OGGI AL CINEMA: tutte le novità in sala del 21/04/2016

A cura di Marina Pavido

Grandi novità, anche questa settimana, in programmazione nelle sale italiane! Dall’attesissimo Le confessioni all’horror The other side of the door, dal film per tutta la famiglia Grotto allo spagnolo Truman. Come ogni settimana, ecco per voi una breve guida per aiutarvi a scegliere ciò che maggiormente incontra i vostri gusti!

 

ABBRACCIALO PER ME

190352457-99b817c9-78c6-44c2-bbdb-c07467699107REGIA: Vittorio Sindoni; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Italia; cast: Stefania Rocca, Vincenzo Amato, Moisè Curia

Francesco è un ragazzo allegro e vivace con il grande sogno di diventare batterista. Caterina, sua madre, è amorevole ed apprensiva. Non riesce ad accettare che suo figlio sia affetto da disagio psichico. A causa della situazione, i due dovranno affrontare non pochi problemi.

 

CODICE 999

codice9991REGIA: John Hillcoat; genere: drammatico, azione, thriller; anno: 2016; paese: USA; cast: Kate Winslet, Chiwetel Ejiofor, Casey Affleck

Un gruppo di poliziotti corrotti, ricattato dalla mafia russa per portare a termine una rapina impossibile, decide di attivare il codice 999, azionato di solito in seguito all’uccisione di un poliziotto in servizio. Pian piano, però, gli agenti scopriranno che la recluta che avevano deciso di sacrificare sta in realtà tentando di sabotare i loro progetti.

 

GROTTO

Grotto-film-2928REGIA: Micol Pallucca; genere: avventura, family; anno: 2016; paese: Italia; cast: Christian Roberto, Gabriele Fiore, Iris Caporuscio

In seguito ad una bravata, un gruppo di bambini precipita all’interno di una voragine situata nel pavimento di una vecchia chiesa abbandonata. Impossibilitati ad uscire, i ragazzi verranno aiutati da Grotto, simpatico abitante del sottosuolo.

 

I RICORDI DEL FIUME

Gianluca-e-Massimiliano-De-Serio-I-ricordi-del-fiume-still-da-film-REGIA: Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio; genere: documentario; anno: 2015; paese: Italia

Il documentario racconta gli ultimi mesi trascorsi da alcune famiglie in una baraccopoli situata sugli argini del fiume Stura, a Torino, prima che la baraccopoli stessa venisse smantellata. Presentato fuori concorso alla 72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

 

LE CONFESSIONI

21114_origREGIA: Roberto Andò; genere: drammatico, thriller, anno: 2016; paese: Italia, Francia; cast: Toni Servillo, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino

In un albergo di lusso in Germania sta per avere luogo il G8 dei ministri dell’economia. Improvvisamente, però, un evento tragico non permette alla riunione di andare avanti. I partecipanti cercheranno di capire se il monaco Salus, anch’egli presente all’interno dell’albergo, sia venuto a conoscenza – attraverso le sue confessioni – di qualcosa che possa portare alla soluzione del delitto.

 

SP1RAL

800x447xb.jpg.pagespeed.ic.dNitSqxfsBREGIA: Orazio Guarino; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Italia; cast: Marco Cocci, Valeria Nardilli, Michela Bevilacqua

Matteo è un regista di successo, nonché una personalità borderline, che vive e lavora a New York. Un giorno una telefonata lo avverte della morte di suo padre, così il ragazzo dovrà tornare in Italia e fare i conti con il suo oscuro passato.

 

THE OTHER SIDE OF THE DOOR

QLDAYREGIA: Johannes Roberts; genere: horror; anno: 2016; paese: India, Gran Bretagna; cast: Sarah Wayne Callies, Jeremy Sisto, Sofia Rosinski

In seguito alla morte del figlio, una donna si reca presso un antico tempio, per poter riportare il bambino per pochi minuti nel mondo dei vivi, al fine di dargli un ultimo saluto. Una volta aperta la porta del tempio, però, gli equilibri tra il mondo dei morti e quello dei vivi verranno del tutto sconvolti.

