Ricevo e volentieri pubblico
MARTIS 1-3 AGOSTO 2014
(Piazza San Giovanni/Regina Elena e Centro Polivalente “Sa Tanca de Idda”)
LIFE AFTER OIL
(IX EDIZIONE SARDINIA FILM FESTIVAL)
19 film per sperimentare un mondo libero dal petrolio. Incontri con i registi. Un laboratorio per bambini sulla terra cruda. Un workshop sulla sostenibilità con il professore di Astronomia e Astrofisica dell’Università di Cagliari, Luciano Burderi. Concerto Nasodoble e campeggio gratuito
Per tre giorni, dall’1 al 3 agosto, Martis diventa un laboratorio dove adulti e bambini possono fare le prove per un mondo meno inquinato e più sostenibile. L’occasione è il debutto del Premio cinematografico Life After Oil per i film di tematica ambientale, ideato dal documentarista Massimiliano Mazzotta come sezione della IX edizione del Sardinia Film Festival (organizzata a Sassari lo scorso giugno dal Cineclub Sassari Fedic). Il Premio vede in concorso 19 lavori di vario genere -documentari, fiction, sperimentali- e diverse nazionalità. Nasce come «un invito ai registi non solo ad evidenziare i problemi legati all’uso di combustibili fossili, ma soprattutto ad individuare alternative possibili al loro utilizzo» spiega Massimiliano Mazzotta, già autore in prima persona, come è noto, di due docu-inchieste, Oil e Oil. Secondo tempo, sull’inquinamento provocato dalla raffineria Saras a Sarroch. Non è un caso che questo festival sull’ambiente nasca proprio a Martis. Il paese, insieme ad altri dell’Anglona, è infatti al centro di un progetto per la produzione di energia geotermica da parte della società Geoenergy di Pisa, che ha chiesto alla Regione Sardegna un permesso per trivellare la zona in un raggio di oltre 200 km2. La prospettiva, però, non è stata accolta bene dagli abitanti e dai sindaci, giustamente preoccupati per eventuali effetti nocivi sulla salute delle persone e sull’integrità del territorio. Per questo motivo, spiega il primo cittadino di Martis, Tiziano Lasia «I Comuni dell’Anglona hanno elaborato un protocollo d’intesa contro i rischi che un eventuale sfruttamento del territorio per finalità geotermiche potrebbe comportare. Non solo sulla salute delle persone, ma anche ai danni della foresta pietrificata che occupa oltre 100 chilometri delle nostre terre e risale a 20 milioni di anni fa. Siamo orgogliosi di ospitare questa importante manifestazione che ci permetterà di promuovere scambi con culture e realtà diverse».
Saranno sicuramente tre giorni molto intensi, con un’agenda fitta di proiezioni pomeridiane (dalle 17 nel Centro Polivalente “Sa Tanca de Idda”) e serali (dalle 19 in piazza San Giovanni, indicata sulle cartine come Piazza Regina Elena), oltre che di eventi collaterali e incontri con i registi. Per consentire a spettatori e autori di vivere al massimo tutti i momenti del festival, il Comune di Martis ha messo a disposizione il campo sportivo, dove ci si può accampare gratis dal 31 luglio al 4 agosto (info: Proloco Martis +39 3405219515; valelasi@libero.it; info@lifeafteroil.org).
La Giuria di Life After Oil è presieduta da Antonio Martino (regista) e formata da Carlo Dessì (presidente Cineclub Sassari Fedic), Gaetano Capizzi (critico cinematografico), Massimiliano Mazzotta (regista, ideatore Life after Oil), Stefania Divertito (giornalista specializzata in tematiche ambientali), Vincenzo Migaleddu (presidente associazione Medici per l’Ambiente). Verranno assegnati premi per un totale di 3250 euro. Questa la lista completa: Miglior Documentario; Miglior Cortometraggio; Miglior Regista; Miglior Fotografia; Migliore Colonna Sonora; Menzione Speciale; Miglior Attore/Attrice. Un Premio Speciale sarà attribuito dall’Associazione I.S.D.E. Medici per l’Ambiente. Infine, la Consulta Giovanile di Martis conferirà a quello che giudicherà il miglior cortometraggio un premio collettivo ricavato attraverso una raccolta fondi tutt’ora aperta sul sito lifeafteroil.org. Chiunque lo desideri può contribuire con una donazione sul conto (IBAN IT94D0501803200000000175462) dell’associazione culturale “Life after oil” -con sede legale a Sassari in via San Cristoforo 42- di cui è presidente onorario il regista Giuseppe Ferrara (Cento giorni a Palermo, Il caso Moro, Giovanni Falcone, I banchieri di Dio). I nomi di tutti i sottoscrittori saranno elencati nel sito del festival.
