TRIESTE FILM FESTIVAL – I VINCITORI

Ricevo e volentieri pubblico

I VINCITORI/THE WINNERS

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Il pubblico ha decretato i seguenti vincitori:/ The audience has declared the following winners:

CONCORSO LUNGOMETRAGGI / FEATURE FILM COMPETITION

PREMIO TRIESTE al Miglior lungometraggio in concorso (€ 5000) va a:
TRIESTE AWARD for the Best Feature Film (€ 5000) goes to:

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STYD / SHAME di/by Jusup Razykov (Russia, 2013)

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CONCORSO DOCUMENTARI / DOCUMENTARY COMPETITION

PREMIO ALPE ADRIA CINEMA al Miglior documentario in concorso (€ 2500) va a:
ALPE ADRIA CINEMA AWARD for the Best Documentary (€ 2500) goes to:

 

ex-aequo

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THE SPECIAL NEED di/by Carlo Zoratti (Italia-Germania /Italy – Germany, 2013)

e/and

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SZERELEM PATAK / STREAM OF LOVE di/by Ágnes Sós (Ungheria / Hungary 2013)

 

CONCORSO CORTOMETRAGGI / SHORT FILM COMPETITION

PREMIO TFF CORTI al Miglior cortometraggio in concorso (€ 2000) va a:
The TFF SHORTS AWARD for the Best Short Film (€ 2000) goes to:

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BOLES di/by Špela Čadež (Slovenia- Germania /Slovenia – Germany, 2013)

 

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Il PREMIO CEI (Central European Initiative) 2014 (€ 3000) viene assegnato alla regista ungherese Eszter Hajdú per il film JUDGMENT IN HUNGARY che meglio interpreta la realtà contemporanea e il dialogo tra le culture

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The CEI (Central European Initiative) AWARD 2014 (€ 3000) goes to the Hungarian director Eszter Hajdú for her film JUDGMENT IN HUNGARY that best interprets the contemporary world and the dialogue among cultures

 

PREMIO “ESPANSIONI” assegnato dall’omonima rete a una donna distintasi in un settore del cinema alla regista ungherese Ágnes Sós

 

“ESPANSIONI” Award assigned by the network bearing the same name to a woman who has stood out in a cinema sector, to the Hungarian film director Ágnes Sós

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PREMIO CORSO SALANI

VOGLIO DORMIRE CON TE di Mattia Colombo “per la sua chiarezza di intenti che rende visibile, pur in questa iniziale fase produttiva, la compiutezza del progetto. Partendo da una storia personale l’autore cerca di raccontare un universo di relazioni sentimentali che fotografa il contemporaneo con partecipazione e lucidità espressiva”

 

SALANI AWARD

I WANNA SLEEP WITH YOU by Mattia Colombo  for the completeness and

the clear aim of the project in spite of its being at a very early stage. Starting from

a very personal story the film director tries to represent a universe of love

relationships portraying our contemporary reality with emotional involvement and

deep awareness.

 

Premio MATTADOR per il miglior soggetto di 1.500 euro, offerto dalla Provincia di Trieste

MATTADOR  Award for the best Story € 1,500 offered by the Province of Trieste

 

L’UOMO DI CELLULOIDE / THE CELLULOID MAN di Alessandro Padovani

 

PROGETTO SELEZIONATO A MIDPOINT, CENTRAL EUROPEAN SCRIPT CENTER DI PRAGA

PROJECT SELECTED FOR MIDPOINT, CENTRAL EUROPEAN SCRIPT CENTER  of PRAGA

 

MY LAST BIRTHDAY IN YUGOSLAVIA di Bojana Vidoslajevic

TRIESTE FILM FESTIVAL – il programma di marted 21 gennaio 2014

Ricevo e volentieri pubblico

 

TRIESTE FILM FESTIVAL

-17-22 GENNAIO 2014-

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Giornata di martedì 21 gennaio

 

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Penultima giornata di festival a Trieste per la rassegna diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli. Al mattino, per gli incontri con gli AUTORI, al Caffè San Marco (via Cesare Battisti, 18)

11:00 Jusup Razykov STYD (Shame) regista / director

11:30 Vasili Vikhliaev WELCOME TO GAGAUZIA regista / director

12:00 Francesco Miccichè LINO MICCICHÉ, MIO PADRE. UNA VISIONE DEL MONDO

(Lino Micciché, My Father. A Vision of the World) regista / director

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Alle 14 in sala Tripcovich si inizia con il concorso lungometraggi con la proiezione di UROKI GARMONII (Harmony lessons) di Emir Baigazin, vincitore dell’Orso d’Argento alla Berlinale per l’eccezionale contributo alla fotografia. Aslan, un tredicenne che vive con la nonna, è uno studente in un villaggio del Kazakistan ad alto tasso di criminalità. La corruzione e la violenza non si conciliano affatto con la sua ossessione per la perfezione. Aslan vede concentrarsi tutto il male nel capo della banda della scuola Bolat, e decide di agire contro di lui per liberare a scuola dalla violenza e dal crimine.

 

Pomeriggio dedicato ai documentari in concorso: alle 16 JUDGMENT IN HUNGARY della regista ungherese Eszter Hajdú. Tra il 2008 e il 2009 un gruppo ungherese di estrema destra ha compiuto una serie di aggressioni contro i membri di una comunità rom, uccidendo 6 persone, incluso un bambino di 5 anni, e ferite altre 5. Judgment in Hungary racconta il processo a quattro membri del gruppo, e si svolge in una claustrofobica aula di tribunale di Budapest.

