AAA GRAFICO CERCASI

Ricevo e volentieri pubblico

 

Per il documentario I primi saranno gli ultimi  prodotto dal CSI cerchiamo un grafico esperto di video-animazioni realizzate in computer grafica. La post-produzione del film è in corso a Roma, sarebbe preferibile essere nella stessa città ma non è una condizione strettamente necessaria. Il lavoro verrà ultimato entro il 2016. Per questa attività è prevista una remunerazione che si determinerà negli esiti della campagna di crowdfunding che partirà a breve. Altre informazioni sul documentario sulla pagina IMDB.

Per informazioni potete scrivere a: csi@csi-project.org
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R-ESISTENZE – un progetto documentaristico sulla Resistenza

Ricevo e volentieri pubblico

 

“R-Esistenze”

Un progetto documentaristico sulla Resistenza


 
 
 
Racchiusa tra le fatidiche date dell’8 settembre 1943 e del 25 aprile 1945, la Guerra di Liberazione in Italia è storia di milioni di esistenze individuali, ma si declina simbolicamente al plurale anche guardando al complesso del movimento della Resistenza, alle sue varie componenti politiche e alle diverse interpretazioni che ne sono state date, al momento e, soprattutto, nel corso dei decenni successivi.
 
Prodotto dall’associazione Consorzio Sperimentazione Immagine, il documentario R-Esistenze mira anzitutto a restituire la complessità di tale fenomeno storico. Se un ricchissimo dibattito storiografico ha già detto molto sull’argomento, l’attenzione si concentra qui sul valore fondativo che la Resistenza ha avuto per la nostra Repubblica e, di conseguenza, sulle diverse narrazioni che ne sono state date nei settant’anni di storia repubblicana, molto spesso in funzione di precise contingenze politiche.
 
Il percorso di riflessione – storiografico più che semplicemente storico – proposto dal documentario si sta progressivamente costruendo attorno a una serie di interviste a protagonisti e testimoni diretti, uomini politici, giornalisti e storici. Tra le testimonianze già acquisite, due figure di spicco della Resistenza romana – Rosario Bentivegna, scomparso nel 2012, e Mario Fiorentini – e l’allora giovanissimo militante comunista Aldo Tortorella, futuro ultimo presidente del PCI.
 
Evento fondativo, dunque, sia come ispirazione, per le forze antifasciste, sia per negazione, per gli sconfitti, i nostalgici e gli aspiranti restauratori. Ma la dialettica sulla Resistenza non si è, ovviamente, fermata alle opposte narrazioni dell’Arco costituzionale e della destra, solo da ultimo maggioritaria nel ventennio della seconda Repubblica.
 
La declinazione al plurale proposta dal titolo del documentario allude sì alle esperienze individuali dei protagonisti e alle diverse letture date della Guerra di Liberazione, ma pone anche come oggetto di discussione una delle principali connotazioni politiche della Resistenza: il suo carattere di momento unitario, di sforzo condiviso tra comunisti, socialisti, azionisti, cattolici e liberali, proteso alla Liberazione dall’invasore nazista, al ritorno alla democrazia dopo il ventennio di dittatura e alla successiva scrittura condivisa della Costituzione.
 
Un carattere unitario rivendicato da tutti i principali soggetti politici coinvolti, ma presto messo in discussione dall’avvio della guerra fredda, dalla conseguente estromissione di comunisti e socialisti dal governo e dall’inasprirsi del confronto fra la sinistre e la Democrazia Cristiana nell’infuocata campagna elettorale del 1948. Mentre lo stalinismo si è imposto su tutta l’Europa orientale, più in virtù degli accordi di Yalta che di una violenza politica interna che ne è stata, in definitiva, conseguenza, il decennio del centrismo rappresenta la Guerra di Liberazione principalmente come Secondo Risorgimento nazionale, una guerra patriottica, dunque, prima che politica. Negli stessi anni sono celebrati numerosi processi a partigiani rossi per episodi di rappresaglia o vendetta contro fascisti e collaborazionisti, anche successivi alla conclusione delle ostilità. Episodi che, ben più delle azioni contro l’esercito invasore tedesco o lo stesso apparato di Salò, mostrano le caratteristiche di una “guerra civile”, categoria non a caso riscoperta, sulla base dei medesimi fatti già noti, proprio dalla storiografia revisionista in seconda Repubblica.
 
La narrazione unitaria della Resistenza si riafferma, del resto, con prepotenza al fatidico tornante del 1960, quando il tentativo di svolta reazionaria del governo Tambroni è contestato dalle piazze antifasciste, screditato dalla sanguinosa repressione delle manifestazioni a Reggio Emilia e in diverse città siciliane, e presto sconfessato dalla stessa Democrazia Cristiana, che apre al ritorno dei socialisti al governo e alla prospettiva di una compiuta realizzazione del dettato sociale della Costituzione. Negli stessi anni, la commedia all’italiana riscopre, non a caso, il racconto della Guerra di Liberazione, accreditandone nell’immaginario popolare il carattere di epopea nazionale, più che di battaglia politica di parte, ma mettendone anche coraggiosamente in luce le promesse di progresso sociale in parte tradite.
 
