LA RECENSIONE – LAZZARO FELICE di Alice Rohrwacher

lazzaro feliceTITOLO: LAZZARO FELICE; REGIA: Alice Rohrwacher; genere: drammatico; paese: Italia; anno: 2018; cast: Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Nicoletta Braschi; durata: 130′

Nelle sale italiane dal 31 maggio, Lazzaro felice è l’ultima fatica della giovane regista Alice Rohrwacher, presentato in concorso alla 71° edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto la Palma d’Oro alla Miglior Sceneggiatura, ex aequo con Three Faces di Jafar Panahi.

Il giovane Lazzaro, non ancora ventenne, vive in un casolare di campagna insieme alla sua numerosa famiglia, con la quale lavora come contadino a servizio di una nobildonna. La padrona della terra, tuttavia, altro non fa che sfruttare i suoi dipendenti, costringendoli a vivere come schiavi, senza che sappiano nulla di come vadano le cose al di fuori della campagna in cui vivono. Nel momento in cui le autorità si accorgeranno di tale situazione, saranno tutti finalmente liberati, ma non sarà affatto facile adattarsi alla vita al di fuori del loro piccolo mondo.

Un tema di grande potenza, che si fa metafora della nostra società, dei giochi di potere effettuati da padroni, datori di lavoro e banche, ma anche dell’ultimo secolo della storia della nostra Italia. Particolarmente interessante, a tal proposito, è l’ambientazione: durante le prime scene, girate all’interno del casolare di campagna (con atmosfere che tanto stanno a ricordarci il cinema del compianto Ermanno Olmi), si ha l’impressione di trovarsi nell’Italia degli anni Cinquanta. Eppure, vi sono piccoli, sporadici elementi che rimandano all’epoca contemporanea. La cosa si fa maggiormente evidente nel momento in cui i carabinieri fanno irruzione in quel piccolo mondo fuori dal tempo, riportandoci immediatamente ai giorni nostri. Il tutto resta comunque volutamente ambiguo, dal punto di vista spazio-temporale e, unitamente a piccole caratteristiche dei protagonisti e dello stesso Lazzaro, assume un che di surreale, di magico, addirittura di onirico. Particolarmente d’effetto, a tal proposito, l’abitudine – sia del protagonista che della sua famiglia – di soffiare uno strano vento che tanto sta a ricordarci il vento felliniano e il suo significato intrinseco di morte.

E poi, ovviamente, c’è lui, il giovane Lazzaro (interpretato da un ottimo Adriano Tardiolo, qui al suo esordio sul grande schermo). Sempre sereno, sorridente, sembra non desiderare mai nulla per sé, ma, al contrario, sembra sperare solo che agli altri possa capitare del bene. Il ragazzo – analogamente a molte figure della nostra stessa società che vengono banalmente emarginate – è talmente buono, da risultare addirittura stupido. Una sorta di santo che non fa miracoli e che vedrà nella figura di Tancredi – figlio della nobildonna per cui lavora – il suo primo, vero amico. Un amico che non smetterà mai di cercare per tutta la vita.

E così, questo complesso e stratificato lavoro della Rohrwacher – realizzato, tra l’altro, rigorosamente in pellicola – è riuscito a conquistare anche il pubblico di Cannes. La cosa, ovviamente, è stata del tutto meritata e non fa che confermare la giovane autrice come uno dei nomi maggiormente da tener d’occhio all’interno del panorama cinematografico nostrano.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

LA RECENSIONE – DIRECTIONS di Stephan Komandarev

directions_3_h_2017TITOLO: DIRECTIONS; REGIA: Stephan Komandarev; genere: drammatico; paese: Bulgaria, Germania, Macedonia; anno: 2017; cast: Vasil Vasilev-Zueka, Ivan Barnev, Irini Zhambonas; durata: 104′

Nelle sale italiane dal 27 novembre, Directions è un interessante lungometraggio corale diretto dal cineasta bulgaro Stephan Komandarev.

In una Sofia dei giorni nostri, un piccolo imprenditore, che per arrotondare lavora come tassista, uccide, in un momento di disperazione, un banchiere a cui deve un’ingente somma di denaro, per poi tentare a sua volta il suicidio. Nella notte, mentre la notizia viene trasmessa dalle emittenti radio locali e nazionali, cinque tassisti, ognuno con la propria storia e le proprie difficoltà, percorrono le strade della città in cerca di nuove direzioni e di nuovi modi in cui affrontare la vita.

