RAFFAELE PER ENTR’ACTE: PREMIO SERGIO AMIDEI DICE 33!

PREMIO SERGIO AMIDEI DICE 33!

amidei 2014

Non tornavo a Gorizia da due anni. L’ultima volta ci ero stato proprio in occasione del Premio Internazionale Migliore Sceneggiatura Sergio Amidei.

Sette giorni dedicati alla settima arte, alla proiezione di film italiani e stranieri, a tavole rotonde e rassegne.

In Corte Bratina, il cuore pulsante del festival, mi aspetta il mio amico Anton, scenografo, pittore, scultore e grande appassionato di birra. Sta allestendo Casa Zoran, la piccola frasca all’aperto che soddisferà i bisogni alcolici e culinari degli spettatori del Premio, giunto alla sua 33esima edizione. Sono con Luca Chinaglia, mio amico e presidente dell’associazione culturale Barnabil e ci ricongiungiamo con la nostra socia Florence Ménard, antropologa e tecnico del suono.

mazzacurati_passioneL’Amidei quest’anno è dedicato a Carlo Mazzacurati, grande regista del Nordest, importante esponente del cinema italiano, che purtroppo alcuni mesi fa ci ha lasciati.

Oltre all’opera omnia di Mazzacurati, il Festival, sotto la direzione artistica di Maria Pia Comand, nel centenario della Prima Guerra Mondiale, dedica spazio ai classici del war movie, come “La Grande Illusione”, “All’ovest niente di nuovo”, “Uomini contro” e “Orizzonti di gloria”.

Luca ed io siamo qui per un’iniziativa particolare, organizzata dall’associazione culturale Hommelette, in collaborazione con il Premio e il Dams di Gorizia.

E’ grazie agli sforzi di Alice Rispoli, Ruben Vuaran e gli altri componenti dell’associazione culturale triestina, che abbiamo avuto il piacere di seguire la parte didattica di “Prima della Scrittura”. Un’iniziativa che ha come scopo quello di far uscire le sceneggiature dal cassetto degli autori e di sottoporle all’attenzione dei produttori. “Prima della Scrittura” è un contest a cui hanno partecipato 72 giovani autori di lungometraggi e web series.

 

Abbiamo selezionato i migliori 10 lavori, privilegiando le potenzialità narrative e produttive. Abbiamo intrapreso un percorso con questi ragazzi durato un mese, consistito in un tutoraggio via mail, ricco di consigli, scambi di opinione, dialettica.

Il fine era quello di farli arrivare al pitching con i producer con grande serenità e consapevolezza della forza e della profondità delle proprie storie.

Igor Princic di Transmedia, Gianfilippo Pedote della Mir Cinematografica, Gianpietro Preziosa di Interfilm, Luigi Pepe di Jump Cut e Laura Cattaneo di Alpis hanno prestato ascolto con grande interesse ai lavori dei ragazzi. Ognuno de quali aveva 8 minuti per esporre la sua idea, ma anche per presentare se stesso e le motivazioni che l’hanno spinto a mettere su carta la propria storia.

Al termine i giovani sceneggiatori hanno avuto la possibilità di continuare il confronto con i produttori in one-to-one.

L’incontro è stato approfondito e fruttuoso. Al pitching hanno partecipato anche Luca Pancaldi e a Francesco Bruni, in qualità di uditori. Dopo il pranzo, ho trangugiato un caffè correndo verso la stazione. Il treno per Milano mi aspettava. Se non ci fosse stato Ruben “di Hommelette” l’avrei perso.

vesna_va_veloce3So che la rassegna di Mazzacurati continuerà, che mi perderò alcuni film interessanti e so che non ho abbracciato tutte le persone che avrei voluto salutare, ma ritorno di nuovo a casa con un pò di Gorizia nel cuore.

 

Dal vostro Raffaele Putortì

PRESENTATA LA 33^ EDIZIONE DEL PREMIO AMIDEI – dal 18 al 24 luglio a Gorizia

Ricevo e volentieri pubblico

amidei 2014Ritorna dal 18 al 24 luglio prossimi a Gorizia il Premio “Sergio Amidei”. Arrivato alla 33° edizione e articolato come sempre attorno al centrale Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica, il Premio Amidei ha scelto quest’anno una formula inedita dedicando l’intero festival a Carlo Mazzacurati, regista e sceneggiatore
recentemente scomparso, espressione sincera delle storie e del vissuto del Nordest italiano. Un tributo doveroso che ha convinto gli organizzatori del Premio a “mettere in silenzio” lo storico Premio all’Opera d’Autore assegnato nelle passate edizioni a Maestri quali Fabio Carpi, Abbas Kiarostami, Bernard Tavernier, Ken Loach, Wim Wenders, Edgar Reitz, Miklòs Jancsò, Giuliano Montaldo, Paul Schrader, Robert Guédiguian, i fratelli Taviani e ultimo in ordine di tempo Patrice Leconte.

la_grande_illusione3
Ad anticipare l’edizione 2014, l’11 giugno alle ore 20.30 il Premio Amidei proporrà una preziosa versione restaurata del capolavoro pacifista di Jean Renoir, La grande illusione. Il film, girato nel 1937, costituisce un assaggio del ricco palinsesto che andrà a comporre la sezione del Premio “La Grande Guerra – L’occhio del cinema” dedicata alla Prima Guerra Mondiale nel centenario del suo inizio.

mazzacurati8Ricordato e celebrato con grande affetto da tutto il mondo del cinema, Mazzacurati verrà raccontato nel corso delle sette giornate di programmazione dell’Amidei attraverso la sua opera completa, dai primi anni Ottanta ai giorni nostri. Un lavoro di ricognizione importante e faticoso eccezionalmente patrocinato dall’autorevole  Associazione 100 Autori e dall’Agis Tre Venezie e così definito da Mariapia Comand, docente del DAMS Cinema Gorizia – Università di Udine e curatrice del programma,
“quello del Premio Amidei non è un omaggio occasionale ed estemporaneo a Mazzacurati, ma l’incontro profondo di figure e soggetti diversi (personalità artistiche e istituzioni culturali come l’Amidei e i 100autori) che si identificano in una comune politica
culturale per il cinema”.