Benché dall’opposizione, il PCI è parte attiva del riaffermarsi di tale narrazione, indispensabile corollario del passaggio da forza rivoluzionaria, negli anni della fondazione e della clandestinità, a forza democratica, a partire dalla cosiddetta svolta di Salerno del 1944. Negli anni settanta, la strategia del compromesso storico e l’avvicinamento all’area di governo saranno dunque emblematicamente descritti come “seconda tappa della Rivoluzione democratica” iniziata nel 1943-45 e poi bloccata dalla guerra fredda.
 
Se le interpretazioni ex-post della Guerra di Liberazione hanno naturalmente contrapposto la destra all’Arco costituzionale e, all’interno di quest’ultimo, le sinistre alla Democrazia Cristiana, il dibattito sul carattere unitario della Resistenza inizia all’interno della sinistra ancor prima dei fatti stessi. Dopo la breve e infruttuosa stagione dei Fronti Popolari e delle Brigate Internazionali, il patto Ribbentrop-Molotov rompe l’unità d’azione fra socialisti e comunisti, ponendo nuovamente in antitesi l’opzione rivoluzionaria e l’opzione antifascista. Un dibattito dottrinale che s’innesta sull’enorme trauma del 1922, con il rimpianto per l’occasione rivoluzionaria fallita nel biennio rosso, da una parte, e il rimorso per non aver saputo fermare l’ascesa del fascismo, dall’altra. Un dibattito che si risolve, di fatto, per il ritorno all’unità d’azione già prima della svolta di Salerno, dato che l’Unione Sovietica combatte ora di nuovo assieme alle democrazie occidentali.
 
In Italia, il richiamo a una Resistenza patriottica raccoglie, da una parte, forze politiche di vario orientamento, ma non allontana il PCI dalla retorica praticata in guerra dallo stesso Stalin, con grande enfasi sull’aspetto nazionalistico della lotta contro i tedeschi. La strategia togliattiana del “partito nuovo” e della “democrazia progressiva”, tenacemente perseguite sin da allora saranno, d’altra parte, compatibili con la situazione di fatto ancora determinata da Yalta.
 
La Resistenza è guerra rivoluzionaria solo per determinati gruppi minoritari – si pensi agli anarchici di Bandiera Rossa a Roma – e nelle aspettative di una porzione forse più rilevante delle Brigate Garibaldi e di altre formazioni d’ispirazione comunista. Tale orientamento rimane comunque secondario e residuale rispetto alle ben definite posizioni di vertice, confermate dal successivo corso degli eventi. La linea democratica e legalitaria del PCI pone, di riflesso, la necessità di negare, anche storicamente, ogni connotazione della Resistenza come guerra rivoluzionaria o guerra civile. Una necessità ancor più forte nel momento in cui, dagli inizi degli anni settanta, la svolta armata della sinistra extraparlamentare si richiamerà alla Resistenza e al mancato compimento delle sue premesse rivoluzionarie.
 
Emblematica sintesi di quest’ultima tendenza, ma anche delle sue contraddizioni da un punto di vista squisitamente storico, è la formazione di Giangiacomo Feltrinelli, i GAP: l’acronimo è lo stesso dei gruppi di guerriglia urbana costituiti dal PCI durante la Guerra di Liberazione, ma diverso è il nome per esteso, da Gruppi d’Azione Patriottica a Gruppi d’Azione Partigiana. Benché le riforme incompiute del primo centro-sinistra non abbiano intaccato la struttura e le storture e del sistema economico italiano, lo scenario sociale e politico dell’Italia industrializzata, e le relative “condizioni rivoluzionarie”, sono, insomma, profondamente diversi da quelli degli anni quaranta.
 
Accesa da spinte reazionarie, come la strategia della tensione, la violenza politica – e la sua centralità per tutto il corso degli anni settanta – blocca comunque ogni ulteriore elaborazione dell’esperienza storica della Resistenza da parte dei partiti della sinistra, PCI in testa. Il ruolo di mediazione tra la spinta della piazza e le istituzioni – forse in tal senso emblematici sono proprio i fatti del luglio 1960 – si interrompe frattanto nel nuovo contesto di rivoluzione generazionale. Una rivoluzione che assume, anzitutto, nuovi riferimenti politici e ideologici, contrapponendo all’osservanza moscovita del PCI la rivoluzione culturale cinese, e alla burocrazia di partito la pratica dell’insorgenza.
 
La rivoluzione è un atto di violenza, recita proprio la celebre massima di Mao: anche la Resistenza, nelle sue nobilissime finalità di Liberazione dal nazifascismo, ha praticato la violenza: il racconto degli individui lo testimonia ancora, ma la narrazione politica – vieppiù di fronte alla necessità di sconfessare una nuova violenza, a suo modo rivoluzionaria – ha spesso sfumato tale carattere, enfatizzando, di contro, il valore fondativo di quella lotta per il successivo sistema democratico.
 
Su questo inevitabile paradosso si accanisce l’offensiva del revisionismo avviata in seconda Repubblica: una lettura storica della Resistenza, volta a evidenziarne errori, contraddizioni e posizioni estremistiche, che si accompagna alla volontà politica di metterne in discussione il frutto più significativo, la Costituzione, sia in termini di equilibrio di poteri, che, soprattutto, di valori fondamentali.
 

