LA RECENSIONE – DIRECTIONS di Stephan Komandarev

directions_3_h_2017TITOLO: DIRECTIONS; REGIA: Stephan Komandarev; genere: drammatico; paese: Bulgaria, Germania, Macedonia; anno: 2017; cast: Vasil Vasilev-Zueka, Ivan Barnev, Irini Zhambonas; durata: 104′

Nelle sale italiane dal 27 novembre, Directions è un interessante lungometraggio corale diretto dal cineasta bulgaro Stephan Komandarev.

In una Sofia dei giorni nostri, un piccolo imprenditore, che per arrotondare lavora come tassista, uccide, in un momento di disperazione, un banchiere a cui deve un’ingente somma di denaro, per poi tentare a sua volta il suicidio. Nella notte, mentre la notizia viene trasmessa dalle emittenti radio locali e nazionali, cinque tassisti, ognuno con la propria storia e le proprie difficoltà, percorrono le strade della città in cerca di nuove direzioni e di nuovi modi in cui affrontare la vita.

Già dopo una prima, sommaria lettura della sinossi, immediatamente ci viene da pensare a Taxi Teheran, interessante lungometraggio di Jafar Panahi interamente girato in un taxi (poiché il governo iraniano non permette a Panahi di girare film). Analogamente all’opera di Panahi, questo lungometraggio di Komandarev si svolge quasi per intero all’interno di taxi – pur raccontandoci non una, ma tante storie, ognuna drammatica a modo proprio – dove viene attaccato in modo (non troppo) velato il governo bulgaro e dove la crisi, la disoccupazione ed il denaro si fanno temi portanti di tutto il lavoro.

Non è facile, come sappiamo, dare vita ad un film corale. Ci è più e più volte riuscito il grande Robert Altman, ma molti altri hanno miseramente fallito. Eppure, un film come Directions regge eccome. Interessanti e ben caratterizzati sono, ad esempio, i protagonisti della pellicola, così come le loro storie – fatta solo qualche piccola eccezione. Ciò che convince meno è, purtroppo, proprio il fatto che, man mano che ci si avvicina al finale, il prodotto ci appare sempre più sfilacciato, i vari collegamenti tra ogni singola storia non vengono sfruttati a dovere e si ha quasi la sensazione che fino alla fine ci sia qualcosa di irrisolto.

Poco male, però. Soprattutto perché, nonostante tutto, stiamo parlando di un prodotto mediamente buono, ulteriore conferma dell’alto valore produttivo di un paese come la Bulgaria, che, come sappiamo, sa spesso regalarci interessanti sorprese.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

LA RECENSIONE DI MARINA – ROSSO ISTANBUL di Ferzan Ozpetek

schermata-2017-01-16-alle-15-13-10TITOLO: ROSSO ISTANBUL; REGIA: Ferzan Ozpetek; genere: drammatico; anno: 2017; paese: Italia, Turchia; cast: Halit Ergenç, Tuba Büyüküstün, Nejat Isler; durata: 115′

Nelle sale italiane dal 2 marzo, Rosso Istanbul è l’ultimo lungometraggio del regista turco naturalizzato italiano Ferzan Ozpetek.

Orhan e Deniz sono amici da molti anni, pur non vedendosi da parecchio tempo. Nel maggio 2016, però, Orhan, scrittore di successo, tornerà ad Istanbul per aiutare Deniz – diventato, nel frattempo, uno stimato regista cinematografico – a finire la scrittura del suo ultimo libro. In seguito alla misteriosa scomparsa di Deniz, l’uomo avrà modo di entrare nella vita dell’amico, conoscendo i suoi famigliari e le persone a cui era maggiormente legato, Neval e Yusuf. In questa occasione lo scrittore avrà modo anche di rivivere il proprio passato, iniziando un lungo e spesso doloroso processo di autoanalisi.

