LA RECENSIONE – 15:17 ATTACCO AL TRENO di Clint Eastwood

Film Review The 15:17 to ParisTITOLO: 15:17 ATTACCO AL TRENO; REGIA: Clint Eastwood; genere: drammatico; paese: USA; anno: 2017; cast: Spencer Stone, Anthony Sadler, Alek Skarlatos; durata: 94′

Nelle sale italiane dall’8 febbraio, 15:17 Attacco al treno è l’ultima fatica del celeberrimo cineasta ed attore statunitense Clint Eastwood.

Tratto da una storia vera, il lungometraggio racconta la vita dei tre ragazzi americani – qui presenti anche in qualità di interpreti nel ruolo di sé stessi – che salvarono la vita a più di 500 persone durante un attacco terroristico ad un treno diretto a Parigi avvenuto il 21 agosto 2015.

Questo attesissimo lavoro di Eastwood ci racconta, nello specifico, tre storie di tre ragazzi problematici sin dall’infanzia, che, tuttavia, ben presto si sono rivelati dei veri e propri eroi. Interessante, a tal proposito, l’idea di voler raccontare come determinati personaggi relegati quasi ai margini della società possano poi rivelarsi tra i più meritevoli esempi di coraggio ed amore per il proprio paese. Ed è, come tradizione eastwoodiana vuole, proprio l’amore per la propria nazione, unito anche ad una profonda religiosità (da notare, a tal proposito, la presenza costante di crocefissi ed immagini sacre nelle scene ambientate in interni) il leit motiv dell’opera di Eastwood, nonché vera e propria colonna portante di tutta la sua cinematografia.

Ciò che, però, di un lungometraggio come 15:17 Attacco al treno proprio non convince è il fatto che Eastwood stesso, evidentemente in difficoltà nel dover arrivare al punto e nel portare avanti la storia, abbia attuato scelte registiche e di sceneggiatura in cui vediamo una serie di elementi posticci, collocati all’interno dello script solo per colmare un problematico vuoto, che vengono lasciati cadere senza mai più essere ripresi. È questo il caso, ad esempio, dei personaggi incontrati durante le già di per sé problematiche scene del viaggio dei ragazzi. Senza contare che il viaggio stesso sembra più una sorta di “video promozionale” per qualche agenzia turistica; un momento del tutto superfluo che non ha fatto altro che far perdere punti al film stesso e che avrebbe potuto essere tagliato di oltre mezz’ora.

Nulla da dire dal punto registico, questo è chiaro. Che Eastwood sappia il fatto suo per quanto riguarda la gestione del mezzo cinematografico, è qualcosa che abbiamo avuto modo di appurare già da tempo. Però una cosa è certa: i tempi gloriosi di Mystic River – ma anche del recentissimo Sully – ci sembrano, oggi, lontani anni luce. Peccato.

VOTO: 5/10

Marina Pavido

11°° FESTA DEL CINEMA DI ROMA – LAND OF THE LITTLE PEOPLE di Yaniv Berman

land_of_the_little_people_victor_bezrukov-31TITOLO: LAND OF THE LITTLE PEOPLE; REGIA: Yaniv Berman; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Israele, cast: Maor Schweitzer, Ofer Hayun, Lior Rochman; durata: 83′

Presentato in anteprima – all’interno della Selezione Ufficiale – all’11° Festa del Cinema di Roma, Land of the Little People è il primo lungometraggio di finzione del regista israeliano Yaniv Berman.

Un piccolo villaggio militare israeliano. Mogli di soldati in costante attesa del ritorno dalla guerra dei loro mariti. Un gruppo di bambini che vivono in questo villaggio. Un rifugio segreto. Due disertori che sembrano non aver altro posto dove andare, se non proprio nel rifugio dei ragazzi. Sullo sfondo, un conflitto senza fine.

Ad una prima, sommaria lettura della sinossi – e fino ai primi cinque minuti del lungometraggio stesso – questo lavoro di Berman può apparire senza dubbio interessante. E non poco anche. Soprattutto perché, sebbene il tema dell’infanzia sia stato più e più volte trattato (dalle origini del cinema fino ai giorni nostri), l’idea di raccontare questa sorta di mondo a sé popolato quasi esclusivamente da figli di militari – ossia da bambini abituati fin da giovanissimi a vivere a stretto contatto con armi, in una costante situazione di guerriglia – risulta se non altro uno sguardo sull’infanzia accattivante. Si potrebbe addirittura sperare in una sorta di trasposizione cinematografica de Il signore delle mosche, collocato, ovviamente, nel suddetto contesto. Eppure questo lungometraggio di Berman non riesce, purtroppo, a costruire nulla di valido che prenda vita dall’interessante trovata iniziale.

