LA RECENSIONE – DON’T WORRY. HE WON’T GET FAR ON FOOT di Gus van Sant

dont-worry-he-wont-get-far-on-footTITOLO: DON’T WORRY. HE WON’T GET FAR ON FOOT; REGIA: Gus van Sant; genere: biografico; paese: USA; anno: 2018; cast: Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara; durata: 113′

Presentato in concorso alla 68° edizione del Festival di Berlino, Don’t worry. He won’t get far on Foot è l’ultimo lungometraggio del regista statunitense Gus van Sant, basato sulle memorie del disegnatore John Callahan, scomparso nel 2010 e amico dello stesso van Sant.

Calcando fedelmente lo schema del biopic, ma, allo stesso tempo, riuscendo ad evitare pericolosi clichés e manierismi tipici di molti lungometraggi del genere, van Sant, dopo averci mostrato John Callahan – magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix – nell’intento di tenere un discorso di fronte ad una platea gremita di gente, dà il via ad un lungo flashback in cui vediamo il fumettista alle prese con problemi di alcool, assiduo frequentatore di feste, solito condurre una vita allo sbando e che fa fatica ad accettare il fatto di essere stato abbandonato da sua madre quando era ancora un bambino. La sua vita cambierà di punto in bianco, la sera in cui, in seguito ad un incidente automobilistico, l’uomo perderà l’uso delle gambe. Sarà grazie alla frequentazione di una comunità di ex alcolisti e all’amore per la bella Annu, tuttavia, che John troverà il coraggio di andare avanti e scoprirà il suo grande talento di disegnatore.

Non è un film perfetto, questo di Gus van Sant. Non è perfetto, ma è anche vero che, se prima abbiamo affermato che già realizzare di per sé un biopic può essere rischioso, bisogna considerare che lo è ancor di più raccontare la vita e le gesta di chi – come nel caso di Callahan – è diversamente abile o soffre di malattie di qualsiasi genere. E, fortunatamente, visto che van Sant, al di là del gusto personale, fino a prova contraria, col mezzo cinematografico ci sa fare, questo suo lavoro risulta tutto sommato un prodotto onesto, pulito, che – fatta eccezione per una certa retorica che prevede, ad esempio, un commento musicale eccessivamente invasivo, soprattutto per quanto riguarda i momenti finali – procede per circa due ore senza rilevanti intoppi e ci regala un ritratto fedele e sincero del giovane disegnatore recentemente scomparso. Non ci è dato vedere la tormentata infanzia del protagonista. Non vediamo la sua morte prematura, né quella del suo più caro amico. Per tutta la durata del lungometraggio, il regista si concentra quasi esclusivamente sull’interiorità di Callahan, sul suo percorso di crescita emotiva e, non per ultima, sulla sua arte. Particolarmente interessanti, a tal proposito, le divertenti animazioni di alcune vignette originali che, di quando in quando, vanno ad intervallarsi al racconto stesso.

Ciò che, registicamente parlando, meno convince di un prodotto come Don’t worry. He won’t get far on Foot è, probabilmente, la scena in cui Callahan vede, o crede di vedere, una sorta di “fantasma” della propria madre, la quale lo esorta ad andare avanti ed a lasciarsi il passato alle spalle. Analogamente, ci sembra del tutto fuori luogo una macchina da presa che tende eccessivamente ad indugiare su primi piani dei personaggi, dandoci involontariamente, di quando in quando, un’idea di ciò che sta per accadere totalmente diversa da ciò che successivamente realmente accade. È il caso, questo, ad esempio, del momento in cui vediamo il protagonista salutare la fidanzata appena salita in macchina: il soffermarsi della telecamera sul volto di lei sta quasi a dare l’impressione che stia per accadere qualcosa di tragico. Cosa, questa, neanche lontanamente contemplata.

Con un lavoro come questo presentato alla Berlinale, van Sant continua a coltivare il suo lato prettamente hollywoodiano. Quello che lo ha visto realizzare film del calibro di Will Hunting – Genio ribelle, Milk o Scoprendo Forrester, per intenderci. Ed anche se i film sopracitati hanno avuto una riuscita di gran lunga migliore del presente lungometraggio o anche se, probabilmente, in molti preferiscono di gran lunga il lato maggiormente indie dello stesso van Sant, bisogna riconoscere che, soprattutto per il fatto che Don’t worry. He won’t get far on Foot sia un’opera così intimamente sentita dallo stesso autore, all’interno dell’ottima selezione della 68° Berlinale riesce a trovare una sua collocazione più che dignitosa. Cosa, questa, certamente non da poco.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

68° BERLINALE – PRESENTAZIONE

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Finalmente ci siamo. Da giovedì 15 fino a domenica 25 febbraio, nella storica location di Potsdamer Platz avrà luogo la 68° edizione del Festival di Berlino, una delle manifestazioni cinematografiche più antiche e prestigiose del mondo che, celebre per le sue selezioni sempre ricche e variegate, fin da subito si è rivelata particolarmente attenta alle principali questioni politiche e sociali.

