LA RECENSIONE – GIRL di Lukas Dhont

girl-Victor-Polster-356x250-c-defaultTITOLO: GIRL; REGIA: Lukas Dhont; genere: drammatico; paese: Belgio; anno: 2018; cast: Victor Polster, Arieh Worthalter, Oliver Bodart; durata: 105′

Presentato nella sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2018 e nelle sale italiane dal 27 settembre, Girl è il lungometraggio d’esordio del giovane regista belga Lukas Dhont, il quale, per la presente opera, ha vinto la Caméra d’Or, la Queer Palm e il Premio Fipresci della Critica Internazionale, oltre ad aver visto il suo protagonista, Victor Polster, essere premiato come Miglior Attore.

Questo vero e proprio caso cinematografico, racconta la storia di Lara, che prima era Victor e che ha il sogno di diventare ballerina. Nonostante il supporto morale di suo padre e del suo fratellino, non sarà facile per la ragazza affrontare il lungo percorso preparatorio prima dell’operazione definitiva.

Una storia che prevede uno script apparentemente semplice, ma che, in realtà, richiede un’indagine psicologica molto più profonda di quanto possa inizialmente sembrare. E, malgrado la giovane età, il regista ha saputo affrontare la cosa con grande maestria e padronanza del mezzo cinematografico. Particolarmente d’effetto sono, a tal proposito, gli intensi primi piani di Lara, così come l’attenzione al suo corpo in trasformazione e ai momenti in cui la stessa si dedica anima e corpo alla danza, quasi se, così, volesse ella stessa plasmare il suo fisico a proprio piacimento.

Al di là della delicatezza dell’argomento in sé e al di là della grazia con cui Lukas Dhont ha messo in scena il tutto, ciò che in Girl maggiormente colpisce è la straordinaria – e mai sopra le righe – interpretazione del giovane attore e ballerino Victor Polster, nel ruolo della protagonista.

Un esordio di tutto rispetto, dunque, questo Girl. Direttamente dal Belgio, arriva nelle nostre sale una vera e propria perla da non lasciarsi sfuggire per nessun motivo.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

LA RECENSIONE – RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA di Hirokazu Kore’eda

covermd_home (1)TITOLO: RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA; REGIA: Hirokazu Kore’eda; genere: drammatico; paese: Giappone; anno: 2016; cast: Hiroshi Abe, Yoko Maki, Kirin Kiki; durata: 117′

Nelle sale italiane dal 25 maggio, Ritratto di famiglia con tempesta è l’ultimo lungometraggio del regista giapponese Hirokazu Kore’eda, presentato nella sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2016.

Ryoto è un ex scrittore di successo con il vizio del gioco d’azzardo che, al fine di poter pagare gli alimenti al figlio, collabora con un detective privato. Rimasto da poco orfano del padre, l’uomo farà ritorno per qualche giorno alla sua cittadina natale, dove abita ancora la sua arzilla ma anziana madre e dove avrà modo di vedere suo figlio e la sua ex moglie. Un minaccioso temporale farà sì che tutta la famiglia riunita sia costretta a trascorrere la notte sotto lo stesso tetto.

ats_08Ma cosa comporterà, in realtà, la tempesta? Il protagonista, di fatto – come spesso affermato dalla sua stessa madre – è un eterno bambino mai cresciuto, un albero di mandarini che non dà frutti né fiori, ma che è molto utile a sfamare i bruchi destinati a trasformarsi in splendide farfalle. Ryoto, dal canto suo, di certo non può dirsi maturato fino in fondo, eppure sarà in grado ad insegnare al proprio figlio – eccessivamente maturo per la sua età – quant’è bello sognare ad occhi aperti e coltivare i propri sogni, indipendentemente dal fatto di riuscire o meno a realizzarli. Sarà la tempesta, dunque, a spazzare via ogni qualsivoglia dubbio nei confronti dei rapporti con i propri famigliari ed ogni timore per quanto riguarda il futuro. Ed ecco che Ryoto padre non ha più paura di riscoprirsi Ryoto figlio, riconciliandosi in qualche modo con il genitore defunto dopo aver preso definitivamente coscienza dell’affetto che quest’ultimo nutriva per lui.

Ancora una volta, dunque, la figura paterna diventa tema centrale in Kore’eda. È stato così per il bellissimo Father and son (2013), così come per il recente Little sister (2015), dove la figura del padre scomparso darà il via all’intera vicenda. Anche qui è il genitore defunto ad avere un peso centrale nello sviluppo del protagonista: è a causa del rapporto irrisolto tra i due che Ryoto rifiuta inconsciamente di crescere, è a causa delle loro incomprensioni che l’uomo cerca a tutti i costi di non commettere gli stessi errori con il proprio figlio e di spronarlo a coltivare i propri sogni.

