“La goccia maledetta” si fa notare alla Rassegna “Pianeta Donna”, curata da Franco Mariotti

Ricevo e volentieri pubblico

“Il lungo e faticoso viaggio della Donna nella storia del cinema”, festival cinematografico competitivo al femminile, diretto da Franco Mariotti, alla ribalta nell’arco di quattro intense giornate sulla piattaforma MYmovies, ha offerto 27 opere di diverso genere. Al di là dei risultati “ufficiali”, da segnalare gli ottimi consensi e apprezzamenti di stima ricevuti dal cortometraggio “La goccia maledetta”, diretto da Emanuele Pecoraro ed interpretato dalle splendide Nadia Bengala e Francesca Anastasi con Lorenzo Lepori. Un lavoro sul femminicidio e la non accettazione dell’abbandono da parte della persona amata, tematica quanto mai scottante in questo periodo. Il mini-film, prodotto e distribuito da
Angelo Bassi per Mediterranea Productions, si avvale delle eccellenti musiche di Paolo Reale, della suggestiva fotografia di Sacha Rossi e delle particolari ambientazioni curate da Laura Camia. La storia è tratta da un racconto di Roberto Ricci, adattato sotto forma di sceneggiatura da Lorenzo De Luca e Pierfrancesco Campanella. Quest’ultimo è anche produttore esecutivo dell’opera.

Primo Piano – Pianeta Donna” è  stato promosso da AmaRcorD Associazione
Culturale, e realizzata con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, con la partnership di Istituto Luce Cinecittà, Cinecittà News, SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Cineteca Lucana, CSC Centro Studi Cinematografici.

LA RECENSIONE DI MARINA – LES OGRES di Léa Fehner

les-ogres-de-lea-fehner_5558197TITOLO: LES OGRES; REGIA: Léa Fehner; genere: drammatico, commedia; anno: 2016; paese: Francia; cast: Adéle Haenel, Marc Barbé, François Fehner; durata: 144′

Nelle sale italiane dal 26 gennaio, Les ogres è l’ultimo lungometraggio della regista francese Léa Fehner, vincitrice, con questa sua opera del Premio Lino Miccichè e del Premio del Pubblico all’ultima edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro.

Sullo schermo ci vengono raccontate le vicende amorose e lavorative della compagnia teatrale itinerante Davaï Théatre. Problemi familiari, legami amorosi, un’imminente nascita ed il ritorno, improvviso, di una vecchia amante stravolgeranno la routine dei teatranti rompendo quella sorta di equilibrio venutosi a creare e facendo riemergere vecchi rancori e ferite evidentemente mai cicatrizzate.

les-ogres-2-e1485282952785Scorrono via senza neanche che il pubblico se ne accorga i 144 minuti di durata. Questo ultimo lavoro della Fehner, infatti, è un vero e proprio alternarsi di emozioni, ben messe in scena, nello specifico, non solo da attori capaci (all’interno del cast, inoltre, vi sono anche alcuni famigliari della regista stessa), ma anche da una regia attenta e sapiente che dimostra di saper ben muovere la macchina da presa nei momenti giusti, Basti pensare, ad esempio, alle numerose carrellate presenti durante le scene degli spettacoli, quando ci si ritrova grazie a movimenti fluidi ma repentini allo stesso tempo, ora sul palco, ora dietro le quinte. Oppure basti pensare agli intensi primi piani dei personaggi, durante i loro momenti di crisi.

les-ogres-2015-lea-fehner-02Signore e signori:la commedia umana sullo schermo, dunque! E, onestamente, bisogna proprio ammettere che questa commedia umana – dai vaghi rimandi felliniani – è davvero ben rappresentata: luci, colori, un’appropriata colonna sonora rendono il prodotto finale vivo, urlato, passionale. Una vera e propria dichiarazione d’amore alla vita. Non a caso, gli equilibri perduti sembrano riassestarsi nel momento in cui una giovane attrice della compagnia dà alla luce un bambino.