 

TRUMAN – UN VERO AMICO É PER SEMPRE

584678REGIA: Cesc Gay; genere: commedia, drammatico; anno: 2015; paese: Spagna, Argentina; cast: Ricardo Darin, Javier Camara, Dolores Fonzi

Due amici si incontrano a Madrid dopo anni. Uno dei due è gravemente malato ed ha deciso di sospendere le cure che potrebbero regalargli qualche mese in più di vita. Egli dovrà inoltre trovare un nuovo padrone per il suo cane Truman.

 

ZONA D’OMBRA

zona-d-ombra-il-trailer-ufficiale-italiano-del-nuovo-film-con-will-smith-244327REGIA: Peter Landesman; genere: drammatico; anno: 2015; paese: USA; cast: Will Smith, Alec Baldwin; Luke Wilson

La vera storia del medico Bennet Omalu, il quale scoprì la causa delle frequenti malattie degenerative che colpivano gli atleti di football: i numerosi colpi alla testa ricevuti durante gli incontri. Con questa sua scoperta, Omalu fece tremare una delle organizzazioni più potenti al mondo.

 

RINO – LA MIA ASCIA DI GUERRA

rino-fotoREGIA: Andrea Zambelli; genere: documentario; anno: 2016; paese: Italia

Il sentito e toccante lavoro di Zambelli ci racconta la straordinaria figura di Rino, ex partigiano del bergamasco con un intenso passato alle spalle ed una grande passione per il cinema, che l’uomo ha da sempre condiviso con lo stesso Zambelli, da lui considerato come un nipote.

 

La nostra rubrica vi dà appuntamento alla prossima settimana. Nel frattempo, scegliete ciò che più vi piace ed andate numerosi al cinema!

LA RECENSIONE DI MARINA: RINO – LA MIA ASCIA DI GUERRA di Andrea Zambelli

Batteria.Rino_-1024x684TITOLO: RINO – LA MIA ASCIA DI GUERRA; REGIA: Andrea Zambelli; genere: documentario; anno: 2016; paese: Italia; durata: 55′

Nelle sale italiane dal 23 aprile, Rino – La mia ascia di guerra è l’ultimo lavoro del giovane regista bergamasco Andrea Zambelli.

Il documentario, attraverso interviste e filmati di repertorio, ci racconta l’interessante figura di Rino, ex combattente della Resistenza bergamasca: la sua partecipazione alle lotte partigiane, la sua passione per i filmati amatoriali ed il suo rapporto con Andrea – autore del documentario stesso – con il quale, nel corso degli anni, è nato un forte legame, come se i due fossero stati davvero nonno e nipote.

rino-fotoUn uomo coraggioso. Un grande affetto. La memoria. Il cinema e tutto il suo potenziale espressivo e comunicativo. Questo ultimo lavoro di Andrea Zambelli tratta tutto ciò. E lo fa in modo pulito, fortemente sentito, mai didascalico ed appassionante, lasciando intendere allo spettatore che la storia ed il personaggio qui raccontati hanno avuto una grande importanza prima di tutto nella sua vita, oltre che per il nostro paese.

Rino è un uomo ormai anziano, che lentamente ha perso la memoria. I suoi racconti circa le lotte partigiane a cui ha preso parte, però, sono stati filmati, nel corso degli anni, dal giovane Andrea, il quale ha iniziato questo progetto più di vent’anni fa – in accordo con lo stesso Rino, che, a sua volta, gli ha regalato la telecamera per le riprese – e che, finalmente, oggi trova una sua conclusione regalandoci una storia intensa ed attuale più che mai, testimonianza di una voglia di lottare che oggi sembra del tutto scomparsa.