Ritratto-di-Famiglia-con-TempestaUn lungometraggio, dunque, piuttosto complesso e stratificato. Una storia assolutamente non facile ed estremamente delicata che solo un cineasta del calibro di Kore’eda – con il suo sguardo attento e mai invasivo – avrebbe potuto mettere in scena. Ed ecco che piccoli gesti di normale quotidianità come il preparare i letti o l’amorevole attenzione e cura nel cucinare diventano attraverso la macchina da presa pura poesia. Una macchina da presa che, dal canto suo, si colloca sempre all’altezza del personaggio, quasi alla ozuiana maniera, riuscendo ad entrare così nel suo intimo senza mai risultare invadente. È soprattutto questa, dunque, l’abilità di Kore’eda: la capacità di riuscire a mantenere, da adulto, la freschezza e lo sguardo limpido di un bambino, facendo in modo che anche noi tutti possiamo ritornare, anche solo per un paio d’ore, a vedere il mondo come eravamo soliti fare tanti, tanti anni fa.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

LA RECENSIONE DI MARINA:TRA LA TERRA E IL CIELO di Neeraj Ghaywan

 

56377_pplTITOLO: TRA LA TERRA E IL CIELO; REGIA: Neeraj Ghaywan; genere: drammatico; anno: 2015; paese: India, Francia; cast: Richa Chadda, Vicky Kaushal, Sanjay Mishra; durata: 103′

Nelle sale italiane dal 1° giugno, Tra la terra e il cielo è l’ultimo lavoro del regista indiano Neeraj Ghaywan, presentato nel 2015 in anteprima al Festival di Cannes, nella sezione Un certain regard.

Nella città di Benares, sulle rive del Gange, si intrecciano le storia di numerosi personaggi: Devi – una giovane studentessa – è tormentata dal senso di colpa per la scomparsa del suo ragazzo; Deepak si innamora di una ragazza appartenente ad una casta diversa dalla sua; Pathak è vittima della corruzione della polizia locale, mentre il piccolo Jhonta è alla costante ricerca della famiglia che non ha mai avuto.

tra_la_terra_e_il_cielo2Tante storie per un’intensa quanto realistica fotografia della società indiana di oggi: una società prettamente patriarcale che, malgrado lo sviluppo che la nazione stessa sta attraversando, resta tutt’ora ferma su alcuni punti riguardanti la condizione delle donne, la rigida suddivisione in caste e la negazione di alcuni diritti fondamentali dell’uomo.

Particolarmente semplici, ma allo stesso tempo complesse, le storie qui raccontate. I protagonisti sono simbolo di una comune voglia di fuga che nasce proprio a causa della rigidità della politica locale. Sono queste le storie di Devi, di Deepak, di Pathak e di Jhonta, così come le storie di milioni di persone che vivono quotidianamente l’India di oggi. Con una scrittura pulita ed una caratterizzazione dei personaggi ben articolata, Ghaywan – in questo suo ultimo lungometraggio – ha saputo creare un prodotto fortemente empatico, realista e sognante allo stesso tempo.

IMG_4196A metà strada tra la cinematografia di Bollywood (basti pensare agli ultimi minuti del film, in cui la musica fa da protagonista assoluta nel narrare le sorti di ognuno dei personaggi) e lo stile dell’acclamata regista Mira Nair – che, come sappiamo, si distingue sia per il realismo che per le forti suggestioni visive dei suoi lavori – Tra la terra e il cielo si è rivelato un’interessante scoperta nel panorama della distribuzione italiana. E, malgrado qualche sbavatura dal punto di vista prettamente registico, qualche dialogo di troppo e qualche scena – soprattutto per quanto riguarda il finale – decisamente prevedibile, si classifica, senza ombra di dubbio, come un prodotto particolarmente interessante – soprattutto per la possibilità che qui ci viene regalata, di conoscere meglio una realtà sconosciuta ed affascinante.

MASAAN-de-Neeraj-Ghaywan-cKetan-MehtaTra la terra e il cielo è, in poche parole, una favola a lieto fine, ricca di speranza e priva di inutili e ridondanti buonismi. Una favola in cui ognuno è vittima e carnefice allo stesso tempo, ma che regala uno sguardo positivo verso il futuro, che, si spera, sia a sua volta un futuro in cui questo forte desiderio di fuga qui messo in scena sia diventato solo un vago ricordo.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

PERICLE IL NERO di Stefano Mordini in anteprima a Bologna

Ricevo e volentieri pubblico

 

ANTEPRIMA

Riccardo Scamarcio e Stefano Mordini

lunedì 9 maggio alle ore 21 al cinema Odeon di Bologna

presentano PERICLE IL NERO

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E’ l’unico film italiano della selezione ufficiale del Festival di Cannes (sarà nella sezione Un Certain Regard) e lunedì 9 maggio alle ore 21 verrà presentato in anteprima a Bologna (cinema Odeon, via Mascarella 3) dal regista Stefano Mordini e dal protagonista Riccardo Scamarcio, che del film è anche produttore con Buena Onda, insieme ai fratelli Dardenne. Parliamo di PERICLE IL NERO, nelle sale dal 12 maggio. Tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino, è la storia di Pericle Scalzone che lavora per Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio.  Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore. Scatta la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, Pericle incontra Anastasia, che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Ma Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi. Il regista Stefano Mordini è qui al suo terzo film dopo Provincia Meccanica e Acciaio.