Si tratta di un piccolo miracolo cinematografico, Les ogres. D’accordo, non racconta nulla di nuovo, in fin dei conti. Eppure lo fa in un modo talmente raffinato, genuino ed onesto che il meraviglioso mondo che ci ritroviamo davanti agli occhi non verrà dimenticato tanto facilmente.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

 

RIFF 2016 – NON VOLTARTI INDIETRO di Francesco Del Grosso

1466156317815TITOLO: NON VOLTARTI INDIETRO; REGIA: Francesco Del Grosso; genere: documentario; anno: 2016; paese: Italia; durata: 75′

Presentato fuori concorso alla XV edizione del Rome Independent Film Festival, Non voltarti indietro è l’ultimo documentario di Francesco Del Grosso che, partendo dal fatto che ogni anno, in Italia, circa 1000 persone vengono arrestate a causa di errori giudiziari, ci racconta la storia di cinque innocenti – le vicende di ognuno dei quali hanno avuto epiloghi differenti – che hanno vissuto ingiustamente l’esperienza del carcere.

Si apre fin da subito come una sorta di flusso di coscienza corale, Non voltarti indietro. Le voci dei protagonisti – prima ancora che i loro volti vengano mostrati – si alternano in una sorta di cantilena, nel raccontarci come tutto è per loro iniziato, ossia quando sono stati arrestati. Ed ecco che ci troviamo da subito nel vivo della vicenda, catapultati anche noi in un mondo di cui si è sentito molto parlare, ma che non abbiamo mai avuto l’occasione di vivere in prima persona. Si parte, appunto, dal momento dei loro arresti, fino al loro arrivo in carcere, alla loro vita in cella, alla loro scarcerazione – in alcuni casi avvenuta anche dopo parecchi mesi – al loro ultimo tragitto nel corridoio della prigione per raggiungere l’uscita – senza mai voltarsi indietro! – fino ad arrivare alla loro vita dopo il carcere, con tutte le conseguenze che l’immotivato arresto ha portato dietro di sé. Il tutto viene arricchito da suggestive immagini di disegni a matita – che illustrano, di volta in volta, ciò che viene raccontato – dai volti dei protagonisti – ora frontali, ora di profilo – che, in primissimo piano, ci parlano delle loro esperienze, e da anguste riprese a 360° – con abbondante uso del grandangolo – che ci mostrano le celle, i vari ambienti del carcere e – per quanto riguarda chi dopo la galera ha visto la sua vita andare a rotoli – le minuscole abitazioni occupate dopo la scarcerazione. Spazi stretti, chiusi, bui, ma che ben presto – e solo quando a parlare è qualcuno che è riuscito a risollevarsi dopo l’esperienza dell’arresto – diventano soleggiati parchi o belvedere, in cui anche lo spettatore – finalmente – può respirare a pieni polmoni.

La macchina da presa, dal canto suo, più che messaggero o testimone, diventa vero e proprio confidente dei protagonisti del documentario e – fortemente empatica, ma mai invasiva o giudicante – riesce a farci entrare nel vivo delle vicende facendoci sentire parte delle storie raccontate. Il risultato finale è un prodotto forte, emozionante e per niente retorico. Un vero e proprio urlo di rabbia: l’urlo di coloro che hanno visto le loro vite andare a rotoli per colpa di errori che non hanno commesso e l’urlo di tutti noi, che non ci sentiamo per niente tutelati dal sistema legislativo italiano, dal momento che – qualora dovessero verificarsi eventi del genere – nessuno pagherebbe per gli sbagli commessi e – salvo un misero risarcimento – saremmo abbandonati a noi stessi come gli ultimi tra i derelitti. Rabbia e sconforto, ma anche speranza ed una vera e propria iniezione di coraggio, nel momento in cui ascoltiamo le testimonianze di chi è riuscito a superare esperienze del genere.

In poche parole, tante emozioni in pochi minuti. E un documentario decisamente riuscito, a cui, dopo la visione, si continua a tornare con la mente. Cosa, questa, che, come sappiamo, non sempre accade.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

11° FESTA DEL CINEMA DI ROMA – DENIAL di Mick Jackson

denial

TITOLO: DENIAL; REGIA: Mick Jackson; genere: drammatico; anno: 2016; paese: USA, UK; cast: Rachel Weisz, Timothy Spall, Tom Wilkinson; durata: 110′

Presentato in Selezione Ufficiale (e prossimo all’uscita in sala) all’11° Festa del Cinema di Roma, Denial (La verità negata) è l’ultimo lungometraggio diretto da Mick Jackson.