rosso-istanbul-trailer-ozpetek-orig_mainDetto questo, l’andamento di tutto il lungometraggio può essere facilmente immaginato. Salvo qualche interessante movimento di macchina che, vuoi in panoramica dall’alto, vuoi lungo le strade, ci mostra la bellissima città di Istanbul, infatti, quello a cui assistiamo è qualcosa che per andamento narrativo ci ricorda molto Cuore sacro e che, per tematiche, somiglia a qualsiasi altro film di Ozpetek, da Mine vaganti a Le fate ignoranti, fino a toccare, per certi versi anche Magnifica presenza (dove, tuttavia, un tono molto più leggero aveva fatto da protagonista per quasi tutta la pellicola). I temi dell’omosessualità e del ritorno inaspettato del passato, uniti ad una certa componente spirituale e, se vogliamo, sovrannaturale, dunque, vengono ancora una volta mescolati per dare vita ad un prodotto al solito altamente pretenzioso, con personaggi secondari sì potenzialmente interessanti, ma, purtroppo talmente stereotipati e poco naturali da risultare sovente finti e, a tratti, addirittura come delle macchiette (vedi, ad esempio, la scena in cui Orhan conosce, durante una cena, le due zie di Deniz e si trova, dunque, circondato dalle donne che hanno da sempre fatto parte della vita dell’amico).

coverlg_homeMalgrado la somiglianza con precedenti opere, però, di fatto Rosso Istanbul potrebbe essere considerato quasi una summa di tutta la cinematografia di Ozpetek, dal momento che qui il regista, portando, in qualche modo, il suo stile all’estremo, si perde a tal punto nelle sue stesse elucubrazioni introspettive ed autoreferenziali da far perdere man mano (volutamente o meno) nerbo a tutta la storia, diventata, a questo punto, una mera e piuttosto debole cornice. Ed anche se, di fatto, si possono immaginare le iniziali intenzioni dell’autore, il risultato è un prodotto che via via che ci si avvicina alla fine, sfianca sempre di più, con un protagonista che risulta a tratti urticante ed una trama di cui, di fatto, piano piano non ci importa più.

Eppure, il ritorno ad Istanbul, aveva fatto ben sperare anche in un possibile cambio di rotta da parte di Ozpetek. O magari anche solo in un possibile focus sulla situazione politica della città stessa, visto il difficile 2016 appena trascorso ed i numerosi spunti che un luogo del genere può offrire. Ma, alla fine, c’è stato ben poco da sperare. A Ferzan Ozpetek piace a tal punto fare il Ferzan Ozpetek che, ormai, già si può immaginare dove i suoi prossimi lavori andranno a parare. Fino al momento in cui ci si renderà conto (forse), che il (bel) cinema è, di fatto, altro.

VOTO: 4/10

Marina Pavido

OGGI AL CINEMA: tutte le novità in sala del 30/06/2016

A cura di Marina Pavido

È giovedì e, come ogni settimana, il palinsesto si rinnova. Anche oggi sono numerosi i nuovi titoli in programmazione nelle sale italiane: dall’iraniano A girl walks home alone at night alla commedia americana Il piano di Maggie, dal lungometraggio di animazione Ratchet & Clank al giapponese Tokio Love Hotel. Come di consueto, ecco una breve rubrica per aiutarvi a scegliere ciò che maggiormente incontra i vostri gusti. In fondo ad alcune trame, inoltre, sarà possibile leggere qualche nostra recensione.

 

NAHID

Nahid

REGIA: Ida Panahandeh; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Iran; cast: Sareh Bayat, Pejman Bazeghi

Nahid è una giovane donna divorziata con il figlioletto a carico. Il suo ex marito, tossicodipendente, minaccia di toglierle l’affidamento del bambino qualora lei si risposasse. Le cose si complicano quando la donna si innamora di un uomo che sembra amarla a sua volta.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: NAHID di Ida Panahandeh

 

A DRAGON ARRIVES!

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REGIA: Mani Haghighi; genere: avventura, horror; anno: 2016; paese: Iran; cast: Amir Jadidi, Ehsan Goodarzi, Homayoun Ghanizadeh

Il detective Babak Hafizi, incaricato di indagare su un sospetto suicidio di un esule politico, viene a conoscenza di un’antica leggenda, secondo la quale ogni volta che qualcuno viene sepolto in un vecchio cimitero (vicino al luogo del suicidio) si scatena un misterioso terremoto.

IL PIANO DI MAGGIE

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REGIA: Rebecca Miller; genere: commedia; anno: 2016; paese: USA; cast: Greta Gerwig, Ethan Hawke, Julianne Moore

Maggie è una brillante trentenne che decide di avere un figlio da sola. I suoi piani cambiano quando incontra un affascinante scrittore in crisi e se ne innamora. L’uomo, a sua volta, però, è infelicemente sposato con una professoressa universitaria. Tra i tre verrà a crearsi una bizzarra situazione.

