LA RECENSIONE DI MARINA – AQUARIUS di Kleber Mendonça Filho

thumb_1867_media_image_926x584TITOLO: AQUARIUS; REGIA: Kleber Mendonça Filho; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Brasile; cast: Sonia Braga, Maeve Jinkings, Irandhir Santos; durata: 140′

Nelle sale italiane dal 15 dicembre, Aquarius è l’ultimo lungometraggio del regista brasiliano Kleber Mendonça Filho, presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes.

Clara è un critico musicale che, rimasta vedova, vive da sola in un piccolo palazzo sul lungomare di Recife chiamato Aquarius. Una compagnia immobiliare, però, ha già acquistato tutti gli appartamenti dello stabile, con l’intento di costruire un grattacielo di lusso al posto del vecchio edificio.La donna, dal canto suo, non ha alcuna intenzione di vendere l’appartamento in cui ha vissuto per anni. Avrà così inizio una lunga battaglia psicologica e legale tra le due parti e Clara avrà modo di affermare sé stessa e la propria libertà.

aquarius_sonia_braga_irandhir_santos_julia_bernatOsannato dalla critica di tutto il mondo, prodotto con molti problemi in Brasile, questo ultimo lungometraggio di Mendonça Filho è un vero e proprio manifesto della libertà femminile, all’interno di una società che sembra appartenere ancora esclusivamente al genere maschile.

Clara è una donna che ha sofferto molto, ma che dalle sofferenze ha saputo trarre un’inaspettata forza. La malattia che l’ha colpita da giovane resta un ricordo lontano e, allo stesso tempo, più vicino di quanto si possa immaginare. Interessante l’analogia tra la protagonista ed il palazzo in quale ella abita: ci troviamo di fronte ad una vera e propria trasfigurazione, i due diventano una cosa sola e salvare la casa dove ha vissuto ha la valenza, per Clara, di salvare sé stessa. Pertinente, a questo proposito, la scelta di suddividere il lungometraggio in tre capitoli: I capelli di Clara, L’amore di Clara e Il cancro di Clara. Quel che viene raccontato è il lungo percorso compiuto per salvare Aquarius. Poco, molto poco viene accennato circa il passato della protagonista. Quello che sappiamo è che viene da una famiglia numerosa, che ha sconfitto in giovane età il cancro e che ha avuto come esempio di libertà una vecchia zia. Il tutto diviene una base di partenza, l’input per dare il via alla vita di una “seconda Clara”.

56588_pplScript di ferro, regia essenziale e priva di inutili fronzoli, con una fotografia dai colori pastello. Questo lungometraggio di Mendonça Filho è, senza dubbio, un prodotto ben confezionato e ben riuscito. La vera peculiarità del film, però, è la grande Sonia Braga nel ruolo della protagonista. A lei il merito di aver dato vita ad un personaggio vero, intenso e complesso, senza mai andare sopra le righe e reggendo bene ogni singola sfumatura.

L’unico rimprovero che si può muovere a Aquarius è, forse, il fatto di avere al suo interno qualche elemento sviluppato in modo eccessivamente sommario (la figura del marito di Clara, ad esempio, così come il rapporto della stessa con la musica). E, vista la durata del film, si sarebbe potuto approfondire meglio tutto tagliando, forse,alcune scene superflue e ripetitive.

Detto questo, ci troviamo senza dubbio di fronte ad un prodotto vero ed intenso. Un urlo arrabbiato ed appassionato allo stesso tempo che ben rende il desiderio di affermazione e di libertà della protagonista. L’impatto sul pubblico è forte. E gli spettatori, a loro volta, usciranno dalla sala carichi e soddisfatti.

VOTO: 7/10

Marina Pavido