Già dopo una prima, sommaria lettura della sinossi, immediatamente ci viene da pensare a Taxi Teheran, interessante lungometraggio di Jafar Panahi interamente girato in un taxi (poiché il governo iraniano non permette a Panahi di girare film). Analogamente all’opera di Panahi, questo lungometraggio di Komandarev si svolge quasi per intero all’interno di taxi – pur raccontandoci non una, ma tante storie, ognuna drammatica a modo proprio – dove viene attaccato in modo (non troppo) velato il governo bulgaro e dove la crisi, la disoccupazione ed il denaro si fanno temi portanti di tutto il lavoro.

Non è facile, come sappiamo, dare vita ad un film corale. Ci è più e più volte riuscito il grande Robert Altman, ma molti altri hanno miseramente fallito. Eppure, un film come Directions regge eccome. Interessanti e ben caratterizzati sono, ad esempio, i protagonisti della pellicola, così come le loro storie – fatta solo qualche piccola eccezione. Ciò che convince meno è, purtroppo, proprio il fatto che, man mano che ci si avvicina al finale, il prodotto ci appare sempre più sfilacciato, i vari collegamenti tra ogni singola storia non vengono sfruttati a dovere e si ha quasi la sensazione che fino alla fine ci sia qualcosa di irrisolto.

Poco male, però. Soprattutto perché, nonostante tutto, stiamo parlando di un prodotto mediamente buono, ulteriore conferma dell’alto valore produttivo di un paese come la Bulgaria, che, come sappiamo, sa spesso regalarci interessanti sorprese.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

KEN LOACH E JEFF NICHOLS NELLE SALE ITALIANE GRAZIE A CINEMA DI VALERIO DE PAOLIS

Ricevo e volentieri pubblico

cinema logo

GIÀ NEL LISTINO di CINEMA DI VALERIO DE PAOLIS
i film “I, DANIEL BLAKE” di KEN LOACH e “LOVING” di JEFF NICHOLS
ENTRAMBI IN CONCORSO al 69° FESTIVAL DI CANNES

 

I, Daniel Blake” di Ken Loach e “Loving” di Jeff Nichols sono i due titoli già nel listino della prossima stagione di Cinema di Valerio De Paolis che saranno in Concorso alla sessantanovesima edizione del Festival di Cannes.

 

Ancora una volta Valerio De Paolis intercetta film di qualità e prestigio, e di grande interesse per i maggiori festival internazionali.
Nel corso di questa stagione, CINEMA ha infatti portato in sala il film Orso d’Oro di Jafar Panahi “Taxi Teheran”, “Le ricette della signora Toku” di Naomi Kawase, film d’apertura di Un Certain Regard a Cannes 68; “Much Loved” di Nabil Ayouch, film della Quinzaine a Cannes 68, censurato dalle autorità marocchine; “Ti guardo” di Lorenzo Vigas, Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia; “Il condominio dei cuori infranti” di Samuel Benchetrit con Isabelle Huppert, Valeria Bruni Tedeschi e Michael Pitt, presentato Fuori Concorso lo scorso anno a Cannes; “Lo Stato contro Fritz Bauer”, Premio del Pubblico al Festival di Locarno, e  in uscita il 28 aprile;  e “Masaan”, anche questo presentato lo scorso anno a Cannes nella sezione Un Certain Regard, e in uscita il prossimo 26 maggio con il titolo “Tra la terra e il cielo”.

 

NEWS IN SALA: TAXI TEHERAN di Jafar Panahi in sala dal 27 agosto

Ricevo e volentieri pubblico

TAXI TEHERAN di JAFAR PANAHI

 

L’Orso d’Oro al Festival di Berlino, apre la nuova stagione cinematografica il 27 AGOSTO, distribuito da CINEMA di Valerio De Paolis

taxi teheran 

(nella foto la nipote del regista che ha ritirato il premio a Berlino, non potendo lui uscire dai confini dell’Iran)

Orso d’Oro a Berlino, “Taxi Teheran” di Jafar Panahi è il primo film che il regista iraniano ha girato, da solo e in esterni, dal 2010, piazzando la telecamera sul cruscotto del suo taxi e mettendosi alla guida, attore, per le vie di Teheran; questo nonostante il divieto di girare imposto dal regime.