marrakech_express1La retrospettiva – dalla quale non mancheranno i lavori di sceneggiatura come Marrakech Express (Salvatores) e Domani accadrà (Luchetti) – offrirà un punto di vista privilegiato sull’opera di Mazzacurati andando oltre i lavori di regia per approdare al campo della scrittura cinematografica, il cuore dell’attività di promozione e
divulgazione portata avanti dall’Amidei da più di tre decenni.

la_sedia_della_felicita4La tavola rotonda dedicata a Mazzacurati del 19 luglio sarà incentrata proprio sulla sceneggiatura e vedrà protagonisti molti degli scrittori che hanno affiancato negli anni Mazzacurati: da Enzo Monteleone (che condivise gli esordi) a Doriana Leondeff,
sceneggiature di fiducia dell’ultimo decennio. Insieme a loro ci sarà anche Marco Pettenello (tra gli autori di La sedia della felicità, ultimo film del regista padovano), Francesco Bruni (sceneggiatore, regista e presidente dei 100autori), Claudio Piersanti e Massimo Gaudioso (membro della giuria del Premio Amidei e noto al grande pubblico come sceneggiatore di Gomorra). Insieme a queste personalità di primo piano della Scrittura italiana, si discuterà di sceneggiatura, da sempre il punto di forza del nostro cinema, come ha dimostrato in modo esemplare proprio Mazzacurati, tra i primi negli anni Ottanta a indicare nel ritorno alla sceneggiatura la strada maestra per il nostro cinema. Una svolta che segnò, dopo le secche degli anni Settanta, la rinascita del cinema italiano, baciato di lì a poco da tanti successi nazionali e internazionali: come l’oscar a Mediterraneo, scritto da Enzo Monteleone inizialmente proprio per Mazzacurati e poi invece diretto da Salvatores. Sarà proprio La sedia della felicità, l’ultimo film di Mazzacurati ad aprire il festival il 18 luglio prossimo.
Da sempre asse portante dell’Amidei, il Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica ritorna quest’anno con sette straordinarie pellicole selezionate dall’ormai storica giuria dell’Amidei – composta dai registi Ettore Scola, Marco Risi, dagli sceneggiatori Francesco Bruni, Massimo Gaudioso e dall’attrice Giovanna Ralli e dalla produttrice Silvia D’Amico – tra i titoli europei usciti nelle sale
durante la stagione cinematografica 2013-14.

still_life5A contendersi il prestigioso riconoscimento conferito per l’originalità e capacità di sperimentare nuove formule narrative, oltre che per l’attenzione alla realtà sociale e ai temi emergenti del mondo contemporaneo: Blue Jasmine (regia, soggetto, sceneggiatura di Woody Allen), In grazia di Dio (regia di Edoardo Winspeare, soggetto e sceneggiatura Anna Boccadamo, Alessandro Valenti, Edoardo Winspeare), Il capitale umano (regia di Paolo Virzì, sceneggiatura di Paolo Virzì, Francesco Bruni, Francesco Piccolo), La Mafia uccide solo d’estate (regia di Pif – Pierfrancesco Diliberto, soggetto e sceneggiatura di Michele Astori, Pif, Marco Martani), Locke (regia, soggetto, sceneggiatura Steven Knight), Smetto quando voglio (regia di Sidney Sibilia, soggetto: Sidney Sibilia, Valerio Attanasio, sceneggiatura di Sidney Sibilia, Valerio Attanasio, Andrea Garello), Still Life (regia, soggetto, sceneggiatura Uberto Pasolini).

Nato nel 2013 per omaggiare personalità della cultura che abbiano saputo ampliare, divulgare e condividere pubblicamente il pensiero cinematografico, il Premio alla Cultura Cinematografica viene attribuito quest’anno alla trasmissione radiofonica di Radio3, Hollywood Party, che proprio nel 2014 festeggia i suoi primi vent’anni di vita.

hollywood_party4Un’attribuzione che vuole riconoscere l’importanza di Hollywood Party nella promozione della settima arte in ogni suo aspetto, a partire dalla capacità di coniugare intrattenimento di qualità e informazione grazie a un format originale ed efficace, la competenza e l’acume critico delle molte voci che si sono succedute negli anni ai microfoni radiofonici. A ritirare il Premio il 22 luglio Enrico Magrelli voce storica della trasmissione.

il_sorpasso1Per festeggiare il celebre programma, l’Amidei offrirà al pubblico due film: Hollywood Party (il film di culto di Blake Edwards del ’68 con Peter Sellers che ha dato il nome alla trasmissione) e Il sorpasso di Dino Risi: un tributo al cinema italiano, scelto unanimemente dalla redazione e dai conduttori.
les_croix_de_bois4Da quest’anno il Premio Amidei avvia una riflessione intorno al primo conflitto mondiale, in vista delle ricorrenze del 2015. I temi della memoria, dei destini individuali e collettivi e la forza di denuncia del cinema, saranno al centro delle retrospettive e degli incontri
dedicati. Saranno proposti alcuni tra i più importanti film della storia del cinema mondiale, alcuni noti, altri meno come Maudite soit la guerre (id., Belgio, 1914), di Alfred Machin in edizione digitale restaurata nel 2014 con accompagnamento musicale dal vivo, Io accuso (J’accuse!, Francia, 1938), di Abel Gance sempre in copia restaurata proveniente dagli archivi della Gaumont, l’indimenticabile Orizzonti di gloria (Paths of Glory, USA, 1957), di Stanley Kubrick in edizione digitale restaurata dalla Park Circus, Uomini contro (Italia/Jugoslavia, 1971), di Francesco Rosi e molti altri ancora. Tutti lucidi, struggenti e duri racconti di una tra le più drammatiche pagine della storia moderna. I film saranno introdotti da brevi filmati o documentari su Gorizia e sugli altri teatri di guerra della regione, documenti visivi d’archivio (reperiti dalla Cineteca del Friuli) che con la forza straordinaria delle immagini, ricordano la “vicinanza” della guerra
volendo ribadire il valore della pace.