Sarà il cineasta statunitense Wes Anderson ad aprire il concorso per l’Orso d’Oro con il suo lungometraggio d’animazione Isle of Dogs. Insieme a lui, saranno parecchi i grandi nomi del panorama cinematografico mondiale a concorrere per l’ambito premio. Tra di loro, ad esempio, troviamo autori del calibro di Gus van Sant (con Dont’t worry. He won’t get far on Food), Alexej German jr. (Dovlatov) o il filippino Lav Diaz, che, fresco di Leone d’Oro per The Woman who left (2016), per l’occasione ci presenterà la sua ultima fatica: Season of the Devil.

Ma non finisce qui. Non dimentichiamo, infatti, che fuori concorso, così come nelle sezioni collaterali Panorama e Forum, sono comunque presenti nomi come Steven Soderberg (con Unsane), Kiyoshi Kurosawa (con il suo Yocho) o Sergei Loznitsa (con Victory Day), giusto per fare solo alcuni esempi.

In poche parole, ce ne sarà davvero per tutti i gusti, all’interno di un festival dove l’impresa più ardua sarà proprio tentare di vedere il maggior numero di lungometraggi possibili (molti dei quali, ahimé, difficilmente verranno distribuiti in Italia).

Noi di Entr’Acte saremo in prima linea a seguire questa prestigiosa manifestazione. Restate con noi per sapere cosa ha da offrirci uno dei festival più giovani e dinamici d’Europa, dove il buon Cinema ben si coniuga con la tipica efficienza teutonica, facendo sentire ogni accreditato ogni anno come a casa propria. Buon Cinema a tutti!

Marina Pavido

LA RECENSIONE – DARK NIGHT di Tim Sutton

dark-night-633x356TITOLO: DARK NIGHT; REGIA: Tim Sutton; genere: drammatico; paese: USA; anno: 2016; cast: Robert Jumper, Eddie Cacciola, Aaron Purvis; durata: 85′

Nelle sale italiane dal 1° marzo, Dark night è l’ultimo lungometraggio del regista-rivelazione Tim Sutton, presentato in anteprima alla 73° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti.

Il film è ispirato ad un recente fatto di cronaca avvenuto il 20 luglio 2012, quando, all’interno di un cinema in Colorado, durante la proiezione di mezzanotte di The Dark Knight Rises di Christopher Nolan, un ragazzo ha sparato con diverse armi da fuoco contro gli spettatori presenti in sala, provocando la morte di dodici persone e ferendone una settantina. Ciò che Sutton mette in scena sono sei storie di sei ragazzi coinvolti nella sparatoria – compreso il killer – ambientate nelle ore immediatamente precedenti l’avvenimento.

Ciò che maggiormente colpisce di un lungometraggio come Dark Night è la straordinaria maturità artistica del regista – il quale aveva già avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare con Pavillion (2012) e Memphis (2013), anch’esso presentato a Venezia. Con un sapiente uso del montaggio alternato (come lo stesso David W. Griffith insegna), le storie dei sei ragazzi viaggiano in parallelo, con un crescendo emotivo che ci fa pensare che chiunque dei sei possa diventare il futuro carnefice. L’andamento registico e narrativo, tuttavia, facendo da contrappunto al tema trattato, è sorprendentemente, ma anche necessariamente contemplativo, quasi come se volesse rappresentare la noia ed il nichilismo dei giovani protagonisti, i quali hanno tutti in comune un forte bisogno di scosse, di un qualcosa che rivoluzioni le loro stesse esistenze. Tale quiete, sapientemente messa in scena, fa nascere, volutamente, una certa tensione nello spettatore, il quale, perfettamente a conoscenza di ciò che sta per avvenire, sa che essa stessa non durerà per sempre.