“Taxi Teheran”  è un film pieno di umorismo, poesia e amore per il cinema, osannato unanimemente dalla critica di tutto il mondo, acclamato anche dalla giuria presieduta dal cineasta americano Darren Aronofsky che gli ha assegnato l’Orso d’oro oltre al Premio Fipresci, consegnato alla piccola  Hana Saeidi, nipote del cineasta e interprete del film.

«Le restrizioni sono spesso fonte d’ispirazione per un autore poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere un progetto e spesso annientano l’anima dell’artista.

Invece di lasciarsi distruggere la mente e lo spirito e di lasciarsi andare, invece di lasciarsi pervadere dalla collera e dalla frustrazione, Jafar Panahi ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico...» così Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015, in occasione della consegna dell’Orso d’oro a “Taxi Teheran”.

Venduto in oltre 30 paesi (grande successo in Francia lo scorso aprile con più di 500mila spettatori), in Italia uscirà in sala giovedì 27 agosto, primo titolo di CINEMA, la nuova distribuzione di Valerio De Paolis, improntata a scelte di qualità e di grande prestigio.

Valerio De Paolis, che ha fatto conoscere in Italia, con la Bim da lui creata, il cinema internazionale più premiato e di successo nel mondo, con la sua nuova società CINEMA – a partire da “Taxi Teheran” – da qui a Natale, distribuirà alcuni titoli come i documentari su Ingrid Bergman di Stig Bjorkman e Orson Welles di Chuck Workman (nel centenario della nascita) e i film di fiction “An” di Naomi Kawase (film d’apertura di Un Certain Regard) e “Much Loved” di Nabil Ayouch (film della Quinzaine a Cannes censurato dalle autorità marocchine). Con la Bim distribuirà la Palma d’Oro “Dheepan” di Jacques Audiard e “Mountains May Depart” di Jia Zhangke (in concorso ufficiale a Cannes).

 

Sitowww.taxiteheran.it

Trailerhttp://www.taxiteheran.it/film/trailer-taxi-teheran-film/

Fb: taxi teheran

NEWS IN SALA: TAXI TEHERAN di Jafar Panahi in sala a fine agosto

Ricevo e volentieri pubblico

“Taxi Teheran” di Jafar Panahi, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, è il primo film della nuova distribuzione CINEMA di Valerio De Paolis, in sala a fine agosto per la riapertura della nuova stagione

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Con l’ultimo Festival di Berlino, Jafar Panahi ha rivelato al pubblico “Taxi Teheran”. Il primo film che il regista iraniano ha girato, da solo e in esterni dal 2010, piazzando la telecamera sul cruscotto del suo taxi e mettendosi alla guida, attore, per le vie di Teheran; questo nonostante il divieto di girare imposto dal regime.

“Taxi Teheran” è un film pieno di umorismo, poesia e amore per il cinema, osannato unanimemente dalla critica di tutto il mondo, viene acclamato anche dalla giuria presieduta dal cineasta americano Darren Aronofsky e ottiene l’Orso d’oro oltre al Premio Fipresci che viene consegnato alla piccola  Hana Saeidi, nipote del cineasta e interprete del film.

Taxi-00640

«Le restrizioni sono spesso fonte d’ispirazione per un autore poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere un progetto e spesso annientano l’anima dell’artista.

Invece di lasciarsi distruggere la mente e lo spirito e di lasciarsi andare, invece di lasciarsi pervadere dalla collera e dalla frustrazione, Jafar Panahi ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico...» così Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015, in occasione della consegna dell’Orso d’oro a “Taxi Teheran”.

Venduto in oltre 30 paesi (grande successo in Francia ad aprile con più di 500mila spettatori), in Italia sarà il primo titolo di CINEMA, la nuova distribuzione di Valerio De Paolis, improntata a scelte di qualità e di grande prestigio, che lo farà uscire a fine agosto per la riapertura della nuova stagione cinematografica (27 agosto).