il_demonio5Un filo nero lega film disparati dell’horror italiano degli anni Sessanta e Settanta, l’interrogativo su ciò che definisce e separa ciò che è abietto da ciò che non lo è. Autori diversi per storia, ambizioni e provenienza, sembrano appropriarsi dell’orrore cinematografico per raccontare, più o meno intenzionalmente, altro: gli orrori del
quotidiano, la crisi del potere politico o i suoi abusi, la trasfigurazione della società o il disfacimento ideologico.

corta_notte2Negli “stati di eccezione” in cui il potere politico viene meno, è poi lo stesso uomo comune a diventare sadico e mostruoso. La retrospettiva propone una selezione mirata di film che possiamo far rientrare sotto l’inedita etichetta di horror politico: alcuni di essi sono considerati oggi opere di culto come Il demonio (Italia/Francia 1963, 105′) di Brunello Rondi, Un tranquillo posto di campagna (Italia/Francia 1968, 106′) di Elio Petri, Hanno cambiato faccia (Italia 1971, 97′) di Corrado Farina, La corta notte delle bambole di vetro (Germania/Italia/Jugoslavia 1971, 92′) di Aldo Lado solo per citarne
alcuni.

Il Premio Amidei prosegue la sua ricerca dei territori più inesplorati del cinema italiano indipendente. Quest’anno la sezione off sarà dedicata all’horror indie italiano, un ambito denso di creatività e innovazione, spesso misconosciuto in Italia e invece aperto a una
dimensione internazionale.

17_a_mezzanotte1Durante tre “notti nere” (20-22 luglio) saranno mostrati i più significativi lungometraggi degli ultimi anni firmati da nomi di spicco del panorama, come Domiziano Cristopharo o Ivan Zuccon: di quest’ultimo vedremo in anteprima nazionale Wrath of the Crows (L’ira dei corvi). In anteprima sarà anche il film collettivo 17 a mezzanotte, rappresentativo di una nuova generazione di giovani autori indipendenti come Pesca, Tagliavini, Scargiali, ospiti con Zuccon del Premio Amidei.

Con l’Associazione Culturale Hommelette e l’Associazione Culturale Barnabil Produzioni, il Premio Amidei promuove un’occasione di incontro delle idee di giovani sceneggiatori con il mercato.

zoran5Scade il 9 giugno la deadline del concorso per soggetti originali per il cinema e per serie web, che selezionerà i dieci finalisti; questi dovranno cercare di vendere le loro storie durante un pitch (20 luglio) ai produttori Gianfilippo Pedote, MIR cinematografica, (Noi non siamo come James Bond); Igor Princic, Transmedia, (Zoran – Il mio nipote scemo); Giampietro Preziosa, Intelfilm, (Come il vento); Luigi Pepe, Jump Cut, (Piccola Patria) e Laura Cattaneo producer della Alpis (fondata da Carlo Zoratti, regista di “The Special Need” e Marina Rosso, fotografa) avendo a disposizione solo 8 minuti!
maria_fux1cNon mancheranno appuntamenti unici, anteprime, proiezioni legate ai temi del festival o dettate da occasioni speciali come l’Amidei KIDS – quest’anno presente non solo con proiezioni dedicate ai più piccoli ma anche con laboratori didattici per bambini – la presentazione del nuovo progetto di Ivan Gergolet prodotto da Transmedia sulla grande ballerina Maria Fux e la proiezione di Maudite soit la guerre (id., Belgio, 1914), di Alfred Machin in edizione digitale restaurata nel 2014 con accompagnamento musicale dal vivo del gruppo Demodè.

gabriella_gabrielli_border_trio1Dal vivo sarà anche l’esibizione di Gabriella Gabrielli & il Border Trio (18 luglio), gruppo musicale che accompagnerà, con le canzoni popolari antimilitariste, le immagini d’epoca dei film dal vero sulla Grande guerra.
Le retrospettive saranno accompagnate da incontri, presentazioni e tavole rotonde, in modo tale da contestualizzare le retrospettive e guidare e orientare la visione degli spettatori.
19 luglio, ore18-19.30
Palazzo del Cinema
Tavola rotonda
AVVENTURE DI FRONTIERA: IL CINEMA DI CARLO MAZZACURATI
con Marco Pettenello, Francesco Bruni, Claudio Piersanti, Enzo Monteleone, Massimo Gaudioso, Doriana Leondeff
20 luglio, ore 18-19.30
Palazzo del Cinema
Tavola rotonda
IN TRINCEA E SUL FRONTE: IL CINEMA CONTRO LA GUERRA”
con Luca Mazzei (docente all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata) e Alessandro FacciolI (docente all’Università degli Studi di Padova)
22 luglio, ore18-19.30
Palazzo del Cinema
Tavola rotonda
STATO DI ECCEZIONE: SOPRUSI E ARBITRI DEL POTERE NEL CINEMA ORRORIFICO”
con Aldo Lado e Corrado Farina
23 luglio, ore 18-19.30
Palazzo del Cinema
Tavola rotonda
SPAZIO OFF: ITALIAN INDIE HORROR”
con Ivan Zuccon, Edo Tagliavini, Davide Pesca e Federico Scargiali

