro pubblico con tutti gli ospiti del Festival.

 

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze. Abbonamenti e Biglietti; ABBONAMENTO COMPLETO (Valido per tutta la durata della manifestazione in tutte le sale del Festival): Intero: 50,00 euro- Ridotto*: 35,00 euro. ABBONAMENTO GIORNALIERO (Valido per 1 giorno in tutte le sale del Festival): Intero: 10,00 euro – Ridotto*: 7,00 euro.  BIGLIETTI biglietto singolo dalle ore 10.00 – 21.00: Intero: 5,00 euro – Ridotto*: 4,00 euro biglietto singolo dalle ore 21.00: Intero: 7,00 euro – Ridotto*: 5,00 euro (Tutte le proiezioni sono vietate ai minori di anni 18).

Festival dei Popoli on the web; Sito: www.festivaldeipopoli.org; Facebook: FestivaldeiPopoli Florence; Twitter: Festival dei Popoli @FdP_Florence; Youtube:http://www.youtube.com/user/FestivaldeiPopoli; Hashtag: #realityismore, #54fdp, #festivaldeipopoli; Email: info@festivaldeipopoli.org

 

FESTIVAL DEI POPOLI – il programma di oggi

Ricevo e volentieri pubblico (anche se un po’ in ritardo)

Allo Spazio Alfieri la proiezione de “Lisola” sulla storica comune degli anni 70 a Sasso Marconi
Il gigante dell’arte contemporanea cinese Wang Guangyi nel doc “Chimeras”
Sesta giornata del Festival dei Popoli tra Odeon, Spazio Alfieri, Istituto Francese e auditorium Sant’Apollonnia

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l gigante dell’arte contemporanea cinese Wang Guangyi, considerato l’Andy Warhol della Cina moderna; il ritratto di una storica comune degli anni settanta alle porte di Sasso Marconi; le confessioni di un militante palestinese rinchiuso in prigione per 15 anni e l’Italia della crisi del lavoro vista con gli occhi di operai e operaie. Sono alcuni dei temi trattati dai 16 documentari della sesta giornata del 54/o Festival dei Popoli domani, giovedì 5 dicembre, tra Cinema Odeon, Spazio Alfieri, Istituto Francese e Auditorium Sant’Apollonia.

All’Auditorium Sant’Apollonia la quinta giornata di festival inizia alle ore 11 con la tavola rotonda sul documentario dal titolo “Lunga vita al documentario! Nuove strategie distributive a sostegno del documentario e del suo pubblico”, moderata da Maurizio di Rienzo. Durante l’incontro (aperto al pubblico), che si terrà fino alle ore 18, si parlerà della situazione del documentario in Italia, partendo dalle forme di distribuzione, classiche o multi-piattaforma fino ad arrivare ad una panoramica sull’offerta di documentari nei canali televisivi italiani. Chiude la giornata di studi il caso “Sacro Gra”, il documentario che ha vinto l’ultima mostra del cinema di Venezia. Tra i relatori interverranno: Terenzio Cugia di Sant’Orsola (CEO, Cineama); Gianluca Guzzo (fondatore e CEO, Mymovies.it); Massimo Galimberti (fondatore, Kino); Fabio Mancini (Commissiong Editor, Doc3 / Rai Tre); Andrea Romeo (direttore artistico, Biografilm Festival – fondatore, I WonderPictures); Dario Zonta (produttore creativo,Sacro GRA), Luca Legnani (consulente alle acquisizioni, The Space Cinema) e Jacopo Sgroi (resp. marketing e comunicazione, CG Home Video).