INAUGURAZIONE VENERDÌ 1 AGOSTO
L’inaugurazione di Life After Oil è il 1° agosto alle 21 in piazza San Giovanni/Regina Elena. Dopo i saluti di Massimiliano Mazzotta e del sindaco di Martis Tiziano Lasia inizieranno le proiezioni dei film in concorso. Tra questi, va segnalato il documentario Fukushima no Daimyo-Il signore di Fukushima di Alessandro Tesei (alle 21.40), la storia di un allevatore di bovini che, dopo la terribile esplosione della centrale nucleare di Fukushima nel 2011, ha rifiutato di lasciare, insieme agli altri abitanti, la zona contaminata e ha salvato gli animali delle fattorie limitrofe portandoli a vivere nella sua, ribattezzata “Speranza”. Da quel momento la sua vita è diventata una missione volta a studiare gli effetti delle radiazioni sugli uomini e sugli animali. Noi ci siamo già (alle 22) di Francesco Azzini segue la vita quotidiana di una famiglia che da 27 anni vive in un casale nell’Appennino tosco-emiliano: sul tetto ci sono i pannelli solari, la lavatrice è a pedale e per illuminare la casa bastano le candele. Un paradiso ecologico («in paradiso noi ci siamo già» per citare i protagonisti) minacciato, però, dall’installazione imminente di 14 pale eoliche proprio dietro casa e da una serie di domande sui possibili effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente. Il documentario The human horses–I cavalli umani di Marco Landini e Rosario Simanella (alle 22.30) racconta di tre tiratori di rickshaw che, in una Calcutta congestionata dal traffico, restano orgogliosamente fedeli al loro lavoro estenuante ma eco-sostenibile. L’ultimo documentario della serata è Terra nera di Simone Ciani e Danilo Licciardello (alle 23.30), un viaggio tra le popolazioni del Canada e del Congo in lotta contro le multinazionali Eni e Shell, che distruggono le loro foreste e inquinano le loro risorse per estrarre idrocarburi. Due realtà distanti geograficamente da quella molto più piccola di Martis, eppure anche qui una foresta -in questo caso pietrificata, vasta più di 100 chilometri e risalente a milioni di anni fa- è minacciata da un progetto geotermico.
SABATO 2 AGOSTO
La seconda giornata di Life After Oil inizia di pomeriggio nel Centro Polivalente “Sa tanca de Idda” con la proiezione dei documentari Vento di Paolo Casalis, Pino Pace e Stefano Scarafia (alle 17) e Hometown-Mutonia (alle 18) del collettivo artistico bolognese ZimmerFrei. Il primo lavoro è un viaggio, lungo otto giorni, di cinque progettisti che attraversano l’Italia in bicicletta seguendo il corso del Po, da Torino a Venezia: 630 km per dimostrare la fattibilità di quella che potrebbe essere la ciclabile più lunga d’Italia e una delle più lunghe d’Europa. Un progetto che farebbe nascere migliaia di nuovi posti di lavoro, favorendo la green economy e uno sviluppo sostenibile, al costo di soli 2 km di autostrada. Hometown-Mutonia è, invece, la storia dei Mutoid Waste Company, un gruppo di infaticabili riciclatori che, da Londra, sono arrivati a Santarcangelo di Romagna nel 1990 e hanno realizzato un villaggio-comune dedito al riutilizzo creativo di materiali come ferro, vetro, plastica per realizzare gigantesche installazioni permeate dall’etica del riciclo.
Oltre ai film, sabato Life After Oil propone anche il workshop “Ecologia e modelli di sviluppo” (19.15, Centro “Sa tanca de Idda”) diretto dal professore di Astronomia e Astrofisica dell’Università di Cagliari, Luciano Burderi. Si parlerà dell’esaurimento delle risorse energetiche mondiali e della salvaguardia degli equilibri ecologici del pianeta, mettendo a confronto le principali soluzioni finora presentate dagli scienziati: l’energia nucleare, i Modelli di Sviluppo Sostenibile dell’Ecologia Classica, le proposte della cosiddetta Ecologia Scientifica. Verrà, inoltre, illustrato un progetto pilota per la Regione Sardegna per la produzione da fonti rinnovabili del 100% del suo fabbisogno elettrico attuale.
Le proiezioni riprendono di sera alle 21 in piazza San Giovanni/Regina Elena. Tra i film da segnalare, il cortometraggio Introspection (alle 21.50) del più giovane regista in concorso, Francesco Stefanizzi, di appena 16 anni. Particolarmente interessante anche una coproduzione polacco-birmana, The brick (alle 21.25), ambientato in un villaggio vicino a Yangon, i cui abitanti -donne, uomini e bambini- lavorano nella fabbricazione di mattoni in terra cruda. Questo particolare tipo di laterizio è al centro anche del documentario Ladiri di Andrea Mura, che parla della costruzione delle case nel Sud della Sardegna, in visione l’ultima sera del festival (domenica alle 21). Secondo uno studio dell’Onu, metà della popolazione mondiale abita in case di terra cruda, oggi minacciate dalla speculazione edilizia e dalla cementificazione. Proprio per insegnare ai bambini l’importanza di questo materiale, domenica Life After Oil propone un laboratorio sulla sua lavorazione.