Valerio De Paolis, che ha fatto conoscere in Italia, con la Bim da lui creata, il cinema internazionale più premiato e di successo nel mondo, con la sua nuova società CINEMA – a partire da “Taxi Teheran” – da qui a Natale, distribuirà alcuni titoli come i documentari su Ingrid Bergman di Stig Bjorkman e Orson Welles di Chuck Workman (nel centenario della nascita) e i film di fiction An di Naomi Kawase (film d’apertura di Un Certain Regard) e Much Loved di Nabil Ayouch (film della Quinzaine a Cannes censurato dalle autorità marocchine). Con la Bim distribuirà la Palma d’Oro Dheepan di Jacques Audiard e Mountains May Depart di Jia Zhangke (in concorso ufficiale a Cannes).

 

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Trailerhttp://www.taxiteheran.it/film/trailer-taxi-teheran-film/

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ASIATICA, INCONTRI CON IL CINEMA ASIATICO – 12/20 ottobre ROMA

Ricevo e volentieri pubblico


Asiatica
Incontri con il cinema asiatico

XIV edizione
ROMA Testaccio, 12 / 20 ottobre 2013
c/o La Pelanda – Centro di Produzione Culturale
(Piazza Orazio Giustiniani, 4)

Tante le novità in vista per la  XIV Edizione di Asiatica, Incontri con il cinema asiatico, il Festival diretto da Italo Spinelli,  dal 12 al 20 ottobre 2013 alla Pelanda dell’ex-Mattatoio, a Testaccio.

L’Opening della manifestazione prevede due eventi speciali dedicati all’Iran. Sabato 12 il Festival sarà inaugurato dal concerto per solo piano ”Picturesque” del celebre pianista e compositore iraniano Peyman Yazdanian. Come compositore di colonne sonore Yazdanian ha collaborato con i più importanti cineasti iraniani tra cui: Abbas Kiarostami, Jafar Panahi, Asghar Farhadi e cinesi come Li You e Lou Ye. Per la colonna sonora del film ”Mistery” ha ricevuto la candidatura al  premio per il miglior compositore di cinema asiatico agli Asian Film Awards di Hong Kong nel 2012.

Seguirà la proiezione speciale del film ”Ragbar” (1971), il primo capolavoro di Bahram Bayzai pioniere, alla fine degli anni sessanta, del nuovo Cinema Iraniano. Il restauro del film è stato realizzato nel 2011 dalla World Cinema Foundation presso il laboratorio L’immagine Ritrovata, cofinanziato  dal Doha Film Institute.  Il restauro ha richiesto oltre 1.500 ore di lavoro.  Di questo  film Scorsese ha dichiarato:”Sono molto fiero che la World Cinema Foundation abbia restaurato questo film saggio e bellissimo[…] Lo stile mi ricorda ciò che amo di più dei film neorealisti italiani e la trama ha la grazia di una favola antica.[…] Oggi tutto il mondo potrà finalmente vedere questo magnifico film”.

Incontri di Asiatica (Domenica, 13 alle 17) ha un ospite d’eccezione. Ashis Nandy, antropologo e psicologo, uno dei più stimati intellettuali indiani; l’incontro sarà incentrato sul tema della rappresentanza democratica dei diritti e tutela delle minoranze nel mondo globalizzato.

Le nove giornate di festival includono 47 lungometraggi e 31 cortometraggi, alla presenza degli autori delle opere in competizione. Film inediti del cinema indipendente asiatico provenienti da Afganistan, Bangladesh, Cambogia, Cina, Corea, Filippine, Giordania, Hong Kong, India, Indonesia, Iran, Irak, Kazakistan, Mongolia, Pakistan, Singapore, Siria,Taiwan, Thailandia, Turchia.

Apre la competizione ”A Fallible Girl” di Conrad Clark una storia di due giovani donne cinesi tra Dubai e Abu Dhabi, alle prese con le complicazioni della globalizzazione.

”Television” è del bengalese Mostofa Sarwar Farooki, regista destinato a divenire, secondo The Hollywood Reporter, tra i più famosi del sud-est asiatico mentre Variety lo segnala come ”elemento cruciale del nuovo movimento del cinema del Bangladesh”.