 

Titolo Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica Sergio Amidei
Luogo Palazzo del Cinema – Hiša Filma, Parco Villa Coronini Cronberg – Gorizia
Date dal 18 al 24 luglio 2013
Direttore organizzativo Giuseppe Longo
Coordinamento artistico Mariapia Comand
Organizzato da Comune di Gorizia – Assessorato alla Cultura,
Associazione di Cultura Cinematografica Sergio Amidei con
l’Università degli Studi di Udine – DAMS Cinema di Gorizia
Con il contributo di Regione Autonoma FVG, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Camera di Commercio di Gorizia
Con il Patrocinio di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Gorizia, Associazione 100Autori, Agis Tre Venezie
Mediapartnership MyMovies.it, Mediacritica OK
Informazioni http://www.amidei.com
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PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto in sala dal 10 aprile

ASCOLTA L’INTERVISTA DI MARINA AL REGISTA – https://www.youtube.com/watch?v=Ms2dyJVdusA&feature=youtu.be

ASCOLTA L’INTERVISTA DI MARINA ALLE PROTAGONISTE – https://www.youtube.com/watch?v=wjKEGz9ZrxE&feature=youtu.be

Ricevo e volentieri pubblico

Arriverà nelle sale italiane il prossimo 10 aprile, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto, già presentato in concorso nella sezione Orizzonti all’ultima Mostra di Venezia e in prima internazionale al Festival di Rotterdam (nella sezione Spectrum dedicata a “film e registi che offrono un contributo essenziale alla cultura cinematografica internazionale”)


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Primo “lungometraggio di finzione” di uno tra i nomi più significativi del documentario italiano (già al centro nel 2010 di una retrospettiva al New York Documentary Film Festival), Piccola Patria racconta, sullo sfondo di un’estate calda e soffocante nella provincia del Nordest italiano, tra rigurgiti indipendentisti e istinti xenofobi, la storia di due ragazze e del loro desiderio di andare via dal piccolo paese dove vivono. Luisa (Maria Roveran) è piena di vita, disinibita, trasgressiva; Renata (Roberta Da Soller) è oscura, arrabbiata, bisognosa d’amore. Le vite delle due giovani raccontano la storia di un ricatto, di un amore tradito, di una violenza subita: Luisa usa Bilal (Vladimir Doda), il suo fidanzato albanese, Renata usa il corpo di Luisa per muovere i fili della propria vendetta. Entrambe vogliono lasciare la piccola comunità che le ha cresciute, tra feste di paese e raduni politici, famiglie sfinite e nuove generazioni di immigrati presi di mira da chi si sente sempre minacciato. Luisa, Renata e Bilal rischieranno di perdersi, di perdere una parte preziosa di sé, di perdere chi amano, di perdere la vita.
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Prodotto da Gianpaolo Smiraglia e Luigi Pepe, Piccola Patria è una produzione Arsenali Medicei e Jump Cut,
con il contributo del MiBACT – Direzione Generale per il Cinema, con il sostegno di Regione Veneto – Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo, BLS – Business Location Sudtirol Alto Adige, Trentino Film Commission, Friuli Venezia Giulia Film Commission, sviluppato con il supporto del Programma MEDIA dell’Unione Europea.
Il film è distribuito da Istituto Luce Cinecittà.


Guarda il Trailer: http://youtu.be/p4R6cgW4qHQ

TRIESTE FILM FESTIVAL 25^ EDIZIONE – 17-22 gennaio 2014

Ricevo e volentieri pubblico

 

TRIESTE FILM FESTIVAL – 25^edizione

17-22 gennaio 2014

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Il Trieste Film Festival, il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunge all’importante traguardo del quarto di secolo. La rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli ospiterà anche quest’anno le sue proiezioni al Teatro Miela e alla Sala Tripcovich.

Il programma, come di consueto, darà spazio ai tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), a eventi speciali, omaggi e incontri (quelli con il pubblico e la stampa si terranno al Caffè San Marco).

Ad aprire il festival sarà il 17 gennaio alla sala tripcovich in anteprima italiana l’ultimo film di Danis Tanović (cineasta premiato con l’oscar nel 2001 per No Man’s Land) dal titolo EPIZODA U ŽIVOTU BERAČA ŽELJEZA (Un episodio di un raccoglitore di ferro), una produzione bosniaco, francese, slovena che vede la partecipazione anche di Rai Cinema. Il film è ambientato nella Bosnia-Erzegovina e incentrato sulla storia di una famiglia Rom che vive a Poljice, lontano dai centri urbani. Il padre Nazif recupera metallo da vecchie auto e lo vende a un robivecchi, la madre Senada tiene in ordine la casa, cucina e si prende cura delle due figlie piccole. Un terzo figlio è in arrivo. Quando si sente male, Nazif prende una macchina a prestito e la porta alla clinica più vicina. Senada ha perso il bambino e rischia la setticemia se non viene operata immediatamente, ma non ha l’assicurazione sanitaria… Epizoda u životu berača željeza era in concorso all’ultimo Festival di Belino dove ha vinto il Gran premio della giuria e quello per il Miglior attore. “Il film è la ricostruzione di eventi reali e l’intenzione alla base del film è quella di mostrare le discriminazioni che le minoranze devono affrontare in Bosnia ed Erzegovina, in particolare le comunità Rom … Tutte le scene mi sono state descritte da Nazif e le abbiamo girate così come lui se le ricordava. Non c’è una sceneggiatura. Quasi tutte le persone che compaiono nel film sono quelle che realmente hanno vissuto la vicenda.” (D. Tanović).

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Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior Lungometraggio, al Miglior Cortometraggio e al Miglior Documentario saranno attribuiti dal pubblico.