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Alle 18 DIE 727 TAGE OHNE KARAMO di Anja Salomonowitz, che narra dei 727 giorni di una donna austriaca separata dal marito dopo l’espulsione di lui. Una donna cinese invece attende di poter tornare a Vienna. Sono molte le relazioni che finiscono per la natura crudele del sistema. Un documentario sulle esperienze di cittadini austriaci che si sono innamorati di qualcuno il cui passaporto è stato rilasciato da paesi non appartenenti all’Europa. Le emozioni incontrano le regole, il cuore si scontra con la legge, le difficoltà hanno il sopravvento.

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Si prosegue alle 20 con SZERELEM PATAK (Stream of love) di Ágnes Sós. Gli abitanti di un villaggio di lingua ungherese della Transilvania, Romania, anche se anziani discutono ancora di amore e desiderio. Il tempo si è fermato e nonostante l’età sono incredibilmente giovani nel cuore. Le donne del villaggio raccontano con naturalezza i loro pensieri e sogni intimi davanti alla macchina da presa.

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Alle 22: il lungometraggio fuori concorsoI KORI del greco Thanos Anastopoulos, che ha partecipato all’ultima Berlinale e al Festival di Toronto. Un’adolescente, un bambino di 8 anni e un padre che all’improvviso non c’è più: quando la quattordicenne Myrto capisce che lui è fuggito per evitare di pagare i debiti, rapisce il figlio del suo socio in affari, colpevole per lei di aver mandato in bancarotta la falegnameria del padre. “Quasi tutti gli artisti, dai tempi delle antiche tragedie greche, parlano delle questioni che riguardano la società, Sono il modo e le forme della narrazione a cambiare, ma non il bisogno fondamentale di condividere le domande, le paure e le preoccupazioni con la società…Sono diventato padre sei anni fa e spesso penso a quale sia l’impatto sui nostri figli di tutto quello che sta accadendo attorno a noi.” T.A.

 

Al Teatro Miela alle 14.30 l’evento collaterale PREMIO CORSO SALANI con AISHITERU MY LOVE di Stefano Cattini, finalista nella passata edizione del premio e selezionato al Festival dei Popoli di Firenze. “Aishiteru significa ti amo in giapponese. E l’amore è il grande tema sempre sospeso sopra tutte le vicende umane, come ogni adolescente ben sa.” S.C.

 

Alle 16 i vincitori dello scorso PREMIO CORSO SALANI: ARCTIC SPLEEN di Piergiorgio Casotti e IL MONDO DI NERMINA di Vittoria Fiumi. Arctic Spleen è un viaggio intimo e personale nella vita giovanile groenlandese dove natura, noia, violenza e tradizione stanno da decenni reclamando il più alto dei “tributi”, quello di centinaia di giovani vite. Nella Groenlandia dell’Est, ogni anno il 2% dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni si toglie la vita e il 25% ci prova. “…ho cercato di raccontare senza documentare in modo didascalico, senza dare ricette, che vorrei fare passare allo spettatore attraverso l’elaborazione dei miei occhi di fotografo, videomaker e dei miei sentimenti di essere umano.” P.C.

Il mondo di Nermina parla della storia di una sopravvissuta alla guerra in Bosnia, rifugiata in Germania, e tornata al suo villaggio natale, isolato, dove sono tornate a vivere soltanto tre famiglie. La crisi economica e la disoccupazione mettono alla prova la sua determinazione a rimanere in Bosnia. ”Ero affascinata da queste donne forti che affrontano con coraggio il dopoguerra e in generale sono interessata alla capacità degli esseri umani di reagire di fronte alle catastrofi…non sono alla ricerca di eroi ma di persone normali che hanno vissuto esperienze straordinarie.” V.F.

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Alle 18 evento speciale e nuova collaborazione del festival, con SKY Arte: TRIESTE FF ARTHOUSE 2 i film in programma.

Il primo è MELTING STREET della croata Ivana Hrelja. A Pola, lo scorso 5 maggio, l’artista Elisa Vladilo ha creato un’installazione urbana in una strada. Molti volontari hanno preso parte a questo evento, questo breve documentario è un ricordo di quella giornata.

A seguire PROJECT: RAK di Damjan Kozole. Il diario di Ulay da novembre 2011 a novembre 2012. Ulay è stato pioniere della body art, della performance art e della polaroid art…Ma è noto soprattutto per il lungo sodalizio con Marina Abramovic e per le loro famose performance.

Ulay sarà aTrieste a presentare il film.

 

Alle 20.evento speciale GRANDI MAESTRI & TRIESTE: OMAGGIO AD ALBERTO FARASSINO (docente di Storia del cinema all’Università di Trieste dal 1976 al 1996), vedremo un montaggio di 9 minuti, realizzato da Tatti Sanguineti, di materiali tratti dal film in super8 girato da Yervant Gianikian nel 1979, da una puntata del “Il Club” dedicata a Mario Camerini e andata in onda su Cineclassic nel 1999, e fotografie di Fulvia Farassino.

A seguire PAYS BARBARE di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Da più di quarant’anni Gianikian e Ricci Lucchi, entrambi nati nel 1942, lui armeno lei romagnola, hanno costruito il loro approccio cinematografico a partire dalla rivisitazione di archivi visivi. Pays barbare racconta una delle pagine più buie e vergognose della storia d’Italia, la guerra d’Africa, che portò alla conquista d’Etiopia.

