LA RECENSIONE – CATTIVISSIMO ME 3 di Pierre Coffin e Kyle Balda

despicablemeTITOLO: CATTIVISSIMO ME 3; REGIA: Pierre Coffin, Kyle Balda; genere: animazione; paese: USA, Francia; anno: 2017; durata: 98′

Nelle sale italiane dal 24 agosto, Cattivissimo me 3 è l’ultimo (per ora) capitolo della fortunata saga di animazione iniziata nel 2010 con Cattivissimo me, a cui sono seguiti Cattivissimo me 2 (2013) e lo spin-off Minions (2015). Anche in occasione di questo ultimo capitolo, la regia è stata affidata al francese Pierre Coffin – a lui, tra l’altro, il compito di doppiare i simpatici minions – mentre il suo braccio destro Chris Renaud è stato sostituito da Kyle Balda.

A distanza di ben quattro anni dall’ultimo capitolo, ritroviamo, come sempre l’ex cattivissimo Gru, felicemente sposato con la simpatica spia Lucy e papà realizzato delle tre orfanelle – Margot, Edith e Agnes – adottate nel primo film. Il capo della Lega Anti Cattivi, Silas Caprachiappa, è ormai andato in pensione e la nuova direttrice non ci metterà molto a licenziare, senza tanti complimenti, Gru e Lucy, dopo che entrambi hanno fallito la loro ultima missione, che consisteva nel catturare un nuovo, pericoloso criminale: Balthasar Bratt, ex bambino prodigio degli anni ’80 intenzionato a radere al suolo Hollywood, che, a distanza di anni, sembra averlo del tutto dimenticato. Le novità, però, non finiscono qui: ormai senza lavoro, Gru riceve, un giorno, una lettera inaspettata che lo informa circa l’esistenza di un suo fratello gemello – Dru – intenzionato a conoscerlo ed a riallacciare i rapporti. A cosa porterà la nascita di questo nuovo legame?

downloadRicco di spunti l’incipit, perfettamente all’altezza degli altri film – se non, per certi versi, addirittura più interessante – il resto del lungometraggio, Cattivissimo me 3, rispetto ad altre fortunate saghe di animazione che, man mano che si è andati avanti con i capitoli, hanno perso di mordente – come, ad esempio, la saga di Madagascar o di Kung fu Panda – si classifica come un prodotto ricco di interessanti riflessioni sul passato, sul presente, sulla società del consumismo e, non per ultimo, su Hollywood e sul mondo del cinema e dello star system in generale.

A tal proposito, la figura del cattivo Balthasar Bratt è emblematica: ex bambino prodigio, amante delle gomme da masticare – diventate, in seguito, la sua arma più terribile – e di Michael Jackson, di cui imita alla perfezione il look e le movenze, il criminale sta a rappresentare un passato che sembra ormai dimenticato da una “società dell’usa e getta”, la società dei fast food, degli speed date e di tutto ciò che non richieda troppo tempo e dedizione e che possa essere facilmente sostituito ogni volta da qualcosa di “nuovo”. Ed Hollywood stessa, in questo caso, non ne esce del tutto pulita, in quanto artefice della rovina dello stesso Bratt, così come di molti altri divi del passato.

cattivissimo-me-3-trailer-italiano-1280x720Alla luce di tali riflessioni, però, c’è qualcosa che, sebbene nato nei nostri giorni, sembra essere destinato, in un modo o nell’altro, a “passare alla storia”? Sembra proprio di sì. E sono proprio i minions il fortunato cavallo di battaglia di tutta la saga, che – piccoli, gialli e spassosi, pensati come una grade e chiassosa scolaresca di soli alunni maschi – fin dal primo Cattivissimo me hanno saputo conquistare grandi e piccini, al punto di diventare delle vere e proprie icone, spingendo la Universal a produrre uno spin-off a loro dedicato prima ancora di finire la saga. Senza contare che la Illumination Mac Guff, dove i simpatici esserini gialli hanno visto la luce, da grande sconosciuta qual era prima, adesso è diventata grazie a loro uno dei più acclamati studi di animazione. D’altronde, come non affezionarsi e divertirsi con questi simpatici personaggi?

Al termine della visione di Cattivissimo me 3, non possiamo affermare con esattezza se questo sia o meno l’ultimo capitolo della saga, dal momento che il finale è stato volutamente lasciato in sospeso. Eppure ci auguriamo soltanto che la Universal stessa trovi sempre la chiave giusta per portare avanti la storia di Gru, dei minions, delle bambine e di tutti i personaggi a cui noi tutti siamo affezionati. Chissà come ne sarebbe contento Stefano – cugino della sottoscritta – a cui è dedicato questo articolo!