Nel CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI (tutti titoli in anteprima italiana) si segnala CÂND SE LASĂ SEARA PESTE BUCUREȘTI SAU METABOLISM (Quando la sera scende su Bucarest o Metabolismo), del rumeno Corneliu Porumboiu, in concorso all’ultimo Festival di Locarno, uno sguardo dietro le quinte ispirato, dice Porumboiu, alla vicenda di un amico che anni fa mise tutti i suoi soldi nella realizzazione di un film, e poi si bloccò improvvisamente a metà delle riprese.

Il  film ungherese LE GRAND CAHIER – A NAGY FÜZET (Il Grande Quaderno, che uscirà nelle sale a fine aprile per Academy Two) di János Szász, vincitore del concorso lungometraggi all’ultimo Festival di Karlovy Vary, è tratto dall’omonimo romanzo che fa parte della Trilogia della città di K. di Ágota Kristóf, “un film di guerra senza guerra”, come lo definisce l’autore, mentre STYD (Vergogna) diretto dal russo Jusup Razykov, è ambientato tra i fiordi della penisola di Kola, dove in un piccolo insediamento vivono le famiglie dell’equipaggio di un sottomarino e le guardie di frontiera e dove arriverà una giovane donna appena sposata con un sommergibilista.

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PŁYNĄCE WIEŻOWCE (Grattacieli galleggianti) di Tomasz Wasilewski, che con il suo primo lungometraggio W Sypialni era in concorso lo scorso anno al Trieste Film Festival, racconta una storia d’amore gay (miglior film nella sezione “East of the West” all’ultimo festival di Karlovy Vary) inusuale per il cinema polacco “riluttante” dice Wasilewski “ad affrontare difficili storie contemporanee e il tema dell’amore diverso”.

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Il CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI propone 11 opere in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi ČETRDESMIT DIVI (Quarantadue) della lettone Laila Pakalniņa, dove la regista si sente “una spia mandata a correre la maratona”.

In JUDGMENT IN HUNGARY (Sentenza in Ungheria) dell’ungherese Eszter Hajdú, classe 1979,  si racconta la storia agghiacciante del processo a 4 membri del gruppo di estrema destra che tra il 2008 e il 2009 portò a termine una serie di aggressioni contro una comunità di Rom (6 persone furono uccise, incluso un bambino di 5 anni).

MAMA EUROPA  (Mamma Europa) della slovena Petra Seliškar è uno sguardo all’Europa attraverso gli occhi di Terra, una bambina di 6 anni nata nei Balcani, ma cresciuta come cittadina del mondo dal padre di origine cubana e macedone e dalla madre slovena.

In concorso anche un titolo italiano, THE SPECIAL NEED (The Special Need. L’Amore Secondo Enea) di Carlo Zoratti (nato a Udine nel 1982), storia di Enea, ragazzo autistico che vuole fare sesso alla “luce del sole”. Dato che l’Italia non offre soluzione legale al suo desiderio, s’imbarca in un viaggio in Europa con gli amici Carlo ed Alex, per risolvere il problema.  Distribuito da Tucker Film (uscirà nelle sale italiane il 2 aprile), The Special Need ha vinto il Golden Dove al festival di Lipsia.

In SZERELEM PATAK (Flusso d’amore) di Ágnes Sós gli abitanti di un villaggio della Transilvania anche se anziani discutono ancora di amore e desiderio, e raccontano con naturalezza i loro pensieri e sogni più intimi alla macchina da presa. SZTUKA ZNIKANIA (L’arte di scomparire) di Bartek Konopka (che con il suo documentario Rabbit à la Berlin fu nominato agli Oscar) e Piotr Rosołowski è invece la storia sconosciuta di Amon Frémon, un sacerdote haitiano di rito voodoo che negli anni ‘80, invitato da Jerzy Grotowski, visitò la Repubblica Popolare della Polonia. Alla fine Amon decise di celebrare una grande cerimonia voodoo per liberare il popolo polacco dalle forze del male.

Documentario, ma fuori concorso, è PAROLE POVERE (distribuito da Tucker Film), che Francesca Archibugi ha dedicato all’incontro con il friulano Pierluigi Cappello, considerato uno dei maggiori poeti italiani. La collisione tra gli occhi di una regista e le parole di un poeta: lei offre il suo sguardo, lui la sua identità. Archibugi racconta così l’incontro con Cappello: «Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antidoto contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato, appunto, il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…».

Fra i 16 CORTOMETRAGGI selezionati a concorrere al Premio TFF Corti, ci sono l’italiano ANNA diretto da Diego Scano e Luca Zambolin con Lucia Mascino protagonista, il polacco FLORA I FAUNA (Flora e Fauna) del regista Piotr Litwin (fra i produttori Fabio Grassadonia e Antonio Piazza autori di SALVO) e per la prima volta anche 2 animazioni (ALERIK di Vuk Mitevski dalla Macedonia, e BOLES di Špela Čadež dalla Slovenia).

Anche quest’anno, si aggiunge inoltre una selezione non competitiva di 15 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale, fra i quali segnaliamo il serbo RABBITLAND (La Terra dei Conigli) di Ana Nedeljković e Nikola Majdak jr., il ceco O ŠUNCE (Il Prosciutto) di Eliška Chytková (già visto a Cannes – Cinéfondation), gli italiani BRUNO LIBERO di Daniel Maculan, Damiano Zanchetta e CANTARELLA di Diego Dada.

Alle sezioni competitive si affianca anche quest’anno SORPRESE DI GENERE, seguitissima sezione che allarga lo sguardo verso nuove tendenze “popolari” all’interno della produzione cinematografica dell’Europa Centrale e Orientale, proponendo film che hanno avuto grande riscontro al botteghino nei paesi da cui provengono. Come BANKLADY (La signora delle banche) del tedesco Christian Alvart, storia vera di Gisela Werler che nel 1966 fu la prima donna a rapinare una banca in Germania o SVEĆENIKOVA DJECA (Scherzi da prete) di Vinko Brešan, il più grande successo al box office nella storia del cinema croato, storia di un giovane sacerdote, che spinto dal desiderio di aumentare il numero delle nascite sull’isola della Dalmazia dove vive, inizia segretamente a bucare tutti i pacchetti di preservativi prima che vengano venduti (sarà nelle sale italiane per Officine Ubu nel prossimo maggio).