 

Alle 18 nella sala video del Teatro Miela si potrà rivedere in replica il programma dei cortometraggi in concorso e alle 20 il programma di animazione.

 

 

Informazioni sul sito del festival, www.triestefilmfestival.it

TRIESTE FILM FESTIVAL – il programma di domenica 19 gennaio 2014

Ricevo e volentieri pubblico

TRIESTE FILM FESTIVAL

17-22 GENNAIO 2014

 Giornata di domenica 19 gennaio

 

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Terza giornata del festival diretto da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli.

I cento anni della Grande Guerra: è da questa ricorrenza importante che si parte domenica 19, al Trieste Film Festival, per programmare una giornata di cinema corredata da un pit stop gastronomico. Si inizia alle 10.45 in Sala Tripcovich con LA GRANDE GUERRA di Mario Monicelli. Film straordinario, è la storia di una ‘strana coppia’ di soldati interpretata da Sordi e Gassman, durante la Prima guerra mondiale. Il film venne prodotto da Dino De Laurentiis, vinse il Leone d’oro a Venezia del 1959 ed ebbe un enorme successo di pubblico.

A seguire CINEMA BRUNCH, una novità assoluta del festival triestino: specialità dolci e salate presso il bar della Sala alle 13 (da prenotare presso la segreteria del festival) preparate dal Caffè Teatro Verdi.

Nel pomeriggio, ore 15, si continua sul filo della memoria con I SENTIERI DELLA GLORIA, IN VIAGGIO CON MARIO MONICELLI SUI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA, documentario di Gloria De Antoni del 2005 (Teatro Miela, Sala Video, 42′). Davanti a una moviola Monicelli rivede e commenta i filmati del suo viaggio-pellegrinaggio sui luoghi in cui fu girato nel 1959 il film, in quel Friuli che era stato teatro dei veri combattimenti fra Italiani e Austriaci nel conflitto ’15-’18.

Per tutto il periodo del festival, inoltre (17-22 gennaio) presso la Sala Tripcovich sarà possibile visitare la mostra I sentieri della gloria, in viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della Grande Guerra realizzata dalla Cineteca del Friuli. In esposizione 15 immagini scattate nel 1959 sul set del film dal fotografo di scena ufficiale Sergio Strizzi, e dai due fotografi locali, Tino da Udine e Donato Maieron, ed altrettante foto a colori scattate nel 2004 da Ivan Marin durante le riprese del documentario di Gloria De Antoni (ingresso libero).

Per prenotare il cinebrunch guestservice@alpeadriacinema.it o direttamente presso gli uffici del festival in Sala Tripcovich entro sabato 18 gennaio; costo del brunch a persona:10 €

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Alle 14 in Sala Tripcovich per il concorso documentari verrà proiettato TRUBA (Pipeline) del russo Vitalij Manskij. Il film è stato premiato al festival di Karlovy Vary IFF.

Pipeline è un film sull’Europa moderna: dalla terra brulla e desolata dagli inverni eterni della Siberia al più mite Golfo di Biscaglia, dove anche le leggi della natura danno forma a modelli fondamentalmente diversi dell’esistenza umana. Per 104 giorni il regista e la sua troupe hanno viaggiato dalla Siberia attraverso 7 diversi paesi, per filmare la vita sulla via che connette le due estremità del continente.

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Alle ore 16 si prosegue con il concorso lungometraggi e con il film STYD (Shame) del regista uzbeko Jusup Razykov; che ha ricevuto il premio Fipresci al Festival di Karlovy Vary dello scorso anno. Una giovane donna, Lena, ha appena sposato un sommergibilista,il tenente comandante Pavel Komlev. Lo ha sposato senza amore, con la sola idea di cambiare vita, ma durante l’ultima traversata il sottomarino affonda…

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Alle 18 un lungometraggio della sezione Sorprese di genere BANKLADY, di Christian Alvart. Nella Germania anni Sessanta, la storia vera della prima donna rapinatrice di banca.

 Alle 20 un altro lungometraggio in concorso: FLOATING SKYCRAPERS del giovane regista polacco Tomasz Wasilewski. Il suo primo lungometraggio W Sypialni era in concorso lo scorso anno al Festival triestino: Floatings skycrapers ha vinto il premio come miglior film nella sezione “East of th West” all’ultimo festival di Karlovy Vary. “Ho lavorato alla scrittura di Plynace wiezowce con la convinzione di voler riempire una lacuna nel cinema polacco, che finora è stato riluttante ad affrontare difficili storie contemporanee. Sono consapevole che il tema dell’amore diverso e la lotta per la sua accettazione sociale sono argomenti ancora molto lontani dall’essere discussi nella nostra cultura nazionale.” T.W.

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Alle 22 per il concorso lungometraggi FINE,THANKS di Mátyás Prikler..“Ho accettato la sfida di fare un film di finzione che fosse il meno recitato possibile. Abbiamo girato senza luce artificiale con una semplice macchina a mano, e con una troupe ridotta al minimo per questo film dove si narrano le vicende di un gruppo di persone che stanno passando momenti tristi.” M.P.

 

Al Teatro Miela alle ore 11 TAVOLA ROTONDA: QUALCOSA (DI NUOVO) NELL’ARIA, le eccellenze del cinema made in FVG nel 2013.

Conducono Gloria De Antoni e Oreste De Fornari assieme a Paolo Di Maira, Paolo Lughi, Luca Mosso.