Consorzio Sperimentazione Immagine
Roma – San Lorenzo
Produzione e critica cinematografica indipendente
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L’ACCADEMIA CARRARA – IL MUSEO RISCOPERTO di Davide Ferrario al cinema il 9 e 10 dicembre

Ricevo e volentieri pubblico

I capolavori di Raffaello, Mantegna, Bellini

tornano a splendere al cinema con

  L’ACCADEMIA CARRARA

IL MUSEO RISCOPERTO

Il nuovo film di Davide Ferrario

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Arriva al cinema solo il 9 e il 10 dicembre il film che racconta le opere, i tesori e la riapertura dopo il restauro di un museo simbolo del collezionismo italiano

 

Con gli esclusivi interventi di

Giovanni Romano, Desmond Morris e Giovanni Lindo Ferretti

GUARDA IL TRAILER –  https://youtu.be/jijDRwjXa8A

L’Accademia Carrara di Bergamo è uno dei numerosi tesori d’Italia rimasti a lungo chiusi al pubblico e ora finalmente tornati alla luce.

Annovera nella sua collezione oltre 600 dipinti, tra cui quelli di Raffaello, Mantegna, Bellini, Botticelli, ma anche moltissime opere di grandi artisti dal Rinascimento alla fine dell’Ottocento. Chiusa nel 2008 per restauri, l’Accademia è stata riaperta solo pochi mesi fa raccogliendo un boom di visitatori. E’ proprio durante l’ultimo anno di lavori che il regista Davide Ferrario, nato a Casalmaggiore ma cresciuto a Bergamo, ha deciso di iniziare le riprese del suo film, per raccontare la riapertura della pinacoteca in un percorso cinematografico che rappresenta anche una sua personale riflessione per immagini sul senso del guardare.

L’Accademia Carrara. Il museo riscoperto arriverà al cinema distribuito da Nexo Digital solo per due giorni, il 9 e 10 dicembre (elenco delle sale su www.nexodigital.it e trailer qui https://youtu.be/jijDRwjXa8A), all’interno della Stagione della Grande Arte al Cinema. Nel corso del film seguiremo così il gruppo di esperti all’opera per la riapertura, ascolteremo ragionamenti di esperti sul nuovo ordinamento e sul rinnovato allestimento delle collezioni, ci immergeremo nella toccante testimonianza dell’ex-custode che ha vissuto più di quarant’anni dentro la Carrara, costruendo un suo personale rapporto con le sale del museo. Come spiega il regista Davide Ferrario “Per me, da sempre, fare cinema significa cercare. Non parto mai dalla dimostrazione di una tesi. Qui avevamo un luogo, dei capolavori e anche tutto il processo materiale di allestimento. Ho provato a seguire queste tre piste, portando a casa più riprese che potevo, per poi trovare un bandolo nel montaggio. Ma non mi sono limitato a seguire quello che accadeva: ho anche realizzato delle sequenze di vera e propria messa in scena. Penso che per parlare dei quadri non puoi limitarti a riprenderli e poi fare parlare qualche accademico che ne spiega la storia e l’importanza. Non è lì che sta la vita dell’opera d’arte”.

Così L’Accademia Carrara. Il museo riscoperto ripercorre anche i momenti della riapertura della galleria (con la gran folla di bergamaschi ansiosi di riappropriarsi del “loro” museo per troppo tempo chiuso), le attività della scuola d’arte annessa alla pinacoteca e frequentata da centinaia di giovani, le performance musicali di gruppi rock dentro le sale e le videoproiezioni sulla facciata: tutti indizi di un’idea di museo immersa nella modernità e ora trasportata sul grande schermo in un film originale e appassionato. Ampio spazio avrà la sequenza di grande potenza visiva in cui Giovanni Lindo Ferretti, ex cantante e autore di CCCP e CSI accompagnato dal vivo da Gianni Maroccolo e Paolo Simonazzi, legge un testo di Vasilij Grossman interrogandosi su cosa nasconda il volto della Madonna. Il film cercherà inoltre di spiegare, seguendo in particolare la pista del ritratto di cui la Carrara offre una straordinaria collezione, perché da secoli guardiamo le immagini dipinte. Le guide in questa ricerca saranno lo storico dell’arte Giovanni Romano e il celebre antropologo inglese Desmond Morris, autore, tra l’altro, de La scimmia artistica.

Racconta Giovanni Romano all’interno del film “L’ordinamento di un museo complesso come la Carrara comporta molte riflessioni a volte contraddittorie. L’ordinatore deve scegliere. E deve dimostrare di avere scelto con delle ragioni. Una delle linee, che non esaurisce certo la Carrara, ma che potrebbe essere per una volta la linea della visita, è quella di seguire come cambiano i ritratti nel corso dei secoli. Quelli che abbiamo alla Carrara sono nomi straordinari della ritrattistica italiana, non solo bergamasca, che si ritrovano tutti curiosamente a Bergamo”, mentre Desmond Morris spiega: “L’arte rende la vita speciale, questo è il suo senso. Quando creiamo opere d’arte ci impegniamo nello sforzo primigenio di rendere la vita speciale. Non possiamo fare a meno della bellezza, anche se si tratta solo del colore della nostra auto. L’arte è una necessità, non solo un divertimento. E’ un qualcosa che abbiamo bisogno sia presente nella nostra vita, in una forma o in un’altra”.