Tra gli omaggi che il festival programma quest’anno, di rilievo quello dedicato a SERGEJ PARADŽANOV. Come dice Annamaria Percavassi, “forse su alcune personalità veramente geniali bisognerebbe che un festival avesse la costanza di richiamare l’attenzione più spesso, riproponendo anche in piccole dosi le loro lezioni di libertà creativa, il loro istintivo rifiuto dei canoni e delle regole codificate: li renderebbe, così, più familiari alle generazioni più giovani dei nuovi talenti che oggi si accostano alle arti e che forse di quei geni del passato non solo non conoscono le opere ma neppure l’esistenza o i nomi”. Come Paradžanov, cineasta-pittore, artista visivo, spirito ribelle, nato in Georgia nel 1924. Autore dalla breve ma folgorante filmografia, vissuto in povertà e perseguitato dal regime, a lui il Trieste Film Festival ha dedicato un primo omaggio all’interno della retrospettiva sul cinema ucraino nell’edizione del 1996. Quest’anno (in occasione di due anniversari, il novantesimo dalla sua nascita e il quarantesimo dalla sua prima condanna ai lavori forzati “per traffico di opere d’arte e per omosessualità”) è stato realizzato dal regista armeno Serge Avedikian e dalla regista ucraina Olena Fetisova un biopic, Paradjanov, che verrà proiettato a Trieste insieme a SAYAT NOVA (Il colore del melograno), opera massacrata dalla censura di regime e mai uscita in versione integrale nell’Unione Sovietica, con cui il regista testimonia il suo  amore per l’arte e la letteratura armena, trasformando la narrazione di una biografia, quella del più grande poeta armeno, Aruthin Sayadin, in una successione di singole inquadrature di grande impatto formale. Completa l’omaggio il documentario di Levon Grigorjan VOSPOMINANIJA O “SAYAT NOVE” (Reminiscenze su “Sayat Nova”) che propone mezzora di immagini inedite del film, ritrovate in un archivio e ritenute perse.

Dopo il debutto al festival nel 2013, tornano gli ITALIAN SCREENINGS, nell’ottica di una continua integrazione tra il festival e “When East Meets West”. WEMW anche quest’anno è totalmente inserito all’interno delle date del Trieste Film Festival (si svolge dal 20 al 22 gennaio all’Hotel Savoia) e offre, aldilà del programma di incontri già previsto, una selezione di film che si rivolge alla platea dei professionisti del settore con apprezzati esempi di produzioni italiane indipendenti inedite per i potenziali distributori internazionali. Titoli di ogni genere e formato, proiettati al Teatro Miela, che quest’anno sono LA MIA CLASSE di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea, PICCOLA PATRIA di Alessandro Rossetto, ambientato nel Nordest italiano, IL TRENO VA A MOSCA di Federico Ferrone e Michele Manzolini, la fine di un mondo e la fine di un sogno attraverso lo sguardo e i filmati 8mm del barbiere comunista Sauro Ravaglia e INDEBITO, documentario scritto da Vinicio Capossela e Andrea Segre “viandanti nel luogo simbolo della crisi, la Grecia”.

Tra le novità dell’edizione numero 25 del Trieste Film Festival, è presente quest’anno una sezione dal titolo TRIESTE FF ARTHOUSE, realizzata in collaborazione con Sky Arte. Tre titoli, in programma al Miela: “abbiamo creato all’interno della nostra manifestazione una piccola vetrina dove arte e cinema si intrecciano dando vita a nuove forme d’espressione artistica o sottolineando la grandezza ma anche l’umanità di grandi artisti del nostro tempo” dice Nicoletta Romeo, responsabile della programmazione del festival.

PROJECT: RAK (Progetto cancro) è incentrato sulla figura di Ulay, pioniere della body art, della performance art e della polaroid art. Nato in Germania nel 1943, vero nome Frank Uwe Laysiepen, è stato a lungo compagno di Marina Abramović: dal 1976 diventano la coppia di “performers and lovers” più famosa della storia dell’arte contemporanea. Ulay, che sarà ospite del Trieste Film Festival, dal 2009 si trasferisce a Lubiana, ed è allora che il regista sloveno Damjan Kozole (Slovenka) inizia a lavorare al film su di lui, quando a Ulay viene diagnosticato un cancro, e tutto cambia. La macchina da presa lo ha seguito per un anno intero, fino al novembre 2012. Ulay considera la malattia come il suo più grande e importante progetto: da qui il titolo del film.

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MELTING STREET, diretto dalla croata Ivana Hrelja (nata a Pola nel 1978) si basa sulla performance dell’artista triestina Elisa Vladilo. A Pola, nella ricorrenza del 5 maggio, la Vladilo ha creato un’installazione urbana in una strada centrale e numerosi volontari hanno preso parte all’evento. Il breve documentario è la testimonianza della giornata. SHIRLEY – VISIONS OF REALITY (Shirley – Visioni della realtà) è invece ispirato all’opera del pittore Edward Hopper. Diretto dal regista austriaco Gustav Deutsch, riunisce sulle musiche di David Sylvian e Christian Fennesz, una serie di scatti dalla vita di un’attrice immaginaria di nome Shirley, che servono a fondere insieme 13 dipinti di Edward Hopper in una sintesi di pittura e cinema, storia politica e storia personale. Ogni tappa della vita professionale e privata di Shirley, dagli anni ’30 agli anni ’60 ha una data precisa: è sempre il 28 e il 29 agosto di quell’anno, mentre i luoghi variano da Parigi a New York a Cape Cod.