Ingresso libero.

 

Alle 14.30 concorso cortometraggi: O UMBRǍ DE NOR di Radu Jude, ANNA di Diego Scano e Luca Zambolin con Lucia Mascino, ZIMA di Marcus Heep, BALLKONI di Lendita Zequiraj.

 

A partire dalle ore 16 Italian Screenings. Si inizia con IL TRENO VA A MOSCA di Federico Ferrone e Michele Manzolini. La fine di un mondo e la fine di un sogno attraverso lo sguardo e i filmati in 8 millimetri del barbiere comunista Sauro Ravaglia.

Alle 18 LA MIA CLASSE di Daniele Gaglianone. Un attore, Valerio Mastandrea, impersona un maestro che dà lezioni di italiano ad una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Sono extracomunitari che vogliono imparare l’italiano per avere il permesso di soggiorno, per integrarsi e per vivere in Italia.

Alle 20 PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto, una serie di storie ambientate nel Nord-Est.

Alle 22 INDEBITO di Andrea Segre, un film documentario scritto da Segre insieme a Vinicio Capossela, in cui i due vagano come viandanti nel luogo simbolo della crisi: la Grecia.

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Alle ore 17 nella sala video del Teatro Miela si terrà la masterclass LOW BUDGET PRODUCTION del regista e produttore greco Thanos Anastopoulos (in inglese). Ingresso libero.

 

Informazioni sul sito del festival, www.triestefilmfestival.it

 

 

TRIESTE FILM FESTIVAL 25^ EDIZIONE – 17-22 gennaio 2014

Ricevo e volentieri pubblico

 

TRIESTE FILM FESTIVAL – 25^edizione

17-22 gennaio 2014

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Il Trieste Film Festival, il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunge all’importante traguardo del quarto di secolo. La rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli ospiterà anche quest’anno le sue proiezioni al Teatro Miela e alla Sala Tripcovich.

Il programma, come di consueto, darà spazio ai tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), a eventi speciali, omaggi e incontri (quelli con il pubblico e la stampa si terranno al Caffè San Marco).

Ad aprire il festival sarà il 17 gennaio alla sala tripcovich in anteprima italiana l’ultimo film di Danis Tanović (cineasta premiato con l’oscar nel 2001 per No Man’s Land) dal titolo EPIZODA U ŽIVOTU BERAČA ŽELJEZA (Un episodio di un raccoglitore di ferro), una produzione bosniaco, francese, slovena che vede la partecipazione anche di Rai Cinema. Il film è ambientato nella Bosnia-Erzegovina e incentrato sulla storia di una famiglia Rom che vive a Poljice, lontano dai centri urbani. Il padre Nazif recupera metallo da vecchie auto e lo vende a un robivecchi, la madre Senada tiene in ordine la casa, cucina e si prende cura delle due figlie piccole. Un terzo figlio è in arrivo. Quando si sente male, Nazif prende una macchina a prestito e la porta alla clinica più vicina. Senada ha perso il bambino e rischia la setticemia se non viene operata immediatamente, ma non ha l’assicurazione sanitaria… Epizoda u životu berača željeza era in concorso all’ultimo Festival di Belino dove ha vinto il Gran premio della giuria e quello per il Miglior attore. “Il film è la ricostruzione di eventi reali e l’intenzione alla base del film è quella di mostrare le discriminazioni che le minoranze devono affrontare in Bosnia ed Erzegovina, in particolare le comunità Rom … Tutte le scene mi sono state descritte da Nazif e le abbiamo girate così come lui se le ricordava. Non c’è una sceneggiatura. Quasi tutte le persone che compaiono nel film sono quelle che realmente hanno vissuto la vicenda.” (D. Tanović).

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Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior Lungometraggio, al Miglior Cortometraggio e al Miglior Documentario saranno attribuiti dal pubblico.

Nel CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI (tutti titoli in anteprima italiana) si segnala CÂND SE LASĂ SEARA PESTE BUCUREȘTI SAU METABOLISM (Quando la sera scende su Bucarest o Metabolismo), del rumeno Corneliu Porumboiu, in concorso all’ultimo Festival di Locarno, uno sguardo dietro le quinte ispirato, dice Porumboiu, alla vicenda di un amico che anni fa mise tutti i suoi soldi nella realizzazione di un film, e poi si bloccò improvvisamente a metà delle riprese.

Il  film ungherese LE GRAND CAHIER – A NAGY FÜZET (Il Grande Quaderno, che uscirà nelle sale a fine aprile per Academy Two) di János Szász, vincitore del concorso lungometraggi all’ultimo Festival di Karlovy Vary, è tratto dall’omonimo romanzo che fa parte della Trilogia della città di K. di Ágota Kristóf, “un film di guerra senza guerra”, come lo definisce l’autore, mentre STYD (Vergogna) diretto dal russo Jusup Razykov, è ambientato tra i fiordi della penisola di Kola, dove in un piccolo insediamento vivono le famiglie dell’equipaggio di un sottomarino e le guardie di frontiera e dove arriverà una giovane donna appena sposata con un sommergibilista.

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PŁYNĄCE WIEŻOWCE (Grattacieli galleggianti) di Tomasz Wasilewski, che con il suo primo lungometraggio W Sypialni era in concorso lo scorso anno al Trieste Film Festival, racconta una storia d’amore gay (miglior film nella sezione “East of the West” all’ultimo festival di Karlovy Vary) inusuale per il cinema polacco “riluttante” dice Wasilewski “ad affrontare difficili storie contemporanee e il tema dell’amore diverso”.