Tra i film in programma sabato, vanno segnalati altri due titoli. Il primo, A road not taken-Una strada non presa degli svizzeri Christina Hemauer e Roman Keller (alle 22.05) è un’intervista all’ex presidente U.S.A. Jimmy Carter, che nel 1979 fece installare dei pannelli solari sul tetto della Casa Bianca, per sottolineare il suo impegno a risolvere la crisi petrolifera. Ci pensò Reagan a rimuoverli, appena un anno dopo e appena eletto presidente, ribadendo così la propensione americana per la produzione e il consumo di energia da fonti inquinanti. Il secondo documentario (alle 23.15) è Green Lies-Bugie verdi di Andrea Paco Mariani e Angelica Gentilini, una riflessione amara sul “lato oscuro” delle energie rinnovabili in Italia, spesso compromesse da speculazioni economiche che le rendono nocive per i territori e le popolazioni. Il tema riguarda da vicino anche la situazione di Martis, con i rischi per la salute che un’eventuale trivellazione del suo territorio a fini geotermici potrebbe comportare.
PREMIAZIONE FILM DOMENICA 3 AGOSTO
Life After Oil si chiude domenica 3 agosto con la visione degli ultimi film in concorso e la premiazione dei vincitori. Si inizia di pomeriggio, alle 17, nel Centro Polivalente “Sa Tanca de Idda”, con il documentario From grain to painting-Dal grano alla pittura di Branko Istvancic, che racconta una forma d’arte popolare croata: la realizzazione di quadri attraverso l’intreccio raffinato e sapiente di un elemento naturale come la paglia. Alle 18.15 è in proiezione la docu-fiction Supra natura di Seth Morley -alias Claudio Cecconi- & Dem. Grazie alla potenza di immagini liriche e coinvolgenti, il film, si legge nella sinossi, «racconta la relazione tra Uomo e Natura: il suo estraniamento, la sua crisi esistenziale e la conseguente alienazione. Attraverso temi quali la morte, la vita, la fascinazione magnetica dei sogni assistiamo alla rinascita dell’essere umano che sacrifica la sua parte più malata».
In contemporanea alla visione dei film, alle 17.30 nel piazzale esterno di “Sa Tanca de Idda”, inizia un laboratorio didattico per i bambini organizzato dall’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda. Partendo dall’analisi tattile, visiva e olfattiva del materiale, verrà realizzato l’elemento base di una costruzione tipica della tradizione sarda, il mattone in terra cruda.
Di sera, dalle 21 in piazza San Giovanni/Regina Elena, saranno proiettati gli ultimi film in concorso: il già ricordato Ladiri di Andrea Mura e il documentario in prima visione italiana The Lithium revolution-La rivoluzione del litio (alle 21.30) del tedesco Andreas Pichler. Il film è un po’ l’emblema della filosofia che sta alla base di Life After Oil. Infatti –come illustrato dal regista- in un mondo dove si producono sempre più automobili, destinate soprattutto ai paesi emergenti, il litio potrebbe essere la risposta alla crisi energetica che seguirà l’esaurimento del petrolio. Il documentario, però, non si limita a una visione acritica. Anzi, la sua forza sta proprio nella capacità di illustrare, attraverso l’opinione di esperti, non solo i pro ma anche i contro (costi elevati, scarsità e concentrazione della risorsa in particolari zone del pianeta come la Bolivia), in modo che lo spettatore si crei un’opinione informata e personale.
Dopo la premiazione dei film (alle 22.40), la serata prosegue con l’anteprima nazionale di Cazz boh, il nuovo videoclip dei musicisti sassaresi Nasodoble, realizzato da Laura Piras. Il video, come racconta il cantante Alessandro Carta, «è una “trallallera” condita di riso sardonico che mette a fuoco il disastro politico, sociale, mafioso, militare ed industriale della Sardegna degli anni zero, sostenuta dall’adesione di alcuni fra i più importanti musicisti sardi di oggi (Ilaria Porceddu, Joe Perrino, Beppe Dettori e Francesco Piu) e dal consenso popolare virale suscitato dalla stessa canzone, buttata lì, su YouTube, questo inverno, nel mezzo della campagna elettorale regionale». Alessandro Carta si esibirà in concerto insieme al violinista dei Nasodoble Peppino Anfossi e al chitarrista Andrea Fanciulli.
Life after Oil è una sezione della IX edizione del Sardinia Film Festival. È realizzato con il contributo e il patrocinio del Comune di Martis. Hanno inoltre aderito: Cineclub Sassari Fedic, I.S.D.E. Associazione Medici per l’Ambiente, Tiscali, Azienda Vitivinicola Binzamanna di Martis, Diari di Cineclub-periodico di informazione cinematografica, Cinemambiente di Torino, WWF Sassari, Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, Grafica Essegi di Perfugas, Associazione L’Alambicco di Elmas, Comune di Elmas, Hotel Riviera Spa e Ristorante Fofò di Castelsardo, Salumificio Bardana di Ozieri.