I giovani raccontati da Sutton ricordano tanto alcuni lungometraggi di Larry Clark, e, malgrado uno stile registico totalmente diverso, viene anche da pensare, data la struttura narrativa adoperata ed una scena in particolare in cui uno dei ragazzi è impegnato a giocare con un violento videogioco, al bellissimo Elephant di Gus van Sant, in cui veniva raccontata una sparatoria all’interno di un liceo americano.

Ed ecco che, ancora una volta, Tim Sutton non delude le aspettative. Il regista e fotografo statunitense ha tutte le carte in regola per entrare ben presto a far parte dell’Olimpo dei Grandi. Non resta che attendere con impazienza, dunque, i suoi lavori futuri.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

OGGI AL CINEMA: tutte le uscite in sala del 28/04/2016

A cura di Marina Pavido

Grandi novità, anche questa settimana, in arrivo nelle sale italiane! Dal film di animazione Fuga dal Pianeta Terra alla commedia francese Benvenuti…ma non troppo!, dal documentario La memoria dell’acqua all’ultimo lavoro di Gus Van Sant La foresta dei sogni. Come ogni settimana, ecco per voi una guida per poter scegliere meglio ciò che più vi piace. Sotto le descrizioni, inoltre, potrete trovare i link alle recensioni di alcuni dei film in uscita.

 

LUI È TORNATO

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REGIA: David Wnendt; genere: commedia, satirico; anno: 2015; paese: Germania; cast: Oliver Masucci, Katja Riemann

Berlino, 2014. Adolf Hitler appare dal nulla in un quartiere della città. Ben presto inizierà ad ambientarsi, ad andare in giro tra la gente proclamando le sue idee e – dal momento che tutti si convinceranno che egli sia un attore comico – diventerà persino una star televisiva.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: LUI E’ TORNATO di David Wnendt

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REGIA: Dan Trachtenberg; genere: thriller; anno: 2016; paese:USA; cast: Mary Elizabeth Winstead, John Goodman, JOhn Gallagher Jr.

Dopo essere stata coinvolta in un incidente stradale, una donna si trova in un bunker insieme a due uomini, uno dei quali afferma di averle salvato la vita. I due le dicono anche che il mondo è ormai diventato invivibile a causa di una guerra batteriologica. La donna tenterà, comunque, di cercare una via di fuga.

APPENA APRO GLI OCCHI

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REGIA: Leyla Bouzid; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Francia, Tunisia; cast: Baya Medhaffer, Ghalia Benali, Montassar Ayari

La diciottenne Farah canta in un gruppo politico rock, mentre i suoi vogliono iscriverla alla facoltà di medicina. La ragazza, però, non è dello stesso parere e ciò porterà, inevitabilmente, a numerosi scontri.

BENVENUTI…MA NON TROPPO

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REGIA: Alexandra Leclère; genere: commedia; anno: 2016; paese: Francia; cast: Karin Viard, Valérie Bonneton, Didier Bourdon

A causa del freddo rigido, il governo di Parigi dispone che le famiglie benestanti debbano accogliere in casa propria le persone meno abbienti. In un condominio della Parigi bene, in seguito a ciò, verranno stravolti gli equilibri in seguito a numerosi equivoci e rocambolesche avventure.

 

FUGA DAL PIANETA TERRA

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REGIA: Cal Brunker; genere: animazione, avventura, commedia; anno: 2013;paese: USA, Canada; cast: Brendar Fraser, Jessica Alba, Sarah Jessica Parker

Scorch Supernova è un viaggiatore intergalattico del pianeta Baab e, insieme al fratello Gary, si occupa di missioni segrete per conto della BASA. Un giorno viene mandato in missione presso il Pianeta Oscuro, conosciuto anche come Pianeta Terra.

 

LA COPPIA DEI CAMPIONI

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REGIA: Giulio Base; genere: commedia; anno: 2016; paese: Italia; cast: Massimo Boldi, Max Tortora, Massimo Ceccherini

Due dipendenti della stessa multinazionale vincono un viaggio premio a Praga. I due – completamente agli antipodi – saranno costretti a viaggiare insieme ed a sopportarsi a vicenda. Cosa, questa, inizialmente non facile.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: LA COPPIA DEI CAMPIONI di Giulio Base

 

LA FORESTA DEI SOGNI

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REGIA: Gus Van Sant; genere: drammatico; anno: 2015; paese:USA; cast: Mattew McConaughey, Ken Watanabe, Naomi Watts

Arthur si reca in Giappone – ai piedi del Monte Fuji – presso una foresta conosciuta come “la foresta dei sogni”, al fine di ritrovare sé stesso, sconvolto da una perdita e dall’amore. Qui incontrerà Takumi. Anch’egli sembra aver perso, in qualche modo, la strada.

