LA RECENSIONE – LIBERE DISOBBEDIENTI INNAMORATE di Maysaloun Hamoud

libere_disobbedienti_innamorateTITOLO: LIBERE DISOBBEDIENTI INNAMORATE; REGIA: Maysaloun Hamoud; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Israele, Francia; cast: Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura; durata: 103′

Nelle sale italiane dal 6 aprile, Libere disobbedienti innamorate è l’opera prima della giovane regista israeliana Maysaloun Hamoud, presentata in concorso al Toronto International Film Festival.

Siamo a Tel Aviv. Laila è un’affascinante avvocato, sicura di sé e molto ammirata. Salma, dal canto suo, ha una personalità molto più docile, lavora come barista e saltuariamente come deejay. Nour, infine, è la più fragile di tutte. Estremamente religiosa (soprattutto in seguito all’educazione ricevuta), è fidanzata e prossima alle nozze con un uomo considerato dalla propria famiglia “un buon partito”. Solo nel momento in cui andrà a vivere con Laila e Salma capirà cosa vuol dire davvero essere felici e, soprattutto, essere sé stesse.

in_between_still_1_h_2016Se si pensa al titolo originale del lungometraggio – In Between – si riesce ad inquadrare maggiormente la condizione in cui le tre ragazze si trovano. Sono donne, loro, che hanno già spiccato quel salto verso la libertà e l’affermazione di sé (cosa naturale all’interno della cultura occidentale), ma che, tuttavia, non riescono, loro malgrado, a superare del tutto la loro stessa cultura, ancora estremamente tradizionale. Il coesistere di questi due mondi, l’essere in bilico tra essi viene reso particolarmente bene dalla giovane regista, la quale, dal canto suo, pur dando al lungometraggio un andamento decisamente classico e lineare, parte inizialmente subito in quarta – grazie anche ad un particolare uso della musica (ad alto volume) e del montaggio (con tagli netti, quasi improvvisi) – facendo sì che il suo lavoro sia un lungometraggio arrabbiato, “urlato”, che sa il fatto suo e che, analogamente alle sue protagoniste, reclama a gran voce il diritto di “fare la differenza”, di distinguersi all’interno della cinematografia del proprio paese, sia per il tema trattato, sia per il fatto di essere stato girato da una donna (se si pensa a Ronit Elkabetz, a Rama Burstein e a poche altre, non sono molte, di fatto, le registe donne in Israele). E, di fatto, malgrado un (a volte fin troppo) forte attaccamento alla cinematografia occidentale, dovuto, probabilmente, in parte ai gusti personali, in parte alla scarsa esperienza dietro la macchina da presa, questo lavoro della Hamoud in qualche modo la differenza la fa. Se non altro per la genuinità della regista stessa e, soprattutto, per le brave interpreti che, malgrado una caratterizzazione forse un po’ troppo stereotipata e non del tutto naturale dei loro personaggi, riescono a rendere, di fatto, le loro Laila, Salma e Nour fortemente empatiche e fin da subito in sintonia con lo spettatore.

10_lLa creta ce l’abbiamo, ora pensiamo a modellare la scultura. E, chissà, magari prima di quanto si pensi, il cinema di Maysaloun Hamoud raggiungerà finalmente una propria, necessaria maturità, in modo da spiccare il volo una volta per tutte.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

SUONA ANCORA di Israel Moscati e Beppe Tufarulo in onda su TG” Dossier

Ricevo e volentieri pubblico

 

Giornata della Memoria 2016: il documentario Suona Ancora, di Israel Moscati sabato 30 gennaio in onda su TG2 Dossier e proiettato al Conservatorio Israeliano di Musica di Tel Aviv

In occasione degli eventi dedicati alla “Giornata della Memoria”, che la Rai segue con un’ampia copertura informativa su tutti i suoi canali tv e radio, sabato 30 gennaio – verrà trasmesso su TG2 Dossier, alle ore 23:40 circa, il film documentario Suona ancora – Il coraggio dei figli e nipoti della Shoah è stato quello di vivere scritto da Israel Moscati e diretto da Beppe Tufarulo, prodotto da Global Vision Group con Rai Cinema. La messa in onda televisiva sarà contemporanea alla presentazione del documentario presso il Conservatorio Israeliano di Musica di Tel Aviv, alla presenza dell’autore Israel Moscati.