In seguito alla pubblicazione del libro Denying the Holocaust: The Growing Assault on Truth and Memory – in cui più volte vengono attaccate le teorie negazioniste dell’autore britannico David Irving – la professoressa americana Deborah Lipstadt viene citata in causa da quest’ultimo con l’accusa di diffamazione. In Inghilterra, però, le cose non funzionano come negli Stati Uniti. In casi del genere, infatti, è compito del presunto colpevole dimostrare la propria innocenza. Sarà, dunque, arduo compito di Deborah – insieme ad una squadra di prestigiosi avvocati guidati da Richard Rampton – dimostrare la veridicità dell’Olocausto stesso.

Quello che inizialmente si presentava come un lungometraggio visto e rivisto, che nulla di nuovo ha da offrire al pubblico e sul quale si è puntato eccessivamente, si è dimostrato, in realtà, un prodotto di tutto rispetto, che al suo interno ha sì delle problematiche, ma che, comunque, vanta una sceneggiatura di ferro, magistralmente interpretata da un ottimo cast, all’interno del quale spicca su tutti il grande Timothy Spall, nel ruolo di David Irving, oltre, ovviamente, a Rachel Weisz nel ruolo della protagonista.

Tale sceneggiatura – affiancata da una regia e da un montaggio dinamici, che, per tutta la durata del film, riescono a mantenere ritmi costanti e pertinenti alla narrazione, senza mai cadere di tono – contribuisce a rendere il lungometraggio quasi del tutto privo di sbavature. Quasi, perché – come può facilmente capitare nel momento in cui si tratta un argomento del genere – sono presenti determinate scene in cui – complice anche una musica decisamente troppo melodrammatica ed invadente, carrellate troppo enfatizzanti e primi piani che sembrano voler indugiare un po’ troppo a lungo su ciò che viene mostrato – si ha tutta l’impressione che Jackson abbia voluto a tutti i costi arruffianarsi il pubblico, facendo leva in modo piuttosto facile e scontato sui sentimenti. C’è anche da considerare, però, che tali scelte possono rappresentare uno degli errori più comuni che si possano fare – sempre che di errori si voglia parlare – nel momento in cui vengono trattati determinati argomenti. In pratica è come trovarsi su di una mina (giusto per citare uno dei titoli recentemente apparsi in palinsesto), rischiando, anche con un minimo movimento, di provocare l’irreparabile. Peccato veniale, dunque, questo di Jackson.

Fatto sta che Denial, in fin dei conti, si è rivelato un prodotto interessante per il tema trattato – come già è stato detto – e, nel complesso, ben confezionato. Un lavoro che nel suo genere decisamente funziona, senza mai voler essere didascalico e che, quasi sicuramente, verrà apprezzato da molti.

VOTO: 7/10

Marina Pavido

11° FESTA DEL CINEMA DI ROMA – TODO LO DEMAS di Natalia Almada

todolodemas_dona_flor_underwater_reflection-1024x426TITOLO: TODO LO DEMÁS; REGIA: Natalia Almada; genere: drammatico; anno: 2016; paese: Messico; cast: Adriana Barraza; durata: 98′

Presentato in anteprima nella Selezione Ufficiale all’11° Festa del Cinema di Roma, Todo lo demás è il primo lungometraggio di finzione della regista, documentarista e montatrice messicana Natalia Almada.

Doña Flor è una donna sola. Da molti, moltissimi anni vive a Città del Messico insieme al suo gatto, unica, vera compagnia. La sua vita è scandita da ripetitive abitudini e ritmi ben definiti. Ella lavora come impiegata statale e, ogni giorno, ha a che fare con centinaia di clienti per rinnovare loro i documenti di identità. Il suo equilibrio, però, sembra crollare nel momento in cui – appena svegliatasi per andare in ufficio – scopre che il suo gatto è morto improvvisamente.