QUALCOSA (DI NUOVO) NELL’ARIA. LE ECCELLENZE DEL CINEMA ‘MADE IN FVG’ NEL 2013.

Una tavola rotonda sul cinema “made in FVG” si svolgerà domenica 19 gennaio al Teatro Miela. L’idea è quella di provare a fare il punto su un anno straordinario in cui produzioni di film di fiction e di documentari girati da cineasti della regione hanno raggiunto risultati di eccellenza, sia di pubblico che di critica. Doveroso citare anzitutto il “caso” ZORAN IL MIO NIPOTE SCEMO del goriziano Matteo Oleotto, il cui successo è iniziato alla Mostra del Cinema di Venezia con il Premio del Pubblico all’interno della Settimana della Critica ed è poi proseguito con un tour internazionale di festival (e premi) e un’uscita in sala che ha raccolto risultati eccellenti. A Zoran si aggiungono TIR di Alberto Fasulo (Marc’Aurelio d’Oro al Festival di Roma) e il già citato documentario THE SPECIAL NEED di Carlo Zoratti, che il Trieste Film Festival presenterà in anteprima italiana. Oltre a sottolineare come in FVG si sia riusciti a fare “sistema”, l’incontro – condotto da Gloria De Antoni e Oreste De Fornari insieme a Paolo Di Maira, Paolo Lughi e Luca Mosso – offrirà lo spunto per riflettere su eventuali tematiche comuni e linguaggi affini tra gli autori presenti (Fasulo, Oleotto, Zoratti), coinvolgendo nel dibattito anche altre figure e personalità del cinema locale (produttori, distributori) e sloveno, con cui alcuni di questi film hanno creato importanti co-produzioni internazionali.

Prosegue anche quest’anno la collaborazione con l’Associazione Corso Salani. IL PREMIO CORSO SALANI, giunto alla quarta edizione ed istituito in memoria del cineasta scomparso nel giugno 2010, verrà scelto fra i 5 finalisti: sono FRASTUONO di Davide Maldi e Lorenzo Maffucci (regia di Davide Maldi); STORIE DEL DORMIVEGLIA di Luca Magi; LET’S GO di Antonietta De Lillo e Giovanni Piperno; NELLO di Alessandra Locatelli; VOGLIO DORMIRE CON TE di Mattia Colombo.

Il Premio è riservato a opere italiane indipendenti e low budget in corso di realizzazione, ed è inteso come contributo al completamento dell’opera vincitrice sia attraverso un servizio di tutoring da parte dell’Associazione sia attraverso un finanziamento pari a 8.000 euro.

Negli anni scorsi i vincitori sono stati PALAZZO DELLE AQUILE di Stefano Savona (2011), MATERIA OSCURA di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi (2012). ARCTIC SPLEEN di Piergiorgio Casotti (in anteprima assoluta) e IL MONDO DI NERMINA (work in progress) di Vittoria Fiumi, che hanno vinto ex aequo il premio nel 2013, verranno proiettati durante questa edizione del festival insieme ad AISHITERU MY LOVE di Stefano Cattini, un altro dei finalisti dello scorso anno.

I 5 finalisti saranno proposti anche all’attenzione dei professionisti internazionali che partecipano a “When East Meets West”.

Tra i  lungometraggi fuori concorso che il festival propone segnaliamo I KORI (La figlia) di Thanos Anastopoulos, in anteprima italiana dopo essere passato al Festival di Berlino, co-prodotto dalla triestina Mansarda Production, mentre RAZREDNI SOVRAŽNIK (Nemico di classe) dello sloveno Rok Biček (uscirà in sala a settembre con Tucker), film che indaga il rapporto tra un professore di tedesco appena arrivato e i suoi studenti, sempre più teso a causa di un’incolmabile differenza fra i loro modi di intendere la vita, è un buon esempio della nuova generazione di cineasti emersa di recente in Slovenia.

Spazio alla musica nella sezione AI CONFINI DEL SUONO con ANPLAGD del serbo Mladen Kovačević e PRAVI ČLOVEK ZA KAPITALIZEM (L’Uomo Giusto Per il Capitalismo) di Dušan Moravec, entrambe anteprime italiane. In ANPLAGD una detective in pensione e un anziano del paese sono gli ultimi due ‘suonatori di foglie’. Entrambi di una certa età, sono tuttavia in grado di ‘suonare le foglie’ ancora con una certa intensità, mentre un inventore dilettante cerca di decodificare questa oscura arte.

PRAVI ČLOVEK ZA KAPITALIZEM  è la vita e la storia di Damir Avdić, musicista, poeta e scrittore bosniaco di Tuzla che vive in Slovenia e trasforma i suoi concerti in atti di accusa alla società contemporanea.

Evento speciale di AI CONFINI DEL SUONO è PUSSY RIOT: A PUNK PRAYER di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin (anteprima regionale): girato nel corso di 6 mesi il documentario racconta l’incredibile storia di Nadia, Maša e Katia, e della loro preghiera punk che scandalizzerà il potere politico ed ecclesiastico (I Wonder Pictures).

COME RACCONTARE IL REALE (E VINCERE UN LEONE D’ORO). Lunedì 20 gennaio, alle ore 16, al Teatro Miela masterclass di Gianfranco Rosi, autore di SACRO GRA. Il più inatteso fra i vincitori del festival di Venezia sarà a Trieste per spiegarci perché il cinema documentario sta conquistando il pubblico italiano.