Z-Archivio2Ed ecco che a questo punto entra in gioco il tema della memoria: la memoria di Rino, oggi andata perduta, assume qui un significato metaforico, diventando, così, la memoria di un popolo intero, che oggi sembra aver dimenticato quanto è accaduto negli scorsi decenni. Un altro importante testimone è, a questo punto, proprio il cinema: grazie alla ricca collezione di vhs e di interviste, è possibile oggi conoscere da vicino la storia di questo uomo che tanto ha fatto per il proprio paese. L’occhio della macchina da presa, la forte componente metacinematografica e l’enorme potenziale della settima arte diventano, dunque, attori principali in questo lavoro di Zambelli. Segno che l’enorme potenza del mezzo comunicativo – oggi purtroppo spesso sottovalutata – resta sempre viva più che mai. Emblematica, a questo proposito, la scena in cui il regista osserva l’enorme quantità di vhs appartenenti a Rino: preziosi frammenti di storia rimasti impressi su pellicola.

Rino – La mia ascia di guerra è tutto questo: un prodotto fortemente sentito, a tratti commovente, che merita di essere visto per conoscere da vicino uno degli eroi della nostra Resistenza e per non dimenticare una porzione di storia che tanta importanza ha avuto per il nostro paese.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

RINO – LA MIA ASCIA DI GUERRA di Andrea Zambelli in sala in occasione del 25 aprile

Ricevo e volentieri pubblico

 

ESCE IN SALA

in occasione del 25 aprile

RINO – LA MIA ASCIA DI GUERRA

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Un film di Andrea Zambelli (Italia 2015, 56’)

Un ex partigiano e la sua memoria filmata. Un giovane videomaker che l’ha amato e fa i conti con la sua scomparsa, con l’età adulta e con le storie di ribellione che è ancora possibile raccontare attraverso i film. In sala dal 23 aprile.

 

TRAILER

https://vimeo.com/145619478

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Esce nelle sale Rino – La mia ascia di guerra, l’ultimo film di Andrea Zambelli. Un documentario intimo e forte: protagonisti Rino, un ex partigiano, e Andrea, il regista. Nel film trovano spazio la lotta partigiana raccontata dalla voce dell’ex combattente della Resistenza bergamasca; il suo rapporto con Andrea, che per anni l’ha vissuto come un nonno e ha poi cominciato a raccogliere le sue testimonianze; la maturità di Andrea e il suo desiderio di raccontare le ribellioni con i film, proprio a partire dall’esperienza di Rino; il desiderio, come regista, di cercare l’uomo oltre l’“eroe”, anche e soprattutto nei filmati privati che Rino ha accumulato negli anni.

 

È così che la storia di Rino, ribelle della lotta partigiana ma anche amante della natura e dei cavalli, compagno affiatato di Lina e accumulatore di filmini amatoriali, diventa un’ascia di guerra da disseppellire per Andrea, che si richiama al lavoro del collettivo di scrittori Wu Ming secondo cui, appunto, “le storie non sono che asce di guerra da disseppellire”.

Tra i racconti di Rino filmati negli anni da Andrea, le scene di confronto intimo tra i due e le immagini dei film “ribelli” girati da Andrea in diverse zone del mondo nel corso degli anni, si snoda un documentario che è allo stesso tempo ricerca, riflessione, testimonianza e racconto di un rapporto affettivo profondo.

 

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“Rino è stato per me il nonno che non ho mai avuto – ha detto il regista Andrea Zambelli -. Insieme abbiamo iniziato questo film vent’anni fa. Mi ha dato in mano la sua telecamera video8 e con quella ho cominciato a filmarlo quando mi raccontava gli episodi che aveva vissuto come partigiano. Quando lui ha perso la memoria mi sono deciso a terminare il film, cercando in casa sua le VHS e i super8 girati da lui. Mi sono trovato a fare un film sulla memoria con una persona che la memoria non ce l’aveva più. Ma poi la perdita di memoria fisica di Rino è diventata la metafora della perdita di memoria sulla Resistenza dell’intera società. Allora mi sono chiesto: come trasmetterla alle nuove generazioni, che non possono più incontrare i sopravvissuti?”.

