LA RECENSIONE – UNSANE di Steven Soderbergh

claire-foy-unsaneTITOLO: UNSANE; REGIA: Steven Soderbergh; genere: thriller; paese: USA; anno: 2018; cast: Claire Foy, Joshua Leonard, Jay Pharoah; durata: 98′

Presentato fuori concorso alla 68° edizione del Festival di Berlino, Unsane  l’ultimo lavoro del cineasta statunitense Steven Soderbergh, il quale, prendendo spunto dal discussissimo caso Weinstein, mette in scena una forte critica al sistema americano.

Sawyer Valentini è una giovane donna con brillanti prospettive di carriera ed un’intensa vita sociale. Il suo passato, tuttavia, non è sempre stato facile, infatti la ragazza è stata stalkerata per ben due anni da un uomo che abitava nella sua città natale. Tale evento le ha procurato un trauma talmente forte da vedere in chiunque uomo le capiti di incontrare un potenziale maniaco e da sentire il bisogno di rivolgersi ad uno psicologo. A tal fine, la giovane si reca in una rinomata clinica, dove, tuttavia, verrà ricoverata senza apparente motivo insieme ad altri malati di mente. Quello che le è capitato le sembra assurdo, fino al momento in cui incontra proprio il suo persecutore, il quale lavora come infermiere nella stessa clinica.

Già da una prima, sommaria lettura della sinossi, possiamo immaginare fino a che punto il genio di Soderbergh sia riuscito a spingersi. Quello a cui ha dato vita è, di fatto, un claustrofobico thriller dagli echi polanskiani, che non ha paura di osare, che si diverte a giocare con lo spettatore facendogli credere determinate cose, per poi ribaltare drasticamente la realtà e che sa ogni volta reinventarsi evitando il già detto o il già visto. A contribuire alla riuscita finale, l’uso – al posto della macchina da presa – di un i-phone, il cui obiettivo leggermente grandangolare si è rivelato particolarmente adatto a rendere il forte senso di spaesamento e quasi di soffocamento provato dalla protagonista. Sono, a tal proposito, primi e primissimi piani spesso presi dal basso verso l’alto, occhi dei personaggi che bucano lo schermo e quasi ci minacciano personalmente e, non per ultimo, l’espressivo volto della protagonista (una Claire Foy in stato di grazia), truccato all’occorrenza per enfatizzare uno sguardo da un lato ingenuo e spaesato, dall’altro terrorizzato e consapevole a fare da valore aggiunto a tutto il lungometraggio. E, non per ultima, non poteva mancare anche quella giusta dose di (non troppo) velata ironia, come tradizione soderberghiana vuole.

Un prodotto, Unsane, che cavalca sì l’onda delle tendenze mediatiche, ma, in modo intelligente e mai gratuito, mette in scena anche una tagliente critica al sistema sanitario nazionale e, non per ultimo, al governo statunitense. Esemplare, a tal proposito, la battuta pronunciata da uno degli internati, diventato una sorta di alleato della protagonista, il quale afferma che alla clinica stessa conviene, per motivi puramente economici, far sì che essi stessi restino ricoverati. Riprendendo, dunque, alcuni elementi del precedente Effetti collaterali (2013), Soderbergh amplia un discorso aperto in passato e dà vita ad un prodotto girato in poco tempo e con un budget bassissimo, ma tutt’altro che modesto, dove a fare da padrona di casa è una forte satira del nostro presente e che si classifica di diritto come una delle chicche di questa 68° Berlinale.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

12° FESTA DEL CINEMA DI ROMA – LOGAN LUCKY di Steven Soderbergh

DSC_3663.nefTITOLO: LOGAN LUCKY; REGIA: Steven Soderbergh; genere: commedia; paese: USA; anno: 2017; cast: Channing Tatum, Adam Driver, Daniel Craig, Hilary Swank; durata: 118′

Presentato in anteprima, all’interno della Selezione Ufficiale, alla 12° edizione della Festa del Cinema di Roma, Logan Lucky è l’ultimo lavoro del celebre cineasta statunitense Steven Soderbergh.