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Il CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI propone 11 opere in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi ČETRDESMIT DIVI (Quarantadue) della lettone Laila Pakalniņa, dove la regista si sente “una spia mandata a correre la maratona”.

In JUDGMENT IN HUNGARY (Sentenza in Ungheria) dell’ungherese Eszter Hajdú, classe 1979,  si racconta la storia agghiacciante del processo a 4 membri del gruppo di estrema destra che tra il 2008 e il 2009 portò a termine una serie di aggressioni contro una comunità di Rom (6 persone furono uccise, incluso un bambino di 5 anni).

MAMA EUROPA  (Mamma Europa) della slovena Petra Seliškar è uno sguardo all’Europa attraverso gli occhi di Terra, una bambina di 6 anni nata nei Balcani, ma cresciuta come cittadina del mondo dal padre di origine cubana e macedone e dalla madre slovena.

In concorso anche un titolo italiano, THE SPECIAL NEED (The Special Need. L’Amore Secondo Enea) di Carlo Zoratti (nato a Udine nel 1982), storia di Enea, ragazzo autistico che vuole fare sesso alla “luce del sole”. Dato che l’Italia non offre soluzione legale al suo desiderio, s’imbarca in un viaggio in Europa con gli amici Carlo ed Alex, per risolvere il problema.  Distribuito da Tucker Film (uscirà nelle sale italiane il 2 aprile), The Special Need ha vinto il Golden Dove al festival di Lipsia.

In SZERELEM PATAK (Flusso d’amore) di Ágnes Sós gli abitanti di un villaggio della Transilvania anche se anziani discutono ancora di amore e desiderio, e raccontano con naturalezza i loro pensieri e sogni più intimi alla macchina da presa. SZTUKA ZNIKANIA (L’arte di scomparire) di Bartek Konopka (che con il suo documentario Rabbit à la Berlin fu nominato agli Oscar) e Piotr Rosołowski è invece la storia sconosciuta di Amon Frémon, un sacerdote haitiano di rito voodoo che negli anni ‘80, invitato da Jerzy Grotowski, visitò la Repubblica Popolare della Polonia. Alla fine Amon decise di celebrare una grande cerimonia voodoo per liberare il popolo polacco dalle forze del male.

Documentario, ma fuori concorso, è PAROLE POVERE (distribuito da Tucker Film), che Francesca Archibugi ha dedicato all’incontro con il friulano Pierluigi Cappello, considerato uno dei maggiori poeti italiani. La collisione tra gli occhi di una regista e le parole di un poeta: lei offre il suo sguardo, lui la sua identità. Archibugi racconta così l’incontro con Cappello: «Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antidoto contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato, appunto, il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…».

Fra i 16 CORTOMETRAGGI selezionati a concorrere al Premio TFF Corti, ci sono l’italiano ANNA diretto da Diego Scano e Luca Zambolin con Lucia Mascino protagonista, il polacco FLORA I FAUNA (Flora e Fauna) del regista Piotr Litwin (fra i produttori Fabio Grassadonia e Antonio Piazza autori di SALVO) e per la prima volta anche 2 animazioni (ALERIK di Vuk Mitevski dalla Macedonia, e BOLES di Špela Čadež dalla Slovenia).

Anche quest’anno, si aggiunge inoltre una selezione non competitiva di 15 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale, fra i quali segnaliamo il serbo RABBITLAND (La Terra dei Conigli) di Ana Nedeljković e Nikola Majdak jr., il ceco O ŠUNCE (Il Prosciutto) di Eliška Chytková (già visto a Cannes – Cinéfondation), gli italiani BRUNO LIBERO di Daniel Maculan, Damiano Zanchetta e CANTARELLA di Diego Dada.

Alle sezioni competitive si affianca anche quest’anno SORPRESE DI GENERE, seguitissima sezione che allarga lo sguardo verso nuove tendenze “popolari” all’interno della produzione cinematografica dell’Europa Centrale e Orientale, proponendo film che hanno avuto grande riscontro al botteghino nei paesi da cui provengono. Come BANKLADY (La signora delle banche) del tedesco Christian Alvart, storia vera di Gisela Werler che nel 1966 fu la prima donna a rapinare una banca in Germania o SVEĆENIKOVA DJECA (Scherzi da prete) di Vinko Brešan, il più grande successo al box office nella storia del cinema croato, storia di un giovane sacerdote, che spinto dal desiderio di aumentare il numero delle nascite sull’isola della Dalmazia dove vive, inizia segretamente a bucare tutti i pacchetti di preservativi prima che vengano venduti (sarà nelle sale italiane per Officine Ubu nel prossimo maggio).