 

Il film apre la rassegna Al cuore dei conflitti di Lab 80, fatta di film inediti che raccontano conflitti geo-politici, razziali, urbani, di classe e di genere di diverse zone del mondo. In anteprima sarà dunque sabato 23 aprile, alla presenza del regista, all’Auditorium di Bergamo.

Al cuore dei conflitti proseguirà poi fino a giovedì 28 aprile con film mai usciti nelle sale italiane: Mediterranea di Jonas Carpignano su una storia di migrazione tra Burkina Faso, Libia e Italia; Ni le ciel ni la terre di Clément Cogitore  sulla guerra contemporanea in Afghanistan; Une jeunesse Allemande di Jean-Gabriel Périot sulla lotta armata nella Germania degli anni ’70 e La notte delle matite spezzate di Hector Olivera sulla dittatura in Argentina. Quest’ultimo film, unico non inedito (uscì nel 1988) è ispirato alla storia di Pablo Dìaz, unico testimone sopravvissuto ad una strage di studenti a La Plata nel 1976: Pablo Dìaz sarà in sala a presentare il film ed un libro, a sua volta dedicato alla vicenda. Per Al cuore dei conflitti, Dìaz farà tappa anche a Brescia e a Roma.

 

Rino – la mia ascia di guerra è una coproduzione Lab 80 film, Metavisioni e Rossofuoco. Viene distribuito da Lab 80 film e DistribuzioniDalBasso.

 

AL CUORE DEI CONFLITTI – dal 23 al 28 aprile a Bergamo, Brescia e Roma

Ricevo e volentieri pubblico

 

“Al cuore dei conflitti” edizione 2016

Film inediti raccontano i conflitti di diverse zone del pianeta

 

Storie da Italia, Afghanistan, Africa, Germania e Argentina: per raccontare

da dentro ingiustizie, resistenze e umanità

 

Presente Pablo Dìaz, unico sopravvissuto a una strage di studenti

in Argentina nel ’76, a cui sono ispirati un film e un libro

 

 

23-28 aprile 2016 | Bergamo, Auditorium piazza Libertà

Appuntamenti anche a Roma e Brescia

 

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La memoria partigiana in Italia, la guerra contemporanea in Afghanistan, le migrazioni tra Burkina Faso, Libia e Italia. E poi la Germania con la lotta armata degli anni ’70 e l’Argentina durante la dittatura, attraverso l’intensa storia di un sopravvissuto: torna Al cuore dei conflitti, la rassegna di film inediti dedicata ai conflitti in diverse zone del mondo che viene promossa da Lab 80 e FIC – Federazione Italiana Cineforum.

Conflitti urbani, geopolitici, razziali, di classe o di genere, obiettivo è raccontarli da punti di vista diversi o sconosciuti, attraverso le storie di chi li vive sulla propria pelle. La settima edizione della rassegna si svolge da martedì 23 a venerdì 28 aprile, a Bergamo, all’Auditorium di piazza Libertà, e propone film che in Italia non sono ancora stai distribuiti.

 

Protagoniste di quest’anno, dunque, sono storie che arrivano da Italia, Afghanistan, Africa, Germania e Argentina. Storie di resistenza e coraggio ma anche di umanità, vulnerabilità e ingiustizia.

La.Noche_.de_.los_.Lapices3.jpg1_.jpgEvento speciale della rassegna è La notte delle matite – 40 anni dopo, organizzato in occasione dei 40 anni dall’inizio della dittatura in Argentina e grazie alla presenza in Italia di Pablo Dìaz, unico testimone sopravvissuto ad una strage di studenti a La Plata nel ’76. L’iniziativa prevede la proiezione del film La notte delle matite spezzate di Hector Olivera e la presentazione del libro La notte dei lapis di María Seoane e Héctor Ruiz Núñez, edito da Portatori d’acqua. Entrambi sono ispirati alla vicenda di Diaz.