L’Accademia Carrara. Il museo riscoperto è prodotto Rossofuoco in associazione con Innowatio e con la collaborazione di Lab80 Film. La distribuzione italiana è a cura di Nexo Digital in collaborazione con il mediapartner MYmovies.it

DAVIDE FERRARIO

Nato nel 1956 a Casalmaggiore, si laurea in letteratura americana all’Università  di Milano. Vive a Torino. Inizia a lavorare nel campo del cinema negli anni ’70 come critico cinematografico e saggista, avviando al contempo una piccola società di distribuzione a cui si deve, tra l’altro,  la circuitazione in Italia di Fassbinder, Wenders, Wajda. Lavora in seguito in qualità di agente italiano per alcuni registi americani indipendenti come John Sayles, e Jim Jarmusch. Il suo debutto alla regia è del 1989 con La fine della notte, giudicato “Miglior film indipendente” della stagione. Dirige poi sia opere di finzione che documentari, che gli procurano una grande considerazione in Italia e che sono stati presentati  in numerosi festival internazionali, da Berlino al Sundance, a Venezia, Toronto, Locarno. Tra gli altri: Tutti giù per terra, Figli di Annibale, Guardami e i lavori realizzati con Marco Paolini. Ultimo in ordine di tempo La luna su Torino (2014). Ferrario occupa un posto singolare all’interno della scena italiana. Rigorosamente indipendente, non è solo regista ma guida al contempo con notevoli risultati la propria casa di produzione, Rossofuoco. Dopo mezzanotte, realizzato con un budget molto ridotto, ha ottenuto un grande successo in Italia ed è stato venduto in tutto il mondo, così come il documentario La strada di Levi. È anche autore di romanzi: Dissolvenza al nero è stato tradotto in molte lingue e adattato per lo schermo da Oliver Parker. Nel settembre 2010 è uscito per Feltrinelli Sangue mio. E’ collaboratore fisso del Corriere della Sera e ha anche pubblicato un libro di fotografie a seguito della sua mostra Foto da galera (2005).

L’ACCADEMIA CARRARA DI BERGAMO

Sin dall’origine, alla fine del Settecento, l’Accademia Carrara è sede di museo e luogo di formazione artistica grazie all’esposizione della raccolta d’arte del fondatore Giacomo Carrara e all’attività della Scuola di pittura. Il progetto culturale di Giacomo Carrara continua ad avere un’invidiabile continuità per una serie di ragioni, tra le quali risalta un messaggio fortemente civile, nel quale si sono riconosciuti i grandi collezionisti che hanno destinato le proprie raccolte al museo di Bergamo per affermare il concetto moderno della condivisione. Collezionisti e conoscitori di alto profilo – tra cui Guglielmo Lochis e Giovanni Morelli nell’Ottocento e Federico Zeri nel Novecento – hanno arricchito il nucleo originario, facendo della Carrara un museo tra i più raffinati d’Europa, memoria e simbolo del collezionismo privato italiano. La pittura italiana del Rinascimento è il cuore pulsante della Carrara con capolavori assoluti della storia dell’arte, da Pisanello a Mantegna, da Foppa a Bellini, da Raffaello a Botticelli. Le raccolte del museo documentano anche un altro valore della cultura della città, rappresentato dai percorsi di artisti nati o in attività a Bergamo e nei suoi territori. La pittura di Lorenzo Lotto, interessante personalità del ‘500 veneto, è documentata da un magnifico gruppo di dipinti che si specchia nel mirabile itinerario offerto dalle chiese di Bergamo. Nella specialità del ritratto Giovan Battista Moroni e Fra’ Galgario individuano la linea di un realismo sensibile, ricco di umanità  che caratterizza la pittura lombarda; la natura morta trova in Evaristo Baschenis il raffinato inventore di questo genere nel soggetto musicale.

I prossimi appuntamenti della Grande Arte al Cinema, stagione 2015-2016

 

24, 25 Novembre 2015     Teatro Alla Scala-Il Tempio Delle Meraviglie

1, 2 Dicembre 2015            Replica di Firenze e gli Uffizi 3D/4K

9, 10 Dicembre 2015         L’Accademia Carrara-Il Museo Riscoperto

2, 3 Febbraio 2016             Goya-Visioni di carne e sangue

23, 24 Febbraio 2016        Leonardo Da Vinci-Il genio a Milano

22, 23 Marzo 2016            Renoir Sconosciuto

11, 12, 13 Aprile 2016     Le Basiliche Papali di Roma 3d/4k. Giubileo 2016.

3, 4 Maggio 2016               Istanbul e il Museo dell’Innocenza di Pamuk

24, 25 Maggio 2016          Da Monet A Matisse – L’arte di dipingere giardini

I PRIMI SARANNO GLI ULTIMI – un progetto sugli ultimi testimoni della guerra di Spagna