Parole come note, uno spartito dolente e solitario di storie drammatiche ed incancellabili raccontate dai discendenti di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Da Roma a Tel Aviv passando per Berlino e Budapest, Moscati si fa maestro concertista di sofferenze condivise, di ferite profonde che si tramandano devastanti nelle vite di figli e nipoti delle vittime della Shoah. Tutti gli intervistati sono musicisti o appassionati di musica come lo erano i loro padri e i loro nonni. Traumi difficili da superare: resta il coraggio di vivere per la “rinascita” del popolo ebraico. Suona ancora – Il coraggio dei figli e nipoti della Shoah è stato quello di vivere è strutturato con una serie di interviste nelle varie città europee e in Israele, dove un bambino di dodici anni suona la viola proveniente dai campi di sterminio che uno dei protagonisti, il restauratore di violini Amnon Weinstein, molti anni fa ha recuperato e restaurato.

DANCING IN JAFFA di Hilla Medalia in anteprima al Cinema Eden di Arezzo

Ricevo e volentieri pubblico

L’Associazione Sosta Palmizi presenta il film documentario

 “Dancing in Jaffa” 

di Hilla Medalia

Anteprima italiana

Mercoledì 21 ottobre ore 21.00 | Cinema Eden, Via Antonio Guadagnoli, 2 – Arezzo

Continua la II edizione di CinemaèDanza | Rassegna di film che incontrano le espressioni del corpo ideata e realizzata dall’Associazione Sosta Palmizi.
Il terzo incontro della rassegna si terrà mercoledì 21 ottobre al Cinema Eden di Arezzo con il film in anteprima italiana “Dancing in Jaffa” di Hilla Medalia (Usa, 2014, 86’), uno straordinario film documentario che farà luce sul ruolo sociale e politico della danza.

Pierre Dulaine, popolare ballerino da sala e insegnante noto per l’introduzione del ballo nelle scuole americane, porta il suo progetto Dancing classrooms tra gli studenti israeliani e palestinesi.
Il sogno di Dulaine è sempre stato quello di vedere palestinesi e israeliani ballare insieme, superando barriere fisiche e mentali. Pierre oggi ha 70 anni e decide di ritornare nella sua città natale Jaffa – a pochi chilometri a sud di Tel Aviv, in Israele – per far avverare il suo desiderio e tiene un corso di 10 settimane per insegnare a 150 bambini israeliani e palestinesi a “toccare” il nemico e superare così le diffidenze tra due popoli: “Quando tocchi qualcuno mostrandoti rispettoso, qualcosa cambia”, sostiene Dulaine.
In questo documentario, presentato in anteprima italiana, Dulaine è raccontato con uno sguardo più intimo rispetto ai precedenti film a lui dedicati (“Ti va di ballare?” con Antonio Banderas e “Mad hot ballroom”); vengono inoltre ben evidenziate sia le complessità sia le speranze che si nascondono dietro al conflitto israelo-palestinese. Il film segue il progetto Dancing classrooms dalla genesi alla gara finale. 

La serata è realizzata in collaborazione con Officine della Cultura e con Rondine Cittadella della Pace
L’Associazione Rondine, in occasione dell’evento, porterà la sua testimonianza concreta di convivenza tra giovani appartenenti a popoli in conflitto, che si realizza proprio alle porte di Arezzo. Saranno presenti alcuni giovani dello Studentato Internazionale, i quali presenteranno la propria esperienza di condivisione del quotidiano vissuta a Rondine, raccontando come si può superare il conflitto attraverso il dialogo, la conoscenza e il rispetto dell’altro; elementi fondamentali per la ricostruzione della fiducia come base della convivenza pacifica e che conducono alla scoperta della persona al di là della bandiera che rappresenta.