La storia raccontataci è quella di due fratelli: Jimmy e Clyde Logan. Il primo è separato, ha una figlioletta che adora ed è appena stato licenziato, mentre il secondo, in seguito alla perdita di un braccio durante una missione in Iraq, gestisce un bar. Al fine di risollevare le proprie sorti economiche, i due progettano una rapina alla Charlotte Motor Speedway, durante una corsa di auto, e, al fine di realizzare ciò, radunano un gruppo di vecchi amici (uno di loro viene addirittura aiutato ad evadere, per un solo giorno, dal carcere). Il piano sembra perfetto, gli imprevisti, tuttavia, sono sempre dietro l’angolo.

Basterebbe solo una sommaria lettura della sinossi per essere catturati fin da subito da questo ultimo lavoro di Soderbergh. Ed il bello è che, una volta entrati nel vivo della vicenda, il tutto si rivela come inizialmente auspicato: una singolare storia di una banda sgangherata ma, a suo modo, affiatata, ricca di colpi di scena, dai ritmi giusti e, soprattutto, con riuscite gag e momenti di pura ilarità. Merito di uno script inattaccabile? Indubbiamente. Eppure, come è ovvio, anche la regia – unita ad un montaggio (realizzato, come di consueto, dallo stesso Soderbergh) ed alle musiche giuste – fa sì che il prodotto non viva neanche un minuto di stanca, ma che, al contrario, veda al suo interno un vero e proprio crescendo. Particolarmente riusciti, ad esempio, la scena in cui i carcerati chiedono, in cambio del rilascio di tre guardie tenute come ostaggi, gli ultimi capitoli della saga letteraria Il Trono di Spade o il momento in cui, durante la rapina, il braccio finto di Clyde viene risucchiato da un bocchettone per l’aria. Lo stesso Soderbergh, come si può facilmente immaginare, pare si sia divertito non poco nella realizzazione di questo suo ottimo progetto e, per l’occasione, non ha esitato nemmeno ad auto-citarsi, quando in televisione si parla della rapina chiamando la banda “Ocean’s Seven-Eleven” (dal nome della nota catena di supermercati).

Un cast stellare e ben affiatato – capeggiato da Channing Tatum e da Adam Driver nel ruolo dei fratelli Lucky, insieme a Daniel Craig, Hilary Swank e Seth MacFarlane – si dimostra, inoltre, perfettamente a proprio agio nel progetto, dando vita a personaggi che potrebbero facilmente, in breve tempo, entrare a far parte dell’immaginario collettivo.

Che cos’è, dunque, questo ultimo lavoro di Steven Soderbergh? A pensarci bene, lo si potrebbe quasi definire una vera e propria corsa sulle montagne russe, dove raramente si riesce a tirare il fiato (salvo alcuni momenti di “pausa”, come quando la figlia di Jimmy canta una canzone dedicata al padre durante un concorso scolastico), ma che, al suo termine, fa sì che ci si senta pienamente soddisfatti e carichi di adrenalina. Una visione che dura quasi due ore, ma che va giù come un bicchiere d’acqua fresca. Un’esperienza consigliata a grandi e piccini. A chi lo vedrà, buon divertimento!

VOTO: 8/10

Marina Pavido

ARCIPELAGO 2015 – UN’EDIZIONE DI ANTEPRIME

Ricevo e volentieri pubblico

arcipelago logoFestival Arcipelago 2015, un’edizione di anteprime.

Non solo corti, ma cinema a 360°. E anche oltre.

  Locandina_Festival_Arcipelago_2015

La 2.3a edizione celebra Pasolini, Welles e Fassbinder con inediti e “prime”. Tra gli eventi, il cinema de/genere dei Manetti Bros., l’educazione sessuale nel cinema inglese dagli anni ’30 ai ’70, l’ultimo capolavoro di Godfrey Reggio, lo “scandaloso” nuovo doc di Costanza Quatriglio. E poi ancora Banksy, Doug Aitken e l’incontro incandescente tra videogame e realtà contemporanea.

S’inaugura mercoledì 4 novembre, per concludersi martedì 10, al Teatro Palladium di Roma, la 2.3a edizione di ARCIPELAGO – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini, la più seguita e longeva tra le manifestazioni dedicate ai nuovi linguaggi audiovisivi e ai giovani talenti.