E’ aperta la prevendita per l’anteprima: https://circuitocinemabologna.it/film/pericle-il-nero_2016.

http://www.bimfilm.com/schede/pericleilnero/

LA RECENSIONE DI MARINA: SOLE ALTO di Dalibor Matanic

Immagine-tratta-dal-film-Sole-alto-2015-700x357-1456709412TITOLO: SOLE ALTO; REGIA: Dalibor Matanic; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Croazia, Slovenia, Serbia; cast: Tihana Lazovic, Goran Markovic; durata: 123′

Nelle sale italiane dal 28 aprile, Sole alto è l’ultimo lungometraggio diretto dal regista croato Dalibor Matanic, vincitore del Premio della Giuria per la sezione Un certain regard al Festival di Cannes nel 2015.

Tre storie. Tre coppie. Tre decenni diversi. Grande protagonista: la guerra di Jugoslavia. L’amore tra un ragazzo croato ed una ragazza serba moltiplicato per tre volte, che si ripete in ogni decennio qui raccontato. Fino ad arrivare ai giorni nostri. Sono queste le storie di Ivan e Jelena, di Ante e Nataša e di Luka e Marija.

SOLE-ALTO

Interessante, l’operazione compiuta da Matanic (Fine dead Girls, Handymen) in questo suo ultimo lavoro: raccontare la guerra – ferita ancora aperta per chi l’ha vissuta in prima persona – o meglio, le sue conseguenze sulla gente coinvolta ed il loro mutare nel corso degli anni. Ecco, quindi, che ci troviamo inizialmente nei primi anni Novanta (nel 1991, precisamente), quando la guerra è appena scoppiata, ma ancora non ci si è resi conto della gravità della situazione. In seguito, facciamo un salto nel 2001, quando la guerra è ormai finita, ma le sue cicatrici sono ancora troppo fresche, per poi ritrovarci direttamente nel 2011, quando una speranza di rinascita inizia finalmente a farsi strada nell’animo umano. E le storie qui raccontate rispecchiano appieno tutto ciò: senza possibilità di futuro alcuno le prime due, con una porta aperta sull’avvenire l’ultima. Allo stesso modo, vediamo come si evolvono i singoli personaggi nel corso delle vicende: dapprima, vediamo i due protagonisti sì allarmati, ma anche – in qualche modo – inconsci della gravità della situazione, almeno fino a quando non verranno messi bruscamente di fronte alla realtà dei fatti. Nel secondo episodio, invece, sono il cinismo e la diffidenza a fare da protagonisti ed a rendere impossibile qualsiasi possibilità di dialogo con chi proviene da uno stato un tempo nemico. Infine, per quanto riguarda il terzo episodio, evidenti sono le ferite ancora aperte, eppure, stavolta, i due ragazzi sembrano avere finalmente il coraggio di lasciarsi il passato alle spalle e di andare avanti.

Tre, il numero perfetto. Tre, un numero che, volendo, ci fa pensare addirittura a Dante Alighieri: Inferno, Purgatorio, Paradiso – che, simbolicamente, i protagonisti del lungometraggio di Matanic hanno dovuto attraversare. Tre, un ciclo che si chiude.

020-SOLE-ALTOSole alto pecca soltanto di una regia a tratti troppo stereotipata – con inquadrature a volte eccessivamente autocompiacenti, oltre a movimenti di macchina ripetuti quasi in modo meccanico e decisamente prevedibili. Dall’altro canto, però, vanta una sceneggiatura di ferro ed un cast eccezionale (particolarmente notevoli le performances dei giovani attori Tihana Lazovic e Goran Markovic, che, di volta in volta, hanno interpretato le diverse coppie di innamorati). Senza dimenticare il fatto che, pur avendo trattato un argomento forte e vissuto addirittura in prima persona, Matanic non ha commesso l’errore di lasciarsi trasportare eccessivamente dall’emotività, facendo in modo che tutto il lungometraggio ne risentisse, ma, al contrario, è riuscito a mantenere quella freddezza necessaria per la realizzazione di un prodotto sì sentito, ma anche, in qualche modo obiettivo e mai sopra le righe.