Dalla Turchia ”Yozgat Blues” è la storia di un’amicizia tra un cantante cinquantenne, la cui  carriera è andata a rotoli, e una sua giovane allieva, promoter in un supermercato.

Payman Maadi ha iniziato la sua carriera come sceneggiatore e attore con Asghar Farhadi. ”Snow on Pines” è il suo debutto come regista e mostra una crisi coniugale con le prospettive di vita che si aprono dopo la separazione. Film rivelazione della nuova onda della cinematografia impegnata iraniana.

Dalla Corea del Sud, ”The Stone” di Cho Se-rae, racconta il rapporto tra il capo di una banda criminale e un giocatore amatoriale di Go, si trasforma in un mix drammatico tra regole del mondo crimine e etica del gioco.

Altre opere in programma: il più recente film di Brillante MendozaPossessions”, lo sconvolgente ”Moebius” di Kim Ki-duck e, dal  maestro del cinema indonesiano Garin Nuogro, ”Soegija” il diario del primo vescovo cattolico in Indonesia.

Tra i film fuori competizione ”Vara:A Blessing di Khyentse Norbu, che è stato l’opening film del Festival di Pussan. Dall’India, il pluripremiato ”Ship of Theseus di Anan Gandhi, filmaker e scrittore, profondamente interessato alla filosofia, psicologia e magia.

Ritorna lo Sguardo Sul Mondo Arabo,  particolarmente ricco e intenso. L’apertura  della sezione, creata nel 2011, si terrà domenica 13, con il documentario  dalla Siria ”Untold Stories”, alla presenza del regista Hisham al- Zouki, che ha seguito il viaggio di una ragazza siriana, che lasciando Damasco torna alla sua città natale, dove infuria la guerra civile.

Dall’Algeria ”Les jours d’avant” di Karim Moussaoui, ambientato alla periferia meridionale di  Algeri nel fatidico 1993, racconta il difficile rapporto di due giovani,  che hanno praticamente smesso di credere che sia possibile comunicare l’uno con l’altra. Nella loro relazione in  poco tempo la violenza, precedentemente distante e attutita, esplode con irruenza.

”Democracy Year Zero” di Amira Chebli, regista che sarà presente al Festival, racconta la rivoluzione tunisina  a partire dalle rivolte nella regione mineraria di Gafsa, nel gennaio 2008, fino alle prime elezioni libere del 2011.

”Bahrain The Forbidden Country”, il paese proibito della rivoluzione araba, è l’oggetto del documentario della giovane regista  francese Stephanie Lamorré (che sarà presente alla proiezione)  che presenta rare immagini, girate clandestinamente,  della repressione “dimenticata” dai media.

In ”Rafea Solar Mama” una donna beduina che vive con le sue quattro figlie in uno dei piu poveri villaggi desertici al confine tra Giordania e Iraq diventa la protagonista di un viaggio che la porterà in India e di nuovo in Giordania per essere la prima donna ingegnere dell’energia solare, in contrasto con la mentalità tradizionalista della sua comunità. Le registe di questo film, premiato al Sundance, sono entrambe egiziane nate, cresciute e residenti al Cairo.

”Gaza Calling” Una famiglia con un figlio a Ramallah, che, per le autorità israeliane, ha commesso lo stesso “crimine” di tutti suoi parenti: essere residenti a Gaza, quindi “infiltrati” nel loro stesso territorio.

Dalla Palestina anche un corto pieno d’ironia tutto al femminile su cosa pensano dell’amore donne, giovani e meno giovani, in attesa dei consigli custoditi, nei fondi di caffè, abilmente letti e interpretati.

Il documentario”Buka Barane” proviene dalla regione Hakkari, a maggioranza di abitanti kurdi e mostra l’impatto della guerra tra l’esercito turco e la guerriglia dei curdi, raccontata da chi allora era bambino.

Jumping Frames è la selezione di cortometraggi di videodanza proposti dal City Contemporary Dance Company di Hong Kong. Tredici corti a cui seguiranno anche momenti di dibattito tra artisti e spettatori.