Ad ingresso totalmente gratuito, la popolare manifestazione romana si propone anche quest’anno con un programma tra i più ricchi e articolati, malgrado le ulteriori riduzioni di budget che ne hanno funestato la preparazione, rendendola più che mai difficoltosa.

laguerradeimatti3Oltre a ConCorto, la competizione riservata ai cortometraggi italiani che ha fatto da trampolino di lancio a molti dei giovani registi scoperti dal festival, tra cui Piero Messina (quest’anno nella giuria che dovrà giudicare ben 30 film, dal dolente e attualissimo Venerdì del “veterano” Tonino Zangardi, a La guerra dei matti, sorprendente esordio nella regia del 17enne Luigi Fedele, già giovane attore per Virzì e Celestini, passando per il formidabile documentario sperimentale di Fabio Palmieri Irregulars) e alla terza edizione del concorso dedicato alle serie web internazionali World Wide Series (in cartellone, tra le altre, l’italiana Status di Margherita Ferri, Renato Giugliano e Davide Labanti), la competizione internazionale The Short Planet, che raccoglie i migliori short film provenienti da tutto il mondo suddivisi in quattro programmi tematici (Segreti e bugie, Mamma mia!, Separazioni  e Homo homini lupus). Due gli italiani selezionati su 21 titoli: il sontuoso e straziante sguardo sulla Shoah del vincitore del Nastro d’Argento Sonderkommando di Nicola Ragone e Ore 12 di Toni D’Angelo, sorta di Giulietta e Romeo contemporaneo e iperrealista, tra Gomorra, spaghetti-western e action hongkonghese.

 pasolini

Inevitabile, anche per ARCIPELAGO, innanzitutto confrontarsi con Pier Paolo Pasolini nel 40° anniversario della sua tragica scomparsa. Ma il festival romano lo fa da par suo, in modo inconsueto e originale, da un lato presentando – in collaborazione con il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna – alcuni lavori realizzati da registi stranieri su uno dei più grandi intellettuali italiani del nostro tempo: si tratta perlopiù di documentari, tra cui il tedesco Das Mitleid ist gestorben. Pier Paolo Pasolini und Italien (La compassione è morta. P.P.P. e l’Italia, 1978) di Ebbo Demant e Pasolini, la passion de Rome (Francia, 2013) di Alain Bergala (entrambi in le anteprima italiana), ai quali si aggiungono Pasolini l’enragé (Francia, 1966) di André Fieschi, Pier Paolo Pasolini: Your Eyes Flash Solemnly with Hate (2015) dello storico del cinema Mark Cousins e Pasolini Roma? (Francia, 2013), firmato da Colin Torre assieme allo street artist francese Žilda. Dall’altro, lo celebrerà anche con i 9 video del concorso Comizi d’amore 2.0, rivisitazione – vivace e aggiornata ai tempi di Internet e della comunicazione globale – dell’omonima indagine sugli italiani e il sesso che Pasolini firmò nei primi anni ’60. In collaborazione con la rassegna “cugina”, organizzata dall’ANAC, Pier Paolo oggi, Pasolini domani, ARCIPELAGO proporrà anche il docu-fiction di Enzo De Camillis Un intellettuale in borgata (2014), con Leo Gullotta, mentre Comizi d’amore 2.0 verrà in cambio replicato al Palladium anche l’11 e 12 novembre, per poi proseguire il suo tour romano – grazie al patrocinio di Biblioteche di Roma – in alcune biblioteche della Capitale.