Non è semplice rappresentare il reale. Partiamo da questo presupposto. Nel corso degli anni, tuttavia, esso è stato messo in scena nei modi più disparati. Da rappresentazioni più che riuscite (non serve neanche portare ad esempio, a questo proposito, il Neorealismo italiano), fino a totali disastri. Tutto sta nel trovare una chiave appropriata ed un proprio stile. E Natalia Almada, possiamo dirlo forte, in questo è riuscita benissimo.

Fin dai primi minuti, infatti, colpiscono le sue particolari scelte registiche, fatte di inquadrature esclusivamente a camera fissa con una suddivisione del quadro simmetrica e meticolosa, in cui, spesso e volentieri, vediamo determinati oggetti di uso quotidiano in primo piano e dettagli di vario genere: fogli di quaderno, penne, biancheria intima all’interno di un cassetto, ma anche mani e, soprattutto, gambe dal polpaccio in giù, le quali, a loro volta, mal celano ricordi cinefili di bressoniana memoria. Persino il montaggio colpisce per il suo particolare stile: frequenti, infatti, sono stacchi netti – sia sonori che visivi – segno, appunto, di eccessiva rigidità da parte della protagonista. Il tutto viene contornato da una fotografia dai colori tenui, quasi pastello, che sta ad indicare una tranquillità talmente marcata da trasmettere un senso di sicurezza e – allo stesso tempo – da sembrare innaturale, quasi forzata. Una tranquillità in cui la protagonista si è rifugiata per la paura di mettersi realmente in gioco, quasi annientata dal proprio lavoro. In poche parole, una messa in scena indovinata e visivamente accattivante, che sta a rendere perfettamente l’idea di come sia il mondo interiore della donna (a sua volta magistralmente interpretata dalla brava Adriana Barraza).

Doña Flor, di fatto, ha sempre tentato di soffocare le sue emozioni. Non ha mai corso dei rischi. Si potrebbe addirittura affermare che sia diventata un tutt’uno con il suo lavoro, il quale – a sua volta – può diventare anche pericolosamente alienante. Come, di fatto, avviene in questo caso. Eppure il suo inconscio e quel naturale bisogno di lasciarsi andare prima o poi faranno capolino. Ciò, appunto, accade in seguito alla morte del gatto, ma si verifica spesso anche nell’unico momento della giornata in cui la protagonista si lascia andare, ossia durante il sonno notturno. Ed ecco che, finalmente, entra in scena l’acqua. L’acqua come origine della vita, come strumento di liberazione e come luogo in cui tutti ci sentiamo noi stessi. E soltanto dopo lo shock subito e dopo un lieve terremoto, Doña Flor, la quale ogni notte sogna di nuotare in un’enorme piscina, presa coscienza delle sue paure e dei freni da lei stessa posti nella sua vita, proprio attraverso l’acqua (nello specifico, tentando di imparare a nuotare) troverà un possibile mezzo per lasciarsi finalmente andare.

In poche parole, Todo lo demas si è rivelato una bella quanto inaspettata sorpresa. L’unica accusa che, forse, gli si potrebbe muovere è quella di passare quasi inosservato – ad una prima, sommaria visione – all’interno del panorama cinematografico contemporaneo riguardante l’area sudamericana nello specifico. Eppure – come spesso è spesso accaduto alla Festa del Cinema di Roma – si tratta di un’opera che – pur non saltando subito agli occhi – si è invece rivelata un piccolo, prezioso gioiello, che, si spera, possa ottenere l’attenzione che merita.

VOTO: 8/10

Marina Pavido

ISCHIA FILM FESTIVAL – SERATA DI APERTURA

Ricevo e volentieri pubblico

Serata di apertura per il festival di Ischia

Sull’isola vulcanica del Tirreno, Inarime per Virgilio, tra i bastioni del Castello Aragonese anche quest’anno è di scena il cinema d’autore. 

iffGrande attesa per la serata di apertura della 13a edizione dell’Ischia Film Festival, che come di consueto ha aperto le porte di alcuni dei luoghi più suggestivi del Castello Aragonese, permettendo così a un pubblico attento e affezionato, di godere dell’ottimo programma del direttore artistico Michelangelo Messina, in una delle location più prestigiose dell’isola.