Ricevo e volentieri pubblico

I primi saranno gli ultimi
No, nessuna intenzione di ribaltare uno di più sovversivi passaggi del Vangelo. È soltanto il titolo di un progetto, un documentario sugli ultimi testimoni della guerra di Spagna.
“Ma perché ce ne sono ancora vivi?” ci chiedono tutti. “Sì” è la risposta, “noi ne abbiamo trovati tre”. Si chiamano Vicente e Joseph Almudever e Antoine Pinol, hanno rispettivamente 96, 98 e 100 anni e sono tra gli ultimi, non più di una decina, che restano sparsi nel mondo. Vivono nei pressi di Tolosa e li incontreremo tra l’11 e il 13 luglio.
Quindi sono gli ultimi, ma sono anche stati i primi. A un certo punto ci siamo resi conto che i tre uomini, quasi centenari, che stavamo per andare ad incontrare erano stati tra i primi ad entrare nel conflitto della Guerra civile spagnola. Lo hanno fatto da giovanissimi, come volontari, sempre in prima fila. La loro sfrontatezza nell’affrontare la morte non avrebbe fatto presagire una vita così lunga e, invece, sono ancora qui. Sono gli ultimi testimoni diretti dei combattenti volontari di quella guerra spietata che tra il 1936 e il 1939 ha anticipato la II guerra mondiale e l’aggressione fascista al resto del mondo.
Per noi, autori di questo documentario, incontrarli è un modo di metterci al cospetto della grande storia, di ascoltare da voce umana di testimoni diretti i ricordi di uno dei momenti più tragici e nobili allo stesso tempo, della recente storia mondiale. Migliaia di uomini e donne hanno lasciato le loro case da ogni parte del mondo per andare a combattere per un ideale, per la libertà, per la giustizia sociale, contro l’oscurantismo fascista e clericale. E’ anche un modo per interrogarci sul valore umano di quel gesto, sul senso che prende una vita quando si è disposti a perderla per un’idea di società.
Ma non è finita qui. Durante le nostre ricerche abbiamo scoperto un’altra storia straordinaria. A Napoli vive ancora una coppia, fratello e sorella, Ada e Aurelio Grossi, protagonisti di una storia ai limiti dell’incredibile. La loro famiglia, socialista, emigra, per sfuggire alla repressione da Napoli alla volta dell’Argentina e da qui, allo scoppio della guerra spagnola, verso la Spagna. Il padre,  Carmine Cesare Grossi, e la figlia Ada mettono su una radio, “Radio Spagna Libera“, che si rivolge sia ai combattenti sia agli ascoltatori del resto d’Europa per sensibilizzarli alla causa repubblicana. I figli, Aurelio e Renato, combattono nell’Esercito Popolare, la madre, Maria Olandese, lavora a supporto dello sforzo bellico. Di questa famiglia si erano perse le tracce ma qualche anno fa uno storico, Giuseppe Aragno, li ha ritrovati nella loro città natale, dove avevano fatto ritorno dopo la guerra. Ada e Aurelio, sebbene in cattive condizioni di salute, sono ancora vivi, noi li andremo a trovare per ascoltare la loro storia.
Di questo progetto lasceremo i nostri appunti su un blog di viaggio
che aggiorneremo in tempo reale. E’ un viaggio difficile, in cui proveremo a superare le difficoltà tecniche dell’autoproduzione, in cui dovremo saper confrontarci con i nostri interlocutori per poter portare a casa una buona storia da raccontarvi. Perché crediamo che loro ce l’abbiano una buona storia da regalarci,qualcosa di straordinario e unico, che speriamo di restituirvi nel migliore dei modi.
gli autori
Mauro Manna e Pasquale D’Aiello
Il documentario è una coproduzione CSI

ALCUNE QUESTIONI PRIVATE – i nuovi progetti documentaristici del CSI

Ricevo e volentieri pubblico

CSI e A.N.P.I. San Lorenzo

presentano

“Alcune questioni private”

I nuovi progetti documentaristici del CSI

presso Casa della Partecipazione | Via dei Sabelli 88a | San Lorenzo | Roma

Lunedì 15 giugno 2015 dalle ore 19

Il CSI – Consorzio Sperimentazione Immagine presenta il primo capitolo del documentario “Partigiani” e il teaser del documentario “R-Esistenze“.

Partigiani” è una raccolta di interviste a partigiani che prova a tracciare i profili personali e le motivazioni che legano le persone che hanno partecipato alla Resistenza. Il primo capitolo è dedicato a Giuliano Gargiulo, partigiano che ha combattuto sul monte Tancia e nell’ VIII zona di Roma. Dalla riscoperta di molti materiali registrati in occasioni di incontro con partigiani nasce l’idea di raccogliere le loro testimonianze all’interno di una sorta di album di biografie, con il quale si intende riportare alla luce testimonianze di vite che meritano di non andare perdute con la morte dei protagonisti.

R-Esistenze“, partendo dalle testimonianze di due protagonisti assoluti della Resistenza italiana come Rosario Bentivegna e Mario Fiorentini,  prova a narrare i cambiamenti delle narrazioni della Resistenza nel corso della storia italiana, dal governo unitario del dopoguerra agli anni di piombo, passando per la guerra fredda e la seconda repubblica, fino ai giorni nostri in cui è in corso una nuova trasformazione. Cosa ne sarà del racconto della Resistenza quando le forze politiche vorranno rifondare un nuovo patto sociale, basato anche su significative riforme costituzionali già in atto?

Verrà dimenticata in quanto strumento non più utile? O potrà finalmente affermarsi una narrazione scevra da strumentalizzazioni

che permetterà di far emergere i caratteri più profondi dei suoi protagonisti?