Tra gli omaggi che il festival programma quest’anno, di rilievo quello dedicato a SERGEJ PARADŽANOV. Come dice Annamaria Percavassi, “forse su alcune personalità veramente geniali bisognerebbe che un festival avesse la costanza di richiamare l’attenzione più spesso, riproponendo anche in piccole dosi le loro lezioni di libertà creativa, il loro istintivo rifiuto dei canoni e delle regole codificate: li renderebbe, così, più familiari alle generazioni più giovani dei nuovi talenti che oggi si accostano alle arti e che forse di quei geni del passato non solo non conoscono le opere ma neppure l’esistenza o i nomi”. Come Paradžanov, cineasta-pittore, artista visivo, spirito ribelle, nato in Georgia nel 1924. Autore dalla breve ma folgorante filmografia, vissuto in povertà e perseguitato dal regime, a lui il Trieste Film Festival ha dedicato un primo omaggio all’interno della retrospettiva sul cinema ucraino nell’edizione del 1996. Quest’anno (in occasione di due anniversari, il novantesimo dalla sua nascita e il quarantesimo dalla sua prima condanna ai lavori forzati “per traffico di opere d’arte e per omosessualità”) è stato realizzato dal regista armeno Serge Avedikian e dalla regista ucraina Olena Fetisova un biopic, Paradjanov, che verrà proiettato a Trieste insieme a SAYAT NOVA (Il colore del melograno), opera massacrata dalla censura di regime e mai uscita in versione integrale nell’Unione Sovietica, con cui il regista testimonia il suo  amore per l’arte e la letteratura armena, trasformando la narrazione di una biografia, quella del più grande poeta armeno, Aruthin Sayadin, in una successione di singole inquadrature di grande impatto formale. Completa l’omaggio il documentario di Levon Grigorjan VOSPOMINANIJA O “SAYAT NOVE” (Reminiscenze su “Sayat Nova”) che propone mezzora di immagini inedite del film, ritrovate in un archivio e ritenute perse.

Dopo il debutto al festival nel 2013, tornano gli ITALIAN SCREENINGS, nell’ottica di una continua integrazione tra il festival e “When East Meets West”. WEMW anche quest’anno è totalmente inserito all’interno delle date del Trieste Film Festival (si svolge dal 20 al 22 gennaio all’Hotel Savoia) e offre, aldilà del programma di incontri già previsto, una selezione di film che si rivolge alla platea dei professionisti del settore con apprezzati esempi di produzioni italiane indipendenti inedite per i potenziali distributori internazionali. Titoli di ogni genere e formato, proiettati al Teatro Miela, che quest’anno sono LA MIA CLASSE di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea, PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto, ambientato nel Nordest italiano, IL TRENO VA A MOSCA di Federico Ferrone e Michele Manzolini, la fine di un mondo e la fine di un sogno attraverso lo sguardo e i filmati 8mm del barbiere comunista Sauro Ravaglia e INDEBITO, documentario scritto da Vinicio Capossela e Andrea Segre “viandanti nel luogo simbolo della crisi, la Grecia”.

Tra le novità dell’edizione numero 25 del Trieste Film Festival, è presente quest’anno una sezione dal titolo TRIESTE FF ARTHOUSE, realizzata in collaborazione con Sky Arte. Tre titoli, in programma al Miela: “abbiamo creato all’interno della nostra manifestazione una piccola vetrina dove arte e cinema si intrecciano dando vita a nuove forme d’espressione artistica o sottolineando la grandezza ma anche l’umanità di grandi artisti del nostro tempo” dice Nicoletta Romeo, responsabile della programmazione del festival.

PROJECT: RAK (Progetto cancro) è incentrato sulla figura di Ulay, pioniere della body art, della performance art e della polaroid art. Nato in Germania nel 1943, vero nome Frank Uwe Laysiepen, è stato a lungo compagno di Marina Abramović: dal 1976 diventano la coppia di “performers and lovers” più famosa della storia dell’arte contemporanea. Ulay, che sarà ospite del Trieste Film Festival, dal 2009 si trasferisce a Lubiana, ed è allora che il regista sloveno Damjan Kozole (Slovenka) inizia a lavorare al film su di lui, quando a Ulay viene diagnosticato un cancro, e tutto cambia. La macchina da presa lo ha seguito per un anno intero, fino al novembre 2012. Ulay considera la malattia come il suo più grande e importante progetto: da qui il titolo del film.

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MELTING STREET, diretto dalla croata Ivana Hrelja (nata a Pola nel 1978) si basa sulla performance dell’artista triestina Elisa Vladilo. A Pola, nella ricorrenza del 5 maggio, la Vladilo ha creato un’installazione urbana in una strada centrale e numerosi volontari hanno preso parte all’evento. Il breve documentario è la testimonianza della giornata. SHIRLEY – VISIONS OF REALITY (Shirley – Visioni della realtà) è invece ispirato all’opera del pittore Edward Hopper. Diretto dal regista austriaco Gustav Deutsch, riunisce sulle musiche di David Sylvian e Christian Fennesz, una serie di scatti dalla vita di un’attrice immaginaria di nome Shirley, che servono a fondere insieme 13 dipinti di Edward Hopper in una sintesi di pittura e cinema, storia politica e storia personale. Ogni tappa della vita professionale e privata di Shirley, dagli anni ’30 agli anni ’60 ha una data precisa: è sempre il 28 e il 29 agosto di quell’anno, mentre i luoghi variano da Parigi a New York a Cape Cod.

QUALCOSA (DI NUOVO) NELL’ARIA. LE ECCELLENZE DEL CINEMA ‘MADE IN FVG’ NEL 2013.