Info:
Associazione Sosta Palmizi
info@sostapalmizi.it / 0575 630678 / www.sostapalmizi.it
Ingresso: 5,50 euro

CinemaèDanza è un’iniziativa promossa dall’Associazione Sosta Palmizi e curata da Silvia Taborelli e Raffaella Giordano. È realizzata nell’ambito del Progetto a sostegno delle Residenze Artistiche della Regione Toscana, in collaborazione con Comune di Cortona e Cortona Mix Festival, Comune di Arezzo, Cinema Eden, Officine della Cultura, Associazione MACMA, Le Fornaci Centro Culturale Auditorium, Comune di Terranuova Bracciolini.

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Italy

LA CINETECA NAZIONALE RICEVE UN ECCEZIONALE RITROVAMENTO

Ricevo e volentieri pubblico

A seguito dell’eccezionale ritrovamento del patrimonio filmico delle famiglie ebraiche italiane prima della guerra, completamente inesistente sino ad un anno fa: 36 bobine 16mm, per almeno cento ore di girato complessivo, rinvenute a Buenos Aires dal giornalista Claudio Della Seta, è stato affidato da Gabriel Sagel, pronipote di Salvatore Di Segni, e da Claudio Della Seta, coordinatore del progetto, all’Icrcpal (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario) e al Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale rappresentati rispettivamente dalla direttrice Maria Cristina Misiti e da Mario Musumeci, responsabile dell’Ufficio studi e metodologie per la conservazione ed il restauro.

I materiali saranno restaurati e digitalizzati nell’ambito di un progetto che prevede fra l’altro la redazione, su alcune di queste pellicole, di una tesi di laurea di uno degli studenti della Scuola di Alta Formazione per Restauratori del Patrimonio Culturale organizzata dall’ Icrcpal e dalla Cineteca nazionale.

L’autore dei film è Salvatore Di Segni, un pioniere della cinematografia amatoriale in Italia da riscoprire, i cui straordinari film girati in bianco e nero 35mm nel 1923 sono stati recentemente presentati a Roma, allo Yad Vashem di Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa, New York e Washington.

Le 36 nuove bobine, tutte meticolosamente etichettate con luogo (si va da Roma a Capri, a Milano a Parigi) e data delle riprese, si collocano nel decennio fra l’estate del 1928 ed il 1937.  Tre di queste bobine sono girate su pellicola pancromatica a colori.

La famiglia Di Segni ha espresso l’intenzione di donare gli originali, a restauro avvenuto, al Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea) di Milano, al fine di riunirli ai film precedenti e costituire un fondo intitolato all’autore Salvatore Di Segni.

COMUNICAZIONI INTERESSANTI: L’UOMO PER BENE di Vanessa Lapa in sala il 27 e 28 gennaio per il Giorno della Memoria

Ricevo e volentieri pubblico

Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema

Presentano

 

Il pluripremiato film

L’UOMO PER BENE

Le lettere segrete di Heinrich Himmler

 

Un film di Vanessa Lapa

 The Decent One

Dopo lincredibile successo di Hannah Arendt 

un nuovo profondo film sulla “banalità del male”

per celebrare il Giorno della Memoria

Solo il 27 al 28 gennaio 2015 nei cinema italiani

 

Raggelante

Nicolas Rapold, The New York Times

 

Una delle esperienze cinematografiche più profondamente disturbanti della mia vita. Possiede la forza della paziente costruzione di un incubo dei film di Michael Haneke, che affondano le loro radici nelle stesse tenebre dell’Europa del XX secolo