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Al cinema Odeon la sesta giornata (con 4 documentari in Concorso) parte alle 16:30 con Hamdan di Martin Solá (Argentina/Nuova Caledonia/Palestina, 2013) sulle confessioni di militante palestinese che è stato rinchiuso in prigione per 15 anni. Alle 18.15, è la volta di una dei due registi italiani in concorso, con la proiezione di Wip – Work in progress di Simona Risi (Italia, 2013). Il documentario ritrae due storie parallele sulla crisi del lavoro in Italia: una a Trapani, dove un gruppo di operai del cantiere navale dopo il licenziamento occupa la petroliera Marettimo per sei mesi e l’altra a Latina, dove un altro gruppo di operaie per lo stesso motivo si rinchiude in fabbrica per un anno. Alle 19.30 Buenos dias resistencia di Adrián Orr (Spagna, 2013, 20’) sulle prime luci dell’alba di David che ha il difficile compito di mettere in piedi il suo ‘team’: tre bambini che devono andare a scuola (ogni giorno una battaglia, un’avventura, un imprevisto). Alle 21:00 il cortometraggio Notícias da Rainha di Ana Johann (Brasile, 2013, 19’), un originale lavoro con effetti speciali deliziosamente retrò, sulla storia di Lucia CecíliaKubis, Regina della radio brasiliana. A seguire, in prima serata, la proiezione di Chimeras di Mika Mattila (Finlandia/Cina, 2013). Il filmato ritrae due artisti cinesi, due identità in crisi a confronto: il gigante dell’arte contemporanea cinese Wang Guangyi – considerato l’”Andy Warhol della Cina” – e il giovane e promettente Gang Liu. Attraverso le loro vite e i loro destini paralleli, Chimeras ci racconta un momento in cui le aspirazioni entrano in conflitto con il senso di identità e i valori della Cina moderna.

Allo Spazio Alfieri continua l’omaggio a Marcel Łoziński e Paweł Łoziński. Si parte alle 15 con il corto The King di Marcel Łoziński (Polonia, 1974) e a seguire How to live di Marcel Łoziński (Polonia, 1977, 82’) in un campo estivo organizzato dal Sindacato Socialista Polacco della Gioventù (ZSMP). Alle 17:00 è la volta di Pawel Łoziński (figlio di Marcel) con la proiezione di Birthplace (Polonia, 1992) sul ritorno in Polonia dello scrittore Henryk Grynberg nel villaggio dove lui e la sua famiglia si rifugiarono durante l’occupazione nazista e dove suo padre fu ucciso. A seguire il corto My nature index in the Lezno village di Pawel Łoziński (Polonia, 2002).

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Alle 18:30 la proiezione de Lisola di Matteo Parisini (Italia, 2013), nella sezione Panorama. Il doc racconta della comune Lisola fondata negli anni settanta da un gruppo di quaranta ragazzi, rimasta attiva per più di vent’anni. Il regista porta a compimento una ricognizione sulle proprie radici e su uno spaccato storico, politico e culturale d’Italia. Alle 20:45 la proiezione di Monpère, la révolution et moi (Svizzera/Turchia, 2013) di UfukEmiroglu. Il film rientra nella sezione del Progetto Tandem con Documentarist – Istanbul DocumentaryDays. Racconta di Ufuk, figlia di una coppia turca che negli anni ‘70 ha militato nel partito comunista. Dopo essere emigrati in Svizzera, l’armonia della famiglia si sgretola. La regista affronta una crisi che la porta a intraprendere un lungo viaggio alla ricerca della propria identità. Alle 22.30, per la sezione Lontano da Utopia, la proiezione di Min Stulna Revolution di Nahid Persson Sarvestani (Svezia, 2013) sulle recenti proteste in Iran che risvegliano i ricordi della regista, di quando da giovane attivista fuggì dal paese dopo la rivoluzione del 1979.

All’Istituto Francese continua l’omaggio a Parigi. Si parte alle 17.30 con la proiezione Souvenirs de Paris ou Paris Express di Pierre Prévert, Marcel Duhamel (Francia, 1928, 39’). Le immagini del film catturano lo spirito della Pargi di quegli anni e de lesanné esfolles immortalando la bellezza delle donne parigine al volante o in carrozza, a passeggio o su un taxi, sedute nella terrazza di un bar o camminando a passo svelto nei boulevards, bionde o brune. A seguire Les nuits électriques di Eugène Deslaw (Francia, 1930, 9’) e alle 18:30 la proiezione di Rien que les heures di Alberto Cavalcanti (Francia, 1926, 58’). A seguire Bois d’Arcy di Mehdi Benallal (Francia, 2013, 24’) su “un piccolo comune con una piccola borghesia” a pochi chilometri da Parigi, in cui Mehdi Benallal ritorna per affrontare il proprio passato e ripercorrere i luoghi della propria infanzia attraverso i ricordi che l’hanno segnata.

All’Auditorium Sant’Apollonnia alle ore 11 si terrà il quotidiano incontro pubblico con i registi (How I did it) e il secondo giorno di “Doc at Work”, l’evento Industry del Festival (con accesso riservato ai professionisti accreditati) che prevede la presentazione di progetti di film in fase di sviluppo (Pitching Forum) o di completamento (Rough Cut Presentation) ad un’audience di commissionino editors, film buyers e professionisti di provenienza internazionale.