Una tavola rotonda sul cinema “made in FVG” si svolgerà domenica 19 gennaio al Teatro Miela. L’idea è quella di provare a fare il punto su un anno straordinario in cui produzioni di film di fiction e di documentari girati da cineasti della regione hanno raggiunto risultati di eccellenza, sia di pubblico che di critica. Doveroso citare anzitutto il “caso” ZORAN IL MIO NIPOTE SCEMO del goriziano Matteo Oleotto, il cui successo è iniziato alla Mostra del Cinema di Venezia con il Premio del Pubblico all’interno della Settimana della Critica ed è poi proseguito con un tour internazionale di festival (e premi) e un’uscita in sala che ha raccolto risultati eccellenti. A Zoran si aggiungono TIR di Alberto Fasulo (Marc’Aurelio d’Oro al Festival di Roma) e il già citato documentario THE SPECIAL NEED di Carlo Zoratti, che il Trieste Film Festival presenterà in anteprima italiana. Oltre a sottolineare come in FVG si sia riusciti a fare “sistema”, l’incontro – condotto da Gloria De Antoni e Oreste De Fornari insieme a Paolo Di Maira, Paolo Lughi e Luca Mosso – offrirà lo spunto per riflettere su eventuali tematiche comuni e linguaggi affini tra gli autori presenti (Fasulo, Oleotto, Zoratti), coinvolgendo nel dibattito anche altre figure e personalità del cinema locale (produttori, distributori) e sloveno, con cui alcuni di questi film hanno creato importanti co-produzioni internazionali.

Prosegue anche quest’anno la collaborazione con l’Associazione Corso Salani. IL PREMIO CORSO SALANI, giunto alla quarta edizione ed istituito in memoria del cineasta scomparso nel giugno 2010, verrà scelto fra i 5 finalisti: sono FRASTUONO di Davide Maldi e Lorenzo Maffucci (regia di Davide Maldi); STORIE DEL DORMIVEGLIA di Luca Magi; LET’S GO di Antonietta De Lillo e Giovanni Piperno; NELLO di Alessandra Locatelli; VOGLIO DORMIRE CON TE di Mattia Colombo.

Il Premio è riservato a opere italiane indipendenti e low budget in corso di realizzazione, ed è inteso come contributo al completamento dell’opera vincitrice sia attraverso un servizio di tutoring da parte dell’Associazione sia attraverso un finanziamento pari a 8.000 euro.

Negli anni scorsi i vincitori sono stati PALAZZO DELLE AQUILE di Stefano Savona (2011), MATERIA OSCURA di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi (2012). ARCTIC SPLEEN di Piergiorgio Casotti (in anteprima assoluta) e IL MONDO DI NERMINA (work in progress) di Vittoria Fiumi, che hanno vinto ex aequo il premio nel 2013, verranno proiettati durante questa edizione del festival insieme ad AISHITERU MY LOVE di Stefano Cattini, un altro dei finalisti dello scorso anno.

I 5 finalisti saranno proposti anche all’attenzione dei professionisti internazionali che partecipano a “When East Meets West”.

Tra i  lungometraggi fuori concorso che il festival propone segnaliamo I KORI (La figlia) di Thanos Anastopoulos, in anteprima italiana dopo essere passato al Festival di Berlino, co-prodotto dalla triestina Mansarda Production, mentre RAZREDNI SOVRAŽNIK (Nemico di classe) dello sloveno Rok Biček (uscirà in sala a settembre con Tucker), film che indaga il rapporto tra un professore di tedesco appena arrivato e i suoi studenti, sempre più teso a causa di un’incolmabile differenza fra i loro modi di intendere la vita, è un buon esempio della nuova generazione di cineasti emersa di recente in Slovenia.

Spazio alla musica nella sezione AI CONFINI DEL SUONO con ANPLAGD del serbo Mladen Kovačević e PRAVI ČLOVEK ZA KAPITALIZEM (L’Uomo Giusto Per il Capitalismo) di Dušan Moravec, entrambe anteprime italiane. In ANPLAGD una detective in pensione e un anziano del paese sono gli ultimi due ‘suonatori di foglie’. Entrambi di una certa età, sono tuttavia in grado di ‘suonare le foglie’ ancora con una certa intensità, mentre un inventore dilettante cerca di decodificare questa oscura arte.

PRAVI ČLOVEK ZA KAPITALIZEM  è la vita e la storia di Damir Avdić, musicista, poeta e scrittore bosniaco di Tuzla che vive in Slovenia e trasforma i suoi concerti in atti di accusa alla società contemporanea.

Evento speciale di AI CONFINI DEL SUONO è PUSSY RIOT: A PUNK PRAYER di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin (anteprima regionale): girato nel corso di 6 mesi il documentario racconta l’incredibile storia di Nadia, Maša e Katia, e della loro preghiera punk che scandalizzerà il potere politico ed ecclesiastico (I Wonder Pictures).

COME RACCONTARE IL REALE (E VINCERE UN LEONE D’ORO). Lunedì 20 gennaio, alle ore 16, al Teatro Miela masterclass di Gianfranco Rosi, autore di SACRO GRA. Il più inatteso fra i vincitori del festival di Venezia sarà a Trieste per spiegarci perché il cinema documentario sta conquistando il pubblico italiano.

Tra gli eventi speciali GRANDI MAESTRI E TRIESTE: da DOC PORTRAIT: FRANCO GIRALDI (work in progress) di Luciano De Giusti a LINO MICCICHÈ, MIO PADRE. UNA VISIONE DEL MONDO del figlio Francesco Miccichè, fino all’omaggio ad Alberto Farassino con PAYS BARBARE di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e con OMAGGIO AD ALBERTO, il montaggio realizzato da Tatti Sanguineti di materiali tratti da un film in super8 girato da  Gianikian nel 1979, da una puntata de “Il club” dedicata a Mario Camerini e andata in onda su Cineclassic nel 1999, e fotografie di Fulvia Farassino.