Andrew O’Hehir, Salon.com

Il 6 maggio del 1945 i soldati dell’armata americana occuparono la casa di famiglia degli Himmler a Gmund, in Germania, dove furono scoperte centinaia di lettere private, documenti, diari e fotografie. Dalla lettura di questo materiale è nato un film che svela i pensieri nascosti, gli ideali, i piani e i segreti del comandante delle SS, l’architetto della Soluzione Finale Heinrich Himmler. Il tutto grazie a rarissimi filmati, spesso mai visti prima, tratti da 151 fonti di 53 diversi archivi dislocati in 13 paesi del mondo, come il Bundesfilmarchiv Berlino, il National Archive Maryland, lo Steven Spielberg Film and Video Archive presso l’USHMM Washington e molti altri. Il girato è stato interamente restaurato, sonorizzato, montato seguendo il fil rouge delle lettere di Himmler e mostrando allo spettatore come la crudeltà e il male possano emergere e svilupparsi da un’apparente normalità”.

Dopo aver partecipato al Berlinale, al Jerusalem Film Festival, al Vancouver International Film Festival, a Documenta Madrid 14, al Rio de Janeiro International Film Festival, al Telluride Film Festival, al Planete + Doc Film Festival, al Dok Fest e a molti altri festival, L’Uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler, firmato dalla regista Vanessa Lapa, arriva in Italia solo per due giorni il 27 ed il 28 gennaio 2015 (elenco delle sale a breve su nexodigital.it) come evento cinematografico in occasione del Giorno della Memoria,  la ricorrenza internazionale per ricordare le vittime del nazismo e della Shoah proprio nel giorno in cui, nel 1945, vennero aperte le porte del campo di sterminio di Auschwitz.

Com’è accaduto che un uomo, un cattolico-nazionalista della classe media, potesse diventare il braccio destro di Hitler, il responsabile dell’ideazione, dello sviluppo ed esecuzione delle strategie che portarono allo sterminio di milioni di ebrei, comunisti, testimoni di Geova, omosessuali, dissidenti e Rom? Da dove nasce questa ideologia? Come vedeva se stesso e com’era visto in privato – dalla moglie Margarete, dalla figlia Gudrun e dall’amante Hedwig? Com’è stato possibile che l’uomo che tanto elogiava le cosiddette virtù tedesche, come l’ordine, la decenza e la bontà, quando scriveva a casa, e nel bel mezzo della guerra e della Soluzione Finale, affermasse: “Malgrado tutto il lavoro, sto bene e dormo bene”? Come può un uomo diventare un eroe ai propri occhi ed essere uno sterminatore di massa agli occhi del mondo?

Spiega Vanessa Lapa Dato che la narrazione del film si svolge intorno alla costellazione di Himmler e della sua famiglia – dapprima attraverso i parenti e i fratelli, poi attraverso la moglie, la figlia e l’amante – il pubblico diventa testimone del mondo prodotto dalla Prima guerra mondiale e dalla Repubblica di Weimar, visti inizialmente dal punto di vista di un tedesco della classe media e successivamente dal punto di vista di una famiglia nazista di alto rango”.

Un viaggio nella Germania del tempo, dunque, ma soprattutto un viaggio nella personalità di Himmler realizzato proprio grazie alla collezione di documenti personali e fotografie che Dave Lapa, padre di Vanessa, ha acquistato nel 2006 e che, dopo un processo d’identificazione che ha coinvolto i maggiori esperti dall’Archivio nazionale tedesco, sono attualmente custoditi a Tel Aviv. Continua la regista “le impressioni personali e il personale coinvolgimento di Himmler negli sviluppi politici e sociali dell’epoca sono il filo conduttore che dà forma all’esperienza cinematografica e rivelano quanto la crudeltà e il male possano emergere e svilupparsi da un’apparente normalità. Lo spettatore è così abbandonato al disagio di essere combattuto tra due poli: il coinvolgimento emotivo dettato dagli scritti particolarmente intimi dei personaggi e le orribili atrocità commesse per loro ordine”.