 

LA MEMORIA DELL’ACQUA

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REGIA: Patricio Guzman; genere: documentario; anno: 2016; paese:  Cile, Francia, Spagna

Il Cile raccontato attraverso la memoria dei numerosi massacri che lo hanno sconvolto nei decenni scorsi. L’acqua fa da protagonista assoluta e testimone di ciò che è stato.

 

LO STATO CONTRO FRITZ BAUER

Die Heimatlosen / Fritz Bauer (AT)

REGIA: Lars Kraume; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Germania; cast: Burghart Klaussner, Rudiger Klink, Sebastian Blomberg

Germania, 1957. Il procuratore Fritz Bauer non riesce a tollerare che personaggi come Eichmann possano condurre un’esistenza tranquilla, dato il muro di omertà che sta intorno a quanto è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale. Egli farà di tutto per scovarlo e, inizialmente, incontrerà anche parecchi nemici.

 

SOLE ALTO

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REGIA: Dalibor Matanic; genere: drammatico; anno: 2015; paese: Croazia; cast: Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic

Tre storie d’amore in tre diversi decenni. Sullo sfondo: la guerra di Jugoslavia e le sue numerose conseguenze sulla vita della gente. Dapprima vediamo la guerra ai suoi inizi, poi la sua recente fine e, per ultima, la speranza in un futuro migliore.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: SOLE ALTO di Dalibor Matanic

 

THE DRESSMAKER

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REGIA: Jocelin Moorhouse; genere: drammatico, thriller, anno: 2015; paese: Australia; cast: Kate Winslet, Liam Hemsworth, Judy Davis

La stilista Tilly decide di tornare dopo vent’anni al suo piccolo paesino d’origine in Australia. Qui dovrà fare i conti con un passato scomodo e, pian piano, un forte desiderio di vendetta inizierà a farsi strada nel cuore della donna.

 

ZETA

zeta

REGIA: Cosimo Alemà; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Italia; cast: Diego Germini, Irene Vetere, Jacopo Olmo Antinori

Alex/Zeta vive alla periferia di Roma e trascorre le giornate con i suoi amici Gaia e Marco. I ragazzi vogliono sfuggire alla vita di strada e, un giorno, i sogni di Alex diventano realtà, dal momento che il giovane si farà conoscere come stimato rapper. Il successo, però, non sarà facile da gestire.

 

La nostra rubrica vi dà appuntamento alla prossima settimana. Nel frattempo, approfittate di questa ampia scelta in sala e godetevi, come sempre, la magia del grande schermo. Buon Cinema a tutti!

LA RECENSIONE DI MARINA: BANG GANG di Eva Husson

bang-gang-03TITOLO: BANG GANG; REGIA: Eva Husson; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Francia; cast: Finnegan Oldfield, Marilyn Lima, Lorenzo Lefèbvre; durata: 98′

Presentato in anteprima durante la rassegna Rendez-vous con il Nuovo Cinema Francese, che proprio in questi giorni sta avendo luogo in diverse città d’Italia, Bang Gang è il lungometraggio d’esordio della giovane regista Eva Husson.

George e Laetitia sono due adolescenti, amiche per la pelle, annoiate, spaesate a causa dei cambiamenti tipici della loro età ed alle prese con i primi amori.Un giorno si recano a casa di due loro compagni di classe e da quel momento avranno inizio i loro singolari incontri basati su alcool, droghe e sesso.

bang gang 2Ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto negli Stati Uniti intorno alla metà degli anni Novanta, l’opera prima della Husson racconta in modo trasversale l’adolescenza, età difficile e di cambiamento, in cui essere accettati dai propri coetanei e sentirsi, in qualche modo, amati, assume un’importanza centrale nella quotidianità. I personaggi qui raccontati sono, appunto, ragazzi allo sbando, estremamente fragili, che per riempire le loro giornate e sentirsi – per così dire – trasgressivi, giocano con il fuoco, anche a rischio di rimetterci la salute.