Evento di punta della serata la proiezione di Heart of Lightness, straordinaria pellicola ispirata al teatro di Henrik Ibsen, che dà il via all’ormai tradizionale focus sulla cinematografia del Nord Europa, che – in collaborazione con il “Nordische Filmtage Lübeck” – anche quest’anno porta in Italia anteprime imperdibili e ospiti internazionali. Per l’occasione è intervenuta a Ischia la direttrice del festival di Lübeck Linde Fröhlich. Sarà presente alla proiezione il regista e produttore Jan Vardøen, il quale si è detto entusiasta di vedere la propria opera proiettata per la prima volta in Italia proprio sull’isola dove il grande drammaturgo norvegese soggiornò nel 1867. Ad accompagnare il regista anche Michael Taverna, produttore statunitense e distributore del film, arrivato da Los Angeles per l’occasione.

Grande assente della serata Carolina Crescentini, impossibilitata nel raggiungere l’isola di Ischia, poiché bloccata da impegni di lavoro sul set a Lampedusa. L’attrice non ha però lasciato soli i suoi fan del festival, dedicando loro un videomessaggio che anticipa la proiezione del film Tempo instabile con probabili schiarite, il film di Marco Pontecorvo che apre stasera la sezione Primo Piano alla Cattedrale dell’Assunta.

Tanti i momenti importanti che quest’anno porteranno il pubblico dell’Ischia Film Festival in viaggio per il mondo, con la consueta attenzione alle location, tema centrale della manifestazione e che la rende unica nel suo genere in Italia e nel mondo. La sezione Location Negata verrà inaugurata quest’anno da un’opera che racconta il territorio di Scampia a Napoli e la guerra tra criminalità organizzata e Stato: Gomorraland. Il film, per la regia di Duccio Giordano, rappresenta un lancio perfetto per il concorso, che appunto raccoglie quelle opere che danno parola ai luoghi violati. Il regista presenterà stasera il film in anteprima mondiale, insieme al Pubblico Ministero Catello Maresca, anche autore del libro “L’Ultimo Bunker” e parte del pool che ha portato all’arresto di Michele Zagaria.

Molto consigliata anche la visione di A Taxi with a View di Barbara Nava (presente al festival), documentario in cui gli abitacoli delle auto di servizio diventano osservatorio privilegiato dei paesaggi naturali e umani nei territori di Gerusalemme e della Palestina. Tra i tanti autori presenti anche Antonio Spanò, già vincitore della dodicesima edizione dell’Ischia Film Festival con “The Silent Chaos”. Quest’anno il regista presenterà “Animal Park”, documentario che sarà proiettato questa sera presso la Casa del Sole e che delinea un tragico ritratto della situazione della Repubblica Democratica del Congo.

Leggi anche:

 Visita anche:

AAA CASTING & PROVINI

Ricevo e volentieri pubblico

CASTING A FIRENZE PER IL FILM CINESE “ONLY YOU”!
La HUYAI BROTHERS società leader nelle produzioni cinematografiche in Cina ricerca per il film ONLY YOU piccoli ruoli, comparse specifiche e comparse generiche. Le riprese si terranno a Milano, Firenze, Lucca, e Val d’Orcia tra ottobre-dicembre 2014. È prevista una retribuzione.
I casting si terranno a FIRENZE, Lunedì 6 Ottobre nei seguenti orari, 10.00-13.00 / 14.00-18.00 presso Casa della Creatività – Chiostro di Santa Maria Maggiore, Vicolo Santa Maria Maggiore, 1 (Sala Conferenze – primo piano).
Si cercano:
PICCOLI RUOLI
1 CONIGLIETTA PLAYBOY
– Ragazza, 18-25 anni, bionda, bella ragazza, alta, forme seducenti e carattere spigliato
1 CAMERIERE
– Ragazzo 18-30 anni, abituato a trattare con la gente, viso simpatico, spigliato.
1 TITOLARE RISTORANTE
– Uomo, 40-50 anni, titolare del ristorante, aspetto serio.
2 FACCHINI HOTEL
– Uomo 25-35 anni, spigliato, simpatico
– Uomo 40-50 anni, aspetto serio, e professionale, elegante, volto rassicurante.
2 POMPIERI
– uomini 25-35 anni, alti, robusti, atletici, credibili nel ruolo di pompieri
1 ZINGARA
– Anziana signora, 60-70 anni, di piccola statura, gracile, capelli lunghi chiari
COMPARSE SPECIFICHE
3 UOMINI ORIENTALI
– Uomini orientali, possibilmente cinesi, 30-35 anni, aspetto e portamenti eleganti.
COMPARSE GENERICHE
Si ricercano uomini e donna 18-70 anni per numerose scene
Modalità di candidatura
Per PICCOLO RUOLO:
– Inviare una mail a casting@odumovies.com con CV e 2 foto (1 primo piano e 1 fig.intera) indicando nell’oggetto il ruolo per cui ci si presenta e la città e presentarsi in sede di casting.
Ai candidati sarà richiesto di recitare alcune battute durante il provino
Le selezioni per PICCOLO RUOLO si terranno dalle ore 10.00 alle ore 13.00 in ordine di arrivo in sede di casting.
Per COMPARSE SPECIFICHE:
– Inviare una mail a casting@odumovies.com con CV e 2 foto (1 primo piano e 1 fig.intera) indicando nell’oggetto il ruolo per cui ci si presenta e la città e presentarsi in sede di casting.
Le selezioni per COMPARSA SPECIFICA si terranno dalle ore 10.00 alle ore 13.00 in ordine di arrivo in sede di casting.
Per COMPARSA GENERICA:
– Presentarsi in sede di casting muniti di 1 foto figura intera e CV
Le selezione per COMPARSA GENERICA si terranno dalle ore 14.00 alle ore 18.00 Le comparse saranno ricevute secondo l’ordine di arrivo in sede di casting.

AAA CASTING & PROVINI

Ricevo e volentieri pubblico

 

CERCASI RAGAZZA PER VIDEOCLIP MUSICALE
Per video clip musicale prodotto dalla CinemaFiction si cerca una ragazza tra i 18 e 21 anni di bella presenza, lineamenti delicati . Anche prima esperienza.
Le riprese si terranno a Napoli nel periodo 15 – 22 settembre
Per Candidarsi inviare 2 foto formato jpg (primo piano e figura intera) curriculum e contatti a: cinemafiction@live.it
 
 
CASTING PER IL “GIOVANE MONTALBANO”: CERCASI COMPARSE
Si ricercano comparse in Sicilia per le nuove puntate de “Il Giovane Montalbano”.
Si cercano, in particolare, comparse uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni.
Luogo e date dei provini:
– Martedì 9 e Mercoledì 10 settembre dalle 10 alle 13,30 e dalle 15 alle 18 a Ragusa in via Asia 1, presso la sala teatrale dell’Accademia della Bellezza;
– Giovedì 11 settembre a Modica (Ragusa) presso il teatro Garibaldi in via corso Umberto dalle ore 10,30 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 18,30.
 

AAA CASTING & PROVINI

Ricevo e volentieri pubblico

 

CASTING PER FICTION “UNO MONDO NUOVO”
Per la nuova fiction “Un mondo nuovo” regia di Alberto Negrin ambientato negli anni 30, che si girerà tra Carignano e Torino dal 8 al 13 settembre 2014, si cercano:
– Uomini di età compresa tra i 18/30 anni, con taglie che vanno dalla 46/50, capelli corti, no tagli moderni, no sopracciglia moderne, no tatuaggi visibili.
– Uomini di bella presenza di età compresa tra i 30/50 anni, capelli corti, no tagli moderni, no sopracciglia moderne, no tatuaggi visibili.
Mandare foto attuali, primo piano e piano intero ben visibili e dati, carta di identità, codice fiscale ed eventuale permesso di soggiorno, a questo indirizzo mail: mondonuovocasting@gmail.com
La ricerca è rivolta esclusivamente ai residenti di Torino e Provincia.
Casting a cura di Leucotea Monti.