Vanessa Lapa: nata e cresciuta in Belgio, vive in Israele dal 1995. Giornalista di successo, ha prodotto e diretto più di un centinaio di reportage d’attualità per la televisione Israeliana. Il suo docufilm Olmert – Concealed Documentary (Israele, 2009), che rivela il dietro le quinte del governo e della vita privata del Primo ministro israeliano Ehud Olmert, è stato acclamato come un esempio eccezionale di cinéma-verité. E’ anche stata coinvolta, per la parte Israeliana, nella produzione e creazione del contenuto per il documentario di 52 minuti Straddling the Fence (USA, 2003) diretto dal columnist newyorkese Thomas Friedman e trasmesso in tutto il mondo. Nel 2007 ha fondato la casa di produzione indipendente Realworks Ltd., con base a Tel Aviv.

Film Festival e Premi

 

Berlinale-Berlin Film Festival

Official Selection Panorama – Febbraio 2014

Documenta Madrid 14 – Madrid Documentary Film Festival

Official Selection Competitio – Maggio 2014

DOK. Fest – Munich International Documentary Film Festival

Special Screening – Maggio 2014

Planete Doc Film Festival, Warsaw

Official Selection – Competition – Maggio 2014

Jerusalem International Film Festival, Jerusalem

Winner – Best Documentary – Luglio 2014

Israeli Academy Awards

Nominated for the Ophir Prize – Israeli Academy Awards – Agosto 2014

41st Telluride Film Festival

Official Selection – Agosto 2014

Jameson CineFest – 11th Miskolc International Film Festival.

Official Selection– Competition – Settembre 2014

Bergen International Film Festival

Official Selection – Competition – Settembre 2014

Festival do Rio 2014 Rio de Janeiro International film festival

Official Selection– Settembre 2014

Reykjavík International Film Festival

Official Selection – Settembre 2014

L’Uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler è distribuito  nelle sale da Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema in collaborazione con MYmovies.it.

 

LA VIDEOARTE APPRODA AL CINEMA

Ricevo e volentieri pubblico

martedì 2 dicembre c/o

ABC Centro di cultura cinematografica Bari

Opera Barletta

Db d’essai di Lecce

 

La videoarte approda eccezionalmente al cinema e in Puglia porta il marchio Circuito D’Autore di Apulia Film Commission, da un’idea di Maria Paola Spinelli. Grazie a una nuova esclusiva collaborazione con Palazzo Grassi – Punta della Dogana – Pinault Collection, la serata del 2 dicembre le sale ABC di Bari, Db d’essai di Lecce e Opera di Barletta proporranno al loro pubblico tre diversi lavori di tre video artisti contemporanei, prestati eccezionalmente dalla Pinault Collection al Circuito D’Autore. A partire dalle 21.00, in contemporanea in tutte e tre le sale, saranno proposti i lavori “A Declaration” di Yael Bartana (2006), “Faezeh” di Shirin Neshat (2008) e “O Século” di Cinthia Marcelle & Tiago Mata Machado (2011): a introdurli ci saranno i critici Marilù Di Tursi (a Bari), Giusi Caroppo (a Barletta, dove è assessore alla cultura) e Valeria Raho (a Lecce). L’ingresso è gratuito.

Occasione preziosa per appassionati dell’arte contemporanea, ma anche per neofiti del genere che in questo appuntamento potranno scoprirla e apprezzarla sul grande schermo, la serata del 2 dicembre offrirà una panoramica d’eccezione su alcune espressioni artistiche intensamente legate alla contemporaneità e ai paesi di origine dei quattro artisti, la maggior parte dei quali è fortemente toccato da situazioni di conflitto (è il caso dell’israeliana Yael Bartana) o da condizioni femminili problematiche (come accade all’iraniana Shirin Neshat) o ancora dal confronto con una modernità complessa e caotica (espressa nei video dei brasiliani Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado).