313415Un po’ di Gus van Sant, una generosa dose di Larry Clark. Il film di Eva Husson si può riassumere in questa breve descrizione. Al di là dell’interesse per il fatto di cronaca, infatti, nulla di particolarmente nuovo viene messo in scena. L’impressione è quella di un déjà vu, di una sorta di collage di numerose pellicole che più e più volte hanno trattato l’argomento in questione. Il nichilismo, vero protagonista del lungometraggio, fa sì che lo spettatore non riesca ad empatizzare fino in fondo con nessuno dei giovani protagonisti. Effetto, questo, sicuramente voluto, ma che fa sì che ne risenta, alla fine, l’intero film. Peccato, perché – come spesso accade – pur essendo il fatto di cronaca in sé di grande interesse, non sempre la sua trasposizione sullo schermo riesce a rendere al meglio ciò che si vuole raccontare.

Medium-a254a167-91c4-40c2-b5c8-4765f57daa49Uno dei maggiori pregi del lungometraggio è, però, una regia magistrale, che addirittura sorprende, dal momento che stiamo parlando di un’opera prima. La macchina da presa, mediante intensi primi piani dei protagonisti, racconta in modo singolare ed intenso le emozioni che attraversano i loro animi di adolescenti. Senza dimenticare immagini particolarmente poetiche, come il tramonto visto dal fiume che attraversa la cittadina, con il ponte che si rispecchia sull’acqua, mentre George e Gabriel si accingono a tornare a casa.

Eva Husson si è senza dubbio rivelata una regista dal precoce talento. E – benché Bang Gang non sia un film particolarmente nuovo ed entusiasmante – ciò presuppone la produzione, in futuro, di opere certamente più interessanti e ben realizzate.

VOTO: 6/10

Marina Pavido

A SPASSO TRA DIVI E DIVINE. DAL 1990 AD OGGI – 25 e 26 settembre a Bergamo

Ricevo e volentieri pubblico

I divi del cinema raccontati con incontri e proiezioni

A spasso tra divi e divine. Dal 1990 ad oggi

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Venerdì 25 e sabato 26 settembre a Bergamo

A cura di FIC-Federazione Italiana Cineforum

 

www.cineforum-fic.com

Due giornate con i divi del cinema degli ultimi trent’anni, tra racconti, confronti e proiezioni.

Scarlett Johansson, Nicole Kidman, Leonardo Di Caprio, Isabelle Huppert, Michael Fassbender, Julianne Moore e, ancora, Joaquin Phoenix, Mickey Rourke, James Franco e tanti altri: sono i protagonisti della due giorni di approfondimento A spasso tra divi e divine. Dal 1990 ad oggi che si svolge a Bergamo venerdì 25 e sabato 26 settembre, all’interno del convegno di studi Vedere e studiare il cinema organizzato dalla FIC-Federazione Italiana Cineforum in collaborazione con Laboratorio 80.

In programma più di dieci interventi di docenti, ricercatori e critici cinematografici e quattro proiezioni di film, gli uni e gli altri pensati per un variegato tipo di pubblico, che comprende sia esperti che appassionati e curiosi. Dal primo pomeriggio di venerdì 25, e per tutta la giornata di sabato 26, gli attori saranno raccontati e analizzati, anche attraverso spezzoni di film, da chi da anni li osserva, per capire il fenomeno del cinema ed il suo rapporto con il pubblico. Ad intervenire saranno, tra gli altri, Alberto Scandola, Lorenzo Donghi, Mariapaola Pierini, Cristina Jandelli, Matteo Pollone, Lorenzo Rossi e Nuccio Lodato.

I film scelti per completare il programma sono Da morire di Gus Van Sant, con una splendida e già bravissima diciottenne Nicole Kidman (venerdì 25 alle 18), Amateur di Hal Hartley, un noir comico e paradossale con un’ambigua Isabelle Huppert (venerdì 25 alle 21,30), e Fine di una storia di Neil Jordan, uno dei mélo moderni più sofferti e romantici (sabato 26 alle 18), cui si aggiungerà un film in prima visione nella serata di sabato.

Terza e ultima sessione di un’iniziativa triennale dedicata proprio all’attorialità e al divismo del cinema sonoro internazionale, l’edizione 2015 di A spasso tra divi e divine è la conclusione di un lungo tragitto che, dal 2013, si è soffermato soprattutto sul cinema hollywoodiano, su quello italiano e su quello francese, muovendosi in un ambito, quello del divismo, fino a non molti anni fa poco frequentato in Italia da studiosi e opinionisti.