In poche parole, Sole alto è una piccola chicca nel panorama cinematografico italiano. Direttamente da un paese con una filmografia piuttosto ricca, ma, ahimé, raramente distribuita in Italia.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

KEN LOACH E JEFF NICHOLS NELLE SALE ITALIANE GRAZIE A CINEMA DI VALERIO DE PAOLIS

Ricevo e volentieri pubblico

cinema logo

GIÀ NEL LISTINO di CINEMA DI VALERIO DE PAOLIS
i film “I, DANIEL BLAKE” di KEN LOACH e “LOVING” di JEFF NICHOLS
ENTRAMBI IN CONCORSO al 69° FESTIVAL DI CANNES

 

I, Daniel Blake” di Ken Loach e “Loving” di Jeff Nichols sono i due titoli già nel listino della prossima stagione di Cinema di Valerio De Paolis che saranno in Concorso alla sessantanovesima edizione del Festival di Cannes.

 

Ancora una volta Valerio De Paolis intercetta film di qualità e prestigio, e di grande interesse per i maggiori festival internazionali.
Nel corso di questa stagione, CINEMA ha infatti portato in sala il film Orso d’Oro di Jafar Panahi “Taxi Teheran”, “Le ricette della signora Toku” di Naomi Kawase, film d’apertura di Un Certain Regard a Cannes 68; “Much Loved” di Nabil Ayouch, film della Quinzaine a Cannes 68, censurato dalle autorità marocchine; “Ti guardo” di Lorenzo Vigas, Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia; “Il condominio dei cuori infranti” di Samuel Benchetrit con Isabelle Huppert, Valeria Bruni Tedeschi e Michael Pitt, presentato Fuori Concorso lo scorso anno a Cannes; “Lo Stato contro Fritz Bauer”, Premio del Pubblico al Festival di Locarno, e  in uscita il 28 aprile;  e “Masaan”, anche questo presentato lo scorso anno a Cannes nella sezione Un Certain Regard, e in uscita il prossimo 26 maggio con il titolo “Tra la terra e il cielo”.

 

SOLE ALTO – il trailer ufficiale

Ricevo e volentieri pubblico

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Online il trailer ufficiale italiano di Sole Alto, il film di Dalibor Matanić premiato dalla giuria del Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, con protagonista Tihana Lazović segnalata fra le European Shooting Stars all’ultimo Festival di Berlino.

Sole Alto arriverà in sala dal 28 aprile distribuito da Tucker Film.
Trailer ufficiale italiano: https://youtu.be/cQsG_ssSCF4
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SINOSSI:
Sole alto racconta l’amore fra un ragazzo croato e una ragazza serba. Un amore che il regista, Dalibor Matanić moltiplica per tre volte nell’arco di tre decenni consecutivi: stessi attori, ma coppie diverse, dentro il cuore avvelenato di due villaggi balcanici. Il 1991 e l’ombra scura della guerra. Il 2001 e le cicatrici che devastano l’anima. Il 2011 e la possibile (impervia) rinascita. Un inno alla vita che ha trafitto i giurati di Cannes. Una sorprendente riflessione sulla natura umana che racconta il dolore per raccontare la speranza. Una produzione che, in perfetta sintonia con il respiro del film, vede cooperare la Croazia, la Slovenia e la Serbia, restituendo pienamente il percorso di ricostruzione culturale in atto nell’ex Jugoslavia.
sole alto 2.jpgAl cinema dal 28 aprile.

RENDE ZVOUS CON IL NUOVO CINEMA FRANCESE

Ricevo e volentieri pubblico

 

VI Edizione

6-11 aprile | ROMA

Cinema Fiamma, Casa del Cinema, Institut français Centre Saint-Louis, Accademia di Francia a Roma – Villa Medici

7 aprile – 8 maggio

Bologna | Palermo | Torino | Napoli | Bergamo| Firenze | Lecce | Milano

mister_chocolat_1.jpgTorna a Roma, dal 6 all’11 aprile, il RendezVous con il nuovo cinema francese. Alla sua sesta edizione, il festival dedicato al nuovissimo cinema d’Oltralpe, parte dalla Capitale per poi toccare, con focus e invitati speciali, le città di Bologna, Napoli, Palermo, Torino, Milano, Lecce, e da quest’anno: Firenze e Bergamo.

Iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, la manifestazione è realizzata dall’Institut français Italia con il sostegno di Unifrance, e la collaborazione del Centre Saint-Louis e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.

BNL Gruppo BNP Paribas, per il sesto anno consecutivo, è main sponsor della rassegna.

Il festival beneficia anche del sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea, di Brioni, dell’Hotel Sofitel Rome – Villa Borghese, di L’Oreal Professionnel e di Groupama AssicurazioniAir France è il vettore ufficiale.