Tra gli eventi speciali GRANDI MAESTRI E TRIESTE: da DOC PORTRAIT: FRANCO GIRALDI (work in progress) di Luciano De Giusti a LINO MICCICHÈ, MIO PADRE. UNA VISIONE DEL MONDO del figlio Francesco Miccichè, fino all’omaggio ad Alberto Farassino con PAYS BARBARE di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e con OMAGGIO AD ALBERTO, il montaggio realizzato da Tatti Sanguineti di materiali tratti da un film in super8 girato da  Gianikian nel 1979, da una puntata de “Il club” dedicata a Mario Camerini e andata in onda su Cineclassic nel 1999, e fotografie di Fulvia Farassino.

Altro evento speciale 1914-2014 I CENTO ANNI DELLA GRANDE GUERRA: Domenica 19 alle 10:45 in sala Tripcovich sarà proiettato il film di Mario Monicelli, La Grande Guerra

e a seguire un brunch cinematografico presso il bar della sala. Alle 15 verrà proiettato il film di Gloria De Antoni I SENTIERI DELLA GLORIA (In viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della grande guerra). Per tutta la durata del festival, sempre in sala Tripcovich sarà allestita la mostra I Sentieri della Gloria, realizzata dalla cineteca del Friuli; una esposizine di una quindicina di immagini scattate sul set del La Grande guerra, e altrettante foto fatte nel 2004 durante le riprese del documentario di Gloria De Antoni.

TFF quest’anno avvia, in collaborazione con Mattador, Premio Internazionale per la Sceneggiatura dedicato a Matteo Caenazzo, un workshop intensivo di formazione: EASTWEEK, SCRIPTWRITING WORKSHOP FOR NEW TALENTS incentrato sullo sviluppo di soggetti cinematografici e coordinato dallo sceneggiatore Andrea Magnani. Il corso, organizzato con il sostegno di CEI – Central European Initiative, sarà tenuto da due professionisti del settore: lo sceneggiatore e scrittore greco Nicos Panayotopoulos e lo sceneggiatore ceco Pavel Jech. Al workshop, oltre ai progetti selezionati tra le scuole di cinema dell’Europa centro orientale, sono stati ammessi Lorenzo Zeppegno ed Alessandro Padovani, i finalisti del Premio Mattador 2013 al miglior soggetto (info su http://www.premiomattador.it).

Il film di CHIUSURA del Trieste Film Festival sarà WAŁESA, MAN OF HOPE, diretto dal celebre regista polacco Andrzej Wajda (premiato con un Oscar e un Orso d’Oro alla carriera), ispirato alla vita del premio Nobel Lech Wałesa e visto all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L’operaio Walesa, fondatore di Solidarność, fu il primo presidente scelto in elezioni libere, ed è l’uomo che ha preparato il terreno al più grande riassetto dell’ordine politico mondiale del secolo scorso. Il biopic (nel cast anche l’italiana Maria Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci, che intervistò Wałesa nel suo appartamento di Danzica) rievoca la metamorfosi del protagonista da semplice operaio a leader di un sindacato di milioni di connazionali, controverso e carismatico. Wałesa uscirà nelle sale italiane ad aprile, distribuito da Nomad Film.

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ZONE DI CINEMA, nata come una vetrina dedicata alle produzioni realizzate nella regione Friuli Venezia Giulia, con il tempo si è trasformata, seguendo gli autori nei loro viaggi professionali in Italia e all’estero, registrandone i successi, le evoluzioni artistiche, i mutamenti di percorso, e confrontandosi con le nuove realtà produttive di una regione che del proprio “sistema cinema” ha fatto un vero e proprio baluardo (la conservazione dei materiali audiovisivi grazie alla Cineteca del Friuli; le numerose società di produzione sorte negli anni in tutto il territorio; una società di distribuzione, la Tucker, impegnata nella distribuzione dei film prodotti anche in zona; una neo-società di vendite estere, la SlingShot Films, e infine una consolidata rete di festival cinematografici unica nella sua offerta e nella sua varietà).

“Zone di Cinema” quest’anno si allontana dallo spazio omogeneo e ben definito di una sezione a sé stante a cui eravamo abituati, si espande e si colloca trasversalmente in altre sezioni, diventando quasi un timbro di qualità, un bollino ‘doc’ che ne definisce l’origine ma che non ne delimita le potenzialità. Tra i vari titoli che abbiamo voluto segnalare The Special Need nel concorso documentari, una storia nata in regione ma che prosegue in Germania seguendo Enea, il protagonista disabile alla ricerca di una sessualità mai vissuta ma desiderata; il cortometraggio Melting Street di Ivana Hrelja sulla performance collettiva dell’artista Elisa Vladilo nella vicina Pola (nella neo-sezione dedicata al cinema che si avvicina al mondo dell’arte in tutte le sue forme); un ritratto curioso del regista Franco Giraldi, frutto di un lavoro ventennale del professor Luciano De Giusti (nell’omaggio ai grandi maestri), e infine il documentario fuori concorso Parole povere di Francesca Archibugi, prodotto da due società friulane, sul poeta contemporaneo Pierluigi Cappello. Film di durate, generi e linguaggi diversi a testimonianza di una realtà cinematografica e artistica eterogenea e proteiforme quale quella del Friuli Venezia Giulia.

Grande novità della 25° edizione del Trieste Film Festival l’inaugurazione di un progetto di programmazione streaming in partnership con MYmovies.it. L’offerta streaming è caratterizzata da una ricca selezione di titoli del programma ufficiale disponibile gratuitamente sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! (http://www.mymovies.it/live/) solo per i primi 300 utenti che ne faranno richiesta. Un’opportunità speciale per consentire al pubblico di seguire anche a distanza la ricca programmazione del Festival, oltrepassando i limiti territoriali della manifestazione.

Gli incontri con gli autori si terranno nelle giornate di lunedì 20, martedì 21 e mercoledì 22 gennaio, a partire dalle ore 11, presso il Caffè San Marco, via Cesare Battisti 18.