orson wellesMa ARCIPELAGO non poteva mancare neanche all’appuntamento con due altri anniversari che ricorrono in questo fatidico 2015: il trentennale dell’uscita di scena di Orson Welles (del quale ricorre peraltro anche il centenario della nascita) e 70 anni dai natali di Rainer W. Fassbinder, due cineasti che con Pasolini condividevano, ognuno a suo modo, un comune destino di “irregolari”, di potenti voci fuori dal coro. Del primo, nell’omaggio Welles e Fassbinder, la solitudine dei numeri uno, il festival proporrà – in anteprima italiana – la versione appena rimasterizzata in HD dal British Film Institute degli unici sei episodi che compongono la rara serie televisiva inglese Around the World with Orson Welles (1955), nei quali il regista americano racconta, con scanzonata ironia e con il consueto fascino affabulatorio, cinque diversi luoghi dell’Europa del tempo (Parigi, Vienna, Londra, Madrid e i Paesi Baschi), mentre sul prolifico autore tedesco sarà proiettato il ritratto firmato dal critico danese, e amico personale di RWF, Christian Braad Thomsen Fassbinder – To Love without Demands, presentato con successo all’ultima Berlinale.

Manetti_Bros_01Fan irriducibili dei “generi” e sempre spiazzanti nella loro frenetica modernità, i filmmaker romani Antonio e Marco Manetti – i Manetti Bros. – somigliano più ad una rock band indie che ad altre coppie di cineasti ben più celebri, come i fratelli Cohen o i Taviani. Ma è proprio questo loro essere costantemente a cavallo tra cultura pop e trash, tra musica e web, tra sperimentazione e mainstream, ad averli portati fino al Festival di Venezia e a quello di Roma, e a farne, nel panorama cinematografico italiano, un caso unico, un fenomeno di culto. I Manetti Bros. e il cinema de/genere, con un titolo che non a caso evoca i fumetti, è in assoluto la prima personale a loro dedicata (è nella sezione Outsiders), attraversando la prolifica e multiforme attività della coppia, che spazia dal lungometraggio di genere a popolari serie tv, dalle web series autoprodotte (di cui, in Italia, proprio loro sono stati gli antesignani, addirittura già alla fine degli anni ’90, con Scums – miracolosamente ritrovata proprio in occasione del festival, assieme ad un’altra rarità, la mitica PlanetInvasion.Com, mai pubblicata sul Web e tuttora inedita) al videoclip e perfino al documentario, con il recente Palermo Pride. Tra i titoli in programma, il recente e fortunato Song ’e Napule, un inedito corto giovanile (Nido verde, 1988, di Antonio Manetti), una selezione tratta dai loro più di cento videoclip (per i Tiromancino, Assalti Frontali, Alex Britti, Piotta, i Flaminio Maphia, Mietta…) e naturalmente i lungometraggi: Zora la vampira, Torino Boys, Paura, Piano 17, Cavie e L’arrivo di Wang, e più indietro fino al film collettivo DeGenerazione (è loro l’episodio Consegna a domicilio), con cui i Manetti esordirono vent’anni fa, assieme – tra gli altri – a Pier Giorgio Bellocchio, Alex Infascelli e Asia Argento. Proprio in occasione della proiezione di questo vero film cult, ormai assente dagli schermi da molti anni, i due filmmaker incontreranno il pubblico sabato 7 novembre, alle 20:00, fiancheggiati e “stuzzicati” da Marco Giusti (che ha curato un “blob” dei più memorabili contributi dei Manetti tratti dalle trasmissioni tv Stracult, Cocktail d’amore e Nessundorma), da Ernesto Assante e da Giorgio Gosetti. La rassegna verrà replicata alla Casa del Cinema di Roma il prossimo gennaio, in una versione perfino più completa, che includerà infatti anche alcuni episodi delle serie tv Crimini, Rex e L’ispettore Coliandro, la cui nuova stagione, la quinta, andrà in onda agli inizi del 2016, come sempre su Rai 2.

London_The_Queen’s_Pensioners

Tra gli eventi speciali, ARCIPELAGO 2015 proporrà inoltre (altra anteprima italiana) All You Need Is Love – 40 anni di educazione sessuale nel Cinema Britannico, una selezione di titoli tratti dalla raccolta The Birds and the Bees, curata dal British Film Institute: un’eterogenea collezione di documentari brevi, cortometraggi di fiction e di animazione, realizzati tra il 1931 e il 1971, dai quali emerge – in modi talvolta assai curiosi per il pubblico di oggi, e non di rado davvero divertenti – un ritratto in progress della società inglese, dei suoi costumi, dei suoi valori morali e pregiudizi, filtrati dalla propaganda cinematografica a scopi educativi sui comportamenti sessuali, lungo quattro decenni cruciali della Storia britannica, dal post-puritanesimo dei primi decenni del ’900, attraverso una guerra mondiale e l’epoca della Swinging London, fino ai “libertari” (ma non poi così tanto) anni ’70.