VOTO: 7/10

Marina Pavido

XVII FUTURE FILM FESTIVAL – EAT THE FUTURE – 5/10 maggio Bologna

Ricevo e volentieri pubblico

FUTURE FILM FESTIVAL
“EAT THE FUTURE” È IL TEMA DELLA XVII EDIZIONE (BOLOGNA, 5/10 MAGGIO)

NELL’ANNO DELL’EXPO, UN FAMELICO SGUARDO SUL CIBO DEL FUTURO, TRA HORROR E FANTASCIENZA

www.futurefilmfestival.org

 FFF2015

A poco meno di due mesi dall’apertura della XVII edizione, il FUTURE FILM FESTIVAL (Bologna, 5/10 maggio) inizia a svelare le sue carte, e in particolare il “tema” di quest’anno, mai così attuale: EAT THE FUTURE. Nel 2015 dell’Expo, che a Milano affronta il tema nobile “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, anche il FFF – che negli ultimi anni ha già esplorato la fine del mondo, l’avvento dei mostri e le città del futuro – getta il suo “famelico” sguardo sul cibo.

«Dimenticate – spiegano i direttori artistici Oscar Cosulich e Giulietta Farail topo Remy di Ratatuille, perché spesso, nella storia del cinema, la tavola è diventato un campo di battaglia tra l’uomo e l’alimento, con inevitabili inversioni di ruolo tra chi mangia e chi è mangiato».

«Se oggi l’uomo non mangia più l’uomo – sostiene Daniel Pennac in uno dei suoi romanzi – è unicamente perché la cucina ha fatto dei progressi!». Partendo da questa e da tante altre suggestioni, il festival affronterà il tema attraverso la lente dei “generi” cinematografici che gli sono più congeniali: la fantascienza e l’horror. Tra animali giganteschi, gelati assassini e alieni affamati, le visioni non saranno delle più ottimistiche, ma il divertimento del pubblico sarà assicurato da una gustosa retrospettiva di cult-movie: cinque film rari, per una “indigestione” di (im)possibili scenari futuri.

 

Questi i titoli scelti:

the food of the godsIl cibo degli dei / The Food of The Gods (1976) di Bert I. Gordon (tratto dal racconto omonimo di H. G. Wells), propone la minaccia di una misteriosa sostanza liquida e cremosa, che ha generato api e topi giganti. Il film è un classico del fantastico vintage, essendo diretto da uno specialista di B-movie con protagonisti sovradimensionati (Bert I. Gordon, infatti, era soprannominato “Mr. Big”), responsabile di film “weird” come The Amazing Colossal Man e L’impero delle termiti giganti.

2022: I sopravvissuti / Soylent Green (1973) di Richard Fleischer, descrive un 2022 sovrappopolato in cui opera la Soylent, produttrice di cibo sintetico. Con il protagonista Charlton Heston (e un grandissimo Edward G. Robinson) lo spettatore scoprirà la cupa soluzione della multinazionale al problema del sostentamento dell’umanità.

stuff12Stuff – Il gelato che uccide / The Stuff (1985) di Larry Cohen, è una ironica metafora, dove una strana e gustosissima sostanza cremosa (fuoriuscita dalla crepa di una miniera), diviene il cibo favorito di consumatori che, dopo averlo ingerito, sono svuotati della propria personalità e trasformati in una specie di automi. Larry Cohen (autore di classici horror come la trilogia «Baby Killer» e «Il serpente alato»), rilegge in chiave splatter il tema dell’invasione degli ultracorpi: qui la minaccia non è più il comunismo (che veniva da fuori e s’infiltrava nella società americana), ma il consumismo, che divora dall’interno il consumatore.

Horror in Bowery Street / Street Trash (1987) di Jim Muro è l’unico film diretto dal leggendario operatore steadycam di James Cameron e Kathryn Bigelow: un cult splatter, dove il cattivo gusto e l’eccesso diventano arte, per raccontare i tragici effetti del liquore “Viper”, in una New York lercia e malfamata.

01_STREET_TRASH_PROMOSTILLSFuori di testa / Bad Taste (1987), esordio del futuro re del boxoffice Peter Jackson (Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit) è un esilarante film low budget, splatter e demenziale. La storia narra l’indagine degli agenti dell’A.I.D.S. (Alien Investigation Defense Service) sulla inspiegabile scomparsa degli abitanti della piccola cittadina di Kaihoro. Si scoprirà che un gruppo di alieni è sceso in città e ha massacrato la popolazione, accumulandone i cadaveri per portarli con sé nello spazio e inaugurare una catena di fast-food intergalattica specializzata in saporiti piatti a base di carne umana.
Nato nel 1999 a Bologna, il Future Film Festival si è affermato come il primo e più importante evento in Italia dedicato alle tecnologie applicate all’animazione, al cinema, ai videogame e ai new media. Ogni anno, nel capoluogo emiliano, si danno appuntamento i più importanti registi, direttori artistici e creativi, per presentare in anteprima i propri film. Uno sguardo al futuro del cinema, ma non solo.


Due anche quest’anno le sezioni competitive del Festival: il Concorso Lungometraggi, cui parteciperanno 10 titoli a caccia del Platinum Grand Prize e il Future Film Short riservato ai corti.