RATCHET & CLANK – IL FILM

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REGIA: Kevin Munroe, Jericca Cleland; genere: animazione, avventura, azione, commedia; anno: 2016; paese: USA

Ratchet è l’ultimo extraterrestre della sua specie, mentre Clank è un piccolo e simpatico robot. I due, insieme, avranno il compito di fermare un pericoloso alieno che minaccia di distruggere ogni pianeta della galassia.

A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT

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REGIA: Ana Lily Amirpour; genere: drammatico, horror; anno: 2013; paese: Iran, USA; cast: Sheila Vand, Arash Marandi, Marshall Manesh

A Bad City, una malfamata città iraniana, una misteriosa ragazza si aggira da sola per le strade di notte. Dal suo incontro con un ragazzo con una difficile situazione familiare, le cose inizieranno a cambiare in città.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT di Ana Lily Amirpour

AMERICAN ULTRA

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REGIA: Nima Nourizadeh; genere: commedia, azione; anno: 2015; paese: USA; cast: Kristen Stewart, Jesse Eisenberg, Walton Goggins

Mike e Phoebe vivono in una tranquilla cittadina americana, passando le loro giornate a far uso di droghe. I due, però, sono anche stimati agenti segreti che, di quando in quando, vengono catapultati in un altro mondo, al fine di portare a termine importanti missioni.

CATTIVI VICINI 2

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REGIA: Nicholas Stoller; genere: commedia; anno: 2016; paese: USA; cast: Seth Rogen, Zac Efron, Rose Byrne

Mac e Kelly aspettano il loro secondo figlio e stanno per trasferirsi in periferia. Peccato che vicino casa abbiano un’associazione di studentesse universitarie fuori di testa, che hanno affittato una casa fuori città al fine di potersi scatenare il più possibile.

LA BATTAGLIA DEGLI IMPERI – DRAGON BLADE

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REGIA: Daniel Lee; genere: azione, arti marziali, avventura, storico; anno: 2015; paese: Cina, Hong Kong; cast: Jackie Chan, John Cusack, Adrien Brody

Siamo nelle pianure cinesi di duemila anni fa. Un esercito misterioso cavalca lungo la Via della Seta. Si tratta di un esercito dell’Impero Romano guidato dal generale Lucio e diretto ad est per proteggere Publio, figlio del console Crasso.

MY BAKERY IN BROOKLYN

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REGIA: Gustavo Ron; genere: commedia, sentimentale; anno: 2016; paese: Spagna, USA; cast: Aimee Teegarden, Linda Lavin, Josh Pais

Vivien e Chloe ereditano da una zia una prestigiosa pasticceria a Brooklyn. Vivien vorrebbe rinnovare tutto, mentre Chloe vuole che il locale rimanga com’è. Così le due decidono di dividerlo a metà – mediante una striscia nera – in modo che ognuna possa gestire la propria sezione come meglio crede.

TOKYO LOVE HOTEL

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REGIA: Hiroki Ryuichi; genere: drammatico, sentimentale; anno: 2015; paese: Giappone; cast: Shota Sometani, Atsuko Maeda, Lee Eun-woo

Il film si svolge nell’arco di un giorno e di una notte all’interno dello squallido Hotel Atlas – nel quartiere a luci rosse di Tokyo – dove, sotto lo sguardo rassegnato del giovane Toru – proprietario dell’hotel – si consumano numerose tresche, storie d’amore e litigi di ogni genere.

 

La nostra rubrica vi dà appuntamento alla prossima settimana. Nel frattempo, approfittate di queste novità per lasciarvi sedurre – come sempre – dalla magia del grande schermo. Buon Cinema a tutti!