Il film viene proiettato mercoledì 27 aprile a Brescia, al cinema Nuovo Eden, e a Bergamo giovedì 28, all’Auditorium. Il libro viene presentato alla Casa della Letteratura di Roma martedì 26 aprile (con la partecipazione di Goffredo Fofi) e alla Fiera dei Librai di Bergamo giovedì 28. Pablo Diaz sarà sempre presente per raccontare la propria testimonianza.

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I titoli che compongono la rassegna di quest’anno, tutte produzioni recentissime, comprendono Rino-La mia ascia di guerra di Andrea Zambelli, racconto sulla memoria partigiana e il desiderio di raccontare storie di ribellione (23 aprile, regista presente in sala); Ni le ciel ni la terre (Né il cielo né la terra) di Clément Cogitore, sulle vicende drammatiche di una squadra dell’esercito francese in missione nell’Afghanistan di oggi (26 aprile); Mediterranea di Jonas Carpignano, i cui protagonisti sono due giovani amici che migrano attraverso Burkina Faso, Libia e Italia (27 aprile). Une Jeunesse Allemande (Una nuova gioventù tedesca) di Jean-Gabriel Périot, racconto della lotta armata tedesca della RAF di Baader e Meinhof negli anni ’70 (27 aprile); e, appunto, La notte delle matite spezzate di Hector Olivera (27 aprile a Brescia, 28 aprile a Bergamo).

 

www.alcuoredeiconflitti.it

 

PROGRAMMA

 

Bergamo – Auditorium, Piazza Libertà

sabato 23 aprile, ore 21

Rino – La mia ascia di guerra di Andrea Zambelli

fotoRinoPressbook07.jpgcon Rino Bonalumi, Lina Ziliani

Italia, 2015, 55’, bn/col., v.o.

Andrea da bambino aveva un eroe: Rino. Partigiano, comunista, diverso da tutti, Rino è stato il suo mentore. Da anni pensava di realizzare un film su di lui, ma oggi Rino non può raccontare nulla: il morbo di Alzheimer gli ha cancellato i ricordi. L’eroe di ieri oggi è un anziano da accudire: ma proprio per questo il processo filmico si fa più complesso, profondo e sofferto.

«Rino è stato per me il nonno che non ho mai avuto. Insieme abbiamo iniziato questo film vent’anni fa, senza rendercene conto. Rino mi ha dato in mano la sua camera video8, e con quella ho cominciato a filmarlo, nella convinzione che fosse importante raccontare la sua storia. […] Quando due anni fa Rino ha perso la memoria mi sono deciso a terminare il film, recuperando tutto quello che avevamo girato insieme e ricercando in casa sua le vhs e i Super8 girati da lui. In quel materiale ho scoperto un Rino che non avevo mai conosciuto. Non l’eroe partigiano ma un uomo tranquillo, che amava la natura e i cavalli, affascinato dal cinema. La prima persona che ha intuito che un giorno avrei raccontato delle storie».

Festival: Torino Film Festival 2015

Sarà presente il regista in sala

 

 

Bergamo – Auditorium, Piazza Libertà

Martedì 26 aprile, ore 21

Ni le ciel ni la terre (Né il cielo né la terra) di Clément Cogitore

kevin azais NLCNLT.jpgcon Jérémie Rénier (Antarès Bonassieu), Kévin Azaïs (William Dennis), Swann Arlaud (Jérémie Lernowski), Marc Robert (Jean-Baptiste Frering), Finnegan Oldfield (Patrick Mercier), Clément Bresson (Etienne Baxer), Sâm Mirhosseini (Khalil Khan)

Francia/Belgio 2015, 100’, col., v.o sott.ita.

Afghanistan, 2014. Avvicinandosi il ritiro delle truppe, il capitano dell’esercito francese Antarès Bonassieu e la sua squadra sono assegnati a una missione di controllo in una valle remota del confine Wakhan, alla frontiera con il Pakistan. Un’ordinaria operazione di pattugliamento e osservazione, niente di più. Ma presto alcuni soldati del contingente iniziano misteriosamente a scomparire nel nulla.