Il problema principale, senza dubbio, riguarda la sceneggiatura stessa e, nello specifico, la caratterizzazione dei personaggi. Ora, di certo non è difficile né tantomeno raro che il pubblico, durante la visione di un film, empatizzi con i bambini, siano essi protagonisti o meno. Bene, in Land of the Little People questo non accade mai. E con nessuno dei giovani protagonisti. Il desiderio dei ragazzi di creare un rifugio tutto loro, con le proprie regole ed i propri rituali, oltre alle motivazioni che li spingono a fare la guerra ai due soldati disertori, sono aspetti che non vengono approfonditi a sufficienza. Ad esempio, troppo poco sappiamo della misteriosa “creatura” venerata dai bambini stessi che, a quanto pare, vive in un pozzo all’interno del rifugio. Così come lasciato in sospeso è il conflitto con il gruppo di ragazzi più grandi che vivono anch’essi all’interno del villaggio. Errori, questi, che fanno sì che si provi disinteresse, se non addirittura, a tratti, una sorta di antipatia nei confronti dei giovani protagonisti stessi. Ciò vuol dire, secondo una logica conseguenza, un fiasco praticamente preannunciato.

Stesso discorso vale, appunto, per i due giovani soldati che hanno occupato il rifugio dei bambini. Senza dubbio, l’idea iniziale era quella di dare vita a due figure negative. Tali figure, però, diventano problematiche nel momento in cui non vi sono validi “eroi” a contrapporsi ad esse. Alcuni dialoghi tra i due, inoltre, scadono spesso e volentieri nel ridicolo e frequenti, di conseguenza, sono le risatine involontarie in seguito alle disavventure dei due per mano dei ragazzi. Due macchiette poco credibili nei confronti dei quali si perde ben presto di interesse.

Se a tutta questa carrellata di scivoloni sommiamo un ritmo pressoché inesistente, una cattiva gestione dei tempi (uno dei sub plot ci mostra la madre di uno dei protagonisti che saluta, in lacrime, suo marito in partenza per il fronte, per poi riabbracciarlo solo un paio di giorni dopo, ad esempio.  Vogliamo parlarne?) ed una serie di cadute di stile riguardanti esclusivamente la regia (il primo piano improvviso della fotografia della fidanzata di uno dei due disertori che appare, irruente, sullo schermo immediatamente dopo il ferimento del ragazzo è, a questo proposito, forse una delle “perle” migliori), ci troviamo di fronte ad un prodotto decisamente rudimentale e maldestro, che, fatta eccezione, come già è stato detto, per qualche risatina involontaria, appunto, fa sì che lo spettatore non veda l’ora di trovarsi davanti – finalmente – i titoli di coda.

In compenso, il messaggio che si vuol trasmettere alla fine del film arriva forte e chiaro: chi diserta la guerra, a quanto pare, è un individuo spregevole che non merita alcuna pietà. Questo è, forse, l’unico elemento dotato di una certa coerenza all’interno di Land of the Little People. Per quanto riguarda tutto il resto, purtroppo, vi è davvero ben poco da salvare.

VOTO: 4/10

Marina Pavido

OGGI AL CINEMA: tutte le uscite in sala del 01/06/2016

A cura di Marina Pavido

Interessante, anche questa settimana, il palinsesto delle sale cinematografiche! Dall’avvincente Warcraft al francese Marguerite e Julien, da Tra la terra e il cielo all’italiano Miami Beach. In poche parole, una vasta gamma di scelta e, qui per voi, una breve guida per poter decidere meglio ciò che maggiormente incontra i vostri gusti! Inoltre, come sempre, sotto qualche trama, troverete anche alcune delle nostre recensioni. Buona lettura!

 

S IS FOR STANLEY

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REGIA: Alex Infascelli; genere: documentario; anno: 2015; paese: Italia

La storia di Emilio D’Alessandro, assistente personale di Stanley Kubrick, la storia di due personalità apparentemente opposte, ma che son riuscite a trovare non pochi punti d’incontro, costruendo pian piano una solida amicizia.

MARGUERITE E JULIEN 

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REGIA: Valérie Donzelli; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Francia; cast: Anaïs Demoustier, Jérémie Elkaïm, Geraldine Chaplin

Marguerite e Julien sono due fratelli appartenenti ad una famiglia benestante. Tra i due c’è sempre stato un forte legame, che, nel corso degli anni, si trasformerà in un grande amore. La loro storia, però, verrà ostacolata in ogni modo e i due ragazzi saranno costretti a fuggire insieme, per vivere la loro vita senza doversi più nascondere.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: MARGUERITE E JULIEN di Valérie Donzelli

MIAMI BEACH

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REGIA: Carlo Vanzina; genere: commedia; anno: 2016; paese: Italia; cast: Max Tortora, Ricky Memphis, Giampaolo Morelli

Un romano verace e chiassoso ed una milanese un po’ snob si incontrano per caso in aereo, mentre entrambi stanno accompagnando i rispettivi figli all’università di Miami. Nel frattempo un’adolescente sfugge al controllo del padre per partire anch’ella per Miami insieme a delle amiche. Suo padre, a sua volta, la seguirà a sua insaputa. Tante storie, tutte italiane, che si incrociano e danno vita a numerose gag ed equivoci di ogni genere.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA: MIAMI BEACH di Carlo Vanzina

THE NICE GUYS

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REGIA: Shane Black; genere: thriller, commedia, noir; anno: 2016; paese: USA; cast: Ryan Gosling, Russell Crowe, Matt Bomer

Los Angeles, anni ’70. Un detective privato ed un investigatore senza scrupoli sono impegnati a risolvere i casi di una ragazza scomparsa e dell’omicidio di una pornostar, senza sapere che entrambi i fatti sono correlati e che sono solo la punta dell’iceberg di uno dei maggiori casi del secolo.

