LA RECENSIONE DI MARINA: NERUDA di Pablo Larrain

neruda-luis-gneccoTITOLO: NERUDA; REGIA: Pablo Larrain; genere: drammatico, biografico; anno: 2016; paese: Cile; cast: Luis Gnecco, Gael Garcìa Bernal, Mercedes Moran, Alfredo Castro; durata: 107′

Nelle sale italiane dal 13 ottobre, Neruda è il penultimo lungometraggio del grande cineasta cileno Pablo Larrain, presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.

Cile, 1948. La Guerra Fredda è arrivata anche qui. Dopo aver accusato il governo di tradire il Partito Comunista, il senatore e poeta Pablo Neruda viene messo sotto accusa dal Presidente Gonzalez Videla, il quale, a sua volta, incaricherà l’ispettore di polizia Oscar Pelluchonneau di arrestarlo. Neruda sarà, così, costretto a fuggire da suo paese insieme alla moglie. Durante la fuga, inoltre, scriverà la sua raccolta di poesie “Canto general” e si divertirà a lasciare indizi circa i suoi spostamenti a Pelluchonneau.

0-e1437860435563Che dire? Senza dubbio possiamo affermare a gran voce che Pablo Larrain è, al momento, uno degli autori più complessi, prolifici ed interessanti del panorama cinematografico mondiale. Uno dei pochi autori a mettere d’accordo tutti, pubblico e critica. E questo suo penultimo lavoro non è solo una conferma del suo talento, bensì quasi una summa di tutto quello che fino ad oggi è stata la sua poetica. Si tratta, infatti, di un’opera maestosa, talmente complessa e stratificata da distinguersi per grandezza dalla maggior parte dei prodotti attualmente in sala.

Ma, in sostanza, cos’è Neruda? Definirlo biopic potrebbe forse essere eccessivo, dal momento che lo stesso Larrain ha affermato di essersi voluto concentrare solo su un particolare aspetto della vita del poeta cileno, creando per l’occasione anche episodi e personaggi di fantasia. Egli ha definito il suo film, pertanto, un falso biopic. Definizione, questa, che cela un lavoro molto più minuzioso e complesso di quanto si possa immaginare.

maxresdefaultEppure non è il personaggio di Neruda la vera peculiarità del film. La vera chicca è, in realtà, la figura di Oscar Pelluchonneau. A lui spetta il compito – non facile – di tentare di comprendere la sfaccettata personalità del poeta. Lui è quella persona che lo odia e – allo stesso tempo – lo ammira profondamente. É con lui che Neruda si diverte a giocare, facendogli trovare indizi lungo il percorso e mandandolo, di conseguenza, su tutte le furie. É lui che – vittima di un forte desiderio di rivalsa dopo un’infanzia travagliata – cerca in tutti i modi di dimostrare – soprattutto a sé stesso – di essere un bravo poliziotto. É sua, infine, la voce narrante, costante dall’inizio alla fine, la quale – a sua volta – raggiunge il suo climax proprio nelle ultime scene. Voce narrante che mai come in questo caso risulta appropriata e che non fa altro che arricchire ulteriormente tutto il prodotto.

Un crescendo di emozioni. Un concentrato di ironia, dramma e poesia. Il tutto condito da una sapiente regia, da una fotografia dai colori tenui e retrò (tipica del cinema di Larrain), oltre che da un’appropriata e ben riuscita colonna sonora, realizzata da Federico Jusid. Neruda è, senza dubbio, quanto di meglio possiamo vedere al momento. Una vera perla che sembra a tutti gli effetti destinata ad entrare di diritto nella storia del cinema.

VOTO: 9/10

Marina Pavido