Clément Cogitore firma un’opera prima sorprendente e molto originale nel panorama del giovane cinema francese, su un reparto di soldati in Afghanistan (Cineuropa).

«Ho scelto di ambientare il film in un contesto di guerra perché è là che gli uomini hanno un confronto diretto con la morte. Volevo raccontare com’è l’arte della guerra oggi, con le nuove tecnologie utilizzate per avere un controllo assoluto del corpo e del paesaggio, controllo che passa spesso attraverso l’immagine. Come è possibile scomparire se ci sono questi dispositivi in circolazione? Che tipo di questioni solleva tutto ciò? Il modo in cui facciamo la guerra racconta anche chi siamo».

Festival: Cannes Film Festival 2015 – Semaine de la Critique, Festival International du Film Francophone de Namur 2015, Torino Film Festival 2015 – TorinoFilmLab

 

 

Bergamo – Auditorium, Piazza Libertà

mercoledì 27 aprile, ore 20,30

Mediterranea di Jonas Carpignano

MEDITERRANEA 3.jpgCon Koudous Seihon (Ayiva), Alassane Sy (Abas)

Italia/Francia/Stati Uniti/Germania 2015, 107′, col., v.o sott.ita.

Due amici migrano attraverso il deserto e il mare, dal Burkina Faso fino al sud dell’Italia, in cerca di una vita migliore. Ma quando arrivano a Rosarno, le immagini patinate che avevano visto su Facebook non corrispondono alle dure sfide che li attendono nella loro nuova vita.

Colpisce la maturità di sguardo di Jonas Carpignano, giovane regista che, alla sua opera prima, riesce a fornire una prospettiva iperrealistica, ma anche poetica, di una questione che oggi più che mai necessita di una presa di posizione netta da parte dei singoli governi, ma anche dell’Europa nel suo complesso. (Taxidrivers.it)

«Ho fatto il percorso io stesso partendo dal Burkina Faso, passando per il Mali e cominciando a fare la traversata a piedi del deserto. A Timbuktu ho incontrato molte persone con cui ho continuato la strada, ma poi mi sono dovuto fermare al confine algerino perché le cose si sono fatte troppo pericolose. Per cui sono tornato in Italia e l’anno successivo sono andato in Libia, che è il posto in cui è più semplice raccogliere delle storie su questa esperienza, di cui mi sono servito per riempire le parti di tragitto che non avevo potuto fare in prima persona. Date le mie radici, ho sempre voluto fare un film sulle questioni razziali in Italia. Poi i «riots» di Rosarno mi hanno spinto ad andare lì, dove ho trovato un gruppo di persone disposte a confrontarsi, che non erano spaventate a parlare di ciò che stava succedendo».

Festival: Cannes Film Festival 2015 – Semaine de la Critique, Zurich Film Festival 2015, Stockholm International Film Festival 2015, Brussels Mediterranean Film Festival 2015, Bratislava International Film Festival 2015, Tbilisi International Film Festival 2015, Febiofest International Film Festival 2016

 

ore 22,30

Une Jeunesse Allemande (Una nuova gioventù tedesca) di Jean-Gabriel Périot

UneJeunesseAllemande_GreenBeret.jpgCon Ulrike Meinhof, Andreas Baader, Horst Mahler, Holger Meins, Gudrun Ensslin

Francia/Svizzera/Germania 2015, 93′, col./bn, v.o. sott.ita.

Erano studenti di cinema, opinionisti, tedeschi nati nella Seconda Guerra e intellettuali di sinistra: ribelli in un paese diviso tra Ovest ed Est in cui era difficile dopo il nazismo dare fiducia ai padri. Sono arrivati alla lotta armata.