Un progetto ampio e articolato che coinvolge artisti e professionisti italiani e francesi e che si realizza sotto la direzione di Dragoslav Zachariev, responsabile dell’audiovisivo dell’Ambasciata di Francia, e di Vanessa Tonnini cui è affidata la direzione artistica. Un programma fortemente voluto dall’Ambasciatrice Catherine Colonna e dal Consigliere Culturale Eric Tallon.

Più di trenta i titoli di questa edizione, vetrina esclusiva che racconta le storie e i volti del cinema francese contemporaneo con una programmazione diversificata nei generi come nei contenuti, che propone accanto al cinema d’autore e indipendente, la produzione popolare dai grandi incassi.

A Roma sono quattro le sedi che ospiteranno la manifestazione: il Cinema Fiamma per la Sezione Novità e Anteprime, panoramica completata dalla trilogia dedicata ai temi della famiglia all’Institut français Centre Saint-Louis e un omaggio alla regista Solveigh Anspach presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Alla Casa del Cinema invece spazio a masterclass e incontri professionali.

I film, proiettati in versione originale, sottotitolati in italiano, sono presentati da autori e interpreti che saranno i protagonisti assoluti del festival.

Sito Ufficiale:

institutfrancais-italia.com

Social Media:

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twitter.com/IF_Italia

#RVcinema

 

mister_chocolat_3.jpgIl successo del cinema francese in cifre

Per il terzo anno consecutivo, nel 2015, il cinema francese celebra i suoi migliori risultati all’estero degli ultimi venti anni, superiori persino a quelli riscossi all’interno delle frontiere nazionali. Ad assicurarsi il primato per il 2015 sono gli spettatori dell’emisfero orientale, con l’Asia prima zona d’esportazione (28,9 milioni di entrate), seguita dall’Europa occidentale (25,6 milioni di entrate), l’America latina e l’America del Nord. L’Italia al top con 5,2 milioni di spettatori.

Questi i numeri del successo: 100 milioni di spettatori oltre confine, 600 milioni di biglietti nelle sale straniere, il 20% delle entrate grazie al cinema di animazione, settore di punta del mondo audiovisivo. Non dobbiamo dimenticare che l’école des Gobelins è considerata a oggi la migliore scuola d’animazione al mondo, e altre 3 scuole di animazione francesi sono inserite nella top ten del 2015 dall’ACR (Animation Career Review). Dal Piccolo Principe, migliore successo d’animazione degli ultimi venti anni, a Taken 3, passando per La Famille Bélier, Qu’est-ce qu’on a fait au bon Dieu e Samba, è il trionfo del savoir-faire della creazione francese che si basa sull’offerta diversificata, la capacità di innovarsi e sperimentare, pur mantenendo una forte identità.

Chiara Mastroianni | la madrina

Madrina della VI edizione di RendeVous, una delle protagoniste più intense del cinema francese degli ultimi anni, interprete misteriosa e commovente, che incarna alla perfezione storie di perdite e rigenerazioni, sempre in bilico tra dramma e commedia, disincanto e leggerezza.

Carte Blanche di tre titoli. Si parte dai maestri con Racconto di Natale (2008) di Arnaud Desplechin e 3 Cuori (2014) di Benoît Jacquot per arrivare all’anteprima di Good Luck Algeria (2015), opera prima, co-prodotta dai fratelli Dardenne, dell’attore Farid Bentoumi che con ironia ed emozione racconta una storia vera.

film di apertura | Mister Chocolat di Roschdy Zem

L’attore e regista Roschdy Zem presenta, in anteprima a Roma, il suo ultimo film Mister Chocolat – distribuito da Videa – ritratto del clown Chocolat, interpretato dall’intenso Omar Sy, affiancato dal talento di James Thierrée. Un tributo all’incredibile destino del primo artista nero di Francia, appassionato omaggio al mondo dello spettacolo della Parigi della Belle Époque. Premio Rendez Vous France 24.

Anteprime, focus, omaggi |

bang-gang-une-histoire-d-amour-moderne_1Sul fronte talenti emergenti, approda a Roma BANG GANG (une histoire d’amour moderne) – distribuito da Good Films – opera prima di Éva Husson, film scandalo di Cannes 2015, dedicata a un’adolescenza “iperconnessa”, posta di fronte alla “prima volta” e ansiosa di superare i limiti. Ancora da Cannes, sezione Un Certain Regard, arriva MARYLAND – distribuito da Movies Inspired – di Alice Winocour, la regista di Augustine, questa volta alle prese con un thriller mozzafiato e originale, sullo sfondo di un mondo popolato da trafficanti d’armi e politici corrotti.