Il convegno è un’occasione per approfondire alcuni elementi che sono stati determinanti per lo sviluppo del cinema – spiega Angelo Signorelli, Vicepresidente di FIC -, per studiarne gli aspetti sociologici, economici e di costume. Ma è anche l’occasione per vedere dei buoni film, montaggi di sequenze con esempi di interpretazione, che sono parte integrante del programma e contribuiscono ad arricchire e vivacizzare le relazioni. È un incontro che si rivolge a tutto il pubblico e che vuole essere anche un momento di svago”.

Incontri e proiezioni si svolgono all’Auditorium di piazza Libertà: venerdì 25 a partire dalle 15, mentre sabato 26 dalle ore 10. Incontri e proiezioni sono ad ingresso gratuito (ad eccezione della prima visione di sabato 26, alle 21).

“A spasso tra divi e divine” di FIC-Federazione Italiana Cineforum è organizzato con il patrocinio e la collaborazione tecnica di Lab 80 film, e in collaborazione con Associazione Laboratorio 80, Università degli Studi di Torino – DAMS, Centro Ricerche Attore e Divismo (CRAD), Università degli studi di Pavia – Dipartimento Studi Umanistici Sezione Spettacolo e Università degli studi di Bergamo.

Il programma

VENERDÌ 25 SETTEMBRE

ore 15.00 coordina Cristina Jandelli

Alberto Scandola Scarlett Johansson: un sex symbol postmoderno |

Caterina Rossi Nicole Kidman: attrice/star | Lorenzo Donghi “Attenti al

lupo”. Leonardo Di Caprio: storia di un predestinato (mai davvero

amato) | Deborah Toschi Diva enigmatica. Isabelle Huppert

 

ore 18.00 Da morire (To Die For, 1995) di Gus Van Sant

ore 21.30 Amateur (id., 1994) di Hal Hartley

SABATO 26 SETTEMBRE

ore 10.00 coordina Cristina Jandelli

Mariapaola Pierini Bale, McConaughey, Fassbender: trasformare il corpo

del divo | Matteo Pollone Nicolas Cage: fuori controllo, sopra le righe |

Barbara Rossi Attrice o diva? Julianne Moore | Francesca Brignoli Percorsi

accidentati. Mickey Rourke (con antologia-sequenze di Filippo Ticozzi)

ore 15.00 coordina Mariapaola Pierini

Cristina Jandelli Lo stile di recitazione in Carnage di Polanski | Elisa

Uffreduzzi A dreadful career. Film genres and star system nella filmografia

di Josh Hartnett | Tommaso Isabella Actor Anonymous: appunti sulla

carriera extra cinematografica di James Franco | Lorenzo Rossi Joaquin

Phoenix: ritratto di una maschera postmoderna | Nuccio Lodato Cinema

italiano: facce nuove

 

ore 18.00 Fine di una storia (The End of the Affair, 1999) di Neil Jordan

ore 21.30 film in anteprima

Informazioni per il pubblico

F.I.C. Federazione Italiana Cineforum: 035.361361 – info@cineforum-fic.com

 

IL CINEMA ITALIANO IN MAROCCO – MEDFILM Festival riprende il viaggio verso Sud

Ricevo e volentieri pubblico

IL CINEMA ITALIANO IN MAROCCO

MEDFILM Festival 

riprende il viaggio verso Sud

FESTIVAL del CINEMA MEDITERRANEO DI TÉTOUAN

(28 marzo – 4 aprile 2015)

 

Aperte le iscrizioni al MEDFILMfestival – 21° ed.

 

Il Mediterraneo ribolle e i mutamenti geopolitici che si vanno determinando richiedono un’Europa vicina ai popoli della sponda Sud, offrendo riconoscimento e forza al mondo arabo che respinge l’avanzata dell’Isis e di ogni forma di estremismo religioso e politico. In tal senso il MedFilm, che opera da 21 anni nell’area mediterranea e mediorientale, prosegue con accresciuta forza e convinzione il lavoro di scambio e conoscenza tra i paesi delle due sponde, attraverso attività di internazionalizzazione che, nel corso del 2015, porteranno il festival in Marocco (Tétouan, Rabat) e in Tunisia (Tunisi).

In attesa della prossima edizione, che quest’anno tornerà alle sue date storiche: 6 / 13 novembreMedFilm riprende il cammino verso Sud partecipando, per il 7° anno consecutivo, al Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan, con una bella e significativa selezione di cinema italiano.