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze. Abbonamenti e Biglietti; ABBONAMENTO COMPLETO (Valido per tutta la durata della manifestazione in tutte le sale del Festival): Intero: 50,00 euro- Ridotto*: 35,00 euro. ABBONAMENTO GIORNALIERO (Valido per 1 giorno in tutte le sale del Festival): Intero: 10,00 euro – Ridotto*: 7,00 euro.  BIGLIETTI biglietto singolo dalle ore 10.00 – 21.00: Intero: 5,00 euro – Ridotto*: 4,00 euro biglietto singolo dalle ore 21.00: Intero: 7,00 euro – Ridotto*: 5,00 euro (Tutte le proiezioni sono vietate ai minori di anni 18).

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FESTIVAL DEI POPOLI: la quarta giornata martedì 3 dicembre 2013

Ricevo e volentieri pubblico

Allo Spazio Alfieri il maestro del cinema polacco Marcel Łoziński incontra pubblico

Ciné concert” al Festival dei Popoli:
film restaurato su Parigi degli anni ’20 all’Odeon musicato dal vivo

La quarta giornata del Festival dei Popoli tra cinema Odeon e Spazio Alfieri

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Sarà la proiezione di Etudes sur Paris di André Sauvage (Francia, 1928), film muto e restaurato su Parigi degli anni ’20, accompagnata dal vivo dal concerto dei Quatuor Prima Vista, l’evento speciale in programma alla quarta giornata del 54/o Festival dei Popoli a Firenze domani, martedì 3 dicembre, al cinema Odeon, alle ore 21.30. Prendendoci per mano con la sua macchina da presa, Sauvage ci fa conoscere la poesia di Parigi attraverso monumenti, insegne, pubblicità, vetrine di negozi, persone, dettagli di volti, corpi ed emozioni. Un poeta che, attraverso il suo sguardo visionario, ci fa dono del ritratto della sua città e della possibilità di saggiarne ed immaginarne il fermento negli anni folli che ne hanno suggellato la bellezza.

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La quarta giornata parte al cinema Odeon con due film in concorso: alle 17.00 la proiezione di Quand passe le train di Jérémie Recheinbach (Francia, 2013, 30’) su un gruppo di donne messicane che lancia generi di prima necessità ai migranti che, clandestinamente, abbandonano Honduras, Nicaragua, Guatemala, e passano la frontiera attaccati ai treni merce, spesso sul tetto dei vagoni. A seguire, alle ore 18.00 si terrà la proiezione di Metamorphosen di Sebastian Mez (Germania, 2013): il documentario è un ritratto della vita delle persone che vivono in una zona remota della regione degli Urali meridionali (al tempo parte dell’URSS), dove nel 1957 avvenne un’esplosione nucleare che contaminò un’area vastissima. Gli abitanti sono abbandonati a loro stessi e abitano ancora oggi lungo il fiume Tetcha, nel bel mezzo di un placido inferno radioattivo. “Un esperimento cinematografico di grande rigore che si avvale di soluzioni visive originalissime per rendere visibile l’invisibile”. Al cinema Odeon anche le repliche di Per Ulisse di Giovanni Cioni (ore 10); Yugoslavia – How Ideology Moved Our Collective Body (ore 12); SickfuckPeolple (ore 15) e A Iucata (ore 16.15).

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Allo Spazio Alfieri la giornata parte alle ore 15.00 con How It’s Done di Marcel Łoziński (Polonia, 2006) sulle dinamiche che regolano il processo di selezione della classe dirigente: il regista mostra la coerenza ma anche l’evoluzione del suo metodo di lavoro, aggiornando un approccio nato per smascherare il sistema propagandistico nella Polonia Popolare e ancora perfettamente in grado di misurarsi – dopo quarant’anni – con la dittatura della comunicazione. A seguire si terrà l’incontro con il pubblico con Marcel Łoziński.  L’omaggio al maestro del cinema polacco continua alle 18:30 con il corto di 89 mm from Europe (Polonia, 1993) e a seguire il lungometraggio Father and Son on a Journey di Marcel Łoziński (Polonia, 2013): Pawel, figlio di Marcel, propone al padre Marcel di fare un viaggio insieme, un viaggio che diventerà un film. Alle ore 21.00 Ciò che mi nutre mi distrugge (2013) di Ilaria de Laurentiis e Raffaele Brunetti nella sezione Panorama, dedicata agli italiani. Un toccante album che raccoglie, da una distanza inusuale, i volti, le forme, i gesti e le parole di quattro donne colpite, ferite, sedute di fronte a uno psicoterapeuta disposto a combattere e vincere con loro la bulimia, la malattia dell’odio verso di sé.