Per info: anpi.sanlorenzo@gmail.com – csi@csi-project.org

CSI Consorzio Sperimentazione Immagine

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V SGUARDI SUL REALE presenta MATERIALE RESISTENTE

Ricevo e volentieri pubblico

Sguardi sul Reale – 5a Edizione | Festival del Cinema Documentario
 
presenta
MATERIALE RESISTENTE  
domenica 19 aprile 2015 | Le Fornaci Centro Culturale Auditorium
“… ci sono dei gesti, degli sguardi e delle parole che sono antiche, di tanti anni fa.
E anche se sono piccolissime e senza alcuna importanza, per qualche strana ragione
restano come impigliate in una rete che ho dentro di me e non vogliono andarsene.
Invece, crescono col tempo. A un certo momento mi rendo conto che queste memorie
sono importanti e su di esse costruisco…” (Simone Massi)
 
 
zamboni
 
 
h 16.00  Aspettando “Bellezze in bicicletta”, a cura della compagnia Dritto e RovescioCavrigliarte (in allegato la locandina)
h 16:30  prima regionale di “Animata Resistenza”, di Francesco Montagner e Alberto Girotto (presente in sala), ritratto dell’animatore Simone Massi
h 17:30 presentazione del progetto Materiali di memoria, com Paolo Martinino, Giampiero Bigazzi e Pierluigi Fabiano (Ass. Cultura Comune di Montevarchi)
seguirà il corto “Le parole della memoria – appunti per un documentario sul giorno della liberazione di San Giovanni Valdarno” di Pierfrancesco Bigazzi 
h 18:30 “Fedele alla Linea” di Germano Maccioni (presente in sala), dialogo intimo con Giovanni Lindo Ferretti
h 20.00  aperitivo-cena curato dal #QuasiQuasi_social café_
h 21:30  ANTEPRIMA NAZIONALE de “Il nemico – un breviario partigiano”, di Federico Spinetti. 
Dopo la proiezione incontro con il regista, Alberto Valtellina (LAb80/Bergamo Film Meeting) e Massimo Zamboni
Coordina la serata Luigi Nepi, presenta Daniele Corsi
A seguire L’ECO DI UNO SPARO reading musicale di MASSIMO ZAMBONI, 
viaggio nella Resistenza attraverso le note e le pagine scritte dal cantante dei CCCP/CSI/PostCSI
 
 
In video-installazione il documentario di Davide Ferrario “Sul 45° parallelo” (viaggio suggestivo tra Mongoliae Padania sospinto dalle sonorità dei CSI) e “Immagini partigiane e senza padrone” a cura di Materiali Sonori.
 
 
A Palazzo Concini in esposizione la mostra fotografica “Sguardi altrove”.

SGUARDI SUL REALE – dal 16 al 19 aprile a Terranuova Bracciolini (AR)

Ricevo e volentieri pubblico

Il Festival del cinema documentario Sguardi sul realesi svolgerà dal 16 al 19 aprile a Terranuova Bracciolini (AR), luoghi vari

L’uomo, l’ambiente, le radici, il futuro

5ª edizione di Sguardi sul reale

In programma 28 eventi tra proiezioni in anteprima nazionale e toscana, laboratori, mostre fotografiche, videoinstallazioni, reading, concerti, incontri e cene itineranti

angela terzani staudeTra gli ospiti, la scrittrice Angela Terzani Staude (moglie di Tiziano Terzani); i registi Iacopo Quadri, Alessandro Rossetto, Mario Zanot, Mattia Colombo, Germano Maccioni; il produttore Gianluca Arcopinto; i fotografi Marco Pinna e Antonio Manta; i musicisti Massimo Zamboni e Gabriele Mirabassi; i critici Oliviero Ponte Di Pino e Anna Bandettini; il segretario di Slow Food Italia Daniele Buttignol 

Il problema dell’immigrazione in Italia e i valori della Resistenza; il ruolo della memoria, sia pubblica che privata; il rapporto dell’uomo con l’ambiente, le radici e il cibo, e due omaggi, a Tiziano Terzani e Luca Ronconi: sono alcuni dei temi che saranno trattati da giovedì 16 a domenica 19 aprile per Sguardi sul reale, festival di cinema documentario, a Terranova Bracciolini (AR).

Giunto alla quinta edizione, il festival, organizzato dall’associazione Macma, indaga il mondo del cinema contemporaneo e i territori dell’attualità, proponendo 28 eventi tra proiezioni di cortometraggi e documentari (in anteprima nazionale e toscana), workshop, mostre fotografiche, videoinstallazioni, reading letterari, concerti, incontri con artisti e esperti, cene itineranti. Tanti gli ospiti di quest’anno, dalla scrittrice Angela Terzani Staude – già moglie di Tiziano Terzani (18/04), ai registi Jacopo Quadri (16/04 e 19/04), Alessandro Rossetto 17/04), Mario Zanot (18/04), Mattia Colombo (18/04), Germano Maccioni (19/04); il produttore Gianluca Arcopinto (17/04), i docenti del workshop di fotografia Marco Pinna (18/04) e Antonio Manta (19/04), i musicisti Massimo Zamboni (19/04) e Gabriele Mirabassi(18/04), i critici Oliviero Ponte Di Pino (16/04) e Anna Bandettini (16/04).

“Sguardi sul Reale” si svolgerà presso Le Fornaci – Centro Culturale Auditorium (via Vittorio Veneto 19), dove si terranno le proiezioni dei film e, a seguire, i dibattiti. Gli altri luoghi saranno il #QuasiQuasi_social cafè_ (via Roma 21), che sarà allestito come punto ristoro e presso cui si svolgeranno alcuni eventi, Palazzo Concini (via Concino Concini 41d) e l’aula del Consiglio Comunale (via Poggio Bracciolini 5), dove si terranno mostre e incontri.