Giunto come il MedFilmfestival alla 21°edizione, il Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan che si svolgerà dal 28 marzo al 4 aprile, è tra le più importanti e vitali manifestazioni di cinema del Maghreb. Sapientemente guidato dallo storico direttore artistico Ahmed Elhousni, il festival è dedicato esclusivamente alla promozione del cinema mediterraneo ed è realizzato sotto l’egida del Presidente della Fondazione Città di Tétouan, Nabil Benabdallah, attuale Ministro per l’Ambiente e delle Municipalità del governo marocchino. La promozione del cinema italiano in Marocco, si inserisce nel quadro del Protocollo di Intenti siglato nel 2009 tra il Presidente del MedFilmfestival Ginella Vocca e il Segretario Generale del Ministero della Comunicazione marocchino Belardi Redouane, finalizzato a rafforzare le relazioni culturali e commerciali tra i due paesi.

> IN CONCORSO

Il MedFilm ha selezionato per l’evento marocchino alcuni tra migliori film italiani della stagione cinematografica 2014. Partecipano infatti al Concorso Ufficiale: Il giovane favoloso di Mario Martone e I nostri ragazzi di Ivano De Matteo.

Il primo, presentato in competizione al Festival di Venezia e accolto con entusiasmo dal pubblico italiano, racconta la vita di Giacomo Leopardi. Una storia potente e delicata in cui la vita e le opere del poeta di Recanati si fanno materia viva e incandescente che arde di amore per il mondo. «Affrontare la vita di Leopardi significa svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, ho voluto insistere con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato a mio avviso preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un’anima, che ho provato a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema» (Mario Martone).

Sempre in concorso troviamo I Nostri ragazzi di Ivano De Matteo. Presentato alle Giornate degli Autori e fresco vincitore del Premio del Pubblico al Festival International du film d’amour de Mons, il film rappresenta un nuovo capitolo nel percorso di radiografia della borghesia italiana che il regista sta portando avanti da 6 anni. «Sono sempre stato affascinato dalle famiglie intese come riproduzioni in miniatura della società che le circonda. Io vengo da una di queste. Una famiglia numerosa che mi ha sedotto con le sue grandi contraddizioni. Con La bella gente e poi con Gli equilibristi, ho voluto indagare su ciò che accade quando un elemento esterno incrina la vita tranquilla e sicura di un normalissimo e, almeno apparentemente, nucleo felice. Con i nostri ragazzi invece volevo andare oltre, tentare di mostrare cosa accade quando l’esplosione parte direttamente dal nucleo stesso» (Ivano De Matteo).

Nel Concorso Documentari troviamo Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, importante esperimento ibrido doc/politico, nel segno della solidarietà e della vicinanza tra i popoli mediterranei, che accompagna la fuga verso la Svezia di cinque clandestini palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa.

Per il Concorso Cortometraggi spiccano i pluripremiati ReCuiem di Valentina Carnelutti, che ruota attorno ad un microcosmo familiare sconvolto dal lutto materno, e Stella Maris di Giacomo Abbruzzese, ambientato in un piccolo villaggio sulle sponde del Mediterraneo, nel giorno della processione della Madonna Stella Maris.

>EVENTI SPECIALI

Ai film in concorso si aggiungono, nella sezione Séances Spèciales, due opere belle e importanti che in modo diverso, coniugando in modo mirabile impegno ed intrattenimento, raccontano la presenza pervasiva delle “mafie” nei territori: Anime nere di Francesco Munzi e La mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto. Il primo, ambientato ad Africo, piccolo paese dell’Aspromonte, mette in scena la storia di una famiglia criminale calabrese che, come in una tragedia greca, è condannata al sangue e alla morte. «Sono arrivato in Calabria carico di pregiudizi e paure. Ho scoperto una realtà molto complessa e variegata. Ho visto la diffidenza trasformarsi in curiosità e le case aprirsi a noi. Ho mescolato i miei attori con gli africesi, che hanno recitato e lavorato con la troupe. Senza di loro questo film sarebbe stato più povero. Africo ha avuto una storia di criminalità molto dura che però può aiutare a comprendere tante cose del nostro paese. Da Africo si può vedere meglio l’Italia» (Francesco Munzi).