declaration per stampa

Nata nel 1970 a Kfar Yehezkel, Yael Bartana è una delle più importanti videoartiste israeliane, attiva oggi tra Tel Aviv e Amsterdam. Profondamente segnata dal conflitto che oppone lo stato di Israele a quello palestinese, con A Declaration (2006) propone una riflessione critica e poetica sulla questione dei simboli nazionali e sull’utopia di uno stato diviso. Sulla roccia di Andromeda, al largo di Jaffa, sventola la bandiera israeliana. Un uomo si avvicina remando su una piccola imbarcazione: ricorda i pionieri del passato e trasporta sulla barca un giovane ulivo. Arrivato alla roccia, incarnazione di una terra promessa da raggiungere, l’uomo sostituisce la bandiera con la pianta simbolo della pace e della riconciliazione e si ferma meditabondo al suo fianco. Il rimando al movimento dei pionieri degli anni venti e trenta del Novecento è importante: si configura come riferimento formale ai film di propaganda degli anni trenta (ricorso ai primi piani, leggero slow motion) e implica, attraverso la regia della scena, una “denazionalizzazione” simbolica del territorio a opera della figura eroica (ed eminentemente nazionalista) del pioniere.

neshat per stampaNata a Qazvin, in Iran nel 1957, Shirin Neshat parte per gli Stati Uniti nel 1974 per studiare arte. Solo nel 1990 farà ritorno nel suo paese d’origine, dove resterà scioccata dalle conseguenze della rivoluzione islamica sulla condizione delle donne. Questa esperienza segna una svolta essenziale nella sua carriera.

Faezeh (2008) nasce dall’adattamento del romanzo Donne senza uomini, scritto dalla compatriota Shahrnush Parsipur nel 1998. Il libro (alla cui pubblicazione tutte le opere dell’autrice sono state messe all’indice) è costituito dalle storie di donne dai destini diversi ma le cui vite si intersecano nel corso dell’estate del 1953, anno del colpo di stato che ristabilisce il potere dello scià. Proiettato in formato cinemascope, Faezeh fa parte di una serie di cinque video sull’opera di Parsipur. In Faezeh una giovane tormentata da ricordi dolorosi erra in un paesaggio fantasmagorico, in cui sarà testimone del proprio stupro. Il senso di alienazione è sottolineato dai mormorii in farsi, tradotti in maniera solo frammentaria.

MARCELLEandMATA-MACHADOper stampa

Taglio diverso per Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado, nati a Belo Horizonte in Brasile, rispettivamente nel 1974 e nel 1973.

La ricerca artistica di Cinthia Marcelle parte da elementi presi da spazi urbani o da contesti naturali. Il suo lavoro ha partecipato a numerose biennali e vinto prestigiosi premi in tutto il mondo.

Tiago Mata Machado è un critico cinematografico, videomaker e regista, il suo film più importante Os Residentes è stato presentato al festival di Berlino nel 2011.

In O Século (2011), in una strada apparentemente tranquilla, viene lanciato fuori dell’inquadratura un oggetto al quale seguiranno molti altri che frantumandosi e accumulandosi per terra riempiono lo spazio, creando un vortice caotico e astratto che man mano diventa sempre più grande e in cui oggetti di diversa natura rocce, stivali, caschi, uniformi, manici di scopa, pneumatici, secchi, elettrodomestici arrivano sulla superficie in un flusso che si converte, immediatamente, in qualcosa simile a un rudere, a una rovina.

Una deflagrazione dello spazio, una riflessione astratta sul secolo contemporaneo così caotico e così pieno di contraddizioni e paradossi.

NEWS IN SALA – FINDING HAPPINESS di Ted Nicolaou a Milano e Torino dal 27 novembre

Ricevo e volentieri pubblico

FINDING HAPPINESS

VIVERE LA FELICITA’

 finding happyness

A MILANO E TORINO DAL 27 NOVEMBRE, ARRIVA IL DOCUFILM

“FINDING HAPPINESS”, UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE

CHE POTREBBE CAMBIARE LE VOSTRE VITE

 

Dopo il successo dell’uscita a Roma, arriva in esclusiva dal 27 novembre a Milano e TorinoFinding Happiness” (Vivere la  felicità), un film che ha già avuto notevole successo e riconoscimenti in varie parti del mondo (dal Festival Internazionale del cinema e  Trascendenza a Brasilia, all’International Film Festival for Peace in  Indonesia e allo Spirit Film Festival a Tel Aviv). Realtà e finzione si intrecciano  in una ben riuscita miscela, che ha deliziato e sorpreso il pubblico in varie parti del mondo.