Stonewall_Sequenza_01-(0.00.47.18)Di arte urbana, dalle sue origini – con Wild Style di Charlie Ahern, del 1983 – a oggi, si occupa invece Street (He)art – Anche i muri raccontano storie…, che proporrà, tra gli altri film, anche il mockumentary Banksy Does New York di Chris Moukarbel, Sanba di Valentina Belli, reduce dall’ultimo Festival di Taormina, e il documentario sulla “scena napoletana” Street Heart di Tommaso Battimiello. Con la sezione A distanza ravvicinata, per la seconda volta ARCIPELAGO si affaccia invece – stavolta in collaborazione con la nuova distribuzione Wanted – sul panorama dei film in uscita o in anteprima, presentando quest’anno, tra gli altri lavori, l’attesissimo film-evento Station to Station dell’artista americano Doug Aitken (con nomi del calibro di Patti Smith, Beck, Jackson Browne, Giorgio Moroder e molti altri musicisti e artisti), ma anche la promettente opera prima del ventiduenne Ludovico Di Martino, Il nostro ultimo, film all’incrocio tra Invito al viaggio di Peter Del Monte e Stesso sangue di Egidio Eronico e Sandro Cecca (splendida ma dimenticata opera seminale del “nuovo cinema italiano” degli anni ’80). Il film è un’anteprima assoluta, ed è prodotto da Gianluca Arcopinto (quest’anno membro della giuria internazionale cortometraggi), come lo è pure Bangland di Lorenzo Berghella, visto ai Venice Days lo scorso settembre.Visitors_01 Il grande regista visionario Godfrey Reggio è invece alla regia dello splendido Visitors – un’altra prima italiana – musicato come sempre dal fedele Philip Glass e presentato da Steven Soderbergh, mentre si discuterà molto e a lungo – e anche con passione – del nuovo documentario di Costanza Quatriglio 87 Ore, un film “scandaloso”, per la portata civile, etica e giuridica della dolorosa vicenda di violazione dei più elementari diritti umani che racconta, oltre che per il suo audace linguaggio visivo: l’appuntamento, in questo caso, è per la sera del 6 novembre. Completano la sezione due film indipendenti, piccoli ma assai generosi di sorprese: si tratta di Tierra prometida di Antonio Marenco (la troupe di un documentario si perde nell’Uruguay dei laghi salati e di Eduardo Galeano – qui nella sua ultima apparizione prima della recente scomparsa – nel tentativo di intervistare l’allora presidente Pepe Mujica, tra disorientamenti geografico-esistenziali alla Corso Salani e travagli politico-morali di un neo-Michele Apicella morettiano) e di Terra, opera visivamente molto suggestiva e ardita nel linguaggio firmata da Marco De Angelis e Antonio Di Trapani (e co-prodotto dal Centro di Produzione Audiovisiva di Roma Tre), alla sua prima proiezione romana – proprio in chiusura di ARCIPELAGO – dopo il fortunato debutto allo scorso Festival di Pesaro.

PECHERESSES_STILLS_2Concludono il programma del festival il tradizionale spazio autogestito dal DAMS dell’Università Roma Tre (Carta Bianca DAMS Roma Tre), con una selezione di 8 cortometraggi dall’ultima edizione del Roma Tre Film Festival, e l’evento dedicato ai videogame FilmWare 2015 – Reality Reboot. Quando i videogame incontrano la realtà, curato da Ilaria Ravarino in collaborazione con l’AESVI – Associazione Editori Sviluppatori Videogame Italiani e VIGAMUS – Il Museo del Videogame di Roma (il quale dal 4 all’8 novembre, dalle 16:00 alle 20:00, metterà a disposizione del pubblico alcune postazioni Oculus Rift e retrogame). Democrazie digitali, mondi virtuali, ologrammi in piazza e documentari 4D: dove finisce la realtà e dove comincia il videogioco? Attraverso discussioni con i migliori talenti ed esperti del settore, ma anche dimostrazioni dal vivo, tra virtual reality, augmented e mixed reality, e realtà “materiale”, s’indagherà sui modi e le tecnologie con cui i più recenti scenari videoludici raccontano e si confrontano – anche, ma non solo, in chiave di entertainment – con l’attualità sociale, politica ed economica.