La mafia uccide solo d’estate, opera d’esordio del conduttore e autore televisivo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, propone lo stesso tema con un registro più lieve, attraverso l’educazione sentimentale e civile di un bambino che cresce a Palermo negli anni di Vito Ciancimino. «Un giorno mi sono fermato e mi sono guardato indietro. E lì, è nata la domanda: ma com’è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e che in pochi dicessero qualcosa?» (Pierfrancesco Diliberto)

>LA GIURIA

 

Giona A. Nazzaro, giornalista, scrittore e critico cinematografico, sarà Membro della Giuria del Concorso Ufficiale della 21° edizione del Festival di Tétouan. Tra le sue pubblicazioni: Action! Forme di un transgenere cinematografico (menzione speciale al Premio Barbaro/Filmcritica); A Mon Dragone c’è il diavolo; Il conflitto delle idee – Al cinema con MicroMega. Ha scritto, insieme ad Andrea Tagliacozzo, Il cinema di Hong Kong: spade, kung-fu, pistole e fantasmi, John Woo – La nuova leggenda del cinema d’azione e Il dizionario del cinema di Hong Kong. È inoltre autore di saggi dedicati al mondo della musica, ha curato libri su Abel Ferrara, Spike Lee e Gus Van Sant. Collabora con Il manifesto e con prestigiose riviste tra cui MicroMega, Filmcritica, Filmtv, Nocturno. Già programmer del Festival di Roma e del Festival di Torino, attualmente fa parte del comitato di selezione del Festival Visions du Réel di Nyon e del Festival dei Popoli di Firenze. É inoltre direttore artistico del Gender DocuFilm Festival.

>INCONTRI DI APPROFONDIMENTO

L’1 e il 3 aprile, sempre nell’ambito della XXI edizione del Festival di Tétouan, si terranno i convegni: Cinéma et Médias Audiovisuels, che rifletterà sulle nuove tecnologie connesse al futuro dell’audiovisivo, e Cinéma, Cité et Environnement, sull’importante tema dell’educazione allo sviluppo eco-sostenibile e al rispetto dell’ambiente attraverso il cinema. L’incontro su cinema e ambiente riunirà registi e professionisti del settore esperti in materia, tra i quali: Jorge Urruita (Spagna), Mounatassir Abdelwahid (Marocco), Farid Zahi (Marocco), e Jilles Coudert (Francia). In rappresentanza dell’Italia interverrà Luciano Sovena, Presidente di Roma Lazio Film Commission. Presiederà l’incontro Nabil Benabdellah, Presidente della Fondazione Città di Tétouan e Ministro dell’ambiente e delle municipalità del Marocco.

 

Progetto “Torno subito” a Rabat

Da sempre impegnato a mantenere vivi i rapporti tra i paesi delle due Sponde del Mediterraneo, Luciano Sovena è tra i fautori dell’accordo, siglato il 19 febbraio 2015 a Rabat, tra Regione Lazio, Roma Lazio Film Commission e il Ministero della Comunicazione del Marocco. L’accordo prevede la collaborazione tra Regione Lazio e ISMAC – Istituto Superiore dei Mestieri dell’Audiovisivo e del Cinema di Rabat, per la formazione nel settore cinema e audiovisivo. Gli studenti italiani vincitori del bando del progetto “Torno subito”, realizzato in collaborazione con Ass.For.SEO, parteciperanno ai corsi di studio dedicati alle tecniche di postproduzione e ripresa cinematografica e audiovisiva che si terranno presso l’ISMAC in Marocco.

APERTE LE ISCRIZIONI al Medfilm festival 2015, SCADENZA 15/07/2015

Il MedFilmfestival – Cinema del Mediterraneo a Roma tornerà a novembre, dal 6 al 13, con un ricco programma di film, anteprime e focus. In particolare, in questo delicato contesto storico, verrà dato ampio risalto al rapporto artistico e produttivo tra l’Europa e i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, offrendo alla Germania il ruolo di rappresentanza della Sponda Nord, suffragato dalla sua forte connotazione multiculturale e dalle numerose coproduzioni cinematografiche con i paesi della Sponda Sud, e la rappresentanza della Sponda Sud al Marocco, tra i paesi culturalmente più attivi e vitali del Maghreb, con il quale il Medfilm festival collabora regolarmente da sette anni. Un’occasione preziosa per dare visibilità ad una delle cinematografie più interessanti del Nord Africa e riconoscimento internazionale ad un paese che, ad oggi, è riuscito a mantenere un forte equilibrio interno. Insieme a Germania e Marocco saranno presenti film e ospiti provenienti da: Tunisia, Algeria, Egitto, Libano, Siria, Iraq, Giordania, Arabia Saudita, Palestina e Turchia, insieme a tanto cinema europeo di qualità.

 

Per l’evento di Tétouan SI RINGRAZIANO : RAI Com, Bellissima Films, I Film Good.

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