SINOSSI: La giornalista Juliet Palmer (Elisabeth Rohm), una reporter specializzata in fatti di cronaca legati alla corruzione, riceve un insolito (e non gradito) incarico dal capo della rivista Profiles: dovrà visitare una comunità spirituale nel nord della California, dove, nel corso dei cinquanta anni della sua esistenza, sono state sviluppate soluzioni alternative ai problemi del mondo. Durante il soggiorno all’Ananda World Brotherhood Village, intervisterà il suo fondatore e incontrerà le persone che hanno fatto una scelta di vita insolita. Con una certa dose di scetticismo e un pizzico di curiosità, Juliet si lancia in un viaggio professionale e al tempo stesso personale, che le aprirà il cuore e le cambierà la vita.

“Vivere la felicità” è un film che lascia il segno e che raccoglie la voglia di cambiare la propria vita in meglio. Racconta, attraverso gli occhi di un personaggio inventato, la vera vita nei villaggi delle Comunità Ananda, facendo conoscere al pubblico una delle più durevoli eredità del grande maestro indiano Paramhansa Yogananda, autore di Autobiografia di uno Yogi, e dell suo discepolo, Swami Kriyananda, che per più di cinquant’anni ha dedicato la sua vita alla creazione delle comunità di fratellanza mondiale.

Un film che scuote. Un film che è più di un film, è anche un viaggio, un’esperienza, in grado di toccare e di entusiasmare. Un docu-film dove i personaggi sono veri interpreti di se stessi, le comunità raccontate sono isole di pace, gioia, armonia, prosperità. Condivisione, ascolto, tolleranza e comprensione sono alla base di queste microsocietà esemplari che, se replicate in ogni angolo della terra, ne cambierebbero sicuramente l’aspetto umano.

Girato nell’Ananda World Brotherhood Village in California, e nei villaggi Ananda in Italia e India, con le tecniche di Hollywood e la cinematografia dell’australiano Andy Strahorn, “Finding Happiness” vanta la presenza di Elizabeth Rohm (“Angel”, “Law & Order”, “Heroes”, “American Hustle – L’apparenza inganna” di David O. Russell), in un ruolo difficile da dimenticare, alle prese con lo stesso viaggio intrapreso dallo spettatore .

Diretta da Ted Nicolaou, la pellicola è stata prodotta da Roberto Bessi (“Modigliani” di Mick Davis, con Andy Garcia, “A Good Woman” di Mike Barker, con Helen Hunt, Scarlett Johansson e Tom Wilkinson; “Ladyhawk” di Richard Donner, interpretato da Michelle Pfeiffer) e Frank Hildebrand, produttore di film di successo come “The Tree of Life”,  vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2011, e produttore esecutivo di “Into The Wild.

Prodotto da Hansa Production Film, “Vivere la felicità” verrà distribuito in Italia dalla Bolero Film. Il film uscirà a Roma il 20 novembre, a Milano e Torino il 27.

 

“Finding Happiness è molto più di un film.

E’ un documento rivoluzionario che dimostra che la felicità non è un Utopia.

Da vedere e rivedere fino a quando non capisci che il protagonista sei tu.”