ARCIPELAGO 2015 – e in particolare l’omaggio a Orson Welles –

è dedicato alla memoria di CIRO GIORGINI, amico del festival e grande cinefilo.

Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città 2014-2016,

ARCIPELAGO

2.3° Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini

è realizzato con il sostegno di

ROMA CAPITALE

con il contributo del

MINISTERO DEI BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO

Direzione Generale per il Cinema

e il patrocinio di

ISTITUZIONE BIBLIOTECHE DI ROMA

MUNICIPIO ROMA VIII

 

 

 

Info

tel. 06-39388262

e-mail: info@arcipelagofilmfestival.org

web: www.arcipelagofilmfestival.org

Infoline Teatro Palladium: tel. 06-57332772

TRIESTE SCIENCE+FICTION – il programma di giovedì 30 ottobre

Ricevo e volentieri pubblico

TRIESTE SCIENCE+FICTION 

FESTIVAL DELLA FANTASCIENZA – XIV EDIZIONE 

TRIESTE 29 OTTOBRE – 3 NOVEMBRE

SALA TRIPCOVICH – TEATRO MIELA – CINEMA ARISTON

SUL PIANETA S+F SBARCA SASHA GREY

SASHA GREY (2)Sarà Marina Ann Hantzis, in arte Sasha Grey, l’ospite d’eccezione di domani, giovedì 30 novembre. La celebrità americana arriverà da Los Angeles per presentare l’anteprima italiana di Open Windows di Nacho Vigalondo, thriller ipertecnologico – già definito “La finestra sul cortile dell’era digitale” – nel quale interpreta una famosa attrice perseguitata da un misterioso maniaco. Nata a North Highlands – vicino a Sacramento, California – il 14 Marzo 1988, Sasha Grey è diventata una star grazie alla carriera da pornostar che  tra il 2006, quando ha iniziato, diciottenne, e l’aprile 2011, data del suo addio alle luci rosse, è diventata l’attrice hard più famosa al mondo. Chiusa questa parentesi, Sasha Grey è riuscita a costruirsi una carriera alternativa come attrice, recitando nel 2009 come protagonista di The Girlfriend Experience del regista premio Oscar Steven Soderbergh, in Smash Cut – omaggio al cinema horror a basso costo degli anni ’70 – e nello sci-fi thriller The Scribbler, entrando inoltre a far parte del cast del serial televisivo Entourage, in cui ha interpretato un personaggio ispirato a se stessa. Ha poi riscosso successo sia nel campo della musica che come modella, diventando testimonial di numerosi prodotti (Forfex, Manoukian e American Apparel) e posando per Max Azria, Richard Kern e Terry Richardson, trasformandosi negli anni in una vera e propria icona della cultura pop degli anni Duemila.

Nymph_01Atteso domani anche Milan Todorovic, autore, regista e produttore di Zone of the Dead, primo zombie-movie made in Serbia, in Concorso con Nymph, primo film serbo che per protagonista ha una creatura fantastica, interpretato da Franco Nero, Kristina Klebe, Natalie Burn e Dragan Mićanović. In Concorso, anche 2030 (Nuoc) diretto da Nghiem-Minh Nguyen-Vo, film vietnamita scelto per inaugurare la sezione Panorama del prestigioso festival di Berlino, un post-apocalittico di atmosfera le cui premesse sono il riscaldamento globale e il rapido aumento del livello del mare; e Honeymoon, film di debutto della regista americana Leigh Janiak, dramma di coppia che incrocia elementi mystery, sci-fi e soprannaturali.