TRA LA TERRA E IL CIELO

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REGIA: Neeraj Ghaywan; genere: drammatico; anno: 2015; paese: India, Francia; cast: Richa Chadda, Vicky Kaushal, Sanjay Mishra

Sulle rive del Gange, nella cittadina di Benares, si intrecciano le vite di tanti personaggi, ognuno alle prese con problemi dovuti ad un regime fin troppo autoritario, alla suddivisione in caste ed alla corruzione della polizia locale.

LA RECENSIONE:

LA RECENSIONE DI MARINA:TRA LA TERRA E IL CIELO di Neeraj Ghaywan

TRE GIORNI DOPO

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REGIA: Daniele Grassetti; genere: commedia, noir; anno: 2013; paese: Italia; cast: Francesco Turbanti, Davide Gagliardi, Valentino Campitelli

Tre amici romani si trovano, per caso, dopo aver perso una partita a biliardo, complici di un omicidio e con un cadavere nel bagagliaio. Avranno solo tre giorni di tempo per risolvere, in qualche modo, la situazione, in una serie di gag ed incidenti di percorso di ogni genere.

WARCRAFT

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REGIA: Duncan Jones; genere: avventura, azione, fantasy; anno: 2016; paese: USA; cast: Ben Foster, Toby Kebbell, Dominic Cooper

Il pacifico regno di Azeroth è costretto ad affrontare una stirpe di invasori: gli Orchi, in fuga dalla loro terra e pronti a colonizzare il regno. Da due fronti opposti, due eroi avranno il compito di decidere le sorti delle diverse stirpi.

EDDIE THE EAGLE

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REGIA: Dexter Fletcher; genere: drammatico, commedia; anno: 2016; paese: Gran Bretagna, USA, Germania; cast: Hugh Jackman, Taron Egerton, Christopher Walken

La vera storia di Eddie Edwards, campione di salto con gli sci che, nelle Olimpiadi del 1988, per la prima volta rappresenterà l’Inghilterra in questo sport.

 

La nostra rubrica vi dà appuntamento alla prossima settimana. Nel frattempo, scegliete ciò ciò che più vi piace e lasciatevi rapire dalla magia del grande schermo! Buon Cinema a tutti!

NEWS IN SALA: I 7 NANI di Harald Siepermann in sala dal 30 aprile

Ricevo e volentieri pubblico

“I 7 NANI” : DAL 30 APRILE AL CINEMA IL NUOVO CARTONE ANIMATO PER TUTTA LA FAMIGLIA

Arriva anche in Italia la favola che sta conquistando il mondo
I 7 NANI - dal 30 aprile al cinema

Biancaneve, la Bella addormentata, Cappuccetto rosso, una strega e un drago ballerino. Ma soprattutto sette piccoli eroi coraggiosi e divertentissimi: sono loro i protagonisti del cartone animato I 7 NANI, un’esclusiva per l’Italia di Italian International Film, in arrivo nelle sale italiane il 30 aprile distribuito da Microcinema.

L’occasione per vedere uno dei cartoni europei di maggiore successo negli ultimi anni, in grado di incassare più di 3 milioni di dollari in Germania, 2 milioni in Russia e 1 milione in Corea del Sud. La favola de I 7 NANI è ambientata in un mondo fiabesco e con l’obiettivo – spiegano i creatori – “di prendere questi personaggi conosciuti e raccontare una fiaba completamente diversa”.

Così, potrete incontrare il nano Bobo, un simpatico combinaguai a cui è impossibile non voler bene. O l’irresistibile drago Barny, che sogna di diventare un grande ballerino. Senza dimenticare l’affascinante principessa Rose e il suo innamorato, Jack, un aiutante delle cucine di corte che, per salvarla, è pronto ad affrontare qualsiasi impresa.
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Per dar vita a questo cartone animato spettacolare, che ha già suscitato paragoni con Shrek, è stato fondamentale l’apporto del regista Harald Siepermann, che in precedenza aveva collaborato alla realizzazione – tra gli altri – di Mulan, Tarzan e I vestiti nuovi dell’imperatore.

Bobo, il più giovane dei sette nani, per sbaglio punge la principessa Rose (anche conosciuta come “La bella addormentata”) e con lei fa piombare nel sonno il regno di Fantabulosa. Il maleficio della strega Perfidia, da cui Rose si era sempre dovuta difendere sin dall’infanzia, è ora divenuto realtà! Insieme ad altri sei compagni, Bobo dovrà viaggiare in luoghi magici, alla ricerca di un modo per risvegliare Rose. Sarà l’occasione per vivere avventure fantastiche e conoscere incredibili personaggi.
Un esilarante mix delle fiabe più famose per grandi e piccini, con un drago strampalato, un nano coraggioso, una serie infinita di gag e una colonna sonora appassionante.