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All’auditorium Sant’Apollonnia, per sezione Doc at Work, si parte alle 11 con l’incontro pubblico (How I Did It) con tutti i registi presenti al festival e alle ore 15.00 la presentazione del libro “Recycled Cinema – immagini perdute visioni ritrovate” di Marco Bertozzi (Marsilio). Alle 16.00 per la sezione “Panorama in Cantiere”, spazio dedicato ai progetti in progress, si presenta “Verde Elementare. Il sentimento delle immagini, nel silenzio” di Giuseppe Carrieri.

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze. Abbonamenti e Biglietti; ABBONAMENTO COMPLETO (Valido per tutta la durata della manifestazione in tutte le sale del Festival): Intero: 50,00 euro- Ridotto*: 35,00 euro. ABBONAMENTO GIORNALIERO (Valido per 1 giorno in tutte le sale del Festival): Intero: 10,00 euro – Ridotto*: 7,00 euro.  BIGLIETTI biglietto singolo dalle ore 10.00 – 21.00: Intero: 5,00 euro – Ridotto*: 4,00 euro biglietto singolo dalle ore 21.00: Intero: 7,00 euro – Ridotto*: 5,00 euro (Tutte le proiezioni sono vietate ai minori di anni 18). 

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FESTIVAL DEI POPOLI: la portavoce di Wikileaks a Firenze

Ricevo e volentieri pubblico

 

“Il film di Gibney non rappresenta la realtà dei fatti.  
Stiamo pensando anche noi di produrre un film su Snowden”

Kristinn Hrafnsson, portavoce di Wikileaks a Firenze
“Grazie a Wikileaks è cresciuta un’opinione pubblica che con sempre più forza potrà dire “mai più” ”

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Firenze, 1 dic – “Grazie a Wikileaks, dopo le immagini dell’Afghanistan, per esempio, è cresciuta un’opinione pubblica che con sempre più forza potrà dire “mai più” ”. Così Kristinn Hrafnsson, portavoce di Wikileaks all’inaugurazione del 54/o Festival dei Popoli con la prima italiana di We steal Secrets: The Story of Wikileaks di Alex Gibney. “Noi di Wikileaks – ha spiegato il portavoce – non abbiamo collaborato al film di Gibney e questo mi pare evidente. Il film è composto da diversi interviste con persone con cui abbiamo avuto dei problemi e con cui non eravamo d’accordo, in particolare il giornalista del The Guardian. Né Julian Assange né Wikileaks hanno mai voluto collaborare alla realizzazione né alla condivisione di quello che è ritenuto un film importante. Nel film di Gibney ci sono diversi errori nei fatti e posso dirlo per due ragioni: primo, perché sono all’interno dell’organizzazione e conosco come sono andate le cose. E secondo perché per vent’anni ho fatto il giornalista e quindi so come si possono manipolare i fatti con un montaggio creativo”. 

 

“Alcune cose che trovo aberranti nel film – ha detto il regista davanti ad una sala colma – innanzitutto pone Brand Manning in una luce molto negativa, perché si sofferma solo sul disagio psicologico senza prestare attenzione alle motivazioni politiche del suo gesto”.

 

“Poi, per quel che riguarda il “caso Svezia” non viene mai spiegato con chiarezza come sia stato trattato in modo falso. Infine un’altra falsità: Julian Assange non ha mai chiesto un milione di dollari per l’intervista”.

 

“Alla fine del film si dice che Wikileaks è finito ed è stato distrutto da Julian Assange. Ma anche questo non è vero. Da quando questo film è terminato sono stati resi noti molti documenti (sulla Siria, per non parlare dell’assistenza che Wikileaks ha dato a Snowden e molti altri ancora). Wikileaks è vivo e Julian Assange è vivo quindi questo film è falso”!

 

“Come abbiamo visto nel film in USA è stato creato un Gran Giurì per portare all’accusa definitiva Wikileaks e Julian Assange. Questa indagine è ancora in corso e la possiamo considerare una persecuzione in atto rivolta a Julian Assange e a tutti. Non è paranoia ma la consapevolezza che qualcosa di enorme sta andando avanti”.