Altro evento speciale 1914-2014 I CENTO ANNI DELLA GRANDE GUERRA: Domenica 19 alle 10:45 in sala Tripcovich sarà proiettato il film di Mario Monicelli, La Grande Guerra

e a seguire un brunch cinematografico presso il bar della sala. Alle 15 verrà proiettato il film di Gloria De Antoni I SENTIERI DELLA GLORIA (In viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della grande guerra). Per tutta la durata del festival, sempre in sala Tripcovich sarà allestita la mostra I Sentieri della Gloria, realizzata dalla cineteca del Friuli; una esposizine di una quindicina di immagini scattate sul set del La Grande guerra, e altrettante foto fatte nel 2004 durante le riprese del documentario di Gloria De Antoni.

TFF quest’anno avvia, in collaborazione con Mattador, Premio Internazionale per la Sceneggiatura dedicato a Matteo Caenazzo, un workshop intensivo di formazione: EASTWEEK, SCRIPTWRITING WORKSHOP FOR NEW TALENTS incentrato sullo sviluppo di soggetti cinematografici e coordinato dallo sceneggiatore Andrea Magnani. Il corso, organizzato con il sostegno di CEI – Central European Initiative, sarà tenuto da due professionisti del settore: lo sceneggiatore e scrittore greco Nicos Panayotopoulos e lo sceneggiatore ceco Pavel Jech. Al workshop, oltre ai progetti selezionati tra le scuole di cinema dell’Europa centro orientale, sono stati ammessi Lorenzo Zeppegno ed Alessandro Padovani, i finalisti del Premio Mattador 2013 al miglior soggetto (info su http://www.premiomattador.it).

Il film di CHIUSURA del Trieste Film Festival sarà WAŁESA, MAN OF HOPE, diretto dal celebre regista polacco Andrzej Wajda (premiato con un Oscar e un Orso d’Oro alla carriera), ispirato alla vita del premio Nobel Lech Wałesa e visto all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L’operaio Walesa, fondatore di Solidarność, fu il primo presidente scelto in elezioni libere, ed è l’uomo che ha preparato il terreno al più grande riassetto dell’ordine politico mondiale del secolo scorso. Il biopic (nel cast anche l’italiana Maria Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci, che intervistò Wałesa nel suo appartamento di Danzica) rievoca la metamorfosi del protagonista da semplice operaio a leader di un sindacato di milioni di connazionali, controverso e carismatico. Wałesa uscirà nelle sale italiane ad aprile, distribuito da Nomad Film.

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ZONE DI CINEMA, nata come una vetrina dedicata alle produzioni realizzate nella regione Friuli Venezia Giulia, con il tempo si è trasformata, seguendo gli autori nei loro viaggi professionali in Italia e all’estero, registrandone i successi, le evoluzioni artistiche, i mutamenti di percorso, e confrontandosi con le nuove realtà produttive di una regione che del proprio “sistema cinema” ha fatto un vero e proprio baluardo (la conservazione dei materiali audiovisivi grazie alla Cineteca del Friuli; le numerose società di produzione sorte negli anni in tutto il territorio; una società di distribuzione, la Tucker, impegnata nella distribuzione dei film prodotti anche in zona; una neo-società di vendite estere, la SlingShot Films, e infine una consolidata rete di festival cinematografici unica nella sua offerta e nella sua varietà).

“Zone di Cinema” quest’anno si allontana dallo spazio omogeneo e ben definito di una sezione a sé stante a cui eravamo abituati, si espande e si colloca trasversalmente in altre sezioni, diventando quasi un timbro di qualità, un bollino ‘doc’ che ne definisce l’origine ma che non ne delimita le potenzialità. Tra i vari titoli che abbiamo voluto segnalare The Special Need nel concorso documentari, una storia nata in regione ma che prosegue in Germania seguendo Enea, il protagonista disabile alla ricerca di una sessualità mai vissuta ma desiderata; il cortometraggio Melting Street di Ivana Hrelja sulla performance collettiva dell’artista Elisa Vladilo nella vicina Pola (nella neo-sezione dedicata al cinema che si avvicina al mondo dell’arte in tutte le sue forme); un ritratto curioso del regista Franco Giraldi, frutto di un lavoro ventennale del professor Luciano De Giusti (nell’omaggio ai grandi maestri), e infine il documentario fuori concorso Parole povere di Francesca Archibugi, prodotto da due società friulane, sul poeta contemporaneo Pierluigi Cappello. Film di durate, generi e linguaggi diversi a testimonianza di una realtà cinematografica e artistica eterogenea e proteiforme quale quella del Friuli Venezia Giulia.

Grande novità della 25° edizione del Trieste Film Festival l’inaugurazione di un progetto di programmazione streaming in partnership con MYmovies.it. L’offerta streaming è caratterizzata da una ricca selezione di titoli del programma ufficiale disponibile gratuitamente sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! (http://www.mymovies.it/live/) solo per i primi 300 utenti che ne faranno richiesta. Un’opportunità speciale per consentire al pubblico di seguire anche a distanza la ricca programmazione del Festival, oltrepassando i limiti territoriali della manifestazione.

Gli incontri con gli autori si terranno nelle giornate di lunedì 20, martedì 21 e mercoledì 22 gennaio, a partire dalle ore 11, presso il Caffè San Marco, via Cesare Battisti 18.