Torna anche il cinema di Thomas Lilti, dopo l’ottimo esordio del racconto autobiografico di Hippocrate, con MÉDECIN DE CAMPAGNE, cronaca di un medico di provincia affidato alla maestria di François Cluzet. Ancora anteprima italiana per UN DÉBUT PROMETTEUR, commedia solare e poetica, giocata sugli opposti, firmata da Emma Luchini che dirige un cast in stato di grazia e lo stesso formidabile padre Fabrice… Mentre su un registro malinconico si posiziona Mikhaël Hers, alla sua seconda regia, con CE SENTIMENT DE L’ÉTÉ: un racconto tra Berlino, Parigi e New York, che esplora il dolore dell’assenza e l’emozione della vita che ritorna. Sceglie invece i toni della commedia l’attore e comico di origine iraniana Kheiron che, per la sua opera prima NOUS TROIS OU RIEN, rilegge la storia di famiglia e di un pezzo di storia iraniana con ironia ed emozione (Premio Reset 2016).

Fitta la presenza di grandi autori nella manifestazione. In diretta dalla Berlinale 2016, anteprima italiana di SAINT AMOUR – distribuito da Movies Inspired – del duo iconoclasta Gustave Kervern e Benoît Delépine alla guida di un altro scatenato duo: Gérard Depardieu e Benoît Poelvoorde, in una commedia on the road sulle strade del vino, divertente, poetica e immensamente umana. Ancora dall’ultima berlinale arriva DES NOUVELLES DE LA PLANÈTE MARS – distribuito da Good Films – la commedia “malincomica” che il regista Dominik Moll affida ad un altro duo comico eccezionale: François Damiens e Vincent Macaigne.

Microbe_et_gasoilNon poteva mancare sul filone di cinema di forte autorialità e di rinvenzione fantastica, la poetica unica del cinema di Michel Gondry che con MICROBE ET GASOIL – distribuito da Movies Inspired – sigla il suo inno all’amicizia, all’infanzia e alla libertà.

Ancora un racconto di libertà, ma affidato alle forme di un cinema classico e storico, e alle cure della musica del maestro Ennio Morricone, il film di Christian Carion EN MAI FAIS CE QU’IL TE PLAIT, ispirato alle memorie sul gigantesco esodo che mise sulle strade otto milioni di francesi durante l’invasione tedesca.

Sul fronte Focus una schiera di grandi autori che, dopo la presentazione nella Capitale, viaggeranno da sud a nord la penisola. Si parte da Benoît Jacquot, intellettuale serio e brillante insieme, dalla varia e ricca filmografia, maestro di un cinema depistante, indagatore dell’animo femminile, esploratore delle geometrie dell’amore e delle odissee dell’inconscio … Dopo la masterclass a Roma, al fianco di Chiara Mastroianni, incontrerà il pubblico alla Cineteca di Bologna per un focus a lui dedicato.

Reduce da tre premi César, presenta a Roma il pluripremiato FATIMA, il regista Philippe Faucon, ospite anche di un focus a Palermo. Un incontro con il cineasta che, con una visione vibrante e tesa, depurata da spettacolarizzazione e stereotipi, ha saputo meglio raccontare i più variegati aspetti dell’emigrazione maghrebina in Francia, l’estremismo religioso e anche la forza dell’integrazione.

Maestro della commedia agrodolce, regista di utopie e fantasmi, cantore ironico e dal tocco lieve dei capricci del desiderio e degli autoinganni, apprezzato dal pubblico italiano, Emmanuel Mouret presenta a Roma e a Napoli la commedia romantica CAPRICE.

Dopo i successi di Molière in bicicletta e Le donne del 6° piano, torna in Italia il poliedrico regista Philippe Le Guay che, prima a Roma poi a Bergamo, presenterà il suo ultimo film FLORIDE – distribuito da Academy Two – una commedia dolce-amara sull’avanzare dell’età e l’intermittenza della memoria che vede nel cast uno strepitoso Jean Rochefort e una bravissima Sandrine Kiberlain.

Non poteva mancare un omaggio Sólveig Anspach, la regista franco-islandese recentemente scomparsa, autrice di favole tragicomiche che esplorano turbamenti e spaesamenti intimi, spostamenti fisici e di senso, di personaggi alla ricerca di una seconda possibilità.

Arriveranno a Roma | LA DELEGAZIONE FRANCESE DI RDV 2016

Roschdy Zem, Chiara Mastroianni, Eva HussonEmmanuel Mouret, Virginie Efira, Benoit Delépine, Gustave Kervern, Philippe Faucon, Philippe Le Guay, Dominik Moll, Christian Carion.