Hard-to-be-a-God_01Evento speciale, Hard to be a God, capolavoro postumo del cineasta russo Aleksei Guerman, acclamato allo scorso Festival Internazionale del Film di Roma e che ha in Umberto Eco uno dei più grandi sostenitori. In Hard to be a god, un gruppo di scienziati viene inviato sul pianeta Arkanar, preda di un regime oppressivo in un’epoca equivalente al Medioevo terrestre. Gli abitanti del pianeta in grado di leggere e scrivere vengono perseguitati. Gli scienziati devono evitare di influenzare troppo gli eventi storico-politici sul pianeta. Lavoreranno in incognito e dovranno rimanere neutrali. Don Rumata, identificato dai locali come un Dio proveniente dal futuro, tenta di salvare l’intellighenzia del pianeta dalla repressione. Ma non può non prendere posizione: “Cosa faresti se fossi Dio?”.

Al via domani, gli Incontri di Futurologia al caffè San Marco. Divulgatori scientifici, giornalisti, cineasti e scrittori si riuniranno anche quest’anno, nella sede dello storico Caffe San Marco di Trieste che apriva i battenti cent’anni fa nel 1914 e che si apre oggi a una sorta di atmosfera steampunk, in uno spazio tematico fra scienza e fantascienza, dove si alterneranno dialoghi su argomenti eterogenei, dai cambiamenti climatici ai simbionti, dalla musica elettronica alla robotica, passando attraverso incubi futuribili dove i tradizionali supporti di carta e celluloide si fondono ormai con i mondi digitali.

E, partenza al teatro Miela per due Mostre davvero imperdibili. La città invisibile. Trieste negli scatti di Claudio Iannone, realizzata in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission e Indigo Films, propone una selezione delle foto di scena scattate da Iannone sul set dell’ultimo film di Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile, girato a Trieste e in uscita nelle sale italiane l’11 dicembre 2014. Gli scatti esposti parlano di una Trieste aliena, livida e grafica, diversa da come viene solitamente rappresentata e vista nei film, dove è l’aspetto nostalgico e mitteleuropeo ad essere evidenziato. Da piazza Unità al molo Audace, dallo stabilimento balneare Ausonia alla gru pontone Ursus, salendo su fino all’Università e al pietroso paesaggio carsico, seguiamo il regista, la crew ed alcuni dei principali protagonisti del film. Il ragazzo invisibile. Il fumetto, realizzata in collaborazione con Panini Comics, Rai Cinema, Indigo Film e Napoli COMICON, raccoglie una selezione di tavole tratte da Il ragazzo invisibile, l’opera a fumetti che espande l’universo del nuovo, atteso film di Gabriele Salvatores portandone sulla pagina disegnata la storia e i personaggi è il tema della mostra.

Programma, giovedì 30 ottobre:

15h00 – Tripcovich (NEON – ASTEROIDE)

2030 Nghiem-Minh Nguyen-Vo

Vietnam, 2104, 98’, DCP, v.o. viet / sub ita elec, sub ing copia

Nuoc-20302030 (nel titolo originale Nuoc: Acqua) è ambientato in un futuro prossimo in cui le persone vivono in case galleggianti e le multinazionali costruiscono piantagioni sull’acqua dove vengono coltivate le piante, diventate oramai un bene di lusso. La storia è quella di una donna e del suo viaggio per conoscere la verità sulla morte del marito. Scoprirà che le piantagioni celano l’impiego di tecnologie di ingegneria genetica che potrebbero avere ripercussioni pericolose sulla salute. Il ricercatore capo e principale sospetto per la morte di suo marito è il suo ex amante. Si troverà di fronte a differenti versioni della “realtà” e sarà così costretta a prendere una drammatica decisione.

17h00 – Tripcovich (NEON – ASTEROIDE/MELIES)

NYMPH Milan Todorovic

Serbia, 2014, 90’, DCP, v.o ing / sub ita elec

Nymph_02Due giovani americane in viaggio su un’isola del Montenegro s’imbattono in un antico e abbandonato forte, tana marina di una sirena assassina. Rapidamente la loro vacanza si trasformerà in un terribile incubo: le tante ragazze discinte che si crogiolano sotto il bollente sole del Mediterraneo presto non saranno altro che corpi smembrati. In questo horror dall’atmosfera gotica e sexy, le due giovani protagoniste, affiancate da un misterioso pescatore, dovranno affrontare un’antica e misteriosa creatura marina, una sirena affamata di carne umana che porterà sullo schermo sangue e smembramenti a profusione.