 

“Oggi – ha detto infine il numero due di Assange – siamo una piccola organizzazione che per tre anni è stata strangolata a causa della chiusura dei finanziamenti. Ma dopo il blocco delle carte di credito abbiamo fatto causa e l’abbiamo vinta. Ora possiamo nuovamente ricevere donazioni. Vi invito a provare”.

 

Sull’eventualità di un film prodotto proprio su Wikileaks ha detto “noi non abbiamo due o tre milioni di dollari e la Universal per fare un film. Stiamo comunque esplorando diverse possibilità. Abbiamo co-prodotto “MEDIASTAN” sulla rivelazione di cablotaggio in Unione Sovietica e abbiamo un altro progetto sul caso Snowden. Siamo più disponibili a collaborare con persone di cuore che con persone con un grande portafoglio”.

 

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze.

 

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FESTIVAL DEI POPOLI – lunedì 2 dicembre

Ricevo e volentieri pubblico

Allo Spazio Alfieri Eu013 – L’Ultima Frontiera sui Centri di Identificazione ed Espulsione italiani
In programma 14 documentari per la terza giornata, lunedì 2 dicembre, tra cinema Odeon e Spazio Alfieri

Giovanni Cioni presenta “Per Ulisse” in prima nazionale

Il regista toscano è in Concorso al Festival dei Popoli  con un doc girato a Firenze  al centro di socializzazione Progetto Ponterosso

All’Auditorium Sant’Apolonnia partono gli incontri con gli autori e la sezione “Work in progress”

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La prima nazionale di Per Ulisse (2013) di Giovanni Cioni, regista toscano, tra i due film italiani presenti in Concorso al 54/o Festival dei Popoli, sarà tra i documentari del terzo giorno, lunedì 2 dicembre (cinema Odeon, ore 21.00), del festival internazionale del documentario in corso a Firenze. Tra i protagonisti del documentario (92 minuti) gli uomini e le donne che frequentano il centro di socializzazione di Firenze Progetto Ponterosso, aperto a varie categorie di marginalità. Nel documentario i loro racconti, le loro confessioni, la loro creatività. “Sono persone – ha detto Cioni – che hanno terminato le cure di disintossicazione, persone uscite dal carcere o in affidamento senza domicilio che abitano questa città, lavorano, la percorrono. Magari anche fieri di essere abitanti di una città che poi magari non li vede”.

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Al cinema Odeon, la terza giornata, in programma cinque film in concorso. Si parte alle 16 Yugoslavia, How Ideology Moved Our Collective Body di Marta Popivoda, documentario sperimentale sulla storia della ex Yugoslavia, dai partigiani nel 1945 ai ragazzi che, nel 2000, incendiarono il palazzo parlamentare a Belgrado. Alle 17:30 il cortometraggio Lewa Polowa Twarzy di Marcin Bortkiewicz (Polonia, 2013) sull’opera uno strano fotografo itinerante e un inconsueto progetto fotografico e alle 18.00 la proiezione de ‘A iucata” di Michele Pennetta (Svizzera, 2013) su un gioco di scommesse clandestine e un cavallo fuoriclasse con protagonista Concetto detto “il farmacista”. Alle 19:00 la proiezione di Sickfuckpeople di Juri Rechinsky (Austria/Ucraina, 2013), su giovanissimi eroinomani che si aprono e si confidano. Abitano in una delle cavità della città di Odessa come lontre dimenticate. In prima serata, alle 21:00, il già citato Per Ulisse di Giovanni Cioni (Italia/Francia, 2013, 92’).

Allo Spazio Alfieri si parte alle 15:00 con l’omaggio a Marcel Łoziński: The Microphone Test (1980, 19’) su trasmissioni della radio della fabbrica di cosmetici Pollena-Uroda; Witnesses (Polonia, 1987, 26’) sull’accaduto del 4 luglio del 1946 a Kielce quando la folla trucida 42 ebrei; Katyn‘ Forest (1990, 53) in cui il regista attraversa la foresta Katyn guidato dalla figlia di uno degli ufficiali polacchi uccisi. Alle 17.00, per la nuova sezione Lontano da Utopia, la proiezione di By the River di Nontawat Numbenchapol (Thailandia, 2013, 71’) sugli abitanti di Klity, a Kanchanaburi, in Thailandia, immersi nella tranquillità dei boschi, che conducono una vita semplice. Si sono sempre alimentati con il pesce del fiume del villaggio, ma da qualche tempo il fiume è stato contaminato dagli scarti di una fabbrica che lavora minerali. Alle 19.00 continua la retrospettiva su Łoziński  con The Touch Polonia (1978, 13’); If It Happens (2007, 40’) e Poste Restante (2008, 14’)