Prosegue l’appuntamento con Archivio a Oriente, un’esperienza nata nel 2011, per la produzione di cortometraggi nell’ambito del festival stesso. Insieme all’Istituto Luce Cinecittà. propone a registi asiatici di lavorare su materiali di repertorio dell’Archivio Storico Luce a Roma per creare ex novo dei cortometraggi, secondo la loro libera e personale interpretazione del materiale fornito.

Alla musica, legata alle immagini, Asiatica dedicherà uno spazio particolare, con una serie di concerti, sonorizzazioni e performance sonore live di giovani musicisti, allievi del Master SONIC ARTS dell’Università di Roma Tor Vergata.

Dei Corti di Animazione Giapponese, creati tra gli anni ’20 e ’30 dai pionieri dell’animazione giapponese, saranno sonorizzati dal vivo. La selezione è in collaborazione con la Cineteca Nazionale,  l’Archivio Storico dell’Istituto Luce e il National Film Centre of Tokyo.

Dall’India i Cortometraggi dello FTII (il Film and Television Institute of India con sede a Pune), una sezione che nasce dalla collaborazione tra Asiatica, il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) e il Film and Television Institute of India (FTII) per favorire lo scambio tra principali scuole di cinema italiane e indiane.

Saranno proiettati anche i 9 Cortometraggi del 9filmfest: i filmati finalisti al festival di Bangkok in Thailandia tutti caratterizzati dalla durata massima di 9 minuti.

 

Quindi, InsideOut Videoarte – “Audiovisioni d’oriente” (www.insideoutplatform.org), sezione speciale della piattaforma di scambio culturale tra Italia e Cina nata dalla collaborazione di C.A.R.M.A.- Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate e ITACI Art&Cult, propone ad Asiatica FilmMediale una selezione sviluppatasi come occasione d’incontro e confronto tra artisti intermediali italiani e cinesi, per uno sguardo differenziato sulla storia e l’attualità del fenomeno Cina. La videoarte, disciplina in cui confluiscono i più avanzati linguaggi non verbali oggi esistenti, si dispone come strumento di reciproca comprensione e sinergia vitale tra le culture. La mostra espone una pluralità di tecniche, soluzioni formali, approcci e punti di vista, nel tentativo di costruire una drammaturgia di differenze tale da disegnare uno spazio mentale che possa disporsi a contribuire attivamente alla formazione di una nuova globalità caratterizzata dal dialogo tra le culture. Gli artisti in mostra sono: Piero Chiariello, Igor Imhoff, Zhou Yi, Mario Raoli, Rebecca Ruige Xu, Lino Strangis, Miao Xiaochun, Zhou Xiaohu e Tian Xiaolei.

 

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XIV ASIATICA FilmMediale – INCONTRI CON IL CINEMA ASIATICO – 12/20 ottobre ROMA

Ricevo e volentieri pubblico


Asiatica
Incontri con il cinema asiatico

XIV edizione
ROMA Testaccio, 12 / 20 ottobre 2013
c/o La Pelanda – Centro di Produzione Culturale
(Piazza Orazio Giustiniani, 4)

Tante le novità in vista per la  XIV Edizione di Asiatica, Incontri con il cinema asiatico, il Festival diretto da Italo Spinelli,  dal 12 al 20 ottobre 2013 alla Pelanda dell’ex-Mattatoio, a Testaccio.

L’Opening della manifestazione prevede due eventi speciali dedicati all’Iran. Sabato 12 il Festival sarà inaugurato dal concerto per solo piano ”Picturesque” del celebre pianista e compositore iraniano Peyman Yazdanian. Come compositore di colonne sonore Yazdanian ha collaborato con i più importanti cineasti iraniani tra cui: Abbas Kiarostami, Jafar Panahi, Asghar Farhadi e cinesi come Li You e Lou Ye. Per la colonna sonora del film ”Mistery” ha ricevuto la candidatura al  premio per il miglior compositore di cinema asiatico agli Asian Film Awards di Hong Kong nel 2012.