Saranno presenti il regista Milan Todorović e gli interpreti Zorana Kostic Obradovic e Ivan Pribicevic.

20h00 – Tripcovich (NEON – MELIES)

OPEN WINDOWS Nacho Vigalongo

Spagna, 2014, 100’, DCP, v.o ing / sub ita elec

Con: Sasha Grey

Open_Windows_Still_01Nick è un ragazzo fortunato. Jill Goddard, la più eccitante attrice sulla terra, sta promuovendo il suo ultimo film e Nick ha vinto come primo premio di un concorso on-line una cena con lei. Ma sul più bello una telefonata di un certo Chord lo informa che l’appuntamento è stato cancellato. La colpa sarebbe di Jill, diva costosissima e odiata da tutti. Per farsi perdonare Chord offre a Nick la possibilità di spiarla direttamente dal suo computer come nessun fan avrebbe mai sognato di fare. Una terribile verità viene però pian piano a galla, rivelando che tutto è stato organizzato da Chord e che Nick è solo un ingranaggio di un piano ben più grande.

Sarà presente Sasha Grey

20h30 – Teatro Miela (Evento Speciale)

HARD TO BE A GOD Aleksey Guerman

Hard-to-be-a-God_02Russia, 2013, 170’, DCP, v.o russa / sub ita copia

Con: Aliona Shumakova

22h15 – Tripcovich (NEON – ASTEROIDE)

HONEYMOON Leigh Janiak

USA, 2014, 87’, DCP, v.o ing / sub ita elec

Honeymoon_Still_06I novelli sposi Paul e Bea partono in luna di miele. La meta è un lago isolato, dove li aspetta un appartato e romantico idillio. Ma, poco dopo l’arrivo, Paul scopre Bea vagare disorientata nel mezzo della notte. Man mano che il suo comportamento si fa più strano e lei più distante, Paul comincia a sospettare che quanto accaduto nel bosco sia più inquietante di un semplice sonnambulismo.

TRIESTE SCIENCE+FICTION – SASHA GREY ospite d’eccezione della quattordicesima edizione

Ricevo e volentieri pubblico

TRIESTE SCIENCE+FICTION 2014

SASHA GREY OSPITE DEL TRIESTE SCIENCE+FICTION

 Open_Windows_Still_01

Trieste Science+Fiction Festival Internazionale della Fantascienza è orgoglioso di annunciare che Marina Ann Hantzis, in arte Sasha Grey, sarà ospite d’eccezione della quattordicesima edizione del Festival. La celebrità americana arriverà da Los Angeles per presentare l’anteprima italiana di Open Windows di Nacho Vigalondo, thriller ipertecnologico – già definito “La finestra sul cortile dell’era digitale” – nel quale interpreta una famosa attrice perseguitata da un misterioso maniaco.

Nata a North Highlands – vicino a Sacramento, California – il 14 Marzo 1988, Sasha Grey è diventata una star grazie alla carriera da pornostar che  tra il 2006, quando ha iniziato, diciottenne, e l’aprile 2011, data del suo addio alle luci rosse, è diventata l’attrice hard più famosa al mondo. Chiusa questa parentesi, Sasha Grey è riuscita a costruirsi una carriera alternativa come attrice, recitando nel 2009 come protagonista di The Girlfriend Experience del regista premio Oscar Steven Soderbergh, in Smash Cut – omaggio al cinema horror a basso costo degli anni ’70 – e nello sci-fi thriller The Scribbler, entrando inoltre a far parte del cast del serial televisivo Entourage, in cui ha interpretato un personaggio ispirato a se stessa. Ha poi riscosso successo sia nel campo della musica che come modella, diventando testimonial di numerosi prodotti (Forfex, Manoukian e American Apparel) e posando per Max Azria, Richard Kern e Terry Richardson, trasformandosi negli anni in una vera e propria icona della cultura pop degli anni Duemila.