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In prima serata, allo Spazio Alfieri, (ore 21:00) la proiezione di  EU 013 – L’ultima frontiera di Alessio Genovese (Italia, 2013, 60’). Il film testimonia per la prima volta ciò che accade all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione italiani (CIE) dove ogni anno migliaia di cittadini stranieri vengono trattenuti per non avere un regolare permesso di soggiorno.

Chiude la terza giornata Tonia and her children di Marcel Łozinski (Polonia, 2011).

Lunedì apre anche il nuovo spazio del Festival “Doc at Work” all’Auditorium Sant’Apollonia con gli incontri, aperti al pubblico, alle ore 11 dal titolo “How I did it” in cui saranno presenti tutti gli autori presenti al Festival. Alle 15.00 la presentazione del libro “Per un cinema del reale” a cura di Daniele Dottorini e alle 16:00 per Panorama in Cantiere l’associazione Documentaristi Anonimi, Cinemaitaliano.info presentano “Verde Elementare. Il sentimento delle immagini, nel silenzio” di Giuseppe Carrieri.

La terza giornata vede le repliche al cinema Odeon di Géographie Humaine di Claire Simon (ore 10, cinema Odeon); a seguire Loli Kali Shuba di Aleksandr Balagura e alle 15.00 Onder Vrouwen di Kim Brand.

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze.

Abbonamenti e Biglietti; ABBONAMENTO COMPLETO (Valido per tutta la durata della manifestazione in tutte le sale del Festival): Intero: 50,00 euro- Ridotto*: 35,00 euro. ABBONAMENTO GIORNALIERO (Valido per 1 giorno in tutte le sale del Festival): Intero: 10,00 euro – Ridotto*: 7,00 euro.  BIGLIETTI biglietto singolo dalle ore 10.00 – 21.00: Intero: 5,00 euro – Ridotto*: 4,00 euro biglietto singolo dalle ore 21.00: Intero: 7,00 euro – Ridotto*: 5,00 euro (Tutte le proiezioni sono vietate ai minori di anni 18).

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FESTIVAL DEI POPOLI domenica 1 dicembre

Ricevo e volentieri pubblico

Al cinema Odeon il Concorso Internazionale con quattro documentari e in prima serata Hélio Oiticica
Al Festival dei Popoli la prima italiana di “Hélio Oiticica”,
il documentario su uno dei più grandi artisti brasiliani
Allo Spazio Alfieri l’omaggio a Marcel Łoziński (con quattro film); i minatori del Sulcis in Dal Profondo
e Let The Fire Burn su MOVE, il movimento per la liberazione dei neri d’America

 

 
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Le prima italiane dei documentari Hélio Oiticica di Cesar Oiticica Filho sul padre Hélio Oiticica, uno dei più grandi artisti che il Brasile abbia mai prodotto (Cinema Odeon, ore 21) e Let The Fire Burn di Jason Osder (Usa, 2013) su MOVE, il movimento per la liberazione dei neri d’America e il feroce  sgombro del 1985 da parte della polizia di un edificio occupato dal gruppo (Spazio Alfieri, ore 22.30). E i minatori del Carbosulcis in Dal profondo di Valentina Pedicini, appena vincitrice della sezione documentari al festival del cinema di Roma (Spazio Alfieri, ore 21.00), sulla vita di 150 minatori (tutti uomini e una donna), a cinquecento metri sotto il livello del mare sono tra i documentari della seconda giornata del 54/o Festival dei Popoli

domenica 1 dicembre, tra cinema Odeon e Spazio Alfieri (dalle ore 15.00 alle 00.00).