Seguirà la proiezione speciale del film ”Ragbar” (1971), il primo capolavoro di Bahram Bayzai pioniere, alla fine degli anni sessanta, del nuovo Cinema Iraniano. Il restauro del film è stato realizzato nel 2011 dalla World Cinema Foundation presso il laboratorio L’immagine Ritrovata, cofinanziato  dal Doha Film Institute.  Il restauro ha richiesto oltre 1.500 ore di lavoro.  Di questo  film Scorsese ha dichiarato:”Sono molto fiero che la World Cinema Foundation abbia restaurato questo film saggio e bellissimo[…] Lo stile mi ricorda ciò che amo di più dei film neorealisti italiani e la trama ha la grazia di una favola antica.[…] Oggi tutto il mondo potrà finalmente vedere questo magnifico film”.

Incontri di Asiatica (Domenica, 13 alle 17) ha un ospite d’eccezione. Ashis Nandy, antropologo e psicologo, uno dei più stimati intellettuali indiani; l’incontro sarà incentrato sul tema della rappresentanza democratica dei diritti e tutela delle minoranze nel mondo globalizzato.

Le nove giornate di festival includono 47 lungometraggi e 31 cortometraggi, alla presenza degli autori delle opere in competizione. Film inediti del cinema indipendente asiatico provenienti da Afganistan, Bangladesh, Cambogia, Cina, Corea, Filippine, Giordania, Hong Kong, India, Indonesia, Iran, Irak, Kazakistan, Mongolia, Pakistan, Singapore, Siria,Taiwan, Thailandia, Turchia.

Apre la competizione ”A Fallible Girl” di Conrad Clark una storia di due giovani donne cinesi tra Dubai e Abu Dhabi, alle prese con le complicazioni della globalizzazione.

”Television” è del bengalese Mostofa Sarwar Farooki, regista destinato a divenire, secondo The Hollywood Reporter, tra i più famosi del sud-est asiatico mentre Variety lo segnala come ”elemento cruciale del nuovo movimento del cinema del Bangladesh”.

Dalla Turchia ”Yozgat Blues” è la storia di un’amicizia tra un cantante cinquantenne, la cui  carriera è andata a rotoli, e una sua giovane allieva, promoter in un supermercato.

Payman Maadi ha iniziato la sua carriera come sceneggiatore e attore con Asghar Farhadi. ”Snow on Pines” è il suo debutto come regista e mostra una crisi coniugale con le prospettive di vita che si aprono dopo la separazione. Film rivelazione della nuova onda della cinematografia impegnata iraniana.

Dalla Corea del Sud, ”The Stone” di Cho Se-rae, racconta il rapporto tra il capo di una banda criminale e un giocatore amatoriale di Go, si trasforma in un mix drammatico tra regole del mondo crimine e etica del gioco.

Altre opere in programma: il più recente film di Brillante MendozaPossessions”, lo sconvolgente ”Moebius” di Kim Ki-duk e, dal  maestro del cinema indonesiano Garin Nuogro, ”Soegija” il diario del primo vescovo cattolico in Indonesia.

Tra i film fuori competizione ”Vara:A Blessing di Khyentse Norbu, che è stato l’opening film del Festival di Pussan. Dall’India, il pluripremiato ”Ship of Theseus di Anan Gandhi, filmaker e scrittore, profondamente interessato alla filosofia, psicologia e magia.

Ritorna lo Sguardo Sul Mondo Arabo,  particolarmente ricco e intenso. L’apertura  della sezione, creata nel 2011, si terrà domenica 13, con il documentario  dalla Siria ”Untold Stories”, alla presenza del regista Hisham al-Zouki, che ha seguito il viaggio di una ragazza siriana, che lasciando Damasco torna alla sua città natale, dove infuria la guerra civile.

Dall’Algeria ”Les jours d’avant” di Karim Moussaoui, ambientato alla periferia meridionale di  Algeri nel fatidico 1993, racconta il difficile rapporto di due giovani,  che hanno praticamente smesso di credere che sia possibile comunicare l’uno con l’altra. Nella loro relazione in  poco tempo la violenza, precedentemente distante e attutita, esplode con irruenza.

”Democracy Year Zero” di Amira Chebli, regista che sarà presente al Festival, racconta la rivoluzione tunisina  a partire dalle rivolte nella regione mineraria di Gafsa, nel gennaio 2008, fino alle prime elezioni libere del 2011.

”Bahrain The Forbidden Country”, il paese proibito della rivoluzione araba, è l’oggetto del documentario della giovane regista  francese Stephanie Lamorré (che sarà presente alla proiezione)  che presenta rare immagini, girate clandestinamente,  della repressione “dimenticata” dai media.