EVENTO SPECIALE: ISTANBUL E IL MUSEO DELL’INNOCENZA DI PAMUK diretto da Grant Gee, in sala il 7 e l’8 giugno

Istanbul-Il-museo-dellinnocenzaTITOLO: ISTANBUL E IL MUSEO DELL’INNOCENZA DI PAMUK; REGIA: Grant Gee; genere: documentario; anno: 2015; paese: USA, Francia, Turchia; durata: 97′

Imperdibile appuntamento al cinema, nei giorni di martedì 7 e mercoledì 8 giugno! Solo in queste due date, infatti, sarà possibile vedere sul grande schermo il documentario Istanbul e il Museo dell’Innocenza di Pamuk, diretto dal regista Grant Gee e presentato in anteprima nella sezione Giornate degli Autori alla 72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

innocence-of-memory-39-c2a9g-geeUna storia d’amore impossibile raccontata attraverso gli oggetti che sono appartenuti alla giovane Füsun, di cui Kemal è stato innamorato per anni. La loro incredibile storia viene raccontata nel romanzo del Premio Nobel Orhan Pamuk, il quale ha anche avuto modo di riunire tutti gli oggetti in questione nell’affascinante museo che qui ci viene mostrato, in questo prezioso documentario di Grant Gee, il quale, a sua volta, ha fortemente contribuito a conferire al tutto un personale quanto forte tocco di lirismo.

innocence-of-memory-26-c2a9g-geeMentre la macchina da presa ci guida attraverso le stanze del museo, così come attraverso le isolate strade di Istanbul, abbiamo quasi l’impressione di trovarci in un film di Wong Kar-Wai, con una regia fluida e nostalgica, numerose dissolvenze incrociate e strette inquadrature che stanno ad enfatizzare l’importanza di ogni singolo oggetto mostrato. Il tutto ambientato rigorosamente di notte, in una Istanbul quasi deserta, di cui l’essere umano sembra essere quasi una sorta di accessorio superfluo. La città è la protagonista assoluta. Ancor più della storia d’amore raccontata, ancor più dei numerosi riferimenti alla situazione politica del paese o alla settima arte stessa.

Istanbul e il Museo dell’Innocenza di Pamuk è tutto questo: un coinvolgente viaggio in cui lasciarsi sapientemente guidare da una macchina da presa che, qui, assume quasi le caratteristiche di uno degli interpreti principali. Un prodotto ben riuscito, poetico e visivamente suggestivo, rivelatosi una bella sorpresa per chi ha avuto l’occasione di vederlo in anteprima. Un appuntamento da non perdere assolutamente!

VOTO: 8/10

Marina Pavido

FESTIVAL DI BOSA – il programma di giovedì 3 settembre

Ricevo e volentieri pubblico

GIOVEDÍ 3 SETTEMBRE

BOSA: AL VIA TRE GIORNI A RITMO “ANIMATO”

Il Festival Internazionale dell’Animazione inizia con un aperitivo di benvenuto, la visione dei primi film in concorso da tutto il mondo e una lunga notte di musica per le strade del centro storico

Guida

Ci siamo: a Bosa è tutto pronto per inaugurare la prima edizione del Festival Internazionale dell’Animazione, il solo in Sardegna interamente dedicato a questo genere cinematografico. L’appuntamento è giovedì alle 18.30 nel Centro Culturale Movimenti Artistici Periferici (MAP), al numero 71 di Corso Vittorio Emanuele II, per un aperitivo di benvenuto ai registi ospiti e alla giuria internazionale, presieduta da Guy Daleiden, il vicedirettore dell’Agenzia europea per il Cinema. Sono davvero tanti gli autori che hanno deciso di arrivare a Bosa da varie nazioni per presentare direttamente i loro cortometraggi. Così gli appassionati di animazione avranno l’opportunità di incontrarli tutti i pomeriggi, sempre al Map, per fare domande su tecniche, produzione, possibilità lavorative nel settore, o semplicemente per conoscere in maniera informale persone interessanti con tante storie da raccontare.

El trompetistaDal Map ci si sposta, alle 20.30, in via Corte Intro per la proiezione all’aperto delle prime undici animazioni in concorso. Il programma è vario e articolato, con alcuni cortometraggi particolarmente adatti a un pubblico di bambini e ragazzi -da DJI. DEATH SAILS (Moldavia) di Dmitri Voloshin a PAWO (Germania) di Antje Heyn, da BUBBLE della Scuola di animazione di Singapore a EL TROMPETISTA dei registi messicani Robin Raúl e Reyes Morale – e altri pensati per un pubblico più maturo. Tra questi, va segnalato l’intenso e drammatico DAD’S FRAGILE DOLL di Ali Zare Ghanatnowi, ambientato nell’Iran del 1977 quando in tutto il Paese si va intensificando la censura nei confronti degli intellettuali.