Ad aprire il festival, come anteprima, giovedì 16 aprile alle ore 11.00 presso le Fornaci, sarà Terra di transito (Italia 2014, 54’), docufilm di Paolo Martino che racconta l’odissea dei profughi in Italia attraverso la storia di Rahell, costretto a scontrarsi con la burocrazia, l’assenza di strutture e i pregiudizi mentre cerca di raggiungere la sua famiglia.

la scuola d'estateSempre giovedì 16 aprile, alle ore 21.30 alle Fornaci, l’omaggio a Luca Ronconi, con la proiezione in prima toscana de La scuola destate (Italia 2014, 87’) di Jacopo Quadri. Il documentario racconta la vita nel centro teatrale Santacristina, fondato dal regista Ronconi all’apice della sua carriera, una nuova esperienza di laboratorio rivolta ai giovanissimi e isolata nella natura selvatica dell’Umbria. All’incontro successivo al film interverranno Quadri, Oliviero Ponte Di Pino (editore e critico teatrale), Anna Bandettini (giornalista e critico di spettacolo), Riccardo Massai (direttore del Teatro Comunale di Antella) e Lucrezia Guidone (attrice e allieva del Centro Teatrale Santacristina). Coordina il giornalista Giovanni Bogani, presenta l’attrice Silvia Benvenuto.

slow food story (1)Tra gli eventi in programma, venerdì 17 aprile alle ore 21.30 la proiezione di Slow Food Story di Stefano Sardo, la storia della rivoluzione lenta della realtà fondata da Carlo Petrini 25 anni fa, e attualmente presente in 150 paesi (interverrà Daniele Buttignol, segretario generale Slow Food Italia). Sabato 18 aprile, invece, presso l’aula del Consiglio comunale, alle ore 17.00, in collaborazione con Betadue cooperativa sociale, si terrà l’incontro su Tiziano Terzani, alla presenza della scrittrice Angela Terzani Staude e del regista Mario Zanot. Nel corso dell’evento, Mario Zanot intervisterà Angela sulla vita e il lavoro del marito, sul loro lungo e intenso rapporto e sulla condizione attuale del giornalismo. Verranno proiettati alcuni filmati che accompagneranno questo viaggio. Coordina Enzo Brogi. Prima dell’incontro sarà intitolato a Tiziano Terzani il parco pubblico attrezzato di Terranuova Bracciolini. 

Sempre sabato 18, alle Fornaci alle ore 21.30 sarà proiettato Alberi che camminano (Italia 2014, 59’) di Mattia Colombo, documentario nato da un’idea dello scrittore Erri De Luca che indaga l’intreccio tra la vita degli alberi e quella degli uomini che vivono a loro stretto contatto. A seguire l’incontro con il regista e i musicisti Gabriele Mirabassi e Giovanni Conversano. Le persone-libro” dell’associazione Donne di carta interpreteranno brani tratti da Il peso della farfalla di Erri De Luca. L’evento è in collaborazione con Valdarno Jazz, coordinano Pinangelo Marino e Daniele Corsi.

L’ultimo giorno di festival, domenica 19 aprile, sarà dedicato ai valori della Resistenza in occasione dei 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. 5 le proiezioni sul tema: tra queste, alle ore 16.00 in prima toscana, Animata resistenza (Italia 2014, 61’) di Francesco Montagner e Alberto Girotto, vincitore della sezione documentari all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, che ritrae l’animatore Simone Massi e la sua opera poetica portatrice di memoria. Alle ore 17.30, sarà presentato Materiali di memoria, progetto di videointerviste per un archivio della memoria di Montevarchi. Interverranno Paolo Martinino (ideatore del progetto), Giampiero Bigazzi (Materiali Sonori) e Pierluigi Fabiano (assessore alla cultura del Comune di Montevarchi). Seguirà Le parole della memoria – appunti per un documentario sul giorno della liberazione di San Giovanni Valdarno (Italia 2014, 22’) di Pierfrancesco Bigazzi, poi Fedele alla linea (Italia 2013, 74’) di Germano Maccioni, alla presenza del regista, dialogo intimo con l’artista Giovanni Lindo Ferretti, mentre, alle ore 21.30 si terrà l’anteprima nazionale di Il nemico – un breviario partigiano (Italia 2015, 80’) di Federico Spinetti. Partendo dalla domanda “Quanto è stereotipata, quanto è viva la parola partigiano?”, il film racconta di come Massimo Zamboni, chitarrista e co-fondatore dei CSI, a quindici anni dallo scioglimento della storica band post-punk italiana, vorrebbe riunire i membri attorno a un nuovo progetto sul tema partigiano. Non una “reunion”, forse un nuovo inizio. Il film intreccia l’elaborazione musicale con la storia personale di Massimo Zamboni, tragicamente segnata da uno sparo. Alla presenza del regista. Chiusura con Leco di uno sparo, reading musicale di e con Massimo Zamboni.