Ad accompagnare il festival: la delegazione di UniFrance con la Direttrice Generale, Isabelle Giordano, il Presidente: Jean Paul Salomé, Gilles Renouard (Vice Direttore generale) e Maria Manthoulis (Responsabile dei festival e degli artisti).

I PREMI

NOVITÀ 2016 | PREMIO FRENCH CINEMA AWARD

Il 6 aprile, in occasione della serata di apertura della VI edizione di Rendez-vous, presso l’Ambasciata di Francia, sarà assegnato il French Cinema Award ad Andrea Occhipinti. Il premio sarà consegnato da Isabelle Giordano, direttrice generale di UniFrance e da Chiara Mastroianni, madrina della VI edizione del festival, durante la Serata di Gala sotto l’egida dell’Ambasciatrice di Francia, Catherine Colonna.

UniFrance ha voluto così rendere omaggio ad una personalità dell’industria cinematografica italiana che ha contribuito alla promozione del cinema francese nel mondo. Andrea Occhipinti, attraverso Lucky Red, la società che ha fondato nel 1987, ha distribuito in Italia, fino ad oggi, più di 80 film francesi. Con la recente uscita de Il Piccolo Principe – film che Andrea Occhipinti ha anche coprodotto – che ha registrato più di 1 500 000 spettatori a oggi, la Lucky Red ottiene il suo maggior successo proprio con un titolo francese. Il premio, in cristallo, è stato realizzato dalla manifattura di Saint-Louis, fondata nel 1586, simbolo dell’eccellenza del savoir-faire francese.

NOVITÀ 2016 | Premio RendezVous – FRANCE 24

France 24, il canale di informazione internazionale, celebra la sua missione di testata di informazione che sostiene la diversità e il confronto dei punti di vista, con un premio dedicato al cinema dell’impegno e delle storie, in collaborazione con il festival RendezVous. In occasione della proiezione di apertura, il Direttore della strategia e dello sviluppo della rete, Jean-Emmanuel Casalta, consegnerà al regista Roschdy Zem il premio France 24 “per aver regalato sullo schermo con limpidezza, passione e senso civile, la storia del clown Chocolat, prima artista nero della scena francese”.

Premio Reset Dialogues 2016

Continua la collaborazione, per il quarto anno consecutivo, con l’associazione culturale internazionale Reset-Dialogues on Civilizations (www.resetdoc.org) che assegna un premio speciale all’autore capace di raccontare, grazie ad un uso personale del linguaggio filmico, un mondo plurale, che rinnova concetti quali: identità, diversità, dialogo, cittadinanza, dissenso, pluralismo. Il premio di questa edizione va a NOUS TROIS OU RIEN, opera prima dell’attore e comico Kheiron che reinventa la complicata e dolorosa storia personale della sua famiglia con ironia, emozione e fantasia. Il film sarà presentato a Roma e a Milano (dal 3 all’8 maggio) in occasione del Festival dei Diritti Umani (www.festivaldirittiumani.it), la nuova inziativa nata da Reset-Dialogues on Civilization.

EVENTI SPECIALI 2016

A moderare la masterclass del 6 aprile (Casa del Cinema, ore 17) con Benoit Jacquot e Chiara Mastroianni sarà Angela Prudenzi, critico, membro del comitato di selezione del Festival di Venezia.

L‘incontro del 7 aprile (Centre Saint Louis, ore 19) con Chiara Mastroianni sarà moderato invece da Chiara Ugolini, giornalista de La Repubblica. Infine, sarà Carlo Verdone a presentare Ascensore per il patibolo di Louis Malle, l’11 aprile (Cinema Farnese Persol, ore 20.30), evento organizzato in collaborazione con la Cineteca di Bologna | Il cinema ritrovato.

Rendez-vous@RAIMOVIE

Continua la collaborazione con RAIMOVIE, main media partner della manifestazione, che dedicherà una vetrina speciale al cinema francese.

La programmazione, varia e trasversale, in onda dal 5 al 15 aprile, avvicina i grandi maestri del cinema d’Oltralpe alle nuove voci, ecco i titoli: L’occhio del ciclone di Bertrand Tavernier (2009), Maniac di Franck Khalfoun (2012), Un sapore di Ruggine e Ossa di Jacques Audiard (2012), Il primo bacio di Riad Sattouf (2009), L’Eletto di Guillaume Nicloux (2006), Travolti dalla cicogna di Rémi Bezançon (2011), Angel et Tony di Alix Delaporte (2010), L’innocenza del peccato di Claude Chabrol (2007), Le nevi del Kilimangiaro di Robert Guédiguian (2011), L’Amore fugge di François Truffaut (1979), Antoine e Colette di François Truffaut (1962), Ti amerò sempre di Philippe Claudel (2008).