-Giacomo Campiotti, Regista, sceneggiatore-

FINDING HAPPINESS di Ted Nicolaou dal 20 novembre a Roma, Milano e Torino

Ricevo e volentieri pubblico

FINDING HAPPINESS

VIVERE LA FELICITA’

 finding happyness

A ROMA, MILANO E TORINO DAL 20 NOVEMBRE, ARRIVA IL DOCUFILM

“FINDING HAPPINESS”, UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE

CHE POTREBBE CAMBIARE LE VOSTRE VITE

 

Dal 20 novembre arriva in esclusiva a Roma, dal 27 novembre a Milano e Torino, “Finding Happiness” (Vivere la  felicità), un film che ha già avuto notevole successo e riconoscimenti in varie parti del mondo (dal Festival Internazionale del cinema e  Trascendenza a Brasilia, all’International Film Festival for Peace in  Indonesia e allo Spirit Film Festival a Tel Aviv). Realtà e finzione si intrecciano  in una ben riuscita miscela, che ha deliziato e sorpreso il pubblico in varie parti del mondo.

SINOSSI: La giornalista Juliet Palmer (Elisabeth Rohm), una reporter specializzata in fatti di cronaca legati alla corruzione, riceve un insolito (e non gradito) incarico dal capo della rivista Profiles: dovrà visitare una comunità spirituale nel nord della California, dove, nel corso dei cinquanta anni della sua esistenza, sono state sviluppate soluzioni alternative ai problemi del mondo. Durante il soggiorno all’Ananda World Brotherhood Village, intervisterà il suo fondatore e incontrerà le persone che hanno fatto una scelta di vita insolita. Con una certa dose di scetticismo e un pizzico di curiosità, Juliet si lancia in un viaggio professionale e al tempo stesso personale, che le aprirà il cuore e le cambierà la vita.

“Vivere la felicità” è un film che lascia il segno e che raccoglie la voglia di cambiare la propria vita in meglio. Racconta, attraverso gli occhi di un personaggio inventato, la vera vita nei villaggi delle Comunità Ananda, facendo conoscere al pubblico una delle più durevoli eredità del grande maestro indiano Paramhansa Yogananda, autore di Autobiografia di uno Yogi, e dell suo discepolo, Swami Kriyananda, che per più di cinquant’anni ha dedicato la sua vita alla creazione delle comunità di fratellanza mondiale.

Un film che scuote. Un film che è più di un film, è anche un viaggio, un’esperienza, in grado di toccare e di entusiasmare. Un docu-film dove i personaggi sono veri interpreti di se stessi, le comunità raccontate sono isole di pace, gioia, armonia, prosperità. Condivisione, ascolto, tolleranza e comprensione sono alla base di queste microsocietà esemplari che, se replicate in ogni angolo della terra, ne cambierebbero sicuramente l’aspetto umano.

Girato nell’Ananda World Brotherhood Village in California, e nei villaggi Ananda in Italia e India, con le tecniche di Hollywood e la cinematografia dell’australiano Andy Strahorn, “Finding Happiness” vanta la presenza di Elizabeth Rohm (“Angel”, “Law & Order”, “Heroes”, “American Hustle – L’apparenza inganna” di David O. Russell), in un ruolo difficile da dimenticare, alle prese con lo stesso viaggio intrapreso dallo spettatore .

Diretta da Ted Nicolaou, la pellicola è stata prodotta da Roberto Bessi (“Modigliani” di Mick Davis, con Andy Garcia, “A Good Woman” di Mike Barker, con Helen Hunt, Scarlett Johansson e Tom Wilkinson; “Ladyhawk” di Richard Donner, interpretato da Michelle Pfeiffer) e Frank Hildebrand, produttore di film di successo come “The Tree of Life”,  vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2011, e produttore esecutivo di “Into The Wild.

Prodotto da Hansa Production Film, “Vivere la felicità” verrà distribuito in Italia dalla Bolero Film. Il film uscirà a Roma il 20 novembre, a Milano e Torino il 27.

 

“Finding Happiness è molto più di un film.

E’ un documento rivoluzionario che dimostra che la felicità non è un Utopia.

Da vedere e rivedere fino a quando non capisci che il protagonista sei tu.”

-Giacomo Campiotti, Regista, sceneggiatore-