massimo zamboniDice Tommaso Orbi, direttore del festival: “Credo che la forza di “Sguardi sul Reale” risieda nella sua particolare offerta culturale e formativa, che mette in sinergia ‘sguardi’ diversi, che fa dialogare l’audiovisivo con linguaggi appartenenti ad altre discipline artistiche, come musica e fotografia, coinvolgendo autori locali, nazionali e internazionali, per restituire un racconto del reale e della contemporaneità che possa parlare a tutti e, a sua volta, motivare nuovi sguardi, dare spunti e prospettive. Quest’anno il Festival presenta una struttura particolarmente ricca e variegata, costruita su tematiche importanti e di forte attualità. Nella struttura di questa edizione abbiamo ampliato notevolmente l’offerta formativa, e siamo orgogliosi di annunciare la presenza di due workshop: quello di fotografia con Marco Pinna e Antonio Manta e quello di cinema documentario con Gianluca Arcopinto, Alessandro Rossetto e Jacopo Quadri. Anche la sezione espositiva quest’anno è cresciuta nell’offerta e ha ampliato il bacino delle collaborazioni, presentando una mostra a Palazzo Concini, “Sguardi altrove”, con i quattro fotografi vincitori del Word Report Award del Festival della Fotografia Etica di Lodi e Transmongolian – The Secret History of the Mongols di Alvaro Laiz, curata in collaborazione con Cortona On The Move e BAM (Bottega Antonio Manta). Di anno in anno “Sguardi sul Reale” cresce e rafforza la sua identità e riconoscibilità, senza perdere l’anima e la spinta che l’hanno fatto nascere, e questo grazie soprattutto alla professionalità e alla passione di tutti i miei collaboratori”.

sul 45° parallelo2Nel programma, si segnala la mostra fotografica Sguardi altrovededicata al fotoreportage internazionale, che si terrà da venerdì 17 (inaugurazione ore 19.00 con cena e con concerto itinerante della Banda Improvvisa Street) a domenica 19 aprile presso Palazzo Concini a Terranuova Bracciolini (Ar) e che racconterà, attraverso gli scatti potenti di Alvaro Laiz, Fausto Podavini, Sara Naomi Lewkowicz, Donald Weber e Oriol Segon Torra, la diversità, la violenza, il potere e l’amore. Inoltre, ogni sera, sui muri esterni delle Fornaci, saranno proiettati in videoinstallazione i film Sul 45° parallelo di Davide Ferrario, e  Brasimone di Riccardo Palladino, oltre a materiale sviluppato da Macma, Slow Food e Materiali Sonori. 

Due i laboratori di alta formazione proposti, quello di fotografia con Marco Pinna (photo editor del National Geographic Italia) e Antonio Manta (tra i maggiori stampatori italiani), e quello di cinema documentario con Gianluca Arcopinto (organizzatore generale della serie TV Gomorra), Alessandro Rossetto (regista di “Piccola Patria” e “Feltrinelli”) e Jacopo Quadri (montatore del Leone d’Oro Gianfranco Rosi).

Tra gli altri appuntamenti, sabato 18 aprile, alle ore 9.30 (fino alle 12.30), si terrà un laboratorio fotografico per bambini dai 6 agli 11 anni, dal titolo Fotografare la natura a Terranuova, tenuto da Alessandra Quadri (fotografa) e Erika Giachi (guida ambientale). L’evento è in collaborazione con IdeaAzione e Alcedo Ambiente (ritrovo presso la Biblioteca dei Ragazzi de Le Fornaci). 

Infine, ogni sera del festival, alle ore 20.00, a Le Fornaci si terrà l’aperitivo cena a cura di #QuasiQuasi_social cafè_ 

Il Festival è organizzato dallassociazione MACMA e promosso dal Comune di Terranuova Bracciolini e dallIstituzione Le Fornaci con il sostegno della Fondazione Sistema Toscana, con la collaborazione di Festival della Fotografia Etica di Lodi, Cortona on the Move, Centro Sperimentale di Cinematografia, Slow Food Colli Superiori del Valdarno, Associazione Valdarno Culture, #QuasiQuasi_social cafè_, e con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, del Comune di Montevarchi e della Fondazione Toscana Spettacolo.                                                                  

Ingresso libero a eccezione di:

cena itinerante con concerto del 17 aprile  (€10 cena e concerto, €13 con proiezione di film) 

venerdì 17 aprile e sabato 18 aprile, ingresso €5 intero, €4 ridotto (under 26 / over 65, Soci Coop)

sabato 18 aprile serale, ingresso €5 intero e €4 ridotto (under 26 / over 65, Soci Coop)

domenica 19 aprile serale, ingresso unico €5

Info: http://auditoriumfornaci.com

https://www.facebook.com/sguardisulrealefestival

macma.info@gmail.com

+39 3387829224

8MM di Pasquale D’Aiello vince il primo premio ex-aequo al Festival inContro ilCorto

Ricevo e volentieri pubblico

locandina8mmlight3Il cortometraggio “8 mm”, prodotto dal CSI, scritto e diretto da Pasquale D’Aiello, ha vinto il primo premio (ex-aequo) al Festival inContro ilCorto.

Il film tratta del ricordo di una giornata di 30 anni prima,
il 25 aprile del 1977. In quel giorno si interrompe una storia d’amore
a causa del drammatico epilogo di un’azione armata compiuta in una manifestazione
qualche giorno prima. Questa coincidenza diventa emblematica della sovrapponibilita’
del personale al politico, almeno per chi ha vissuto con intensita’ le vicende politiche quel periodo.
Il racconto di una vicenda personale diventa rappresentativo delle diverse umanita’
che si misero in gioco negli avvenimenti drammatici degli anni di piombo italiani…