In ”Rafea Solar Mama” una donna beduina che vive con le sue quattro figlie in uno dei piu poveri villaggi desertici al confine tra Giordania e Iraq diventa la protagonista di un viaggio che la porterà in India e di nuovo in Giordania per essere la prima donna ingegnere dell’energia solare, in contrasto con la mentalità tradizionalista della sua comunità. Le registe di questo film, premiato al Sundance, sono entrambe egiziane nate, cresciute e residenti al Cairo.

”Gaza Calling” Una famiglia con un figlio a Ramallah, che, per le autorità israeliane, ha commesso lo stesso “crimine” di tutti suoi parenti: essere residenti a Gaza, quindi “infiltrati” nel loro stesso territorio.

Dalla Palestina anche un corto pieno d’ironia tutto al femminile su cosa pensano dell’amore donne, giovani e meno giovani, in attesa dei consigli custoditi, nei fondi di caffè, abilmente letti e interpretati.

Il documentario”Buka Barane” proviene dalla regione Hakkari, a maggioranza di abitanti kurdi e mostra l’impatto della guerra tra l’esercito turco e la guerriglia dei curdi, raccontata da chi allora era bambino.

Jumping Frames è la selezione di cortometraggi di videodanza proposti dal City Contemporary Dance Company di Hong Kong. Tredici corti a cui seguiranno anche momenti di dibattito tra artisti e spettatori.

Prosegue l’appuntamento con Archivio a Oriente, un’esperienza nata nel 2011, per la produzione di cortometraggi nell’ambito del festival stesso. Insieme all’Istituto Luce Cinecittà. propone a registi asiatici di lavorare su materiali di repertorio dell’Archivio Storico Luce a Roma per creare ex novo dei cortometraggi, secondo la loro libera e personale interpretazione del materiale fornito.

Alla musica, legata alle immagini, Asiatica dedicherà uno spazio particolare, con una serie di concerti, sonorizzazioni e performance sonore live di giovani musicisti, allievi del Master SONIC ARTS dell’Università di Roma Tor Vergata.

Dei Corti di Animazione Giapponese, creati tra gli anni ’20 e ’30 dai pionieri dell’animazione giapponese, saranno sonorizzati dal vivo. La selezione è in collaborazione con la Cineteca Nazionale,  l’Archivio Storico dell’Istituto Luce e il National Film Centre of Tokyo.

Dall’India i Cortometraggi dello FTII (il Film and Television Institute of India con sede a Pune), una sezione che nasce dalla collaborazione tra Asiatica, il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) e il Film and Television Institute of India (FTII) per favorire lo scambio tra principali scuole di cinema italiane e indiane.

Saranno proiettati anche i 9 Cortometraggi del 9filmfest: i filmati finalisti al festival di Bangkok in Thailandia tutti caratterizzati dalla durata massima di 9 minuti.

 

Quindi, InsideOut Videoarte – “Audiovisioni d’oriente” (www.insideoutplatform.org), sezione speciale della piattaforma di scambio culturale tra Italia e Cina nata dalla collaborazione di C.A.R.M.A.- Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate e ITACI Art&Cult, propone ad Asiatica FilmMediale una selezione sviluppatasi come occasione d’incontro e confronto tra artisti intermediali italiani e cinesi, per uno sguardo differenziato sulla storia e l’attualità del fenomeno Cina. La videoarte, disciplina in cui confluiscono i più avanzati linguaggi non verbali oggi esistenti, si dispone come strumento di reciproca comprensione e sinergia vitale tra le culture. La mostra espone una pluralità di tecniche, soluzioni formali, approcci e punti di vista, nel tentativo di costruire una drammaturgia di differenze tale da disegnare uno spazio mentale che possa disporsi a contribuire attivamente alla formazione di una nuova globalità caratterizzata dal dialogo tra le culture. Gli artisti in mostra sono: Piero Chiariello, Igor Imhoff, Zhou Yi, Mario Raoli, Rebecca Ruige Xu, Lino Strangis, Miao Xiaochun, Zhou Xiaohu e Tian Xiaolei.

 

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