Il regista francese Jean-Gabriel Périot, che da anni rilegge la violenza attraverso materiali d’archivio, ricostruisce nel suo lungometraggio d’esordio Une jeunesse allemande l’origine e la storia del gruppo terrorista tedesco Rote Armee Fraktion tra i ‘60 e i ‘70 solo attraverso immagini d’epoca. Mescolando strati mediatici di diversa diffusione, il regista monta la Storia senza commento: le evidenze, anche nel ragionamento sull’immaginario e sull’ideologia, nascono dai contrasti del montaggio, non solo nelle immagini, ma nei toni del discorso. Si va dalla fantasia politicizzata dei film scolastici alla secca cronaca di un notiziario che racconta un attentato, in una visione dal ritmo serrato dove la radicalizzazione della banda Baader-Meinhof che scatenò ‘l’autunno tedesco’ prende corpo. Périot lavora con immagini di repertorio, incorniciando il film tra una domanda di Jean-Luc Godard nei suoi anni più militanti e un intervento di Fassbinder. Le storie di Ulrike Meinhof, Andreas Baader e dei loro compagni Meins, Hensslin, Mahler finiscono tragicamente, ma le linee del contrasto tra generazione e potere esplodono nel presente.

Festival: Berlinale 2015, San Sebastián International Film Festival 2015, Bratislava International Film Festival 2015, Milano Film Festival 2015.

 

 

Evento speciale “La notte delle matite – 40 dopo”

Pablo Dìaz in Italia

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Roma, Casa delle letterature – martedì 26 aprile

ore 16,30 – Presentazione del libro La notte dei lapis di María Seoane e Héctor Ruiz  Núñez (ed. Portatori d’acqua), con Pablo Dìaz
Brescia, Cinema Nuovo Eden – mercoledì 27 aprile

ore 21 – Proiezione del film La notte delle matite spezzate di Hector Olivera

Argentina 1988, 90′, col., v. doppiata.

con Pablo Dìaz (modera Prof. Roberto Cammarata)

 

Bergamo, giovedì 28 aprile

ore 19,30 Fiera dei Librai – Spazio incontri, Sentierone, Bergamo
Presentazione del libro La notte dei lapis di María Seoane e Héctor Ruiz Núñez (ed. Portatori d’acqua)

con Pablo Dìaz (modera Prof.ssa Benedetta Calandra)

ore 21 – Auditorium Piazza Libertà
Proiezione del film La notte delle matite spezzate di Hector Olivera

con Pablo Dìaz  (modera Prof.ssa Benedetta Calandra)

 

 

Al cuore dei conflitti è una rassegna promossa da Lab 80 film, Laboratorio 80 e FIC – Federazione Italiana Cineforum. L’evento speciale La notte delle matite è organizzato in collaborazione con la casa editrice Portatori d’acqua, il cinema Nuovo Eden di Brescia e la Fiera dei Librai di Bergamo, con il supporto di Mec Italia e Tendisa.

 

SITO WEB alcuoredeiconflitti.it

TFF 33: RINO – LA MIA ASCIA DI GUERRA di Andrea Zambelli in ITALIANA DOC

Ricevo e volentieri pubblico

 

Al 33° Torino Film Festival il film “Rino – la mia ascia di guerra”

di Andrea Zambelli

l’ultimo film del regista bergamasco, autore negli anni scorsi di “Striplife” e “Di madre in figlia”, sarà nella sezione Italiana Doc.

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Si tratta di un documentario intimo e forte, in cui protagonisti sono Rino, ex partigiano e “nonno acquisito” di Andrea, e il regista stesso, che si misura con la memoria di Rino legata alla Resistenza (negli anni ne ha filmato i racconti), con l’affetto profondo che li lega, con la propria età matura e con il desiderio di continuare a raccontare storie di ribellione attraverso i film.

 

“Rino è stato per me il nonno che non ho avuto – dice Andrea Zambelli -. Quando ha perso la memoria ho deciso di terminare il film iniziato insieme anni fa, quando lui mi aveva messo in mano la sua telecamera video8 per filmare i racconti che mi faceva sulla Resistenza. Cercando nei vecchi materiali girati da lui ho poi scoperto un Rino diverso, non solo l’eroe partigiano. La prima persona che ha intuito che un giorno avrei raccontato storie”.