La sala digitale | RendezVous@Mymovies

Continua la collaborazione tra il festival Rendez-vous, UniFrance e MYmovies.it, il sito italiano leader nei contenuti di cinema. UniFrance, per il secondo anno consecutivo, dal 2 al 5 aprile realizzerà con MYmovies.it una sala digitale con una selezione di quattro titoli scelti da MyFrenchFilmFestival.com, il primo festival di cinema francese su internet del mondo, curato da UniFrance. Il tema di quest’edizione: l’amore e l’incontro, visto attraverso gli occhi di quattro autori, con: Un peu, beaucoup, aveuglément di Clovis Cornillac; La Belle Saison di Catherine Corsini; A trois on y va di Jérôme Bonnell; Un français di Diastème.

SPECIALE CINEMA RITROVATO – Ascenseur pour l’échafaud | Ascensore per il patibolo di Louis Malle

L’11 aprile presso il Cinema Farnese Persol, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, viene presentato da un ospite d’eccezione Carlo Verdone il film: Ascenseur pour l’échafaud | Ascensore per il patibolo di Louis Malle, nella versione restaurata da Gaumont presso i Laboratoires Éclair a partire dal materiale originale conservato presso gli Archives Françaises du Film. L’elemento di partenza è stato il negativo camera di cui è stata effettuata una scansione 2K in immersione. Restauro sonoro eseguito da Diapason a partire dal negativo colonna 35mm. La tromba di Miles Davis non è mai stata più squillante…

Gli incontri professionali@ Rendez-vous

Casa del Cinema 7 & 13 Aprile

In occasione della sesta edizione del festival Rendez-vous, l’Institut français Italia e l’Ambasciata di Francia in Italia, con UniFrance, rinnovano di nuovi protagonisti e contenuti, gli incontri-dibattito destinati ai professionisti del settore francesi e italiani. Il 7 aprile si discuterà su due temi: la nuova legge sul cinema in Italia, le sfide e le possibilità che emergono dal nuovo quadro normativo, e il confronto con il modello francese. Nella seconda parte dell’incontro, attenzione puntata sull’esportazione dei film, con una riflessione attorno alle commedie di maggior successo nei due Paesi.

Il 13 aprile, in collaborazione con il Pôle Image Magelis e la Roma Lazio Film Commission, al centro del dibattito ci sarà invece il mondo dell’animazione e il suo sviluppo economico visto in ambito creativo, produttivo, al fine di rafforzare le coproduzioni tra i due paesi.

Sito Ufficiale:

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#RVcinema

LA RECENSIONE DI MARINA: LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU di Naomi Kawase

le ricette della signora toky.jpgNelle sale italiane dal 10 dicembre, “Le ricette della signora Toku” è l’ultimo lungometraggio della regista giapponese Naomi Kawase, presentato nella sezione “Un certain regard” all’ultima edizione del Festival di Cannes.

Sentaro, giovane uomo dal passato difficile, gestisce una piccola pasticceria in cui vende i dorayaki, frittelle dolci ripieni di marmellata di fagioli rossi (an). Toku è un’anziana signora un po’ naif, la quale, un giorno, chiede a Sentaro di poterlo aiutare nella sua attività. Wakana, infine, è un’adolescente timida e solitaria, che solo in compagnia di Toku e Sentaro sentirà di aver trovato una famiglia.

Tre solitudini, tre personaggi che, apparentemente, non sembrano avere nulla in comune. Eppure sono più simili di quanto si pensi. Il lungometraggio della Kawase racconta proprio questo: l’incontro di tre mondi diversi che nel riscoprire piccole cose a cui normalmente non si suole dedicare molta importanza, ritrovano quel calore ormai quasi dimenticato.

Sullo sfondo, una calda primavera con ciliegi in fiore. E proprio i ciliegi, simbolo di morte, ma anche immagine di bellezza tanto effimera quanto magnetica, sono qui un’immagine speculare della singolare signora Toku, giunta nelle vite di Sentaro e di Wakana quasi dal nulla, ma in grado di riportare calore nelle loro quotidianità.

Particolare importanza ha, nella storia, la preparazione delle frittelle dorayaki. Una ricetta semplice, apparentemente facile, la quale, però richiede impegno, attenzione ed amore. Solo così si potrà ottenere un risultato eccellente. La cura che la signora Toku dedica alla cucina è la stessa che dedica alle persone che ama. Sarà proprio questa la lezione che impareranno i due giovani.

Naomi Kawase ha dimostrato una spiccata sensibilità nel raccontare questa storia delicata ed amara allo stesso tempo. Perfettamente in linea con l’estetica orientale. Il risultato finale è un prodotto tenero e commovente, curato nei dettagli, con una sceneggiatura robusta e personaggi che arrivano subito al cuore dello spettatore. Da gustare tutto fino alla fine.

VOTO: 8/10

Marina Pavido