Dad's fragile dollRiflettono sullo scorrere del tempo, l’uomo e il suo maiale da compagnia protagonisti di CARROTROPE (Portogallo) di Paulo D’Alva, che prende il titolo da un originale congegno che serve a guardare i ricordi a velocità variabile.

GUIDA della filmmaker brasiliana Rosana Urbes si avvale di bei disegni acquerellati per raccontare come, in un mondo che ha come massimi ideali la bellezza e la giovinezza, in realtà la mezza età sia un momento splendido per rimettersi in gioco, imparare nuove cose e amare la vita.

The giftParlano di passione e difficoltà comunicative nelle relazioni di coppia sia THE GIFT (Cile) di Julio Pot che THE TALE OF THE DAY (U.S.A) di Sheng Yng-Fang.

AUBADE (Svizzera) di Mauro Carraro è un omaggio onirico al talentuoso contrabbassista Mich Gerber, e in particolare a uno spettacolo da lui realizzato al festival “Le albe musicali” di Ginevra. BENDITO MACHINE V, infine, è il quinto episodio di una serie “in progress” creata dall’animatore spagnolo Jossie Malis e dedicata al rapporto contradditorio, a volte di collaborazione, altre di contrasto, tra l’uomo e le macchine dai tempi dell’invenzione della ruota fino a quelli dei razzi spaziali.

L’ITALIA AGLI EFA

Ricevo e volentieri pubblico

L’ITALIA DEGLI EFA

Agli Oscar Europei cinque nominations per quattro nuove strade di cinema.

Che va lontano.

 

Commedie e documentari, film politici e animazione: il cinema italiano si affaccia agli Oscar Europei, EFA, con cinque nominations e quattro film straordinariamente diversi fra loro, esordi inclusi. Ma l’originalità non si ferma nella composizione della squadra italiana, prosegue nell’unicità cinematografica e produttiva che le quattro opere rappresentano.

50873-il-capitale-umanoIl capitale Umano di Paolo Virzì – nominations Miglior Regia e Migliore Attrice Protagonista per Valeria Bruni Tedeschi. Il film, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore statunitense Stephen Amidon,  descrive una parabola decisamente opposta alla consuetudine. Perché per una volta non è stata l’Europa a fornire spunti o remake al cinema americano.

Scelta già premiata dai risultati commerciali: con circa 50 paesi all’attivo è il film italiano del 2014 più venduto all’estero.

l-arte-della-felicita-una-scena-del-film-d-animazione-283703L’arte della felicità di Alessandro Rak – nomination come Miglior Film d’Animazione. 

Per la prima volta nella storia del cinema italiano un lungometraggio d’animazione viene candidato ad un grande premio internazionale (unico precedente il cortometraggio Cavallette di Bruno Bozzetto in nomination all’Oscar nel 1991). La nomination ha un valore enorme se si considera l’animazione come il vero outsider della produzione.

foto pif capotondiLa mafia uccide solo d’estate di Pif / Pierfrancesco Diliberto – miglior commedia.  Sembra un paradosso che un film sulla mafia, pensato più per ricordare che per denunciare, possa essere un’ottima commedia e finire tra le  cinque migliori d’Europa. 

Il successo nazionale ed internazionale di La mafia uccide solo d’estate  è dovuto al coraggio del suo autore,  che per il suo esordio ha voluto stravolgere il genere mafia film per rivolgersi ad un pubblico giovane e giovanissimo.

E in termini di fuori genere, Sacro Gra di Gianfranco Rosi  (Nomination come Miglior Documentario), è diventato l’emblema di una tendenza che ha rotto i confini tra film e documentario, tra realtà e finzione. Al di là dell’ovvio pensiero al DNA che percorre il cinema italiano, l’opera di Rosi sarà per molto tempo un punto di riferimento per le nuove generazioni.

 

Il cinema italiano è nuovamente uno dei grandi protagonisti della scena internazionale grazie agli artisti, autori, produttori, attori e professionalità tecniche.

Luce-Cinecittà che ne accompagna le sorti e, al suo interno, chi da oltre un decennio ha saputo recuperare con loro un nuovo orgoglio, non può che aumentare gli sforzi per trovare gli strumenti e i mezzi perché questo patrimonio ricostruito non venga mai più disperso.