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Al cinema Odeon saranno proiettati quattro film in Concorso Internazionale e l’Evento speciale, in prima serata, dedicato all’artista brasiliano Oiticica. Si parte alle 15.00 con Loli Kali Shuba di Aleksandr Balagura (Ucraina, 2013) con protagonisti dei bambini rom della Transcarpazia che non hanno altro per giocare che le coccinelle e che si stupiscono delle cose semplici della vita come il volo dell’insetto stesso. Alle 16:30 Onder Vrouwen (Paesi Bassi, 2013) di Kim Brand: la giovane regista olandese ci +introduce alle pratiche di educazione al piacere sessuale femminile che si tramandano da generazioni le donne zambiane. A seguire (alle 18:00) Géographie Humaine di Claire Simon (Francia, 2013). La regista riprende e intervista i viaggiatori della grande stazione parigina Gare du Nord. Una dopo l’altra, le persone escono dall’anonimato della folla e rivelano la propria identità. Alle 21.00 il cortometraggio Lettres à la mer di Renaud Perrin, Julien Telle (5 min.), un originale documentario d’animazione che racconta la storia di 300 lettere mai recapitate in Francia ai rifugiati della Guerra Civile Spagnola. A seguire la prima italiana di Hélio Oiticica di Cesar Oiticica Filho (Brasile, 2012). Il documentario ci conduce attraverso gli anni ’60 e ’70, uno dei periodi più fertili della cultura brasiliana,  anche attraverso la voce dello stesso Oiticica che ci giunge dalle registrazioni di alcuni nastri originali, le cosiddette Heliotapes.

 

Allo Spazio Alfieri protagonista il maestro del cinema polacco Marcel Łoziński, il regista a cui il Festival dedica la retrospettiva (Father & Son). Si parte alle 17:30 con il cortometraggio The Visit (Polonia, 1974) sulla visita di un giornalista e un fotoreporter nei viottoli tra le fattorie, i campi e le stalle in cerca di una giovane allevatrice che vive da sola con la vecchia madre. A seguire il corto So It Doesn’t Hurt (Polonia, 1998); alle 19.00 Matriculation (1978) sul sistema scolastico polacco tra gli anni 70 e 80 e a seguire Seven Jews from my Class di Marcel Łozinski (Polonia, 1992, 40’) sull’incontro con sette compagni di classe che nel 1968 hanno dovuto lasciare la Polonia a causa della caccia alle streghe antisemita che caratterizzò quel periodo. In prima serata, alle 21.00, la proiezione Dal Profondo di Valentina Pedicini (Italia, 2013), nella sezione Panorama, sulla vita dei minatori del Carbosulcis, 150 uomini e 1 donna, che ogni giorno scendono a 500 metri sotto il livello del mare per estrarre carbone, fin quando decidono di non tornare più nel mondo dei vivi per restare dove si pensa vadano i morti.

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Alle 22.30 la proiezione di Let the Fire Burn di Jason Osder (USA, 2013), nella sezione Lontano da Utopia. Dopo la proiezione tra gli ospiti Paolo Bertella Farnetti, autore del libro “Pantere nere. Storia e mito del Black Panther Party”. Racconta della tensione tra la pubblica amministrazione di Philadelphia e il MOVE, movimento (nato nel 1972) per la liberazione dei neri d’America, che raggiunge il suo apice quando per ordine delle autorità locali, la polizia lancia esplosivi di tipo militare su un edificio occupato dal gruppo. Le telecamere registrano l’incendio che provocò la tragica morte di 11 persone (tra cui 5 bambini). Con il tempo si scoprirà che le autorità avevano deciso di “incoraggiare il fuoco a bruciare”.

I luoghi del festival: Cinema Odeon Firenze Piazza Strozzi,2 (055/214068); Spazio Alfieri, Via dell’Ulivo, 6 (055/5320840); Istituto Francese di Firenze Piazza Ognissanti 2R (055/2718801); Doc at Work, Auditorium S. Apollonia Via San Gallo 25 , Firenze. Abbonamenti e Biglietti; ABBONAMENTO COMPLETO (Valido per tutta la durata della manifestazione in tutte le sale del Festival): Intero: 50,00 euro- Ridotto*: 35,00 euro.

 

ABBONAMENTO GIORNALIERO (Valido per 1 giorno in tutte le sale del Festival): Intero: 10,00 euro – Ridotto*: 7,00 euro.  BIGLIETTI biglietto singolo dalle ore 10.00 – 21.00: Intero: 5,00 euro – Ridotto*: 4,00 euro biglietto singolo dalle ore 21.00: Intero: 7,00 euro – Ridotto*: 5,00 euro (Tutte le proiezioni sono vietate ai minori di anni 18).

 

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